MENUMENU
  • |
  • Rimedi omeopatici
    • Abies canadensis
    • Aconitum napellus
    • Achillea millefolium
    • Actaea racemosa o Cimicifuga
    • Aesculus hippocastanum
    • Aethusa cynapium
    • Agaricus muscarius
    • Allium cepa
    • Allium sativum
    • Aloe socotrina
    • Alumina
    • Ammonium carbonicum
    • Anacardium orientale
    • Antimonium crudum
    • Antimonium tartaricum
    • Apis
    • Aralia racemosa
    • Argentum nitricum
    • Arnica montana
    • Arsenicum album
    • Aurum metallicum
    • Badiaga
    • Baryta carbonica
    • Belladonna
    • Bellis perennis
    • Bismuthum subnitricum
    • Borax
    • Bryonia
    • Calcarea carbonica
    • Calendula
    • Camphora
    • Cantharis
    • Carbo animalis
    • Carbo vegetabilis
    • Causticum
    • Chamomilla
    • Cicuta virosa
    • Cineraria maritima
    • Crocus sativa
    • Cuprum metallicum
    • Dulcamara
    • Ferrum iodatum
    • Ferrum phosphoricum
    • Gelsemium
    • Graphites
    • Hekla lava
    • Hepar sulphur
    • Hypericum
    • Ignatia amara
    • Iodium
    • Kali carbonicum
    • Kalium chloratum
    • Kalmia latifolia
    • Lachesis
    • Ledum palustre
    • Lilium tigrinum
    • Lycopodium
    • Manganum aceticum e Manganum sulphuricum
    • Mercurius solubilis
    • Mezereum
    • Moschus
    • Nux vomica
    • Petroleum
    • Phosphorus
    • Phytolacca decandra
    • Pulsatilla
    • Rhus toxicodendron
    • Sambucus nigra
    • Secale cornutum
    • Sepia
    • Silicea
    • Staphysagria
    • Sulphur
    • Teucrium
    • Veratrum album e Veratrum viridis
  • Affezioni-Rimedi
    • Acufene
    • Aerofagia
    • Affaticamento mentale
    • Afonia e Raucedine
    • Afte
    • Allucinazioni
    • Alopecia Calvizie
    • Alterazione dell’appetito
    • Amenorrea
    • Ansia, Depressione, Attacchi di panico
    • Ascessi
    • Asma
    • Balbuzie
    • Borborigmi
    • Calazio e Orzaiolo
    • Calcolosi biliare renale e salivare
    • Cataratta
    • Cefalea, Emicrania, Mal di testa
    • Cellulite
    • Cervicalgia
    • Colon irritabile
    • Congestione nasale 
    • Corea
    • Deficit di Attenzione e Concentrazione
    • Dermatite, Eczema, Dermatosi
    • Dismenorrea
    • Disturbi associati alla mestruazione
    • Disturbi gastrici
    • Disturbi Specifici del Linguaggio
    • Emorroidi
    • Erisipela
    • Esofagite
    • Fame nervosa
    • Febbre e Influenza
    • Geloni
    • Gengivite
    • Herpes simplex
    • Herpes zoster
    • Infezioni delle vie urinarie
    • Insonnia
    • Ipertensione arteriosa
    • Irritabilità nervosa e fisica
    • Lichen ruber planus
    • Mal di gola
    • Occhio secco
    • Ossiuriasi
    • Parodontosi e parodontite
    • Perdita di memoria
    • Poliposi
    • Prurito
    • Punture di insetti
    • Raffreddore e Rinite allergica
    • Reumatismi
    • Rinite vasomotoria
    • Russare
    • Sciatica
    • Sinusite
    • Tic
    • Tosse
    • Tremore
    • Ulcere varicose
    • Varicocele
    • Verruche
    • Vertigine
    • Vestibolite vulvare
  • Tinture Madri
    • Achillea – Agrimonia
    • Alchemilla – Altea
    • Amamelide – Anice
    • Arnica – Artemisia
    • Bardana – Betulla
    • Biancospino – Bistorta
    • Borragine – Borsa del pastore
    • Calendula – Camomilla
    • Cannella – Carciofo
    • Crespino – Drosera
    • Echinacea – Edera comune
    • Edera terrestre – Eleuterococco
    • Elicriso – Equiseto
    • Euforbia – Farfaro
    • Finocchio – Fumaria
    • Gramigna – Idraste
    • Iperico – Issopo
    • Lattuga – Lavanda
    • Liquirizia – Lobelia
    • Luppolo – Marrubio
    • Matico-Melissa
    • Menta piperita – Mimosa
    • Mirra-Mitchella
    • Noce cineraria – Olmo rosso
    • Ortica – Parietaria
    • Passiflora-Peperoncino
  • Piante & Salute
    • Aglio
    • Alloro
    • Aloe
    • Arancio
    • Basilico
    • Carciofo
    • Cipolla
    • Fragola
    • Limone
    • Macchia mediterranea
    • Malva
    • Melo
    • Noce moscata
    • Patata
    • Rucola
    • Salvia
  • Rimedi della nonna
    • A bada contusioni e distorsioni
    • Abbasso la febbre
    • Abbronzatura sicura
    • Addio mal di testa
    • Bocca sorridente
    • Capelli a posto
    • Cistite senza più scampo
    • Controlliamo l’ipertensione
    • Curiamo piaghe, ferite, ulcere
    • Digestione facile
    • Digestione senza tante arie
    • Emorroidi e vene varicose ko
    • Fermiamo la diarrea
    • Liberi da calli, verruche, geloni
    • Mai più stitichezza
    • Mal di gola subito via
    • Ok con depurativi e diuretici
    • Pelle sempre bella
    • Per maturare foruncoli e ascessi
    • Per riposare meglio
    • Per scottature-punture d’insetti
    • Per solo donne
    • Repellente per zanzare e formiche
    • Ritorna la voce
    • Se l’alito è pesante
    • Sollievo per lombalgie e coliche
    • Solo per il viso
    • SOS Vaginite
    • Spegniamo le infiammazioni
    • Stop reumatismi-nevralgie-ecc.
    • Vediamoci chiaro
    • Via raffreddore-tosse-influenza-ecc.
    • W i segreti della nonna
  • Approfondimenti
    • Aggravamento omeopatico
    • Carbonati: funzioni nell’organismo, benefici
    • Cure omeopatiche: principi
    • Diatesi in Omeopatia
    • Diluizioni omeopatiche D, CH, K, LM
    • Fosforo: proprietà, benefici, usi
    • Gerarchia dei sintomi
    • Individualità
    • La guarigione
    • La medicina del malato
    • Le basi della fitoterapia
    • Mercurio: composti, usi, effetti
    • Oleoliti e Oli essenziali
    • Omeopatia e Costituzioni
    • Potassio: biochimica, funzioni
    • Preparati fitoterapici
    • Prevenzione omeopatica
    • Relazione corpo mente
    • Repertorio e repertorizzazione
    • Rimedi omeopatici: origine
    • Rimedio simillimum
    • Scuole omeopatiche
    • Sintomo concomitante
    • Tipi di preparati fitoterapici
  • Glossario
    • Glossario A
    • Glossario B
    • Glossario C
    • Glossario D
    • Glossario E
    • Glossario F
    • Glossario G-H
    • Glossario I
    • Glossario L-M
    • Glossario N-O
    • Glossario P-Q
    • Glossario R
    • Glossario S
    • Glossario T-U
    • Glossario V-Z
  • Chi sono

Rimedi Omeopatici

Omeopatia - Rimedi della Nonna - Cure Omeopatiche

Risultati della ricerca per: aglio

Omeopatia e Costituzioni

Premessa

La medicina omeopatica, o semplicemente omeopatia, è la disciplina terapeutica che si basa sul concetto di “malattia del simile”. Il termine deriva dalle parole greche ómois = simile e pàthos = malattia. Essa risponde ai principi della Legge di Similitudine (“similia similibus curantur”), già formulata da Ippocrate (460-370 a.c.), medico greco considerato il padre della medicina, secondo la quale una sostanza (di origine vegetale, animale o minerale) che causa in un individuo sano una serie di sintomi (leggasi malattia) se assunta in dosi ponderali, è in grado di curare quegli stessi sintomi se assunta in dosi diluite dall’individuo ammalato. Ad esempio se il vegetale Arnica montana causa travasi sanguigni nei tessuti sottocutanei, Arnica montana diluita aiuta a curare questi sintomi. Se il veleno dell’ape provoca irritazioni di tipo infiammatorio della pelle, Apis diluito è il rimedio adatto per vincere queste manifestazioni.

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.comSi deve al medico tedesco Samuel Hahnemann (1755-1843), considerato il padre dell’omeopatia, la riscoperta di tale principio e la messa a punto della tecnica di preparazione dei rimedi omeopatici, tuttora adottata, consistente essenzialmente nella diluizione della sostanza di origine, eventualmente pre-elaborata, in soluzione idroalcolica e nella dinamizzazione ad ogni passaggio. Tra le tante sostanze esistenti in natura diventa importantissimo, al fine di ottenere l’effetto curativo desiderato, scegliere quella più adatta alla situazione del malato. Per quest’attività le osservazioni e gli studi di Hahnemann sono stati fondamentali ed hanno decretato, con la citata preparazione dei rimedi, la nascita della medicina omeopatica.

Il rimedio omeopatico deve essere scelto sulla base della somiglianza dei sintomi, sia fisici che psicologici che esso stesso è in grado di sviluppare, con quelli presenti nella persona ammalata. Tanto più alta è questa similitudine, tanto maggiore sarà l’azione terapeutica. Il rimedio omeopatico perfettamente simile al paziente è chiamato simillimum ed è quello teorizzato e privilegiato da Hahnemann. Tale rimedio è molto personalizzato, è <<l’abito su misura>> e per questo può essere prescritto alle alte ed altissime diluizioni. La sua azione terapeutica è sistemica, profonda e veloce.

La medicina tradizionale invece si basa sul principio completamente opposto, adoperando farmaci che hanno un’azione contrapposta al sintomo allo scopo di eliminarlo o attenuarlo. Per questo è denominata anche “medicina allopatica” o “allopatia” (il termine fu coniato proprio da Hahnemann), dalle parole greche allos = diverso e pàthos = malattia, cioè malattia del diverso, del contrario. E’ quindi una medicina che identifica la malattia nei sintomi della malattia stessa e l’obiettivo dei sistemi di cura è di sopprimere la sintomatologia in atto.

Importanza delle costituzioni

Come abbiamo detto, l’approccio terapeutico della medicina omeopatica, rispetto a quella allopatica, è completamente differente: non si considera la malattia, ma si considera il malato. Non bastano i soli sintomi del paziente, ma occorre tenere conto di tutte le altre peculiarità che rendono il soggetto unico rispetto a tutti gli altri affetti dalla stessa malattia. Sarà il medico omeopata a cercare nella storia del paziente e nelle sue manifestazioni somatiche e psichiche, il rimedio omeopatico più “simile” a lui, cioè il simillimum.

Cosicché ogni rimedio omeopatico ha i suoi sintomi fisici e psicologici, simili a quelli posseduti da quel determinato paziente. L’essenza e la straordinaria originalità dell’omeopatia è che “ogni rimedio è una persona”, capace cioè di impersonificare il malato in tutte le sue manifestazioni. Ciascun rimedio ha i suoi tratti caratteristici distintivi: ad es. Aconitum napellus è il rimedio delle persone altamente reattive, le cui manifestazioni scoppiano all’improvviso come un temporale estivo, Actaea racemosa è la donna isterica, Agaricus muscaris è l’ubriaco, Allium sativum è l’ingordo, Arnica montana è lo sportivo, Baryta carbonica è lo scemo del villaggio, Carbo vegetabilis è la signora del ventaglio e così via. Quindi, in omeopatia non esiste un farmaco generale per una certa malattia, ma farmaci diversi per organismi diversi che ne sono affetti. Sempre a titolo di esempio, in omeopatia non esiste la cura per la gastrite del Sig. X, ma la cura del Sig. X con la sua gastrite sicuramente diversa da quella di un altro paziente che soffre della stessa patologia.

La malattia deve poter essere integrata nella storia complessiva dell’individuo e nelle sue caratteristiche biologiche. Bisogna tenere conto delle caratteristiche ereditarie, delle patologie passate, degli aspetti somatici, dei sintomi psichici, dei comportamenti, delle abitudini, dei sentimenti, delle relazioni, della reattività agli stimoli ambientali e quant’altro (processo di individualizzazione). La natura impone a ciascun individuo una sorta di “impronta” che ne caratterizza l’aspetto fisico, psicologico e comportamentale. Raggruppando gli individui in classi sulla base di caratteristiche omogenee, è possibile ottenere i cosiddetti “biotipi”, che sono il complesso dei caratteri morfologici, fisiologici e psicologici propri di ciascun uomo, risultanti dall’interazione del patrimonio genetico con le condizioni ambientali in cui egli vive e cresce e che lo rendono qualcosa di unico, un individuo diverso dagli altri.

Lo studio dei biotipi è antico di migliaia di anni, in quanto già a quei tempi si comprendeva che una certa tipologia di individui reagiva in un certo modo ad una particolare medicina. I primi studi furono condotti dagli orientali, in particolare in India con la medicina ayurveda e poi con quella buddista.

La medicina occidentale, che suole farsi nascere con Ippocrate, considera, con formulazioni apparentemente diverse e sempre più complete, delle biotipologie che si rifanno al concetto di “costituzione”, nella quale le componenti morfologiche, fisiologiche (metaboliche-funzionali) e psicologiche si influenzano e si coordinano reciprocamente.

 

Il modello costituzionale di Ippocrate: approccio umorale

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.comFu proprio Ippocrate nel V secolo a.c. l’autore di un’analisi biologico-costituzionale che, rifacendosi al pensiero delle scuole medico-filosofiche nate in Magna Grecia un secolo prima di lui e soprattutto a quello di Empedocle di Agrigento (492-432 a.c.), estese la dottrina dei quattro elementi fondamentali (Aria, Fuoco, Terra e Acqua) alla  natura umana introducendo la teoria dei quattro umori, secondo cui quattro umori base (flegma, sangue, bile nera e bile gialla) governano il corpo umano determinandone lo stato di salute o di malattia. La predominanza di un umore sugli altri, che egli poi legò alle strutture anatomiche degli organi ed alle loro funzionalità, determinava la configurazione di quattro tipi psicosomatici fondamentali (flegmatico, sanguigno, melanconico e collerico). Autori successivi ed in particolare Galeno (129-199 d.c.) codificarono ulteriormente questa suddivisione senza però modificarne i principi. Bisogna arrivare a tempi molto più moderni, intorno alla metà del XIX secolo, per veder formulare con diversi contributi la classificazione dei temperamenti (comprensivi della fisicità) tuttora adottata:

■ Temperamento linfatico, che sostituisce il flegmatico: si riferisce ad un individuo corpulento, tendente all’obeso, beato, calmo, lento, pigro in cui prevale la funzione nutrizione.

■ Temperamento sanguigno: si riferisce ad un individuo normale, rubicondo, allegro, attivo e mobile, tendenzialmente instabile in cui prevale la funzione riproduzione.

■ Temperamento nervoso, che sostituisce il melanconico: si riferisce ad un individuo magro, debole, pallido, triste, avaro, con frequenti inibizioni in cui prevale la funzione recettività.

■ Temperamento bilioso, che sostituisce il collerico: si riferisce ad un individuo di bel colore, non equilibrato, irascibile, permaloso, forte, con tendenza all’eccitazione in cui prevale la funzione reattività.

Il modello di Vannier: approccio psico-somatico

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.comSolo in tempi ancora più recenti e precisamente nella seconda metà del secolo scorso, proprio quando la medicina omeopatica viveva un momento di declino sia in Europa che negli Stati Uniti d’America, si avverte l’esigenza di procedere verso un’analisi costituzionale che, partendo sempre dalle caratteristiche morfologiche, fisiologiche e psicologiche, potesse meglio identificare il terreno dell’individuo su cui la malattia ha possibilità di insediarsi, cioè la tendenza potenziale di un individuo a contrarre determinate malattie, la sua predisposizione patologica. La classificazione delle costituzioni più accettata, tuttora vigente, si deve alla scuola omeopatica francese e precisamente al medico Antoine Nebel (1870-1954), alla relativa elaborazione del suo allievo Léon Vannier (1880-1963) ed al più recente contributo del dott. Henri Bernard. Essa prevede l’esistenza di quattro costituzioni che trovano riscontro in altrettanti rimedi omeopatici capostipiti.

■ COSTITUZIONE CARBONICA: corrisponde al brachitipo, cioè ad un soggetto che ha gli arti più corti rispetto al tronco, mani tozze e grosse, viso tondo, denti quadrati, rigidità muscolare, tendenza a svilupparsi più in larghezza che in altezza, a trattenere liquidi, all’obesità. E’ ordinato, tenace, lento, freddoloso, goloso, ama mangiare. Le predisposizioni morbose da bambino sono le malattie infiammatorie della pelle (eczema, prurito, orticaria), dell’apparato respiratorio (laringite, tracheite, bronchite), dell’apparato gastroenterico (enterite, gastroenterite), dell’apparato urogenitale (cistite, uretrite, prostatite, vaginite, vulvite) e di quelle a carico dell’occhio (congiuntivite, blefarite). Nell’età matura le predisposizioni sono le malattie reumatiche (artrite, artrosi) e quelle degenerative verso la sclerosi (arteriosclerosi, aterosclerosi, sclerosi a carico del fegato, pancreas, rene, cuore, encefalo). Può soffrire di tromboflebiti, alterazioni del ricambio con ipercolesterolemia, diabete, obesità. Si associa al temperamento linfatico. I rimedi omeopatici più adatti sono quelli contenenti carbonio. Il rimedio capostipite è Calcarea carbonica. Gli atri principali sono Magnesia carbonica, Kalium carbonicum, Ammonium carbonicum, Baryta carbonica, Natrum carbonicum, Carbo animalis, Carbo vegetabilis, Graphites.

■ COSTITUZIONE SULFURICA: corrisponde al normotipo, cioè ad un soggetto con corporatura armoniosa, altezza e peso medi, muscolatura ben sviluppata e tonica, mani e dita ben proporzionate. Ha una buona resistenza allo sforzo, è dinamico, attivo, sportivo, creativo, socievole, ma a volte instabile e volubile. Manifesta tendenza all’autointossicazione per accumulo di tossine. In genere gode di buona salute anche se le patologie cui va incontro sono quelle a carico del sistema cardiocircolatorio e respiratorio e problemi di pelle (dermatiti, dermatosi, orticaria, punti neri, acne, pustole, ecc), in quanto elimina attraverso la cute le tossine che i suoi organi emuntori non riescono a smaltire. Si associa al temperamento sanguigno. I rimedi omeopatici più adatti sono quelli contenenti zolfo. Il rimedio capostipite è Sulphur. Gli altri principali sono Calcarea sulfurica, Magnesia sulfurica, Natrum sulphuricum, Kalium sulphuricum, Hepar sulphur, Petroleum, Psorinum. Diversi autori preferiscono rappresentare questa costituzione con due biotipi: il “sulfurico grasso”, la cui costituzione pur rimanendo prevalentemente sulfurica si avvicina a quella carbonica e il “sulfurico magro” (o “muriatico”) che si avvicina a quella fosforica. In tal caso la costituzione qui descritta si riferisce al biotipo “sulfurico neutro”.

■ COSTITUZIONE FOSFORICA: corrisponde al longitipo, cioè ad un soggetto snello, alto, slanciato, elegante, con arti lunghi e muscolatura ipotrofica, torace esile, viso triangolare e allungato, colorito pallido. E’ freddoloso, manca di vigore, si stanca facilmente, ma recupera velocemente le energie perché si sa risparmiare. Soffre di pressione arteriosa bassa che si innalza solo a causa dell’emotività E’ un intellettuale, ipersensibile, emotivo, idealista, che ci tiene all’estetica, malinconico, depresso, preoccupato della sua salute. Le predisposizioni morbose sono distonia neurovegetativa, malattie del sistema nervoso, problemi a carico dell’apparato respiratorio per l’insufficienza toracica (faringite, bronchite, asma, pertosse, ecc.), malattie reumatiche, scoliosi, piedi piatti, atonia gastrica e intestinale con conseguenti disturbi gastroenterici, colite, stitichezza. Si associa al temperamento nervoso. I rimedi omeopatici più adatti sono quelli contenenti fosforo. Il rimedio capostipite è Calcarea phosphorica. Gli altri principali sono Kalium phosphoricum, Magnesia fosforica, Natrum phosphoricum, Phosphorus, Chamomilla, Pulsatilla.

■ COSTITUZIONE FLUORICA: corrisponde ad un soggetto con asimmetria pronunciata e irregolarità morfologica del fisico, magro, dita allungate e sottili, con scheletro decalcificato, ipotonia muscolare, fragilità e lassità dei legamenti. E’ paragonabile all’acrobata per la capacità di assumere posture particolari. E’ molto intelligente ma instabile, reagisce in modo imprevedibile ed estemporaneo, è cioè il classico genialoide. Le predisposizioni morbose sono instabilità psichica tendente alla paranoia, scoliosi, sclerosi, osteoporosi, carie dentali, problemi a carico delle articolazioni (distorsioni, lussazioni), lombalgie, ptosi di stomaco, rene e utero, ernie congenite, varici, emorroidi. I rimedi omeopatici più adatti sono quelli contenenti fluoro. Il rimedio capostipite è Calcarea fluorica. Gli altri principali sono Fluoricum acidum, Mercurius solubilis, Argentum nitricum, Aurum metallicum. Diversi autori non annoverano questa costituzione tra quelle di base (si limitano a considerare solo le prime tre), in quanto sarebbe un’espressione patologica derivante dalla costituzione fosforica, corrispondente cioè al longitipo maggiormente astenico.

Ogni costituzione presenta, come abbiamo visto, un peculiare dinamismo psico-fisico per cui la individuazione di quella cui appartiene il paziente consente di prevedere e di prevenire la comparsa di patologie verso le quali esiste una sua predisposizione. Infatti a ciascuna costituzione corrispondono uno più organi o apparati più soggetti rispetto agli altri a sviluppare patologie o a non funzionare correttamente. Conoscendo questi organi o apparati e le loro disfunzioni è possibile praticare una terapia omeopatica (o qualunque altra) di prevenzione non generica ma mirata e quindi con maggiori possibilità di successo. Inoltre anche nel caso in cui ci si trova di fronte ad una diminuzione o ad una perdita dello stato di salute, la conoscenza della costituzione risulta indispensabile in quanto essa permetterà di adottare un intervento terapeutico sicuramente più mirato. Ciò avverrà, lo ripetiamo, con la individuazione del rimedio omeopatico più “simile” al paziente.

E’ evidente però che la suddetta classificazione del biotipo umano nelle quattro costituzioni è solo schematica. Nella realtà difficilmente un individuo si identifica completamente con una sola costituzione: è più facile che egli abbia una costituzione mista a caratteristiche incrociate, connotata però sempre da una predominanza di una delle quattro costituzioni-base su tutte le altre.

Il modello di Pende: approccio endocrinologico

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.comAltri studi, dello stesso periodo e degli ani successivi, hanno proposto altre interessanti classificazioni che hanno ulteriormente ampliato e completato la materia. Si deve al medico endocrinologo italiano Nicola Pende (1880-1970) il merito di aver elaborato, riprendendo la dottrina costituzionalistica del suo maestro Giacinto Viola (1870-1943), un’analisi della costituzione in cui viene rintracciata la connessione tra le caratteristiche morfologie, fisiologhe e psicologiche e le funzioni endocrine degli organismi umani, gettando così le basi per l’introduzione dell’endocrinologia costituzionale. In altri termini viene osservato come il funzionamento delle ghiandole endocrine può agire sull’aspetto fisico e sulla disposizione psicologica del singolo individuo. Secondo Pende la costituzione è la risultante morfologica, fisiologica e psicologica, variabile da individuo a individuo, delle proprietà di tutti gli elementi cellulari ed umorali del corpo e delle loro combinazioni, determinata dalle leggi dell’ereditarietà ed accessoriamente dalle azioni perturbatrici esercitate dall’ambiente. Sono evidenti in tale tesi, come egli stesso sosterrà pubblicamente, i legami tra la moderna medicina clinica veramente ippocratica, la “medicina del malato più che della malattia” e la medicina omeopatica di Hahnemann tesa alla continua ricerca della “individualizzazione” del malato, attraverso lo studio delle sue caratteristiche psico-somatiche e delle predisposizioni patologiche, finalizzata alla scelta della terapia singola e personalizzata a lui corrispondente, secondo la Legge di Similitudine.

Le ghiandole endocrine maggiormente interessate sono la tiroide,  la midollare del surrene e la corticale del surrene che compongono la ghiandola surrenale o surrene, nonché le ghiandole sessuali (gonadi) ovaie e testicoli. Le ghiandole endocrine sono ghiandole a secrezione interna, cioè quelle il cui prodotto, che sono gli ormoni, viene direttamente immesso nel sangue.

La tiroide produce gli ormoni (al 90% la tiroxina o T4 ed al 10% la triiodotironina o T3) che agiscono sul metabolismo cellulare e sui relativi processi di accrescimento, per cui una sua eccessiva attività (ipertiroidismo) o una sua ridotta attività (ipotiroidismo) comportano rispettivamente un aumento o un rallentamento del metabolismo basale, cioè del consumo energetico dell’organismo a riposo e dell’attività metabolica dei tessuti, cioè della velocità di utilizzazione delle sostanze energetiche come ad es. i grassi.

Il surrene produce, in risposta a situazioni di stress, gli ormoni che migliorano la reattività dell’organismo preparandolo in tempi brevissimi a gestire l’emergenza, a fornirgli l’energia supplementare necessaria. La midollare del surrene, che è la ghiandola più interna, produce l’adrenalina che è l’ormone che interviene nei primissimi istanti e determina una vera e propria scarica di energia. La corticale del surrene, che è la ghiandola più esterna che avvolge la midollare, produce il cortisolo, che è l’ormone che interviene successivamente se la situazione stressante si prolunga e determina la resistenza allo stress.

Le ovaie producono estrogeni e progesterone che sono gli ormoni responsabili nella donna del ciclo mestruale, delle caratteristiche fisiche femminili, della distribuzione della peluria, dei caratteri sessuali secondari (lo sviluppo delle mammelle), del tono della voce, dell’attrazione verso il sesso maschile, ecc.

I testicoli producono gli androgeni che sono gli ormoni maschili che determinano lo sviluppo degli organi sessuali e delle masse muscolari, la struttura delle ossa, la distribuzione dei peli, l’attrazione verso il sesso femminile, ecc.

Il modello costituzionale elaborato dall’endocrinologo italiano si sintetizza graficamente tramite la costruzione di una piramide triangolare, denominata “Piramide del Pende”, la cui base racchiude il patrimonio genetico e le tre facce rappresentano:

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.com1) la faccia morfologica che evidenzia appunto la forma e la struttura della costituzione, cioè che identifica la costituzione fisica. Rappresenta ciò che si è fisicamente;

 2) la faccia dinamica-umorale che comprende il temperamento, cioè l’indole, il modo di agire e di reagire agli stimoli esterni, che è congenito, presente fin dalla nascita, non dipendendo dalle esperienze post-natali. Rappresenta ciò che si è in sé, dentro se stessi.

3) la faccia psicologica che costituisce il carattere, comprensivo dell’intelligenza, cioè quel modo unico di essere e di reagire dettato dall’impatto del temperamento con l’ambiente, sulla base delle singole esperienze di vita. Rappresenta ciò che si diviene, in seguito alla relazione con il mondo esterno. Due persone che alla nascita presentano lo stesso temperamento non avranno mai lo stesso carattere, perché esse sicuramente vivranno esperienze diverse in circostanze diverse.

La sintesi delle tre facce è il vertice della piramide, cioè la sintesi delle proprietà vitali dell’individuo, la sua resistenza all’ambiente (alle cause patogene), il suo rendimento dinamico complessivo. Ciò è proprio indicativo della costituzione.

In ogni costituzione è sempre possibile distinguere una fase “stenica” di difesa attiva ed una fase “astenica” di cedimento, ognuna delle quali si presenta con caratteristiche peculiari per ciascun biotipo.

La scuola di Pende descrive pertanto quattro quadri endocrini corrispondenti ad altrettante costituzioni:

■ Brevilineo astenico, caratterizzato da uno scarso funzionamento della tiroide (ipotiroidismo), della corticale del surrene (ipocorticosurrenismo) e delle ghiandole sessuali (ipogonadismo). Corrisponde al biotipo carbonico o al biotipo linfatico.

■ Brevilineo stenico, caratterizzato da un aumentato funzionamento della corticale del surrene (ipercoticosurrenismo). Corrisponde al biotipo sulfurico grasso o al biotipo sanguigno.

■ Longilineo astenico, caratterizzato da un aumentato funzionamento della tiroide (ipertiroidismo) e della midollare del surrene (ipermedullosurrenismo), ma da uno scarso funzionamento della corticale del surrene (ipocorticosurrenismo). Corrisponde al biotipo fosforico o al biotipo nervoso.

■ Longilineo stenico, caratterizzato da un aumentato funzionamento sia della midollare che della corticale del surrene (ipersurrenismo). Corrisponde al biotipo sulfurico magro (muriatico) o al biotipo bilioso, anche se quest’ultima corrispondenza è un po’ forzata, è solo didattica, in quanto il biotipo bilioso può associarsi a qualsiasi costituzione.

Il modello di Martiny: approccio embriologico

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.comSuccessivamente il medico francese Marcel Martiny (1897-1982), il più brillante dei discepoli di Pende, introduce un’analisi costituzionale di tipo embriogenetico che cerca di dare una risposta sulle origini dei segni morfologici, fisiologici, neuroendocrini, psicologici che caratterizzano il biotipo. Secondo Martiny la costituzione di ciascun individuo dipende dallo sviluppo del disco germinativo e quindi dei foglietti embrionali che daranno origine, differenziandosi, a tutte le strutture dell’essere umano. Nelle prime tre settimane di gestazione, in seguito al processo di gastrulazione, si sviluppa il disco germinativo composto da tre strati sovrapposti di cellule, i foglietti embrionali, da cui avranno origine i diversi organi e apparati.

Il primo foglietto, quello più profondo, è l’endoblasto da cui si originano bocca, esofago, stomaco, intestino tenue, intestino crasso, retto, ano, fegato, pancreas, timo, prostata, epitelio dei bronchi, mucose degli organi interni, ecc.

Il secondo foglietto embrionale, quello in posizione centrale, è il mesoblasto da cui si originano cuore, vasi sanguigni, muscoli, polmoni, corticale del surrene, ipofisi anteriore, scheletro, ovaie, testicoli, elementi corpuscolati sia del sangue (globuli bianchi, globuli rossi e piastrine) che della linfa (linfociti), ecc.

Il terzo e ultimo foglietto, quello più esterno, è l’ectoblasto da cui si originano pelle, cervello, nervi, midollare del surrene, ipofisi posteriore, retina, ecc.

La predominanza nello sviluppo di un foglietto embrionale sugli altri determina un’esuberanza dei rispettivi organi di appartenenza e di conseguenza l’origine di tre costituzioni, cui si aggiunge una quarta quando i tre foglietti si trovano in una situazione di perfetto equilibrio. Più precisamente le costituzioni umane secondo Martiny risultano essere:

■ Endoblastica, nella quale prevale il foglietto endoblasto. Corrisponde al brevilineo astenico o al carbonico o al linfatico.

■ Mesoblastica, nella quale prevale il foglietto mesoblasto. Corrisponde al brevilineo stenico o al sulfurico grasso o al sanguigno.

■ Ectoblastica, nella quale prevale il foglietto ectoblasto. Corrisponde al longilineo astenico o al fosforico o al nervoso.

■ Cordoblastica, nella quale si ha l’equilibrio in quantità dei tre foglietti embrionali. Corrisponde al longilineo stenico o al sulfurico magro (muriatico) o al bilioso. Quest’ultima corrispondenza, lo ripetiamo, è un po’ forzata in quanto il biotipo bilioso può associarsi a qualsiasi costituzione.

Conclusioni

I modelli costituzionali esposti a mano a mano che si sono succeduti nel tempo sono diventati sempre più ricchi e completi. Si parte dal modello risalente a Ippocrate basato sulla teoria dei quattro umori (approccio umorale), si passa per il modello attribuibile a Vannier basato sull’analisi dei caratteri fisici e psichici (approccio psico-somatico), si passa ancora per il modello di Pende basato sull’analisi delle funzioni endocrine (approccio endocrinologico), si giunge infine al modello di Martiny basato su un’analisi di tipo embriogenetico (approccio embriologico).

Tali modelli, anche se partono da considerazioni ed approcci diversi (o apparentemente diversi), anche se sono il risultato di studi e di autori diversi in periodi diversi, anche se hanno contenuti scientifici diversi, anche se possiedono complessità diverse, presentano tutti delle evidenti similitudini e convergenze che non fanno altro che confermare la validità dei metodi adottati.

Le corrispondenze tra i diversi modelli costituzionali trattati sono riportate nello schema qui allegato.

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.comIn conclusione la costituzione umana, qualunque sia l’approccio con cui viene individuata, deve intendersi l’insieme dei caratteri morfologici, fisiologici (metabolici-funzionali) e psicologici di un individuo in grado di influenzare la sua reattività. Tali caratteri, legati prevalentemente all’ereditarietà e poco condizionati dall’ambiente, rendono gli individui tutti diversi tra di loro, soprattutto nell’aspetto esteriore.

Lo studio delle costituzioni umane assume un notevole interesse clinico, in particolare nella medicina omeopatica, perché consente di ricavare informazioni indispensabili sulle caratteristiche del paziente e sulle sue predisposizioni patologiche (il cosiddetto terreno), al fine di prescrivere il rimedio più adatto, il rimedio più “simile” a lui (al limite il simillimum). Ciò permetterà di attuare sia una terapia nei confronti delle malattie in atto, rimuovendone le cause profonde, sia una a carattere preventivo particolarmente mirata nei confronti delle predisposizioni morbose. Il concetto base, di ispirazione ippocratica e hahnemanniana, è che l’omeopatia è la medicina del malato più che della malattia.

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.com

Carbo vegetabilis

DESCRIZIONE

Il rimedio omeopatico Carbo vegetabilis trae origine, come d’altronde indica il suo nome latino, dal carbone Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.comvegetale. Quest’ultimo, detto anche carbone artificiale o carbone di legna o ancora carbonella, è un combustibile prodotto dal processo di carbonizzazione della legna, che si determina facendo bruciare la stessa in presenza di poco ossigeno, in modo da sottrarre gradualmente le quantità di ossigeno, azoto e idrogeno ed ottenere il conseguente aumento del tenore di carbonio. Il risultato dà luogo ad sostanza che ha le caratteristiche richieste ad un combustibile, cioè che ha la proprietà di bruciare con una reazione fortemente esotermica. Il carbone vegetale a temperatura ambiente si presenta come una polvere inodore, di colore nero, insolubile nei solventi più comuni.

Il carbone fossile invece proviene dalla carbonizzazione spontanea, protratta nel tempo (fino a diversi milioni di anni), di resti vegetali sottratti all’azione ossidante dell’aria da una copertura d’acqua e/o di sedimenti impermeabili.

Il rimedio omeopatico Carbo vegetabilis si ottiene dalla triturazione con lattosio del carbone vegetale e dalle successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.

Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti”.

CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO

Carbo vegetabilis è uno dei principali policresti dell’omeopatia, la cui azione è lunga e profonda. La sua diatesi è marcatamente psorica, essendo anche uno dei principali rimedi omeopatici della psora. La costituzione è carbonica, con una componente leggermente sulfurica. E’ il rimedio fratello gemello di Carbo animalis, avendo un quadro clinico analogo.

E’ il rimedio dei soggetti che non riescono ad eliminare con efficacia l’anidride carbonica che l’organismo stesso produce con il metabolismo. In senso figurativo l’organismo è assimilabile ad una fabbrica siderurgica, i cui reparti sono costituiti dalle cellule, ove negli altiforni si produce una combustione che utilizza l’ossigeno (O2) come comburente e le sostanze organiche nutrienti (zuccheri, proteine, grassi, ecc.) come combustibili, entrambi trasportati dal sangue. Durante la combustione l’ossigeno si lega con il carbonio, presente nelle sostanze organiche, generando anidride carbonica (CO2), che deve essere eliminata in quanto tossica per l’organismo. Se ciò non avviene la fabbrica di cui in precedenza si riempie di fumo e diventa impossibile lavorarvi, per cui i reparti (le cellule e quindi i vari organi ed apparati) non riescono a svolgere correttamente le loro funzioni. Carbo vegetabilis è proprio il rimedio degli organismi che hanno un difetto di eliminazione dell’anidride carbonica, cioè delle sostanze tossiche da loro stessi prodotti. Hanno un difetto nella cappa, nel tiraggio, per cui non riescono ad espellere i prodotti della combustione. Restano intossicati tutti gli organi e gli apparati più colpiti sono quelli respiratorio, circolatorio e gastrico. Ma anche il sistema nervoso centrale che è estremamente sensibile alla carenza d’aria e di ossigenazione.

I sintomi che il soggetto Carbo vegetabilis presenta sono quelli tipici dell’intossicazione dovuta ad un aumento di CO2 nel sangue: confusione mentale, vertigini, disturbi visivi, debolezza organica, scarsa vitalità, cute e labbra cianotiche per la deficienza della circolazione periferica, aspetto cadaverico, vene turgide, gonfie, violacee e pulsanti. Il soggetto diventa abulico, indifferente a tutto, sia al piacere che al dispiacere (come Sepia), timido, irrisoluto, inerte, pigro; ha una lenta capacità di pensare ed una memoria debole; ha l’alito fetido; ha ansia ed angoscia (come Arsenicum, senza però l’agitazione); ha grande desiderio d’aria per cui ha bisogno di essere ventilato; ha freddo e si raffredda facilmente (anche la sudorazione è fredda); ha tosse con sensazione di bruciore al petto; soffre di vene varicose, di emorroidi, di epistassi frequenti; ha digestione lenta e soffre di flatulenza bruciante; ha prurito e geloni. Tutte le sensazioni sono con bruciore interno (torace, addome, ano, ecc.) e freddo esterno. Il soggetto in genere è miope (a differenza di Carbo animalis ove in genere è ipermetrope).

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.comCarbo vegetabilis è classicamente il rimedio dei problemi dovuti ad una circolazione lenta (stasi venose, vene varicose, emorroidi, ecc.), dei problemi gastrici con forte flatulenza, dei problemi respiratori affetti da dispnea ed asma (per questi si rivela uno dei migliori rimedi), della pelle afflitta da ulcere e foruncoli, delle emorragie a livello delle mucose, delle condizioni settiche soprattutto dopo interventi chirurgici. Ma è anche il rimedio delle astenie, degli stati gravi e delle ultime fasi di una malattia, delle agonie. E’ altresì utile in tutti i casi in cui c’è mancanza di risposta ai farmaci, ove cioè vi è mancanza di reazione dell’organismo ed in tutti gli stati cianotici dovuti a scarsa ossigenazione del sangue (eccesso di CO2). Come pure è il rimedio indicato a coloro, giovani o anziani, non completamente guariti dagli effetti debilitanti di una precedente malattia o di un vecchio trauma.

I sintomi peggiorano con aria umida e calda, dopo i pasti (specie con l’ingestione di latte, cibi grassi ed alcool), la sera e di notte. Peggiorano anche a tutto ciò che costituisce uno stimolo giacché il soggetto non riesce a reagire.

I sintomi migliorano con la ventilazione e l’aria fresca. Quelli gastrici migliorano temporaneamente con l’eruttazione.

Carbo vegetabilis è configurabile come “la signora del ventaglio”.

I principali sinergici (complementari) sono China, Drosera, Kali carbonicum, Phosphorus.

In genere, Carbo vegetabilis viene preferito a Carbo animalis in caso di sintomi circolatori; invece si preferisce Carbo animalis in caso di tumefazioni ghiandolari con indurimento. 

USO DEL RIMEDIO

Il rimedio omeopatico Carbo vegetabilis si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio stesso.

1) SISTEMA CIRCOLATORIO. Ecchimosi frequenti. Emorragie delle mucose (naso, gengive, ecc.). Tachicardia e bassa pressione arteriosa. Vene varicose con tendenza all’ulcerazione.

2) APP. GASTROENTERICO. Ulcera gastrica. Atonia gastrica con stasi epato-portale e sensibilità del fegato alla palpazione. Dispepsia talora sccompagnata da palpitazione cardiaca. Flatulenza acida e purida. Stitichezza o diarrea con feci fetide e sensazione di bruciore. Emorroidi.

3) APP. RESPIRATORIO. Raffreddore con muco ai bronchi difficile da espellere. Dispnea che si aggrava al minimo movimento, asma, tosse, pertosse. Tali affezioni solitamente si accompagnano ai disturbi gastrici e viceversa. Raucedine cronica. L’espettorato in genere è giallognolo, purulento e maleodorante.

4) SISTEMA MUSCOLARE. Atonia e debolezza muscolare. Crampi muscolari alle gambe durante il cammino.

5) SISTEMA NERVOSO. Ansia e agitazione. Contrazioni nervose e sussulti durante il sonno.

6) TESTA. Cefalea occipitale con sensazione di dilatazione interna ed epistassi. Testa calda e cuoio capelluto freddo. Otite. Parodontite. Afte.

7) PELLE. Bruciore della pelle. Ulcere cutanee. Prurito. Geloni. Foruncoli.   

8) APP. GENITALE FEMMINILE. Metrorragia. Sensazione di pressione al basso ventre. Debolezza durante l’allattamento. Preparazione al parto. Emorragia al momento del parto. Menopausa.

9) APP. GENITALE MASCHILE. Borse scrotali eccessivamente pendenti. Genitali esterni freddi e sudati.

DOSI

In tutti casi diluizione 5CH, 3 granuli 2 – 3 volte al dì.

Nel caso dei disturbi gastroenterici si possono aggiungere 30 gocce di Maggiorana TM dopo i pasti principali.

(*) V. Note esplicative

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.com

Controlliamo l’ipertensione

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.comL’ipertensione arteriosa è un aumento a carattere stabile della pressione arteriosa del sangue con rialzo dei valori sia della pressione massima che di quella minima. Per pressione arteriosa massima si intende la pressione sistolica, cioè quella che si verifica durante la sistole cardiaca (fase di contrazione del cuore), mentre per pressione arteriosa minima si intende la pressione diastolica, cioè quella che si verifica durante la diastole cardiaca (fase di rilassamento del cuore).

L’ipertensione può diventare la principale responsabile di danni a diversi organi vitali, quali cuore, cervello, rene, vasi arteriosi, retina, ecc., tali da ridurre sensibilmente le aspettative di vita delle persone afflitte.

La cura dell’ipertensione costituisce di per sé anche una buona prevenzione nei confronti dell’arteriosclerosi. Per arteriosclerosi si intende l’indurimento (sclerosi) delle pareti delle arterie che solitamente compare con il progredire dell’età. Tale indurimento è dovuto all’accumulo di tessuto connettivale fibroso in sostituzione di quello elastico.

I rimedi della nonna qui riportati combattono in modo naturale, quindi, sia l’ipertensione che l’arteriosclerosi.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

 

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Aglio: macerare 120 g di aglio secco e pestato in 100 ml di alcool a 95° per 10 gg., quindi filtrare comprimendo la parte solida. Assumere il preparato alla dose di 25 gocce in 2 – 3 dita di acqua per 2 mesi. Dopo un periodo di pausa di 2 – 3 settimane, si può ripetere la cura. Le proprietà terapeutiche sono diverse e tutte benefiche per l’apparato circolatorio, quali la riduzione della pressione arteriosa, la riduzione dell’aggregazione piastrinica nel sangue, l’abbassamento del colesterolo, l’azione anti-infettiva. L’effetto è assicurato. Per togliere il cattivo odore che viene procurato all’alito, basta masticare un po’ di semi di anice o di prezzemolo.

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.com

◊ Agrimonia: prepararne un decotto con 5 g di foglie e di cime fiorite, entrambe sminuzzate, in 200 ml di acqua, bollire 10 – 15 min, filtrare spremendo bene il residuo, dolcificare. Assumerne 2 – 3 tazze al dì. Ha azione diuretica, decongestionante, tonica.

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.com

◊ Asparagi: preparare il decotto con 60 g di asparagi freschi triturati in 1 litro di acqua, bollire 30 min, filtrare comprimendo la parte solida. Assumere alla dose di 2 – 3 bicchierini al dì, lontano dai pasti. Ha proprietà cardiotonica, ipotensiva, diuretica, antinfiammatoria. Il rimedio non è indicato qualora siano presenti disturbi che possono aggravarsi con l’aumento di acidi urici.

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Biancospino: prepararne l’infuso dei fiori nella quantità di 1 cucchiaino da caffè in 1 tazza di acqua bollente; lasciare in infusione per 10 min; filtrare comprimendo la parte solida; dolcificare. Bere alla dose di un bicchiere 2 – 3 volte al dì. Esercita un’azione ipotensiva, cardiotonica, antispastica, sedativa. Se si desidera ottenere una maggiore azione ipotensiva assumere la Tintura Madre, che risulta essere più attiva.

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.com

◊ Calamo aromatico: 15 gocce di Tintura Madre 3 volte al dì su una zolletta di zucchero o in acqua aromatizzata con finocchio, menta, anice o altro. Esplica azione ipotensiva, anticonvulsivante.

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.com

◊ Lattuga: in tutti i suoi consumi risulta essere ipotensiva.

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Limone: sia come cura che come prevenzione. Assumere a piccole dosi per ogni somministrazione 150 – 200 g di succo di limone maturo al dì, indifferentemente prima, durante e dopo i pasti. Oppure succo di 2 – 3 limoni ogni giorno, per 10 giorni consecutivi, alternati con altrettanti giorni di riposo. E’ efficacissimo. Questo rimedio è utile perché rende la circolazione del sangue più attiva, abbassa la pressione sanguigna, riduce i grassi, aumenta la peristalsi intestinale, aumenta la secrezione biliare e la produzione di urina, riduce le palpitazioni a carattere nervoso.

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.com

◊ Tiglio: la Tintura Madre di tale pianta, così come l’idrolato di tintura, è utile perché aiuta a rendere il sangue più fluido, previene la stasi nei vasi e l’aderenza del colesterolo alle pareti dei vasi sanguigni, combatte la pletora.

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.com

◊ Tormentilla (o Potentilla Tormentilla): prepararne il decotto con 3 – 4 g di rizoma triturato in 200 ml di acqua, bollire 20 – 25 min, filtrare comprimendo bene il residuo, dolcificare a piacere. Bere alla dose di 1 – 2 tazze al dì per 4 – 5 giorni. Ripetere la cura dopo qualche giorno di riposo. Si può usare anche la Tintura Madre. Agisce esplicando un’azione decongestionante, emostatica astringente, antispastica, di protezione delle pareti dei vasi sanguigni.

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.com

◊ Vischio: assumerne 1 g al dì in polvere. Abbassa la pressione sanguigna, fortifica il cuore. Va bene anche il decotto di giovani rami e foglie (15 – 30 g in 200 ml d’acqua), da prenderne 1 tazza 2 – 4 volte al dì. Nelle campagne si usava un vino di vischio che si preparava macerando per 10 giorni 40 g di foglie e giovani rami in 1 litro di vino bianco secco; se ne assumevano 130 ml al giorno in 2 – 3 volte.

◊ Altre piante utili allo scopo sono: Cardo santo, Centaurea minore, Cipolla, Iperico, Ippocastano, Lavanda, Luppolo, Maggiorana, Salice, Viola tricolore.

◊ Sono molto valide le tinture madri di diverse piante, tra cui le più efficaci e le più adoperate sono quelle di Aglio, di Biancospino, di Cardiaca, di Pervinca, di Rauwolfia, di Tiglio, di Ulivo, di Vischio.

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.com

Calendula

DESCRIZIONE

Il rimedio omeopatico Calendula si ottiene dalla Tintura Madre di foglie e fiori di Calendula officinalis e dalle successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.  

Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti”.

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.comCalendula officinalis è una pianta erbacea perenne, con varietà ornamentali annue, appartenente alla famiglia delle Composite. Selvatica, cresce qua e là nei campi e soprattutto nei luoghi erbosi di tutt’Italia, principalmente nelle regioni meridionali. Spesso adorna le tombe nei cimiteri, donde il nome popolare di Fiore dei morti o Erba dei morti. E’ nota volgarmente anche col nome di Calendola o Fiorrancio. Può essere coltivata nei giardini. Fiorisce quasi tutto l’anno (da aprile a ottobre). Presenta un fusto angoloso, striato, alto 20 – 50 cm, coperto di peluria; foglie, anch’esse pelose, lanceolate, acuminate, di colore verde chiaro; fiori simili a margherite, gialli o aranciati, odorosi, in capolini con disco centrale; frutti ad achenio ricurvo. Per le diverse proprietà terapeutiche la pianta è utilizzata in medicina naturale. E’ antisettica, antifungina e contiene ormoni e precursori della vitamina A I petali tonificano la pelle, ne curano le screpolature, le ustioni e gli eczemi. Inoltre con essi è possibile preparare lavaggi calmanti per gli occhi e un colorante giallo. I fiori del disco mostrano effetti che riducono lo sviluppo dei peli, utili nelle creme per il viso. Per uso interno cura dolori di stomaco, infiammazioni dei nodi linfatici e stimola il fegato, aiutando gli alcolisti a disintossicarsi. Le foglie si usano nelle insalate e i fiori per decorare piatti di riso e di pesce.

CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO

Calendula è un rimedio che agisce sul sistema linfatico e sugli organi emopoietici. Ha una particolare affinità per l’apparato genitale femminile. Ha proprietà antisettiche, antiflogistiche (antinfiammatorie) e cicatrizzanti: è un vulnerario della stessa famiglia di Arnica e di Bellis perennis. Però a differenzia di questi, per uso esterno, può essere applicato sulla cute lesa, sulle ferite lacerocontuse e sulle bruciature di qualsiasi parte del corpo, portando alla guarigione ed evitando la suppurazione.

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.comIl rimedio è utile anche nei casi di adenite tubercolare, mastopatia (noduli alle mammelle), ulcere, eruzioni erpetiche, indurimento delle ghiandole con tendenza alla suppurazione, ascessi tonsillari, difficoltà ad urinare degli anziani. Si rivela un rimedio prezioso in ostetricia e in odontoiatria.

Calendula è etichettato come l’antisettico dell’omeopatia.

Il soggetto Calendula è irritabile, depresso, nervoso, ha un udito molto acuto, si spaventa facilmente e l’atto del bere gli provoca brividi con pelle d’oca.

I sintomi peggiorano all’aria aperta, con il freddo, con l’umidità, con il tempo nuvoloso (i fiori della pianta si chiudono al passaggio di una nuvola scura). Migliorano con il riposo o, nel caso di malattia con febbre, se il soggetto passeggia.

I principali sinergici (complementari) di Calendula sono Hepar e Sulfuricum acidum. Nei casi di ferite con sensazione di dolore non sopportabile, è utile l’associazione con Hypericum o Chamomilla.

USO DEL RIMEDIO

Il rimedio omeopatico Calendula si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio stesso.

1) GHIANDOLE. Adenite tubercolare conseguente ad una febbre dovuta a malattia virale. Gonfiore e indurimento dei linfonodi di qualsiasi parte del corpo (sottomandibolari, ascellari, inguinali, ecc.), meglio se in associazione con Phytolacca.

2) PELLE. Eritema, eczema, tagli, bruciature, punture d’insetti, arrossamenti in generale, ferite infette, orticaria, calli, micosi, piaghe, fistole, herpes (in associazione con Rhus toxicodendron). Per maturare gli ascessi in via di formazione e portarli a definitiva guarigione (con applicazioni calde locali di Calendula).

3) OCCHI. Congiuntivite o blefarite, con sensazione di punzecchiamento e secchezza delle palpebre, come dovuta a esposizione a fumo.

4) BOCCA. Piccole vescicole agli angoli della bocca.

5) GOLA. Tonsillite con ghiandole sottomascellari gonfie e dolenti ad ogni movimento della testa.

6) DENTI. Nei casi di estrazioni dentarie con lacerazione delle gengive         

7) APP. GASTROENTERICO. Gastrite e ulcera gastroduodenale. Escoriazioni dell’esofago dovute ad ingestione di alimenti troppo duri o bruciature dovute a bevande e/o cibi eccessivamente caldi.

8) APP. GENITALE FEMMINILE. Infiammazione ed infezione uterina conseguenti a parto, compreso il taglio cesareo, ad aborto o a qualsiasi intervento chirurgico, con rigonfiamento delle ghiandole e tendenza alla suppurazione. Nel post-partum l’applicazione locale di una soluzione calda di Calendula, apporta sollievo alla partoriente. Ragadi al seno e noduli mammari.

9) APP. GENITALE MASCHILE. Nel post intervento chirurgico di fimosi (per prepuzio troppo stretto) o per qualsiasi altra ferita.

10) APP. RESPIRATORIO. Raffreddore che compare dopo aver preso freddo umido, con adenite tubercolare delle ghiandole sottomascellari o cervicali. Polmonite.

11) APP. URINARIO. Difficoltà urinarie negli anziani, con sensazione di lacerazione nell’uretra.

12) DOLORI. Reumatismo della colonna vertebrale. Dolori nevralgici e reumatici avvertiti solo durante il movimento (come Bryonia). Lombaggine. Dolori muscolari con sensazione di bruciore e lacerazione ai polpacci quando si è seduti. Cefalea che fa seguito ad un trauma (il rimedio attenua la sonnolenza per un trauma alla testa). Dolori all’addome o al basso ventre, avvertiti durante il movimento.

DOSI

□ Uso interno: per tutti i casi, diluizione 3CH, 3 granuli o 5 gocce da 3 a 6 volte al dì.

□ Uso esterno: per tutti i casi, pomata o soluzione da applicare sulla parte interessata 2 – 3 volte al dì.

(*) V. Note esplicative

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.com

Belladonna

DESCRIZIONE

Belladonna, il cui nome scientifico è Atropa belladonna, è una pianta erbacea perenne appartenente, come il pomodoro e la patata, alla famiglia delle Solanaceae. E’ caratterizzata da un grosso rizoma e da un fusto robusto, eretto e ramificato, sottilmente scanalato, che può raggiungere l’altezza di 150 cm ed oltre. Le foglie sono semplici, di Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.comforma ovale-lanceolata, alterne, con una più piccola dell’altra nella zona superiore. Come il fusto, esse sono ricoperte di una peluria responsabile dell’odore sgradevole emanato dalla pianta. I fiori, che compaiono nel periodo estivo, sono piccoli, caliciformi, poco attraenti, di colore porporino-violaceo. Il frutto è una bacca nera lucida, contornata da un calice a stella, delle dimensioni di un’amarena, dall’aspetto invitante e può essere confusa con i frutti del sottobosco come i mirtilli. La pianta cresce sporadica nelle zone montane e submontane dell’Europa centrale, Africa settentrionale ed Asia occidentale. In Italia la si può trovare nei boschi delle Alpi e degli Appennini. L’intera pianta è velenosa ed in modo particolare le sue bacche, nonostante abbiano un sapore dolciastro e gradevole. L’ingestione di solo alcune di esse può provocare la morte. I sintomi sono contenuti in una vecchia filastrocca inglese, che recita: “caldo come una lepre” (febbre), “cieco come un pipistrello” (dilatazione pupillare e inibizione dell’accomodazione), “secco come un osso” (blocco di salivazione e sudorazione), “rosso come una barbabietola” (congestione di volto e collo), “matto come una gallina” (allucinazioni, eccitazione). Proprio a questi effetti letali si deve il termine Atropa che compone il nome della pianta. Atropa infatti, era una figura della mitologia greca che aveva il compito di recidere il filo della vita. Il termine Belladonna, che è il nome comune dato alla pianta, invece deriverebbe dall’uso cosmetico che ne facevano le donne del Rinascimento, le quali la utilizzavano per migliorare il colorito del viso e per dilatare le pupille allo scopo di rendere lo sguardo più luminoso ed ammaliante.

La pianta contiene tre alcaloidi, che sono i suoi principi attivi, e precisamente: l’atropina, la iosciamina e la scopolamina. L’atropina agisce sul sistema nervoso parasimpatico ed espleta attività sedative ed anestetiche, ma è pericolosissima in quanto è proprio questa la sostanza mortale. Ancora oggi è usata nel campo dell’oculistica per dilatare le pupille onde osservare il fondo oculare. La iosciamina è uno stimolante del sistema nervoso centrale. La scopolamina è un depressivo del sistema nervoso centrale. Entrambe hanno capacità antispasmodiche. Alle opportune dosi, le parti della pianta (foglie, radici, semi) possono essere utilizzate nella cura di diverse malattie, come asma, nevralgie, cefalea, dolori reumatici e muscolari, spasmi e coliche gastrointestinali e biliari.

Il rimedio omeopatico Belladonna si ottiene dalle diluizioni, intervallate dalle dinamizzazioni, della Tintura Madre di tutta la pianta Atropa belladonna quando comincia a fiorire.

Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione “Approfondimenti”.

CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO

Belladonna è uno dei principali policresti dell’omeopatia. Il rimedio è adatto per tutti i problemi in cui c’è una forte stimolazione del sistema nervoso. Caldo, rossore e bruciore sono i tre grandi sintomi chiave che si manifestano costantemente nella patogenesi. Si tratta di malattie con congestione localizzata o generalizzata i cui sintomi compaiono in modo acuto, improvviso e violento, accompagnati dall’arrossamento (che è visibile solo nei casi di malattia delle parti esterne del corpo), da sensazione di calore, bruciore e dolore pulsante, da ipereccitabilità di tutti i sensi, spesso da febbre a volte accompagnata da delirio e allucinazione. Il soggetto non sopporta il minimo rumore o il minimo urto, non sopporta particolarmente la luce. Il rimedio è adatto anche per qualsiasi problema, esterno o interno al corpo, che si manifesta con tumefazione (gonfiore) rapida.

Il tipo Belladonna è estremamente influenzabile, è una persona gradevole, di compagnia, ma solo quando sta bene; al Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.comcontrario quando si ammala diventa violento e spesso delira: guai a dargli fastidio. Il più delle volte si tratta di donne e bambini con capelli chiari ed occhi azzurri, carnagione chiara, cute delicata, nervosi con tendenza alle convulsioni. Possiamo immaginare Belladonna proprio come una bella donna, formosa e piacente nell’aspetto ma estremamente sensibile, che scatta e si tinge di rosso se viene disturbata, facilmente influenzabile e stimolabile dal punto di vista emotivo.

Belladonna è particolarmente indicato per coloro che sono molto sensibili al freddo, che non sopportano di scoprirsi. Inoltre il rimedio non ha profondità di azione, cioè non penetra abbastanza profondamente nell’organismo e la sua azione dura qualche giorno. Il dolore di Belladonna si manifesta con fitte che vanno dall’alto verso il basso e compaiono dopo aver preso freddo alla testa (a differenza di Aconitum e Pulsatilla i cui disturbi cominciano dopo essersi bagnati i piedi e vanno dal basso verso l’alto ed anche di Rhus toxicodendron i cui malesseri compaiono dopo che il soggetto si è bagnato ed i dolori si localizzano sulle parti bagnate). Altra caratteristica di Belladonna è che il soggetto non può rimanere coricato sul fianco malato, sulla parte infiammata, al contrario di Bryonia che invece deve coricarsi sul lato dolente.

Belladonna è l’acuto di Calcarea carbonica, che è il suo sinergico, ma è anche l’antidoto di Lachesis. E’ un rimedio destro (cioè agisce meglio per i problemi che interessano la parte destra del corpo) ed ha costituzione carbonica.

Riepilogando i sintomi di Belladonna si aggravano al tatto, con il movimento, con il rumore, con la luce, con le correnti d’aria, stando sdraiati, di notte, scoprendosi il corpo, con il taglio dei capelli, con gli urti e le scosse (il soggetto non sopporta che gli si tocchi il letto su cui è sdraiato). Migliorano con il riposo, stando in posizione eretta, in una camera calda.

Uno degli usi più appropriati e più conosciuti di Belladonna è quello inerente alle affezioni dell’apparato respiratorio, tipiche dell’influenza con i suoi vari sintomi. Quindi come Aconitum, che è un altro grande policresto dell’omeopatia, è il rimedio delle situazioni acute, che scoppiano all’improvviso. E’ altresì il rimedio delle malattie esantematiche dei bambini, ove le eruzioni della pelle si allargano rapidamente.

USO DEL RIMEDIO

Il rimedio omeopatico Belladonna si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio stesso.

1) APP. RESPIRATORIO. Tendenza a raffreddarsi con facilità, specie se dopo aver tagliato i capelli o dopo aver lasciato la testa scoperta. Nei casi di raffreddore, rinite allergica, tosse, influenza, pneumopatie di origine batterica o virale con febbre che si manifesta improvvisamente e può raggiungere i 40°C. Nel raffreddore con interessamento oculare è utile l’associazione con Euphrasia; nella rinite allergica con Hydrastis, Kalium bichromicum e Sambucus; se la febbre è accompagnata da indolenzimento e dolore muscolare con Arnica; se la tosse è stizzosa e spasmodica con Drosera; se la tosse è accompagnata da nausea e vomito e abbondante salivazione con Cina o Coccus cacti o Ferrum phosphoricum o Ipecacuana; se la tosse è cronica ed è accompagnata da espettorazione con Solidago; se la tosse è secca ed insistente con Cuprum metallicum.

2) GOLA. Nei casi di gola molto arrossata e secca, angina di gola, tosse senza senso di costrizione, deglutizione difficile, dolore che si irradia verso le orecchie (più forte a dx). Se c’è gonfiore dell’ugola e senso di soffocamento è utile l’associazione con Apis; se c’è presenza di pus con Phytolacca o Mercurius.

3) ORECCHIE. Nei casi di otite sia interna che esterna, soprattutto dell’orecchio dx. Dolore alle parotidi (le grosse ghiandole salivari poste nel retrobocca, dietro la mandibola). Parotite.

4) OCCHI. Nei casi di congiuntivite con dilatazione pupillare.

5) MALATTIE ESANTEMATICHE. Nei casi di scarlattina, morbillo e rosolia.

6) APP. GENITALE. Nei casi di mestruazioni in anticipo o in ritardo, ipermenorrea con perdite ematiche di colore rosso chiaro (come Sabina), dismenorrea. Secchezza della vagina. Dolori all’ovaio dx, al sopraggiungere delle mestruazioni, che compaiono e scompaiono bruscamente. Vampate di calore della menopausa con rossore del viso e sudorazione. Mammelle gonfie, infiammate o dure.

7) SISTEMA NERVOSO. Nei casi di convulsioni infantili, epilessia, depressione, insonnia, delirio con ipereccitazione motoria e verbale accompagnato da allucinazioni, nevralgie atroci attenuate da pressione esterna, cefalea con sensazione che il sangue affluisca e pulsi dentro la testa e che migliora apponendovi una fascia stretta. Belladonna è un rimedio eccellente per le cefalee.

8) PELLE. Nei casi di eczema, erisipela, acne, ascessi, foruncoli, che insorgono con rapido gonfiore, bruciore, dolore battente, calore e rossore. Eritema solare, geloni.

9) APP. GASTRO-INTESTINALE. In  tutti  i  casi  di  sindromi  gastro-intestinali,  in  special  modo  gastrite  e  ulcera gastroduodenale, coliti con coliche accompagnate da stitichezza e gonfiore al ventre, senso di pienezza. Si può associare con Arsenicum album, Bryonia, Colocinthis, Magnesium phosphoricum ed altri.

10) DOLORI. Nei casi di dolori articolari causati da eccessiva esposizione al freddo umido, che peggiorano con il contatto e migliorano con il riposo. Dolori ai denti con gengive gonfie, rosse e sanguinanti, al lato dx.

DOSI

In tutti i casi diluizione 4CH, 3 granuli o 5 gocce da 3 a 6 volte al dì a seconda delle necessità.

(*) V. Note esplicative

Omeopatia e Costituzioni - image  on https://rimediomeopatici.com

  • « Pagina precedente
  • 1
  • …
  • 3
  • 4
  • 5
  • 6
  • 7
  • Pagina successiva »

Cerca

Alcuni suggerimenti:


CHI SONO

Rimedi Omeopatici | Affezioni - Rimedi | Tinture Madri | Piante e Salute | Rimedi della Nonna

Copyright © 2023 RimediOmeopatici.com. Note esplicative. Privacy e Cookie. Gestione iscrizione ai commenti
Protected by Copyscape Web Copyright Protection Software

Powered by: Web Station - realizzazione siti web