La cefalea, più conosciuta come “mal di testa”, è un disturbo doloroso abbastanza comune, che coinvolge la regione cranica. Il dolore può essere localizzato o diffuso a tutta la testa. Spesso si manifesta in un punto preciso, per poi irradiarsi ad altre zone. Ne esistono tantissime forme e può essere di vario tipo: pulsante, esplosivo, vago, martellante, penetrante, lancinante e così via.
La cefalea può comparire come patologia primaria o secondaria ad altro disturbo: infatti si è soliti operarne la distinzione tra “cefalea primaria” e “cefalea secondaria”.
La cefalea primaria è un disturbo autonomo, non legato ad altre patologie, che non sempre presenta cause scatenanti ben specifiche e facilmente identificabili, potendo, nella maggioranza dei casi, essere determinata dal concorso di più fattori (stress fisico ed emotivo, scorretto stile di vita, lavoro intellettuale, affaticamento degli occhi, posture sbagliate, variazioni ormonali, allergie o intolleranze alimentari, digiuno prolungato, eccessi di alcool, sbalzi climatici, inquinamento atmosferico, alterazioni del ritmo sonno-veglia, ecc.). Le forme più frequenti di cefalea primaria sono:
- cefalea tensiva (o muscolo-tensiva);
- emicrania;
- cefalea a grappolo.
La cefalea tensiva, che rappresenta la forma più comune e relativamente meno dolorosa di cefalea primaria, nasce da una tensione eccessiva dei muscoli del viso, della nuca, del collo o delle spalle, oppure dalla contrattura dei muscoli della masticazione dovuta al serramento dentale o bruxismo notturno, che causano un’attivazione dei recettori del dolore. Ha carattere gravativo e si accentua in relazione a stress, ansia, depressione, tensione psichica, posture abnormi prolungate, clima freddo-umido. Si manifesta con un dolore bilaterale, persistente, costrittivo, generalmente di intensità media o lieve (il cosiddetto “cerchio alla testa”), oppure localizzato nella regione occipitale o frontale, con attacchi che spesso iniziano in tarda mattinata o nel primo pomeriggio. Solitamente il movimento ne allevia i sintomi. Colpisce più frequentemente il sesso femminile.
L’emicrania, che rappresenta il secondo tipo più comune di cefalea primaria, è la sindrome dolorosa intensa e pulsante, martellante, che interessa un solo lato del capo, generalmente localizzata alle regioni temporale ed orbitale, caratterizzata da attacchi ricorrenti e accompagnata da malessere generale, nausea e vomito, possibili turbe visive (“aura visiva”, di tipo neurologico), generalmente aggravata dal movimento, da scosse, dalla luce e dal rumore. Si manifesta con episodi acuti e ciclici, di durata variabile. Si ipotizza un’origine neurovascolare, ovvero una reazione vasomotoria dei vasi sanguigni del cervello, per cui viene anche denominata “cefalea vasomotoria”. I principali fattori scatenanti sono: squilibri ormonali (emicrania mestruale), alcuni alimenti, condizioni ambientali, mancanza di sonno, alcool, ecc. È la forma che tende più facilmente a cronicizzare. Colpisce prevalentemente il sesso femminile. Spesso è inabilitante.
La cefalea a grappolo, che rappresenta la forma meno comune di cefalea primaria, si presenta con attacchi periodici unilaterali, molto dolorosi e ravvicinati (da qui il termine “grappolo”), con dolore lancinante e trafittivo, localizzato nella zona dell’occhio o dello zigomo e possibile irradiazione a tempia, naso, mandibola o mento, oppure talvolta con dolore a tutto il lato del capo. Spesso si riscontano irritazione della congiuntiva, lacrimazione, abbassamento della palpebra, rossore al viso. Rispetto all’emicrania non si accompagna quasi mai a nausea e vomito e non si associa mai all’aura visiva. I principali fattori scatenanti sono: stress, emozioni intense, alterazione dei normali ritmi circadiani, disturbi del ritmo sonno-veglia, alcool, alcuni farmaci, ecc. Colpisce più frequentemente il sesso maschile.
In una percentuale più bassa, troviamo la cefalea secondaria, che è per l’appunto secondaria a precise malattie sottostanti, oppure a condizioni patologiche o fisiologiche, quali, ad esempio, rinopatia ipertrofica, sinusite, nevralgie o nevriti craniche, faringite, otite, ipertensione arteriosa, malformazioni vascolari, ipossia, infezioni e infiammazioni, affezioni dentarie, febbre, traumi cranici, consumo o sospensione di alcolici, di caffeina, di alcuni tipi di farmaci, ecc.
Dal punto di vista omeopatico è invece più interessante conoscere il tipo di dolore, o meglio la sensazione provata dalla persona, la localizzazione precisa, i sintomi concomitanti, le modalità di aggravamento o di miglioramento, i riflessi psicologici, ecc. Ciò consente di individuare con maggiore precisione i rimedi omeopatici sintomatici, in grado di fronteggiare la fase acuta del disturbo. Inoltre, soprattutto in presenza di una cefalea cronica e recidivante, allo scopo di intraprendere una cura omeopatica di fondo per il superamento definitivo del disturbo, sarebbe opportuno avere molte più informazioni del paziente e delle sue caratteristiche psico-fisiche, con particolare riguardo alla tipologia del soggetto, al biotipo omeopatico, allo stile di vita, agli aspetti emotivi, al modo di essere e di vivere il disturbo, ecc., che consentono di individuare i rimedi omeopatici della costituzione e della diatesi, in grado di intervenire sul “terreno”, legato al patrimonio genetico e comportamentale.
L’integrazione delle due cure omeopatiche, quella sintomatica e quella di fondo, riesce in genere a pervenire alla risoluzione del problema o ad ottenere dei buoni risultati duraturi.
Occorre però dare il tempo necessario alla terapia di agire e di essere veramente efficace, senza avere alcuna fretta. Bisogna considerare che da quanti più anni si soffre di cefalea (ma anche di altre malattie), più tempo ci vorrà per guarire. Può darsi che all’inizio si verifichino degli alti e bassi, che le cefalee non si diradino, che dopo un periodo di sollievo dei sintomi si torni a soffrire, sebbene in maniera più blanda, che si entri in una fase di stallo, che ci siano ricadute, ecc.: occorrerà avere pazienza, sospendere ogni giudizio, non cedere al pensiero che «questa cura non fa al mio caso», altrimenti si corre il rischio, per una valutazione negativa ingiustificata, di abbandonare prematuramente una cura che invece faceva bene. In Omeopatia non c’è la legge del «tutto o niente»: i miglioramenti sono progressivi e quindi non si deve mai interrompere una cura per impazienza.
Ovviamente in tutto ciò diventa centrale ed imprescindibile la figura del medico omeopata, al quale bisognerà lasciare tutto il tempo che gli occorre per mettere in atto la strategia terapeutica a misura del caso in esame.
Nel seguito si riportano i principali rimedi omeopatici sintomatici che vengono più spesso prescritti nelle cefalee, con una breve descrizione delle relative sintomatologie di copertura. La diluizione solitamente adoperata è la «9CH», che essendo una diluizione medio-bassa, mantiene una prevalente attività sintomatica con un’attenzione anche al funzionale ed al sub-cronico. La posologia di riferimento è 3-5 granuli pro-dose, 2-3 volte al dì (durante gli attacchi anche con maggiore frequenza), lontano dai pasti, salvo diversa prescrizione medica.
Si richiameranno, inoltre, i fitoterapici classici che vengono prevalentemente impiegati nel mal di testa, come i rimedi della nonna, e si citeranno anche quelli della fitoterapia rinnovata, come i gemmoterapici.
Si fornirà infine qualche suggerimento sull’alimentazione che è consigliabile tenere e su altri interventi utili.
N.B.: Rimedi, diluizioni, posologie, prodotti e preparati riportati nel presente articolo sono generici, impersonali, tra i più menzionati in letteratura, che hanno quindi solo carattere conoscitivo e non intendono e non possono sostituire alcuna prescrizione medica.
Principali rimedi omeopatici
Actaea racemosa: dolore intenso che dall’occipite si estende al vertice con pulsazioni e senso di pressione; dolore tormentoso dietro la cavità orbitale. Aggravamento con il minimo movimento, con il freddo umido, durante la notte. Miglioramento con il calore, mangiando.
Actaea spicata: pressione alla fronte, contrazioni nelle tempie, dolori violenti alla mascella che si irradiano ai denti ed alla tempia, talvolta con nausea e vertigini. Aggravamento di notte, camminando, con il cambiamento di temperatura, per la fatica. Miglioramento con il caffè. Nelle cefalee catameniali.
Anacardium orientale: cefalea causata dal minimo lavoro intellettuale, con dolore nel cervello, come da contusione, o pressione nella fronte; pulsazione nella parte dx della testa, e lungo i bordi dell’orbita; cefalea degli studenti con sensazione di pressione nella zona orbitale. Aggravamento con il lavoro intellettuale, con l’esercizio fisico, di mattina, con le applicazioni fredde. Miglioramento evidente e immediato mangiando, con il riposo, la sera.
Apis: mal di testa che ha un esordio rapido e violento, con possibili vertigini e nausea, con tendenza a colpire il lato dx, fronte e tempia, che peggiora con il contatto, con la pressione delle mani e con il calore e che migliora con il freddo o con le applicazioni fredde.
Argentum nitricum: dolore accompagnato da fotofobia e sensazione di testa che scoppia; cefalea congestizia dopo un lungo lavoro o un eccitamento cerebrale prolungato; cefalea al mattino, al risveglio, con carotidi pulsanti. Tendenziale lateralità sx. Aggravamento con il calore, in un locale chiuso, la notte, con un esercizio mentale inusuale. Miglioramento con l’aria fredda, all’aperto, serrando fortemente la testa o con le mani o con una fascia stretta.
Arnica montana: dolori pressanti e penetranti, soprattutto in fronte; fitte in tempie e fronte; dolore crampiforme come se ci fosse un chiodo nel cervello o che lo stesso fosse contratto; dolore sopra un occhio; pesantezza e debolezza della testa. I sintomi si manifestano o si aggravano camminando, salendo, meditando, leggendo e dopo i pasti, migliorano distendendosi con la testa bassa.
Belladonna: mal di testa che si manifesta all’improvviso e con decorso rapido e violento; dolore esplosivo e martellante, come un chiodo fisso in testa, tendenzialmente dx o da dx a sx; pulsazioni alla carotide, volto congesto, occhi arrossati, bocca secca; aggravamento con l’esposizione al sole, il rumore, il movimento, le scosse e il freddo; miglioramento con il riposo in luogo tranquillo ed al buio. Persona vivace, emotiva, agitata, pletorica e allegra quando sta bene, profondamente abbattuta quando sta male.
Berberis vulgaris: sensazione di pressione e intorpidimento alla testa come se si avesse un casco; sensazione come se la testa fosse aumentata di volume; dolore tensivo, acuto, folgorante a fronte e tempie; sensazione di cuoio capelluto tirato e gonfio. Aggravamento con il movimento. Miglioramento all’aria aperta.
Bryonia: dolore acuto nella zona frontale; dolore maggiore sul lato dx o che inizia sul lato sx per spostarsi a dx, esplosivo e penetrante, lancinante; cefalea congestizia, fin dal mattino occipitale, con sensazione di cervello che scoppia. Aggravamento con il movimento, persino di quello degli occhi, con uno sforzo, con il calore, di sera, al mattino presto. Miglioramento con il riposo, in luogo tranquillo e buio, con una forte pressione sulla zona dolente.
Calcarea phosphorica: cefalea che si presenta sempre dopo sforzo intellettivo, in soggetti facilmente affaticabili; cefalea dell’infanzia e dell’adolescenza, degli scolari e degli studenti, specialmente se c’è stata una crescita rapida. Talvolta si sposta da dx a sx. Peggiora con il freddo e l’umidità, migliora mangiando.
Chamomilla: senso di pesantezza e di dolore come da contusione, mal di testa vivo e lancinante, cefalea addormentandosi o di mattina al risveglio con sensazione di testa che scoppia. Il paziente non sopporta il dolore. Aggravamento di notte e con le correnti d’aria. Miglioramento con il caldo e passeggiando.
Cocculus: dolore pulsante con inclinazione a nausea e vomito, dolore vivo agli occhi come se fossero tirati in avanti; aggravamento con il movimento, andando in auto, per la mancanza di sonno, per un’emozione, mangiando, bevendo, all’aria fresca; miglioramento sedendosi.
Coffea cruda: cefalea con inclinazione al vomito e con sensazione di avere un chiodo conficcato nel cervello, che si aggrava con le emozioni eccessive, con il rumore, con il freddo, di notte, per gli odori violenti, dopo aver bevuto caffè e migliora in ambiente caldo. Il paziente riesce a sopportare il dolore.
Cyclamen: sensazione di congestione di sangue alla testa, come se stesse per scoppiare, fitte nelle tempie, intorpidimento con offuscamento della vista, vertigini, nausee, sensazione di calore alla testa, dolore talvolta più intenso al mattino, alzandosi dal letto. Aggravamento all’aria aperta. Miglioramento in una camera calda. Nelle cefalee catameniali.
Dulcamara: cefalea che compare con l’umido, che si irradia dall’interno all’esterno, a tempie e fronte; cefalea stordente con pesantezza della testa, che dalla nuca sale all’occipite; aggravamento con il tempo freddo e umido, sdraiandosi e prima di mezzanotte; miglioramento con il tempo secco, con il calore, parlando ed allo scoppiare del raffreddore che libera il naso.
Gelsemium: dolore di tipo congestizio che inizia nella regione occipitale per fissarsi in quella frontale, con sensazione di laccio stretto al di sopra degli occhi; testa pesante e difficile da sollevare, palpebre pesanti; aggravamento con il calore, gli spaventi e le eccitazioni; miglioramento stando coricati con la testa sollevata e temporaneamente con la pressione.
Glonoinum: dolore esplosivo e martellante, pulsazioni alla carotide, dolore pulsante alla tempia ed a lato della fronte, congestione intensa alla testa con vampate di calore; aggravamento con il più piccolo movimento, la minima scossa, il minimo rumore, stando coricati con la testa bassa; miglioramento con le applicazioni fredde, all’aria aperta, serrandosi la testa.
Ignatia amara: cefalea congestizia, pressoria, generalmente unilaterale, con la sensazione di chiodo conficcato a un lato della testa, oppure cefalea al vertice o frontale, specialmente sopra la radice del naso. Interessa persone con sintomi paradossali, che cioè migliorano in compagnia, peggiorano con le contrarietà, sono preoccupati per nulla. Aggravamento con il freddo, il rumore, la luce, gli odori violenti, per dispiaceri ed emozioni. Miglioramento con il calore, la pressione forte, stando coricati sul lato dolente, passeggiando.
Iris versicolor: dolore più intenso a dx o che passa da un lato all’altro, che interessa un occhio o una tempia, con alterazioni visive, nausea e vomito; aggravamento a cadenza settimanale; miglioramento con il movimento.
Kali phosphoricum: cefalea occipitale che può durare tutta la notte, dolore dall’occhio sx al centro della testa, che riguarda persone stanche ed affaticate intellettualmente. Aggravamento per ogni eccitazione nervosa e con l’aria fredda. Miglioramento mangiando, con il caldo e con un esercizio moderato.
Lac caninum: alternanza abbastanza regolare tra dolore sul lato dx e sul lato sx; aggravamento con il movimento, un giorno su due, al mattino un giorno, alla sera il giorno dopo; miglioramento all’aria aperta.
Lachesis: cefalea sx o da sx a dx, con nausea e/o vertigini, dolore di tipo esplosivo, pressione sul vertice e/o sulla tempia sx; cefalea che precede il raffreddore; congestione intensa alla testa con vampate di calore e sensazione di testa pesante; aggravamento al mattino, con il movimento, salendo le scale e con la pressione; miglioramento con il calore e coricandosi dopo mangiato.
Lilium tigrinum: dolore sordo alla tempia, all’occhio ed a lato della fronte, che può stare a sx o passare da dx a sx; cefalea congestizia con sensazione di nastro stretto intorno alla testa e vertigini; aggravamento in luogo chiuso; miglioramento all’aria aperta.
Luffa operculata: cefalea violenta fronto-occipitale o cefalea che parte dalla fronte e si fissa all’occipite; aggravamento al chiuso, con aria secca; miglioramento all’aria aperta.
Lycopodium: cefalea lacerante che inizia frontale e poi si porta a destra; cefalea dx o da dx a sx, con pesantezza e pulsazioni, testa molto sensibile, fitte alla tempia, vertigini; aggravamento con il caldo e quando si ha fame; miglioramento mangiando e scoprendosi.
Naja tripudians: cefalea congestizia e battente, che può interessare la fronte e/o la tempia sx e l’occhio sx, che si irradia alla regione occipitale con intense pulsazioni, nausea e vomito; aggravamento con il movimento, in una camera calda; miglioramento all’aria aperta, di pomeriggio.
Natrum muriaticum: dolore come se tanti martelletti picchiassero sul cervello; dolore e compressione nella testa, specialmente nelle tempie e sopra gli occhi; cefalea degli scolari e studenti sovraffaticati, che inizia con disturbi visivi e capogiri; aggravamento con il caldo, la luce solare ed il lavoro cerebrale; miglioramento all’aria aperta, al tramonto.
Natrum sulphuricum: cefalea che non sopporta la luce ed i rumori, accompagnata da nausea e sensibilità al freddo; cefalea violenta e pulsante, specialmente nelle tempie; cefalea sx; aggravamento con l’umidità; miglioramento con il tempo secco e caldo e con la pressione.
Nux vomica: mal di testa pressante, penetrante, spasmodico e localizzato alla fronte, oppure al cervello, o all’occipite, o soltanto sul lato dx; cefalea intermittente con la sensazione di un chiodo conficcato nella regione parietale, specialmente dx. I dolori compaiono soprattutto al mattino dopo essersi svegliati, o dopo un pasto, o dopo eccessi alimentari, o all’aria aperta, dopo esposizione al sole, o ricorrono ogni giorno alla stessa ora, oppure si presentano dopo un affaticamento intellettuale, con il clima caldo, camminando, chinandosi o muovendo la testa. Aggravamento al mattino, appena sveglio, dopo un lavoro mentale, dopo mangiato, dopo aver preso stimolanti, con il tempo freddo e secco. Miglioramento di sera, durante il riposo, dopo un sonnellino, con il tempo umido e con una pressione forte.
Paris quadrifolia: dolore lancinante alle tempie, con sensazione di pesantezza alla fronte; il dolore di sera invade l’occipite, con sensazione di contrazione del cuoio capelluto e di occhi tirati all’indietro da un filo; aggravamento con il movimento, abbassandosi ed al tatto; miglioramento con il riposo ed all’aria aperta.
Phosphoricum acidum: cefalea molto dolorosa, con sensazione di peso schiacciante sulla testa o sulle vertebre cervicali; cefalea degli scolari e degli studenti dopo una fatica intellettuale o un affaticamento degli occhi; aggravamento con l’esercizio, il rumore, un’emozione; miglioramento con il calore, dopo un sonnellino.
Pulsatilla: dolore martellante come se il cervello scoppiasse e gli occhi uscissero dalla testa; cefalea congestizia con dolori laceranti che si irradiano verso la tempia, con senso di pesantezza della testa e sensazione di incrinatura nella regione frontale; cefalea dopo aver mangiato o dopo il consumo di alimenti troppo grassi; cefalea occipitale o sub-orbitale. Estrema variabilità dei sintomi. Aggravamento con il calore, la sera, in prossimità di un temporale. Miglioramento con il movimento, all’aperto, con le applicazioni fredde.
Sabina: cefalea pressoria, frontale, che appare bruscamente e si attenua lentamente. Aggravamento con il caldo, di notte, al tatto, con il minimo movimento. Miglioramento all’aria aperta, con il freddo.
Sanguinaria: dolore che inizia dall’occipite o dalla parte superiore della schiena che si irradia all’occhio dx e alla tempia dx, o che evolve da dx a sx; cefalea molto intensa, periodica (settimanale), che inizia al mattino, aumenta verso mezzogiorno e si attenua la sera. Aggravamento con il sole, la luce, il rumore e le vibrazioni. Miglioramento con il sonno e l’oscurità.
Sepia: cefalea che si manifesta con dolore pressorio e lancinante a un occhio, generalmente l’occhio dx, irradiandosi all’occipite con afflusso di sangue alla testa e vampate di calore, che peggiora scuotendo la testa e con il lavoro intellettuale e migliora con il riposo, di sera e all’aria aperta.
Silicea: dolore periodico (settimanale) occipito-frontale, che inizia dalla nuca, progredisce al vertice e si fissa nella regione sopraorbitaria (generalmente dx, ma anche entrambe), obbligando a tenere gli occhi chiusi; aggravamento con la luce intensa, il rumore, la minima corrente d’aria, lo studio, il movimento; miglioramento coprendosi bene, stringendo il capo con qualcosa di caldo.
Spigelia: dolori violenti e brucianti sul lato sx, sopra l’occhio sx, sensazione di avere conficcato un ago o un ferro rovente, oppure dolori che iniziano dall’occipite, si irradiano alla regione frontale e si fissano al di sopra dell’occhio sx, incominciando al mattino presto; aggravamento con il movimento, il tocco e la luce solare; miglioramento al tramonto, stando coricati con la testa alta.
Sulphur: sensazione di calore alla sommità della testa con pressione dolorosa, tensione, pulsazioni; cefalea periodica (tutti i mesi o ogni 15 giorni). Aggravamento al mattino e con tutti gli stimolanti. Miglioramento con il tempo secco e caldo. Tendenziale lateralità sx. Può essere adoperato come rimedio di fondo.
Zincum metallicum: dolore che colpisce la nuca, la parte posteriore del cranio, con sensazione di peso al vertice od anche la radice del naso; cefalea dopo la minima assunzione di vino; aggravamento dopo il pranzo ed al chiuso; miglioramento all’aria aperta.
Fitoterapici classici
Diversi fitoterapici di preparazione più casalinga, che vengono adoperati per combattere una cefalea, sono riportati nell’articolo “Addio mal di testa” della sezione del sito “Rimedi della nonna”.
Gemmoterapici
Si ricorda che i gemmoterapici (o gemmoderivati) sono macerati glicerici (M.G.) della Fitoterapia di nuova generazione, chiamati anche macerati glicerinati o gliceriti, ottenuti dalla macerazione di gemme vegetali fresche in acqua-alcool-glicerina e successiva diluizione alla prima decimale hahnemanniana (D1) in una miscela della stessa composizione, il tutto con titolazioni standard. Essi pertanto si pongono a cavallo tra la Fitoterapia classica e l’Omeopatia, sia per la diluizione dei principi attivi che per l’identità vegetale delle piante da cui provengono le gemme. Vengono scelti in base al particolare tropismo che hanno nei confronti di organi o apparati e quindi alla specifica attività terapeutica che sono in grado di esercitare.
La posologia generalmente utilizzata è di 50-100 gocce al dì, da prendersi prima dei pasti diluite in un poco d’acqua, salvo diversa prescrizione medica. In caso di prescrizione di più gemmoterapici, le gocce possono essere somministrate separatamente o mescolate al momento nello stesso bicchiere.
I gemmoterapici che vengono più spesso adoperati per contrastare una cefalea sono:
Ribes nigrum M.G. D1 (Ribes nero), ottimo antinfiammatorio, con attività simil-cortisonica e simil-antistaminica.
Tilia tormentosa M.G. D1 (Tiglio), regolatore del sistema nervoso, ottimo sedativo, tranquillante e antispasmodico.
Rosa canina M.G. D1, nel trattamento delle cefalee resistenti alla maggior parte delle terapie classiche ed in quelle in cui interviene una componente allergica. Può essere utile l’associazione con Ribes nigrum e Tilia tormentosa, di cui in precedenza.
Betula pubescens M.G. D1 (Betulla), tonico generale, nelle cefalee di tipo reumatico o muscolare.
Pinus montana M.G. D1 (Pino mugo), stimolante i processi riparativi osteoarticolari, nelle cefalee secondarie di tipo artrosico. È complementare di altri rimedi. Può essere utile l’associazione con la linfa di Betulla, di cui in precedenza.
Sorbus domestica M.G. D1 (Sorbo), regolatore della circolazione venosa, rimedio femminile indicato nei disturbi circolatori della menopausa, come cefalea e vampate di calore.
Alnus glutinosa M.G. D1 (Ontano nero), regolatore della circolazione cerebrale, nelle cefalee vasomotorie.
Alimentazione
Anche se l’alimentazione non può ritenersi una causa primaria del mal di testa, è opinione diffusa che alcuni alimenti possono contribuire ad esacerbarne i sintomi, scatenando attacchi di cefalea in soggetti predisposti. Quindi, nonostante la dieta alimentare non rappresenti una terapia, l’esclusione o la limitazione di alcune tipologie di cibi può contribuire in maniera importante a tenere sotto controllo il disturbo ed a prevenirlo. L’elenco degli alimenti “proibiti” (più correttamente si dovrebbe parlare di alimenti “sospetti” e non di alimenti assolutamente proibiti) sarebbe abbastanza lungo e non uguale per tutti, ma sarebbero comunque da evitare in particolare i cibi contenenti sostanze come “tiramina”, “feniletilamina” e “istamina”, che sono ammine biogene dotate di attività psicoattive e vasoattive che possono favorire una cefalea. Tra gli alimenti maggiormente incriminati troviamo quindi: formaggi stagionati o fermentati, cioccolato, uova, carni stagionate, conservate o trattate (salumi, salsicce, pesce secco salato), agrumi, prugne, fichi, pomodori, glutammato monosodico (esaltatore di sapidità contenuto soprattutto nei dadi da brodo, in alcuni snack e nei preparati per zuppe), aspartame (dolcificante), nitriti (conservanti usati soprattutto nei salumi e nelle carni in scatola), solfiti (additivi presenti soprattutto nei vini), cibi grassi e fritture, bevande alcoliche o contenenti caffeina, gelato, yogurt e panna acida, frutta a guscio, ecc. Viceversa l’alimentazione consigliata è quella semplice e sana, con poco sale e con cibi ricchi di vitamine e di magnesio (frutta fresca, verdure a foglia verde, ortaggi, cereali integrali, legumi, mandorle, zenzero, semi di sesamo, mais ecc.).
Altri interventi
Per un pronto intervento possono risultare altresì valide alcune manovre e accorgimenti, quali:
- avvolgere un panno umido e freddo intorno alla testa o applicare un impacco di ghiaccio tenendo mani e piedi in acqua ben calda;
- premere in profondità i due punti sotto l’occipite, sulla parte posteriore del cranio, a circa 5 cm dal centro, allentando la pressione con il diminuire del dolore;
- massaggiare il cuoio capelluto e i punti del collo e delle spalle da cui eventualmente si dirama il dolore;
- fare un bagno caldo;
- respirare a fondo, lentamente;
- stendersi in una stanza buia e silenziosa;
- ascoltare una musica dolce e rilassante.
Come forma di prevenzione di carattere generale, è utile praticare un’attività fisica moderata e continuativa.
David dice
Gentile Dottoressa, mia moglie (55) soffre di dolore al trigemino che le si irradiano su tutto il volto colpendo particolarmente la zona dell’occho destro. Abbiamo provato ad utilizzare i normali antinfiammatori proposti dal medico e dal farmacista ma senza beneficio alcuno.
Potrebbe consigliarci il rimedio adatto e la posologia?
La ringrazio e la saluto cordialmente.
David
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio David, generalmente per trattare la nevralgia del trigemino i rimedi omeopatici che vengono adoperati sono: Magnesia phosphorica (in primis), Bryonia, Kalmia latifolia, Hypericum, Nux vomica, Gnaphalium, Colocynthis, Phytolacca decandra, Arsenicum album, Coffea. Tali rimedi presentano delle differenze, che vanno opportunamente colte per individuare quello giusto, ovvero il rimedio omeopatico maggiormente somigliante. Ciò nel rispetto della Legge di Similitudine su cu cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. Molto sinteticamente: Magnesia phosphorica, se il dolore è violento, si manifesta bruscamente e migliora con il caldo e/o esercitando una forte pressione sulla zona dolente; Bryonia, se il dolore è pungente, aggravato dal minimo movimento e migliorato coricandosi, con tendenziale lateralità destra; Kalmia latifolia, se il dolore, improvviso come un lampo, risale lungo il tragitto del nervo; Hypericum, in caso di aggravamenti da contatto e scosse all’aria fredda e umida; Nux vomica, se si avvertono sensazioni di crampi con marcata lateralità destra; Gnaphalium, in caso di intorpidimento e parestesie; Colocynthis, se il dolore è errante; Phytolacca decandra, se il dolore è come una scossa elettrica; Arsenicum album, se il dolore urente è migliorato dal caldo; Coffea, se è migliorato da applicazioni fredde. L’alimentazione consigliata è quella ricca di vitamine, di sali minerali e di acidi grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6 non ossidati dal calore), che combattono meglio i processi infiammatori. Ovviamente la prescrizione giusta per sua moglie la può garantire solo un medico omeopata, previa visita. Cordiali saluti.