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Rimedi Omeopatici

Omeopatia - Rimedi della Nonna - Cure Omeopatiche

Apis

DESCRIZIONE

L’ape (o apis) è un insetto della famiglia delle Apidi, appartenente all’ordine degli Imenotteri. Con il termine ape si indica comunemente l’ape domestica (Apis mellifica), di cui si allevano varie razze, tra le quali quella italiana (Apis mellifica ligustica), assai pregiata per docilità e laboriosità.

Le api vivono in società matriarcali e pluriennali, costituite da una sola ape regina, che ha la  funzione di deporre le uova per la rigenerazione continua dell’alveare, da poche centinaia di fuchi, che sono i maschi la cui unica funzione è quella di accoppiarsi con la regina e da varie migliaia di api operaie, che sono le femmine lavoratrici indispensabili per la vita dell’alveare.

Apis - image  on https://rimediomeopatici.comCome tutti gli insetti, l’ape ha il corpo diviso in tre parti: testa, torace e addome. Possiede tre paia di zampe attaccate al torace e due ali trasparenti per il volo veloce. Ha due occhi grandi composti da migliaia di faccette che consentono di vedere in ogni direzione. Nella parte superiore della testa sono posizionati a triangolo altri tre piccoli occhi, gli ocelli, adatti per vedere da vicino e nell’oscurità. Sulla fronte sono ubicate due antenne orientabili che funzionano da organi di senso e di tatto. La bocca è fornita di due mandibole per plasmare la cera, raccogliere la propoli e rompere le antere dei fiori contenenti il polline. In fondo alla bocca si trova la ligula, una sorta di proboscide che serve per aspirare il nettare dei fiori e l’acqua nella borsa melaria (una specie di pre-stomaco). Subito dopo la suzione, già durante il viaggio di ritorno all’alveare, grazie all’azione enzimatica della saliva, il nettare incomincia a trasformarsi in miele che viene poi immagazzinato in apposite celle all’interno dell’alveare. Le zampe posteriori sono provviste di spazzole che servono per raccogliere il polline che viene accumulato negli appositi cestelli. In fondo all’addome si trova il pungiglione collegato ad una ghiandola velenifera, che costituisce l’arma di difesa: infatti quando l’ape deve difendersi da un nemico gli inietta il veleno tramite il pungiglione, che però non è più in grado di ritrarre per cui poco dopo muore.

Il veleno dell’ape provoca un’intensa reazione infiammatoria a carico dei tessuti. Tale veleno infatti è formato da una complessa miscela di sostanze dotate di effetti tossici e di capacità allergizzanti. Sotto l’effetto della puntura d’ape si forma un gonfiore a forma di tronco di cono, simile ad una montagnetta (ponfo). Il dolore è il primo sintomo ed è immediato e pungente, poi subentra il prurito e successivamente un dolore bruciante ancora più forte con un bisogno impellente di raffreddare la parte interessata con acqua. La reazione infiammatoria può essere localizzata, oppure generalizzata o sistemica. Mentre la prima è limitata alla regione cutanea colpita, la seconda coinvolge tutto l’organismo e se interessa soggetti allergici può determinare una reazione violenta, in medicina nota con il termine di “shock anafilattico”, che può essere letale. Infatti il malcapitato subisce una vasodilatazione generalizzata ed il gonfiore della glottide (organo cartilagineo della laringe che serve ad isolare l’esofago dalla trachea) con prurito, pallore, angoscia, raffreddamento e coma fino al decesso.

Il rimedio omeopatico Apis si ottiene dalla tintura dell’ape intera e del veleno diluito in alcool.

 

CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO

Il rimedio ha grande affinità con la superficie del corpo. I sintomi che richiedono Apis sono quelli della puntura dell’ape, con inizio immediato, brusco e violento: il primo segno è un dolore urente, cioè un dolore bruciante e pungente come aghi roventi, segue il prurito e poi un aumento della sensazione dolorosa che porta il soggetto a gridare per la sua intensità. La parte dolente è molto sensibile al tatto (anche i peli sono dolenti al tatto), è gonfia, calda e lievemente congestionata. Si forma cioè l’edema cutaneo che non è mai rosso ma si presenta bianco, al più rosato.

I sintomi di Apis sono sempre aggravati dal caldo (come Antimonium crudum e Antimonium tartaricum) e sono, viceversa, migliorati dal freddo e da applicazioni fredde. Sono altresì aggravati dalla pressione e dal contatto dei vestiti. Hanno tendenza a cambiare sede molto rapidamente, in particolare il dolore, e vanno da dx a sx, dall’alto in basso.Apis - image  on https://rimediomeopatici.com

Il rimedio ha una lateralità dx.  Alcuni suoi antidoti sono Ipeca, Lachesis, Ledum. Alcuni suoi incompatibili sono Coffea, Rhus toxicodendron.

In Apis vi è assenza di sete, anche in caso di febbre e diminuzione delle urine, che diventano scarse. Infatti il segnale che indica che il rimedio sta agendo è proprio un aumento graduale delle urine.

Apis interessa la pelle, le mucose, le membrane sierose, nonché le membrane sinoviali.

E’ un rimedio prezioso nei casi di infiammazioni acute, quali l’erisipela, l’orticaria, l’eritema solare, il reumatismo, l’angina di gola, la nefrite, l’albuminuria, le infiammazioni dell’apparato genitale, con dolori pungenti.

Apis ha una grande astenia: il soggetto è molto stanco ed ha la sensazione di contusione in tutto il corpo, come se avesse lavorato duramente. E’ irritabile, irrequieto, non sopporta di essere lasciato solo; è ansioso, nervoso, brontola continuamente; è incontentabile; è maldestro; ha tremori; ha scarsa coordinazione motoria (come Agaricus muscarius si lascia cadere le cose dalle mani, ma a differenza di quest’ultimo è aggravato dal caldo); ha sussulti e contrazioni; è ipersensibile. Inoltre è diffidente e geloso, ha una certa predisposizione al pianto. Per questo il rimedio è particolarmente adatto ai bambini piagnucoloni, che non possono fare a meno di piangere e che lanciano grida improvvise durante il sonno.

Il rimedio è indicato anche in tutti i casi di malattia acuta e cronica che presenta uno stato idropico, cioè affetto da idropisia.

Apis è un rimedio ad azione locale ed è l’acuto di Natrum muriaticum, che viceversa è il cronico di Apis.

Il tipo Apis ha una costituzione fosforica e un temperamento nervoso. Inoltre, poiché il rimedio interessa pelle e mucose, si riscontra una diatesi psorica.

In estrema sintesi Apis è il rimedio della sindrome infiammatoria acuta che ha sintomatologia simile alla puntura d’ape.

 

USO DEL RIMEDIO

Apis si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio.

1) PELLE: infiammazioni acute che evolvono rapidamente con oliguria (diminuzione delle urine), assenza di sete, edema e versamento, come l’orticaria, l’erisipela (soprattutto al viso), l’eritema solare. Anche nei casi di morbillo e di rosolia.

Le eruzioni spesso cominciano a dx, se interessano il viso successivamente compaiono anche a sx. La pelle, con o senza eruzioni, è ipersensibile al minimo contatto, è rugosa e tale rugosità è ben percepibile al tatto. Può esserci febbre alta. Le labbra (in particolare il labbro superiore) e la lingua possono gonfiarsi improvvisamente e divenire calde, rosate e secche. Ciò si verifica spesso quando il soggetto allergico ha mangiato fragole, molluschi od altri alimenti. I sintomi migliorano con applicazioni fredde.

2) GOLA: stati infiammatori acuti ed angine di gola con febbre alta, faringe arrossata, palato gonfio, gola gonfia, ugola allungata e rossa. Tutta la gola è edematosa con dolori brucianti e pungenti e con difficoltà a deglutire. Laringite e infiammazione della glottide con difficoltà di deglutizione e tosse secca con senso di affaticamento, come si ha nella difterite.

I sintomi che richiedono il rimedio insorgono improvvisamente con un’intensità a dir poco eclatante. Il soggetto non sopporta alcun contatto né alla gola né al petto. I dolori sono aggravati dal caldo.

Il rimedio spesso è associato a Phytolacca, Belladonna, Mercurius, Aurum triphyllum, Phosphorus.

3) OCCHI: infiammazione accompagnata da edema, secrezione lacrimale con sensazione di punture e di bruciore ardente che migliora con lavaggi e con applicazioni fredde. Nei casi di irite, congiuntivite, oftalmia nei soggetti affetti da reumatismo. Il rimedio inoltre è indicato per prevenire le recidive degli orzaioli, nei casi di palpebre inferiori gonfie (borse agli occhi) ed in tutti i casi in cui c’è infiammazione, congestione, vasodilatazione, edema. E’ un eccellente rimedio per gli occhi. Si può associare a Euphrasia e Kali bichromicum.

4) APP. DIGERENTE: dolore e bruciore allo stomaco. Vomito e diarrea aggravati dal movimento.

5) OVAIO: annessite acuta (infiammazione che coinvolge gli annessi uterini, cioè l’ovaio e la tuba) della parte dx. Spesso anche nei casi di amenorrea, dismenorrea, quando sono presenti cisti all’ovaio dx in fase iniziale per impedire che si ingrandiscano. A volte il rimedio si adopera in associazione con Arnica.

6) TESTICOLI: infiammazione del testicolo dx.

7) APP. URINARIO: nei casi di infiammazione ove le urine sono scarse e contengono un elevato tasso di albumina (albuminuria), come nella nefrite, sia acuta che cronica, conseguente ad un’altra malattia (scarlattina, difterite, erisipela od altro). Il rimedio è indicato anche nei casi di cistite.

8) MEMBRANE SIEROSE: tutte le infiammazioni con edema.

9) MEMBRANE SINOVIALI: reumatismo delle articolazioni con edema, con sensibilità al contatto, alla pressione, al minimo movimento. La pelle delle articolazioni è tesa, rosea e calda. Edema delle mani con intorpidimento delle dita. Caviglie e piedi edematosi. Gonfiore delle ginocchia.

10) TESTA: mal di testa che peggiora con il contatto e con la pressione delle mani. Anche per alcuni casi di meningite.

11) FEBBRE: in tutti gli stati acuti in cui è presente una febbre alta ed il soggetto è agitato, ansioso e, caratteristica essenziale, non avverte sete, alternando febbre a sudorazione profusa.

DOSI

Apis, in quanto rimedio acuto, viene utilizzato alle basse diluizioni.

□ Nel caso 1), diluizione D10, 5 granuli o 10 gocce, 3 – 4 volte al dì. Associazione consigliata con Graphites, Rhus tox, Sulphur. Integrazione consigliata con pomata.

□ Nel caso 2), diluizione D8, 5 granuli o 10 gocce, 6 volte al dì.

□ Nei casi 3), 4), 5), 6), 7), 8) e 10), diluizione 5 CH, 3 granuli o 5 gocce, ogni 3 ore.

□ Nel caso 9), diluizione D6, 5 granuli o 10 gocce, 4 volte al dì. Associazione consigliata con Aesculus hippocastanum, Rhus tox. Integrazione consigliata con pomata.

□ Nel caso 11), diluizione 5CH, 3 granuli o 5 gocce, secondo necessità anche ogni ora. Associazione consigliata con Bryonia, Ferrum phosphoricum.

(*) V. Note esplicative

Apis - image  on https://rimediomeopatici.com

Commenti

  1. Marina dice

    28/04/2021 alle 18:20

    Buon giorno, ho una mastite acuta in corso seno sx. Mi è stato consigliato di assumere al giorno 3 granuli diluiti 30ch di APIS e 3 granuli diluiti di Belladonna. Sono sufficienti? Sono già al secondo giorno ed il dolore/rossore è solo leggermente diminuito. Grazie

    Rispondi
    • Dott.ssa Rita della Volpe dice

      29/04/2021 alle 18:40

      Gentile Marina, le mastiti con infezione batterica (la più comune è quella provocata dallo stafilococco aureo) prevedono in genere la terapia con antibiotici. L’Omeopatia può venire in soccorso, ma la condizione richiede la sorveglianza medica. I rimedi omeopatici che vengono adoperati nelle mastiti sono diversi e sarà la sintomatologia della paziente a fare da guida per l’individuazione del rimedio adatto, ovvero di quello maggiormente somigliante. Tra i più ricorrenti si citano: Conium maculatum (in presenza di nodulo benigno isolato, seno gonfio, duro e dolente), Phytolacca decandra (congestione diffusa senza noduli circoscritti, capezzoli screpolati, dolore che si irradia dalle ascelle), Belladonna (mastite che si presenta all’improvviso con arrossamento del seno e sintomi più intensi sul lato destro), Bryonia (dolore che peggiora con il movimento in donne molto irritabili), Hepar sulphur (donne freddolose, sensibili e irritabili con dolori pungenti e secrezioni dense e maleodoranti dalle mammelle), Phellandrium (dolore che migra verso la schiena), Silicea (dolori brucianti al seno durante la notte). Possono essere utili anche altri interventi, come quelli di alternare impacchi di acqua calda (cinque minuti) e fredda (un minuto) per stimolare la circolazione e la guarigione, nonché effettuare massaggi per favorire il drenaggio del sistema linfatico. L’alimentazione consigliata è quella ricca di vitamine (in particolare A/betacarotene, gruppo B, C, D, E), di sali minerali (in particolare magnesio), di acidi grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6 non ossidati dal calore), di cereali integrali, che combattono meglio i processi infiammatori e rafforzano il sistema immunitario. Le consiglio comunque di non fare da sola, ma di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico e di seguirla durante la cura. Cordiali saluti.

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