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Rimedi Omeopatici

Omeopatia - Rimedi della Nonna - Cure Omeopatiche

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Hypericum

DESCRIZIONE

Il rimedio omeopatico Hypericum si ottiene dalla tintura dell’intera pianta fresca in fiore di Hypericum perforatum e dalle successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.

Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti”.

Hypericum - image  on https://rimediomeopatici.comHypericum perforatum (nome italiano Iperico) è una pianta perenne sempreverde appartenente alla famiglia delle Clusiaceae (precedentemente Hypericaceae o Guttiferae), molto comune in Italia, in Europa, in Asia occidentale e in Nord Africa. Cresce nei luoghi asciutti, soleggiati ed erbosi, colline ed oliveti, ai margini delle strade di campagna ed oggi viene anche coltivata. Alta 30 – 80 cm e comunque non oltre 1 m, ha un fusto eretto, angoloso, percorso da due strisce longitudinali in rilievo. Le foglie sono piccole, sessili, oblunghe-ellittiche. Quando non è in fioritura tali foglioline viste in controluce appaiono bucherellate, da cui il nome perforatum. Trattasi in realtà di vescichette traslucide contenenti resine ed oli essenziali incolori. I fiori, a cinque petali di colore giallo-oro, sono riuniti in pannocchie che raggiungono la fioritura verso il 24 giugno, da qui il nome popolare di Erba di San Giovanni. Ai margini dei petali sono visibili dei punti neri per la presenza di strutture ghiandolari contenenti un succo oleoso di colore rosso-violaceo, chiamato volgarmente sangue di San Giovanni (perché ricorda il sangue versato dal Santo fatto decapitare da Erode intorno al 35 d.c.), che deve la sua colorazione alla ipericina, sostanza di cui è particolarmente ricco. I frutti sono capsule ovali che a maturazione si aprono scoprendo i semi cilindrici di colore nero o bruno scuro.

L’iperico è conosciuto sin dall’antichità, a partire dall’Età Classica, per le sue proprietà medicinali e veniva utilizzato per curare molte malattie. Nel Medioevo era ritenuto utile per tenere lontano i demoni e per questo gli venne attribuito l’appellativo popolare di “erba scacciadiavoli”.

Oggi alla pianta si riconoscono diverse proprietà terapeutiche, tra cui ricordiamo quella antinfiammatoria, antisettica, cicatrizzante, riepitelizzante, analgesica, diuretica, depurativa, ipotensiva, astringente, antiossidante, vasoprotettrice, ma soprattutto l’attività sedativa e antidepressiva.

Tale ultima proprietà è stata scientificamente provata agli inizi degli anni ’90 del secolo scorso da alcuni studiosi americani e ciò ha prodotto un più consistente uso della pianta per la cura della sindrome della depressione, in alternativa ai tradizionali farmaci di sintesi, tanto che attualmente negli Stati Uniti ed in Germania il 50% circa degli antidepressivi che si vendono sono a base di iperico. La pianta agisce con un’efficacia del tutto equivalente a quella dei comuni farmaci antidepressivi, con il vantaggio di non presentare controindicazioni alle dosi consigliate. L’attività però non è immediata, ma necessita di almeno 15 – 20 giorni per dare i primi risultati significativi.

La proprietà antidepressiva dell’iperico è attribuibile al contenuto di sostanze, che costituiscono i principi attivi più importanti, quali l’ipericina, l’iperforina ed alcune classi di flavonoidi, particolarmente presenti nelle foglie e nelle sommità fiorite. L’azione combinata di tali sostanze favorisce nel sistema nervoso centrale l’aumento dei livelli di serotonina, neurotrasmettitore coinvolto principalmente nella regolazione dell’umore, e modula la secrezione di melatonina, ormone che regola il ciclo sonno-sveglia. Ciò si traduce in un’attività biologica spiccatamente antidepressiva, che contrasta i disturbi dell’umore ed aiuta a ristabilire l’equilibrio emotivo. Per tali caratteristiche la pianta si è procurato l’ulteriore appellativo di “antidepressivo vegetale”.

L’iperico, inoltre, è considerato il rimedio per eccellenza di tutte le lesioni della pelle, soprattutto le ustioni ma anche piaghe e ferite, nonché per il trattamento degli stati infiammatori dei bronchi e delle vie urinarie, per la protezione dei vasi sanguigni e per combattere l’ipertensione arteriosa grazie alla sua azione vasodilatatrice.

Oltre che in omeopatia la pianta è molto utilizzata nella farmacologia tradizionale, nella cosmesi ed in fitoterapia.

Ad esempio le tisane e le tinture, oltre alla già trattata azione antidepressiva, trovano impiego come espettoranti e come sedativi della tosse, tant’è che la pianta si trova nella maggior parte delle preparazioni degli sciroppi contro la tosse, anche di quella di tipo convulsivo dei bambini.

La pomata o meglio l’olio di iperico applicato sulle ustioni (eritemi solari in primis) consente di calmare rapidamente il dolore e di accelerare la cicatrizzazione delle piaghe. Esplica inoltre un’importante azione antivirale locale per cui si rivela utile per il trattamento dell’herpes simplex (responsabile dell’herpes labiale e genitale) e dell’herpes zoster (responsabile della varicella nei bambini e del Fuoco di Sant’Antonio negli adulti). Usato nei massaggi fornisce sollievo ai dolori muscolari, nevralgici e reumatici.

I lavaggi con il decotto di iperico sono efficaci per tutte le infiammazioni della pelle ed i cataplasmi dei fiori freschi sono ottimi lenitivi e cicatrizzanti. Le foglie ed i fiori aggiunti all’acqua da bagno hanno un effetto tonificante e nutriente.

L’iperico ha un’azione fotosensibilizzante, per cui durante l’assunzione occorre evitare una lunga esposizione al sole. Inoltre ne è sconsigliato l’uso in gravidanza, durante l’allattamento ed in pediatria e quando si stanno assumendo alcune tipologie di farmaci con i quali potrebbe interagire riducendone l’efficacia.

Tra gli effetti indesiderati che si possono manifestare, specialmente se nell’uso degli estratti della pianta si superano le dosi consigliate, ce ne sono alcuni comuni agli antidepressivi di sintesi, come astenia e agitazione, affaticamento, tachicardia, incremento della frequenza delle minzioni, irritazioni gastrointestinali, secchezza della bocca, riduzione della libido, o reazioni allergiche.

CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO

Hypericum è un rimedio omeopatico che agisce principalmente sul sistema nervoso, sia centrale che periferico, con un’azione che sembra essere di tipo centripeto, cioè che risale dalle terminazioni nervose al sistema nervoso centrale. Per questo motivo il rimedio corrisponde maggiormente alle irritazioni ed alle infiammazioni dei nervi sensitivi che sono essenzialmente centripeti. In generale quindi Hypericum è il rimedio adatto in tutti i casi di nevrite, quando si verifica una degenerazione, di natura traumatica, infettiva, tossica od altro, di un nervo o di un gruppo di nervi con il dolore che risale lungo il tragitto del nervo.

E’ un ottimo rimedio per la terapia del dolore di qualsiasi origine, in modo particolare di quello a carattere nevralgico (sciatica, nevriti, nevralgie, ecc.), di quello dovuto a traumi (ferite, contusioni, distorsioni, ecc. e più specificamente di quello al coccige o alla schiena per caduta o per colpo violento), di quello dovuto a reumatismi (artriti, artrosi, ecc.), a interventi chirurgici, a estrazioni dentarie, al post-partum, al ciclo mestruale, alle vene varicose, ecc.

Il rimedio è in grado di rimuovere manifestazioni dolorose di traumi anche antichi ed è particolarmente specializzato per le lesioni prodotte da strumenti acuminati, anche se risulta ugualmente efficace per qualsiasi tipo di trauma che interessa zone molto innervate con dolori brucianti, acuti, pungenti, irradiati (come ad es. lo schiacciamento delle dita).

I traumi vertebrali possono essere accompagnati da febbre con sete intensa, pupille dilatate, timore del minimo contatto e del minimo movimento (come in Belladonna che però viene preferito in caso di malattia infettiva e non di trauma).

Hypericum - image  on https://rimediomeopatici.comHypericum favorisce anche la cicatrizzazione di tutti i tipi di ferite (da taglio, da punta, lacere, lacero-contuse, da arma da fuoco, ecc) e ne evita l’infezione. In tal caso è spesso associato o susseguente a Ledum palustre che è il miglior rimedio per le ferite da punta (coltello, chiodo, cacciavite, ecc.) e per l’azione di prevenzione sul tetano.

Hypericum è altresì indicato per i disturbi respiratori, quali tosse stizzosa o pertussoide e crisi di asma, migliorate dall’espettorazione, nonché per i problemi dell’apparato digerente (soprattutto se di origine nervosa) accompagnati da grande sete e sensazione di calore in bocca, lingua bianca, senso del gusto diminuito, cefalea post-prandiale, diarrea estiva, desiderio di bevande calde, di vino e di sottaceti.

Il soggetto Hypericum in una prima fase è ansioso, ipersensibile, stenico e reattivo, è eccitato, si sveglia di notte con le carotidi pulsanti, con le pupille dilatate, avverte i battiti cardiaci nella testa (e ciò gli impedisce di dormire), è ansioso, agitato e non vuole essere toccato (come Arnica), non vuole cambiare di posto neppure per farsi rifare il letto, ha vertigini, ronzii alle orecchie e spesso perde il filo del discorso.

In una seconda fase evolve progressivamente verso la depressione, avendo esaurite le sue riserve di energia nervosa. Appartiene pertanto alla categoria di persone che a seguito di un trauma, di una paura, di uno shock, cadono nella depressione nervosa.

Hypericum è uno dei migliori rimedi per la cura della depressione (non a caso la pianta da cui trae origine è definita l’antidepressivo vegetale) ed anche per la nevrosi della menopausa.

Il rimedio, anche se per certi sintomi di eccitazione mentale somiglia a Belladonna, ha uno psichismo molto più vicino a quello di Arnica, essendo entrambi dei traumatizzati. Tra l’altro Hypericum è spesso utilizzato in associazione con Arnica o quando questa ha terminato il suo lavoro e cessa di agire.

I sintomi peggiorano con il freddo (tranne la tosse che è aggravata sia dal freddo che dal caldo), con la nebbia che scatena le crisi d’asma, con il contatto, con il movimento.

Migliorano piegando la testa all’indietro. Il dolore delle nevralgie dentarie migliora, fino a scomparire del tutto, se ci si corica sul lato dolente e si resta immobili (è questo un sintomo chiave da ricordare, che si trova anche in Bryonia in altre circostanze).

I principali sinergici (complementari) di Hypericum sono Aconitum napellus, Arnica montana, Ledum palustre, Magnesia phosphorica.

I principali antidoti (ma che ne aiutano l’azione) sono Arsenicum album, Chamomilla, Sulphur.

USO DEL RIMEDIO

Il rimedio omeopatico Hypericum si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio descritte in precedenza.

1) SISTEMA NERVOSO. Depressione reattiva o con stanchezza e letargia. Depressione post traumatica e post operatoria. Stati depressivi dopo commozione cerebrale. Shock da trauma fisico o emotivo. Stati di ansia e di ipersensibilità generale spesso accompagnati da cefalee congestizie. Anche per la nevrosi della menopausa. Vertigini. Nevriti e nevralgie in genere, spontanee o insorte dopo un trauma accidentale o chirurgico. Sciatica.

2) DOLORI. Dolori di qualsiasi natura e in ogni sede, in particolare quelli provocati da traumi. Sono tipici i dolori, dopo una caduta o un colpo violento, per una lesione al coccige, per una contusione alla colonna vertebrale, per un traumatismo che interessa mani, piedi, collo, spalle, braccia e gambe con difficoltà di movimento. Torcicollo. Lombalgia cronica. Mal di denti e dolori da interventi dentari. Dolori o fitte agli occhi per piccoli traumi. Dolori da ferite e da ustioni. Dolori post-partum. Sintomatologie dolorose legate a processi infiammatori. Dismenorrea. Alluce valgo.

3) FERITE. Ferite di qualsiasi tipo (da taglio, da punta, lacere, lacero-contuse, da arma da fuoco, ecc), per le quali il rimedio attenua il dolore, evita l’infezione e favorisce la cicatrizzazione. Ferite in zone fortemente innervate (polpastrelli delle dita, labbra, ecc.). Ferite penetranti provocate da oggetti appuntiti (spine, chiodi, ecc.), da morsi di animali, da interventi chirurgici. Unghia incarnita.

4) PELLE. Dermatosi fotosensibili. Ustioni ed in particolare eritemi solari. Eruzioni cutanee, tipo orticaria, sulle mani. Herpes labiale e herpes zoster.

5) APP. RESPIRATORIO. Tosse lacerante e secca di tipo nervoso. Asma in ambiente umido, migliorata dall’espettorazione, le cui crisi sopraggiungono o sono aggravate per un traumatismo del sistema nervoso.

6) APP. DIGERENTE. Pressione allo stomaco anche mangiando poco. Distensione addominale (pancia gonfia) migliorata con l’evacuazione. Cefalea, eruttazioni e malessere di stomaco dopo ogni pranzo. Nausea e stimolo di vomitare. Diarrea per lo più estiva, alternata a stipsi.

7) APP. CARDIOVASCOLARE. Palpitazioni. Eretismo cardiovascolare da stress fisico o emotivo. Sensazione che di sera il cuore debba cadere. Polso accelerato e duro. Emorroidi dolorose e sanguinanti.

DOSI

In tutti i casi, diluizione 6CH, 3 granuli o 10 gocce 3-6 volte al dì.

Diluizioni più alte, consigliabili per curare nel profondo gli stati cronici, per la loro incidenza sull’organismo possono essere prescritte solo dal medico omeopata.

Nei casi 3) e 4) sono preferibili, in associazione o in esclusiva, applicazioni con preparati per uso esterno.

(*) V. Note esplicativeHypericum - image  on https://rimediomeopatici.com

Silicea

DESCRIZIONE

Il rimedio omeopatico Silicea si ottiene dalla triturazione con lattosio della silice pura precipitata e dalle successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.

Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti”.

La silice è il biossido di silicio avente formula chimica SiO2. Il composto ha dato il nome all’elemento silicio (dal latino silex), che in natura non esiste allo stato libero, ma solo allo stato combinato come silice o come silicato. Dopo l’ossigeno è il costituente più abbondante della crosta terrestre, in cui è presente nella percentuale del 26% circa in peso.

Hypericum - image  on https://rimediomeopatici.comLo stato fisico più comune della silice che si trova in natura è quello solido cristallino di minerali come il quarzo ed anche come costituente principale di diverse rocce sedimentarie tra cui la sabbia. A temperatura ambiente è un solido poco solubile in acqua e di durezza piuttosto elevata. Il quarzo ha lucentezza vitrea ed in genere i cristalli hanno abito prismatico; è incolore allo stato puro o può assumere diverse colorazioni a seconda delle inclusioni. Importanti giacimenti di quarzo si trovano in Brasile, Madagascar, USA, Canada, Francia, Russia, Svizzera. In Italia cristalli perfettamente limpidi e incolori si trovano nelle cavità del marmo di Carrara.

La silice è di fondamentale importanza per moltissimi animali e piante in quanto è utilizzata come impalcatura per lo sviluppo delle strutture scheletriche.

Era conosciuta fin dai tempi più antichi e veniva utilizzata correntemente per la fabbricazione del vetro.

Ancora oggi la silice è impiegata dall’industria del vetro, la quale assorbe enormi quantità di quarzo, specialmente sotto forma di sabbia, dalla cui purezza dipendono le caratteristiche dei vetri prodotti. E’ altresì adoperata nella produzione della ceramica, della porcellana, degli smalti e del cemento. Altri utilizzi ne vedono l’impiego come materiale refrattario nei forni, come composto di isolanti termici ceramici, come abrasivo, come mescola nei pneumatici per ridurre la resistenza al rotolamento e migliorare la tenuta sul bagnato ed altro ancora.

I cristalli di quarzo possiedono un’importante proprietà, la piezoelettricità, scoperta nel 1880 dai fratelli Jacques e Pierre Curie, che oggi viene utilizzata per tantissime applicazioni industriali. La piezoelettricità è la capacità di alcuni cristalli di generare una differenza di potenziale elettrico se sottoposti a stress meccanico (effetto diretto) e viceversa di vibrare ad una frequenza costante, impostabile dal particolare taglio del cristallo, se sottoposti ad una sollecitazione elettrica (effetto inverso). L’effetto diretto consente la realizzazione di diversi strumenti ed apparecchiature, dal semplice accendigas da cucina, agli strumenti sismici, ai microfoni, ai dispositivi musicali, ai rivelatori di pressione, ecc. L’effetto inverso, combinato con quello diretto, trova la sua più nota applicazione nella fabbricazione degli orologi al quarzo, ove la misura dello scorrere del tempo è determinata dalle oscillazioni di un cristallo di quarzo.

La silice è anche la materia prima per la produzione del silicio elementare che, per la sua natura di semiconduttore, è ampiamente usato dall’industria elettronica per la costruzione di transistor, circuiti integrati, chip ed altri componenti elettronici. Cristalli di silicio costituiscono il materiale maggiormente utilizzato per la costruzione dei moduli fotovoltaici atti a convertire l’energia solare in energia elettrica.

La silice per l’uso omeopatico viene ottenuta come precipitato di un processo chimico che utilizza del quarzo puro in polvere.

CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO

Silicea è un grandissimo rimedio costituzionale, forse è il maggiore fra tutti, atteso che il silicio ed il suo ossido, contenuti nell’organismo umano in quantità infinitesimali, svolgono un ruolo importantissimo attraverso le trasformazioni biologiche a bassa energia (il cosiddetto “effetto Kervran”). La silice è presente nei tessuti connettivi, per la qual cosa agisce su pelle, tendini, legamenti, corde vocali, cartilagini, ossa, mucose, ecc. ed è fondamentale per gli scambi nutritizi cellulari dell’organismo, per la qual cosa una sua carenza può determinare astenia fisica e mentale, nonché un rallentamento dello sviluppo nei bambini.

Per una migliore comprensione delle caratteristiche del rimedio è utile ricercare la sua “similitudine” con la sabbia dei litorali marini di cui, per l’appunto, la silice è il principale costituente.

Pertanto il tipo Silicea (che più usualmente è di sesso femminile, ma può essere anche maschile) ha una costituzione esile, minuta e sottile, proprio come i granelli di sabbia. E’ longilineo, pallido, magro, con scarsa muscolatura e debole capacità respiratoria; può presentare segni di demineralizzazione come le unghie fragili e ricoperte da macchie bianche. La sua costituzione è quindi prevalentemente fosforica.

E’ un soggetto perennemente stanco, sia fisicamente che cerebralmente (e questo richiama la sua costituzione). Qualsiasi attività lo stanca facilmente, è privo di energia, astenico, ancor prima di iniziare la giornata ha già esaurito le sue forze, ha grosse difficoltà di concentrazione, si sente stressato. Nello stesso tempo è uno sfiduciato per eccellenza (probabilmente Silicea è il più sfiduciato di tutta la Materia Medica), ripone poca fiducia in sé stesso e negli altri. Ciò lo rende tendenzialmente apatico, depresso, abulico, senza volontà, privo di qualsiasi stimolo ad agire, annoiato dalla vita e dal mondo che lo circonda. Si sente inadeguato, insicuro, indifeso, per cui teme che chiunque possa essere nei suoi confronti offensivo, aggressivo e pericoloso. Di conseguenza rivela una vera e propria fobia degli oggetti appuntiti (aghi, spilli, forbici, coltelli, ecc.), al punto che la sola vista gli provoca uno stato di ansia e di tensione. Il sonno è agitato e disturbato da incubi.

Hypericum - image  on https://rimediomeopatici.comMa è anche un soggetto molto nervoso, facilmente irritabile, ipersensibile (ai rumori, agli odori, alle luci), che si eccita per un nonnulla, che si infastidisce, che cambia improvvisamente umore e subito si spazientisce. Proprio come il cielo del litorale marino (ricordiamoci la similitudine) che da sereno diventa improvvisamente nuvoloso. Il suo temperamento è quindi prevalentemente nervoso, accompagnato però da diverse connotazioni tipiche del linfatico, nel senso che all’impetuosità del biotipo nervoso segue la stanchezza del linfatico, alla rabbia la calma, all’aggressività l’indifferenza e viceversa.

Inoltre il soggetto Silicea è molto freddoloso, sente sempre freddo, spesso è scosso da brividi anche durante l’esercizio fisico, ha piedi e mani gelidi, le donne avvertono ancora più freddo nel periodo mestruale. Prende freddo alla minima corrente d’aria e questo gli procura angine, dolori, nevralgie, cefalee. Sta bene solo al caldo o esponendosi al sole e ciò ricorda proprio la spiaggia d’estate (continua la similitudine).

Questo biotipo stanco, sfiduciato, nervoso e freddoloso suda abbondantemente, ha cioè una traspirazione eccessiva alla testa, alle mani e soprattutto ai piedi ove il sudore si manifesta con un odore insopportabile. Facilmente è affetto dal cosiddetto “piede d’atleta”, termine con il quale si indica una micosi che colpisce prevalentemente i piedi degli atleti che frequentano luoghi umidi come piscine e docce comuni. D’altro canto poiché è sabbia, Silicea inevitabilmente tiene tutto il giorno i piedi a macerare nell’acqua di mare e ciò crea le condizioni per l’attecchimento e la proliferazione dei funghi (ritorna la similitudine).

Ma la caratteristica fondamentale del soggetto Silicea, ossia il sintomo chiave più importante, è la spiccata tendenza alla suppurazione, talché ogni minima ferita o lesione o piaga (cutanea, di mucosa o ossea) tende ad infettarsi formando pus. Silicea è il grande rimedio dei processi di suppurazione cronica (Hepar sulphur lo è per le suppurazioni recenti), che cioè si trascinano a lungo ostacolando la cicatrizzazione. E’ il caso ad esempio degli ascessi che non si svuotano completamente e che ricompaiono formando delle fistole (tipica è quella anale). Si può pertanto affermare che Silicea è pus (cronico).

Altri segni di richiamo sono la voglia di cibi e bevande freddi (nonostante la freddolosità), l’avversione per il latte, la sensazione di avere un capello sulla punta della lingua, le labbra secche e screpolate, la pelle delicata, la stipsi ostinata, le mestruazioni abbondanti accompagnate da sensazioni di freddo.

I sintomi peggiorano con il freddo umido, con le correnti d’aria, d’inverno, durante le mestruazioni, di sera e di notte, durante l’attività fisica, a seguito di vaccinazioni. Migliorano con il caldo e le applicazioni calde, con la testa coperta, d’estate.

I principali sinergici (complementari) di Silicea sono Calcarea carbonica, Pulsatilla, Sanicula, Thuya.

I principali antidoti (ma che aiutano la sua azione) sono Camphora, Fluoricum acidum, Hepar sulphur.

USO DEL RIMEDIO

Il rimedio omeopatico Silicea si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio descritte in precedenza.

1) PELLE. Eczemi, foruncoli, piaghe suppuranti, ascessi cronici, fistole, psoriasi, unghie deformate o incarnite con macchie biancastre, micosi. Sudorazione abbondante alla testa, al collo, alle mani, ai piedi ove è particolarmente fetida.

2) APP. RESPIRATORIO. Rinofaringite o rinite cronica con rinorrea purulenta. Sinusite. Adenopatie infantili. Laringite con raucedine cronica. Tosse con espettorato muco-purulento. Tracheiti. Bronchiti con tendenza alla suppurazione. Asma bronchiale.

3) ORECCHIO. Otiti frequenti con ostruzione della tromba d’Eustacchio. Otorrea purulenta.

4) OCCHI. Dolore, prurito e bruciore agli occhi, specie al mattino, come da presenza di sabbia. Infiammazione degli occhi. Fistola lacrimale. Orzaiolo. Annebbiamento del cristallino.

5) DENTI. Parodontite. Ascessi gengivali. Odontalgia da cibo caldo o da introduzione di aria fredda in bocca.

6) APP. MUSCOLO-SCHELETRICO. Dolori dorsali e articolari, alle dita della mano o alle piante dei piedi. Stanchezza cronica, astenia. Fratture che guariscono molto lentamente.

7) SISTEMA NERVOSO. Nervosismo, irritabilità, cambio repentino di umore, ipersensibilità agli stimoli esterni, esagerazione dei riflessi, episodi di sonnambulismo e di epilessia, sonno disturbato, nevralgie, cefalee croniche.

8) APP. DIGERENTE. Stipsi cronica con la caratteristica che le feci escono un poco per poi risalire nel retto (feci a molla). Fistola anale. Disgusto marcato per gli alimenti caldi. Vomito e diarrea nei neonati dopo la poppata. Stati di denutrizione dovuti a cattiva assimilazione.

9) APP. GENITALE FEMMINILE. Mestruazioni abbondanti con sensazione di freddo in tutto il corpo. Perdite intermestruali. Possibile blenorragia.

10) APP. GENITALE MASCHILE. Blenorragia. Erezione notturna senza libido.

11) APP. URINARIO. Tenesmo vescicale. Stranguria. Iscuria. Possibili infezioni delle vie urinarie con urine torbide purulenti.

12) APP. CARDIOVASCOLARE. Palpitazioni ad ogni movimento. Polso impercettibile.

DOSI

Per tutti i casi, diluizione 6CH, 2-3 granuli 1-3 volte al dì.

Diluizioni più alte, consigliabili per curare nel profondo gli stati cronici, per la loro incidenza sull’organismo possono essere prescritte solo dal medico omeopata.

(*) V. Note esplicative

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Per scottature-punture d’insetti

Hypericum - image  on https://rimediomeopatici.comLa scottatura è un arrossamento della pelle (eritema) che si verifica dopo un’eccessiva esposizione al calore. Può essere prodotta dal calore irradiato (si pensi ad es. alle scottature solari), oppure dal contatto diretto di parti del corpo con la fonte di calore. A differenza dell’ustione, la scottatura non si manifesta immediatamente ma solo dopo alcune ore quando la pelle incomincia a diventare dolorosa e rossa. Nei casi più gravi possono comparire delle vesciche e si può presentare la febbre a causa del rilascio di alcune tossine. Dopo qualche giorno inizia la desquamazione della pelle.

L’ustione è una lesione dei tessuti causata dall’esposizione degli stessi a fonti termiche, a sostanze caustiche o a sorgenti elettriche. La gravità delle ustioni è determinata dalla profondità  del tessuto e dall’estensione della superficie corporea colpita. In base alla profondità si suddividono in: ustioni di primo grado, che interessano solo l’epidermide (lo strato più esterno della pelle) e che comportano la formazione di un eritema; ustioni di secondo grado, che interessano sia l’epidermide che il derma (strato intermedio della pelle) e che si manifestano con le caratteristiche bolle piene di essudato (dette flittene); ustioni di terzo grado, che interessano l’epidermide, il derma e l’ipoderma (strato più profondo della pelle) ed a volte il tessuto muscolare, i tendini, le ossa e che presentano la necrosi o la carbonizzazione dei tessuti. I sintomi generali sono dolore, bruciore (non presenti nel 3° grado per la distruzione dei recettori nervosi), febbre, infezioni e nei casi più importanti possono aversi complicazioni gastrointestinali, respiratorie e renali. In genere se la superficie corporea ustionata è superiore al 20% si parla di ustioni gravi, se superiore al 40% si parla di ustioni gravissime che possono condurre anche alla morte.

Hypericum - image  on https://rimediomeopatici.comLe punture d’insetti, tra cui le più comuni sono quelle di api, vespe e zanzare, possono provocare sintomi dovuti al veleno che viene iniettato. Tali sintomi sono solitamente locali e si manifestano con dolore, prurito, arrossamento, gonfiore della zona colpita. I sintomi però possono diventare più generali nelle persone allergiche al veleno, arrivando fino allo shock anafilattico che comporta reazioni molto fastidiose e pericolose, quali difficoltà respiratorie, abbassamento della pressione arteriosa, vomito, nausea, prurito e orticaria. In caso di punture di api o vespe, la prima cosa da fare è estrarre il pungiglione e disinfettare con delicatezza la zona colpita, cercando di evitare il più possibile la diffusione del veleno. In caso di punture di zanzare, che si verificano prevalentemente nel periodo estivo, qualora l’introduzione della saliva irritante di questi insetti dovesse provocare la formazione di bolle ripiene di liquido, occorre fare attenzione che dopo la rottura le stesse non si infettino.  

I rimedi che la nonna qui propone risultano efficacissimi per curare scottature, ustioni lievi, punture d’insetti ed altro, donando sollievo immediato e guarigione rapida.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

 

□ Aceto e Limone: un batuffolo di cotone imbevuto in aceto, su cui si appone una fettina di limone, applicato sulle punture di api o vespe, dopo aver rimosso il pungiglione, neutralizza il veleno ed allevia il dolore e il rossore.

 

□ Aglio: in caso di punture di api e vespe strofinare in loco uno spicchio d’aglio. Sostituisce l’ammoniaca.

 

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□ Aloe: prendere una foglia di aloe (buone tutte le varietà), liberarla della parte esterna e strofinare la polpa sulla pelle ustionata. Questo procedimento deve essere effettuato in un luogo dove c’è poca luce, per evitare di ridurne i benefici.

 

 

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□ Amamelide (o Hamamelis virginiana): ha proprietà antinfiammatorie, antisettiche, astringenti, antiemorragiche, antispasmodiche, cicatrizzanti, vasocostrittrici, lenitive ed è indicata nel trattamento delle infiammazioni e irritazioni locali delle mucose e della cute, quali punture d’insetti, piccole ustioni ed altre irritazioni. Se ne prepara l’infuso di foglie (2 – 3 g in 150 ml d’acqua bollente), con cui effettuare impacchi tiepidi sulla parte lesa.

 

 

□ Amido di riso: le scottature sono efficacemente alleviate con impacchi freddi di amido di riso misto ad acqua, oppure si può applicare direttamente sulla pelle ustionata l’impasto di amido di riso e di acqua. In caso di scottature solari è utile fare un bagno tiepido sciogliendo nell’acqua un bicchiere di amido di riso.

 

□ Banana: la polpa di banana applicata sulle punture di api o vespe riduce l’infiammazione, alleviando prurito e dolore.

 

□ Bicarbonato di sodio: l’impasto di bicarbonato di sodio e acqua, applicato sulle punture di zanzare, allevia l’irritazione ed il prurito.

 

Hypericum - image  on https://rimediomeopatici.com□ Borragine (o Consolida): la polpa di radice e foglie fresche, ridotte in poltiglia, oppure le lavande o gli impacchi di queste, entrambi preparati con l’infuso (30 – 100 g di radice e foglie, anche secche, in 1 litro d’acqua bollente), si applica più volte al dì su ferite, lesioni, graffi, piaghe, ustioni, scottature, gonfiori gottosi. E’ ancora più efficace se, oltre alle applicazioni esterne, si assume l’infuso alla dose di 1 cucchiaio 3 volte al dì. Il decotto non si usa perché con l’ebollizione il tannino (polifenolo presente in molte piante vascolari) con la mucillagine (sostanza che aiuta la pianta a trattenere l’acqua) formano un precipitato inutile.

 

□ Cipolla: succo di cipolla o anche fette di cipolla schiacciate, unite a un po’ di sale, applicate sulle scottature recenti, ne calmano il bruciore ed impediscono la formazione di vesciche.

 

□ Cipolla o Prezzemolo: per lenire il dolore ed evitare il gonfiore dovuti alle punture di api o di vespe, basta strofinare leggermente la parte offesa con del succo di cipolla oppure con del prezzemolo tritato.

 

Hypericum - image  on https://rimediomeopatici.com□ Echinacea: la radice di questa pianta ha una marcata attività immunostimolante (favorisce i meccanismi di difesa mediante una maggiore produzione di anticorpi), antinfiammatoria e cicatrizzante (combatte le infezioni e rigenera le cellule per la guarigione delle ferite), antitossica (aiuta le funzionalità di fegato e reni per l’eliminazione delle tossine), antibiotica e antivirale (combatte la proliferazione dei batteri e dei virus), per cui i suoi preparati sono particolarmente indicati nella cura di raffreddori, bronchiti, influenza, febbre, infezione delle vie aeree, dermatiti, herpes, infezioni del tratto urinario. In commercio sono reperibili diverse prodotti di tale pianta (radice), quali: estratto secco, tintura, capsule, pomata, crema, triturato di radice secca, ecc. La nonna preparava il decotto (30 – 50 g di radice secca triturata in 1 litro d’acqua), da assumere alla dose di 2 – 3 tazze al dì. Le applicazioni di pomata o di crema sono utilissime per il trattamento delle affezioni cutanee di tipo infiammatorio con rischio di infezioni, come ulcere, ferite, ustioni, dermatiti, herpes, punture di insetti (aiutano a neutralizzare il veleno e ne evitano la diffusione) ed hanno un’efficace azione cosmetica sulla pelle in quanto sono depurative, rassodanti, antirughe, antismagliature. Sempre per uso esterno, vanno bene anche gli impacchi e le lozioni che utilizzano il decotto preparato per uso interno.

 

□ Ghiaccio: in caso di punture di api o vespe, l’applicazione del ghiaccio, dopo aver rimosso il pungiglione e disinfettato la puntura, evita la diffusione del veleno.

 

Hypericum - image  on https://rimediomeopatici.com□ Iperico (o Hypericum perforatum o Erba di San Giovanni): l’olio con tale pianta è utile nel trattamento di ulcere, piaghe, ferite, punture di insetti, scalfiture della pelle, ustioni, bruciature. La nonna lo preparava così. Mettere 2 pugni di sommità fiorite, insieme ai semi della pianta, in un recipiente di vetro trasparente con coperchio e versare olio di oliva fino a coprire. Esporre al sole per 3 settimane. Filtrare avendo cura di spremere bene la parte solida. Versare in altro contenitore di vetro però scuro, tappare e conservare in luogo fresco e buio. Le applicazioni con tale olio leniscono il dolore, moderano l’infiammazione, proteggono i tessuti lesi, evitano la suppurazione e favoriscono la rimarginazione.

 

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□ Issopo: per facilitare l’assorbimento di lividi, sono utili gli impacchi fatti con l’infuso di foglie e fiori (2 g in 100 ml d’acqua bollente).

 

 

 

 

 

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□ Lavanda: una piccola dose di olio essenziale di lavanda, applicata su punture d’insetti, allevia il prurito e calma il dolore.

 

 

 

 

 

□ Limone: una fettina di limone, sfregata delicatamente sulle punture di zanzare, combatte rapidamente l’irritazione ed il prurito.

 

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□ Malva: in alternativa si possono utilizzare le foglie di malva o di malvarosa.

 

 

 

 

 

□ Olio di oliva: se si sbatte dell’olio di oliva con del vino bianco, si ottiene un eccellente balsamo utile per le scottature e per le bruciature, noto con il nome di “Balsamo del Vangelo” o “Balsamo del Samaritano”. La stessa proprietà la si ottiene sbattendo un albume d’uovo con due cucchiai di olio di oliva. Tali preparati vanno messi il prima possibile su scottature e bruciature.

 

□ Patata: l’applicazione di una fetta di patata cruda direttamente sulla scottatura, da tenere in loco per almeno un quarto d’ora, apporta notevole beneficio ed evita la formazione di vesciche. Va bene anche la patata cruda grattugiata, specie se la zona ustionata interessa il viso. E’ altresì efficace un decotto ristretto di patate anche con le proprie bucce da utilizzare, una volta raffreddato, per fare degli impacchi.

 

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□ Piantaggine: sia la varietà major che quella lanceolata sono efficaci per la cura delle ferite, per le proprietà antinfiammatorie, astringenti, cicatrizzanti, batteriostatiche. La nonna racconta che i contadini quando nel loro lavoro si ferivano, mettevano subito sulla ferita un po’ del suo succo, oppure una fascia pulita imbevuta con esso, ottenendo una guarigione rapida senza suppurazione. Tale pratica veniva utilizzata anche per guarire dai morsi di cani, di serpenti (non velenosi), di insetti.

 

 

□ Sale da cucina: se si sfrega delicatamente con un po’ di sale la zona della puntura di zanzara, dopo averla bagnata con acqua, il prurito diminuisce in breve tempo.

 

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□ Verbasco: gli impacchi con il decotto delle foglie bollite in acqua o latte, applicati sulla parte di pelle interessata, sono utilissimi nei casi di scottature, foruncoli, ulcere, flebiti (queste ultime, com’è noto, sono infiammazioni che colpiscono soprattutto le vene superficiali, in particolare quelle delle gambe), ecc.

 

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Sambucus nigra

DESCRIZIONE

Sambucus nigra, o comunemente sambuco, è un arbusto appartenente alla famiglia delle Caprifoliacee, che vive nei boschi d’Europa e dell’Asia occidentale. In Italia è una specie molto diffusa, la si trova soprattutto nei luoghi incolti ed umidi, lungo i fossi, ai lati delle strade, negli ambienti ruderali, nei boschi umidi e sulle rive dei corsi d’acqua. E’ una Hypericum - image  on https://rimediomeopatici.compianta alta 4–6 m, dal legno compatto, poco sviluppato, sovente obliquo, con midollo cellulosico persistente; corteccia verdastra e sottile da giovane, successivamente grigio-brunastra, scagliosa e fessurata; rami giovani con superficie verrucosa (lenticelle) e midollo tenero e spugnoso. La si riconosce facilmente per le foglie grandi, lunghe 10–30 cm, di colore verde scuro, imparipennate, con margine dentato-seghettato. I fiori sono piccoli, di colore da bianco-panna a bianco-giallognolo, riuniti in infiorescenze ad ombrello molto vistose, larghe 10–25 cm, di odore intenso, quasi nauseante, tale da attirare una moltitudine di insetti, soprattutto i maggiolini. Fiorisce tra aprile e giugno. I frutti sono delle bacche di colore prima verdastro, quindi rossastro ed infine nero-violaceo a maturazione (settembre), lucide, succose, agrodolci, commestibili. All’interno presentano quasi sempre tre logge, ciascuna contenente un unico seme. La pianta viene coltivata anche a scopo ornamentale per le siepi. Dal tronco si ricava un legno duro e consistente che viene adoperato per il lavori al tornio. Al sambuco in passato si attribuivano poteri magici contro streghe e demoni.

Per le sue innumerevoli buone proprietà, la storia del sambuco è però legata agli usi alimentare, cosmetico e farmacologico, tramandati dalla tradizione popolare e contadina ed oggi approvati anche dalla ricerca scientifica.

L’uso alimentare prevede l’impiego dei frutti per gelatine, marmellate e dolci di vario genere. Con essi si può produrre anche una sorta di vino rosso, oppure un colorante e aromatizzante dai diversi usi. I fiori freschi sono ottimi nelle insalate, nelle macedonie, nelle frittate, nelle frittelle e per la preparazione di una bevanda dissetante. I fiori secchi vengono usati per conferire un gusto di moscato a vini bianchi, oppure per ricavare un tea dal sapore gradevole. Le foglie sono impiegate per colorare di verde oli e grassi di uso alimentare. Ma l’utilizzo più comune della pianta in Italia è in liquoreria per la preparazione della famosa sambuca romana a base di anice. I frutti acerbi e tutte le parti verdi della pianta contengono un glicoside, la sambunigrina, che ha un certo grado di tossicità, potendo provocare, a dosi elevate, vomito e spasmi intestinali.

L’uso cosmetico prevede l’utilizzo dei fiori, sia per preparare lozioni addolcenti, sbiancanti e tonificanti per il viso ed altre parti del corpo e sia per preparare maschere astringenti, decongestionanti, emollienti e normalizzatrici della secrezione sebacea.

L’uso farmacologico prevede l’impiego di fiori, frutti, foglie e corteccia in diverse forme di preparati. I fiori secchi sono lassativi, diuretici, diaforetici (favoriscono la sudorazione), espettoranti, antidolorifici. I frutti sono anch’essi lassativi e diaforetici, depurativi, combattono influenza, tosse, asma e reumatismi. Le foglie, sia fresche che secche, hanno capacità antinfluenzali, inibitorie nei confronti dell’Herpes simplex, lassative, diuretiche, espettoranti ed emostatiche; da esse si può ricavare un unguento emolliente per il trattamento di contusioni, slogature, ferite, geloni. La corteccia essiccata è diuretica, fortemente purgativa, emetica (in grado di provocare il vomito) a dosi consistenti, utile nel trattamento di stipsi e artriti.

Nella flora spontanea italiana esistono altre due specie di sambuco, il sambucus ebulus, che è una varietà erbacea ed il sambucus racemosa, presente nei sentieri boschivi di montagna, soprattutto nelle faggete, che ha i frutti rossi e le stesse proprietà di quello nero.

Il rimedio omeopatico Sambucus nigra si ottiene dalla tintura di foglie fresche e fiori della pianta omonima e dalle successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.

Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti”.

CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO

Il rimedio agisce a livello delle mucose delle vie respiratorie, dei muscoli, delle articolazioni, dei reni, delle ghiandole sudoripare. Le sue note caratteristiche sono spasmo ed edema. Il primo interessa soprattutto le vie respiratorie superiori ed inferiori, il secondo può interessare varie parti del corpo: gli arti superiori ed inferiori, il naso (dando luogo ad ostruzione nasale), le vie respiratorie inferiori (dando luogo a dispnea con senso di soffocamento e respiro rumoroso). Gli attacchi di asma vanno e vengono. L’inspirazione è normale, mentre l’espirazione è difficile ed avviene con sospiri. Il muco è denso e vischioso e si accumula nel naso, che risulta secco e completamente otturato. La Hypericum - image  on https://rimediomeopatici.comsudorazione è abbondante e profusa soprattutto al risveglio, mentre è assente durante il sonno. Essa interessa inizialmente il volto per poi estendersi al resto del corpo. Il soggetto spesso dorme con le mani sulla testa, si sveglia frequentemente trasalendo, colto da angoscia, da tremori e brividi, a causa della respirazione impedita o dal senso di soffocamento o dalla tosse. Quando è sveglio ha grande agitazione, muove freneticamente le mani ed accusa tremolio alle stesse durante la scrittura. Ha capogiri e sensazione di confusione, specie durante il movimento della testa, di espansione del cervello e di cranio allungato. Il colorito è pallido, la gola, la bocca e la pelle sono secche, ma non ha sete. Ha solletico e formicolio alla gola, ha espettorazione durante il giorno, ma solo di piccole quantità di muco denso. Le mani e i piedi sono lividi e gonfi. Sente caldo, ma ha paura di scoprirsi anche se suda. Quando è presente la febbre, il corpo è caldo e le estremità sono fredde.

Il rimedio è particolarmente adatto nelle malattie delle vie respiratorie di bambini che hanno le ghiandole del collo infiammate.

I sintomi peggiorano durante il riposo, coricandosi sul lato sx, con la testa in basso, a mezzanotte o verso le 2 – 3 di notte, all’aria fredda e secca, assumendo bevande fredde quando si è surriscaldati.

I sintomi migliorano nella posizione seduta, sollevandosi se coricati, con la pressione, cioè fasciando strettamente la parte dolorante. In genere i miglioramenti sono accompagnati da abbondante emissione di urina.

    

 USO DEL RIMEDIO

Il rimedio omeopatico Sambucus nigra si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio stesso.

1)APP. RESPIRATORIO. Per tutte le affezioni dell’apparato respiratorio, anche con manifestazioni febbrili. Rinite acuta con secrezione tenace, asma, dispnea, laringite stridula con spasmi alla laringe, tracheite, raucedine, tosse secca, soffocante, rauca con dolore al torace sotto lo sterno. Ostruzione nasale dei bambini. Pertosse. Sono utili le associazioni con Ipeca, se c’è anche nausea e vomito, con Moschus, se c’è anche ipersensibilità con bisogno costante di inspirare profondamente, con Polygala, se c’è impossibilità a stendersi e la tosse inizia con starnuti e nei casi di bronchite cronica ed asma negli anziani, con Allium cepa, se c’è lacrimazione non irritante, con Euphrasia, se la lacrimazione è irritante, con Kalium bichromicum o Hydrastis, se c’è rischio o inizio di sinusite, con Antimonium tartaricum, Chamomilla, Cuprum metallicum, Bromum ed altri ancora.

2) ARTICOLAZIONI. Artrite. Affezioni reumatiche acute di articolazioni, con dolori al collo, alle scapole, alla colonna vertebrale, sia a riposo che durante il movimento. Sensazione di pesantezza, intorpidimento e tremore, con dolore e gonfiore, agli arti inferiori (dai piedi alle ginocchia) e superiori (dalle mani agli avambracci).

3) RENI. Affezioni renali con poliuria (emissione abbondante di urina).

DOSI

Diluizione 5 CH, da 1 a 3 granuli ogni 10 – 15 min, allungando i tempi con i miglioramenti.

(*) V. Note esplicative

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Chamomilla

DESCRIZIONE

Il rimedio omeopatico Chamomilla si ottiene dalla tintura della pianta intera fiorita Matricaria chamomilla e dalle successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.

Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti”.

La Matricaria chamomilla o Matricaria recutita,  chiamata anche Camomilla comune o Camomilla tedesca, è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Asteraceae. E’ diffusa in Europa e in Asia ed è naturalizzata anche in altriHypericum - image  on https://rimediomeopatici.com continenti. Cresce spontaneamente nei prati ed in aperta campagna, non oltre gli 800 m; si adatta anche a terreni poveri, moderatamente salini, acidi. Il ciclo di vegetazione è primaverile – estivo, con fioritura in tarda primavera e nel corso dell’estate.

La pianta, spiccatamente aromatica, ha un portamento raccolto, con più fusti scanalati che partono dalla base, più o meno ramificati nella porzione superiore. L’altezza non supera in genere i 50 cm nelle forme spontanee, mentre nelle varietà coltivate può arrivare agli 80 cm. Le foglie sono alterne e sessili, oblunghe; i fiori sono riuniti in capolini globosi, quelli centrali sono tubulosi gialli, quelli esterni sono ligulati bianchi le cui ligule (petali) al termine della fioritura sono rivolte verso il basso.

La pianta di Camomilla possiede diversi principi attivi importanti, contenuti soprattutto nell’olio essenziale che si ricava dai fiori, quali: il camazulene, molecola inorganica che conferisce il colore blu all’olio ed  è responsabile dell’azione antinfiammatoria ed antiallergica; l’alfa-bisabololo, un alcool naturale che per le sue proprietà battericidi, decongestionanti e lenitive è utile per il trattamento di pelli delicate, sensibili o irritate, nonché come fattore di protezione della mucosa gastrica; diversi flavonoidi (tra cui l’apigenina  e la luteolina) che hanno importanti proprietà antiossidanti; le cumarine, che conferiscono il caratteristico odore dolce alla pianta appena tagliata ed hanno proprietà spasmolitiche in grado di inibire la contrazione spastica della muscolatura liscia gastro-enterica e genito-urinaria accompagnata da crampi o da coliche; i polisaccaridi, che hanno un’azione immunostimolante e antinfiammatoria ed effetti sulla microflora intestinale.

Quindi, le principali proprietà terapeutiche di Camomilla sono: analgesica, antinfiammatoria, antisettica, antispasmodica, sedativa, tonica, decongestionante, lenitiva, eupeptica (che aiuta la digestione), carminativa (che favorisce l’eliminazione dei gas intestinali), emmenagoga (che regola le mestruazioni rare o scarse ed eventuali disturbi connessi).

Negli altri usi la troviamo impiegata nei cosmetici come antiallergenico, nei preparati per capelli come fissativo e schiarente, nei vini liquorosi tipo vermouth, nelle confetture, nei chewing-gum, nei gelati e nelle caramelle come aromatizzante. In passato i fiori essiccati venivano usati come tabacco da pipa. Sempre i fiori essiccati riposti negli armadi allontanano tarme ed altri insetti dalla biancheria. L’infuso si rivela un ottimo fertilizzante naturale.

Oltre alla Matricaria esiste un’altra varietà di camomilla che ha proprietà terapeutiche analoghe e precisamente la Anthemis nobilis o Chamaemelum nobile, chiamata anche Camomilla romana, più aromatica, anche se la sua attività in generale è più blanda.

CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO

Chamomilla è un rimedio omeopatico policresto ed è spiccatamente un analgesico. E’ uno dei più importanti rimedi contro il dolore. Ha un’azione calmante su tutto il sistema nervoso e quindi è adatto anche per i sintomi causati da abuso di tè, caffè o narcotici.

La sua costituzione è prevalentemente fosforica, con una componente leggermente sulfurica.

Le sue principali caratteristiche sono intolleranza al dolore e agitazione con enorme sproporzione tra le lamentele e la natura del dolore. Il soggetto è ipersensibile, permaloso, irritabile, stizzoso, litigioso, collerico, incline alla disperazione, non vuole nessuno vicino a sé, non vuole che gli si parli. E’ eccessivamente inquieto e lamentoso, ha una predisposizione al pianto. Tipicamente Chamomilla è il rimedio delle “i”: ipereccitabile, ipersensibile, inquieto, irritabile, intrattabile, intollerante, indocile, insocievole, irascibile.

Il colorito della cute è giallo, i capelli in genere sono chiari o castani. Le piante dei piedi sono molto calde e bruciano di notte, tanto che il soggetto tende a mettere i piedi fuori dalle coperte del letto (come Sulphur).

Il rimedio è adatto per tutti gli effetti dovuti agli stati d’ira: diarrea, coliche, ittero, spasmi muscolari, convulsioni, Hypericum - image  on https://rimediomeopatici.comcrampi, raffreddore, gastralgia. E’ indicato in tutti i casi di indigestione, dovuta ad es. ad abuso alimentare e di cattiva digestione in generale. E’ altresì utile per i problemi dei bambini e dei lattanti dovuti alla dentizione e per il mal di denti degli adulti.

I bambini sono eccessivamente vivaci ed hanno tendenza a spaventarsi, sono sempre scontenti e capricciosi, rifiutano ciò che precedentemente hanno chiesto, cambiano continuamente desiderio, non stanno mai fermi, urlano e piangono, si calmano e si addormentano solo se portati in automobile o se presi in braccio. Quasi sempre presentano una guancia rossa e calda, l’altra bianca e fredda. Hanno sudori caldi abbondanti alla testa e grande sete di acqua fresca.

E’ anche il rimedio degli adulti con dolori artritici e delle donne con sintomatologie dolorose dell’utero, quali dismenorrea, travaglio e post-partum.

In estrema sintesi Chamomilla si adopera specificamente per le problematiche della dentizione, per le conseguenze dell’ira, per la cattiva digestione e per tutte le sintomatologie dolorose.

I sintomi si aggravano con il vento, con il freddo e con l’umidità (tranne il mal di denti e gli altri problemi della bocca che invece migliorano con il freddo), con il riposo e la tranquillità, con il contatto e la pressione, di sera dalle 21 a mezzanotte e di notte coprendosi.

I sintomi migliorano con il caldo, muovendosi, andando in automobile, quelli dei bambini se portati in braccio, quelli gastro-enterici con il digiuno.

I principali sinergici (complementari) di Chamomilla sono Magnesia carbonica, Sanguinaria.

I principali antidoti sono Coffea, Colocynthis, Opium, Pulsatilla.

USO DEL RIMEDIO

Il rimedio omeopatico Chamomilla si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio stesso.

1) TESTA. Vertigini soprattutto dopo un pasto o dopo il caffè, che scompaiono coricandosi. Cefalea con sensazione che la testa scoppi, di pesantezza e di dolore come da contusione. Gengive infiammate con sensazione di denti troppo lunghi. Infiammazione del palato molle con calore locale e forte arrossamento delle zone doloranti. Afte. Alitosi. Occhi infiammati e rossi con dolori agli angoli e secchezza ai margini delle palpebre. Congiuntivite. Otalgia e otite. Parotite. Odontalgia soprattutto monolaterale in basso a dx, talvolta con dolore alla ghiandole sottomascellari. Dentizione nei bambini e nei lattanti: Chamomilla è il miglior rimedio non solo per il dolore ma per tutto ciò che l’accompagna (es. diarrea, insonnia, agitazione psico-motoria, ecc.).

2) APP. GASTRO-ENTERICO. Gastralgia con dolore e senso di peso allo stomaco, lingua giallastra, sapore amaro in bocca, rigurgiti che aggravano il dolore, nausea e vomito. Se di natura psicogena, a volte è utile l’associazione con Belladonna e Ignatia. La sintomatologia è accompagnata da calore e sudorazione al volto, mancanza di appetito, grande sete, avversione per il caffè, singhiozzo. Intossicazione ed abuso alimentare con spasmi addominali e meteorismo, anche con diarrea e singhiozzo. Diarrea con feci aventi odore solforoso come di uova marce e con escoriazione anale. Prurito anale. Emorroidi. Coliche addominali con sensibilità al tatto. Coliche dei lattanti. Stitichezza.

3) APP. GENITALE FEMMINILE. Dismenorrea con nausea e vomito, i cui dolori iniziano prima che le mestruazioni compaiano. Ipermenorrea. Violenti dolori post-partum.

4) SISTEMA NERVOSO. Disturbi del sonno, con insonnia ed angoscia. Difficoltà ad addormentarsi. Sonno agitato con brutti sogni, urli e lamenti. Ansia con agitazione psico-motoria, irritabilità e capricci dei bambini.

5) APP. LOCOMOTORE. Crampi muscolari soprattutto durante la notte, scricchiolii degli arti, articolazioni gonfie e contuse, reumatismi, intorpidimento delle dita con bruciore, rossore e gonfiore (come i geloni). Dolori dovuti a rigidità muscolare alla nuca, lombaggine, sciatica (in tali casi può essere utile l’associazione con Bryonia e Apis).

6) APP. RESPIRATORIO. Raffreddore con ostruzione nasale e secrezione viscida. Faringite dolorosa con gonfiore di tonsille, parotidi e ghiandole sottomascellari. Raucedine con accumulo di muco tenace in gola. Sensazione di oppressione al torace. Tosse anche di origine nervosa. Pertosse.

7) CUTE. Eruzione miliare con prurito e formicolio notturno. Foruncoli e ulcere della pelle.

8) APP. URINARIO. Stimolo ad urinare con ansia. Prurito e bruciore all’uretra durante la minzione con emissione di urina torbida e sedimentosa di colore giallastro.

9) APP. GENITALE MASCHILE. Prurito ai genitali esterni e gonfiore.

DOSI

In tutti i casi acuti, diluizioni D3, D4, D6, 4CH o 6CH, 2-3 granuli o 10 gocce, anche ogni quarto d’ora allungando i tempi di somministrazione con i miglioramenti. In genere, la diluizione D3 in gocce è preferita alle altre.

In tutti i casi cronici, diluizioni 9CH, 15CH o 30CH, una dose ogni 2 – 3 giorni.

Nelle infiammazioni degli occhi è utile l’integrazione con un collirio del rimedio stesso, eventualmente in associazione con Euphrasia.

Nelle problematiche dell’apparato locomotore e della cute, è utile l’integrazione con una pomata contenente il rimedio tra i suoi principi attivi.

(*) V. Note esplicative

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