I Disturbi Specifici del Linguaggio (DSL) fanno parte della famiglia dei disturbi evolutivi specifici.
Sono detti specifici in quanto non causati da altri disturbi evolutivi del bambino, ma colpiscono bambini con intelligenza normale e senza apparenti problemi neurologici. Spesso a tale categoria di disturbi sono associati anche altre problematiche quali, con maggiore frequenza, le difficoltà nella lettura e nella scrittura, le anomalie relazionali, i disturbi emotivi e comportamentali, l’iperattività, ecc. e ciò per l’appunto fa sospettare della sua sussistenza.
I bimbi commettono spesso errori fono-articolari mentre cominciano a parlare. Intorno ai trenta mesi di età la maggior parte di essi acquisisce una buona capacità espressiva. I bambini iniziano a parlare articolando suoni, omettendoli, sostituendoli o modificandoli. A volte essi si esprimono in modo diverso rispetto ai pari, con parti fondamentali delle frasi mancanti. Se permangono oltre la fase nella quale dovrebbero essere superati, cioè oltre i quattro anni di età, i problemi fono-articolari possono segnalare un disturbo del linguaggio.
Alcuni bambini affetti da DSL possono acquisire il linguaggio spontaneamente seguendo lo stesso percorso di bambini con uno sviluppo normale, ma più lentamente. Però nella maggior parte dei casi che mostra un recupero spontaneo sono presenti sia in adolescenza che in età adulta alcune difficoltà linguistiche. Le difficoltà riguardano in particolare:
- l’uso limitato di fasi complesse;
- difficoltà di reperimento delle parole corrette;
- difficoltà nella comprensione e nell’uso del linguaggio metaforico/figurativo;
- ridotta organizzazione del discorso sia scritto che orale;
- problemi di lettura;
- errori grammaticali ed ortografici.
Il bambino con Disturbi Specifici del Linguaggio sa articolare e sa produrre i singoli suoni della lingua, ma stenta ad organizzarli tra loro rispettando le regole fonologiche per formare le parole.
Imparare a parlare non è quindi sempre semplice e automatico. Alcuni bambini hanno bisogno dell’aiuto di professionisti accreditati che li aiutano a sviluppare tutte le competenze necessarie per affrontare l’articolato mondo della parola.
Ovviamente tutto questo lo potrà accertare solo lo specialista. In ogni caso potrebbe essere necessario un trattamento terapeutico multidisciplinare, con l’ausilio di un percorso riabilitativo e rieducativo, che in genere coinvolge anche la famiglia e la scuola, e con il ricorso a farmaci o a rimedi specifici. Anche l’omeopatia potrebbe fornire un contributo con più di un rimedio, tra cui individuare quello (o quelli) più somiglianti al paziente, sia dal punto di vista fisiologico che, soprattutto, dal punto di vista psicologico, con particolare riguardo alle potenzialità e alle difficoltà riscontrate, ai livelli motivazionali, agli ambiti di competenza, ai tempi di attenzione, alle particolari caratteristiche psicologiche, ecc. Il medico omeopata analizza a fondo la situazione ed individua la terapia e la relativa strategia più adatte al paziente, in sinergia con gli altri interventi terapeutici.
Tra i principali rimedi omeopatici spesso utilizzati per situazioni analoghe troviamo
Lachesis: loquacità incontrollata e spesso incoerente.
Lycopodium: Il bambino è insicuro, non crede in se stesso e non ha fiducia nelle proprie possibilità.
(*) V. Note esplicative
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