DESCRIZIONE di Dulcamara
Il rimedio si ottiene dalla pianta di Solanum dulcamara delle Solanacee, in particolare dalla tintura preparata a partire dai gambi verdi e dalle foglie, raccolti prima della fioritura della pianta. La pianta cresce nei luoghi ombreggiati e freschi in Europa, Asia e Africa boreale.
Solanum dulcamara o dulcamara è nota anche con il nome di morella rampicante. L’epiteto specifico, cioè dulcamara, significa letteralmente “dolce-amaro” ed è il sapore conferitole dalla solaceina contenuta nei giovani rametti appena germogliati. Se messi in bocca, i rametti hanno un sapore prima amaro, poi dolce.
È una pianta vascolare perenne con semi, della famiglia delle Solanaceae, appartenente alle angiosperme dicotiledoni.
È un arbusto rampicante velenoso molto diffuso fino a 1400 m. in ambienti con clima temperato, in Asia occidentale e nord America. Predilige luoghi freschi e incolti fra siepi o cespugli o boschi umidi in ambienti ombreggiati su terreno umido e calcareo o siliceo. Le radici sono ben sviluppate; il fusto è molto ramoso, non è spinoso ed ha una sezione cilindrica.
Le foglie sono alterne, prive di stipole e disposte lungo il fusto. La lamina è cuoriforme, scarsamente pubescenza e di colore verde intenso. Le foglie cauline superiori sono sagittate, a forma astato-triloba in quanto ai lati della base del segmento centrale (e quindi del picciolo) sono presenti due orecchiette ovate o lanceolate; le foglie inferiori sono generalmente intere, ovate e appuntite.
I fiori sono ermafroditi, attinomorfi, tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice, corolla, androceo e gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). I fiori emanano un profumo sgradevole.
I frutti sono del tipo a piccola bacca ovata. Le bacche maturano in autunno ed il loro colore, dapprima verde, diventa rosso. Ciascun frutto è diviso in diverse logge che contengono i diversi semi, sia glabri che pelosi, a forma lenticolare.
Molte parti della pianta (le foglie e i frutti in particolare) contengono dei glucoalcaloidi tossici (solanina, solaceina e altri). La pianta contiene anche delle saponine steroiche e acidi (dulcamarico e altri). La parte più velenosa sono le bacche (specialmente immature) che, se ingerite, possono causare vomiti, diarrea o stitichezza, dolori addominali e reumatici, sopore, dermatosi, dolori muscolare e articolari, problemi respiratori anche gravi. La solanina in particolare è una sostanza narcotizzante che colpisce il sistema nervoso centrale.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Dulcamara è il rimedio tipico dei reumatismi che dipendono dall’umidità. È usato per i dolori articolari acuti conseguenti ad esposizione a tempo freddo e umido, che appaiono bruscamente durante un cambiamento del tempo.
Organospecificità: Sistema nervoso Centrale, muscoli e articolazioni, vescica, reni, pelle, bronchi e occhi.
Il rimedio esplica la sua azione anche sulle ghiandole e sulle mucose di cui aumenta considerevolmente la secrezione e si rivela idoneo a trattare i cattivi effetti risultanti dal freddo o dal soggiorno in locali umidi.
Principali indicazioni cliniche: Adeniti; afonia; amenorrea; angina; balbuzie; catarro; tosse; cefalea; Reumatismo muscolare e articolare come conseguenza di raffreddamento; lombalgia; nevralgia; mialgia; cervicalgia; congiuntivite; rigidità nucale; orticaria; paralisi; incontinenza e problemi nella minzione, problemi vescicali; gastroenterite acuta; dermatite; verruche.
Il soggetto Dulcamara è un intossicato; spesso è un tubercolinico, un artritico, uno psorico.
Il malato è soggetto a stati catarrali, prende freddo facilmente ed è estremamente sensibile al freddo umido. La lenta intossicazione del suo organismo provoca una completa mancanza di resistenza. Il freddo umido, il raffreddamento e l’azione dell’umidità si materializza sempre su una mucosa o su un organo.
Nello stato che richiede il rimedio, soprattutto nello stadio catarrale, l’organismo tenta di difendersi, così vi è spesso un aumento delle secrezioni e delle escrezioni: secrezioni mucose, diarrea, salivazione, aumentata traspirazione, eczema trasudante o umido, aumento della diuresi. Ma in seguito, man mano che l’intossicazione progredisce il soggetto elimina meno bene, i suoi reni possono diventare insufficienti, aggravando così lo stato artritico e gli altri sintomi. In uno stadio più avanzato di quello artritico l’intossicazione è profonda, colpisce il Sistema Nervoso e provoca paralisi localizzate.
La donna ha mestrui ritardati, corti, poco abbondanti, preceduti da orticaria generalizzata senza febbre; soppressione dei mestrui con il tempo freddo e umido.
Il rimedio è prescritto per uso sintomatico e anche come rimedio di fondo; in questo secondo caso è usato in qualità di rimedio costituzionale.
Parola chiave: Tutto è provocato dal freddo umido, per i raffreddamenti dopo l’esposizione al freddo umido oppure con i cambiamenti climatici dal caldo al freddo specie se improvvisi.
Modalità: Il soggetto peggiora con il freddo e con l’umidità, migliora con il calore, si aggrava d’estate.
La sensibilità al freddo e all’umidità è tipica delle Solanacee ed è notevole in Belladonna e in Capsicum, ma è massima in Dulcamara. Questa caratteristica rende i suddetti rimedi buoni antidoti di Mercurius.
Baryta carbonica e Natrum sulfuricum sono suoi complementari.
Camphora, Cuprum, Ipeca, Kali carbonicum e Mercurius sono suoi antidoti.
In estrema sintesi al rimedio è possibile attribuire l’etichetta: Dulcamara è il rimedio del macellaio che entra sudato nella camera frigo.
USO DEL RIMEDIO
Afonia e raucedine: in seguito ad esposizione a freddo umido. disfonia e sintomi concomitanti
Balbuzie, paralisi o paresi facciali localizzate alla lingua, alla mascella inferiore, al nervo facciale, alla laringe.
Cefalea: Cefalea muscolo-tensiva. Emicrania. Cefalea che compare con l’umido, che si irradia dall’interno all’esterno, a tempie e fronte; cefalea stordente con pesantezza della testa, che dalla nuca sale all’occipite; aggravamento con il tempo freddo e umido, sdraiandosi e prima di mezzanotte; miglioramento con il tempo secco, con il calore, parlando ed allo scoppiare del raffreddore che libera il naso.
Dolori: lombalgia; nevralgia; mialgia; cervicalgia; rigidità nucale.
Febbre: E’ il corrispettivo di Aconitum nel caso di esposizione a freddo umido. Miglioramento con il calore.
Gastroenterite acuta (diarrea estiva). Dolori prima dell’evacuazione che spariscono immediatamente dopo.
Infezione delle vie urinarie: Cistite subacuta che peggiora con il freddo umido. Vescica irritabile delle donne. Uretrite. Vescica iperattiva con minzioni frequenti, senza bruciore o dolore. Incontinenza urinaria. Il rimedio è usato anche nella cistotrigonite i cui sintomi sono molto simili a quelli della cistite interstiziale, sono il dolore nell’area vescicale, un’elevata pollachiuria (abnorme aumento del numero di minzioni giornaliere), desiderio continuo di urinare, ridotta capacità di trattenere l’urina, nicturia (bisogno di urinare di notte), maggiore sensibilità della vescica, ecc.
Occhi: Congiuntivite. Infiammazione delle palpebre con abbondante secrezione giallastra.
Pelle: pelle secca delicata e sensibile al freddo. Eruzioni cutanee. Dermatite con pomfi. Orticarie generalizzate senza febbre, prima dei mestrui o all’inizio dell’inverno.
Poliposi nasale: Come rimedio per intervenire nella fase acuta
Raffreddore e rinite allergica: Catarro e catarro retronasale. Ostruzione nasale eventualmente seguita dalla secrezione. Rinite allergica. Vari disturbi delle prime vie aeree, come la rinite vasomotoria, la congestione nasale. Il rimedio è utile anche nei casi di ipertrofia dei turbinati ove vanno ricercati tra quelli che hanno un’attività terapeutica elettiva nei confronti delle prime vie respiratorie ed in particolare quelli indicati per la rinite e la rinite allergica, considerato che tra le maggiori cause del disturbo vi sono l’iperattività nasale caratterizzata da rinorrea e conseguente ostruzione nasale.
Reumatismi: Disturbi dolorosi dell’apparato osteo-articolare e muscolare, tra cui il reumatismo muscolare e articolare, la cervicalgia e il torcicollo muscolo-tensivo. Miglioramento con il calore.
Tosse: secca, roca, spasmodica, passando dal caldo al freddo umido
Amenorrea: mestrui soppressi o ritardati, corti, poco abbondanti, preceduti da orticaria generalizzata senza febbre.
Verruche: verruche piane, al dorso delle mani o alle spalle). Il rimedio è particolarmente indicato per quelle piane sul viso.
Vertigini: se dovute a cefalea muscolo tensiva. Il rimedio è utilizzato anche nella sintomatologia che innesca la sincope vasovagale
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(*) V. Note esplicative