Le ulcere varicose sono denominate anche ulcere da stasi o ulcere venose o ulcere trofiche o ulcere crurali. Sono lesioni della pelle causate da una difficoltosa e precaria circolazione venosa e costituiscono l’ultimo livello di insufficienza venosa. Possono presentarsi come complicazioni delle vene varicose e possono accompagnare la dermatite da stasi, che è un’infiammazione cronica della cute degli arti inferiori spesso associata a insufficienza venosa.
Sono ferite della gamba che guariscono con difficoltà o che non guariscono affatto vengono denominate ulcere venose della gamba. Spesso compaiono sul malleolo mediale, cioè sull’osso interno della caviglia. Di regola, colpiscono le persone anziane con diverse malattie di base, la loro insorgenza è favorita dal diabete o dall’insufficienza cardiaca. La causa principale è di solito l’insufficienza venosa di lunga durata e le donne sono più colpite rispetto agli uomini.
Modalità di formazione di un’ulcera venosa della gamba
A causa della difficoltosa e precaria circolazione venosa, le vene non sono più in grado di trasportare il sangue rapidamente dalle gambe al cuore. Il sangue ristagna e dilata le vene. Questa stasi danneggia i capillari, cioè danneggia i vasi sanguigni più piccoli. Di norma, i capillari riforniscono le cellule di ossigeno e sostanze nutritive e trasportano i prodotti della degradazione metabolica lontano dai tessuti. I capillari danneggiati non possono più svolgere adeguatamente questa funzione. Prima di tutto, la cute delle aree affette diventa più sensibile, perde la sua elasticità e diventa più dura e può assottigliarsi. Quindi anche il trauma più lieve e inavvertito può provocare una ferita aperta essudativa. A causa della compromessa circolazione sanguigna il processo di cicatrizzazione non è in grado di rigenerare la pelle ed i tessuti.
La ferita aperta è molto dolorosa.
I microrganismi che colonizzano la ferita e i tessuti circostanti causano la formazione di un odore sgradevole. In molti casi, le persone affette non vogliono uscire ed evitano il contatto con gli altri. I pazienti assumono una postura di protezione a causa del dolore e muovono l’arto affetto il meno possibile. Questa mancanza di movimento, a sua volta, disattiva il meccanismo di pompa che trasporta il sangue in direzione del cuore e inizia un circolo vizioso.
Le ulcere varicose generalmente sono di impossibile guarigione spontanea per la loro localizzazione su tessuti che non sono più nutriti in maniera adeguata.
La prevenzione consiste principalmente nel tenere sotto controllo il peso corporeo e nell’adottare una dieta bilanciata. Inoltre è bene fare una costante attività fisica e correggere eventuali difetti posturali che possono causare problemi circolatori. Sarebbero utili anche altri accorgimenti, come un’alimentazione ricca di frutta e verdura, il riposo, tenere le gambe in posizione orizzontale ed i piedi sollevati, facendo contemporaneamente dei movimenti con le gambe, la notte tenere le gambe alzate rispetto al piano del letto, ecc.
La problematica quindi richiede la sorveglianza medica e la scelta oculata dei rimedi specificamente adatti, seguendo attentamente sia la sintomatologia che l’evoluzione delle formazioni patologiche. Relativamente all’omeopatia i rimedi potenzialmente utili a trattare le ulcere varicose sono numerosi, diversi per caratteristiche e patogenesi.
I rimedi omeopatici più utilizzati in assoluto per tali problematiche sono Aesculus hippocastanum e Hamamelis, che si rivelano particolarmente adatti per il trattamento delle varici in qualsiasi sede, giacché irrobustiscono le pareti dei vasi sanguigni ed aumentano l’elasticità dei capillari, ma soprattutto perché espletano una spiccata azione vasocostrittrice ed antinfiammatoria che si concentra in modo particolare sul sistema venoso.
Tra gli altri rimedi maggiormente adoperati troviamo:
Arsenicum album: se l’ulcera è superficiale, è sanguinante ed ha i bordi rossi.
Calcarea fluorica: varici e varicosità, dilatazioni venose. Migliorano con il calore, con il movimento e con il massaggio.
Carbo vegetabilis: se l’ulcerazione ha un essudato maleodorante.
Fluoricum acidum: vecchie ulcere non dolenti dai bordi rossi e induriti. Il rimedio ha un’azione profonda sui tessuti venosi. I sintomi migliorano con applicazioni fredde e camminando all’aria aperta.
Graphites: in soggetti apatici, grassi e freddolosi.
Hydrastis: ulcere dolorose.
Kali bichromicum: se l’ulcera è profonda, ha i bordi netti e solitamente si presenta come coperta da una pellicola.
Lachesis: il soggetto generalmente ha colorito rosso e congestionato, è robusta e muscolosa, è gelosa, è diffidente, è depressa al mattino e nervosa la sera. I sintomi peggiorano con il caldo intenso.
Lycopodium: insicurezza, paura di non riuscire, debolezza psico-fisica, emotività, irritabilità, irascibilità, senso di responsabilità, ambizione che guida nell’agire e nel prendere le decisioni. La lateralità è prevalentemente destra o da destra a sinistra, peggioramento con il calore.
Lachesis e Lycopodium sono rimedi sinergici di forte grado, per cui la loro associazione rafforza e completa la terapia.
Mercurius solubilis: se l’ulcerazione è infetta ed è a bordi irregolari.
Mezereum: ulcerazioni con secrezioni purulente, coperte di croste bianco-giallastre, circondate da vescicole brucianti molto pruriginose, ogni vescicola è circondata da un’aureola rosso brillante.
Nitricum acidum: ulcera con bordo irregolare.
Sepia: è pallida, è debole, ha forte pesantezza alle gambe, è aggravata da tutto ciò che peggiora la sua congestione venosa (come ad es. nella fase premestruale).
Sulphur: Miglioramento con il tempo secco e caldo, stando coricato sul lato destro. Odore sgradevole della pelle.
Tra i rimedi omeopatici spesso utilizzati ci sono anche Carbo animalis, Cardus marianus, Clematis vitalba, Poeonia e Silicea.
In diversi casi vengono utilizzati, in associazione o da soli, dei gemmoterapici M.G. D1 come Aesculus hippocastanum che è un flebotonico, per cui particolarmente indicato nell’insufficienza venosa e nella fragilità capillare e/o Castanea vesca, o Sorbus domestica, che sono indicati nelle turbe della circolazione venosa in generale e delle vene varicose in particolare. Sorbus domestica M.G. D1 è anche un tonico linfatico, per cui particolarmente adatto nel trattamento delle manifestazioni di insufficienza venoso-linfatica degli arti inferiori
Per quanto riguarda la diluizione, che è un parametro anch’esso molto personale, come primo approccio e nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata, in genere ci si orienta verso le basse o le medio-basse diluizioni (ad es. fino a 9CH), che solitamente si utilizzano in ragione di pochi granuli pro-dose (3 possono essere sufficienti), più volte al dì secondo necessità (ad es. fino a 2-3 volte), lontano dai pasti.
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