Lichen ruber planus
Il Lichen ruber planus è una dermatosi ad andamento solitamente cronico. E’ caratterizzata dalla comparsa, sulla cute e sulle mucose, di papule con caratteri peculiari che, nella maggioranza dei casi, rendono la malattia facilmente differenziabile da altre malattie a carattere papuloso. Subiettivamente il sintomo predominante è il prurito. Anche l’aspetto istopatologico delle lesioni è affatto tipico, con interessamento dell’epitelio e della parte più superficiale del derma sottostante.
Oltre alla forma tipica, si distinguono diverse altre varietà del lichen r. p. che da essa più o meno si allontanano per gli aspetti clinici e anatomopatologici.
La malattia è relativamente comune; ha, all’incirca, la stessa frequenza nel sesso maschile ed in quello femminile, e predilige individui in età matura. E’ rara nell’infanzie e nella vecchiaia.
Questa malattia attirò dapprima l’attenzione della scuola francese e di quella tedesca. Tuttavia i primi veri studi furono condotti dall’inglese Erasmo Wilson. Quindi il Lichen r. p. A partire dal 1867 la malattia prese anche il nome di Lichen di Wilson.
Le cause capaci di determinare la malattia non sono del tutto note. Si è pensato ad una particolare predisposizione costituzionale piuttosto che ad un eventuale contagio o ad una possibile origine infettiva visto che alcune chiazze hanno una tendenza alla risoluzione centrale, ed hanno buoni effetti le cure con preparati chemioterapici, vaccini e antibiotici. Non è esclusa anche una correlazione con alcuni fattori psichici e neurologici dal momento che l’insorgenza del Lichen r. p. è stata osservata anche in individui colpiti da improvvisi traumi psichici. Solitamente la malattia compare in soggetti sovraffaticati intellettualmente o, comunque, debilitati mentalmente. In questi soggetti gli interventi psicoterapeutici hanno portato ad un miglioramento del quadro clinico.
Non è raro osservare il lichen zoniforme che si dispone lungo il decorso dei tronchi nervosi. Qualcuno riferisce buoni risultati con l’uso di vitamine del gruppo B.
È stato osservato che alcune sostanze chimiche, tra cui alcuni farmaci, sono capaci di far insorgere il Lichen, o di acutizzare la malattia o di provocare ricadute in coloro che ne hanno sofferto.
Qualcuno ipotizza anche una patogenesi di tipo autoimmune.
Le prime manifestazioni insorgono in corrispondenza dello strato connettivale con la dilatazione della rete vasale sottopapillare. Nel derma si forma un edema e l’epidermide è ispessita e pruriginosa.
Il Lichen r. p. insorge spesso in modo subdolo preceduto o meno da prurito. Compaiono piccoli rilievi papulosi, grandi quanto una punta di spillo, che poco a poco si ingrandiscono, di colore roseo tendenti al lilla, depressi nella parte centrale, tanto da dare l’impressione di un’ombelicatura. Qualche volta questi rilievi sono ricoperti da una scarsa desquamazione, così da assumere un colore rosso-grigiastro e una particolare lucentezza. Con l’andare del tempo i singoli elemento confluiscono costituendo chiazze che possono anche raggiungere il diametro di qualche cm. Se le chiazze vengono ripulite con olio di cedro si nota la comparsa delle “strie bianche di Wickham” su uno sfonfo roseo-lilla. Le strie bianche di W sono dovute a fenomeni di ipercheratosi e alla distribuzione irregolare della cheratoialina.
La cheratoialina è una miscela di varie sostanze, tra cui ricordiamo la profilaggrina. La profilaggrina è una proteina che viene defosforilata a filaggrina. Essa funziona come supporto meccanico per l’assemblaggio dei filamenti di cheratina. Si vengono così a formare delle macrofibrille, una specie di cordoni di cheratina che poggiano sulla filaggrina.
Il lichen r. p. può interessare qualunque regione cutanea, ma le sue localizzazioni preferenziali sono le facce flessorie degli arti, il basso addome, le regioni genitali e le parti laterali del tronco ma si localizza anche al cuoio capelluto, al palmo delle mani, alla pianta dei piedi, a livello della mucosa orale, ecc. Il Lichen ruber planus del cavo orale è una delle cause più ricorrenti della “sindrome della bocca urente”
Il Lichen ruber planus presenta un andamento decisamente cronico, di mesi o anche di anni. Può mostrare periodi di quiescenza, durante i quali si presenta estremamente ridotto in estensione o simula addirittura la guarigione.
Subiettivamente la dermatosi è caratterizzata dal prurito, che può essere discreto, intenso, e, talora, anche intensissimo. Eccezionalmente esso manca del tutto. Non pruriginose sono invece le lesioni situate sulle mucose esterne. Molto raramente c’è anche un rialzo termico.
Il Lichen ruber planus può mostrare diverse varietà, che riguardano la disposizione o la conformazione delle papule.
Lichen circinato quando la dermatosi assume aspetto girato o figurato, come nel lichen della cute dei genitali esterni.
L. lineare, zoniforme o neviforme quando le papule si dispongono linearmente lungo il decorso di un vaso o di un nervo
Lichen corimbiforme quando si ha una papula madre attorno alla quale si dispongono altre più piccole, a grappolo
Lichen bolloso o penfigoide quando il lichen si accompagna a bolle o a vescicolazione
L. piano peripilare con piccoli elementi ipercheratosici bianchi che al tatto danno l’impressione di una raspa
Lichen verrucoso o corneo o ipertrofico caratterizzato da chiazze di aspetto verrucoso e di colore bianco-sporco al centro e rosso-bruno alla periferia che compaiono sul viso o sugli arti inferiori, contornate da qualche papula isolata. Di solito sono estremamente pruriginose.
Lichen piano atrofico o sclerosus quando le papule tendono a scomparire lasciando il posto a piccole chiazze atrofiche o sclerose, di colore biancastro e di particolare consistenza alla palpazione.
Lichen spinulosus il cui termine indica una condizione di cheratosi acuminata a sede follicolare, di colore giallastro, incassato in una massa anch’essa cheratosica, che circonda lo stesso follicolo del pelo.
Tra i rimedi omeopatici che vengono spesso utilizzati nei casi di L.r.p. troviamo Mercurius corrosivus, Sulphur iodatum, Aurum muriaticum natronatum, Berberis vulgaris, Arsenicum album, anche in associazione.
Lichen scrofulosorum
La dermatosi appartiene al gruppo di alcune tbc (le tbc ematogene paucibacillari) ed è caratterizzata da un’eruzione micropapulosa con distribuzione figurata. L’affezione ha una natura tubercolare ed è considerata come una reazione secondaria ad un focolaio di tbc.
La dermatosi si manifesta con l’eruzione di piccole numerose papule lichenoidi di forma conica che si presentano sempre in agglomerati senza confluire. Sono di colore bruno-rossastre, spesso perifollicolari e insorgono principalmente sull’addome, sul tronco e soprattutto lateralmente e sulle parti prossimali degli arti. Non sono pruriginose e non provocano alcun disturbo soggettivo.
Lichen simplex cronico
È una dermatosi papulosa di solito circoscritta la cui eziologia è sconosciuta. È noto anche come neurodermite o dermatite zero ed è una condizione infiammatoria cronica della pelle caratterizzata da prurito, da placche secche, squamose, ben delimitate e da cute ispessita che peggiora nel tempo con il grattamento, specie se sono interessate le aree inguinali, sovrapubica e scrotale.
Tra i rimedi più spesso adoperati per le dermatiti secche e squamose troviamo Arsenicum album, Arsenicum iodatum, Hydrocotyle asiatica e Natrum sulphuricum.
Lichen Striatus
È una malattia cutanea benigna a carattere infiammatorio ed evoluzione autolimitante, cioè che tende a risolversi in modo spontaneo. Infatti di solito compare improvvisamente, si sviluppa nel giro di pochi giorni o settimane e scompare spontaneamente nell’arco di qualche mese, ma può durare anche qualche anno. L’origine della malattia è sconosciuta. Colpisce prevalentemente i bambini e gli adolescenti, può essere bilaterale, non è soggetta a cronicità e recidive, non lascia conseguenze, potrebbe solo lasciare una colorazione più chiara sulla pelle che si attenua nel tempo e spesso scompare del tutto.
Diversi casi sono stati trattati con rimedi omeopatici come Mercurius corrosivus, Sulfur iodatum, Aurum muriaticum natronatum, Berberis vulgaris, Arsenicum album, anche in associazione.
In estrema sintesi:
Arsenicum album risulta maggiormente adatto quando la desquamazione somiglia alla forfora od a piccoli lembi, il prurito è bruciante e peggiora durante la notte;
Arsenicum iodatum quando la pelle è indurita, la desquamazione avviene a lembi, il prurito è intenso;
Aurum muriaticum natronatum se il prurito è insopportabile in tutto il corpo e c’è un’eruzione di piccole protuberanze, alcune coperte con croste;
Berberis vulgaris Piccole pustole rosse e urenti su tutto il corpo. Le pustole prudono e fanno male se vengono toccate. Esse si trasformano in macchie scure, simili a grandi lentiggini.
Hydrocotyle asiatica quando la pelle è ispessita;
Mercurius corrosivus se c’è bruciore e arrossamento della cute, con formazione di piccole vesciche;
Natrum sulphuricum quando le squame si presentano larghe, sottili, e trasparenti, tanto che si intravede il derma sottostante.
Sulphur iodatum se le eruzioni pustolose sono persistenti, leggermente trasudanti, con pruriti intensi. Pustole sul labbro superiore Rash pruriginoso sulle braccia, come orticaria.
In diversi casi viene associato qualche gemmoterapico della Fitoterapia rinnovata come ad es. Ribes nigrum M.G. D1 che è un ottimo cortisone-like, con attività antinfiammatorie e antistaminiche ed è un ottimo regolatore del sistema immunitario e/o Cedrus libani M.G. D1 che è indicato nel trattamento degli eczemi secchi, delle dermatosi secche, lichenificate e pruriginose.
(*) V. Note esplicative
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