La balbuzie è un disturbo della parola, è un’alterazione della parola caratterizzato da modificazioni del ritmo di eloquio con interruzioni o blocchi spasmodici che incorrono durante la fonazione.
Il soggetto balbuziente ripete involontariamente sillabe o parole e prolunga suoni con frequenti pause o blocchi durante la conversazione. La locuzione “disfluenze verbali” definisce questi blocchi.
L’alterazione della parola compare e si accentua quando la tensione sale e si attenua quando si è più tranquilli e rilassati. Esiste una balbuzie primaria, detta anche pseudobalbuzie o balbuzie di rodaggio, che generalmente tende a regredire ed a risolversi spontaneamente, e una balbuzie secondaria, detta anche balbuzie vera, che generalmente insorge in età scolare e richiede un trattamento specifico diversificato, comprendente un intervento rieducativo logopedico.
La persona che balbetta non è in grado di esprimere verbalmente, in modo continuo, un pensiero o un concetto, nonostante lo abbia già formulato mentalmente, in quanto presenta difficoltà a trovare nei limitati tempi della conversazione le parole al momento giusto. L’espressione verbale è più lenta del pensiero e quindi il bambino “inciampa” sulle sue parole.
Il disturbo compare prevalentemente dai 3 ai 5 anni, con incidenza nettamente minore negli anni successivi. La comparsa all’età di 3 – 5 anni coincide con il passaggio dal linguaggio emotivo al linguaggio preposizionale. La comparsa della balbuzie dopo la pubertà è estremamente rara ed avviene solitamente in seguito a traumi cranici o a compressioni a livello cerebrale dovute a tumori o a problemi circolatori, ictus, ecc. Altre cause comprendono l’abuso di droghe e gli eventi emotivamente traumatici (es. lutto, interruzione di una relazione o reazione psicologica ad uno stress fisico).
Negli adolescenti e negli adulti può scomparire in situazioni come il canto o la ripetizione di un testo appreso a memoria. I bambini balbuzienti hanno le stesse capacità intellettive dei coetanei, però la balbuzie può avere un significativo impatto cognitivo e affettivo negativo nei balbuzienti.
Ci sono varie teorie circa l’origine della balbuzie:
ereditarietà rilevata nello studio dei gemelli;
teorie organicistiche secondo le quali l’origine sarebbe dovuta a una sofferenza del SNC, sofferenza che è comparsa nel periodo embrionale, o neonatale o postnatale (alcolismo, sifilide, immaturità, traumi da parto, encefalite, meningite, tossicosi, ecc.);
teorie psicogenetiche secondo le quali il disturbo sarebbe dovuto ad elementi di ordine psicologico;
teoria della balbuzie come conflitto imparato secondo la quale la B. è un blocco momentaneo della parola fino dall’infanzia, da parte di due forze in conflitto: “tendenza a non parlare” per timore di non essere in grado di fare un discorso chiaro e fluente, e la “tendenza a parlare” di cui sono responsabili i genitori con il loro inadatto atteggiamento educativo. La comparsa della B. è la fase successiva che rappresenterebbe la fine del conflitto;
teorie foniatriche secondo le quali la B. è dovuta ad un’alterazione del controllo acustico e del controllo propriocettivo e da interferenze nei sistemi di feed-back verbo-motori o da una incertezza nella scelta delle parole da usare durante il discorso.
Tale disfluenza può portare a stati d’ansia, fobie specifiche, forme di evitamento, forme di depressione e isolamento auto-imposto, in relazione agli episodi traumatici vissuti. Tale fenomeno crea inevitabilmente un circolo vizioso. Le conseguenze psicologiche della balbuzie non sono da sottovalutare. Con il tempo possono sopraggiungere alcuni comportamenti secondari come il battito degli occhi, i movimenti delle labbra, così come la paura e l’evitamento di suoni, parole, persone o situazioni in cui si parla. Alla fine, molti diventano pienamente coscienti del proprio disturbo e cominciano a identificarsi come “balbuzienti”. Con questo può comparire una più profonda frustrazione, l’imbarazzo e la vergogna.
Il balbuziente ha a che fare con il suo problema in qualunque ambito. Non a caso il disturbo può complicare l’inserimento del soggetto colpito in ambito scolastico e lavorativo.
Spesso il bambino o il ragazzo balbuziente è bersaglio di fenomeni di bullismo, in quanto il soggetto colpito non è in grado di difendersi verbalmente, e questo va ad appesantire la situazione di sofferenza che il disturbo di per sé causa.
I sentimenti di imbarazzo, vergogna, frustrazione, paura, rabbia e senso di colpa sono frequenti nei balbuzienti, e possono accrescere la tensione e lo sforzo, anche arrivando ad avere attacchi di panico, il tutto contribuisce a un aumento del disturbo.
I maschi ne sono più colpiti delle femmine. L’incidenza nei maschi è dell’80%, nelle femmine è del 20%. Tale particolare predisposizione per il sesso maschile non è stata ancora sufficientemente spiegata.
La balbuzie è stata oggetto di interesse scientifico, curiosità, discriminazione e ridicolizzazione.
Nella storia si ricordano balbuzienti come Demostene, Mosè, l’Imperatore Romano Claudio, r e Giorgio VI d’Inghilterra e il Primo Ministro Winston Churchill.
Già all’epoca parecchie furono le teorie sulla origine della balbuzie e tanti anche i tentativi di cura tra i quali il taglio della lingua che veniva effettuato nel diciottesimo e diciannovesimo secolo, in Europa. E prima ancora metodi per correggere questo squilibrio Credendo che la paura aggravasse la balbuzie, Geronimo Mercuriali, scrittore del sedicesimo secolo, suggerì tecniche per superarla. Tra le tecniche suggerite c’era il cambio di dieta, la riduzione nell’attività sessuale (solo per gli uomini) e le purghe.
In Inghilterra per secoli furono utilizzate “cure” quali bere costantemente dell’acqua dal guscio di una lumaca per il resto della propria vita, “colpire un balbuziente in faccia quando il tempo è nuvoloso”, rinforzare la lingua alla stregua di un muscolo, e vari rimedi a base di erbe. Allo stesso modo furono avvalorate teorie sulle cause della balbuzie che oggi sono considerate bizzarre. Tra queste ci sono: solleticare troppo i neonati, mangiare in modo inappropriato durante l’allattamento, permettere a un neonato di guardarsi allo specchio, tagliare i capelli del bambino prima che abbia pronunciato la sua prima parola, avere una lingua troppo piccola, o l’opera del diavolo.
Un trattamento terapeutico multidisciplinare, che in genere coinvolge il bambino, la famiglia e l’ambiente in cui vive, oggi è assolutamente in grado di dare delle risposte positive ed in moltissimi casi risolutive del problema, il quale comunque, anche se a fasi alterne, può avere una tendenza regressiva spontanea. E’ il caso quindi di parlarne con la pediatra. Per quanto riguarda l’omeopatia, certamente Stramonium è uno dei più importanti rimedi adoperati per la balbuzie, perché è il rimedio principe dei disturbi legati ai fattori soppressivi, convulsivi, spasmodici, costrittivi di ogni genere e quindi anche della balbuzie. A volte vengono associati Gelsemium (per un contributo all’emotività e per i disturbi della trasmissione di stimoli) e Causticum (per un aiuto a faringe e laringe) a bassa diluizione, allo scopo di completarne e rafforzarne l’azione.
Altri rimedi sono
Baryta carbonica Adatto ai ritardi semplici di linguaggio dei soggetti carbonici. Rimedia maggiormente la pseudobalbuzie che la balbuzie vera.
Bovista: b. dei bambini.
Calcarea fluorica Specifico per ridurre le disarmonie verbali, soprattutto quando hanno carattere funzionale e transitorio. Puo’ dare il suo contributo in maniera variabile, in soggetti che manifestano la balbuzie nell’ambito di un contesto di disarmonia generale molto piu’ ampio.
Calcarea phosp rimedio costituzionale sforzo mentale e sovraffaticamento intellettuale della costituzione fosforica. Trova il suo impiego in soggetti che: a) peggiorano pensando alla loro balbuzie ed in generale pensando ai loro disturbi; b) presentano evidente conflitto tra una ricca competenza linguistica e la capacita’ di produzione verbale periferica; c) hanno ciclotimia con note di iperemotivita’ e tendenza agli attacchi di panico.
Spesso fa errori scrivendo, scrive o ripete inesattamente le parole. Per questi motivi si rivela spesso utile negli adolescenti con problemi scolastici. È uno dei medicamenti particolarmente adatti agli studenti.
Corrisponde bene a giovani nervosi ed agitati, che non sanno di cosa occuparsi, ma manifestano un’inquietudine che li spinge a voler andare da un posto all’altro.
Calcarea sulph Simile al precedente. E’ utile soprattutto in pediatria, in bambini che non si sentono apprezzati quanto meritano e che si offendono per la minima cosa.
Causticum Paresi e paralisi della lingua con imbarazzo della parola e morso della guancia mentre mastica. Agitazione e ansia che impediscono il sonno.
Cuprum met E’ specifico per gli spasmi muscolari di ogni tipo, sia tonici che clonici. Spasmi alla lingua con difficoltà di parola, è un valido rimedio per la balbuzie. Migliora l’irrequietezza. Va associato a rimedi similari e di costituzione.
Gelsemium E’ specifico per ansia e tremori, con paura di parlare in pubblico ed ansia di anticipazione. E’ quasi indispensabile per la maggioranza di soggetti affetti da balbuzie vera, soprattutto in situazioni di eloquio in pubblico.
Ignatia Migliora rapidamente ansia e malinconie, riducendo spasmi e somatizzazioni varie. E’ complementare ai 3 precedenti rimedi. Specifica per la distonia neurovegetativa e le sue manifestazioni.
Natrum muriatucum anch’esso simile al primo. Agisce su soggetti che alternano frequentemente malinconia ed allegria, con netta tendenza a pensare agli eventi tristi del passato. Il paziente peggiora costantemente se viene consolato, sino a respingere alcuni tipi di psicoterapia; ricerca la solitudine, ma sta meglio in compagnia. Perciò è adatto a terapia logopedica e psicologica di gruppo.
Sempervirine Nitrate utilizzato in omeopatia per trattare vari disturbi dell’organismo senza alterarne gli equilibri.
Nux vomica E’ il rimedio adatto ad ansietà, collera e spasmi di un soggetto balbuziente, soprattutto sulfurico, permaloso, che non tollera l’ingiustizia. Risolve anche la distonia nervosa d’accompagnamento.
Phosphorus rimedio simile al precedente. E’ adatto a soggetti particolarmente estroversi, che peggiorano verso sera e manifestano ansietà marcata in rapporto al cambiamento di tempo, sino ad angoscia durante una tempesta. Migliora con la rassicurazione, quindi con la sola presa in carico logopedica e con una buona empatia con il terapeuta.
Valeriana off Molto simile al precedente rimedio. Cura eccitazione con ansieta’ e spasmi generalizzati, umore estremamente variabile e distonia neurovegetativa.
Sulphur Simile al precedente. Rimedio per il soggetto che non tollera il sentir parlare e desidera il silenzio
Sono parimenti adoperati Argentum nitricum, Atropinum, Belladonna, Cannabis sativa, Dulcamara, Euphrasia, Hyosciamus niger, Kali bromatum, Lachesis, Lycopodium, Natrum carbonicum, Nux moschata, Ruta graveolens, Secale cornutum, Spigelia e Veratrum album.
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(*) V. Note esplicative