All’origine del disturbo alimentare definito fame nervosa ci sono quasi sempre fattori psicologici ed emotivi che occorrerebbe cercare di individuare e rimuovere, avviando nel contempo un percorso di rieducazione alimentare e di miglioramento del proprio stile di vita.
La fame nervosa si esterna con un desiderio ardente ma ingiustificato di cibo che non si riesce a gestire. È una risposta psicologica o psicosomatica negativa che sopravviene a fronte di una condizione di disagio.
Le cause sono per lo più di natura psico-emotive. Agitazione e/o ansietà, Calo del tono dell’umore e depressione sono le emozioni scatenanti. A monte vi è principalmente la difficoltà nella metabolizzazione di un lutto, l’infedeltà del coniuge, le difficoltà economiche, il licenziamento, l’aborto, la separazione coniugale, la gestazione indesiderata, il divorzio ecc. Ma talora possono avere un peso enorme anche situazioni “normali” come un trasloco, il cambio di lavoro o dissapori con il capo, piccole frustrazioni, l’organizzazione delle ferie o il rientro dalle stesse ecc.
Il cibo viene visto come unico modo per sconfiggere la tristezza di un momento, oppure per calmare l’irrequietezza e l’agitazione dovuti all’ansia. Ma il cibo viene visto anche come un motivo per concedersi una pausa dal lavoro, dallo studio o da qualsiasi altra attività noiosa, o ancora un modo per scaricare e sfogare la rabbia. In tutti questi casi, si ricorre al mangiare non per soddisfare un bisogno fisiologico, ma per saziare una voglia di cibo scatenata da segnali emotivi.
Se è di lieve entità il problema può essere efficacemente fronteggiato e gestito con stratagemmi logici e facilmente applicabili.
Due elementi che ne favoriscono la gestione sono l’esercizio fisico e il rilassamento sia fisico che mentale. Alcune tecniche utili allo scopo sono il Training autogeno, il rilassamento guidato, la meditazione, gli esercizi di yoga ecc.
Dal punto di vista alimentare nei momenti critici sarebbe buona regola evitare gli snack e ciò che ci “suggerisce l’istinto”. Sarebbe meglio mettere sotto i denti ortaggi quali carote, rapanelli, sedano, pomodori, ecc., nonché evitare di nutrirsi con cibi molto calorici.
Senza dubbio la fame nervosa è un problema maggiore in chi segue una vita sregolata e una dieta altrettanto disordinata.
Un aiuto può venire dall’omeopatia
Spesso la cura omeopatica segue due linee di azione: una sintomatica e l’altra di fondo.
Tra i principali rimedi omeopatici che vengono utilizzati per la fame eccessiva, a bassa diluizione per controllare il sintomo, troviamo:
Abies nigra, Anacardium orientale, Antimonium crudum, Argentum nitricum, Arsenicum album, Calcarea carbonica, Capsicum, China, Coffea, Gelsemium, Graphites, Hepar sulphr, Ignatia, Hypericum, Kali phosphoricum, Natrum muriaticum, Natrum sulphuricum, Nux vomica, Sulphur, Thuya.
La fame può essere definita come il bisogno di mangiare e rappresenta una sensazione in grado di determinare un comportamento complesso in cui lo scopo è quello di soddisfare questo bisogno. La sua esistenza è conosciuta in tutto il regno animale. Il suo periodico ripetersi che, con frequenza variabile, determina l’assunzione di nutrimento, è d’importanza vitale.
Cibarsi rappresenta un bisogno ineluttabile per tutti gli esser viventi e, se i mezzi biologici e fisiologici ad esso preposto variano considerevolmente secondo il posto occupato dagli animali nella scala zoologica, la soddisfazione di questo bisogno indispensabile ad ogni tipo di vita.
Per un certo periodo di tempo ogni essere vivente può condurre una vita autonoma, all’interno di un circuito chiuso, ma presto la possibilità di autoregolazione si esaurisce e diventa inevitabile attingere gli alimenti indispensabili al mantenimento della vita dall’ambiente esterno.
Meccanismi sempre più perfezionati si sono andati costruendo per permettere alcune regolazioni.
La vita cellulare dipende fondamentalmente dal rifornimento di ossigeno e dall’apporto di principi nutritivi diversi.
L’apparato digerente, attraverso le sue attività meccaniche e chimiche, è un fattore di regolazione e le ghiandole endocrine intervengono, a diversi livelli, con grande efficacia.
Il S.N.C. riceve l’insieme dei dati. Esso li integra, li coordina e scatena l’insieme delle reazioni psicomotorie che tendono a soddisfare questo bisogno.
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