Parodontosi e parodontite sono due malattie parodontali che spesso vengono confuse tra loro. Entrambe colpiscono i legamenti del parodonto, ma sono distinte per sintomi, cause e metodi di trattamento.
Il parodonto o tessuto parodontale è l’apparato di sostegno del dente, è il tessuto grazie al quale i denti sono attaccati alla mascella. Il parodonto è costituito dalla gengiva, da fibre elastiche di collegamento*, dal cemento radicolare e dall’osso alveolare di sostegno. Le sue principali funzioni sono tre:
- sensitiva di contatto e di pressione,
- mantenere attaccato il dente al tessuto osseo,
- conservare l’integrità dei tessuti coinvolti nella masticazione.
Si può dire che la parodontosi possa essere considerata come una sorta di degenerazione della parodontite.
Differenze tra Parodontosi e Parodontite
La vera differenza consiste nelle situazioni nelle quali i due disturbi tendono a emergere. Infatti, nella maggioranza dei casi, la parodontite viene preceduta dalla gengivite. Essa è cioè preceduta da una forte infiammazione dei tessuti gengivali; i sintomi della parodontosi invece emergono in caso di malattie croniche e non vengono preceduti da alcuna infiammazione.
Molte differenze riguardano anche la natura stessa dei sintomi. Se la parodontosi prevede un rientro delle gengive, una fuoriuscita delle ossa e una serie di spostamenti dei denti, la parodontite coincide con un fenomeno ben più elaborato.
Infatti, nel caso specifico, le gengive iniziano a sanguinare con una certa frequenza e i denti acquisiscono una maggiore sensibilità agli sbalzi di temperatura. La sensazione di avere denti allungati si fa notare in maniera celere, con un cambio repentino delle loro posizioni.
Inizialmente la malattia si manifesta con un’infiammazione delle gengive (gengivite) che compare in seguito a interruzione delle quotidiane pratiche di igiene orale. La gengiva diventa rossa, sanguinante e con gonfiori anomali. La remissione della fenomenologia si può avere con il ritorno alle normali abitudini igieniche; una gengivite trascurata porta ad una retrazione del normale solco gengivale, fino a formare, unitamente alla placca batterica che l’ha generata, le cosiddette tasche parodontali.
Parodontosi
La parodontosi o malattia parodontale o piorrea alveolare parte dal margine gengivale ed è provocata, almeno inizialmente, dagli effetti tossici determinati dalla presenza della placca batterica. Nei primi giorni di formazione, le forme batteriche prevalenti nella placca sono costituite da quelle gram-positive, mentre, successivamente, verso il 10° giorno, cominciano a prevalere le forme gram-negative, che si dispongono preferibilmente verso gli strati più esterni. Il primo sintomo che allarma il paziente consiste nell’aumento della mobilità dentale. La malattia presenta un carattere lentamente evolutivo con iniziale interessamento dei tessuti marginali e successive manifestazioni a livello dei tessuti profondi.
La causa primaria della malattia è la placca dentale.
La placca dentale
La placca dentale, o placca batterica, è rappresentata da una formazione strettamente aderente alla superficie dei denti, composta in gran parte da microrganismi con i loro prodotti, da una matrice microbica, cellule epiteliali di sfaldamento e cellule ematiche.
Per quanto riguarda la sua formazione, essa è inizialmente legata alla precipitazione, sulla superficie dentale, di glicoproteine e lipidi di origine salivare, che danno luogo ad una pellicola. Tra la gengiva e il dente si forma il tartaro. La placca batterica così formatasi, tende ad aumentare gradualmente in spessore e in numero di microbi, costituendo il fattore etiologico comune della carie dentale e della malattia parodontale.
L’azione meccanica di uno spray o quella di un getto d’acqua non rimuove la placca batterica in quanto, per definizione, essa è tenacemente aderente alle superfici dentarie.
I numerosi studi, anche di tipo epidemiologico, fanno ritenere che la placca batterica costituisca il fattore etiologico primario della malattia parodontale; essa, infatti, è in grado di concentrare un’innumerevole massa di microrganismi, evitando la dispersione del loro metabolismo.
In letteratura, le definizioni, oltre che le classificazioni, delle malattie parodontali (parodontopatie) sono numerose e comprendono le alterazioni dei tessuti parodontali della più varia origine: infiammatoria, distrofica, ecc.
Materia alba e macchie dei denti
La placca batterica va in ogni modo distinta sia dalla materia alba che dalle macchie dei denti. Per materia alba s’intende una formazione di colorito grigio-biancastro o giallastro, composta da detriti alimentari, batteri e detriti cellulari. Essa si differenzia dalla placca batterica, sia perché risulta priva di una propria matrice organizzata, sia perché scarsamente aderente alla superficie dentaria e quindi facilmente rimovibile mediante uno spray o da un getto d’acqua.
Le macchie dei denti, a differenza della placca batterica, sono formazioni prive di una struttura ben definita. Esse risultano prodotte dall’azione di batteri cromogeni, da residui catramosi del tabacco e da prodotti di reazione che si verificano sia in seguito all’ingestione di alcuni farmaci che in seguito all’accumulo di residui alimentari.
Parodontite
La parodontite è caratterizzata dalla formazione delle tasche parodontali sopraossee e/o infraossee, con distruzione progressiva di tutti i tessuti parodontali. È bene distinguere tale forma di parodontite da quella apicale caratterizzata dal fatto che i microbi arrivano all’apice del dente attraverso il canale radicolare. In tale forma la flora microbica contenuta nella polpa oltrepassa l’apice radicolare, determinando la reazione infiammatoria dei tessuti parodontali circostanti. La parodontite apicale, generalmente, costituisce l’evoluzione di una carie penetrante che determina la necrosi pulpare.
La tasca parodontale
Per quanto riguarda la tasca parodontale sopraossea, questa è caratterizzata da una parete dentale e da una parete gengivale.
- La parete dentale è rappresentata dal cemento radicolare esposto, ricoperto da placca batterica e depositi calcificati.
- La parete gengivale è formata dall’epitelio giunzionale proliferato in direzione apicale. Questo epitelio presenta numerose ulcerazioni. Le ulcerazioni permettono il passaggio dei prodotti microbici nell’interno del connettivo sottostante, con allargamento della zona di distruzione. La zona di distruzione, a sua volta, consentirà un’ulteriore proliferazione apicale dell’epitelio della tasca: ne seguirà aumento di profondità e aggravamento della lesione parodontale.
Nelle tasche infraossee, la proliferazione apicale del tessuto epiteliale avverrà tra radice dentale e osso alveolare, con concomitante distruzione delle fibre del legamento parodontale.
All’aumento della zona coinvolta dal processo infiammatorio corrisponderà un aumento della fuoriuscita di essudato a livello della zona marginale della tasca.
Sintomi
La progressione della malattia può non essere accompagnata da particolari sintomi. A volte l’andamento cronico delle lesioni può subire un’improvvisa acutizzazione, dando luogo a veri e propri ascessi parodontali. La sintomatologia, in tali casi, sarà data dal dolore localizzato intorno all’elemento dentario coinvolto. Il dente apparirà allungato, con aumento della sua mobilità e più dolente alla pressione. L’ulteriore evoluzione della malattia parodontale porterà gradatamente alla distruzione del legamento e dell’osso alveolare, fino a che gli elementi dentari non più sostenuti da adeguato supporto diventeranno mobili e infine verranno espulsi nella cavità orale.
Rimedi omeopatici per parodontosi e parodontite
Se la parodontosi si trova in uno stadio abbastanza avanzato, non esiste alcun rimedio che possa far recuperare completamente la distruzione del parodonto, ripristinando l’osso e la gengiva mancanti.
Però esistono rimedi naturali che possono senz’altro arrestare la progressione della malattia ed alleviarne i sintomi, agevolando anche la cicatrizzazione della gengiva. Relativamente all’Omeopatia, tra i principali rimedi omeopatici più utilizzati si citano Aurum metallicum, Borax veneta, Calcarea carbonica, Carbo vegetabilis, Cinnamonum zeylanicum, Cuprum metallicum, Hekla lava (necrosi ossea in particolare della mandibola); Hepar sulphur, Mercurius solubilis, Phosphorus, Pyrogenium, Silicea, Staphysagria, Symphytum, Thuya.
* Le fibre elastiche di collegamento sono il legamento parodontale che consente al dente, sollecitato per esempio dagli atti masticatori, di effettuare dei microspostamenti.
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(*) V. Note esplicative