DESCRIZIONE di Bromum o bromium
Il rimedio omeopatico Bromum o Bromium si ottiene a partire dalla soluzione in acqua distillata del bromo.
Il termine Bromo viene dal greco bromos che significa fetore.
Il bromo è largamente distribuito nel mare e nel terreno sotto forma di bromuri. È un liquido rosso-bruno appartenente alla famiglia degli alogeni. Il suo simbolo chimico è Br; il peso atomico è 79,909, il numero atomico 35; il punto di fusione 7,2°C, il punto di ebollizione +58,78°C; la sua densità è 7,59 g/l allo stato gassoso +20°C allo stato liquido.
Il Br è un oligo-elemento presente anche in alcune specie di gasteropodi, di metazoi e di piante commestibili, come costituente normale di molecole organiche di diversa struttura. È stato ritrovato anche nei tessuti degli animali superiori e dell’uomo, ma non esistono prove che abbia un particolare ruolo fisiologico.
Tossicità
L’intossicazione acuta è rara e non grave, perché l’ingestione di dosi elevate provoca il vomito.
L’odore del vapore di bromo è acre e mozza il fiato; respirarne un po’ comporta pizzicore agli occhi, al naso, alla gola e alla laringe, e anche lacrimazione, starnuti, tosse irritante e senso di soffocamento.
CARATTERISTICHE e USO di Bromum
L’azione del rimedio omeopatico Bromun interessa principalmente il lato sinistro del corpo.
Organospecificità: mucose, soprattutto quelle delle vie respiratorie superiori; S.N.C.; ghiandole; pelle.
Principali indicazioni cliniche: Asma laringea, laringotracheite; faringite, crup, tosse secca e spastica; emicrania, vertigini; ghiandole indurite e ipertrofiche, indolori, croniche: ptialismo, lacrimazione; depressione; dermatite; ulcera gastrica, diarrea, emorroidi; tremore.
Il rimedio agisce violentemente sulle mucose, in particolar modo su quelle delle vie respiratorie provocando irritazione.
L’irritazione della mucosa nasale causa corizza con muco escoriante che irrita le ali del naso e il labbro superiore. Le narici sono ulcerate e coperte di croste.
A livello della mucosa faringea c’è infiammazione, rossore, gonfiore, dolore al punto da rendere difficile la deglutizione.
L’irritazione della laringe causa raucedine, afonia e laringite. Il malato contrae una laringite per essersi vestito inadeguatamente. La laringite ha inizio con pizzicori, segue una tosse aspra e secca con spasmi e dolori alla laringe e può arrivare al croup con accessi improvvisi di soffocazione; è aggravata passando dal freddo al caldo, dalla polvere, dalla deglutizione. Il soggetto parla con difficoltà.
Bromum è il rimedio del crup con false membrane nella laringe e nella trachea. Queste membrane cominciano a formarsi nei bronchi, poi salgono verso l’alto, nella trachea e nella laringe. Gli spasmi alla gola impediscono di deglutire, quelli della laringe impediscono di respirare.
L’irritazione della mucosa gastrica comporta ulcere gastriche, quella dell’intestino si manifesta più spesso con diarrea postprandiale. Il paziente ha disturbi gastrici e diarrea dopo aver mangiato ostriche, ha addome gonfio e dolorante ed emorroidi.
Bromum ha un’azione depressiva sul cervello e sul midollo spinale. I sintomi sono: allucinazioni nell’oscurità, vertigini alla vista dell’acqua che scorre, cefalea mestruale, emicrania sinistra, sensazione di tela di ragno sul volto, tremore.
L’azione secondaria di Bromum interessa la cute e tutte le ghiandole, specie al lato sinistro. Sulla cute compare una dermatite, spesso sotto forma di eruzione localizzata al viso e alla radice dei capelli, ma può estendersi a tutto il corpo. L’azione sulle ghiandole comporta ipertrofia e indurimento delle stesse. B. agisce particolarmente sul testicolo e sull’ovaio (dolore profondo all’ovaio sinistroche è aumentato di volume e molto indurito), sulla tiroide, sulle ghiandole sottomascellari tra cui le parotidi e le altre ghiandole salivari, le ghiandole lacrimali, le mammelle, le ovaie, i testicoli e anche il fegato e la milza. Le ghiandole sono dure come pietre e indolori.
Alcune di esse aumentano la loro secrezione; quelle salivari producono più saliva (ptialismo, sinonimo di scialorrea), l’aumentata secrezione lacrimale ha come conseguenza la lacrimazione, l’aumentata secrezione ovarica comporta mestruazioni troppo abbondanti, la secrezione biliare del fegato causa diarree biliari e post prandiali. Inoltre possono prodursi cisti oppure l’adenoma nella ghiandola mammaria.
Anche il sistema circolatorio subisce gli effetti dell’intossicazione generale. Nei casi acuti è facile trovare nel paziente tachicardia, palpitazioni ed eretismo circolatorio.
Le manifestazioni reumatiche di B. sono molto secondarie e si rilevano soltanto quando sono presenti gli altri sintomi importanti del rimedio.
APPROFONDIMENTI
I bromuri, Sali dell’acido bromidrico, esercitano effetti farmacologici di tipo sedativo, utilizzabili in terapia. L’introduzione del bromo in alcuni derivati alifatici ne accentua le proprietà depressive (tribromometano o bromoformio; alcol tribromoetilico). Altri composti organici del Br esplicano azioni diverse da quella depressiva: ad esempio il 5-bromouracile agisce in senso antitumorale (antimetabolita), mentre il bromoguaianide è attivo sui parassiti malarici.
La dimostrazione dell’effetto sedativo del bromuro di potassio si ebbe verso la prima metà dell’ottocento, nel 1842, mediante studi effettuati da Glover su cani e conigli. Nel 1864 Behring ne propose l’uso come ipnotico. L’anno 1857 ne vide l’uso come antiepilettico, su suggerimento di Locock.
Sempre nella seconda metà dell’ottocento (1882) Albertoni ne documentava l’azione depressiva, con esperimenti sulla corteccia cerebrale. Albertoni dimostrò che, applicando direttamente sulla corteccia cerebrale una soluzione di bromuri, l’eccitabilità del tessuto diminuisce. L’azione del Br sul S.N.C. fu confermata da Merrit e Putnam nel 1983.
I bromuri, somministrati ad alte dosi e per lungo tempo, determinano sintomi d’intolleranza e d’intossicazione cronica, il cosiddetto bromismo.
Oggi l’uso terapeutico dei bromuri è limitato solo ad alcuni casi di epilessia refrattaria ad altri trattamenti. I bromuri, in alcune associazioni medicamentose a effetto sedativo, provocano intossicazione se ingeriti per periodi prolungati nel tempo. Essi sono stati sostituiti da farmaci tranquillanti, sedativi e antiepilettici di più facile impiego.
Nell’uomo gli effetti sul S.N.C. si manifestano con la sonnolenza, con perdita dell’ideazione e riduzione della reattività agli stimoli della vita di relazione, e con alterazioni mentali di vario tipo (psicosi, irritabilità, modificazioni della sfera emotiva, allucinazioni, stato maniacale; a volte diminuzioni dei riflessi superficiali e incoordinazione motoria). In seguito l’attività irritante sullo stomaco provoca il vomito e sulla cute compare una dermatite (rash bromico). La dermatite compare spesso sotto forma di eruzione localizzata al viso e alla radice dei capelli e può estendersi a tutto il corpo. Più rare sono le forme vescicolari ponfoidi, quelle pustolose e le ulcerose. Altre manifestazioni sono cefalea frontale, intensa sete, lacrimazione, reazioni a carico della congiuntiva e delle ghiandole dell’apparato respiratorio, l’anoressia, la costipazione e la perdita di peso.
Nel campo della medicina allopatica l’intossicazione viene trattata con somministrazione di cloruro di sodio o di ammonio e con l’impiego di diuretici.
Farmacocinetica del bromo
I bromuri sono assorbiti molto bene dal tubo gastroenterico, attraversano facilmente i capillari e si ritrovano nei liquidi intercellulari, compresi i globuli rossi. Il bromo tende ad occupare lo spazio dello ione cloro (Cl–), ma l’azione sedativa non è attribuibile alla riduzione del cloro, bensì probabilmente al fatto che il bromo entra nelle cellule del S.N.C. Quando le concentrazioni ematiche di Br sono basse, l’alogeno è allontanato abbastanza rapidamente dal liquor e dal cervello, probabilmente mediante un sistema di trasporto attivo; nei casi in cui la quantità presenta nel sangue valori elevati, questo processo diventerebbe insufficiente e quindi la concentrazione ematica, quella del liquor e quella del tessuto cerebrale tenderebbero a diventare uguali. Quest’esito potrebbe spiegare l’assenza di un rapporto costante tra azione sul sistema nervoso e concentrazione ematica.
Lo ione bromo (Br–) è eliminato dal rene più lentamente dello ione cloro, e il rapporto tra i due ioni nelle urine è di poco inferiore a quello nel sangue. Il periodo di eliminazione del Br è di circa 12 giorni, per cui nelle somministrazioni ripetute esso tende ad accumularsi nell’organismo. Questo processo è favorito dalla riduzione di cloruro di sodio nella dieta.
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