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Omeopatia - Rimedi della Nonna - Cure Omeopatiche

Risultati della ricerca per: aglio

Allium sativum

DESCRIZIONE

Allium sativum (nome comune aglio) è una pianta erbacea bulbosa appartenente alla famiglia delle Liliaceae. A questa stessa famiglia appartengono numerose specie selvatiche e coltivate, spesso bulbose o rizomatose, molte delle quali ampiamente adoperate in cucina (cipolla, porro, erba cipollina, asparago) o utilizzate come piante ornamentali (giglio, tulipano, giacinto, mughetto). L’aglio è conosciuto fin dai tempi antichi, benché le sue origini siano incerte, tanto che era utilizzato ed apprezzato dagli Egizi nel III millennio a.c.; oggi è coltivato in tutto il mondo, nelle regioni a Allium sativum - image  on https://rimediomeopatici.comclima temperato e asciutto. Il suo principale impiego è quello culinario, come condimento, ma è anche adoperato a scopo terapeutico per le numerose proprietà benefiche e curative (da sempre è noto come vermifugo e antipiretico). E’ una pianta perenne rustica, coltivata come annuale, la cui altezza può andare da una ventina di centimetri ad oltre un metro. Presenta radici cordiformi e superficiali, che interessano i primi 30 cm di terreno; il bulbo è composto da più spicchi arcuati avvolti da membrane dalla consistenza cartacea; le foglie sono nastriformi di colore verde intenso e lucente; quando fiorisce, in tarda primavera o all’inizio dell’estate, emette uno stelo rigido alla sommità del quale appare un’infiorescenza ad ombrella; i fiori, in numero varabile, posti su un lungo e sottile peduncolo, possono essere bianchi, rosa, violetti, gialli, porpora o azzurri. La raccolta dell’aglio viene effettuata quando le foglie sono completamente secche e ciò avviene solitamente tra luglio e agosto a seconda della latitudine. I bulbi vengono quindi fatti seccare al sole, evitando che si bagnino con la pioggia, o in un luogo asciutto e areato. L’odore caratteristico dell’aglio è dovuto a numerosi composti organici di zolfo tra cui l’alliina e i suoi derivati, quali l’allicina e il disolfuro di diallile.

Il rimedio omeopatico Allium sativum si ottiene dalla Tintura Madre del bulbo fresco dell’aglio.

CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO

E’ il rimedio che più si addice alle persone che tendono ad eccedere nell’alimentazione, pur tuttavia raramente sono obese. Sono buongustai che prediligono la carne ed hanno una costituzione robusta, a volte sono grassi ma hanno muscolatura soda, la carnagione è prevalentemente scura. In sostanza si tratta di persone ghiotte, ingorde e voraci che sono appesantite dal cibo di cui hanno abusato, che è così diventato la causa delle loro sofferenze.

Il soggetto Allium sativum è triste, sensibile, impaziente, oramai non digerisce più bene, ha pesantezza allo stomaco e all’intestino che non gli consente di riposare bene, ha rigurgiti ed eruttazioni acide dopo i pasti. Ha inoltre raffreddore, tosse, dolori muscolari e artritici; la pelle è squamosa e pruriginosa. I suoi disturbi sono moderatamente aggravati dal calore, peggiorano altresì con il caldo umido e con tutti i cambiamenti di temperatura. Il movimento peggiora i suoi dolori, il cibo e il fumo aggravano la tosse. I dolori addominali migliorano nella posizione seduta o piegandosi in due. I dolori reumatici interessano soprattutto l’anca. In tali individui Allium sativum si dimostra un efficace ipotensore in grado di curare anche i dolori articolari. Una sensazione particolare in Allium sativum è quella di avere un capello sulla lingua.

In sintesi, al rimedio si può attribuire l’etichetta: Allium sativum è l’ingordo.

USO DEL RIMEDIO

Si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio:

1) APP. DIGERENTE: digestione difficile con senso di pesantezza, rigurgiti ed eruttazioni acide che causano un aumento della salivazione; bruciore allo stomaco con sensibilità alla minima pressione. Il dolore che interessa sia lo stomaco che l’intestino, diventa insopportabile quando il soggetto cammina.

2) APP. RESPIRATORIO: dispnea (respirazione difficoltosa, con sensazione di “fame d’aria”), tosse che sembra provenire dallo stomaco, con rantoli. La tosse aumenta dopo i pasti e all’aria aperta; al mattino è grassa con muco denso. Congestione nasale, raffreddore con dolori alla radice del naso. Accumulo di muco nella faringe, denso e filamentoso, come quello di Kali bichromicum. Alito sgradevole.

3) PELLE: squamosa con punti rossi pruriginosi sulla schiena e sulle mani, sensibile, secca, avvizzita che si stacca dalle mani. Caduta dei capelli.

4) TESTA: mal di testa alla minima trasgressione alimentare, che peggiora la sera e la notte. Scalzamento dei denti. Tendenza a sordità.

5) DOLORI: alle dita fino alle unghie; all’anca, a livello dei tendini dei muscoli ileo-psoas, aggravati dal minimo movimento al punto tale da non riuscire a dormire perché risulta doloroso cambiare posizione; alle cosce e alle ginocchia. Difficoltà ad alzarsi dalla sedia. Sensazione di distorsione, come in seguito ad una storta, alle articolazione delle caviglie e alle dita dei piedi. Bruciore con formicolio alla pianta dei piedi. Dolori con sensazione di compressione allo stomaco e all’intestino. Dolori alla radice del naso.

6) IPERTENSIONE: il rimedio si dimostra particolarmente efficace nelle situazioni di ipertensione lieve ed esplica anche un’azione di protezione cardiovascolare stimolando il cuore e facilitando la circolazione.

DOSI

□ Nei casi 1), 2), 3) e 4) diluizione 6CH, 3 granuli o 5 gocce, ogni 3 ore fino a miglioramento; quindi si passa a diluizione 30CH, 3 granuli o 5 gocce, 3 volte al dì.

□ Nei casi 5) e 6) diluizione 3D, 5 granuli 4 volte al dì, oppure 20 gocce 3 volte al dì.

(*) V. Note esplicative

Allium sativum - image  on https://rimediomeopatici.com

Actaea racemosa o Cimicifuga

DESCRIZIONE

E’ un rimedio omeopatico ottenuto dalla Tintura Madre di ACTAEA RACEMOSA, che è una pianta erbacea perenne rizomatosa dell’America Settentrionale, appartenente alla famiglia delle Ranuncolaceae. Il rimedio è noto anche con il nome Cimicifuga.

ACTAEA_RACEMOSACARATTERISTICHE DEL RIMEDIO

E’ un rimedio prevalentemente femminile. Ad alte dosi è un veleno che colpisce il sistema nervoso provocando cefalee, nevralgie, vertigini, vampate di calore e viso pallido, ronzii alle orecchie, nausea al mattino e vomito, disturbi agli occhi; inoltre il veleno stimola i muscoli causando crampi e contrazioni, scosse simili a quelle elettriche, indolenzimento e sensazione di torpore agli arti, sia quando si è in movimento che quando si è fermi, dolori alla nuca e alla schiena.

Il soggetto Actaea è isterico, insofferente, con muscoli contratti, non riesce a trovare una posizione comoda a causa degli spasmi e dei dolori. I suoi dolori cambiano sede continuamente ed anche l’umore è variabile: loquacità, esuberanza e allegria si alternano a mutismo, scoraggiamento e abbattimento. Questo squilibrio mentale, come del resto tutti i sintomi che caratterizzano il rimedio, peggiora la notte (il sonno è agitato e disturbato), con il freddo (tra l’altro sente molto freddo e si copre con abiti pesanti per sentirsi ben coperto), con il sopraggiungere del ciclo mestruale (tra l’altro più il flusso è abbondante, più intensi sono i dolori e le sofferenze).

Stato fisico e stato psichico si alternano: ad es. lo stato psichico migliora con il comparire della cefalea o di una nevralgia o di un dolore.

Il rimedio ha un’azione di normalizzazione dell’EQUILIBRIO ORMONALE; possiede proprietà ANTIREUMATICHE, ANTITUSSIVE (riduce i colpi di tosse), SEDATIVE, EMMENAGOGHE (regola le mestruazioni rare o scarse ed eventuali disturbi connessi); aiuta nei casi di OSTEOPOROSI poiché favorisce la permanenza del calcio nelle cellule ossee.

I suoi effetti non sono immediati ma si vedono dopo un certo tempo dall’inizio della cura.

In estrema sintesi, al rimedio si può attribuire l’etichetta: Actaea è la donna isterica.

USO DEL RIMEDIO

Si usa nei seguenti principali casi, quando i relativi sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio:

1)  OSTEOPOROSI, è un grande rimedio per la prevenzione e la cura dell’osteoporosi.

2)  MENOPAUSA, è altresì un grande rimedio per i problemi di menopausa.

3)  DISMENORREA, cioè per ciclo mestruale irregolare.

4)  DENTIZIONE dolorosa dei bambini.

5)  CEFALEE durante le mestruazioni o il climaterio, con sensazione di stordimento e frastornamento, cioè come se la testa fosse avvolta in una nube, con pressione alla sommità del capo come un grosso peso sulla testa e sensazione di testa che sta per scoppiare. Le cefalee partono dalla regione occipitale e si irradiano agli occhi provocando CEFALEE OCULARI, sensibilità alla luce e si aggravano con il movimento sia degli occhi che della testa.

6)  ORECCHIO: tintinnii, ronzii, sensibilità ai rumori.

7)  TOSSE e DISPNEA (difficoltà di respirazione con sensazione di “fame d’aria”) nervose.

8)  TORCICOLLO, SCIATICA, LOMBAGGINE, DOLORI REUMATICI, DOLORI ALLA NUCA E ALLA SCHIENA dovuti alla postura: è il caso dei sarti, musicisti, segretarie, di coloro che lavorano al computer, ecc. I dolori somigliano a scosse elettriche.

9)  CRAMPI ai polpacci, ai muscoli interni della coscia ed ai muscoli in genere.

10) MESTRUAZIONI DOLOROSE con dolori che si irradiano alla schiena.

11) PARTO: facilita il parto, abbrevia i tempi del travaglio.

12) OGNI GENERE DI MALESSERE: Actaea guarisce ogni genere di malessere che colpisce donne nervose, emotive, instabili, che soffrono di dolori reumatici, che non possono restare ferme, che sono freddolose, che hanno crampi e dolori simili a scosse, con sintomi che cambiano sede.

DOSI

□  Nel caso 1) la dose consigliata è di 20 gocce, 3 volte al dì lontano dai pasti, di Tintura Madre.

□  Nel caso 2) la dose è di 20 gocce, 3 volte al dì 1 h prima dei pasti, diluizione 3D.

□  Nel caso 3) la dose è di 3 granuli o 10 gocce, 3 volte al dì, diluizione 5CH.

□  Nel caso 4) la dose è di 1 – 2 granuli, 3 volte al dì, diluizione 6CH.

□  Nei casi 5), 6), 7), 8) e 9),  la dose è di 3 granuli o 10 gocce, 3 volte al dì, diluizione 6CH.

□  Nel caso 11) secondo specifica prescrizione del medico omeopata.

□  Nei casi 10) e 12) la dose è di 3 granuli o 5 – 10 gocce, ogni 3 h, diluizione 5CH.

(*) V. Note esplicative

Allium sativum - image  on https://rimediomeopatici.com

Carciofo

FAMIGLIA: Astaraceae                    GENERE: Cynara                   SPECIE: Cynara cardunculus

 

CARCIOFO_1Il carciofo, il cui nome latino è cynara scolymus, è una pianta erbacea perenne, orticola, originaria dei Paesi del Bacino del Mediterraneo, attualmente coltivata prevalentemente nell’Europa meridionale, nell’Africa settentrionale ed in America. Il termine “cynara” deriverebbe dal greco “kynara” (canina), in riferimento alle punte dure esterne paragonabili ai denti di un cane. Per altri studiosi il termine deriverebbe dalla parola “cenere”, perché con questa anticamente veniva concimata la pianta. Il nome italiano “carciofo” deriva invece dalla parola araba “harsciof”.

Il carciofo ha caratteristiche molto simili al cardo, tant’è che secondo alcuni studiosi entrambi gli ortaggi deriverebbero dal cardo selvatico. Ha un fusto solcato, eretto e ramificato; foglie oblunghe, alterne ed opposte; fiori azzurri o violacei riuniti in infiorescenze a capolino. Ogni ramificazione termina con un’infiorescenza. Si dice a “capolino” perché i fiori sono inseriti all’estremità allargata di un peduncolo, che ne è la base.

La base del capolino è denominata ricettacolo carnoso. Sul ricettacolo, in mezzo ai fiori, sono presenti numerose setole bianche e traslucide, che costituiscono il pappo. Sulla periferia del ricettacolo si sviluppano le brattee, ovvero delle squame carnose, verdi o violacee, con o senza spina apicale.

CARCIOFO_2Il carciofo altro non è che il capolino giovane, prima cioè che esso si apra e questo si verifica più tardi quando si ha la divaricazione delle brattee. L’apertura del capolino in effetti corrisponde alla schiusura del bocciolo di qualsiasi pianta durante la fioritura; tale fenomeno in botanica si chiama “antesi” e serve per l’impollinazione. L’antesi per la pianta di carciofo avviene in estate, dopo il periodo della raccolta che normalmente viene fatta dall’autunno alla primavera precedenti.

Nel carciofo le brattee sono comunemente chiamate “foglie del carciofo”, quelle interne sono tenere e carnose, mentre quelle esterne sono consistenti e fibrose. Il ricettacolo carnoso e le brattee più interne costituiscono la parte meglio commestibile del carciofo, detta anche “cuore”. L’insieme dei fiori e del pappo è chiamato comunemente “peluria”.

La coltura del carciofo è diffusa particolarmente in Italia e poi in Francia, Spagna, Algeria e Marocco, mentre esso è poco conosciuto in altri paesi.

 

VARIETA’

Esistono numerose varietà di carciofo, molte delle quali comunque derivano da varietà trapiantate che, per i fattori ambientali locali, hanno acquisito nel tempo delle leggere differenze rispetto a quelle di origine.

La principale classificazione delle varietà di carciofi viene fatta distinguendoli tra:

□     spinosi, che presentano una spina all’estremità delle brattee del capolino;

□     non spinosi o inermi, che non presentano la suddetta spina e che sono le più diffuse.

Nell’ambito della suddetta classificazione, le varietà che si coltivano in Italia, in base al periodo di produzione, si distinguono a loro volta in:

◆     precoce o autunnale, vengono coltivate prevalentemente lungo le aree costiere dell’Italia meridionale;

◆     tardiva o primaverile, vengono coltivate prevalentemente lungo le aree costiere dell’Italia centro-settentrionale, dove il clima è più rigido.

Le varietà di carciofi più note e più coltivate risultano le seguenti:

 

Carciofi SPINOSIColore Forma Carciofi INERMIColoreForma
Spinoso Campano (Autunnale)Verde violaLunga della Campania detto “Mammarella” (Primaverile)Verde violaTonda
Violetto di Provenza (Autunnale)ViolaLunga Romanesco detto “Mammola” (Primaverile)Verde violaTonda
Spinoso di Sicilia (Autunnale)VerdeTonda di Paestum (Autunnale)Rosso scuroTonda
Spinoso Sardo (Autunnale)ViolaLunga Violetto di Catania <produz. 2/3 tot. Italia> (Autunnale)Verde violaLunga
Veneto di Chioggia (Primaverile)Verde chiaroLunga Violetto di Toscana (Primaverile)ViolaLunga

 

UN PO’ DI STORIA

Il carciofo si mangiava comunemente ai tempi dei Greci e degli Egizi; veniva considerato da questi ultimi un “dono del sole”. Le prime descrizioni risalgono allo storico greco Teofrasto (371 – 287 a.c.) e probabilmente si trattava di carciofo selvatico.

Continuò ad essere apprezzato all’epoca dei Romani. come attestano gli scritti di alcuni autori antichi, quali Columella (4 – 70 d.c.) e Plinio il Vecchio (23 – 79 d.c.).

Era conosciuto anche dagli Arabi che intorno al XI secolo lo portarono nelle regioni meridionali italiane.

Notizie più certe sulla sua coltivazione in Italia risalgono al XV secolo, quando fu introdotto nel napoletano, durante il regno di Ferdinando I re di Napoli, dal fiorentino Filippo Strozzi il Vecchio (1428 – 1491). Da qui si diffuse prima in Toscana, ove Caterina de’ Medici (1519 -1589) ne era una gran consumatrice, e successivamente in molte altre regioni d’Italia. La stessa Caterina de’ Medici lo diffuse inoltre in Francia quando divenne regina dei francesi.

Nel XIX secolo in Italia incominciava ad essere apprezzato non solo per le sue caratteristiche nutritive, ma anche per le sue proprietà terapeutiche, tant’è che veniva utilizzato per combattere malattie all’epoca molto diffuse, quali scorbuto, affezioni epatiche, reumatismi, ecc.

Agli inizi del ‘900, grazie alle prime intensificazioni ed estensioni delle colture, il carciofo in Italia diventava un alimento più economico e quindi accessibile a buona parte della popolazione.

Dopo la I Guerra Mondiale la coltura iniziava a diffondersi anche negli Stati Uniti d’America, in particolare California e Florida, grazie agli emigranti italiani e francesi.

In Italia le coltivazioni di carciofo incominciavano a diventare ancora più importanti con le opere di bonifica dei terreni paludosi effettuata negli anni trenta, anche se la produzione restava maggiormente concentrata nell’Italia centrale ed insulare.

Dopo la II Guerra Mondiale e più precisamente negli anni sessanta, le coltivazioni di carciofo in Italia si sviluppano enormemente, con incrementi notevoli anche nel meridione, grazie alle maggiori estensioni delle aree di coltivazione e soprattutto alle maggiori rese.

Attualmente l’Italia è il primo paese produttore di carciofi e contribuisce nella misura del 50% circa all’intera produzione mondiale. Le coltivazioni si trovano prevalentemente nell’Italia centro-meridionale e più precisamente in Toscana, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

 

HABITAT

La pianta di carciofo predilige un clima costantemente dolce, mite, piuttosto asciutto; teme il freddo e l’umido; resiste al vento e sopporta la salsedine tanto dell’aria, quanto del terreno. Resiste comunque abbastanza bene fino a temperature prossime a 0°C. Ama suoli profondi silicei, argillosi, calcarei e ricchi di sostanza organica, con pH tendente al neutro (in genere 6,4 – 6,8). Richiede molta acqua.

Le coltivazioni di carciofo necessitano di lavorazioni che praticamente impegnano tutto l’anno. Il ciclo inizia a fine estate per terminare nell’estate successiva e comprende essenzialmente: preparazione del terreno, concimazione, propagazione (che può essere per seme o per parti della stessa pianta), eliminazione delle erbe infestanti, irrigazione, controllo e contrasto delle avversità (malattie e parassiti), raccolta.

 

PROPRIETA’

Il carciofo contiene molte proprietà nutritive e sostanze che aiutano il nostro organismo a stare meglio. Vediamole insieme:

□     basso apporto calorico, a fronte di un alto potere nutritivo, che rende il carciofo particolarmente adatto nelle diete dimagranti;

□     molto ferro, che lo rende indicatissimo per gli anemici;

□     sodio, potassio, fosforo e calcio, che svolgono funzioni essenziali per la vita, partecipano infatti ai processi cellulari come la formazione di denti e ossa, mantengono l’equilibrio dei liquidi, concorrono alla crescita dei tessuti organici, regolano la contrazione muscolare e la trasmissione degli impulsi nervosi, partecipano alla costruzione delle proteine ed allo sfruttamento energetico degli alimenti;

□     carboidrati, tra i quali si distinguono le fibre e l’inulina; quest’ultima è uno zucchero consentito anche ai diabetici che ha anche la proprietà di facilitare la digestione e di ridurre i gas intestinali;

□     vitamina A e beta-carotene, vitamine del gruppo B, vitamina C, che sono indispensabili alla vita; ognuna è specializzata per svolgere ben specifiche funzioni; devono essere introdotte con la dieta in quanto non sono prodotte dall’organismo:

     ▷  la vitamina A ed il beta-carotene (quest’ultimo è un antiossidante precursore della vitamina A, nel senso che viene trasformato dal nostro organismo in vitamina A) rigenerano le cellule e le proteggono dall’azione nociva dei radicali liberi, aiutano la vista, riducono il rischio di vari tipi di tumore, prevengono le malattie cardiache, proteggono le mucose;

     ▷  le vitamine del gruppo B, aiutano il sistema nervoso, proteggono il tono muscolare dell’intestino, aiutano il funzionamento della pelle, dei capelli, bocca, occhi e fegato, ma soprattutto convertono i carboidrati in glucosio, utilizzato dall’organismo per produrre energia, e sono fondamentali per l’assorbimento dei lipidi (o grassi) e delle proteine;

     ▷  la vitamina C (o acido ascorbico) aumenta le difese immunitarie, riduce stress e stanchezza, risulta indispensabile per la formazione del collagene, che rinforza i vasi sanguigni, la pelle, i muscoli e le ossa;

□     flavonoidi, in particolare la rutina, nota anche come vitamina P, che svolge un’importante funzione antiossidante (evita la produzione di radicali liberi che danneggiano le cellule), di protezione da alcuni tipi di tumore, di rafforzamento delle pareti dei capillari, di riduzione del colesterolo cattivo LDL. Essa è presente in numerose altre piante tra cui limone, uva, eucalipto, capperi, menta piperita, cipolla , ecc.

□     polifenoli, quali i tannini, che contribuiscono a conferire al carciofo il tipico sapore amaro ed hanno proprietà astringente (riduzione delle secrezioni nelle infiammazione della pelle o delle mucose, riduzione dell’evacuazione intestinale), antiossidante, emostatica (capacità di arresto del sanguinamento), antibiotica (in grado di rallentare o fermare la produzione di batteri), antidiarroica, antinfiammatoria, regolatrice della pressione arteriosa;   

□     acido clorogenico, che è un antiossidante naturale che previene le malattie arteriosclerotiche e cardiovascolari, nonché intervenire nella regolazione dei livelli di glucosio nel sangue; è molto contenuto nel “cuore” del carciofo;

□     acido folico, che è essenziale per il nostro organismo, in quanto regola la crescita e la riproduzione delle cellule, in particolare quelle sanguigne;

□     ma è la cinarina la vera sostanza meravigliosa contenuta nel carciofo, in quanto possiede diversi principi attivi estremamente preziosi per la nostra salute; essa è presente nel capolino (carciofo) ed anche nelle foglie e nel succo della pianta; è determinante nel conferire al carciofo il caratteristico sapore amarognolo. 

Le principali proprietà terapeutiche della cinarina sono:

     ▷  abbassa il tasso di colesterolo, quello totale ed in particolare quello cattivo LDL e riduce il livello dei trigliceridi nel sangue;

     ▷  migliora la funzionalità epatica e aiuta la secrezione biliare, stimolando in quest’ultimo caso, rispettivamente, il fegato (azione coleretica) e la colecisti (azione colagoga);

     ▷  regola le funzioni intestinali, dando una mano all’intestino pigro;

     ▷  stimola la diuresi renale e concorre a sciogliere i calcoli renali;

     ▷  ha azione depurativa e disintossicante, in particolare sull’alcool, riducendone la presenza nel sangue per effetto dell’aumentata diuresi e per un’accelerazione del metabolismo dell’etanolo.

Quindi, l’azione terapeutica esercitata del carciofo diventa eccezionale, in quanto contiene numerosissime sostanze i cui principi attivi sono tutti benefici per la salute e questo ne fa un ortaggio davvero unico.

 

UN TOCCASANA

Riepilogando, le innumerevoli proprietà benefiche del carciofo risultano essere le seguenti:

COLERETICA, COLAGOGA, EPATOPROTETTIVA, DIURETICA, DEPURATIVA, DISINTOSSICANTE, DIGESTIVA, GASTROREGOLATRICE, IPOCOLESTEROLIZZANTE, ANTIGLICEMICA, ANTICALCOLOTICA,   ANTIDIARROICA, ANTINFIAMMATORIA, ANTIOSSIDANTE, ANTIBIOTICA, DIETETICA,  EMOSTATICA, ANTITUMORALE, VASOPROTETTRICE, DERMOPROTETTRICE, CARDIOPROTETTRICE, IMMUNITARIA, ANTIANEMICA, DIETETICA DIMAGRANTE, ANTISTERSS e probabilmente altre ancora.

Per queste sue caratteristiche il carciofo deve essere considerato un vero e proprio toccasana!

Si presta, pertanto, a diversi usi:

¨     Alimentare, è da considerarsi certamente l’uso più importante e andrebbe privilegiato al punto tale che il carciofo dovrebbe entrare nella dieta quotidiana di ogni individuo ed in particolare di coloro che soffrono di colesterolo e di diabete.

Dai fiori si ottiene un caglio vegetale, chiamato “cagliofiore”, utilizzato ancora oggi in alcune località  per la produzione di formaggi.

¨     Liquori, per il suo tipico sapore amarognolo (dovuto alla combinata presenza della cinarina e dei tannini) e per le sue proprietà digestive, la pianta del carciofo diviene la base per la preparazione di diversi liquori amari a carattere digestivo.

¨     Fitoterapia, dove si utilizzano prevalentemente le foglie ed il fusto, per preparare tisane, decotti, infusi, ecc. aventi proprietà terapeutiche.

¨     Cosmetica, dove il carciofo trova impiego per preparare impacchi e lavaggi per la cura e la pulizia della pelle, conferendo alla stessa tonicità ed elasticità,  nonché come stimolante del cuoio capelluto.

 

CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE E CUCINA

Le caratteristiche organolettiche del carciofo sono largamente influenzate dalla presenza combinata dei flavonoidi e dei polifenoli, in particolare dalla cinarina e dai tannini, che ne determinano il tipico sapore amarognolo molto piacevole. Per questo suo sapore spiccato, gradevole e poco invadente si presta a molte preparazione culinarie ed è capace di sposarsi perfettamente con altri ingredienti senza coprirli.

I carciofi possono essere cucinati in vario modo: alla napoletana, alla romana, alla “giudia”, alla siciliana, indorati e fritti, stufati, interi in umido, sott’olio, lessati in pinzimonio, ecc. Quando sono giovani e teneri possono essere mangiati crudi, tagliati a fettine, conditi con olio e limone e se piace qualche fogliolina di mentuccia.

Bisogna però stare attenti a non attenuare o addirittura vanificare i molteplici benefici di quest’ortaggio con una cottura scorretta, per cui sarebbe preferibile non fare uso di ricette che prevedono fritture od elevati shock termici che sono dannosi alle sostanze preziose di cui il carciofo è dotato.

Sarebbe perciò opportuno utilizzare ricette meno aggressive e meno elaborate che possono comunque consentire di salvaguardare le proprietà organolettiche e terapeutiche. Quand’è possibile è consigliabile consumarli crudi.

 

CURIOSITA’

☺     Il carciofo nell’antichità era considerato una pianta di origine divina: basti pensare che la mitologia greca attribuisce a Giove la creazione del carciofo. Il re degli dei, infatti, si era innamorato di una fanciulla dai capelli color cenere di nome Cynara cui donò l’immortalità trasformandola in pianta

☺     Marilyn Monroe nel 1949 fu eletta a Castroville in California la “Regina del carciofo” nella prima edizione del Festival del Carciofo, che ogni anno da allora si tiene.

☺     Pablo Neruda, Nobel per la Letteratura nel 1971, scrisse il poema Oda a la Alcachofa (“Ode al carciofo”).

☺     I carciofi puliti e tagliati esposti all’aria anneriscono, in quanto si ossida il ferro di cui sono molto ricchi; per evitare ciò vanno immersi subito in acqua acidulata con limone che si comporta da antiossidante.

☺     I carciofi cotti, dopo un po’ di tempo, assumono un particolare colore verde-azzurrino in quanto con la cottura si determina la fuoriuscita di ferro e rame che a contatto con l’aria si ossidano. Restano però commestibili.

☺     Curiosamente nel linguaggio popolare con il termine “carciofo” si indica una persona sciocca e incapace: non si conoscono le motivazioni che accostano un alimento così gustoso e salutare ad una persona sciocca e incapace, a meno che non si voglia denotare la semplicità e la genuinità di questo magnifico ortaggio.

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