DESCRIZIONE
Lycopodium clavatum (nome italiano Licopodio) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Licopodiaceae. Cresce su suoli prevalentemente acidi e silicei, sia in zone temperate che in quelle più fredde montane di Europa, Asia, America settentrionale e Africa australe. In Italia la si trova sia nelle radure boscose che nei pascoli delle Alpi e degli Appennini fin oltre i 2000 metri.
Il nome Lycopodium deriva dal greco ed è composto da lico (cioè “lupo”) e podio (cioè “piede”), perché riferito alla somiglianza dei rami giovani a un “piede di lupo”. Il nome clavatum deriva dal latino “clava” ed è riferito alla forma delle spighe terminali, di cui alla descrizione che segue.
La pianta ha il fusto principale strisciante al suolo, raggiunge un’altezza massima di circa 1 metro ed è a crescita lentissima. Le foglie, numerosissime sul fusto e sui rami, hanno una disposizione embricata (come le tegole di un tetto). I rami fertili sono eretti, alti 10-20 cm e terminano con delle lunghe spighe di colore giallino (in genere da 1 a 3), formate da brattee ovali, con l’apice acuminato, che racchiudono gli sporangi, a forma di fagiolo, i quali a maturità si aprono lasciando cadere una polvere gialla costituita da microscopiche spore spesso aggregate a quattro a quattro. E’ questa polvere di spore, inodore e insapore, non solubile in acqua ma solubile in alcool, che si raccoglie più facilmente con l’essiccazione, a costituire la droga utile per i diversi scopi terapeutici.
La polvere delle spore di Licopodio contiene, infatti, sostanze grasse e diversi alcaloidi ai quali si attribuiscono le proprietà medicamentose della pianta. Detta anche “farina delle streghe” per l’uso che se ne è fatto sin dai tempi antichi nella medicina popolare, veniva utilizzata contro i disturbi gastrici e urinari, come sedativo, antispastico, diuretico, lassativo e per rivestire le pillole. Attualmente trova ancora impiego per uso esterno come decongestionante e calmante nelle dermatiti e nelle irritazioni cutanee in generale ed anche per l’igiene dei bambini onde evitare il contatto fra la pelle nelle pieghe profonde ed asciugare le zone macerate.
Per la sua caratteristica di essere facilmente infiammabile, la polvere di Licopodio viene impiegata per la realizzazione di fuochi d’artificio o di finte esplosioni ai fini scenografici (per questo è chiamata “zolfo vegetale”). In passato veniva adoperata per provocare i flash delle macchine fotografiche.
L’Omeopatia ne ha fatto uno dei più grandi rimedi della materia medica.
Il rimedio omeopatico Lycopodium si ottiene dalla tintura madre della polvere di spore della pianta Lycopodium clavatum e dalle successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.
Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti”.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Lycopodium è uno dei grandi rimedi costituzionali dell’omeopatia, ad azione lunga e profonda. E’ un rimedio che agisce sull’insieme della persona e sulla sua economia generale, dovendo operare su un metabolismo profondamente alterato e squilibrato, con inevitabili ripercussioni sulle reazioni complessive del soggetto, sia dal punto di vista fisico che psichico. La principale sfera d’azione del rimedio riguarda l’apparato digerente, in particolare il fegato e la sua funzionalità, che ne costituiscono il vero punto debole. Il rimedio corrisponde cioè ad una perturbazione profonda del metabolismo generale, connotata da un cattivo funzionamento del fegato e del tubo digerente, con tendenza alla steatosi epatica (fegato grasso, ossia con accumulo di trigliceridi), alla epatomegalia (aumento di volume del fegato) fino alla atrofia epatica (con conseguente grave insufficienza epatica). Ciò comporta predisposizione a dimagrimento, denutrizione (per disturbi nell’assimilazione, in particolare dei grassi), iperacidità delle secrezioni ed escrezioni, atonia gastrointestinale con flatulenza, ipercolesterolemia, iperuricemia (dovuta ad una ridotta eliminazione renale dell’acido urico), eruzioni cutanee, affezioni respiratorie e polmonari.
Per comprendere meglio le caratteristiche del rimedio è utile partire dall’analisi del suo aspetto mentale, che in fondo giustifica tutti i mali.
Il soggetto Lycopodium vive contemporaneamente, con enorme frustrazione, due condizioni emotive contrapposte: l’insicurezza e l’ambizione.
Vi è l’insicurezza perché non si sente adeguato, all’altezza della situazione, non crede in se stesso e non ha fiducia nelle proprie possibilità. Teme di sbagliare, di fallire, di non riuscire nei suoi intenti, di non essere in grado di fare le cose nel modo migliore e di non riuscire a farsi apprezzare o, addirittura, a farsi voler bene dalle altre persone. Ha paura di parlare in pubblico, di proporsi o di fare il primo passo, di allacciare nuovi rapporti e questo aumenta ancora l’insicurezza, l’ansia, la frustrazione ed il senso di inferiorità, che condizionano e limitano la sua vita sociale.
Vi è l’ambizione perché sogna di avere successo, di ottenere sempre il massimo, di sopravanzare gli altri, di stupire e di ammaliare il prossimo, di far nascere l’ammirazione nei propri confronti e finanche l’invidia. Ha bisogno della stima degli altri e perciò vede nella competizione, nella gara, il modo di poter prevalere e dimostrare la sua potenza, le sue capacità, le sue qualità. Poiché è intelligente capisce bene che per ottenere tutto ciò deve prepararsi con cura e senso di responsabilità, attraverso dedizione e sacrificio e per questo cerca di impegnarsi al massimo.
Il meccanismo però si inceppa nel momento in cui impatta con la caratteristica più marcata di Lycopodium e cioè con l’insicurezza. E’ proprio questa che tradisce l’ambizione e non consente di tradurla in risultati concreti ed apprezzabili. Per il soggetto Lycopodium l’insicurezza diventa un limite ancora più pesante dell’ambizione. In fondo basterebbe accontentarsi un po’ di più, di porsi delle mete o degli obiettivi meno ambiziosi, più alla propria portata, ma questo Lycopodium non lo può accettare, lui aspira sempre al massimo.
La spiegazione di questo particolare quadro psichico, contorto e contraddittorio, la si può trovare nella metafora legata alle origini della pianta, da cui il rimedio omeopatico si ottiene. Il Lycopodium in epoca remota era una pianta grande e maestosa, abituata a guardare tutti dall’alto in basso. Attualmente è una pianta strisciante al suolo, un cespuglio, con il timore di essere calpestato da chiunque. Cosicché il Lycopodium omeopatico è una persona che pur essendo piccola e timorosa, sogna e spera di diventare grande come una volta: ha la voglia di emergere e la paura di non riuscirvi, manca cioè di coraggio. Ecco quindi che tende a rodersi e per prima cosa si rode il fegato, che è appunto il simbolo del coraggio. Il fegato pertanto diventa l’organo bersaglio e sarà interessato da diverse patologie. Da qui hanno origine tutte le disfunzioni del paziente.
Lo possiamo immaginare come un tipo triste, ansioso, tendente alla depressione, facilmente irritabile, con loquacità precipitosa, dall’aspetto invecchiato, magro, a volte con l’addome prominente, dal colorito pallido tendente al giallastro, sempre stanco, freddoloso, spesso con una fame vorace, anche se si sazia ai primi bocconi, con senso di paura nell’assunzione delle responsabilità. Nello stesso tempo, come visto, è un ambizioso e pretende la perfezione fino alla pignoleria.
A questo punto siamo in grado di tracciare anche il profilo temperamentale e costituzionale di Lycopodium.
Il temperamento ha i tratti tipici sia del bilioso che del nervoso: vi è il bilioso perché dimostra di essere estremamente razionale e di avere il controllo di tutte le situazioni; vi è il nervoso perché quando perde il controllo diventa aggressivo, irritabile, violento ed inveisce contro tutto e tutti.
La costituzione è anch’essa mista ed ha le caratteristiche sia della fosforica che della fluorica: vi è la fosforica per l’estrema magrezza (anche se l’addome è prominente) e per i tratti del temperamento nervoso; vi è la fluorica, per la presenza delle ectasie venose (varici, emorroidi), dovute alla lassità dei tessuti di sostegno e per la tendenza ulcerativa a livello gastro-duodenale.
I sintomi migliorano all’aria aperta, con l’assunzione di bevande calde, dopo la mezzanotte, dopo l’emissione di gas, dopo la minzione, dopo un’attività fisica, sdraiandosi sul dorso (soprattutto la tosse), scoprendosi.
I sintomi peggiorano con il freddo intenso, con cibi o bevande fredde, con il calore, nel pomeriggio, dopo aver dormito sul fianco destro o sul lato dolente, prima delle mestruazioni e soprattutto dopo il pasto.
Il rimedio ha una spiccata lateralità destra, per cui tutto ciò che Lycopodium soffre è a destra (infatti il fegato è a destra).
I principali sinergici (complementari) sono Chelidonium, China, Iodum, Lachesis, Pulsatilla, Sulphur.
I principali antidoti per i suoi disturbi sono Aconitum, Camphora, Causticum, Chamomilla, Coffea, Graphites, Nux vomica, Pulsatilla.
Il rimedio omeopatico che ha molti sintomi in comune con Lycopodium è Pulsatilla, tanto che a volte, quando la mentalità del malato non è molto marcata, è facile confonderli. Tale analogia fa sì che Pulsatilla è l’acuto di Lycopodium, nel senso che quando Lycopodium presenta uno stato acuto, esso richiederà spesso Pulsatilla.
USO DEL RIMEDIO
Il rimedio omeopatico Lycopodium si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio descritte in precedenza.
1) APP. DIGERENTE. Epatopatie. Pressione e tensione al fegato specie dopo aver mangiato. Calcoli alla colecisti. Spasmi all’ipocondrio destro (regione addominale destra, situata lateralmente alla regione epigastrica) e coliche biliari conseguenti. Gastrite. Ulcera peptica. Disturbi digestivi. Addome gonfio postprandiale, meteorismo, flatulenza, pirosi, eruttazioni brucianti, rigurgiti, bocca secca, lingua secca e irritata, gengive gonfie e dolenti. Stipsi a volte intervallata da diarrea. Il soggetto assimila male e tende al dimagrimento, specialmente alla parte superiore del corpo. Ha falsa fame (subito si sazia). Ha avversione per pane e farinacei, mentre ha desiderio di zucchero e dolciumi
2) PSICHE. Paura, angoscia, apprensione, tristezza, malinconia, pessimismo, tendenza alla depressione, stanchezza cronica, irritabilità, irascibilità, ipersensibilità, ostinazione, mancanza di volontà. Il soggetto teme che gli possa succedere qualcosa di spiacevole, ha paura di parlare in pubblico, teme la compagnia ma anche la solitudine, è affetto da una stanchezza cronica che unita alla mancanza di volontà gli procura un’avversione per il lavoro e per qualsiasi nuova iniziativa, è smemorato, appena lo si ostacola va facilmente in collera per compensare la sua insicurezza. Nello stesso tempo è un ambizioso, nutre grandi aspirazioni, ha voglia di emergere, è un perfezionista, si sente competitivo, ha bisogno degli altri per dimostrare di essere il migliore e per questo entrerà con loro in competizione aumentando la sua solitudine.
3) APP. URINARIO. Calcolosi renale. Iperuricemia. Gotta. Ipertrofia prostatica con frequenti risvegli notturni per urinare. Possibili infezioni delle vie urinarie, specialmente cistite con ematuria. Mal di testa uremico, cioè che si presenta quando le urine si schiariscono. Altri sintomi urinari, come dolori renali e vescicali, bruciore durante la minzione, ritenzione o incontinenza urinaria, poliuria (emissione di eccessiva quantità di urine in relazione all’assunzione di liquidi) notturna.
4) PELLE. Eruzioni cutanee sia secche che trasudanti. Eczema. Verruche. Foruncoli. Ulcere. Eruzioni del cuoio capelluto. Aree di alopecia. Eruzioni eczematose dietro le orecchie. Screpolature e fissurazioni del calcagno. Pelle secca e arida (specie alle mani) ed a volte con zone indurite. Sudorazione delle mani e dei piedi.
5) OCCHI. Congiuntivite. Blefarite. Orzaiolo e calazio. Tremori dei muscoli orbicolari dell’occhio e sussulti delle palpebre.
6) APP. CIRCOLATORIO. Disturbi da cattiva circolazione. Stasi venosa nell’ambito della vena porta e delle vene delle gambe. Varici. Emorroidi.
7) APP. MUSCOLO-SCHELETRICO. Debolezza generale, emaciazione e atrofia muscolare. Artrite ed altri disturbi reumatici cronici con dolori accentuati di notte e migliorati con il movimento. Sciatica con lateralità prevalentemente destra. Atonia gastrointestinale. Lombaggine.
8) APP. RESPIRATORIO. Catarro nasale dei bambini e degli adulti, in quest’ultimo caso accompagnato da mal di testa. Faringite cronica. Tonsillite che colpisce la tonsille destra o che inizia a destra per estendersi a sinistra. Catarro naso-faringeo con possibile otite. Bronchite. Tosse secca e fastidiosa. Respirazione rumorosa ed a volte difficoltosa. Asma. Il soggetto si raffredda facilmente.
9) APP. GENITALE FEMMINILE. Cicli mestruali irregolari o assenti. Amenorrea. Dolori e infiammazioni delle ovaie, soprattutto a destra. Mucosa vaginale secca, bruciante e dolente al punto da impedire il coito.
10) APP. GENITALE MASCHILE. Mancanza di desiderio sessuale. Impotenza. Eiaculazione precoce. Prostatite.
DOSI
Nel caso 2) diluizione 30CH, 3 granuli 1 volta al dì.
Nel caso 4) diluizione 7CH, 3 granuli 1-3 volte al dì.
Nei casi 9) e 10) diluizione 9CH, 3 granuli 1-3 volte al dì.
Nei restanti casi diluizione 5CH, 3 granuli 3-6 volte al dì.
Qualsiasi terapia ed a maggior ragione quella che prevede l’impiego di rimedi ad alta diluizione, la cui azione è più profonda per curare gli stati cronici o i malesseri psichici, deve essere prescritta dal medico omeopata.
(*) V. Note esplicative
Carmen dice
Gentile dottoressa, mi ritrovo in tutte le caratteristiche di Lycopodium, ma tranne la lateralità destra interessata per via della collocazione del fegato, ho una totale lateralità sinistra, anche in relazione ad altre patologie. Anche se mi taglio o sbatto, mi faccio male a sinistra. in caso di patologie bilaterali – coxartrosi – quella sx ha avuto precedenza per artroprotesi. Recentissimo edema piede sx (no diabete); pressione medio alta; varici gamba sx (cavo popliteo in su) Grazie per suoi consigli. Carmen
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Carmen, se lei si ritrova in tutte le caratteristiche di Lycopodium, la lateralità può passare in secondo piano. Cordiali saluti.
CRISTINA dice
Buongiorno dott.ssa Volpe io ho assunto Ignatia ,probabilmente non era il rimedio giusto e tra i vari effetti collaterali ho avuto anche deformazioni che sambrano quasi palline sulle articolazioni delle falangi del medio anulare e mignolo mano ds. Le chiedevo come antidoto è piu indicato causticum o pulsatilla.
Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Cristina, consulti la pagina “Ignatia amara” nella sezione del sito “Rimedi omeopatici”, dove potrà trovare i relativi antidoti omeopatici. Cordiali saluti.
Cristian dice
Buongiorno DOTT.SA,
Sindrome di Gilbert, uomo 51 anni, bilirubina totale 2.36 , diretta 0.69..
Talvolta soffro di reflusso, risolvendo con nux vomica.
Cosa mi consiglia se posso chiederle un parere?
grazie infinite
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Cristian, Lycopodium è un rimedio omeopatico che ha come organospecificità proprio il fegato. Ovviamente, per il caso specifico, la terapia giusta per lei la può garantire, previa visita, solo un medico omeopata, al quale quindi le consiglio di rivolgersi. Cordiali saluti.
Stefania dice
Buonasera Dott.ssa, mi rendo conto che x l’efficacia della cura omeopatica servono diversi dati da analizzare, purtroppo non trovo un’omeopata che riesca a risolvere il problema del colesterolo alto. Vero è che in famiglia abbiamo quasi tutti il colesterolo alto , ma almeno gli altri mangiano carne, affettati e non fanno nemmeno attivita’ fisica.. Io sono di costituzione magra, (55 anni) faccio sala pesi 3 volte a settimana, non mangio nessun tipo di carne, solo formaggi e prodotti spesso già pronti di tipo vegetariano/Vegano, uova e pesce, non fumo, se bevo alcolici, semmai nel week end, non assumo farmaci, eppure ho un colesterolo totale a 223- LDL 129- HDL 88 -Trigliceridi 69- inoltre GAMMA GLUTAMIN TRASPEPTIDASI a 51- Anche quando ho assunto integratori a base di riso rosso non ho avuto benefici. Nemmeno assumendo un’integratore di aglio e carciofo, temo di non riuscire a abbassare i livelli. Lei è in grado di darmi delle indicazioni di cosa assumere , in che diluizione e per quanto. La mia dott.ssa di base mi suggerisce CARDIONAM, io vorrei qualcosa di omeopatico.
La ringrazio dell’attenzione.
Un cordiale saluto
Stefania
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Stefania, in genere i rimedi omeopatici che vengono adoperati per contrastare l’ipercolesterolemia sono Lycopodium (in primis), Aurum metallicum, Baryta carbonica, Kali carbonicum, Nux vomica, Sulphur. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio che assomiglia di più nelle caratteristiche psico-fisiche e nelle sintomatologie potrà produrre i risultati migliori. Per un intervento prioritariamente sintomatico-funzionale, spesso ci si orienta verso le diluizioni medio-basse (ad es. 9CH), che solitamente si utilizzano in ragione di 3-5 granuli pro-dose, più volte al dì (ad es. 2-3 volte), lontano dai pasti. In diversi casi viene abbinato un organoterapico come Cholesterinum 7CH, che ha un’attività regolatrice. Logicamente, come lei sa, occorrerà associare un corretto stile di vita, con particolare riguardo all’alimentazione ed all’attività fisica. Gli alimenti da evitare sono carni rosse, insaccati, formaggi stagionati, latticini grassi, burro, fritture, frutta troppo zuccherina, bevande zuccherate, prodotti da forno e industriali. Gli alimenti da privilegiare sono verdure, ortaggi, legumi, cereali integrali, carni magre (bianche), pesce azzurro (ricco di omega-3), latte scremato, formaggi freschi, uova (specie il tuorlo), olio extravergine d’oliva, olio di semi di lino, cibi ricchi di vitamina C, cibi ricchi di vitamina E, frutta e frutta secca (noci in particolare). L’attività fisica deve essere di tipo aerobico, come jogging, corsa, ciclismo, nuoto, ecc. Ovviamente il trattamento giusto per lei lo può garantire solo un medico omeopata, previa visita, al quale quindi le consiglio di rivolgersi, evitando il “fai da te”. Cordiali saluti.
CRISTINA dice
Buongiorno Dott.ssa volevo chiederle quali sono i rimedi usati per coxartrosi anca ed anche quelli nel csao sia presente necrosi.
Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Cristina, consulti l’articolo “Reumatismi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, dove sono riportati i principali rimedi omeopatici che vengono adoperati nei disturbi dolorosi dell’apparato osteoarticolare e muscolare, con una sintesi delle relative sintomatologie di copertura. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio adatto sarà quello maggiormente somigliante, ovvero il rimedio che contempla la sintomatologia più simile alla propria. Ad esempio, nella circostanza, potrebbero essere presi in considerazione rimedi omeopatici come Chamomilla, Colocynthis, Ferrum metallicum, Hypericum, Iris versicolor, Ledum palustre, Nux vomica… Ovviamente la prescrizione giusta per lei la può garantire solo un medico omeopata, previa visita, al quale quindi le consiglio di rivolgersi. Cordiali saluti.
Sabrina dice
Grazie mille dott.ssa sempre interessantissime le sue risposte!
Siccome ho visto ci sono anche degli articoli sulla fitoterapia mi chiedevo se esistono anche delle piante attive su questa patologia (almeno per alleggerirla), perché io ho provato centella,esperidina, castagno che è il re del linfatico ma non ha aiutato paradossalmente.
Avevo sentito parlare del COLEUS F. però ci sono parecchie controindicazioni che non ho capito se date solo da una dose eccessiva giornaliera o altro.
E devo dire che anche per il ristagno venoso non riesco a capire e trovare la pianta o il mix di piante che possono fare al caso mio. Vitis, Ippocastano, rusco, amamelide, betulla ecc ecc.
Giusto per avere anche un suo consiglio che mi da sempre spunti importanti.
Grazie.
Sabrina.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Sabrina, per quanto riguarda la Fitoterapia classica, sono diverse le piante che possono essere di aiuto, quali, ad esempio, Amamelide, Ananas, Betulla, Centella, Gramigna, Ippocastano, Pilosella, in grado tra l’altro di ridurre la ritenzione idrica e di migliorare la circolazione venosa e linfatica. Dia anche un’occhiata all’articolo “Ok con depurativi e diuretici” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”. Per quanto riguarda la Fitoterapia rinnovata, in diversi casi si ricorre ad alcuni gemmoterapici in gocce (com’è noto, trattasi di macerati glicerici di gemme vegetali fresche con diluizione alla prima decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra la Fitoterapia classica e l’Omeopatia), come Castanea vesca M.G. D1, che è un drenante elettivo per i vasi linfatici, particolarmente indicato negli edemi e nella stasi di origine linfatica, negli edemi da insufficienza venosa e nella cellulite; Sorbus domestica M.G. D1, che in associazione con il precedente permette un sinergismo ottimale nel trattamento delle manifestazioni da insufficienza venoso-linfatica. Il Coleus forskohlii è una pianta molto utilizzata nella medicina ayurvedica per trattare in particolare i disturbi che interessano il sistema cardiovascolare, il sistema nervoso e l’apparato respiratorio, nonché per il dimagrimento. In alcuni individui può però provocare effetti secondari indesiderati o interferire con l’attività di diversi farmaci. È perciò sempre opportuno, prima di assumere qualsiasi forma di fitoterapico, consultare il proprio medico. Cordiali saluti.
Sabrina dice
Buongiorno dott.ssa Volpe, avrei bisogno della sua professionalità per un parere sul
Lipedema e Linfedema, che sono due cose diverse ma ho saputo essere un disturbo oltre che ormonale é ancor di più GENETICO. Per cui le chiedo, quali sono i policresti che hanno la maggior attinenza ad avere questa patologia? . Grazie molte.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Sabrina, ricordiamo che il lipedema è una malattia, con origine probabilmente genetica, caratterizzata da un abnorme accumulo di grasso sottocutaneo, localizzato soprattutto agli arti inferiori, glutei e fianchi. Il linfedema è un ristagno di linfa dovuto ad un cattivo funzionamento del sistema linfatico, di tipo congenito nella forma primaria, che si manifesta frequentemente con il gonfiore ad un braccio o ad una gamba. In entrambi i casi potrebbero trovare impiego policresti omeopatici come Apis, Arsenicum album, Belladonna, Kali carbonicum, Lachesis, Pulsatilla, Rhus toxicodendron, Silicea, Thuya, potenzialmente in grado di contrastare l’incremento del tessuto adiposo e gli edemi. Cordiali saluti.
antonella dice
buongirono dottoressa il licopodium posso darlo anche a mio padre che ha la demenza? quanto deve prenderne grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Antonella, anche se la diluizione e la posologia, come del resto tutte le entità terapeutiche omeopatiche, sono alquanto individuali, non sempre generalizzabili, nella maggioranza dei casi, per un intervento prioritariamente sintomatico-funzionale e nelle more di rivolgersi a un medico omeopata, ci si orienta verso le medio-basse diluizioni (ad es. 9CH), che solitamente si utilizzano in ragione di 3-5 granuli pro-dose, più volte al dì (ad es. 2-3 volte), lontano dai pasti. Cordiali saluti.