NOTA: i termini con l’asterisco costituiscono altrettante voci del Glossario e quindi sono eventualmente consultabili nelle sottosezioni alfabeticamente corrispondenti.
Tannini: sono sostanze appartenenti alla famiglia dei polifenoli* (sostanze antiossidanti), molto presenti nelle piante vascolari; danno il tipico sapore astringente (una sorta di amaro-aspro); hanno effetto astringente* (capacità di ridurre le secrezioni), emostatico* (che arresta le emorragie), antinfiammatorio (V. Infiammazione), antibiotico e antifungino.
Temperamento: si intende per temperamento la definizione dinamica dell’organismo sotto lo stretto controllo della psiche, cioè l’indole, il modo di agire e di reagire agli stimoli esterni ed è congenito, presente fin dalla nascita, non dipendendo dalle esperienze post-natali. Rappresenta ciò che si è in sé, dentro se stessi. Il carattere* invece subisce l’influenza del mondo esterno. I quattro temperamenti risalenti a Ippocrate, che includono anche gli aspetti morfologici e fisiologici, diventano delle vere e proprie costituzioni*. Essi sono: temperamento linfatico*, temperamento sanguigno*, temperamento nervoso* e temperamento bilioso*.
Temperamento bilioso: è uno dei quattro temperamenti* e si riferisce ad un individuo di bel colore, non equilibrato, irascibile, permaloso, collerico, forte, con tendenza all’eccitazione in cui prevale la funzione reattività. Questo temperamento può essere associato ad una qualsiasi costituzione*.
Temperamento linfatico: è uno dei quattro temperamenti* e riferisce ad un individuo corpulento, tendente all’obeso, beato, calmo, lento, flemmatico, pigro, che conduce una vita da routine in cui prevale la funzione nutrizione. Si associa alla costituzione carbonica*.
Temperamento nervoso: è uno dei quattro temperamenti* e si riferisce ad un individuo magro, debole, pallido, triste, malinconico, impaziente, avaro, con frequenti inibizioni in cui prevale la funzione recettività. Si associa alla costituzione fosforica*.
Temperamento sanguigno: è uno dei quattro temperamenti* e si riferisce ad un individuo normale, rubicondo, allegro, attivo e mobile, tendenzialmente instabile in cui prevale la funzione riproduzione. Si associa alla costituzione sulfurica*.
Tenesmo vescicale: stimolo doloroso, urgente e continuo di urinare seguito da una ridotta emissione di urina con getto debole e con la sensazione di incompleto svuotamento della vescica. Le cause più comuni sono attribuibili alle infezioni delle basse vie urinarie (cistite*, uretrite*).
Terpeni: sono i componenti principali delle resine* e degli oli essenziali*, che conferiscono a fiori e piante il caratteristico odore o aroma; rappresentano anche i precursori biosintetici degli steroidi ed in particolare del colesterolo*. Dai terpeni vegetali derivano molti aromi utilizzati nei cibi o nei profumi.
Terreno: in omeopatia* per terreno si intende l’insieme delle caratteristiche morfologiche, fisiologiche (metaboliche e funzionali) e psicologiche dell’individuo in grado di influenzarne la reattività organica di fronte alla malattia. Queste caratteristiche sono ereditarie ma possono essere anche acquisite nel corso della vita per gli influssi del mondo esterno. Si prendono in esame la costituzione* (che correla l’aspetto dell’individuo alle sue potenzialità patologiche), il temperamento* (che è l’insieme delle caratteristiche dell’individuo sotto lo stretto controllo della psiche), il carattere* (che è il modo di reagire e di formarsi dell’individuo in risposta agli stimoli ambientali) e la diatesi* (che è la predisposizione dell’individuo acquisita o congenita ad ammalarsi di determinate malattie con modalità proprie). Il terreno dell’individuo serve per la prescrizione della cura omeopatica* più appropriata.
Tessuto connettivo: ha la funzione, come il nome stesso indica, di connettere tra loro formazioni anatomiche diverse (V. Articolazione) o di riempire gli interstizi tra le varie strutture formando a volte l’impalcatura di sostegno o di appoggio per altri tessuti od organi. I tessuti connettivi dell’organismo sono diversi e di vario tipo, ma hanno tutti una struttura fatta essenzialmente da cellule, da una sostanza intercellulare detta sostanza fondamentale e da fibre di vario tipo (fibre di collagene, reticolari, elastiche). Tipi di tessuto connettivo sono il tessuto connettivo propriamente detto (ad es. derma, tendini, legamenti, corde vocali, ecc.), il tessuto adiposo, il tessuto cartilagineo (V. ad es. Cartilagine articolare), il tessuto osseo, il sangue*, la linfa.
Tessuto epiteliale: (o epitelio) tessuto costituito da cellule appiattite e prismatiche poste a stretto contatto l’una nell’altra, senza interposizione di sostanza intercellulare. Ha varie funzioni: protezione delle superfici esterne e delle cavità interne dell’organismo (tessuto epiteliale di rivestimento), elaborazione di sostanze utili od eliminazione di sostanze dannose (tessuto epiteliale ghiandolare), recezione degli stimoli nervosi (tessuto epiteliale sensoriale). Sono tessuti epiteliali l’epidermide, i rivestimenti interni dei vasi sanguigni e del cuore, i rivestimenti di bocca, naso, apparato respiratorio, intestino, ecc.
Testicoli: V. Gonadi.
Tiamina: altra denominazione della vitamina B1 (V. Vitamina B).
Tigna: infezione della pelle* dovuto ad un fungo, di solito trasmessa da cani o gatti (più spesso randagi) attraverso il contatto diretto o da altra persona infetta. Si manifesta con chiazze concentriche di color rosa, aventi centro più chiaro e bordo leggermente rilevato e squamato, che danno prurito o bruciore. I funghi* della tigna, chiamati dermatofiti, vivono sulla pelle, nei capelli, nelle unghie e proliferano in zone calde e umide. Pertanto può interessare il cuoio capelluto, i piedi, l’inguine ed altre parti del corpo. Senza adeguato trattamento guarisce spontaneamente anche se si richiedono tempi molto più lunghi, fino a 3 – 4 mesi.
Tintura Madre: trattasi di preparato fitoterapico* per uso interno consistente in una preparazione liquida che risulta dall’azione dissolvente (macerazione) di un mezzo idroalcolico sulle sostanze di origine vegetale. Hanno le proprietà terapeutiche della pianta da cui prendono origine. Le parti della pianta, fresche o secche, opportunamente selezionate (foglie, fiori, fusto, radici, ecc.) e trasformate (sminuzzate, triturate, ridotte in polvere, ecc.), che costituiscono la droga, vengono messe a macerare in una soluzione di etanolo + acqua distillata o depurata, con un ben determinato grado alcolico. Ciò consente di estrarre i principi attivi* (le sostanze farmacologicamente attive) contenuti nella droga vegetale. In omeopatia* le Tinture Madri costituiscono spesso il ceppo omeopatico*, sono cioè utilizzate come base di partenza (da qui il termine madre) per la preparazione di molti rimedi omeopatici*, da cui procedere con i metodi hahnemanniani della diluizione* e della dinamizzazione*, ovverosia diluizioni intervallate da dinamizzazioni fino alla potenza desiderata. In tal caso la droga può essere anche di origine animale.
Tiroide: è una ghiandola endocrina (cioè a secrezione interna, quella il cui prodotto, che sono gli ormoni, viene direttamente immesso nel sangue) situata nella regione anteriore del collo alla base della gola. Produce gli ormoni (al 90% la tiroxina o T4 ed al 10% la triiodotironina o T3) che agiscono sul metabolismo cellulare e sui relativi processi di accrescimento, per cui una sua eccessiva attività (ipertiroidismo) o una sua ridotta attività (ipotiroidismo) comportano rispettivamente un aumento o un rallentamento del metabolismo basale, cioè del consumo energetico dell’organismo a riposo e dell’attività metabolica dei tessuti, cioè della velocità di utilizzazione delle sostanze energetiche come ad es. i grassi.
Tisana: è un preparato fitoterapico* per uso interno ed indica il termine generico di una soluzione acquosa preparata mediante la tecnica di infusione o di decozione, con la differenza però che l’infuso* e il decotto* derivano da una sola pianta, mentre la tisana utilizza una miscela di piante, generalmente essiccate.
Tocoferolo: V. Vitamina E.
Tonico: esplica un’azione stimolante fortificane, riducendo l’affaticamento dell’organismo.
Tonsille: organi linfoghiandolari del sistema immunitario, situati nell’orofaringe, che costituiscono la principale difesa delle vie aeree.
Tonsillite: infezione virale (V. Virus) o batterica (V. Batteri) delle tonsille*, causata soprattutto da streptococchi, che diventano rosse, ingrossate, di solito ricoperte da placche biancastre. E’ molto frequente nei bambini.
Tosse: sintomo di reazione dell’organismo ad un’infiammazione* delle vie respiratorie dovuta ad un agente patogeno o irritante. Pertanto, si accompagna spesso a raffreddore*, faringite*, laringite*, tracheite*, bronchite*, polmonite* e così via, oppure ad un’allergia, come la rinite allergica*. A volte è l’atto necessario per espellere sostanze indesiderabili (polvere, corpi estranei, ecc.). Consiste in un rapido susseguirsi di inspirazioni improvvise seguite immediatamente da brusche espirazioni rumorose di tipo esplosivo. Si dice secca se è caratterizzata da assenza di espettorato* e spesso da bruciore e prurito alla gola. Si dice grassa invece quando è accompagnata da espettorato e serve per l’eliminazione dello stesso che se trattenuto potrebbe aggravare o favorire l’infezione per un accumulo di batteri*. La tosse è anche un sintomo che va correttamente interpretato, nel senso che, specie se è cronica potrebbe sottendere patologie molto più importanti.
Trachea: condotto che inizia dalla faringe* e si divide nei due bronchi che sfociano nei rispettivi polmoni.
Tracheite: infiammazione* acuta o cronica della mucosa* che riveste la trachea*, la cui principale causa è di origine batterica o virale (V. anche Batteri e Virus). Può essere anche determinata dalla inalazione di sostanze irritanti (prodotti chimici, vapori, fumo, ecc.), da repentine variazioni climatiche o da malattie respiratorie. Spesso è una conseguenza di faringite*, laringite* o tonsillite*.
Tranquillante: V. Sedativo.
Transaminasi: sono enzimi* (proteine) che si trovano soprattutto nelle cellule del fegato. Il loro livello nel sangue* è utile per valutare il corretto funzionamento del fegato, ma anche lo stato di salute del cuore e dell’apparato scheletrico. Quando le cellule di questi organi soffrono o muoiono le transaminasi da esse contenute si riversano nel sangue. Pertanto se la quantità delle transaminasi nel sangue aumenta significa che è in atto una degradazione cellulare non normale e quindi può esistere una patologia a carico di fegato, cuore o scheletro. Le transaminasi si suddividono in transaminasi GPT o ALT, che riguardano soprattutto il fegato e transaminasi GOT o AST, che riguardano invece soprattutto cuore e scheletro. Valori normali delle transaminasi GPT sono 10 – 40 U/l per gli uomini e 5 – 35 U/l per le donne. Valori normali delle transaminasi GOT sono 40 – 45 U/l per gli adulti e fino a 80 U/l per i bambini.
Traspirazione delle piante: è la perdita di vapore acqueo delle piante*, a contatto con l’ambiente esterno, a causa dell’evaporazione. Avviene prevalentemente a livello delle foglie ed è regolata dagli stomi, che sono gli organi preposti allo scambio gassoso tra interno ed esterno della pianta e che sono situati soprattutto nella pagina inferiore della foglia.
Triboelettricità: è la caratteristica delle sostanze di forma cristallina, come gli zuccheri, di produrre differenze di potenziale, con conseguente liberazione di cariche elettriche, quando i cristalli vengono frantumati. Nella triturazione* per la preparazione di alcuni tipi di rimedi omeopatici*, si utilizza come veicolo il lattosio* proprio per sfruttare tale effetto.
Trigliceridi: sono i principali componenti del tessuto adiposo (grasso) dell’organismo, nel quale vengono accumulati all’interno delle cellule dette adipociti. Una quota di essi è presente anche nel sangue* dove vengono trasportati dalle lipoproteine VLDL (very low density lipoproteins). Rappresentano un’importante fonte di energia (contengono più del doppio dell’energia dei carboidrati* e delle proteine) e fungono da isolante termico creando una barriera naturale contro le basse temperature. I trigliceridi derivano soprattutto dalla dieta e solo in piccola parte sono prodotti dall’organismo (fegato). I valori normali di trigliceridi nel sangue (trigliceridemia) sono 50 – 170 mg/dl. Valori superiori aumentano considerevolmente il rischio di malattie cardiovascolari, di infarto del miocardio, di ictus cerebrale, di aterosclerosi* e del diabete*. I livelli di trigliceridi e di colesterolo* nel sangue sono inevitabilmente correlati.
Triturazione: in omeopatia* è il metodo di preparazione del ceppo omeopatico*, da cui trae origine il rimedio omeopatico*, quando si utilizza una sostanza attiva solida non solubile in acqua o alcool (più solitamente sostanze minerali o animali). Tale trattamento, che adopera come veicolo del lattosio* puro, risulta indispensabile per portare in soluzione i principi attivi* (le sostanze farmacologicamente attive) che altrimenti sarebbero insolubili. Si trita tre volte in un mortaio di porcellana la sostanza attiva solida, precedentemente ridotta in polvere, aggiungendo ogni volta quantità di lattosio che consentono di pervenire alla triturazione D3 o a quella 3CH. Il ceppo omeopatico così predisposto sarà sottoposto poi ai processi di diluizione* e di dinamizzazione* per la preparazione dei rimedi omeopatici relativi, ovverosia diluizioni intervallate da dinamizzazioni fino alla potenza desiderata.
Trombociti: V. Piastrine.
Tromboflebite: V. Flebite.
Tubercolinico: V. Diatesi tubercolinica.
Tubercolinismo: V. Diatesi tubercolinica.
Ulcera: lesione della pelle* o di una mucosa* che non tende a guarire spontaneamente, cioè è a lenta o difficoltosa o assente cicatrizzazione.
Ulcera duodenale: lesione in uno o più punti della mucosa* del primo tratto della giunzione gastroduodenale e per questo è detta anche ulcera bulbare. E’ molto più frequente dell’ulcera gastrica*. La causa della malattia non è del tutto nota anche se si ritiene che sia strettamente collegata ad una ipersecrezione acida della mucosa gastrica unita ad una ridotta capacità della mucosa duodenale di secrezione di bicarbonato nel muco* protettivo. I fattori predisponenti ed i sintomi sono essenzialmente gli stessi dell’ulcera gastrica.
Ulcera gastrica: erosione della mucosa* gastrica o nei casi più gravi perforazione della parete dello stomaco. Le cause della malattia non sono completamente note. L’ipotesi più accreditata è quella di una diminuzione della resistenza della mucosa* gastrica all’aggressività del succo gastrico che è particolarmente acido. Quasi sempre l’ulcera gastrica è preceduta dalla gastrite*, in cui la mucosa infiammata ha una ridotta capacità di secrezione di bicarbonato nel muco* protettivo. In moltissimi casi si riscontra la presenza del batterio Helicobacter pyroli al di sotto della mucosa che provoca una reazione infiammatoria e una lesione del tessuto epiteliale* locale. Altri fattori predisponenti possono essere gli abusi di alcool, caffeina, fumo, grassi, farmaci ed altri, come pure la matrice genetica e particolari condizioni emotive. I sintomi sono dolore epigastrico (appena sotto lo sterno), nausea, vomito, anemia* sideropenica (da carenza di ferro) legata alle emorragie.
Ulcera peptica: lesione singola o multipla che colpisce mucosa* e sottomucosa del tratto digerente superiore, più spesso stomaco e bulbo duodenale, ma anche esofago* e seconda parte del duodeno. La localizzazione dell’ulcera è più frequente a livello gastrico e duodenale, ma può interessare anche l’esofago soprattutto nei casi di reflusso acido. Gli uomini ne sono maggiormente colpiti rispetto alle donne (rapporto 3:1). I fattori predisponenti ed i sintomi sono essenzialmente gli stessi dell’ulcera gastrica* e dell’ulcera duodenale*.
Ulcere varicose: complicazioni delle vene varicose*.
Unguenti: sono pomate* nelle quali la base, eccipiente*, cui si aggiunge il principio attivo* (sostanza farmacologicamente attiva), è formata oltre che da sostanze grasse anche da sostanze resinose. Sono particolarmente indicati per il trattamento delle dermatosi (termine usato per indicare patologie della pelle di tipo non infiammatorio) secche e squamose. Nella fabbricazione degli unguenti come eccipienti oggi vengono utilizzati, tra gli altri, olio di arachidi, olio di mandorle, amido, glicerina, vasellina, lanolina e cera d’api.
Uremia: è lo stadio finale dell’insufficienza renale, caratterizzata da accumulo nel sangue* dell’urea (composto organico presente nel sangue e nelle urine, normalmente eliminato dai reni attraverso le urine) e di altre sostanze azotate, che comporta un grave stato di intossicazione.
Uretrite: infiammazione*, acuta o cronica, dell’uretra, che è il piccolo condotto che convoglia l’urina dalla vescica all’esterno. L’infezione generalmente è causata da agenti patogeni (batteri*, virus*, funghi*) che colonizzano l’uretra per “via ascendente” dall’esterno a seguito di contatto sessuale, o per “via discendente” dalla vescica ad esempio in corso di cistite*, o ancora per via ematica da infezioni in altre sedi. I sintomi sono dolore* e bruciore, che diventano più intensi durante la minzione (disuria*, stranguria*), urgente e frequente bisogno di urinare (pollachiuria*), ritenzione urinaria (iscuria*), a volte sangue e/o pus nelle urine (ematuria*, piuria*). L’infezione più grave e contagiosa è l’uretrite gonococcica (blenorragia* o gonorrea), causata dal batterio gonococco, che interessa soprattutto il sesso maschile e si manifesta con una secrezione uretrale purulenta accompagnata da congestione, bruciore, dolore, febbre. L’uretrite colpisce prevalentemente gli uomini perché la maggiore lunghezza dell’uretra (in media 16 cm conto i 3 cm delle donne), fa aumentare la probabilità che la stessa possa essere interessata da infezioni ed il più delle volte è di origine discendente. Nelle donne prevale l’uretrite per via ascendente.
Uricemia: parametro che esprime la quantità di acido urico* nel sangue.
Ustione: è una lesione dei tessuti causata dall’esposizione degli stessi a fonti termiche, a sostanze caustiche o a sorgenti elettriche. La gravità delle ustioni è determinata dalla profondità del tessuto e dall’estensione della superficie corporea colpita. In base alla profondità si suddividono in: ustioni di primo grado, che interessano solo l’epidermide (lo strato più esterno della pelle*) e che comportano la formazione di un eritema*; ustioni di secondo grado, che interessano sia l’epidermide che il derma (strato intermedio della pelle) e che si manifestano con le caratteristiche bolle piene di essudato* (dette flittene); ustioni di terzo grado, che interessano l’epidermide, il derma e l’ipoderma (strato più profondo della pelle) ed a volte il tessuto muscolare, i tendini e le ossa e che sono caratterizzate dalla necrosi o dalla carbonizzazione dei tessuti. I sintomi generali sono dolore*, bruciore (non presenti nel 3° grado per la distruzione dei recettori nervosi), febbre*, infezioni e nei casi più importanti possono aversi complicazioni gastrointestinali, respiratorie e renali. In genere se la superficie corporea ustionata è superiore al 20% si parla di ustioni gravi, se superiore al 40% si parla di ustioni gravissime che possono condurre anche alla morte.
anna dice
Gent.ma Dott.ssa della Volpe
I valori degli esami del sangue di mia figlia (affetta da linfoma di Hodgkin in via di guarigione) sono piuttosto altini per quanto riguarda la tiroide, in particolare TSH e T3. Il radiologo dice che non vi è nulla di preoccupante…ma come posso aiutarla con il cibo? In passato l’omeopata le prescrisse Tiroidina, ma non ne trovo traccia fra i rimedi da Lei elencati. Potrebbe darmi un Suo prezioso consiglio?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Anna, sarebbe consigliabile attenersi alle indicazioni ed alle prescrizioni dei medici specialisti che tengono in cura sua figlia, affidarsi a loro e non prendere iniziative personali che potrebbero risultare anche controproducenti. L’alimentazione dovrà essere ovviamente sana, con il giusto apporto di calorie per mantenere il peso corretto e con il giusto apporto di proteine per mantenere la forza e la prestanza fisica. Sarebbe anche importante tenersi attivi il più possibile e praticare comunque un esercizio fisico compatibile, pur se moderato (ad es. come camminare). Per quanto riguarda la Tiroidina, che è il composto iodato contenuto nella tiroide e che ne rappresenta il principio attivo, il prodotto omonimo prescritto in passato dall’omeopata non è né un rimedio omeopatico e né un organoterapico o altro tipo di bioterapico, bensì è un integratore farmaceutico a base di estratto (polvere essiccata) di tiroide animale. Veniva usato per contrastare varie problematiche legate all’ipotiroidismo o alla disfunzione tiroidea. Oggi non è più adoperato ed è sostituito da farmaci sintetici più sicuri ed efficaci, come Eutirox ed analoghi. Cordiali saluti.