La Malva è una pianta erbacea selvatica dalle belle foglie muschiate su steli ramificati. Ha foglie basali rotonde, leggermente lobate, e grandi fiori estivi da bianchi a rosa a lilla. Appartiene alla famiglia delle Malvaceae ed il suo nome locale è Cut-leaf Mallow. Ma è anche nota con i termini di Marmetta, Rondella, Nalba, Maleva, Melba, Parmuzza. Le varietà più diffuse sono la M. comune o Malva Sylvestris e la M. Moschata.
Proprietà e benefici
È ricca di mucillagini e di pectina ed è quindi una pianta “dolce”, ammorbidente, con spiccate proprietà antinfiammatorie, emollienti, lassative, calmanti, rinfrescanti e sedative. Protegge la mucosa dell’apparato digerente ed è largamente impiegata per la sua efficacia contro le infiammazioni delle mucose.
La M. è usata
- per le forme catarrali delle prime vie bronchiali,
- in oftalmia,
- per la cura e la bellezza della pelle,
- in caso di colite spastica e di stitichezza,
- per la gastrite,
- nelle infiammazioni della cavità orale (afte, stomatiti, gengivite, mal di denti), delle vie urinarie, delle mucose in generale,
- per la tosse, catarro, mal di gola;
- nei casi di puntura d’insetto.
Il modo migliore e più consigliato di assumerla è l’infuso, che si prepara con 50 g di Malva in un litro di acqua bollente, da bere in ragione di una tazza tre volte al giorno.
Per le sue proprietà lenitive ed emollienti, la M. è un’erba molto preziosa per la bellezza della pelle. Con l’infuso o con il decotto si preparano lozioni depurative e calmanti, da picchiettare sul viso o da aggiungere all’acqua del bagno. Con la radice si ottengono cataplasmi dall’effetto risolvente sui foruncoli, o gargarismi indicati per combattere le infiammazioni gengivali e il mal di gola; la radice masticata serve anche a mantenere belli e sani i denti. La M. entra nella composizione di molte creme di bellezza ad azione emolliente e nutriente.
Un cataplasma fatto con la foglia di M. calma l’effetto delle punture degli insetti.
L’infuso di fiori, foglie e radici è raccomandato in caso di gonfiore agli occhi e di congiuntivite.
Il suo uso inoltre conviene per regolarizzare le funzioni intestinali grazie alle mucillagini le quali si gonfiano e premono delicatamente sulle pareti dell’intestino, stimolandone la contrazione e quindi agevolandone lo svuotamento.
I Greci ed i Romani usavano molto la M. e la scuola Pitagorica la considerava una pianta sacra; la Scuola Salernitana la lodava perché “risana e scioglie il corpo”.
I Celti, popolo del Nord-Europa, credevano che i suoi semi, posti sugli occhi dei defunti, avessero la capacità di scacciare gli spiriti maligni e che aprissero le porte del paradiso. Nel Medioevo e fino al ‘900, era tra i rimedi contro artriti, accessi, infiammazioni gengivali, stitichezza e obesità.
Le contadine del secolo scorso d’alcune regioni, mettevano dei fiori di malva nel corredo della sposa perché si diceva aiutassero a conservare la bellezza anche con l’avanzare dell’età.
Oggi in gastronomia le foglie di M., appena spuntate, sono mangiate crude nelle insalate, oppure cotte nelle minestre con orzo o riso. Sempre le foglie cotte, entrano come ingrediente nella preparazione di ripieni per ravioli e polpette.
Se si va a raccoglierla in campagna, è necessario fare attenzione che il terreno non sia troppo vicino a strade trafficate.
In senso figurato il termine malva indica una persona retriva, insulsa.
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