Sommario:
□Infuso □Decotto □Tisana □Tinture Madri □Sciroppo □Succo □Capsule □Pillole □Pasticche □Compresse □Pomate □Unguenti e Creme □Supposte □Linimenti □Impacco □Cataplasma
La classificazione dei preparati fitoterapici, effettuata sulla base delle metodiche utilizzate per la lavorazione delle droghe vegetali o secondo il loro utilizzo, è consultabile all’articolo “Preparati fitoterapici” della presente sezione.
Di seguito si descrivono i tipi di preparati fitoterapici più comuni e più usati, evidenziandone le caratteristiche e le modalità di preparazione.
Gli oleoliti e gli oli essenziali sono trattati a parte nell’articolo “Oleoliti e Oli essenziali” sempre della presente sezione.
Molti prodotti fitoterapici sono utilizzati come base di partenza per la preparazione dei rimedi omeopatici (in particolar modo le Tinture Madri).
Infuso
L’infuso è un tipo di tisana che consente di estrarre i principi attivi delle parti più tenere della pianta officinale, quali fiori, foglie e parti erbacee.
Si segue tale procedimento: si porta ad ebollizione l’acqua, a fuoco spento si immergono le parti selezionate e sminuzzate della pianta , si lascia il tutto in infusione per un certo tempo (in genere da 5 a 15 min), tenendo il contenitore coperto, quindi si filtra spremendo bene il residuo (si può usare il normale colino). Si può dolcificare a piacere con zucchero o preferibilmente miele.
Poiché l’estrazione non avviene durante l’ebollizione dell’acqua, l’infuso risulta più adatto per estrarre componenti che si possono facilmente degradare o perdere con l’ebollizione stessa (quali gli oli essenziali che sono molto volatili), per cui le erbe aromatiche vanno generalmente preparate in infuso. Inoltre considerati i ridotti tempi di infusione le parti della pianta, come detto, devono essere le più tenere e delicate.
Quando si prepara un infuso è bene adoperare un recipiente costituito da materiale inerte, generalmente porcellana, ceramica o vetro e non acciaio o alluminio, dotato di coperchio per evitare la perdita delle sostanze più volatili.
In genere il rapporto in peso tra le parti della pianta da sottoporre all’infusione ed il volume di acqua varia da 1:50 a 1:5, cioè da 2 a 20 g per ogni 100 ml di acqua.
Gli infusi possono essere conservati in frigorifero per max 24 ore, oppure conservati in termos per essere consumati durante il dì.
Decotto
Il decotto è un altro tipo di tisana che si utilizza per estrarre i principi attivi dalle parti più dure e resistenti della pianta officinale, quali radici, semi, corteccia e fusto, che sono poco termolabili.
Si segue tale procedimento: si immergono le parti selezionate e sminuzzate della pianta in acqua, si porta il tutto all’ebollizione a fuoco lento, si lascia bollire per un certo tempo (in genere da 10 a 20 min), poi si lascia intiepidire per circa 15 min e quindi si filtra spremendo bene il residuo (si può usare il normale colino). Si può dolcificare a piacere con zucchero o preferibilmente miele.
Per rendere ancora più efficace l’estrazione, sarebbe meglio se, prima della cottura, le parti sminuzzate della pianta si lasciassero macerare per due o tre ore nella stessa acqua a temperatura ambiente.
I decotti servono quindi ad estrarre principi attivi come mucillagini (proteine che aiutano le piante a trattenere l’acqua), tannini (composti polifenolici presenti nelle piante vascolari), oli amari o altri elementi poco volatili contenuti nelle parti più coriacee della pianta.
Solitamente il rapporto in peso tra le parti della pianta e l’acqua di cottura non è superiore 1:20, cioè non più di circa 5 g per ogni 100 ml di acqua.
I decotti, come gli infusi, possono essere conservati in frigorifero per max 24 ore, oppure conservati in termos per essere consumati durante il dì.
In genere un cucchiaino da dessert di decotto equivale ad un cucchiaio da minestra di infuso.
Tisana
E’ il termine generico di una soluzione acquosa preparata mediante la tecnica di infusione o di decozione viste prima, con la differenza però che l’infuso e il decotto derivano da una sola pianta, mentre la tisana utilizza una miscela di piante, generalmente essiccate.
Tinture Madri
Trattasi di preparazioni liquide che risultano dall’azione dissolvente di un mezzo idroalcolico sulle droghe vegetali. Per i dettagli consultare l’omonima sezione del sito “Tinture Madri”.
Spesso in Omeopatia le Tinture Madri sono utilizzate come base di partenza (ceppo omeopatico) per la preparazione di molti rimedi omeopatici, cioè la base da cui procedere con il metodo hahnemanniano delle diluizioni (ovverossia diluizioni intervallate da dinamizzazioni, fino alla potenza desiderata). In tal caso la droga può essere anche di origine animale.
Sciroppo
Lo sciroppo si ottiene introducendo il principio attivo della pianta officinale in uno sciroppo semplice, che è una soluzione acquosa zuccherina molto concentrata in acqua, preparata a caldo. Si può utilizzare indifferentemente sia dello zucchero che del miele (quest’ultimo però è da preferire), ad una concentrazione di almeno il 45%. Il gusto è molto dolce, la viscosità è elevata. L’alto contenuto di zucchero, oltre che per il gusto, serve per conferire allo sciroppo la stabilità, nel senso che le sue proprietà essenziali non devono cambiare per un lungo periodo di tempo ed inoltre a renderlo resistente alla crescita microbica.
Gli sciroppi si possono preparare a partire dalla Tintura Madre (TM) o dalla tisana (infuso o decotto).
□ Sciroppo con TM
Dosi: 500 g di miele;
300 ml di acqua potabile, meglio se demineralizzata;
TM nel rapporto 1:9.
Procedimento: si mettono i 500 g di miele in un recipiente, si scalda a fiamma bassa o preferibilmente a bagnomaria, in modo da non superare i 40°C. Vi si versano poi i 300 ml di acqua e si mescola continuamente fino a ben amalgamare. Si lascia raffreddare. A freddo si unisce la TM nella proporzione 1:9, cioè 1 parte di TM e 9 parti di sciroppo.
□ Sciroppo con tisana
Dosi: 500 g di miele;
300 g di tisana.
Procedimento: si mettono i 500 g di miele in un recipiente, si scalda a fiamma bassa o preferibilmente a bagnomaria, in modo da non superare i 40°C. Quando il miele è diventato liquido, si versano i 300 g di tisana e si mescola bene per amalgamare il tutto. Si lascia raffreddare e si imbottiglia a freddo. L’imbottigliamento a freddo evita che, a causa dei vapori che si produrrebbero sulle pareti più fredde del recipiente, si formi una porzione di sciroppo più diluita e quindi più facilmente attaccabile dai batteri.
Gli sciroppi si conservano a temperatura ambiente o preferibilmente in frigorifero, al riparo dalla luce. E’ sempre bene agitare prima dell’uso.
Sono generalmente somministrati alla dose di 10 – 30 ml, 2 – 3 volte al dì.
Succo
Il succo si ottiene dalla spremitura a freddo della pianta fresca. In casa si può preparare strizzando le parti della pianta interessate con un telo fino a farne uscire la parte acquosa. Lo stesso risultato si ottiene adoperando una centrifuga. Si assume appena fatto.
Capsule
Le capsule contengono circa 0,5 g di erbe finemente polverizzate, racchiuse in un contenitore di gelatina rigida, composto da due parti che si incastrano una nell’altra. Si preparano in laboratorio.
Pillole
Le pillole si preparano amalgamando le parti della pianta officinale contenente il principio attivo, finemente polverizzate, con gomma arabica e polvere di liquirizia. Da questo impasto si formano le pillole che si fanno essiccare prima di essere inserite nei contenitori ambrati, sterili, per la conservazione e commercializzazione. Si preparano in laboratorio.
Pasticche
Le pasticche sono una combinazione di erbe, zucchero, miele, resine e mucillagini di vario tipo. Si preparano in laboratorio. Per una preparazione casalinga si può seguire tale procedimento.
Si prepara dell’acqua bollente nella quale viene sciolta la resina, ad es. la resina di Astragalo (pianta erbacea perenne ricca di resine). Si lascia a bagno 24 h, mescolando con un agitatore. Si aggiunge poi l’erba polverizzata, l’edulcorante e si impasta. Si stende la pasta su di un piano di marmo utilizzando dell’amido o dello zucchero, per evitare che lo stesso si attacchi al piano. Successivamente si tagliano le pasticche, si fanno essiccare all’aria, quindi si conservano in contenitori ambrati sterili e ben chiusi.
Le pasticche sono ideali come rimedi per la bocca, per la gola e per l’apparato respiratorio (vie aeree superiori).
Compresse
Le compresse si ottengono pressando le polveri delle droghe od i loro estratti secchi con dei leganti come l’amido e il lattosio.
Pomate
Le pomate si preparano in laboratorio e sono costituite da una base grassa (eccipiente) contenente una modica percentuale di acqua, alla quale si aggiunge il principio attivo della pianta officinale. Sono indicate in qualunque localizzazione e nel trattamento delle superfici cutanee delicate, sia secche che non eccessivamente umide. Una pomata si definisce tale se possiede il carattere di idrofilia (capacità delle molecole di legarsi con l’acqua) e di delicatezza. La base grassa, per le sue proprietà occlusive, esplica infatti una vantaggiosa azione emolliente che permette al principio fitoterapico di agire in profondità ed inoltre assicura alla pelle un appropriato apporto lipidico, senza bloccarne la traspirazione e gli scambi di calore.
Le basi grasse più comunemente utilizzate sono vasellina, lanolina, olio di oliva, altri oli vegetali, burro di karité, burro cacao, cera d’api, miscele di oli diversi, ecc. Per una preparazione casalinga si può seguire questo procedimento.
La base grassa viene sciolta in un contenitore a bagnomaria o a fuoco lento. La dose è 200 g di base e 50 g di erba, oppure 200 g di base e 30 g di TM al 20%. Quando la base si è liquefatta si aggiunge l’erba o la TM e si fa bollire il tutto a fuoco lento per 10 min, mescolando continuamente per evitare che si attacchi o che si bruci. Quindi si filtra a caldo, comprimendo il residuo. Prima che il composto si raffreddi si può aggiungere qualche goccia di olio essenziale per la profumazione e si versa in vasetti non trasparenti.
Unguenti e Creme
□ Gli unguenti sono pomate in cui la base (eccipiente) è formata oltre che da sostanze grasse anche da sostanze resinose. Sono particolarmente indicati per il trattamento delle dermatosi secche e squamose. Nella fabbricazione degli unguenti come eccipienti oggi vengono utilizzati, tra gli altri, olio di arachidi, olio di mandorle, amido, glicerina, vasellina, lanolina e cera d’api.
□ Le creme invece sono usualmente costituite da emulsioni poco grasse. Per il loro più elevato contenuto acquoso, sono particolarmente indicate nel trattamento di lesioni e di zone cutanee umide, come la zona dell’inguine e quella delle ascelle, ove permettono il deflusso del secreto ed un rapido essiccamento della pelle.
Supposte
Le supposte utilizzano una base di burro di cacao o di burro di karité, alla quale viene mescolata la paste selezionata della pianta officinale finemente triturata tale da essere ridotta in polvere. Si può anche usare la tisana (infuso o decotto) o la tintura madre. In tal caso l’eccipiente è costituito da glicerina e gelatina. Si preparano in laboratorio. Per una preparazione casalinga si può seguire questo procedimento.
Dosi: 10 parti di gelatina;
40 parti di tisana;
15 parti di glicerina.
Procedimento: la gelatina viene messa un po’ a bagno nell’acqua, poi viene sciolta a bagnomaria o a fiamma bassa. Si aggiunge la glicerina e quindi la tisana, si riscalda a fuoco lento per far evaporare l’acqua, mescolando di continuo. Si dispone il preparato su fogli di alluminio o su stampi già predisposti a forma di piccoli siluri lunghi 2,5 cm e si lascia raffreddare.
Linimenti
I linimenti sono prodotti di consistenza liquida o semiliquida, costituiti da miscele di erbe con alcool o con aceto o con oli vegetali. Sono utilizzati per praticare massaggi di parti doloranti, per lenire il dolore causato da contusioni o da traumi muscolari e più in generale nei casi di infiammazioni di origine traumatica. Sono pertanto un ottimo rimedio esterno contro il dolore.
La basi vegetali usualmente adoperate sono farina di semi di lino, di senape, di peperoncino, di mirra.
Impacco
L’impacco è una preparazione casalinga che fa uso di una garza, oppure un panno pulito di cotone o di lino, imbevuta di infuso o di decotto caldo ed applicata sulla parte del corpo interessata. Il calore favorisce l’azione delle erbe. Per mantenere il calore più a lungo, è preferibile coprire con una pellicola su cui si appone una borsa d’acqua calda.
Cataplasma
Il cataplasma ha indicazioni ed effetti molto simili all’impacco. Mentre nell’impacco si utilizza l’estratto liquido della pianta ben caldo (la tisana), nel cataplasma si usano le parti della pianta fresche o secche (meglio se fresche) tritate e scaldate a bagnomaria, poste quindi tra due garze o in un sacchetto di tela da applicare sulla zona interessata. Le erbe calde possono essere applicate anche direttamente sulla pelle, previa spalmatura di una piccola quantità di olio. Anche questa volta la zona del cataplasma va tenuta in caldo apponendo una pellicola e la borsa d’acqua calda.
(*) V. Note esplicative
nunzio dice
ho dei semi di lino sottovuoto vorrei saper come si forma l’imapacco per far maturare un brufolo
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Nunzio, la invito a consultare l’articolo “Per maturare foruncoli e ascessi” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, dove potrà trovare la risposta alla sua domanda. Cordiali saluti.
lety dice
gent. dott.ssa
sono la mamma di un ragazzo di 44 anni affetto da fibromialgia da parecchi anni.Ho letto su una rivista una signora che era guarita da questo grave disturbo prendendo gocce di-cereus bonplandii- prescrittole da un omeopata.Ma non diceva nè la diluizione ne la quantità. Lei saprebbe dirmelo? e casomai consigliarmi qualche altro rimedio omeopatico? Le scrivo io perchè mio figlio è ormai scoraggiato ,sempre stanco enon ha voglia di curarsi. Grazie e cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Lety, dobbiamo innanzitutto premettere che in omeopatia le esperienze degli altri non sono completamente esportabili, perché ciascun paziente richiede la sua specifica terapia che è facilmente diversa da quella di un altro paziente, quand’anche entrambi affetti dalla stessa patologia. L’omeopatia è una medicina con una personalizzazione molto spinta, è la medicina che “veste su misura”, come si è solito dire, che non ha cure standardizzate che vanno bene per tutti, ma che fa uso di rimedi che devono assomigliare il più possibile al paziente per essere curativi, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, sia dal punto di vista fisico che da quello psichico. Relativamente alla sintomatologia il rimedio omeopatico curativo deve contenere non solo i sintomi comuni della patologia (nella fattispecie ad es. dolori concentrati, dolori diffusi, affaticabilità, stanchezza, difficoltà nel dormire, disturbi dell’umore, ansia, depressione, ecc.), ma anche e soprattutto i sintomi individuali propri (quali ad es. sensazioni, percezioni, modalità delle manifestazioni, localizzazione precisa dei disturbi, circostanze di aggravamento e di miglioramento, sintomi concomitanti, tipologia dei riflessi psicologici, ecc.). Com’è noto, la fibromialgia è una sindrome che è tuttora oggetto di studi nella medicina tradizionale, ove si è ancora nel campo delle ipotesi e pertanto al momento non esiste una terapia univoca di provata efficacia. Su una cosa però si deve convenire e cioè che la patologia richiede più di un trattamento terapeutico, che può prevedere congiuntamente l’uso di farmaci, di esercizio fisico appropriato, di tecniche di rilassamento, di educazione del paziente, di supporto psicologico, di modifica degli stili di vita, di dieta alimentare ed altro. L’omeopatia che, com’è noto, guarda più al malato ed ai suoi sintomi piuttosto che alla malattia in sé, potrebbe fornire un contributo, però come detto prima occorrerà individuare la terapia giusta e la giusta strategia terapeutica, in sinergia con gli altri interventi terapeutici di cui in precedenza. Pertanto, volendo ricorrere all’omeopatia, l’unica strada da seguire è di rivolgersi ad un bravo medico omeopata, che possa esaminare complessivamente la situazione e mettere in campo la cura, mirata e proficua, volta al miglior risultato possibile, in termini di rimedio (o rimedi) somigliante, di diluizione relativa (scelta anch’essa strategica per il successo della terapia), di posologia conseguente, di durata della cura, ecc. Poiché la fibromialgia è una malattia reumatica cronica che colpisce l’apparato muscolo-scheletrico, con dolori provenienti dai muscoli e dai tessuti fibrosi, quali tendini e legamenti, a titolo puramente informativo i principali rimedi omeopatici potenzialmente utili sono consultabili all’articolo “Reumatismi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. La cura omeopatica dovrà avere riguardo anche per la componente psicologica. Cereus bonplandii è un rimedio omeopatico che si ottiene da una varietà di Cactus grandiflorus, i cui sintomi principali sono in relazione con il cuore, con nevralgie e dolori che dal lato sinistro del torace tendono ad estendersi ad altre parti del corpo, in soggetto provato fisicamente e psicologicamente con tendenza ad avere allucinazioni. Con riferimento alla dieta alimentare, anche se non ce ne è una specifica, è preferibile limitare gli zuccheri, ridurre i grassi ed il sale, incrementare frutta, verdura e cereali integrali, evitare alcool e caffè, bere molta acqua. Relativamente all’esercizio fisico è consigliabile un’attività continuativa ma non troppo intensa e, nei limiti del possibile, praticare aerobica, stretching, massaggi, nuoto. Ribadisco, però, l’opportunità di rivolgersi ad un medico omeopata. Cordiali saluti.
anna dice
Inoltre soffro di fotosensibilità e di allergia alla polvere.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Anna, potrebbe trattarsi di orticaria, probabilmente di natura allergica. Conviene sospendere tutto ed astenersi da qualsiasi trattamento, perché dovrebbe risolversi spontaneamente, oppure spalmare sulla parte una crema o pomata alla Calendula. Un sicuro sollievo potrebbe aversi strofinando del prezzemolo, che ha delle buone proprietà antistaminiche. Il dermatologo farà la diagnosi del caso, probabilmente sul suo racconto. Cordiali saluti.
anna dice
Aggiungo inoltre che ho spesso una sensazione di freddo o di prurito incipiente, di sera, proprio sul mento, che almeno per il momento appare ancora chiaro quando è disteso. Comunque noto come un carico ponderale pronto ad esplodere…
anna dice
Carissima Dott della Volpe
sul mento o per meglio dire a fior di pelle è presente un agglomerato rosaceo di piccole protuberanze che potrebbero essere dei brufoli, che avverto particolarmente al tatto.
La causa potrebbe risiedere nell’acido ialuronico molto concentrato presente nelle ultime creme della Filorga che ho acquistato recentemente, oppure in una sorta di allergia dovuta al contatto con un asciugamano infetto?
In altre parti del viso non ho questa “fioritura” sottopelle.
Potrebbe trattarsi di acne rosacea? Cosa mi consiglia: cambiare creme e nel contempo utilizzare un rimedio omeopatico? Fermo restando che soltanto tra un mese potrò effettuare una visita dal dermatologo per la diagnosi.
La ringrazio come sempre.
marinella dice
gentile dottoressa questa mia per chiederLe la differenza che passa tra l’assunzione di capsule e la tintura madre e se c’è differenza quando è preferibile assumere l’una e quando l’altra.
Ringaziandola anticipatamente porgo distinti saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Marinella, in effetti non esiste alcuna sostanziale differenza tra capsule e tintura madre, che mantengono lo stesso principio attivo. La scelta di una o dell’altra è legata esclusivamente alla praticità d’uso e se eventualmente si vuole evitare l’assunzione dell’alcool contenuto nella tintura madre. Cordiali saluti.
Roberta dice
Buongiorno, e grazie infinite per questo articolo, non sa da quanto cercavo qualcosa del genere, chiaro ed esaustivo! grazie
Le volevo chiedere, avendo fatto una pomata all’arnica, un pò semplice, cioè ho scaldato a bagnomaria 50 gr di burro di karitè e unito 15 gcc di tintura madre di arnica tit. alc.45%, mescolato e lasciato solidificare….secondo lei va bene lo stesso? e la quantità di gocce la ritiene troppa???
Questa pomata mi servirebbe per dolori al cocige quando mi si infiamma e per la zona lombare….prendo già arnica hell 2 pillole 3 volte al di come antinfiammatorio, ma volevo fare una pomata per quando i dolori sono forti..
Ma secondo lei la tintura madre di arnica tit. alc.45% si può prendere anche per uso orale?? la farmacista mi ha detto di si ma sulla confezione c’è scritto per uso epidermico…
La ringrazio nticipatamente
Cordiali saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Roberta, il procedimento che lei utilizza per la preparazione della pomata è corretto, solo che la quantità di TM è alquanto poca. In genere le pomate si preparano aggiungendo il principio fitoterapico (infuso, decotto, oleolito o tintura) nella misura dal 10 al 20%. Nel suo caso in 50 g di burro di karitè avrebbe dovuto mettere circa 5-10 g di TM, ossia circa 100-200 gocce di TM. Quanto riportato sulla confezione è giusto, poiché la TM di Arnica, a differenza di altre, si utilizza prevalentemente in esterno. A tal proposito visiti l’articolo “Arnica – Artemisia” della sezione del sito “Tinture madri” e con l’occasione, qualora non l’avesse già fatto, l’articolo “Arnica montana” della sezione del sito “Rimedi omeopatici”. La ringrazio per gli apprezzamenti espressi. Cordiali saluti.
Cristina dice
Ottimo articolo, grazie!
Una richiesta, mi piacerebbe sapere il rapporto equivalente tra decotto e TM, nel senso, se so che per avere un certo effetto devo bere una tazza di decotto al giorno, quale può essere la quantità di gocce di TM da assumere per avere il medesimo effetto?
Grazie mille,
Cordiali Saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Cristina, non è possibile dare una risposta precisa, in quanto dipende dal tipo di droga. In linea del tutto generale ed orientativa potremmo dire che una tazza di tisana equivale a circa 30-50 gocce di TM. Cordiali saluti.
Silvana dice
MI E’ PIACIUTO MOLTO QUESTO SITO. Utilizzero’ PRESTO alcuni consigli per la stitichezza cronica e per le macchie scure della pelle.
Mi è capitato, però, QUALCHE VOLTA, di chiedere all’erborista determinate erbe, lette su giornali vari, e immancabilmente, mi sono sentita rispondere che per quel problema ne servivano altre..! Così, a volte HO RINUNCIATO a questi rimedi…..
[Forse non è la sede giusta… Potrebbe darmi un consiglio per il mio nipotino di 8 anni e mezzo? (Da piccolo era molto calmo (anche se quando ciucciava al seno, mia figlia non sapeva come ternerlo perchè puntava i piedi. Si puo’ dire che abbia imparato a correre a 4 anni! Molto riflessivo (?!) Carino, dolce, allegro. La maestra di matematica dice che ha ottime possibilità maaa… si distrae con una facilità incredibile, lui però dice che “non pensa a nulla”!. E’ bradidipico (come suo padre e suo nonno, d’altronde), solo però per le cose che non gli interessano particolarmente (scuola, riordinare etc.). A volte ci esaspera. Ha sicuramente i suoi pensieri. Genitori che non stanno più assieme e padre molto molto particolare (“affettuoso” a parole: una telefonatina al dì, e completamente assente per per TUTTO il resto). Madre (CHE ADORA) impegnata.. studio-lavoro-esami. Sicuramente sta metabolizzando una serie di delusioni e preoccupazioni. Io e mio marito facciamo di tutto perchè sia sereno e perchè … diventi un Uomo. Tra l’altro siamo piuttosto giovani. Lui apprezza. Dice di essere contento. Ma.. la sua concentrazione.. va sempre a farsi benedire..Pigrizia mentale? Poca fiducia nel proprio cervello!? Ci tiene molto alla scuola ma, contemporaneamente, è…… Sembra che non abbia gli occhi per vedere quello che c’è scritto sul libro o sul quaderno che ha sotto il naso! Eppure.. in alcune cose è un grande! Cosa potrebbe assumere? (Eravamo stati da un pediatra-omeopata con esperienza, e da una nota farmacista-erborista, ma, mia figlia non è stata per niente soddisfatta del loro operato… ritiene di aver solo cacciato denaro e non poco!). MI SCUSO per essermi dilungata. Forse, però, è un problema che hanno in molti, alla giornata d’oggi…] Grazie per l’attenzione! Nonna Sissy
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Nonna Sissy, innanzitutto grazie per l’apprezzamento e continui a visitare il sito che ci sono sempre nuove pubblicazioni. Per quanto riguarda il suo nipotino potrebbero andare bene rimedi omeopatici come Baryta carbonica, Mercurius solubilis, Acidum phosphoricum, Zincum metallicum od altri ancora, anche se ovviamente ciò è molto approssimativo in quanto occorrerebbero ulteriori approfondimenti. E’ opportuno pertanto rivolgersi ad un omeopata, eventualmente cambiando medico. Anche una dieta alimentare ricca di vitamine e di minerali può dare il suo contributo. A mio parere però la medicina può funzionare solo come coadiuvante, il resto lo deve fare la famiglia tenendo comunque presente che tali fenomeni possono far parte del processo di crescita. Bisogna occuparsene senza tradire eccessive preoccupazioni che potrebbero incidere negativamente. Cordiali saluti.