La prevenzione omeopatica, intesa sempre come somministrazione di rimedi allo scopo di prevenire l’insorgenza di malattia, segue diversi modelli.
La prevenzione omeopatica, più usualmente, si effettua secondo i seguenti due modelli
Il primo consiste in una serie di interventi il cui significato e funzionamento non è strettamente aderente alla dottrina medica omeopatica. Sono gli interventi che alcuni autori definiscono paraomeopatici, perché comunque hanno molte affinità con l’omeopatia. Ne sono esempi:
- La somministrazione dell’agente patogeno della malattia che si vuole prevenire in forma diluita e dinamizzata secondo le prescrizioni omeopatiche. Ne è una dimostrazione “Influenzinum” per la prevenzione della sindrome influenzale. Questo tipo di intervento, come tutta l’isopatia, non rispetta la legge dei simili.
- La somministrazone non dell’agente patogeno ma di altri rimedi che hanno qualche altro tipo di affinità con la corrispondente malattia infettiva. Un esempio è l’utilizzazione del cuore e del fegato di oca (oscillococcimum), anch’esso per la prevenzione della sindrome influenzale.
È un tipo di prevenzione aspecifica. Si chiama aspecifica perchè va bene per tutti.
Il secondo è quello che si può intendere “prevenzione omeopatica” in senso stretto e cioè nel rispetto delle modalità più inerenti le leggi dell’omeopatia. E’ la prevenzione specifica quella su misura o pro-attiva. La prevenzione specifica consiste nella prescrizione preventiva individuale del simillimum miasmatico, costituzionale o semplicemente del simillimum. Il rimedio che agisce sul terreno e quindi modifica la predisposizione del soggetto a certe malattie.
In effetti non c’è una netta distinzione tra omeopatia curativa e preventiva. Questo perché un intervento diretto alla persona ha un’azione generalizzata su tutto l’organismo e non solo sulla parte malata.
Questo modello si basa sul principio che non è il virus o il batterio a determinare la malattia, quanto piuttosto che la malattia si sviluppa su un terreno non pronto a venire in contatto con esso.
Una terapia omeopatica di fondo, con un rimedio costituzionale suggerito dalla propria costituzione e dalla propria diatesi (miasmatici, policresti, costituzionali, …), è potenzialmente in grado di modificare il terreno sottostante su cui la malattia ha possibilità di insediarsi. Il rimedio di fondo ripristina l’equilibrio psico-fosico nell’organismo umano, modifica cioè la predisposizione patologica dell’individuo.
Lo stato patologico non è considerato come un momento isolato da un contesto generale, ma è accreditato in una prospettiva storico-clinica e nelle oscillazioni tra salute e malattia. Tali oscillazioni sono determinate dai processi biochimici interni e anche dal condizionamento dell’ambiente esterno.
Il dott. Nicola Del Giudice scrive:
“L’essere umano, in tale prospettiva, non è quindi considerato come un grande meccano, costituito da specifici pezzi, tenuti insieme da legami chimici (biologia molecolare), bensì come un sistema correlato in cui tutte le sue parti sono tenute insieme da un ordine dinamico; più simile quindi ad una orchestra in cui il direttore è costituito dal cervello, che ha imparato a parlare il linguaggio elettromagnetico, per cui assume il ruolo di sistema ordinatore della struttura vivente. In questo caso il rimedio omeopatico entra nella orchestrazione generale, ristabilendo l’armonia fra i vari ritmi dell’organismo, o fornendo il ritmo che per un particolare motivo era andato perduto. Cambia, pertanto, la concezione di prevenzione: essa coinvolge l’individuo inteso come struttura informativa, operando, attraverso i rimedi, sul sistema dei ritmi (domini di coerenza) interni alla materia vivente, tonificandoli e ristabilendone l’armonia; e come abbiamo visto, tale sistema di ritmi costituisce un potente sistema ordinatore sulla dinamica chimica”.
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(*) V. Note esplicative