DESCRIZIONE
Belladonna, il cui nome scientifico è Atropa belladonna, è una pianta erbacea perenne appartenente, come il pomodoro e la patata, alla famiglia delle Solanaceae. E’ caratterizzata da un grosso rizoma e da un fusto robusto, eretto e ramificato, sottilmente scanalato, che può raggiungere l’altezza di 150 cm ed oltre. Le foglie sono semplici, di forma ovale-lanceolata, alterne, con una più piccola dell’altra nella zona superiore. Come il fusto, esse sono ricoperte di una peluria responsabile dell’odore sgradevole emanato dalla pianta. I fiori, che compaiono nel periodo estivo, sono piccoli, caliciformi, poco attraenti, di colore porporino-violaceo. Il frutto è una bacca nera lucida, contornata da un calice a stella, delle dimensioni di un’amarena, dall’aspetto invitante e può essere confusa con i frutti del sottobosco come i mirtilli. La pianta cresce sporadica nelle zone montane e submontane dell’Europa centrale, Africa settentrionale ed Asia occidentale. In Italia la si può trovare nei boschi delle Alpi e degli Appennini. L’intera pianta è velenosa ed in modo particolare le sue bacche, nonostante abbiano un sapore dolciastro e gradevole. L’ingestione di solo alcune di esse può provocare la morte. I sintomi sono contenuti in una vecchia filastrocca inglese, che recita: “caldo come una lepre” (febbre), “cieco come un pipistrello” (dilatazione pupillare e inibizione dell’accomodazione), “secco come un osso” (blocco di salivazione e sudorazione), “rosso come una barbabietola” (congestione di volto e collo), “matto come una gallina” (allucinazioni, eccitazione). Proprio a questi effetti letali si deve il termine Atropa che compone il nome della pianta. Atropa infatti, era una figura della mitologia greca che aveva il compito di recidere il filo della vita. Il termine Belladonna, che è il nome comune dato alla pianta, invece deriverebbe dall’uso cosmetico che ne facevano le donne del Rinascimento, le quali la utilizzavano per migliorare il colorito del viso e per dilatare le pupille allo scopo di rendere lo sguardo più luminoso ed ammaliante.
La pianta contiene tre alcaloidi, che sono i suoi principi attivi, e precisamente: l’atropina, la iosciamina e la scopolamina. L’atropina agisce sul sistema nervoso parasimpatico ed espleta attività sedative ed anestetiche, ma è pericolosissima in quanto è proprio questa la sostanza mortale. Ancora oggi è usata nel campo dell’oculistica per dilatare le pupille onde osservare il fondo oculare. La iosciamina è uno stimolante del sistema nervoso centrale. La scopolamina è un depressivo del sistema nervoso centrale. Entrambe hanno capacità antispasmodiche. Alle opportune dosi, le parti della pianta (foglie, radici, semi) possono essere utilizzate nella cura di diverse malattie, come asma, nevralgie, cefalea, dolori reumatici e muscolari, spasmi e coliche gastrointestinali e biliari.
Il rimedio omeopatico Belladonna si ottiene dalle diluizioni, intervallate dalle dinamizzazioni, della Tintura Madre di tutta la pianta Atropa belladonna quando comincia a fiorire.
Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione “Approfondimenti”.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Belladonna è uno dei principali policresti dell’omeopatia. Il rimedio è adatto per tutti i problemi in cui c’è una forte stimolazione del sistema nervoso. Caldo, rossore e bruciore sono i tre grandi sintomi chiave che si manifestano costantemente nella patogenesi. Si tratta di malattie con congestione localizzata o generalizzata i cui sintomi compaiono in modo acuto, improvviso e violento, accompagnati dall’arrossamento (che è visibile solo nei casi di malattia delle parti esterne del corpo), da sensazione di calore, bruciore e dolore pulsante, da ipereccitabilità di tutti i sensi, spesso da febbre a volte accompagnata da delirio e allucinazione. Il soggetto non sopporta il minimo rumore o il minimo urto, non sopporta particolarmente la luce. Il rimedio è adatto anche per qualsiasi problema, esterno o interno al corpo, che si manifesta con tumefazione (gonfiore) rapida.
Il tipo Belladonna è estremamente influenzabile, è una persona gradevole, di compagnia, ma solo quando sta bene; al contrario quando si ammala diventa violento e spesso delira: guai a dargli fastidio. Il più delle volte si tratta di donne e bambini con capelli chiari ed occhi azzurri, carnagione chiara, cute delicata, nervosi con tendenza alle convulsioni. Possiamo immaginare Belladonna proprio come una bella donna, formosa e piacente nell’aspetto ma estremamente sensibile, che scatta e si tinge di rosso se viene disturbata, facilmente influenzabile e stimolabile dal punto di vista emotivo.
Belladonna è particolarmente indicato per coloro che sono molto sensibili al freddo, che non sopportano di scoprirsi. Inoltre il rimedio non ha profondità di azione, cioè non penetra abbastanza profondamente nell’organismo e la sua azione dura qualche giorno. Il dolore di Belladonna si manifesta con fitte che vanno dall’alto verso il basso e compaiono dopo aver preso freddo alla testa (a differenza di Aconitum e Pulsatilla i cui disturbi cominciano dopo essersi bagnati i piedi e vanno dal basso verso l’alto ed anche di Rhus toxicodendron i cui malesseri compaiono dopo che il soggetto si è bagnato ed i dolori si localizzano sulle parti bagnate). Altra caratteristica di Belladonna è che il soggetto non può rimanere coricato sul fianco malato, sulla parte infiammata, al contrario di Bryonia che invece deve coricarsi sul lato dolente.
Belladonna è l’acuto di Calcarea carbonica, che è il suo sinergico, ma è anche l’antidoto di Lachesis. E’ un rimedio destro (cioè agisce meglio per i problemi che interessano la parte destra del corpo) ed ha costituzione carbonica.
Riepilogando i sintomi di Belladonna si aggravano al tatto, con il movimento, con il rumore, con la luce, con le correnti d’aria, stando sdraiati, di notte, scoprendosi il corpo, con il taglio dei capelli, con gli urti e le scosse (il soggetto non sopporta che gli si tocchi il letto su cui è sdraiato). Migliorano con il riposo, stando in posizione eretta, in una camera calda.
Uno degli usi più appropriati e più conosciuti di Belladonna è quello inerente alle affezioni dell’apparato respiratorio, tipiche dell’influenza con i suoi vari sintomi. Quindi come Aconitum, che è un altro grande policresto dell’omeopatia, è il rimedio delle situazioni acute, che scoppiano all’improvviso. E’ altresì il rimedio delle malattie esantematiche dei bambini, ove le eruzioni della pelle si allargano rapidamente.
USO DEL RIMEDIO
Il rimedio omeopatico Belladonna si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio stesso.
1) APP. RESPIRATORIO. Tendenza a raffreddarsi con facilità, specie se dopo aver tagliato i capelli o dopo aver lasciato la testa scoperta. Nei casi di raffreddore, rinite allergica, tosse, influenza, pneumopatie di origine batterica o virale con febbre che si manifesta improvvisamente e può raggiungere i 40°C. Nel raffreddore con interessamento oculare è utile l’associazione con Euphrasia; nella rinite allergica con Hydrastis, Kalium bichromicum e Sambucus; se la febbre è accompagnata da indolenzimento e dolore muscolare con Arnica; se la tosse è stizzosa e spasmodica con Drosera; se la tosse è accompagnata da nausea e vomito e abbondante salivazione con Cina o Coccus cacti o Ferrum phosphoricum o Ipecacuana; se la tosse è cronica ed è accompagnata da espettorazione con Solidago; se la tosse è secca ed insistente con Cuprum metallicum.
2) GOLA. Nei casi di gola molto arrossata e secca, angina di gola, tosse senza senso di costrizione, deglutizione difficile, dolore che si irradia verso le orecchie (più forte a dx). Se c’è gonfiore dell’ugola e senso di soffocamento è utile l’associazione con Apis; se c’è presenza di pus con Phytolacca o Mercurius.
3) ORECCHIE. Nei casi di otite sia interna che esterna, soprattutto dell’orecchio dx. Dolore alle parotidi (le grosse ghiandole salivari poste nel retrobocca, dietro la mandibola). Parotite.
4) OCCHI. Nei casi di congiuntivite con dilatazione pupillare.
5) MALATTIE ESANTEMATICHE. Nei casi di scarlattina, morbillo e rosolia.
6) APP. GENITALE. Nei casi di mestruazioni in anticipo o in ritardo, ipermenorrea con perdite ematiche di colore rosso chiaro (come Sabina), dismenorrea. Secchezza della vagina. Dolori all’ovaio dx, al sopraggiungere delle mestruazioni, che compaiono e scompaiono bruscamente. Vampate di calore della menopausa con rossore del viso e sudorazione. Mammelle gonfie, infiammate o dure.
7) SISTEMA NERVOSO. Nei casi di convulsioni infantili, epilessia, depressione, insonnia, delirio con ipereccitazione motoria e verbale accompagnato da allucinazioni, nevralgie atroci attenuate da pressione esterna, cefalea con sensazione che il sangue affluisca e pulsi dentro la testa e che migliora apponendovi una fascia stretta. Belladonna è un rimedio eccellente per le cefalee.
8) PELLE. Nei casi di eczema, erisipela, acne, ascessi, foruncoli, che insorgono con rapido gonfiore, bruciore, dolore battente, calore e rossore. Eritema solare, geloni.
9) APP. GASTRO-INTESTINALE. In tutti i casi di sindromi gastro-intestinali, in special modo gastrite e ulcera gastroduodenale, coliti con coliche accompagnate da stitichezza e gonfiore al ventre, senso di pienezza. Si può associare con Arsenicum album, Bryonia, Colocinthis, Magnesium phosphoricum ed altri.
10) DOLORI. Nei casi di dolori articolari causati da eccessiva esposizione al freddo umido, che peggiorano con il contatto e migliorano con il riposo. Dolori ai denti con gengive gonfie, rosse e sanguinanti, al lato dx.
DOSI
In tutti i casi diluizione 4CH, 3 granuli o 5 gocce da 3 a 6 volte al dì a seconda delle necessità.
(*) V. Note esplicative
Karin dice
Buonasera,
sono influenzata. Ho dolori al torace, mal di gola, tosse e la spirometria era al 29% oggi.
Vorrei aggiungere un rimedio omeopatico. La belladonna andrebbe bene? Se sí in quali dosi?
la ringrazio molto
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Karin, se lei si riconosce nelle caratteristiche di Belladonna, come rilevabili dal presente articolo, allora il rimedio omeopatico può considerarsi adatto. Ciò, com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. Per la conferma o per la comparazione con altri rimedi omeopatici, consulti gli articoli riguardanti l’apparato respiratorio nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Ovviamente la prescrizione appropriata al suo caso specifico la può garantire solo un medico omeopata, previa visita. Cordiali saluti.