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Omeopatia - Rimedi della Nonna - Cure Omeopatiche

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Glossario L-M

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Laringe: tratto della gola* che inizia appena sotto la faringe* e termina nella trachea*. Nella laringe si trovano l’epiglottide*, che durante la deglutizione impedisce al cibo di accedere alle vie respiratorie, poi le corde vocali e la glottide*, che insieme partecipano alla fonazione.

Laringite: infiammazione, acuta o cronica, della laringe* che può essere di origine batterica o virale, ma anche causata dall’azione di sostanze allergizzanti e irritanti o da un cattivo uso della voce, come può succedere a cantanti e oratori.

Lassativo: che facilita l’evacuazione delle feci, aumentandone il volume e stimolando i movimenti peristaltici.

Lattosio: è il principale zucchero semplice contenuto nel latte di tutti i mammiferi. E’ un disaccaride* formato da glucosio e galattosio. Essendo uno zucchero semplice, è facilmente assimilabile e subito bruciato dall’organismo. V. Zuccheri.

Leucociti: V. Globuli bianchi.

Leucorrea: aumento patologico ed alterazione della normale secrezione delle mucose* uterina e vaginale, che può assumere aspetto più o meno vischioso, colore biancastro-trasparente o giallastro o giallo-verdastro ed odore sottile. Può essere causata da fenomeni infiammatori (vaginite) o dalla congestione della mucosa urogenitale. I sintomi che si associano sono prurito, bruciore, arrossamento, dolore. La prevenzione si attua con una normale igiene intima.

Lichen planus: malattia cronica infiammatoria (V. anche Infiammazione) su base immunitaria che può colpire sia la pelle che le mucose e nella maggioranza dei casi interessa le mucose della bocca. Molto spesso si presenta come un reticolo biancastro, una specie di ragnatela, ma può anche presentarsi con aree arrossate e con ulcere* (lesioni che non tendono a guarire spontaneamente). Le gengive, se coinvolte, appaiono arrossate e sanguinano con facilità. I sintomi possono essere fastidio, bruciore, dolore*, specie dopo l’assunzione di cibi o bevande irritanti (aceto, limone, superalcolici, spezie, ecc.).

Licopene: è un carotenoide (i carotenoidi sono una classe di pigmenti organici  presenti principalmente nelle piante) responsabile del colore rosso del pomodoro e del colore giallo e rosso anche di altri vegetali commestibili, come cocomero, albicocca, pompelmo rosa, uva rossa, papaia, ecc. A differenza del beta-carotene non è provitaminico A (o precursore della vitamina A), cioè non viene trasformato dall’organismo in vitamina A. Possiede un’elevatissima capacità antiossidante* (la più alta tra tutti i carotenoidi) e questo lo rende molto interessante dal punto di vista terapeutico. Per tale motivo rafforza le difese immunitarie, protegge le cellule dell’organismo dall’azione nociva dei radicali liberi (molecole che si formano dal metabolismo con i processi di ossidazione, che danneggiano le cellule e sono responsabili del loro invecchiamento), previene i rischi delle malattie cardiovascolari e di molti tumori. Vi sono delle evidenze scientifiche secondo cui il licopene aiuta anche ad abbassare i livelli di colesterolo* nel sangue*, è efficace nel contrastare i disturbi dell’età e protegge la pelle* dall’esposizione eccessiva ai raggi ultravioletti. L’organismo umano non è in grado di sintetizzare il licopene, per cui esso deve essere assunto con la dieta. L’alimento in assoluto a maggior contenuto di licopene è il pomodoro rosso maturo. La più alta concentrazione la si ritrova nel passato di pomodoro e nel ketchup. Le riserve di licopene nell’organismo si trovano nel fegato, nelle ghiandole surrenali, nei testicoli e nella prostata. Poiché è liposolubile (come del resto le vitamine A*, D*, E* ed il beta-carotene*), l’assorbimento del licopene è migliorato quando la dieta alimentare fa uso di olio.

Linfatico: V. Temperamento linfatico.

Linimenti: sono preparati fitoterapici* per uso esterno di consistenza liquida o semiliquida, costituiti da miscele di erbe con alcool o con aceto o con oli vegetali. Sono utilizzati per praticare massaggi di parti doloranti, per lenire il dolore causato da contusioni* o da traumi muscolari e più in generale nei casi di infiammazioni* di origine traumatica. Sono pertanto un ottimo rimedio esterno contro il dolore* . La basi vegetali usualmente adoperate sono farina di semi di lino, di senape, di peperoncino, di mirra.

Livido: V. Ecchimosi.

Lombaggine: lombalgia* acuta di origine muscolare, comunemente denominata colpo della strega, consistente in una contrattura dei muscoli paravertebrali con blocco dei movimenti. I sintomi principali sono dolore* e rigidità muscolare. Nella pratica lombaggine e lombalgia assumono lo stesso significato.

Lombalgia: comunemente chiamata mal di schiena, è il dolore* che colpisce la regione lombare e sacrale. Nel caso in cui il dolore si irradia anche alla gamba si parla di lombosciatalgia. Le cause possono essere le più diverse, quali ad es. uno sforzo eccessivo, una caduta, un trauma contusivo-distorsivo, patologie croniche e degenerative quali l’artrosi della colonna vertebrale, ecc. L’organismo risponde al dolore con la contrattura della muscolatura lombare che aumenta ulteriormente la sensazione dolorosa e comporta un aggravio della mobilità del tronco. La lombalgia acuta è caratterizzata da una lesione in sede (muscolare, legamentosa, articolare, ossea, ecc.) accompagnata da fenomeni infiammatori. La lombalgia può diventare cronica quando anche senza alcuna lesione il dolore si protrae a causa essenzialmente di uno stile di vita errato (scarsa attività fisica, sovrappeso, posture scorrette, movimenti scorretti, stress, ansia, ecc.).

Longilineo astenico: è il biotipo* caratterizzato da un aumentato funzionamento della tiroide* (ipertiroidismo) e della midollare del surrene* (ipermedullosurrenismo), ma da uno scarso funzionamento della corticale del surrene (ipocorticosurrenismo). Corrisponde alla costituzione fosforica* o al temperamento nervoso*.

Longilineo stenico: è il biotipo* caratterizzato da un aumentato funzionamento sia della midollare che della corticale del surrene* (ipersurrenismo). Corrisponde alla costituzione sulfo-fosforica* (sulfurico magro) o al temperamento bilioso*, anche se quest’ultima corrispondenza è un po’ forzata, è solo didattica, in quanto il biotipo bilioso può associarsi a qualsiasi costituzione.

Luesinico: V. Diatesi luesinica.

Luesinismo: V. Diatesi luesinica.

Lussazione: lesione della capsula e dei legamenti delle articolazioni*, dovuta ad un movimento brusco che comporta un allontanamento permanente dei capi articolari, andando al di là dei loro limiti fisiologici. E’ necessario un intervento esterno per riportare in sede le due superfici articolari fuoriuscite. Se dopo l’incidente i capi ossei ritornano spontaneamente nella loro posizione si parla allora di distorsione*. Le lussazioni interessano prevalentemente spalla, gomito, anca, dita e rotula. I sintomi sono dolore, impossibilità funzionale, deformazione articolare, gonfiore, calore, livido.

Macchia mediterranea: è quella particolare associazione vegetale, tipica delle terre costiere che si affacciano sul Mare Mediterraneo, formata da alberi* con portamento arbustivo e da arbusti* in prevalenza sempreverdi*. Il nome macchia deriva dal fatto che le piante* si dispongono sul terreno in modo non uniforme ma per l’appunto a macchie. La macchia mediterranea si è costituita come risultato della trasformazione del paesaggio ad opera dell’uomo nel corso dei millenni, attraverso incendi e disboscamenti, a discapito della primordiale foresta mediterranea*, caratterizzata da alberi secolari, poderosi, di alto fusto. Si classifica in macchia alta, costituita da boschi di alberi a portamento arbustivo, con altezze che mediamente raggiungono i 4 – 5 m, in macchia bassa, costituita da diverse specie di arbusti con altezze non superiori ai 2 – 3 m e nella gariga*, costituita da vegetazioni cespugliose e discontinue di altezza massima di 1 – 1,5 m, ma in genere inferiore ai 50 cm. In realtà la gariga è una formazione vegetale secondaria che rappresenta il successivo stadio involutivo della macchia mediterranea vera e propria dovuto ad un ulteriore degrado del territorio, in genere ad opera dell’uomo. La vegetazione della macchia è fatta da specie più adatte a resistere alla calura ed alla siccità estiva, come ad es. le piante sclerofille* e geofite*.

Magnesio: (simbolo chimico Mg) è un oligoelemento* implicato in diverse reazioni chimiche che avvengono nell’organismo, nella trasmissione degli impulsi muscolari e nervosi. La mancanza di questo minerale può portare a numerosi disturbi, quali nervosismo, agitazione, palpitazioni, insonnia, nausea e vomito, diarrea, crampi muscolari, ipertensione*, ridotta assimilazione del calcio. Il magnesio è contenuto in tutte le piante verdi, essendo un importante componente della clorofilla* (pigmento che conferisce il colore verde alle piante). Lo si trova in molti prodotti alimentari, come cereali (soprattutto integrali), noci, verdure verdi, ma anche carni, farinacei, prodotti e derivati del latte. Tuttavia la cottura dei cibi ne riduce sensibilmente la presenza.

Mal di gola: più che una malattia, è il sintomo di alcune malattie delle vie respiratorie: più precisamente è un’infiammazione* acuta o cronica della mucosa* della faringe* o della laringe*, od anche un’infezione a carico delle tonsille*. Le affezioni corrispondenti sono, rispettivamente, la faringite*, la laringite* e la tonsillite*. Sono malattie molto comuni, specialmente nei bambini, che si manifestano prevalentemente nella stagione invernale (ma possono verificarsi anche in estate quando si eccede con l’aria condizionata), sono contagiose e possono trasmettersi nei luoghi affollati attraverso tosse, starnuti, saliva. I sintomi in comune sono dolore, secchezza e bruciore alla gola, sensazione di avere un corpo estraneo all’altezza della laringe e delle tonsille, che risultano gonfie e arrossate, difficoltà di deglutizione ed a parlare, abbassamento della voce, a volte senso di soffocamento, raffreddore, tosse, febbre, malessere generale. Le cause del mal di gola sono maggiormente attribuibili a virus*, ma anche a batteri* (soprattutto allo streptococco, in tal caso la febbre è alta e le tonsille sono infiammate e con placche di pus), oppure a irritazioni delle vie respiratorie dovute all’azione di sostanze allergizzanti o irritanti (polveri, smog, fumo, agenti chimici, alcool, ecc.).

Medicina allopatica: V. Allopatia.

Medicina omeopatica: V. Omeopatia.

Membrana mucosa: (o semplicemente mucosa) membrana molle ed elastica che riveste le cavità interne dell’organismo che comunicano con l’esterno (es. bocca, stomaco, intestino, ecc.). E’ costituita da uno strato esterno di tessuto epiteliale* (tessuto costituito da cellule contigue, fittamente stipate tra loro) ed uno interno di tessuto connettivo* (tessuto che costituisce la struttura di appoggio e di riempimento). La maggior parte delle mucose contiene le ghiandole mucipare che secernono il muco* per la protezione e la lubrificazione delle membrane stesse.

Membrana sierosa: tessuto connettivo*, ricco di fibre elastiche, che riveste alcuni organi, la cui superficie è inumidita da un liquido trasparente incolore. Si chiama pleura la membrana sierosa che avvolge i polmoni, peritoneo quella che ricopre la cavità addominale e gran parte dei visceri, pericardio quella che avvolge il cuore e la prima porzione dei grandi vasi sanguigni collegati. Il rivestimento delle membrane sierose è detto mesotelio.

Membrana sinoviale: membrana connettivale, presente nelle articolazioni*, che riveste internamente la capsula articolare e i capi articolari delle ossa; contiene il liquido sinoviale o sinovia, che serve per la lubrificazione.

Meningite: infiammazione* delle meningi, che sono le tre membrane concentriche, dura madre, aracnoide e pia madre, che, all’interno del cranio, avvolgono l’encefalo ed il midollo spinale. La malattia è di origine infettiva e può essere causata da virus*, batteri* e da funghi*. La forma virale, detta anche meningite asettica, è la più comune e non ha conseguenze gravi.

Menometrorragia: condizione dell’ipermenorrea* in cui l’aumento delle perdite ematiche si manifesta con mestruazioni lunghe combinate con perdite intermestruali.

Menorragia: condizione dell’ipermenorrea* in cui l’aumento delle perdite ematiche si manifesta con mestruazioni lunghe.

Mesoblastico: V. Costituzione mesoblastica.

Mesoblasto: è il foglietto embrionale intermedio del disco germinativo*, da cui si originano cuore, vasi sanguigni, muscoli, polmoni, corticale del surrene, ipofisi anteriore, scheletro, ovaie, testicoli, elementi corpuscolati sia del sangue (globuli bianchi, globuli rossi e piastrine) che della linfa (linfociti), ecc.

Mesocarpo: è la parte intermedia del frutto* di una pianta*, la cosiddetta polpa quando si tratta di frutti carnosi. E’ lo strato mediano del pericarpo* (che avvolge e protegge i semi).

Meteorismo: è l’eccessiva produzione e accumulo di gas nel tratto digestivo, più usualmente nel tratto intestinale, che causa spasmo e distensione dell’addome.

Metrorragia: condizione dell’ipermenorrea* in cui l’aumento delle perdite ematiche si manifesta con perdite intermestruali.

Miasma: V. Diatesi.

Miceti: V. Funghi.

Micosi: infezione cutanea causata da funghi* microscopici (miceti), solitamente non grave ma fastidiosa, che può lasciare macchie e segni. Di solito si manifesta con macchie rossastre brune, con piccole bolle o croste che provocano bruciore o prurito. E’ contagiosa e si sviluppa con il caldo e l’umido. Quindi, i luoghi di contagio possono essere piscine, saune, spogliatoi, e le aree del corpo interessate sono ascelle, inguine, piedi (tipico è il cosiddetto piede dell’atleta). Una forma abbastanza diffusa è la candidosi*.

Midollare del surrene: V. Surrene.

Miorilassante: rilassa e riscalda i muscoli, calmandone le contrazioni.

Monosaccaride: zucchero semplice formato da una sola unità (molecola), quali il glucosio* ed il fruttosio*. Gli zuccheri semplici sono facilmente assimilabili e subito bruciati dall’organismo per il fabbisogno energetico. V. Zuccheri.

Morbillo: malattia virale contagiosa, che colpisce spesso i bambini, i cui sintomi sono in successione: raffreddore* con febbre* alta, puntini bianchi all’interno della bocca, eruzione cutanea caratteristica, esantema, fatta di puntini rossi prima dietro le orecchie e sul viso, poi sul resto del corpo.

Mucillagine: sostanza vischiosa presente in varie parti di quasi tutte le piante*, di aspetto simile alla gomma ma con composizione più complessa. La sua funzione è di aiutare le piante a trattenere l’acqua evitandone il disseccamento e rendendole quindi più resistenti alla siccità. Nelle piante è spesso associata ai tannini* (sostanze antiossidanti astringenti) ed agli alcaloidi* (sostanze organiche azotate dalle proprietà medicamentose o tossiche).

Muco: è il fluido bianchiccio, denso e filante, secreto dalle ghiandole mucipare (ghiandole esocrine delle membrane mucose), che ha la funzione di lubrificare e di proteggere le mucose degli apparati respiratorio, digerente, urinario e genitale (V. Membrana mucosa). Il muco viene secreto in maggiori quantità durante i processi infiammatori locali, ad es. nel corso delle malattie da raffreddamento, in tal caso dicesi catarro*.

Mucosa: V. Membrana mucosa.

Muriatico: V. Costituzione sulfo-fosforica.

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Glossario B

NOTA: i termini con l’asterisco costituiscono altrettante voci del Glossario e quindi sono eventualmente consultabili nelle sottosezioni alfabeticamente corrispondenti.

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Bacca: è un frutto* carnoso indeiscente* (a maturazione non si apre spontaneamente per far uscire i semi) con epicarpo* (parte esterna che avvolge e protegge i semi) membranoso, mesocarpo* (strato mediano del pericarpo.) polposo e succoso contenente uno o più semi. Esempi sono uva, pomodori, ecc.

Balsamico: contiene balsami emollienti (V. Emolliente) per le vie respiratorie.

Batteri: sono microrganismi unicellulari, microscopici (da 2 a 10 – 15 micron), con membrana azotata, privi di clorofilla*. Possono essere sferoidali (cocchi, quali stafilococchi e streptococchi), a bastoncello (bacilli), arcuati (vibrioni), spiralati (spirilli), provvisti o meno di ciglia, isolati o in catena. Inoltre possono vivere come saprofiti (che si nutrono di materia organica in decomposizione; quelli dell’intestino non sono patogeni per l’uomo e costituiscono la normale flora intestinale), parassiti (che se immessi dall’esterno nell’organismo sottraggono nutrimento alle cellule, emettendo rifiuti tossici), simbiotici (che sono in grado di stabilire rapporti simbiotici con altri organismi in modo da ottenere reciproco vantaggio). Molti batteri sono patogeni per piante, animali e per l’uomo; altri, che concorrono alla fermentazione e putrefazione di sostanze organiche, sono utili nell’agricoltura. Sono ad es. malattie batteriche la faringite*, la pertosse*, la scarlattina* ed altre.

Battericida: V. Antisettico.

Bechico: calma la tosse* e le irritazioni della faringe*.

Betacarotene: sostanza fortemente antiossidante* precursore della vitamina A (cioè che viene trasformata dal nostro organismo in vitamina A), utile principalmente per la vista, per la pelle* e per le mucose (V. Membrana mucosa). E’ un pigmento arancione che appartiene al gruppo  dei flavoni*, unitamente ad altri pigmenti vegetali che conferiscono il colore a fiori, frutta e verdura. Il colore che il betacarotene conferisce varia dal giallo al rosso ed  è particolarmente contenuto in frutti come albicocche, cachi, meloni, pesche, arance e verdure come carote, pomodori, zucca gialla, peperoni rossi, ma anche in verdure a foglia verde come spinaci, broccoli, rape e cicoria. L’assunzione di betacarotene prima dell’esposizione al sole, fa aumentare la produzione di melanina che rende più intensa l’abbronzatura, ma non protegge dall’azione dannosa dei raggi ultravioletti del sole (raggi UV).

Bilioso: V. Temperamento bilioso.

Biodiversità: è la varietà delle forme di vita vegetale e animale presenti negli ecosistemi* del pianeta, intendendo per questi ultimi i luoghi nei quali i suddetti organismi interagiscono tra di loro e con l’ambiente che li circonda.

Bioflavonoidi: V. Flavonoidi.

Biotipo: è il modo di raggruppare gli individui in classi sulla base di caratteristiche omogenee a partire dalla natura che impone una sorta di impronta. Il biotipo è il complesso dei caratteri morfologici, fisiologici (metabolici-funzionali) e psicologici propri di ciascun uomo, risultanti dall’interazione del patrimonio genetico con le condizioni ambientali in cui egli vive e cresce e che lo rendono qualcosa di unico, un individuo diverso dagli altri. In pratica corrisponde alla costituzione*.

Blefarite: infiammazione* dei bordi delle palpebre degli occhi. Può essere causata da infezione batterica (spesso da stafilococco), da malattie della pelle (dermatite seborroica*, acne*), da allergie, da problemi alimentari, da fattori ambientali (fumo, vento, polvere, lenti a contatto, cosmetici, ecc.). L’infezione batterica produce una blefarite ulcerativa; le altre cause in genere producono una blefarite squamosa o seborroica (non ulcerativa). I primi sintomi sono prurito, lacrimazione eccessiva, sensazione di corpo estraneo nell’occhio, sensibilità alla luce, talvolta accompagnati da arrossamento e gonfiore delle palpebre. La forma ulcerativa si manifesta con piccole pustole (lesioni rilevate della pelle contenenti pus) all’altezza dei follicoli piliferi delle ciglia; la forma non ulcerativa si manifesta con squame untuose ai margini delle palpebre. La malattia è soggetta a recidiva.

Blenorragia: detta anche gonorrea o volgarmente scolo, è una malattia venerea contagiosa provocata dal batterio gonococco, consistente nell’infiammazione, acuta o cronica, delle basse vie urinarie, in particolare dell’uretra e per questo è altresì nota come uretrite gonococcica. Si manifesta sia nelle donne, con delle perdite vaginali anomale, che soprattutto negli uomini con una secrezione uretrale purulenta, prima sieromucosa, a gocce trasparenti o biancastre, poi abbondante, densa, cremosa, di colore giallo e giallo-verdastro. Gli altri sintomi sono congestione, bruciore, dolore, febbre.

Bocca: cavità del capo che costituisce la prima parte del tubo digerente e l’inizio delle vie respiratorie. E’ limitata anteriormente dalle labbra, lateralmente dalle guance, in alto e in basso dalle arcate dentarie, dal palato e dal pavimento boccale su cui è impiantata la lingua. E’ ricoperta da una mucosa* ricca di ghiandole salivari. Nella bocca avviene la prima fase della digestione grazie alla masticazione ed all’azione della saliva. Tramite le papille gustative della lingua si percepiscono i cinque sapori fondamentali (dolce, amaro, salato, aspro e umami). La cavità della bocca, assieme alla lingua ed alle labbra, è anche uno degli organi necessari alla fonazione.

Brevilineo astenico: è il biotipo* caratterizzato da uno scarso funzionamento della tiroide* (ipotiroidismo), della corticale del surrene* (ipocorticosurrenismo) e delle gonadi* (ipogonadismo). Corrisponde alla costituzione carbonica* o al temperamento linfatico*.

Brevilineo stenico: è il biotipo* caratterizzato da un aumentato funzionamento della corticale del surrene* (ipercoticosurrenismo). Corrisponde alla costituzione sulfo-carbonica* (sulfurico grasso) o al temperamento sanguigno*.

Bronchiettasia: dilatazione di un bronco o di un bronchiolo dovuta ad un processo infettivo.

Bronchite: infiammazione* dei bronchi che può essere dovuta a diverse cause, quali agenti microbici, infezioni, allergie, immunodeficienze, fumo attivo o passivo, inquinamento. I sintomi tipici sono difficoltà di respirazione, tosse* con espettorato*, infezioni frequenti delle vie respiratorie, stanchezza, cefalea*, febbre*, dolore* al torace. Può essere acuta o cronica. La bronchite acuta di solito si presenta dopo un’infezione respiratoria di tipo virale, mentre la bronchite cronica si verifica a seguito di una lunga esposizione agli agenti patogeni in grado di danneggiare i bronchi in modo irreversibile.

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Se l’alito è pesante

Se-l'alito-è-pesanteL’alitosi può avere diverse cause, tra cui le principali sono i problemi digestivi e quelli di denti e gengive. Recenti studi hanno dimostrato che il cattivo odore dell’alito è in genere dovuto alla proliferazione di alcuni tipi di batteri che si depositano sulla lingua. Occorrerebbe quindi adottare alcune norme aggiuntive di igiene del cavo orale (quali ad es. bere abbondante acqua per mantenere idratata e pulita la lingua, adoperare spatoline di legno o altri accessori adatti per pulire la lingua giornaliermente, usare colluttori orali) e tenere una più corretta alimentazione (quali ad es. fare uso di fermenti lattici, mangiare molte fibre, integrare la dieta con alimenti ricchi di vitamine A e betacarotene, B, C e contenenti calcio).

I seguenti rimedi naturali suggeriti dalla nonna consentono di contrastare efficacemente il problema.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

Glossario L-M - image  on https://rimediomeopatici.com□ Anice + Limone: mettere a macerare in una tazza d’acqua fredda per 4 ore il succo di 1/2 limone con un pugno di polvere di semi di anice; fare risciacqui 2 – 3 volte al giorno; il risultato è assicurato.

□ Caffè: tenere un chicco di caffè in bocca aiuta a risolvere il problema dell’alito cattivo.

Glossario L-M - image  on https://rimediomeopatici.com□ Camomilla + Genziana + Melissa + Rosmarino: per combattere l’alito cattivo bere l’infuso delle quattro erbe un paio di volte al giorno (due pizzichi di fiori di camomilla, un pizzico di genziana, due pizzichi di melissa, un pizzico di rosmarino, in una tazza d’acqua bollente).

Glossario L-M - image  on https://rimediomeopatici.com□ Ginepro: fare risciacqui e gargarismi con l’infuso preparato con le bacche (10 g in 1 tazza d’acqua bollente).

Glossario L-M - image  on https://rimediomeopatici.com□ Lavanda + Menta + Salvia: i risciacqui e i gargarismi fatti con l’infuso che utilizza una miscela delle tre piante (una presa di fiori di lavanda, una di foglie di menta e una di foglie di salvia, essiccati o freschi, in una tazza d’acqua bollente), sono rinfrescanti e profumano l’alito.

Glossario L-M - image  on https://rimediomeopatici.com□ Menta piperita: masticare le foglie fresche della pianta, oppure preparare un infuso con 5 g di foglie fresche sminuzzate in 100 ml di acqua bollente, tenere in infusione 10 – 15 min, filtrare comprimendo la parte solida, praticare risciacqui 4 – 5 volte al dì.

Glossario L-M - image  on https://rimediomeopatici.com□ Prezzemolo: masticarne qualche fogliolina per combattere l’alitosi dovuta all’ingestione di aglio e cipolla.

Glossario L-M - image  on https://rimediomeopatici.com□ Salvia, prepararne un infuso con 5 g di foglie sminuzzate in 100 ml di acqua bollente, lasciare in infusione 10 – 15 min, filtrare spremendo bene il residuo, praticare risciacqui 4 – 5 volte al dì.

□ Tè verde: l’infuso di tè verde preparato secondo il proprio gusto, aiuta a tenere l’alito fresco e profumato.

Glossario L-M - image  on https://rimediomeopatici.com□ Verbena: il decotto di foglie e radici (5 g in 200 ml d’acqua), da usare per risciacqui più volte al dì, è disinfettante per le affezioni della bocca ed elimina l’alito cattivo.

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Carciofo

FAMIGLIA: Astaraceae                    GENERE: Cynara                   SPECIE: Cynara cardunculus

 

CARCIOFO_1Il carciofo, il cui nome latino è cynara scolymus, è una pianta erbacea perenne, orticola, originaria dei Paesi del Bacino del Mediterraneo, attualmente coltivata prevalentemente nell’Europa meridionale, nell’Africa settentrionale ed in America. Il termine “cynara” deriverebbe dal greco “kynara” (canina), in riferimento alle punte dure esterne paragonabili ai denti di un cane. Per altri studiosi il termine deriverebbe dalla parola “cenere”, perché con questa anticamente veniva concimata la pianta. Il nome italiano “carciofo” deriva invece dalla parola araba “harsciof”.

Il carciofo ha caratteristiche molto simili al cardo, tant’è che secondo alcuni studiosi entrambi gli ortaggi deriverebbero dal cardo selvatico. Ha un fusto solcato, eretto e ramificato; foglie oblunghe, alterne ed opposte; fiori azzurri o violacei riuniti in infiorescenze a capolino. Ogni ramificazione termina con un’infiorescenza. Si dice a “capolino” perché i fiori sono inseriti all’estremità allargata di un peduncolo, che ne è la base.

La base del capolino è denominata ricettacolo carnoso. Sul ricettacolo, in mezzo ai fiori, sono presenti numerose setole bianche e traslucide, che costituiscono il pappo. Sulla periferia del ricettacolo si sviluppano le brattee, ovvero delle squame carnose, verdi o violacee, con o senza spina apicale.

CARCIOFO_2Il carciofo altro non è che il capolino giovane, prima cioè che esso si apra e questo si verifica più tardi quando si ha la divaricazione delle brattee. L’apertura del capolino in effetti corrisponde alla schiusura del bocciolo di qualsiasi pianta durante la fioritura; tale fenomeno in botanica si chiama “antesi” e serve per l’impollinazione. L’antesi per la pianta di carciofo avviene in estate, dopo il periodo della raccolta che normalmente viene fatta dall’autunno alla primavera precedenti.

Nel carciofo le brattee sono comunemente chiamate “foglie del carciofo”, quelle interne sono tenere e carnose, mentre quelle esterne sono consistenti e fibrose. Il ricettacolo carnoso e le brattee più interne costituiscono la parte meglio commestibile del carciofo, detta anche “cuore”. L’insieme dei fiori e del pappo è chiamato comunemente “peluria”.

La coltura del carciofo è diffusa particolarmente in Italia e poi in Francia, Spagna, Algeria e Marocco, mentre esso è poco conosciuto in altri paesi.

 

VARIETA’

Esistono numerose varietà di carciofo, molte delle quali comunque derivano da varietà trapiantate che, per i fattori ambientali locali, hanno acquisito nel tempo delle leggere differenze rispetto a quelle di origine.

La principale classificazione delle varietà di carciofi viene fatta distinguendoli tra:

□     spinosi, che presentano una spina all’estremità delle brattee del capolino;

□     non spinosi o inermi, che non presentano la suddetta spina e che sono le più diffuse.

Nell’ambito della suddetta classificazione, le varietà che si coltivano in Italia, in base al periodo di produzione, si distinguono a loro volta in:

◆     precoce o autunnale, vengono coltivate prevalentemente lungo le aree costiere dell’Italia meridionale;

◆     tardiva o primaverile, vengono coltivate prevalentemente lungo le aree costiere dell’Italia centro-settentrionale, dove il clima è più rigido.

Le varietà di carciofi più note e più coltivate risultano le seguenti:

 

Carciofi SPINOSIColore Forma Carciofi INERMIColoreForma
Spinoso Campano (Autunnale)Verde violaLunga della Campania detto “Mammarella” (Primaverile)Verde violaTonda
Violetto di Provenza (Autunnale)ViolaLunga Romanesco detto “Mammola” (Primaverile)Verde violaTonda
Spinoso di Sicilia (Autunnale)VerdeTonda di Paestum (Autunnale)Rosso scuroTonda
Spinoso Sardo (Autunnale)ViolaLunga Violetto di Catania <produz. 2/3 tot. Italia> (Autunnale)Verde violaLunga
Veneto di Chioggia (Primaverile)Verde chiaroLunga Violetto di Toscana (Primaverile)ViolaLunga

 

UN PO’ DI STORIA

Il carciofo si mangiava comunemente ai tempi dei Greci e degli Egizi; veniva considerato da questi ultimi un “dono del sole”. Le prime descrizioni risalgono allo storico greco Teofrasto (371 – 287 a.c.) e probabilmente si trattava di carciofo selvatico.

Continuò ad essere apprezzato all’epoca dei Romani. come attestano gli scritti di alcuni autori antichi, quali Columella (4 – 70 d.c.) e Plinio il Vecchio (23 – 79 d.c.).

Era conosciuto anche dagli Arabi che intorno al XI secolo lo portarono nelle regioni meridionali italiane.

Notizie più certe sulla sua coltivazione in Italia risalgono al XV secolo, quando fu introdotto nel napoletano, durante il regno di Ferdinando I re di Napoli, dal fiorentino Filippo Strozzi il Vecchio (1428 – 1491). Da qui si diffuse prima in Toscana, ove Caterina de’ Medici (1519 -1589) ne era una gran consumatrice, e successivamente in molte altre regioni d’Italia. La stessa Caterina de’ Medici lo diffuse inoltre in Francia quando divenne regina dei francesi.

Nel XIX secolo in Italia incominciava ad essere apprezzato non solo per le sue caratteristiche nutritive, ma anche per le sue proprietà terapeutiche, tant’è che veniva utilizzato per combattere malattie all’epoca molto diffuse, quali scorbuto, affezioni epatiche, reumatismi, ecc.

Agli inizi del ‘900, grazie alle prime intensificazioni ed estensioni delle colture, il carciofo in Italia diventava un alimento più economico e quindi accessibile a buona parte della popolazione.

Dopo la I Guerra Mondiale la coltura iniziava a diffondersi anche negli Stati Uniti d’America, in particolare California e Florida, grazie agli emigranti italiani e francesi.

In Italia le coltivazioni di carciofo incominciavano a diventare ancora più importanti con le opere di bonifica dei terreni paludosi effettuata negli anni trenta, anche se la produzione restava maggiormente concentrata nell’Italia centrale ed insulare.

Dopo la II Guerra Mondiale e più precisamente negli anni sessanta, le coltivazioni di carciofo in Italia si sviluppano enormemente, con incrementi notevoli anche nel meridione, grazie alle maggiori estensioni delle aree di coltivazione e soprattutto alle maggiori rese.

Attualmente l’Italia è il primo paese produttore di carciofi e contribuisce nella misura del 50% circa all’intera produzione mondiale. Le coltivazioni si trovano prevalentemente nell’Italia centro-meridionale e più precisamente in Toscana, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.

 

HABITAT

La pianta di carciofo predilige un clima costantemente dolce, mite, piuttosto asciutto; teme il freddo e l’umido; resiste al vento e sopporta la salsedine tanto dell’aria, quanto del terreno. Resiste comunque abbastanza bene fino a temperature prossime a 0°C. Ama suoli profondi silicei, argillosi, calcarei e ricchi di sostanza organica, con pH tendente al neutro (in genere 6,4 – 6,8). Richiede molta acqua.

Le coltivazioni di carciofo necessitano di lavorazioni che praticamente impegnano tutto l’anno. Il ciclo inizia a fine estate per terminare nell’estate successiva e comprende essenzialmente: preparazione del terreno, concimazione, propagazione (che può essere per seme o per parti della stessa pianta), eliminazione delle erbe infestanti, irrigazione, controllo e contrasto delle avversità (malattie e parassiti), raccolta.

 

PROPRIETA’

Il carciofo contiene molte proprietà nutritive e sostanze che aiutano il nostro organismo a stare meglio. Vediamole insieme:

□     basso apporto calorico, a fronte di un alto potere nutritivo, che rende il carciofo particolarmente adatto nelle diete dimagranti;

□     molto ferro, che lo rende indicatissimo per gli anemici;

□     sodio, potassio, fosforo e calcio, che svolgono funzioni essenziali per la vita, partecipano infatti ai processi cellulari come la formazione di denti e ossa, mantengono l’equilibrio dei liquidi, concorrono alla crescita dei tessuti organici, regolano la contrazione muscolare e la trasmissione degli impulsi nervosi, partecipano alla costruzione delle proteine ed allo sfruttamento energetico degli alimenti;

□     carboidrati, tra i quali si distinguono le fibre e l’inulina; quest’ultima è uno zucchero consentito anche ai diabetici che ha anche la proprietà di facilitare la digestione e di ridurre i gas intestinali;

□     vitamina A e beta-carotene, vitamine del gruppo B, vitamina C, che sono indispensabili alla vita; ognuna è specializzata per svolgere ben specifiche funzioni; devono essere introdotte con la dieta in quanto non sono prodotte dall’organismo:

     ▷  la vitamina A ed il beta-carotene (quest’ultimo è un antiossidante precursore della vitamina A, nel senso che viene trasformato dal nostro organismo in vitamina A) rigenerano le cellule e le proteggono dall’azione nociva dei radicali liberi, aiutano la vista, riducono il rischio di vari tipi di tumore, prevengono le malattie cardiache, proteggono le mucose;

     ▷  le vitamine del gruppo B, aiutano il sistema nervoso, proteggono il tono muscolare dell’intestino, aiutano il funzionamento della pelle, dei capelli, bocca, occhi e fegato, ma soprattutto convertono i carboidrati in glucosio, utilizzato dall’organismo per produrre energia, e sono fondamentali per l’assorbimento dei lipidi (o grassi) e delle proteine;

     ▷  la vitamina C (o acido ascorbico) aumenta le difese immunitarie, riduce stress e stanchezza, risulta indispensabile per la formazione del collagene, che rinforza i vasi sanguigni, la pelle, i muscoli e le ossa;

□     flavonoidi, in particolare la rutina, nota anche come vitamina P, che svolge un’importante funzione antiossidante (evita la produzione di radicali liberi che danneggiano le cellule), di protezione da alcuni tipi di tumore, di rafforzamento delle pareti dei capillari, di riduzione del colesterolo cattivo LDL. Essa è presente in numerose altre piante tra cui limone, uva, eucalipto, capperi, menta piperita, cipolla , ecc.

□     polifenoli, quali i tannini, che contribuiscono a conferire al carciofo il tipico sapore amaro ed hanno proprietà astringente (riduzione delle secrezioni nelle infiammazione della pelle o delle mucose, riduzione dell’evacuazione intestinale), antiossidante, emostatica (capacità di arresto del sanguinamento), antibiotica (in grado di rallentare o fermare la produzione di batteri), antidiarroica, antinfiammatoria, regolatrice della pressione arteriosa;   

□     acido clorogenico, che è un antiossidante naturale che previene le malattie arteriosclerotiche e cardiovascolari, nonché intervenire nella regolazione dei livelli di glucosio nel sangue; è molto contenuto nel “cuore” del carciofo;

□     acido folico, che è essenziale per il nostro organismo, in quanto regola la crescita e la riproduzione delle cellule, in particolare quelle sanguigne;

□     ma è la cinarina la vera sostanza meravigliosa contenuta nel carciofo, in quanto possiede diversi principi attivi estremamente preziosi per la nostra salute; essa è presente nel capolino (carciofo) ed anche nelle foglie e nel succo della pianta; è determinante nel conferire al carciofo il caratteristico sapore amarognolo. 

Le principali proprietà terapeutiche della cinarina sono:

     ▷  abbassa il tasso di colesterolo, quello totale ed in particolare quello cattivo LDL e riduce il livello dei trigliceridi nel sangue;

     ▷  migliora la funzionalità epatica e aiuta la secrezione biliare, stimolando in quest’ultimo caso, rispettivamente, il fegato (azione coleretica) e la colecisti (azione colagoga);

     ▷  regola le funzioni intestinali, dando una mano all’intestino pigro;

     ▷  stimola la diuresi renale e concorre a sciogliere i calcoli renali;

     ▷  ha azione depurativa e disintossicante, in particolare sull’alcool, riducendone la presenza nel sangue per effetto dell’aumentata diuresi e per un’accelerazione del metabolismo dell’etanolo.

Quindi, l’azione terapeutica esercitata del carciofo diventa eccezionale, in quanto contiene numerosissime sostanze i cui principi attivi sono tutti benefici per la salute e questo ne fa un ortaggio davvero unico.

 

UN TOCCASANA

Riepilogando, le innumerevoli proprietà benefiche del carciofo risultano essere le seguenti:

COLERETICA, COLAGOGA, EPATOPROTETTIVA, DIURETICA, DEPURATIVA, DISINTOSSICANTE, DIGESTIVA, GASTROREGOLATRICE, IPOCOLESTEROLIZZANTE, ANTIGLICEMICA, ANTICALCOLOTICA,   ANTIDIARROICA, ANTINFIAMMATORIA, ANTIOSSIDANTE, ANTIBIOTICA, DIETETICA,  EMOSTATICA, ANTITUMORALE, VASOPROTETTRICE, DERMOPROTETTRICE, CARDIOPROTETTRICE, IMMUNITARIA, ANTIANEMICA, DIETETICA DIMAGRANTE, ANTISTERSS e probabilmente altre ancora.

Per queste sue caratteristiche il carciofo deve essere considerato un vero e proprio toccasana!

Si presta, pertanto, a diversi usi:

¨     Alimentare, è da considerarsi certamente l’uso più importante e andrebbe privilegiato al punto tale che il carciofo dovrebbe entrare nella dieta quotidiana di ogni individuo ed in particolare di coloro che soffrono di colesterolo e di diabete.

Dai fiori si ottiene un caglio vegetale, chiamato “cagliofiore”, utilizzato ancora oggi in alcune località  per la produzione di formaggi.

¨     Liquori, per il suo tipico sapore amarognolo (dovuto alla combinata presenza della cinarina e dei tannini) e per le sue proprietà digestive, la pianta del carciofo diviene la base per la preparazione di diversi liquori amari a carattere digestivo.

¨     Fitoterapia, dove si utilizzano prevalentemente le foglie ed il fusto, per preparare tisane, decotti, infusi, ecc. aventi proprietà terapeutiche.

¨     Cosmetica, dove il carciofo trova impiego per preparare impacchi e lavaggi per la cura e la pulizia della pelle, conferendo alla stessa tonicità ed elasticità,  nonché come stimolante del cuoio capelluto.

 

CARATTERISTICHE ORGANOLETTICHE E CUCINA

Le caratteristiche organolettiche del carciofo sono largamente influenzate dalla presenza combinata dei flavonoidi e dei polifenoli, in particolare dalla cinarina e dai tannini, che ne determinano il tipico sapore amarognolo molto piacevole. Per questo suo sapore spiccato, gradevole e poco invadente si presta a molte preparazione culinarie ed è capace di sposarsi perfettamente con altri ingredienti senza coprirli.

I carciofi possono essere cucinati in vario modo: alla napoletana, alla romana, alla “giudia”, alla siciliana, indorati e fritti, stufati, interi in umido, sott’olio, lessati in pinzimonio, ecc. Quando sono giovani e teneri possono essere mangiati crudi, tagliati a fettine, conditi con olio e limone e se piace qualche fogliolina di mentuccia.

Bisogna però stare attenti a non attenuare o addirittura vanificare i molteplici benefici di quest’ortaggio con una cottura scorretta, per cui sarebbe preferibile non fare uso di ricette che prevedono fritture od elevati shock termici che sono dannosi alle sostanze preziose di cui il carciofo è dotato.

Sarebbe perciò opportuno utilizzare ricette meno aggressive e meno elaborate che possono comunque consentire di salvaguardare le proprietà organolettiche e terapeutiche. Quand’è possibile è consigliabile consumarli crudi.

 

CURIOSITA’

☺     Il carciofo nell’antichità era considerato una pianta di origine divina: basti pensare che la mitologia greca attribuisce a Giove la creazione del carciofo. Il re degli dei, infatti, si era innamorato di una fanciulla dai capelli color cenere di nome Cynara cui donò l’immortalità trasformandola in pianta

☺     Marilyn Monroe nel 1949 fu eletta a Castroville in California la “Regina del carciofo” nella prima edizione del Festival del Carciofo, che ogni anno da allora si tiene.

☺     Pablo Neruda, Nobel per la Letteratura nel 1971, scrisse il poema Oda a la Alcachofa (“Ode al carciofo”).

☺     I carciofi puliti e tagliati esposti all’aria anneriscono, in quanto si ossida il ferro di cui sono molto ricchi; per evitare ciò vanno immersi subito in acqua acidulata con limone che si comporta da antiossidante.

☺     I carciofi cotti, dopo un po’ di tempo, assumono un particolare colore verde-azzurrino in quanto con la cottura si determina la fuoriuscita di ferro e rame che a contatto con l’aria si ossidano. Restano però commestibili.

☺     Curiosamente nel linguaggio popolare con il termine “carciofo” si indica una persona sciocca e incapace: non si conoscono le motivazioni che accostano un alimento così gustoso e salutare ad una persona sciocca e incapace, a meno che non si voglia denotare la semplicità e la genuinità di questo magnifico ortaggio.

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Melo

GENERE: Pirus                     FAMIGLIA: Rosaceae                                  SPECIE: Malus

 

DESCRIZIONE

Il Melo è una pianta dalle origini antichissime, proveniente dal sud del Caucaso (regione dell’Asia al confine dell’Europa, tra il Mar Nero e il Mar Caspio). In Italia la produzione è maggiormente concentrata nel settentrione, in quanto la pianta predilige i climi umidi e freddi. Una buona coltivazione la si trova anche in Campania, specie per alcune varietà (soprattutto la Annurca).

La pianta può raggiungere l’altezza di  8-10 metri, è caratterizzata da una chioma espansa e da una corteccia  liscia  di color cenere, ha foglie di color verde scuro di forma ovale con il margine seghettato, i fiori sono composti da cinque petali di color bianco rosato. Si adatta bene a vari tipi di terreno.

I principali parassiti animali e le malattie di origine fungina più note che possono attaccare il Melo sono riportate di seguito. Per evitare la loro proliferazione è buona norma adottare una serie di misure preventive volte ad aumentare la resistenza della pianta, quali corretta concimazione, controllo periodico del terreno e della pianta, intervento tempestivo alle prime avversità, uso di rimedi naturali, ecc. Bisogna cioè operare secondo la logica che “la prevenzione è la migliore cura”. Sarebbe opportuno ricorrere al trattamento chimico solo ed esclusivamente nei casi strettamente necessari.

 

ParassitiDanni MalattieDanni
CocciniglieDanneggiano rami, foglie e frutti: ne succhiano la linfa, immettono saliva tossica e rilasciano escrementi che facilitano la formazione di funghi. TicchiolaturaAggredisce foglie e frutti.
AfidiSi annidano sui germogli e sulle foglie accartocciandole. Favoriscono la formazione di funghi e batteri. Oidio o mal bianco Muffa bianca che colpisce germogli e foglie.
TignoleSi nutrono di foglie e germogli.   
CarpocapseMangiano i frutti e li danneggiano.   

 

LA MELA

DESCRIZIONE

Glossario L-M - image  on https://rimediomeopatici.comLa Mela è il frutto del Melo. In realtà è un falso frutto, poiché il vero frutto è il pericarpo, cioè quello che noi chiamiamo comunemente torsolo, che è formato da cinque logge nelle quali si trovano i semi (uno o due per loggia). La Mela è un pomo tondeggiante di colore e dimensioni diverse a seconda delle numerosissime varietà (attualmente se ne coltivano più di mille). Presenta due cavità: una in alto in corrispondenza del picciolo, chiamata cavità  peduncolare, e l’altra in basso nella zona del calice, chiamata calicina. In quest’ultima si possono osservare cinque alette secche, che sono i resti dei cinque sepali, che nel fiore formavano il calice.

La raccolta delle mele inizia nella maggior parte dei casi tra settembre e dicembre. Quasi tutte le varietà si conservano a lungo e diventano più saporite ed aromatiche con il passare del tempo. Sono reperibili tutto l’anno, in quanto vengono raccolte non ancora mature e poi immagazzinate facendole maturare lentamente con delle tecniche particolari. Fino a gennaio-febbraio, le mele in commercio sono abbastanza fresche di raccolta. Oltre ad essere consumate fresche, possono essere mangiate cotte, essiccate oppure trasformate in marmellate (in particolar modo la mela cotogna), succhi e gelatine.

Le mele a seconda della varietà cambiano di colore, sapore, aroma, consistenza, grandezza, ecc., però mantengono tutte le stesse proprietà nutritive. Le varietà più diffuse risultano essere le seguenti:

Varietà

Colore buccia

Dimensioni

Caratteristiche

Immagine

AnnurcaRosso intenso e giallo-verde nelle due cavità.Media pezzatura.Polpa bianca, leggermente acidula, poco succosa.

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Golden DeliciousGiallo oro.Media pezzatura.Polpa giallo-bianca di sapore dolce e molto profumata.

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Golden MiraGiallo sfumato di rosso.Media pezzatura.Polpa croccante, molto dolce, mediamente acida e aromatica.

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RenettaGiallo leggermente verde, con macchie rugginose.Grossa pezzatura.Polpa tenera, poco zuccherina, molto profumata, succosa e leggermente acidula.

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RoyalGiallo-rosso.Grossa pezzatura.Polpa fine, succosa e soda, dall’aroma dolce.

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StarkRosso.Grossa pezzatura.Polpa consistente e farinosa, dall’aroma tipico.

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Granny SmithVerde brillante e lucido.Grossa pezzatura.Polpa bianca, soda e croccante, dal sapore dolce e leggermente acidulo.

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FujiRosso su fondo giallo-verde.Grossa pezzatura.Polpa croccante e succosa, dal sapore dolce, acidulo e aromatico.

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ImperatoreRossoMedia-grossa pezzatura.Polpa bianchissima poco profumata.

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Red DeliciousRosso intenso.Media-grossa pezzatura.Polpa croccante, bianco-crema, di gusto dolce e poco acido.

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PROPRIETA’

La mela è uno dei frutti che ha le migliori qualità alimentari, per la sua ricca composizione e l’elevata digeribilità. Infatti possiede, nella buccia e nella polpa, sostanze altamente nutritive e terapeutiche, indispensabili al benessere del nostro organismo. Le principali sono:

◊ acqua per l’85%: che rende la mela dissetante, depurativa e diuretica;

◊ zuccheri per il 12%: che hanno la funzione energetica indispensabile per lo sviluppo delle attività dell’organismo;

◊ vitamine A, B1, B2 e C: la vitamina A rigenera le cellule e le protegge dall’azione nociva dei radicali liberi (molecole che si formano dal metabolismo, che danneggiano le cellule e sono responsabili del loro invecchiamento), aiuta la vista, riduce il rischio di vari tipi di cancro e previene le malattie cardiache; la vitamina B1 (o tiamina) facilita la digestione, aiuta il sistema nervoso e quello cardiovascolare, protegge le mucose della bocca; la vitamina B2 (o riboflavina) regola la crescita, protegge le mucose e i tessuti dell’occhio, della bocca, della cavità nasale, dell’apparato respiratorio e gastrointestinale, rinforza capelli e unghie; la vitamina C (o acido ascorbico) aiuta il sistema immunitario, è indispensabile per la produzione del collagene (principale proteina del tessuto connettivo), facilita l’assorbimento del ferro.

◊ pectina: è una fibra contenuta in molti frutti ed in modo particolare nella mela, ove è presente nella polpa e soprattutto nella buccia; abbassa il livello di colesterolo “cattivo” nel sangue (LDL) riducendo così il rischio di ipertensione, di arteriosclerosi e delle altre malattie cardiocircolatorie tra cui le più temute sono l’infarto del miocardio e l’ictus; rallenta e regola l’assorbimento degli zuccheri, tenendo così sotto controllo la glicemia; ha la proprietà di rendere gelatinose le soluzioni acide, per cui protegge lo stomaco dall’acidità gastrica e l’intestino dalle irritazioni; per la stessa proprietà è usata anche dall’industria alimentare e dolciaria per la preparazione di marmellate, confetture, gelatine di frutta, gelati , succhi di frutta, ecc., assumendo la denominazione E440; inoltre elimina dall’organismo le sostanze tossiche dovute all’inquinamento, per cui molti dietologi ne consigliano l’uso per coloro che vivono in città o in ambienti inquinati; infine svolge un’azione normalizzante in caso di diarrea; 

◊ sali minerali: riducono i grassi e stimolano l’eliminazione dei liquidi in eccesso nell’organismo; tra i principali troviamo fosforo, potassio, sodio, bromo, magnesio, calcio;

◊ ferro e rame: utili nel trattamento dell’anemia e per la sua prevenzione;

◊ polifenoli del tipo bioflavonoidi: conosciuti anche come vitamina P, sono sostanze che hanno un’azione antiossidante, di protezione dal cancro, di rafforzamento dei capillari, di riduzione del colesterolo “cattivo” (LDL);

◊ terpeni: molecole che conferiscono alla mela aroma e sapore; esse sono maggiormente contenute nella buccia della mela Red Delicious e secondo una recente ricerca americana contrastano lo sviluppo delle cellule cancerose;

◊ acidi organici: quali acido citrico (usato dall’industria alimentare, con la denominazione E330, come acidulante e conservante), acido malico, acido fosforico, acido ossalico e altri, che stimolano e facilitano la digestione, sbiancano e puliscono i denti.

 

UN DONO DELLA NATURA

Riepilogando:

◇ La mela è un valido dissetante, per l’elevato contenuto di acqua.

◇ Previene ictus e tumore, per la presenza degli antiossidanti, come i bioflavonoidi, che combattono i radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento del nostro corpo e dei danni alle cellule, delle vitamine e della pectina che, tra l’altro, durante la sua fermentazione produce l’acido butirrico, contenuto in alcuni farmaci sperimentali per la lotta ai tumori.

◇ Abbassa il colesterolo “cattivo” (LDL) anche in breve tempo, ancora una volta per il contenuto di pectina e degli antiossidanti quali i bioflavonoidi.

◇ Facilita la digestione, per la presenza della vitamina B1 e della pectina.

◇ Aumenta la concentrazione degli anticorpi,  favorisce l’assorbimento del ferro e la buona condizione del tessuto connettivo,  facilita le cicatrizzazioni, essenzialmente per il contenuto di vitamina C.

◇ E’ ben tollerata dai diabetici, in quanto contiene il fruttosio, uno zucchero che viene assimilato senza richiedere l’intervento dell’insulina; inoltre la pectina contribuisce a tenere sotto controllo il livello di glicemia, in quanto assicura il lento e continuo assorbimento degli zuccheri evitando i bruschi aumenti. 

◇ Fa bene al cuore, in quanto il contenuto di pectina e delle vitamine contrasta il colesterolo e le malattie cardiovascolari.

◇ E’ utile per depurare l’organismo, per la presenza della pectina che consente di eliminare le sostanze tossiche dovute all’inquinamento (piombo e arsenico in particolare); per questo motivo è consigliato mangiarla al mattino a digiuno.

Inoltre:

◇ Se abbiamo sete e siamo stanchi, è sufficiente mangiare una mela per riacquistare le energie: ciò è dovuto, rispettivamente, all’elevato contenuto di acqua e di fosforo, avendo quest’ultimo la caratteristica di essere assimilato dall’organismo in tempi brevissimi.

◇ Chi mangia mele riesce a respirare meglio, in quanto il frutto tonifica la muscolatura dei bronchi e li difende dall’attacco degli agenti irritanti.

◇ E’ astringente se mangiata cruda, viceversa è emolliente se mangiata cotta.

◇ E’ consigliabile concludere ogni pasto mangiando una mela, per le sue proprietà digestive (è l’unico frutto che non provoca fermentazione intestinale) e perché sbianca i denti e massaggia le gengive.

◇ La buccia, la polpa e il succo della mela applicati sulla pelle producono un effetto tonificante: ciò è dovuto al pH acido, alla presenza delle vitamine (in modo particolare il betacarotene) e degli acidi organici (in particolare l’acido fosforico). 

◇ E’ consigliata nelle diete dimagranti, per il basso contenuto calorico e per la caratteristica di indurre sazietà, dovuta all’alta concentrazione di pectina, fibra che forma massa combinandosi con l’acqua.

◇ Aiuta a riprenderci dalle fatiche intellettuali, per la presenza di azoto e dell’acido fosforico.

◇ Protegge i denti, per il contenuto di fluoro che è indispensabile alla loro salute.

◇ Regola le funzioni intestinali, in quanto l’elevata concentrazione di fibre nella buccia e nella polpa favorisce il transito intestinale e stimola l’intestino pigro.

◇ E’ contro il mal di gola: sono benefici i gargarismi fatti con il liquido ottenuto dalla cottura di tre mele in un litro di acqua. 

◇ Una mela prima di dormire favorisce il sonno, per la presenza della vitamina B1.

 

CURIOSITA’

☺ La mela è sicuramente il frutto più rappresentato nella storia dell’umanità e nella nostra cultura, si va dalla mela mangiata da Adamo ed Eva nel paradiso terrestre, con la quale commisero il peccato originale, al  “pomo della discordia” che diede origine alla guerra di Troia, dalla mela posta da Guglielmo Tell sul capo del proprio figlio, a quella del famoso dipinto di Caravaggio “Canestro di frutta”, dalla mela caduta sulla testa di Newton che gli fece intuire la legge di gravità, a quella avvelenata offerta dalla matrigna a Biancaneve, ecc.

☺ La polpa della mela si scurisce pochi minuti dopo che si è tolta la buccia: questo perché i polifenoli contenuti nella polpa a contatto con l’ossigeno dell’aria si ossidano, generando sostanze di colore bruno. Se invece si bagna la parte sbucciata con succo di limone, si potrà notare che questa tarderà a scurirsi, in quanto l’acido ascorbico (vitamina C) contenuto nel succo di limone funge da antiossidante, proteggendo i polifenoli della mela dal processo di ossidazione.

☺ Con le mele è possibile ottenere la maturazione dei cachi o di qualsiasi altra frutta: porre in un vassoio 5 o 6 cachi, mettendo al centro una mela intera, quindi chiudere il vassoio in un sacchetto di plastica lasciando all’interno l’aria; per effetto del gas naturale etilene che produce la mela, dopo circa una settimana i cachi saranno perfettamente dolci e maturi.

☺ Il succo di mela mescolato con succo di limone schiarisce le macchie della pelle. Le fettine di mela applicate sul viso rassodano e tonificano la pelle. Una maschera preparata con pezzi di mela cotti nel latte ha effetto antirughe. Invece una maschera fatta di mela grattugiata mista a miele e yogurt ridona al viso lucentezza e splendore.

☺ Dalla fermentazione del succo di mela si ottiene una bevanda alcolica chiamata sidro. Essa ha origini antichissime ed è molto diffusa nei paesi dove manca o scarseggia il vino. Ovviamente in Italia è di difficile reperibilità. 

 

In conclusione la mela è sinonimo di salute e benessere, pertanto è più che mai appropriato il famoso detto popolare che recita: “una mela al giorno toglie il medico di torno”.

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