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Rimedi Omeopatici

Omeopatia - Rimedi della Nonna - Cure Omeopatiche

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Sollievo per lombalgie e coliche

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.comLa lombalgia, comunemente chiamata mal di schiena, è il dolore che colpisce la regione lombare e sacrale. Nel caso in cui il dolore si irradia anche alla gamba si parla di lombosciatalgia. Le cause possono essere le più diverse, quali ad es. uno sforzo eccessivo, una caduta, un trauma contusivo-distorsivo, patologie croniche e degenerative quali l’artrosi della colonna vertebrale, ecc. L’organismo risponde al dolore con la contrattura della muscolatura lombare che comporta un aumento ulteriore della sensazione dolorosa ed un aggravio della mobilità del tronco. La lombalgia acuta è caratterizzata da una lesione in sede (muscolare, legamentosa, articolare, ossea, ecc.) accompagnata da fenomeni infiammatori. La lombalgia può diventare cronica quando anche senza alcuna lesione il dolore si protrae a causa essenzialmente di uno stile di vita errato (scarsa attività fisica, sovrappeso, posture scorrette, movimenti scorretti, stress, ansia, ecc.).

La lombaggine è una lombalgia acuta di origine muscolare, comunemente denominata colpo della strega, consistente in una contrattura dei muscoli paravertebrali con blocco dei movimenti. I sintomi principali sono dolore e rigidità muscolare.

Nella pratica lombaggine e lombalgia assumono lo stesso significato.

Con il termine generico di colica si suole indicare ogni manifestazione dolorosa, di una certa entità e durata, dovuta a contrazioni spastiche di organi addominali muniti di muscolatura involontaria. Si ha quindi la colica renale, la colica epatica o biliare, la colica appendicolare, ecc. Può dipendere da fenomeni infiammatori, irritativi o nervosi. 

I rimedi della nonna qui riportati consentono di dare un efficace sollievo ai dolori, in modo particolare nei casi di lombalgie e di coliche renali.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

 

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.comSollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.comSollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Alloro, Eucalipto e Timo: in un recipiente ben chiuso mettere a macerare per 24 ore 30 g di frutti di alloro, 30 g di timo e 10 g di eucalipto con 100 ml di alcool,  aggiungere 300 ml di olio, scaldare per alcune ore a bagnomaria onde far evaporare l’alcool, quindi filtrare spremendo bene il residuo e conservare. Usare per effettuare frizioni locali, meglio se calde, in caso di dolore lombare.

 

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□ Avena: procurarsi dei semi di avena. Tritarli grossolanamente e cuocerli in acqua un po’ acidulata (aggiungendo dell’aceto). Preparare quindi con questo composto un impiastro o cataplasma, da applicare sulla parte dolente.

 

 

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□ Borragine (o Consolida): in caso di dolori al ventre per problemi intestinali dovuti essenzialmente alla presenza di muco, è utile l’infuso di radici e foglie (50 g per 1 litro d’acqua bollente) di cui se ne assume 1 cucchiaino da caffè ogni mezz’ora. Calma il dolore.

 

 

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□ Crusca: la crusca di frumento, dopo cotta ed ancora calda, messa in sacchetti di tela e posta sul petto o sul ventre, è utilissima in caso di tosse, reumatismi, coliche.

 

 

 

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□ Camomilla, Lavanda e Rosmarino: per i dolori in genere ed in particolare per lombalgie e coliche, sono utilissimi gli impacchi caldi fatti sciogliendo in circa mezzo litro d’acqua alcune gocce di olio essenziale di camomilla, lavanda e rosmarino.

 

 

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□ Fico e Olmo: si prepara un impacco caldo con 2 grammi di foglie secche di fico selvatico e poco più di 1 grammo di foglie secche di olmo, entrambe ridotte in polvere e mischiate con un po’ di acqua bollente. Il dolore svanisce subito.

 

 

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Ribes nero: per le infiammazioni dolorose, come mal di schiena e coliche, si rivela particolarmente efficace il macerato glicerinato (soluzione ottenuta per macerazione delle parti di pianta fresche in acqua – alcool etilico – glicerina) delle foglie di ribes nero, da assumere alla dose di 50 gocce al giorno. Il ribes nero è un potente antinfiammatorio.

 

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□ Salice bianco: in caso di lombalgia acuta con infiammazione nella zona dolente, si possono assumere compresse di corteccia di salice bianco, che è un antinfiammatorio naturale.

 

 

 

 

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□ Sambuco: per il mal di schiena in particolare si rivela utile l’infuso dei fiori di sambuco (4 cucchiai da tavola in 1 litro di acqua bollente),  assumendone una tazza più volte al giorno.

 

 

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□ Tarassaco: l’infuso o il decotto di radici e foglie (50 g per 1 litro d’acqua), assunto alla dose di 2 – 3 tazze al dì, calma il dolore dovuto alle coliche renali. E’ utile in caso di renella e bruciore con l’emissione di urina.

 

 

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□ Verbena: le foglie sminuzzate cotte in aceto e applicate in cataplasmi sulla parte dolente, sono efficacissime per reumatismi, nevralgie, lombaggine.

 

 

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Macchia mediterranea

Caratteristiche generali

Con il termine “macchia mediterranea” si intende quella particolare associazione vegetale, tipica delle terre costiere che si affacciano sul Mare Mediterraneo, formata da alberi con portamento arbustivo e da arbusti in Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.comprevalenza sempreverdi. Gli arbusti, a differenza degli alberi, sono piante i cui rami si separano dal tronco centrale in posizione molto vicina al terreno o il cui tronco non è presente del tutto ed in genere hanno un’altezza non superiore ai 4 – 5 m. Le piante sempreverdi sono quelle che, a differenza delle caducifoglie o decidue, non lasciano cadere le foglie durante la stagione invernale. Il nome “macchia” deriva dal fatto che tali piante si dispongono sul terreno in modo non uniforme ma per l’appunto a macchie.

In Italia la macchia mediterranea si trova lungo le coste tirreniche, nelle isole, lungo il basso versante adriatico e in buona parte del versante ionico. Al di fuori dell’area mediterranea, formazioni arbustive che hanno caratteristiche molto simili alla macchia, ma con specie del tutto diverse, si trovano anche in Sudafrica, in Australia, in California e in Cile.

La macchia mediterranea è una formazione vegetale, fatta di piante per lo più autoctone, che si è costituita come risultato della trasformazione del paesaggio ad opera dell’uomo nel corso dei millenni, attraverso incendi e disboscamenti a discapito della primordiale foresta mediterranea, caratterizzata da alberi secolari, poderosi, di alto fusto (fino a 20 – 30 m), quali soprattutto il leccio. Pertanto l’eccessivo consumo di legna da ardere e per le costruzioni, la necessità di ricavare pascoli e campi per l’agricoltura hanno determinato la graduale sostituzione spontanea della foresta con la macchia, cioè con arbusti di minori dimensioni.

La macchia mediterranea, pur ricoprendo una minima parte delle terre emerse del pianeta (appena il 2%), ospita una quantità abbastanza rilevante di specie botaniche (oltre il 20% dell’intero pianeta), costituendo una importantissima riserva di biodiversità. La biodiversità è la varietà delle forme di vita vegetale e animale presenti negli ecosistemi del pianeta, intendendo per questi ultimi i luoghi nei quali i suddetti organismi interagiscono tra di loro e con l’ambiente che li circonda. L’ecosistema macchia mediterranea fornisce nutrimento e riparo a insetti (cicale, cavallette o meglio locuste, scorpioni, millepiedi, ecc.), rettili (bisce, vipere, testuggini, ecc.), uccelli (tordi, capinere, cardellini, cinciallegre, verdoni, picchi, ecc.) e mammiferi (cinghiali, istrici, tassi, volpi, ecc.).

La macchia mediterranea, pertanto, è una delle formazioni vegetali più interessanti e complesse non solo dal punto di vista botanico, rappresentando un patrimonio di estremo valore scientifico e naturalistico, tale da attirare l’attenzione degli studiosi che da sempre ne hanno esaminato tutti gli aspetti che la caratterizzano. La sua conformazione e l’estetica dei suoi costituenti, inoltre, conferiscono ai paesaggi costieri un’immagine unica di notevole bellezza e suggestione.

 

Caratteristiche ambientali

La macchia mediterranea si estende in massima parte su suoli aridi, poco profondi, rocciosi, calcarei e con un rapido drenaggio idrico. Svolge anche l’importantissima funzione di difesa del territorio dall’azione avversa ed eccessiva degli agenti atmosferici (vento e maggiormente pioggia), scongiurando i fenomeni di dissesto quali dilavamento ed erosione del suolo, frane, alluvioni. Essa è in grado quindi di preservare il corretto equilibrio idrogeologico. Più specificamente, essendo l’acqua uno dei più efficaci solventi naturali, quando cade con la pioggia avvia nel terreno un processo di erosione per dilavamento che ne diminuisce la consistenza e quindi la stabilità, dando luogo successivamente a crolli strutturali che sono le frane. Su un territorio ricoperto da fitta vegetazione il fenomeno è molto meno significativo, in quanto la presenza delle piante ostacola il dilavamento del suolo rallentando il relativo apporto idrico, sia perché le stesse piante costituiscono una sorta di ombrello protettivo, sia perché ritengono meccanicamente il terreno con le proprie radici e sia perché assorbono direttamente l’acqua in eccesso, indispensabile al processo di fotosintesi clorofilliana. La fotosintesi clorofilliana è il processo secondo il quale le piante imprigionano la luce solare per mezzo della clorofilla (pigmento verde) contenuta nelle foglie e contemporaneamente assorbono l’anidride carbonica attraverso le foglie (dagli stomi, organi situati prevalentemente nella pagina inferiore della foglia) e l’acqua attraverso le radici. La luce serve come fonte di energia per separare nelle molecole di acqua gli atomi di idrogeno da quelli di ossigeno. L’idrogeno reagisce chimicamente con l’anidride carbonica per formare gli zuccheri, necessari alla vita biologica delle piante. L’ossigeno viene liberato nell’atmosfera come prodotto di scarto (sempre attraverso gli stomi), che invece risulta indispensabile alla vita animale tramite la respirazione, la quale in effetti è il processo inverso a quello di fotosintesi clorofilliana.

Nelle zone costiere in cui vive la macchia mediterranea il clima è temperato, caratterizzato cioè da inverni miti e umidi e da estati calde e secche. La piovosità, mai rilevante, è concentrata principalmente nei mesi invernali, per diventare scarsissima o quasi assente nei mesi estivi. La temperatura estiva è mediamente superiore ai 20 °C e d’inverno il gelo è assai raro.

 

Caratteristiche della vegetazione

La vegetazione della macchia mediterranea è tipicamente costituita da arbusti, in genere sempreverdi, a crescita bassa, di altezza compresa tra qualche decina di cm e qualche metro. Presenta delle caratteristiche particolari che sono il risultato delle trasformazioni messe in atto per adattarsi all’ambiente in cui vivono.

Per questo molte piante sono delle “sclerofille”, cioè con foglie piccole e dure e spesso anche lucide, che sono capaci di conservare le riserve idriche e di riflettere la luce solare. Infatti questa morfologia determina la riduzione del processo di traspirazione, con il quale le piante eliminano, attraverso soprattutto le pagine inferiori delle foglie (dagli stomi), l’acqua assorbita sotto forma di vapore acqueo. Ciò rende la vegetazione adatta a resistere ai lunghi periodi della siccità estiva. Ad esempio nella macchia troviamo piante come il leccio (nome scientifico Quercus ilex), il corbezzolo (Arbutus unedo), l’alloro (Laurus nobilis), la fillirea (Phillyrea latifolia e angustifolia), il lentisco (Pistacia lentiscus) che hanno le foglie lucide e ricoperte da uno strato di cera e di resina che impedisce loro di perdere l’acqua. L’oleandro (Nerium oleander) invece presenta una peluria sulle pagine inferiori delle foglie che serve sempre a ridurre la perdita di vapore acqueo.

Le piante della macchia hanno generalmente fusti forti e resistenti in modo da tollerare i venti salmastri che soffiano dal mare.

Le radici sono molto sviluppate ed estese, in grado di raggiungere gli strati profondi del terreno per assorbirne l’umidità e le sostanze minerali. Il fogliame è abbastanza denso e persistente tale da riparare il suolo dalla luce solare evitando che si dissecchi rapidamente. Per questo motivo all’interno della macchia sono scarsamente presenti le piante erbacee.

Adattandosi al clima, le piante concentrano la fase di maggiore attività vegetativa nel periodo invernale o primaverile (ove, come detto, si verifica il massimo della piovosità), mentre rallentano la loro attività fino a cadere in una condizione di stasi vegetativa durante il periodo estivo (ove, come detto, fa caldo e si verifica il massimo della siccità). Per gran parte di esse, quindi, la produzione di nuove foglie, la fioritura e la fruttificazione avvengono durante i mesi invernali e primaverili. Tale fenomeno è noto come “estivazione” ed è tipico delle zone sub-tropicali, come quelle in cui ricade la macchia mediterranea e le citate altre macchie esistenti sul pianeta.

Un’altra strategia adottata per adeguarsi al clima è quella delle cosiddette piante geofite, che sono piante con le gemme inserite in organi vitali sotterranei quali bulbi, rizomi e tuberi. Ciò le rende capaci di resistere al calore estivo. Ad esempio nella macchia troviamo molte liliacee, che hanno proprio tali caratteristiche, come l’asparago selvatico (Asparagus albus), il pungitopo (Ruscus aculeatus), l’asfodelo (Asphodelus microcarpus) con i suoi bellissimi fiori.

Sui tratti di costa bagnati dalle acque marine o comunque esposti ai venti carichi di salsedine crescono diverse varietà di piante alofile (o alofite), che hanno cioè la capacità di vivere su terreni o in ambienti fortemente salini, cioè con elevata concentrazione di cloruro di sodio. I meccanismi di adattamento delle piante alofile alla elevata salinità sono essenzialmente: una maggiore resistenza all’entrata del cloruro di sodio nella cellula vegetale, l’accumulo del cloruro di sodio nei vacuoli cellulari, l’eliminazione del cloruro di sodio mediante cellule secretrici. Troviamo quindi la gramigna delle spiagge (Agropyron junceum), la camomilla marina (Anthemis maritima), l’eringio marino (Eryngium maritimum), l’erba medica marina (Medicago marina), il giglio marino (Pancratium maritimum), l’ammofila (Ammophila arenaria).

Sono inoltre presenti molte piante aromatiche, cioè contenenti sostanze aromatiche, ricche di oli essenziali (essenze) profumati che hanno la funzione di tenere lontani gli animali per non farsi mangiare o molestare. Troviamo quindi, solo per citare le più note, il rosmarino (Rosmarinus officinalis), la menta (Mentha piperita), la salvia (Salvia officinalis), l’origano (Origanum vulgare), la maggiorana (Origanum majorana), il ginepro (Juniperus communis ), il mirto (Myrtus communis), la lavanda (Lavandula officinalis), il timo (Thymus vulgaris), l’elicriso (Helichrysum italicum). Spesso di queste piante aromatiche se ne fa un uso farmaceutico e cosmetico, per le loro proprietà terapeutiche ed anche un uso alimentare per aromatizzare cibi e bevande.

   

La foresta mediterranea

Come si è detto, la vegetazione originaria che anticamente occupava il bacino del Mediterraneo era la foresta mediterranea, costituita da piante poderose a portamento arboreo, cioè da alberi dalle cospicue dimensioni. Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.comL’albero è una pianta capace di svilupparsi in altezza tramite un fusto legnoso, detto tronco, che di solito inizia a ramificarsi a qualche metro dal suolo, a differenza dell’arbusto ove il tronco inizia a ramificarsi quasi subito.

Nella foresta mediterranea vi era la netta prevalenza del leccio (nome scientifico Quercus ilex), detto anche elce, che è un albero sempreverde del genere delle querce, con tronco raramente diritto, singolo o diviso alla base, di altezza che può arrivare anche a 30 m, di aspetto maestoso con una folta chioma. Può vivere fino a 400 anni.

Discretamente diffusa era anche la sughera (Quercus suber), che è un albero sempreverde ancora del genere delle querce, originario della parte più occidentale del bacino del Mediterraneo (Marocco e Penisola Iberica), di altezza fino a 20 m, dal portamento contorto e dalla chioma più rada ed espansa. Vive mediamente 250 – 300 anni. In tempi moderni dalla sua corteccia, densa e spessa, si ricava il famoso sughero e per questo la pianta è stata soggetta ad uno sfruttamento così intenso da rischiare l’estinzione. La sughera, rispetto al leccio, teme di più le temperature rigide (di qualche grado al di sotto dello zero), però resiste meglio agli incendi proprio grazie all’azione protettiva del sughero.

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.comSollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.comIl suolo della foresta era umido e di notevole spessore, a causa della fitta coltre di chiome ed il sottobosco era costituito da poche specie vegetali capaci di vivere all’ombra dei possenti alberi.

Lo sviluppo progressivo delle grandi civiltà antiche (fenici, greci, romani), specie lungo le coste, determina la conseguente intensificazione dei disboscamenti legati alle attività antropiche (che sono le attività dell’uomo che hanno incidenza sull’ambiente). I grandi alberi secolari vengono abbattuti per ricavare la legna con cui accendere i fuochi o da utilizzare come materiale per le costruzioni. L’esigenza crescente di avere a disposizione campi per la pastorizia o per l’agricoltura porta altresì alla distruzione di intere foreste. A ciò si aggiungono gli incendi intenzionali per queste ed altre finalità, come ad es. quella per ricavare gli spazi abitativi.

Il protrarsi nel tempo di tali attività antropiche comporta che la foresta cede sempre di più il posto alla macchia mediterranea, in quanto l’impoverimento della copertura vegetale crea gradualmente le condizioni per la crescita di una vegetazione arbustiva più bassa e “meno esigente”, in grado cioè di vivere su terreni dilavati e quindi più aridi e poveri.

 

Classificazione della macchia

In relazione alla composizione delle specie residenti ed allo sviluppo in altezza della vegetazione, la macchia mediterranea può essere classificata nei seguenti tipi.

◊ Macchia alta, costituita da boschi di alberi a portamento arbustivo, con altezze che mediamente raggiungono i 4 – 5 m. Sono rappresentativi il leccio (Quercus ilex), la sughera (Quercus suber), il pino domestico (Pinus pinea), il pino d’Aleppo (Pinus halepensis), il corbezzolo (Arbutus unedo), il carrubo (Ceratonia siliqua) e, nei versanti più freschi o ad altitudini più elevate, le querce caducifoglie come la roverella (Quercus pubescens) e il cerro (Quercus cerris). 

◊ Macchia bassa, costituita da diverse specie di arbusti con altezze non superiori ai 2 – 3 m, di aspetto bello e rigoglioso, che iniziano a fiorire verso la fine dell’inverno e durante la stagione autunnale si riempiono di frutti aventi, in molti casi, dei colori vivaci. Ne fanno parte l’ilatro comune (Phillyrea latifolia), l’olivastro o olivo selvatico (Olea europea sylvestris), il lentisco (Pistacia lentiscus), il mirto (Myrtus communis), l’alloro (Laurus nobilis), la malva (Malva sylvestris), l’oleandro (Nerium oleander), il ginepro rosso (Juniperus oxicedrus), l’erica (Erica arborea,  multiflora e scoparia) ed altre piante.

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Gariga, costituita da vegetazioni cespugliose e discontinue di altezza massima di 1 – 1,5 m, ma in genere inferiore ai 50 cm. In realtà la gariga è una formazione vegetale secondaria che rappresenta il successivo stadio involutivo della macchia mediterranea dovuto ad un ulteriore degrado del territorio. Dopo di essa, nella scala dell’involuzione, esiste la steppa, che è una prateria senza alberi e subito dopo il deserto. Quindi una sua diffusa presenza è indice di un inizio di desertificazione. Quando su un territorio occupato dalla gariga termina ogni intervento umano, dopo un certo lasso di tempo ricompare la macchia, si risale cioè nella scala precedente e si va verso l’evoluzione dell’ecosistema.

In sintesi gli effetti del degrado del territorio dovuto alle attività antropiche ed ai cambiamenti climatici sono schematizzabili nei seguenti passaggi involutivi:

Foresta mediterranea >> Macchia mediterranea >> Gariga >> Steppa >> Deserto.

Il terreno della gariga è molto più arido, calcareo, sabbioso e ricco di rocce affioranti. La vegetazione, fatta di specie più adatte a resistere all’aridità dei luoghi, è più rada e per questo più ricca nelle varietà rispetto alla macchia vera e propria, in quanto negli ampi spazi che vengono lasciati possono insediarsi numerose specie erbacee. Sono abbondanti le piante spinose, aromatiche o addirittura velenose per difendersi dai morsi degli animali.

Le piante tipiche della gariga nostrana sono il rosmarino (Rosmarinus officinalis), la salvia (Salvia officinalis), l’origano (Origanum vulgare), la maggiorana (Origanum majorana), la menta (Mentha piperita), il finocchio selvatico (Foeniculum vulgare), la lavanda vera (Lavandula officinalis) e quella marittima (Lavandula stoechas), la ginestra odorosa (Spartium junceum), il timo (Thymus vulgaris), l’euforbia arborea (Euphorbia dendroides) e quella cespugliosa (Euphorbia characias), l’elicriso (Helichrysum italicum), la ruta (Ruta angustifolia), l’artemisia (Artemisia arborescens), il cisto marino (Cistus monspeliensis), quello femmina (Cistus salviefolius) e quello cretese (Cistus creticus), la palma nana (Chamaerops humilis), l’efedra (Ephedra distachya), l’asparago selvatico (Asparagus albus), il pungitopo (Ruscus aculeatus), l’asfodelo mediterraneo (Asphodelum microocarpus) e tante altre.

Negli ambienti salini delle scogliere e delle dune sabbiose troviamo, isolate o in cespugli, le piante alofile come il ginestrino delle scogliere (Lotus cytisoides), il giglio marino (Pancratium maritimum), la violaciocca selvatica (Matthiola tricuspidata), il papavero cornuto (Glaucium flavum), il ravastrello marittimo (Cakile maritima), la salsola (Salsola kali), l’eringio marino (Eryngium maritimum),  la camomilla marina (Anthemis maritima), l’erba medica marina (Medicago marina), il poligono marittimo (Polygonum maritimum), il finocchio marino (Crithmum maritimum), la veccia assottigliata (Vicia pseudocracca), l’ammofila (Ammophila arenaria), la cineraria marittima (Senecio cineraria), le specie rare come la gramigna delle spiagge (Agropyron junceum) e quella allungata (Agropyron elegantum) ed altre ancora.

La predominanza della specie vegetale determina il nome della gariga: avremo così la gariga a rosmarino (rosmarineto), la gariga a cisto (cisteto), la gariga a elicriso (elicriseto), ecc.

Le tonalità di verde della gariga, in genere, sono più spente e tendenti al grigio. Per gran parte dell’anno appare paesaggisticamente desolata e nella stagione estiva assume il tipico aspetto “bruciato”, dovuto al disseccarsi delle foglie. Nel periodo della fioritura di determinate specie, più solitamente in primavera, la gariga si arricchisce di odori e di colori molto belli ed accattivanti: ad esempio di azzurro-violaceo nelle formazioni a rosmarino, di viola nelle formazioni a lavanda, di giallo nelle formazioni a elicriso e ginestra, di bianco nelle formazioni di cisto marino e di cisto femmina, di rosso nelle formazioni di cisto cretese e così via.

Ovviamente, com’è facile intuire, sul territorio i tre tipi di macchia non si presentano perfettamente distinti, ma generalmente coesistono almeno in coppia. Quasi sempre la macchia alta si accompagna alla macchia bassa, come pure quasi sempre la macchia bassa ha la sua gariga. In non pochi casi assistiamo alla significativa presenza contemporanea della macchia alta, della macchia bassa e della gariga.

La macchia mediterranea, unica per la ricchezza e la bellezza della sua vegetazione, per il verde che permane tutto l’anno, per la varietà dei colori dei suoi fiori e dei suoi frutti, per la dolcezza del clima, per la vicinanza del mare, apre la vista a immagini e paesaggi straordinariamente belli e suggestivi, non mancando di costituire un patrimonio naturale di notevole valore scientifico essendo una riserva di biodiversità tra le più importanti del pianeta.

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Digestione facile

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.comLa digestione difficile, il cui termine medico è dispepsia, indica un’alterazione della funzione digestiva gastrica o intestinale, caratterizzata da pesantezza di stomaco, sonnolenza, mal di capo dopo i pasti. Talora si presentano dolore o fastidio cronico alla parte addominale superiore o retro sternale, aerofagia, flatulenza, pirosi gastrica (bruciori, acidità di stomaco), borborigmi, nausea, vomito. Può essere di natura organica (come ad es. la gastrite acuta e cronica, che è un’infiammazione della mucosa gastrica) o funzionale (come ad es. l’ulcera gastrica, che è un’erosione della mucosa gastrica o nei casi più gravi una perforazione della parete dello stomaco).

Il ricorso ai rimedi della nonna qui riportati consente di superare tale difficoltà in maniera efficace e naturale. La digestione non sarà più un problema.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

 

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□ Alloro: in caso di digestione difficile, flatulenza, gastralgia, è utile un decotto preparato con le foglie di alloro.

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□ Anice e Finocchio: un ottimo rimedio carminativo (che aiuta ad espellere i gas dallo stomaco e dall’intestino) è l’infuso che si prepara mettendo in una tazza di acqua bollente un cucchiaio di una miscela di 9 parti di semi di anice e 1 parte di semi di finocchio con l’aggiunta di un pizzico di menta piperita. Protegge anche la microflora batterica dell’intestino, evitando le fermentazioni provocate dagli alimenti ingeriti. Aiuta a donare un ventre piatto. Attenua i dolori dovuti a coliche intestinali.

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□ Arancio: preparare un infuso con 2 grammi di foglie d’arancio per 150 grammi di acqua bollente. Si possono aggiungere anche fiori di tiglio o di camomilla. Bere l’infuso caldo la sera, prima di andare a letto. Quest’infuso è utile anche nei casi di crisi nervose. Ottimo altresì per aiutare la digestione lenta e difficile.

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□ Bardana (o Lappa): nelle infiammazioni dello stomaco (gastrite e ulcere) e problemi di digestione risulta efficace il decotto delle foglie (3 g in 200 ml d’acqua) da prendere alla dose di 3 cucchiai da minestra mattina e sera.

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□ Capperi: per favorire l’appetito e facilitare la digestione va bene mangiare i capperi messi sotto aceto.

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□ Cardo santo: in caso di dispepsia, dovuta ad atonia gastrica, si dimostra particolarmente efficace l’infuso fatto con 5 g di fiori e foglie in 200 ml d’acqua bollente. E’ consigliabile non superare l’assunzione di 3 – 4 tazze al dì, in quanto il principio amaro contenuto (cnicina) ad alte dosi può causare conati di vomito.

 

 

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□ Cariofillata (o Erba di San Benedetto): il decotto  di  radici (6 g in 200 ml d’acqua) è tonico e astringente, rinvigorisce lo stomaco e tutto l’apparato digerente; utile per i deboli di stomaco.

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□ Carota: il succo di carota bevuto fresco tutti i giorni facilita la digestione e guarisce dall’ulcera.

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□ Cipolla: mettere la cipolla tritata in un contenitore di vetro o porcellana, coprire con alcool alimentare, lasciar macerare per 1 h, filtrare comprimendo la parte solida, aggiungere miele in uguale quantità. Assumere alla dose di 1 cucchiaino da caffè, 3 volte al dì, dopo i pasti. E’ un ottimo digestivo.

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□ Farfaro (o Tussilago farfara): fortifica lo stomaco migliorando la digestione, il decotto di farfaro (5 g di fiori in 200 ml d’acqua; in mancanza 50 g di foglie secche in 1 l d’acqua).

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Finocchio: per facilitare la digestione, preparare un decotto con 1 cucchiaino di semi di finocchio (meglio il finocchio selvatico) in una quantità d’acqua pari ad una tazza da portare all’ebollizione, oppure preparare un infuso portando ad ebollizione 100 ml di acqua ed immergendovi, quando è ancora bollente, 5 g di semi di finocchio, interi o macinati grossolanamente, da lasciare in infusione per 15 – 20 min.

Il latte, bollito alcuni minuti con i semi di finocchio e bevuto quanto più caldo possibile, calma i crampi allo stomaco.

Per chi soffre abitualmente di problemi di digestione, può essere utile preparare un infuso con semi di finocchio e un po’ di rabarbaro.

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□ Genziana: 3 g di radice secca sminuzzata con cui preparare un decotto in 200 ml d’acqua, oppure messi a macerare in acqua o nel vino a temperatura ambiente per 4 ore. Si filtra e si spreme il residuo. Assumere alla dose di 6 – 8 cucchiai al dì prima dei pasti, per un lungo periodo e tutti i giorni. Ottimi per facilitare la digestione e nei casi di pesantezza di stomaco. Va bene anche masticare un pezzetto di radice. Ha anche un’ottima attività febbrifuga.

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Ginepro: la cura con le bacche serve ad eliminare e prevenire il bruciore di stomaco: il 1° giorno si prendono 5 bacche, si masticano bene e si ingoiano; il 2° giorno 6 bacche; il 3° giorno 7 bacche e così di seguito fino ad arrivare a 15 bacche; poi si regredisce di una bacca al giorno fino a completare la cura quando si arriva di nuovo a 5 bacche. Ripetere all’occorrenza.

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□ Inula (o Erba dello stomaco): in caso di dolori dovuti a difficoltà di digestione, gas e acidità, mettere a macerare la radice della pianta nella dose di 15 – 20 g in 1 litro di vino rosso (o di acqua distillata per uso alimentare), per 48 h; bere 1/2 bicchiere 2 volte al dì. Con le stesse dosi si può preparare anche un decotto.

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Lichene d’Islanda: il decotto con la parte aerea della pianta (10 – 20 g in 1 litro d’acqua, far bollire 1 h, fare intiepidire 10 min, filtrare e aggiungere zucchero o meglio miele a piacere), assunto alla dose di 3 – 5 cucchiai al dì prima dei pasti, è utile per la dispepsia e per i disturbi intestinali di origine nervosa, compresa la diarrea. Funziona anche come blando sedativo e quindi, assunto il pomeriggio-sera, può essere utilizzato nelle forme leggere d’insonnia. Inoltre risulta utile anche nelle manifestazioni spasmodiche delle vie respiratorie, come tosse stizzosa e asma.

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□ Limone: un infuso di fiori e foglie di limone agevola la digestione.

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□ Maggiorana: l’infuso di maggiorana selvatica toglie l’acidità di stomaco.

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□ Ortica: consumata regolarmente come verdura (si prepara allo stesso modo degli spinaci) o assunta in decotto, può guarire completamente le ulcere gastriche e duodenali nel giro di 4 – 5 settimane.

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□ Rosmarino: la digestione difficile, con dolori e formazione di gas nello stomaco e nell’intestino, si combatte con un infuso fatto con 2 g di fiori o foglie di rosmarino in una tazza d’acqua bollente.

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□ Salice bianco: per normalizzare la secrezione gastrica e per favorire la digestione è utile un macerato vinoso con la radice dei rami, che si prepara mettendo a macerare per 10 giorni 2 cucchiai di corteccia essiccata in 200 ml di vino bianco passito, per poi filtrare e conservare in bottiglia. Se ne beve 1 bicchierino prima dei pasti principali.

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□ Salvia: si prepara il decotto con 10 g di foglie sminuzzate di salvia in 250 ml di acqua, si porta ad ebollizione dolcemente per 5 min, si lascia riposare per altri 15 min, si filtra e si assume subito dopo i pasti. E’ utile nelle atonie digestive, dispepsie, gastralgie, per gas in stomaco e intestino.

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□ Sedano: gambi e foglie favoriscono la secrezione dei succhi gastrici e facilitano la digestione, costituendo pertanto un buon aperitivo. I semi invece sono carminativi (cioè eliminano i gas da stomaco e intestino) come quelli di anice e finocchio.

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□ Tarassaco: decotto di foglie e radici (50 g in 1 litro d’acqua, da far bollire a lungo), da assumere alla dose di 2 – 3 tazze al dì, nei casi di digestione difficile.

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□ Tiglio: in caso di digestione difficile è ottimo l’infuso di fiori di tiglio, camomilla, fiori di melissa e arancio (4 g di ciascuna pianta in 1 litro di acqua bollente, infusione per 15 min, zucchero a piacere).

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□ Timo: l’infuso con 2 – 5 g di foglie di timo in 200 ml di acqua bollente, è digestivo e carminativo. Le due varietà Thymus vulgaris e Thymus serpyllum hanno le stesse proprietà.

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□ Trifoglio fibrino (o Menyanthes trifoliata o Trifoglione d’acqua): ha proprietà molto simili alla genziana e quindi i preparati di questa pianta sono particolarmente indicati come tonico-stimolanti della funzionalità gastrica e contro la febbre. Si prepara l’infuso di foglie, versando in una tazza d’acqua bollente un cucchiaio da dessert di foglie essiccate e sminuzzate, si lascia riposare coperto per 10 min, si filtra spremendo bene il residuo. Se ne prendono 2 – 3 tazze al giorno prima dei pasti.

Sono depurativi e digestivi i seguenti preparati, che esplicano anche un’attività coleretica e colagoga (cioè aiutano la secrezione biliare, stimolando, rispettivamente, il fegato e la colecisti):

□ Infuso con 10 g di menta piperita, 10 g di melissa, 10 g di agrimonia, 7 g di rabarbaro, 7 g di fragole e 20 g di chelidonia maggiore (o erba da porri), tutte triturate: si prende un cucchiaino di tale miscela e lo si versa in 200 ml di acqua, si lascia in infusione 10 min, si filtra spremendo bene il residuo. Se ne beve una tazzina la mattina e un’altra la sera.

□ Decotto con le radici sminuzzate di polipodio (20 g), liquirizia (10 g) e angelica (5 g): far bollire il tutto in 250 ml di acqua per 15 min, lasciar riposare per un paio d’ore, filtrare comprimendo la parte solida e dolcificare con miele o zucchero. Assumere 1 cucchiaio da minestra 2 volte al dì, per un periodo più o meno lungo.

□ L’infuso con un mix di rabarbaro, liquirizia, china, menta piperita, in parti uguali, vanta anche proprietà digestive, toniche, astringenti e regola le funzioni intestinali.

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Mai più stitichezza

La stitichezza o stipsi non è una malattia, ma un sintomo, un disturbo della defecazione consistente nella difficoltà ad evacuare le feci. E’ dovuta ad un malfunzionamento dell’intestino, le cui cause possono essere le più diverse. E’ caratterizzata da defecazione irregolare, infrequente, insufficiente, con feci dure e senso di pesantezza, costipazione, Mai-più-stitichezzainsoddisfazione e malessere diffuso. Si stima che oltre il 10% della popolazione dei paesi industrializzati soffra di stitichezza, in modo particolare anziani e donne, per le quali l’incidenza è quasi quattro volte più degli uomini. Si dice acuta se è di carattere occasionale e passeggero, conseguente ad es. ad un intervento chirurgico che obbliga all’immobilizzazione forzata, ad una malattia acuta, all’assunzione di farmaci che possono aver indebolito la flora batterica intestinale, ad un lungo viaggio che comporta modifiche alimentari e di abitudini, ecc. In genere superato il momento contingente, tutto ritorna alla normalità. La stitichezza invece si dice cronica se permane nel tempo e, qualora non dipenda da altre cause patologiche che devono essere indagate dal medico, è generalmente dovuta ad uno stile di vita errato ed a fattori di carattere psicologico. Le stesse emorroidi, che possono insorgere nel soggetto stitico in conseguenza degli sforzi eccessivi per defecare, diventano una causa ulteriore di stitichezza per l’inibizione che subentra nel temere il dolore. In tal caso le feci, rimanendo più a lungo nell’intestino, si disidratano e diventano più dure, rendendo l’evacuazione difficile e dolorosa.

I modi per sconfiggere la stitichezza sono essenzialmente riconducili: 1) all’alimentazione adeguata, 2) all’attività fisica, 3) alla modifica delle abitudini, 4) all’aspetto psicologico.

1) L’alimentazione deve seguire una dieta ricca di fibre e povera di carboidrati raffinati. Le fibre vegetali e la crusca (quest’ultima è l’involucro fibroso che ricopre i semi del frumento e di altri cereali), essendo insolubili, assorbono rilevanti quantità d’acqua rendendo quindi le feci più voluminose e più morbide, con il risultato che aumenta la velocità di transito intestinale e si facilita l’evacuazione. Inoltre le fibre modulano l’assorbimento dei nutrienti grazie alla capacità di trattenere i grassi ed il colesterolo, nonché di controllare i livelli di glicemia nel sangue. Vanno bene quindi  frutta e verdura, cereali integrali (frumento, farro e orzo in chicchi, fiocchi d’avena, pane e pasta integrale ed altri) ed anche alimenti ricchi di fermenti lattici (yogurt) che aiutano a rinforzare la flora batterica dell’intestino. Infine bere molta acqua aiuta ad idratare le feci.

2) L’attività fisica giornaliera, anche leggera ma costante, come ad es. camminare o andare in bicicletta, diventa fondamentale per dare tonicità ai muscoli addominali onde favorire la peristalsi intestinale.

3) La modifica delle abitudini personali può dare un grosso contributo alla soluzione del problema, come ad es. consumare i pasti senza fretta e ad intervalli regolari, rispettare gli orari in cui solitamente si defeca, assecondare lo stimolo senza rinviare l’evacuazione, assumere una posizione corretta durante la defecazione, come la posizione accovacciata (meglio se sotto i piedi si mette un rialzo) che favorisce la spinta dei muscoli addominali.

4) Anche l’aspetto psicologico può avere la sua incidenza, ad es. stress, ansia, nervosismo, situazioni emotive, paura, possono essere in grado di compromettere la normale mobilità gastrica e intestinale, per cui una rilettura da parte del soggetto stitico della propria sfera psicologica ed emotiva, cercando di rimuovere i fattori critici, può dare una risposta sensibilmente positiva.

Il ricorso ai classici lassativi andrebbe evitato o comunque dovrebbe essere occasionale e non sistematico, in quanto essi non rimuovono le cause della stitichezza, portano all’assuefazione per cui la loro risposta si indebolisce, alterano l’assorbimento delle vitamine e dei minerali nell’intestino, possono ostacolare il riassorbimento intestinale dell’acqua provocando disidratazione ed altri inconvenienti. Andrebbe privilegiato, laddove l’adozione delle misure sopracitate non si dimostra sufficiente, l’uso di “lassativi di massa” a base vegetale che favoriscono l’evacuazione e regolarizzano le funzioni intestinali, ammorbidendo e aumentando di volume le feci.

I rimedi che la nonna consiglia danno un valido contributo per vincere la stitichezza.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

 

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Arancia: la scorza d’arancia è efficace per stimolare la defecazione nei casi di costipazione ed ha anche un’azione benefica sulla colecisti stimolando la secrezione della bile (attività colagoga). La si può utilizzare per preparare un infuso o un vino. Il vino si ottiene dalla macerazione di 20 – 30 g di scorza in 200 ml di vino bianco, per 3 – 4 giorni. Se ne prendono 1 – 2 bicchierini al dì in un poco d’acqua. E’ una bevanda tonica, stimolante, carminativa (elimina i gas intestinali).

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Avena: i semi di avena, torrefatti e ridotti in polvere, possono essere adoperati per preparare un caffè nutriente e lassativo, utile a coloro che soffrono di stitichezza cronica.

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Carciofo (o Cynara scolymus): per le sue proprietà coleretiche e colagoghe (aiuta cioè la secrezione della bile, che diventa più abbondante e fluida, stimolando rispettivamente il fegato e la colecisti), la pianta di carciofo si rivela particolarmente indicata per combattere la stitichezza in quanto la bile è naturalmente lassativa; inoltre è in grado di risolve anche i problemi digestivi che spesso complicano la stipsi. Preparare un decotto con le foglie ed i gambi, entrambi freschi, nel modo seguente: mettere alcune foglie ed alcuni gambi in 1 litro d’acqua, far bollire lentamente per circa 15 min, filtrare ed eventualmente dolcificare a piacere. Assumerne una tazza al mattino a digiuno ed un’altra la sera prima di andare a letto.

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Cicoria: per vincere la stitichezza e regolarizzare la funzione intestinale, bere la mattina a digiuno e la sera un bicchiere di un infuso di cicoria preparato nel seguente modo: in 1 litro di acqua bollente immergere 20 – 30 g di foglie di cicoria fresca, tagliuzzate minuziosamente, lasciandole in infusione per circa 30 min. Sarebbe meglio adoperare la cicoria selvatica piuttosto che quella coltivata, in quanto le proprietà benefiche sono più esaltate nella prima. E’ possibile aggiungere alla dose suddetta zucchero a piacere, per rendere la bevanda più gradevole. La cicoria è una pianta che ha proprietà coleretiche e colagoghe.

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.comSollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Fragola, Liquirizia, Malva e Tarassaco: per l’intestino pigro risulta efficace l’infuso preparato con una miscela di tali piante (20 g di fragola, 30 g di liquirizia, 30 g di malva e 20 g di tarassaco) in 500 ml d’acqua bollente; berne 2 tazze al dì dopo i pasti.

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Lino: si prepara un infuso con i semi di lino frantumati, nella dose di 1 cucchiaino per ogni tazza d’acqua bollente da lasciare in infusione tutta la notte. Al mattino si beve il tutto. Si assume per più mattine.

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Mais: altro rimedio efficace per chi soffre di costipazione intestinale, consiste nell’utilizzare i semi di mais, torrefatti e ridotti in polvere, per preparare una specie di caffè lassativo, da prendere la mattina a digiuno, con zucchero e latte, per 4 – 5 giorni di seguito.

□ Malva: il suo uso regolarizza le funzioni intestinali.

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□ Prugne consumate fresche o secche o anche cotte in acqua zuccherata hanno un effetto emolliente. Per aumentarne l’efficacia si possono aggiungere piccole quantità di senna (pianta arbustiva di origine orientale) durante la cottura in acqua.

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Rabarbaro: la pianta agisce a livello dell’intestino crasso stimolando le contrazioni peristaltiche della sua muscolatura, favorendo così lo svuotamento. Preparare un decotto con 2 g di rizoma in 200 ml d’acqua, far bollire 2 min, lasciare in infusione 10 min e filtrare. Berne 2 tazze al dì, una la mattina e l’altra la sera. Da assumere saltuariamente, ma con una certa regolarità.

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Rosa canina: si utilizzano un po’ di petali, che sono purgativi, insieme a un po’ di senna per preparare un infuso tanto efficace quanto innocuo per tutti e specialmente per i bambini.

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Rosmarino: l’infuso di foglie e fiori (3 g in 200 ml d’acqua bollente, lasciare in infusione 10 min e filtrare), da bere alla dose di una tazza al mattino ed un’altra la sera, combatte efficacemente la stitichezza in quanto aiuta la peristalsi intestinale ed esercita un’azione colagoga e coleretica.

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Saponaria: si prepara il decotto con il 30 – 60 g di foglie e fusto in 1 litro d’acqua, dolcificato a piacere con zucchero o miele, da assumere alla dose di 2 bicchieri al dì.

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Tarassaco (o Dente di leone): si prepara l’infuso o il decotto, 50 g di radici e foglie in 1 litro d’acqua, e se ne bevono 2 – 3 tazze al dì. Sono ottime anche le foglie cotte e condite all’insalata. Ha proprietà coleretiche e colagoghe.

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Ritorna la voce

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.comL’afonia è l’abbassamento o perdita totale della voce dovuta ad un’infiammazione della mucosa laringea. Più semplicemente può essere causata da un uso improprio ed eccessivo della voce, come potrebbe succedere a cantanti, attori, insegnanti, oratori ed in genere a tutte quelle persone che svolgono mestieri comportanti sforzi prolungati della voce. E’ più frequente in tali casi la formazione di noduli o polipi alle corde vocali. Può essere anche di tipo funzionale, non dipendente da lesione agli organi vocali, ma dovuta a fattori di ordine psichico, quali ad es. l’isterismo.

La raucedine invece è una variazione del timbro di voce ed un abbassamento della stessa che può arrivare fino all’afonia totale. Si dice “aspra” se il suono emesso nel parlare è più stridulo e acuto, oppure “secca” se è più roco e velato. Di solito è associata alle affezioni del cavo orale dovute a stati di raffreddamento. L’abuso o l’uso scorretto della voce, anche in tal caso, può portare alla raucedine in quanto sono fattori in grado di causare infiammazioni croniche della mucosa della laringe ed in particolare delle corde vocali. 

I rimedi qui consigliati dalla nonna danno sempre un buon risultato per un ritorno rapido della voce.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

 

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Agrimonia, prepararne un decotto: 100 g di foglie secche sminuzzate in 1 l di acqua, far bollire fino a che il liquido non si riduce di 1/3, filtrare spremendo la parte solida, dolcificare con miele nella quantità desiderata. Bere alla dose di 1 cucchiaio 3 volte al dì ed effettuare gargarismi 4 – 5 volte al dì.

 

 

 

 

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Alchemilla (o Erba stella o Erba ventaglia): la pianta possiede molteplici virtù, ha proprietà astringente, antisettica, antinfiammatoria, antispasmodica, antiemorragica, cicatrizzante, diuretica e depurativa. Si utilizzano le foglie o le parti aeree. L’infuso (2 – 4 g di foglie essiccate in una tazza d’acqua bollente), di cui se ne bevono fino a 3 tazze al dì lontano dai pasti, è indicato nei casi di dismenorrea, emicrania, dolori reumatici, febbre, forme lievi di diarrea e di coliti con tendenza diarroica, Il decotto (1 g di parti aree essiccate in una tazza d’acqua) può essere utilizzato per fare sciacqui o gargarismi nei casi di infiammazioni del cavo orale (gengiviti, tonsilliti, faringite, raucedine), utili per la voce di oratori e cantanti, oppure per fare impacchi allo scopo di frenare emorragie, detergere ferite, donare elasticità alla pelle e combattere le smagliature. La pomata di alchemilla, per uso esterno, può servire per calmare le irritazioni degli organi genitali femminili. 

 

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Capelvenere, prepararne un infuso: 40 – 50 g di foglie sminuzzate in 1 l di acqua bollente, lasciare in infusione 10 min, filtrare comprimendo il residuo, dolcificare con miele a piacere. Assumere alla dose di 1 cucchiaio più volte al dì.

 

 

 

 

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Carota, preparare un succo in questo modo: cuocere 3 – 4 carote tagliate a pezzi in poca acqua per 10 – 15 min, filtrare comprimendo le carote. Bere tale succo caldo in 5 – 6 volte al dì.

 

 

 

 

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Erisimo, preparare l’infuso delle foglie: 1 parte di foglie in 12 parti di acqua bollente, tenere in infusione 15 min, filtrare comprimendo la parte solida, aggiungere 24 parti di zucchero. Assumere alla dose di 1 cucchiaio da minestra 3 – 4 volte al dì, per 8 – 15 giorni nei casi acuti, più a lungo nei casi cronici.. Gli effetti sono assicurati nei casi di laringite e di raucedine. Per la sua capacità di restituire la voce, la pianta di erisimo è chiamata anche “l’erba dei cantanti”. All’infuso si possono aggiungere dosi minori di Orzo, Uva essiccata, Cicoria, Liquirizia, Enula campana ed altre piante simili per avere anche un’azione espettorante su tutto l’apparato respiratorio.

 

 

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Fichi secchi: la nonna ci ricorda che sono utili anche i fichi essiccati al sole, tagliuzzati e fatti bollire per qualche minuto nell’acqua o nel latte; si può aggiungere un pizzico si sommità di Issopo, da lasciare in infusione per 15 – 20 min. Questa bevanda dà enorme sollievo agli asmatici ed a coloro che soffrono di raffreddori di petto tenaci, tossi ribelli, bronchiti, tossi convulse, ecc. Con la cottura nel latte si ottiene un ottimo gargarismo utile nei casi di gola irritata e di raucedine.

 

 

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Ginepro, preparare l’infuso con le bacche: 20 bacche schiacciate in 200 ml di acqua bollente, lasciare in infusione 10 – 15 min, filtrare e comprimere. Effettuare suffumigi o gargarismi 3 – 4 volte al dì.

 

 

 

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Granturco: con le cariossidi (semi o acini di granturco) si prepara uno sciroppo utilissimo nei raffreddori di petto e nelle raucedini. Si fanno bollire 2 o 3 pugni di cariossidi frantumate in 2 litri di acqua, finché questa si riduce alla metà, agitando sempre con una spatola di legno; si lascia quindi raffreddare e se ne estrae il succo; a questo si aggiungono 150 grammi di zucchero o di miele e si riscalda a fuoco lento finché prende la consistenza di uno sciroppo.

 

 

 

 

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Rapa: il decotto con il bulbo di rapa dolcificato con miele o zucchero, bevuto la sera prima di andare a letto, mitiga la tosse e riduce la raucedine.

 

 

 

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Rosmarino, prepararne l’infuso: 2 – 3 g di foglie e fiori, entrambi sminuzzati, in 1 tazza di acqua bollente, lasciare in infusione 10 – 15 min, filtrare spremendo bene la parte solida. Fare gargarismi 3 – 4 volte al dì.

 

 

 

 

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Salvia: infuso con 5 g di foglie in 100 ml di acqua per gargarismi nei casi di affezioni catarrali acute e croniche. E’ tonico, antisettico, cicatrizzante. Si usa anche nella raucedine.

 

 

 

 

 

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Sedano, prepararne l’infuso: 40 – 50 g di gambo e foglie, entrambi sminuzzati, in 1 tazza di acqua bollente, tenere in infusione per 10 – 15 min, filtrare comprimendo la parte solida. Effettuare gargarismi 4 – 5 volte al dì.

 

 

 

 

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Susino: preparare un infuso con le prugne essiccate e ridotte in frammenti: 10 g in 1 tazza di acqua bollente, lasciare in infusione 20 min, filtrare spremendo il residuo. Fare gargarismi 3 – 4 volte al dì.

 

 

 

 

 

Sollievo per lombalgie e coliche - image  on https://rimediomeopatici.com□ Valeriana, prepararne l’infuso: 5 g di foglie sminuzzate in 250 ml di acqua bollente, tenere in infusione 10 min, filtrare comprimendo la parte solida. Effettuare gargarismi 3 – 4 volte al dì.

 

 

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