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Basilico

Il Basilico, noto anche con il nome comune di Basilico da giardino, è una pianta annuale il cui nome botanico è Ocimum basilicum. La specie Ocimum basilicum appartiene alla famiglia delle Labiatae o Laminaceae ed è normalmente coltivata come pianta aromatica. La pianta ha steli quadrangolari, foglie ovali e appuntite dal forte profumo di chiodo di garofano; fiorisce nel periodo che va da giugno a settembre e i suoi fiori sono bianchi, piccoli, profumati. Il suo habitat è terreni ben drenati e soleggiati dell’Asia e dei paesi Mediterranei. Si coltiva negli orti o anche in vaso.

Basilico
Basilico
Le foglie fresche hanno un profumo e un sapore più intenso di quelle essiccate.

Sono state classificate circa 60 varietà e cultivar con un numero variabile di oli essenziali che conferiscono alla pianta il tipico profumo nelle diverse sfumature. L’aroma caratteristico della specie comune in Italia è dovuto all’eugenolo, sostanza chimica presente in grande quantità anche nei chiodi di garofano. Alcune varietà condividono, anche se in entità diverse, le sostanze che danno il tipico profumo al limone, alla menta, alla liquirizia o alla canfora.

Il Basilico è una pianta “mitologia” da un certo punto vista, giacché la mitologia greca cita la pianta come antidoto del basilisco o “re dei serpenti”. Il basilisco è il serpente con il potere di uccidere o pietrificare con un solo sguardo diretto negli occhi.

Ha proprietà antispasmodiche, antiinfiammatorie, sedative, stimolanti, stomachiche (utili in caso di inappetenza), carminative e diuretiche. Da alcuni studi è emerso che l’estratto di basilico possiede attività antiossidante ed è anche in grado di esercitare un’azione citotossica in diversi tipi di cellule tumorali. Il suo olio essenziale ha mostrato di possedere attività antibatterica, fungicida e repellente per gli insetti. Gli estratti dalla pianta allontanano le zanzare.

La pianta, fortemente aromatica, è largamente utilizzata nelle cucine italiane e asiatiche. Viene inoltre impiegata tradizionalmente in erboristeria e nella medicina popolare.

In erboristeria

Le foglie e le sommità fiorite vengono utilizzate in campo erboristico per preparare infusi ad azione sedativa, antispastica delle vie digerenti, stomachica, diuretica, antimicrobica, antinfiammatoria. Il basilico è utilizzato anche contro l’indigestione e come vermifugo, nonché come collutorio per l’igiene del cavo orale. L’inalazione di vapore, assoluto o con l’aggiunta di erbe aromatiche come eucalipto, menta piperita, timo, rosmarino, basilico, lavanda, ecc. aiuta contro il catarro: allevia il disturbo, ha un effetto decongestionante e fluidificante. I suffumigi aiutano nei casi di sinusite acuta o cronica.

Gli impacchi locali con foglie fresche di basilico, applicati sulla zona arrossata, placano le irritazioni cutanee; ma deve essere evitato sulle pelli sensibili e in gravidanza. Il profumo rinfresca la mente e stimola l’olfatto difettato.

L’olio essenziale contiene eucaliptolo ed eugenolo. È un tonico nervino e, diluito in oli vettori, è adoperato in massaggi per alleviare i dolori dovuti a stanchezza muscolare, quelli reumatici e quelli articolari; favorisce la cicatrizzazione delle ferite, aiuta nei casi di raffreddore ed è anche di utilità per la depressione. Nell’industria profumiera serve per la preparazione di alcuni profumi e saponi.

In medicina

Nella medicina popolare, al basilico si ascrive un’attività galattogena. Esso viene da sempre utilizzato anche per contrastare disturbi gastrointestinali come senso di pienezza e flatulenza, nonché per favorire la digestione, la diuresi e per stimolare l’appetito.

Le nostre nonne usavano il basilico contro la caduta dei capelli; in infusione con la camomilla, per riposare meglio; contro il mal di mare e il mal d’auto insieme a melissa, cannella e camomilla.

La medicina cinese usa il basilico per trattare le disfunzioni renali e i crampi allo stomaco.

La medicina indiana, invece, adopera il basilico per trattare una grande varietà di disturbi quali anoressia, artrite reumatoide, dolore alle orecchie, affezioni cutanee, amenorrea, dismenorrea, stati febbrili e malaria.

In omeopatia è usato per il trattamento di disturbi ansiosi, nausea e vomito, mal di movimento, spasmi intestinali, bronchite e tosse grassa.

Le informazioni riportate non sono consigli medici e i contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.

In cucina

Il sapore caldo e speziato delle foglie si combina bene con aglio, pomodori, zucchine e con la cucina mediterranea in genere; il basilico aromatizza condimenti, liquori, olio, aceto, minestre e la famosa salsa al pesto. Il vino preparato con le foglie è tonico, digestivo ed è anche antibatterico.

Tra le varietà più note ci sono

Ocimum basilicum

Citriodorum ha il profumo di limone. È una specie annuale con foglie verdi e fiori bianchi, delizioso nelle salse e con il pollo

Minimum detto anche basilico greco è un cespuglio compatto e rotondeggiante con un aroma di media intensità. Tollera un clima più freddo rispetto al basilico usuale.

Sanctum è una specie dalla base legnosa, sacra per gli induisti. Viene piantata intorno ai templi. Allontana le zanzare.

Purple Ruffles è una cultivar di colore rosso-viola scuro per contorni colorati e aromatici. Può essere adoperata come il basilico normale.

Purpureum ha foglie rosso-viola scuro e aroma non intenso, fiori rosso pallido. Inalando il suo profumo, specialmente l’olio, si stimola l’olfatto danneggiato da infezioni virali.

Morpha ha foglie che profumano come una miscela di spezie, aromatizza un’ampia gamma di piatti della Malesia e dell’India.

Anise è un esile pianta di basilico con steli scuri e foglie dal profumo di anice, con nervatura viola.

Cinnamomum il profumo di queste foglie, più simile alla cannella che al chiodo di garofano, è piacevole nei pot-pourri.

Crispum ha foglie grandi e succulente dal profumo intenso, adatte all’aglio, pomodori, peperoni, pesce, uova e anche pollo.

Ma alla stessa famiglia appartiene anche la specie Ocimum Gratissimum o basilico dell’India orientale.

E’una pianta simile al nostro basilico. È una specie cespugliosa dal profumo di limone con una base legnosa, steli ramificati e spighe fiorali con verticilli di fiori bianchi. Le foglie sono pendule, ovate e appuntite. È alta fino a 2,5 metri. Cresce nelle zone tropicali soleggiate dell’India e dell’Africa occidentale. Per il suo caratteristico e marcato profumo aromatizza pietanze nella cucina del Sud-est asiatico ed è venduto su larga scala, soprattutto nel Vietnam.

Basilico

Secondo la medicina popolare, in alcune località asiatiche, le foglie eduli stimolano l’appetito, alleviano il mal di schiena di natura reumatica, contrastano la diarrea, la tosse, il raffreddore e la pertosse, riducono la temperatura corporea favorendo la traspirazione. Il succo serve per curare gli occhi arrossati. Con le foglie della pianta alcuni popoli preparano anche una bevanda simile al tè.

Le foglie venivano un tempo considerate un depurativo per le malattie veneree. Costituivano un antidoto contro i morsi dei serpenti e, in applicazioni locali, erano di utilità per la scabbia e per la rogna.

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Limone

Il limone il cui nome botanico è Citrus limon è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rutaceae. Il termine limone si usa per indicare sia la pianta che il frutto.

La polpa e la buccia

I limoni sono frutti che appartengono al VII gruppo degli alimenti, in quanto ricchissimi di vitamina C (acido ascorbico). Essi sono fortemente dissetanti, sia per il contenuto in acqua, sia per la concentrazione in sali minerali ed acido citrico.

L’apporto energetico dei limoni è trascurabile. Essi forniscono all’organismo un ottimo contributo di sali minerali (potassio) e anche di antiossidanti. Tra questi ultimi i citroflavonoidi (esperidina, diosmina e rutina) che sono potenti antiossidanti, ipocolesterolemizzanti, capillaroprotettrici ed antineoplastici.  Sono un alimento fortemente alcalinizzante, indicato nelle diete depurative ed in quelle mirate alla prevenzione delle calcolosi renali da accumulo di cistina ed acido urico.

Il profumo dei limoni è dovuto alla presenza di oli essenziali, in particolare di limonene, un’altra molecola benefica.

L’imbrunimento della polpa di mela quando viene a contatto con l’aria è dovuto ad una reazione enzimatica di ossidazione dei polifenoli presenti. In quanto tale non comporta alcuna perdita delle proprietà, sia dal punto di vista nutrizionale che terapeutico, ma solo un problema estetico e volendo di gusto. Per rallentarlo sensibilmente basta aggiungere in po’ di succo di limone che funge da antiossidante.

Il succo di limone in genere è sconsigliato a stomaco vuoto per chi soffre di gastrite.

In campo erboristico, la buccia di limone è utilizzata per favorire la digestione; assumendone un decotto senza zucchero o altri edulcoranti, è possibile giovare dell’incremento secretivo a carico delle ghiandole esocrine annesse al tubo digestivo. È infatti percettibile un incremento della salivazione mentre, ancor più importante ma silente, è il miglioramento del rilascio di altri enzimi nelle fasi successive del processo.

L’assorbimento del ferro è favorito dalla vitamina C e dall’acido citrico, per cui è sempre bene accompagnare detti alimenti con succo di agrumi, soprattutto limone ed è anche favorito dagli zuccheri e dagli aminoacidi. Il ferro è assorbito facilmente dall’intestino quando è associato alla vitamina C, largamente presente negli agrumi e nei prodotti vegetali freschi.

La torrefazione della buccia consiste nel riscaldamento della stessa allo scopo di disidratarla e quindi di conservarla più a lungo. La torrefazione può essere fatta in casa o con il forno oppure con una bistecchiera sul fornello. La si riduce in polvere e se ne assume un cucchiaino da caffè più volte al dì secondo necessità. Ma i limoni, buccia e polpa, possono essere assunti anche freschi.

Il limone
Il limone

L’olio essenziale

La spremitura a freddo della buccia di limone, dopo averlo privati della parte bianca, consente di estrarre un olio essenziale. L’olio essenziale di limone, maggiormente concentrato nella buccia, contiene diversi principi attivi (flavonoidi, acido citrico, limonene, acido malico, acido tartarico, pectina, inositolo, zuccheri, vitamina C, vitamina PP, ecc.) dalle numerosissime proprietà terapeutiche e benefiche (antisettico, cicatrizzante, depurativo, diuretico, ipotensivo, digestivo, battericida, vermifugo, astringente, antireumatico, febbrifugo, ecc.), tra cui, appunto, anche quella di abbassare la temperatura corporea.

Gli oli essenziali degli agrumi (limone, bergamotto, arancio, mandarino), servono per placare gli stati ansiosi e nervosi.

Questi sono i motivi per cui le fette di scorza dei limoni da adoperare devono riguardare il più possibile la parte gialla, dove sono contenuti i preziosi oli essenziali dalle proprietà terapeutiche indicate.

Il limone: Usi

Una bevanda per contrastare le manifestazioni diarroiche e per contribuire a regolarizzare le funzioni intestinali è il tè con limone. Ma è altresì utile la camomilla con limone ed eventualmente con un po’ di zenzero.

Il limone uno degli alimenti più indicati per depurare il fegato. Tra gli altri alimenti troviamo: carciofo, cardo mariano, broccoli, cavolfiore, cavolo, asparagi, ortaggi a foglia verde, carote, barbabietole, aglio, lievito, cereali integrali, curcuma, olio extravergine di oliva, ecc.

I risciacqui con il succo di limone diluito in acqua sono tra i rimedi che possono aiutare in caso di bocca secca. Ma è anche importante bere acqua in modo regolare durante la giornata ed assumere cibi ricchi di vitamina C.

Il succo di limone è utile per trattare localmente le macchie brunastre sul viso (efelidi).

Una bevanda a base di acqua e limone con l’aggiunta di bicarbonato è utile per lo stomaco, in caso di reflusso.

Tra le preparazioni più casalinghe, risultano essere molto efficaci lo sciroppo di cipolla e limone. Lo sciroppo è di valido aiuto per combattere la tosse e per favorire l’espettorazione.

Le applicazioni locali del succo di limone sono utili per le smagliature

Per contrastare l’iperidrosi ascellare sarebbe opportuno adottare alcuni accorgimenti altrettanto utili ed efficaci, come ad es. sciacquare ogni sera le ascelle con acqua e succo di limone.

Il succo di limone con l’aggiunta di un cucchiaino di miele è un ottimo rimedio contro il mal di gola essenzialmente per le proprietà lenitive, antisettiche, antivirali e antibatteriche.

Per ridurre l’aspetto di un cheloide, per il trattamento delle cicatrici cheloidi e per evitare che il cheloide degeneri e per attenuarne ulteriormente l’aspetto, è comunque buona norma mantenere la cicatrice pulita ed applicare quotidianamente creme nutrienti ed antiossidanti, come ad esempio il succo di limone.

Il limone è un alimento consigliato anche in caso di oligoteratospermia, perché ricco di vitamina C

Una soluzione a base di succo di limone e acqua in cui imbibire un batuffolo di cotone è utile per un’azione abrasiva di pulizia della lingua nei casi di patina bianca. Detta soluzione limita la crescita batterica e riduce i processi infiammatori. In alternativa vengono adoperate le applicazioni locali di bicarbonato di sodio sciolto in acqua.

Alla buccia di limone si riconosce la capacità di contribuire a combattere le verminosi intestinali, in particolare per l’ossiuriasi. Gli ossiuri sono i piccoli vermi bianchi che più comunemente possono infestare l’intestino crasso dei bambini.

Il succo fresco di limone è impiegato anche nei casi di Epistassi (sanguinamento). Allo scopo di fermare il sanguinamento ed esercitare un’attività vasocostrittrice ed emostatica, viene applicato localmente un tampone di cotone imbevuto nel succo fresco.

Per contrastare efficacemente la pelle grassa e lucida il succo di limone (da diluire con acqua in parti uguali, da applicare con un batuffolo di cotone sul viso e risciacquare prima con acqua calda e poi con acqua fredda). Sono di valido aiuto anche gli impacchi di limone e rosmarino.

Un rimedio casalingo per rafforzare i capelli consiste nel preparare un composto con quattro cucchiai di olio extravergine di oliva e il succo di un limone; si lascia in posa sui capelli per circa mezz’ora e poi si procede al lavaggio, risciacquando bene con acqua tiepida

Un’alimentazione sana ed equilibrata, prevedendo un buon consumo di succo di limone, può fornire una limitazione della crescita e della formazione dei lipomi.

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Ledum palustre

Descrizione

Ledum palustre è un rimedio omeopatico che si ottiene dai giovani germogli del Rosmarino selvatico, detto anche “Ledo delle paludi”.

Caratteristiche di Ledum palustre

Il soggetto Ledum è un intossicato che ha un difetto di eliminazione. Le scorie e le tossine accumulate nell’organismo tendono a depositarsi nelle articolazioni provocando disturbi reumatici ed in particolare il reumatismo gottoso, oppure circolano nel sangue raggiungendo organi e apparati provocando disturbi circolatori, respiratori, urinari, cutanei, emicrania, vertigini, emorroidi…

Ledum palustre è principalmente un rimedio reumatico ed ematico; esso agisce sulle articolazioni, sui muscoli, sui tessuti connettivi e sulla pelle. Il rimedio risulta essenzialmente indicato nei seguenti casi: affezioni reumatiche acute o croniche, ecchimosi traumatiche, cattivi effetti di traumi e punture d’insetti.

Ledum palustre
Ledum palustre

I dolori reumatici di Ledum colpiscono preferibilmente le articolazioni delle dita del piede ed in particolare quelle dell’alluce. Ma colpiscono anche le articolazioni del tallone, del polso, del ginocchio, della spalla, spesso in modo incrociato (ad esempio l’anca sinistra e la spalla destra). I dolori partono dagli arti colpiti e salgono verso l’alto, sono migliorati dal freddo e dal ghiaccio pur essendo Ledum un soggetto freddoloso, sono aggravati invece dal caldo ed in particolare dal calore del letto.

L’edema di Ledum somiglia in un certo senso ad Apis e a Belladonna. Mentre in Ledum le articolazioni calde e gonfie sono bianche e pallide, in Apis sono rosa e in Belladonna sono rosse.

Anche Colchicum è utile nel reumatismo gottoso, però le articolazioni colpite da quest’ultimo sono rosse; inoltre i dolori migliorano con il calore e peggiorano con il freddo.

Le emorragie di Ledum sono caratterizzate da sangue di colore rosso vivo e brillante. Le emorroidi sono dolorose e sanguinanti; la tosse è violenta e con epistassi di sangue rosso vivo; le minzioni sono frequenti con emissione di sabbia rossa; i mestrui sono anticipati e il sangue è di colore rosso vivo e brillante.

Ma Ledum si rivela un ottimo rimedio delle ecchimosi di origine traumatica. Nei traumi il rimedio è molto vicino ad Arnica di cui spesso ne completa l’azione, ma anche ad Hypericum che invece viene usato quando il trauma interessa anche il nervo. Ledum è il rimedio specifico dell’occhio nero come quello dei pugili. L’ecchimosi traumatica può riguardare però anche le palpebre e la congiuntiva dell’occhio o un altro luogo del corpo.

Il rimedio si è rivelato spesso utile anche per le ferite con ecchimosi e con dolori, con gonfiore e freddo nella parte colpita. Ovvero è uno dei rimedi per le ferite da oggetti appuntiti come spine, punteruoli, aghi e iniezioni, punture d’insetti e specialmente di zanzare ed anche delle ecchimosi che si formano in seguito alla puntura.

Il soggetto che richiede Ledum può avere anche eruzioni cutanee eczematose o di altro genere, cioè Ledum può risultare utile nei problemi della pelle ove sussistono le modalità generali del rimedio (pallore freddo delle parti affette, aggravamento con il calore e soprattutto dal calore del letto, miglioramento col freddo).

Il soggetto ha il volto gonfio, congestionato e inebetito; ha pulsazioni violente alla testa; vertigini con tendenza a cadere all’indietro quando cammina.

Una piccola particolarità di Ledum è che il soggetto è un grande amante di bevande alcoliche.

Ledum antidota l’effetto del whisky e ne sopprime il desiderio.

Ledum è un antidoto di Lachesis.

In sintesi Ledum si rivela un buon rimedio del reumatismo acuto e cronico e dell’artrite gottosa, delle ecchimosi dovute a traumi e delle punture d’insetti.

Uso di Ledum palustre

Reumatismo gottoso.

Ecchimosi e traumi.

Come antidoto per le punture di zanzare e di insetti in generale.

Ledum omeopatico
Ledum palustre

Dosi

Il rimedio è spesso utilizzato nelle diluizioni 4CH per le ecchimosi e per i traumi ed ha offerto ottimi risultati nei casi di occhio nero; nella diluizione 9CH per il reumatismo gottoso e come antidoto per le punture di zanzare.

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Alopecia Calvizie

Alopecia CalviziePer alopecia si intende la perdita di capelli o di peli in qualsiasi parte del corpo: quando si parla dei capelli viene comunemente chiamata calvizie. Esistono alopecie irreversibili (cicatriziali), dovute a malattie infiammatorie, ove si verifica la distruzione irreparabile del follicolo pilifero ed altre temporanee (non cicatriziali), ove si verifica una transitoria inibizione funzionale della papilla del pelo, con conseguente riduzione o rallentamento della crescita di capelli o peli. Appartengono a tale categoria l’alopecia androgenetica, l’alopecia areata, da denutrizione, da traumi psico-fisici (stress, shock emotivi, fenomeni depressivi), da trazione (per effetto di tensioni meccaniche ai capelli), post gravidica, iatrogena (da farmaci), ecc.

L’alopecia androgenetica, nota anche come “calvizie comune”, è la forma più frequente di diradamento progressivo del cuoio capelluto. Colpisce circa l’80% della popolazione maschile ed il 40-50% di quella femminile, in particolar modo dopo la menopausa. È tipica dell’età adulta e della senescenza. La maggiore incidenza degli uomini rispetto alle donne è dovuta alla doppia origine di tale alopecia, richiamata dai termini “andro” e “genetica”, ovvero, rispettivamente, da un eccesso di ormoni androgeni, tipicamente maschili (in particolare del DHT, diidrotestosterone, ormone dannoso per il follicolo pilifero) e da una predisposizione genetica dei follicoli piliferi a subire stimoli involutivi. Per i capelli si riduce progressivamente la fase anagen (di crescita) a favore della fase catagen (di involuzione) e della fase telogen (di riposo). L’alopecia androgenetica determina nell’uomo un progressivo diradamento dei capelli nella regione fronto-temporale ed al vertice del capo, invece nella donna soprattutto nel vertice e nella zona frontale, appena dietro l’attaccatura dei capelli. Il processo involutivo del bulbo pilifero procede lentamente fino alla completa ed irreversibile atrofizzazione. I trattamenti possono essere quindi dotati di una certa efficacia solo quando l’alopecia androgenetica si trova in uno stadio intermedio.

L’alopecia areata è una malattia cronica infiammatoria che colpisce i follicoli piliferi del cuoio capelluto e del resto del corpo. Interessa circa il 2% della popolazione mondiale, indifferentemente maschile o femminile, privilegiando le persone giovani. Si manifesta con chiazze prive di capelli (e/o di peli), specie nelle regioni temporali ed occipitali, di forma rotondeggiante od ovulare. Nei maschi interessa anche la barba. In genere (90% dei casi) i capelli tendono a ricrescere spontaneamente dopo un lungo periodo di tempo, ma la malattia piò recidivare. Le cause sono multifattoriali, con un’importante componente autoimmune e genetica. L’aggressione immunitaria inibisce la normale funzione del follicolo pilifero e quindi la crescita dei capelli (e/o dei peli).

Nel seguito si riportano i principali rimedi omeopatici che vengono spesso prescritti per il trattamento di un’alopecia o calvizie, con l’obiettivo sia di rallentare la caduta dei capelli e sia di favorirne la ricrescita, ovviamente laddove i follicoli piliferi non siano irrimediabilmente atrofizzati. Per ciascun rimedio si riporta una sintesi della relativa sintomatologia di copertura, ai fini della scelta migliore. Per tutti la diluizione è la «9CH», che solitamente si utilizza in ragione di 3-5 granuli pro-dose, 2-3 volte al dì, lontano dai pasti, salvo diversa prescrizione medica.

Si citeranno anche alcuni fitoterapici utili, tra cui i rimedi della nonna e suggerimenti sull’alimentazione che è consigliabile adottare.

N.B.: Rimedi, diluizioni, posologie, prodotti e preparati riportati nel presente articolo sono generici, impersonali, tra i più menzionati in letteratura, che hanno quindi solo carattere informativo e non intendono e non possono sostituire alcuna prescrizione medica specifica.Rimedi omeopatici Alopecia Calvizie

Principali rimedi omeopatici Alopecia Calvizie

Selenium: alopecia in soggetti esauriti sia psichicamente che fisicamente.

Fluoricum acidum: alopecia areata con capelli secchi, sfibrati e decolorati, la cui caduta peggiora con il caldo.

Thuya: il cuoio capelluto si presenta ricoperto da piccole squame bianche ed i capelli sono secchi e fragili.

Phosphoricum acidum: la perdita dei capelli si verifica in soggetti cresciuti troppo in fretta o esauriti da eccessivo lavoro, per dispiaceri o malattie.

Baryta carbonica: alopecia soprattutto dei giovani ed in particolare quando la perdita di capelli procede dal centro della testa.

Kali phosphoricum: alopecia conseguente a periodi di studio o di lavoro particolarmente impegnativi e prolungati.

Ignatia amara: caduta di capelli da shock psichico, come lutto o delusione amorosa.

Sepia: alopecia con eruzioni del cuoio capelluto, talvolta provocate da frustrazioni e situazioni conflittuali.

Anacardium orientale: alopecia in studenti che accusano depressione, disturbi della memoria, alterazioni comportamentali.

Thallium: capelli che cadono molto rapidamente.

Natrum muriaticum: abbondante caduta dei capelli, non appena questi vengono toccati, maggiormente sulla fronte e nella regione temporale.

Fitoterapici Alopecia Calvizie

Tinture madri di Pilocarpo, Garofano, Olmo: miscelare le tinture in parti uguali e usare in frizioni. Nelle alopecie con cute secca.

Tinture madri di Nasturzio, Bardana: miscelate le tinture in parti uguali e usare in frizioni. Nelle alopecie con forte presenza di forfora.

Tinture madri di Ortica, Olmo, Alchemilla: ciascuna da usare singolarmente per frizionare e massaggiare il cuoio capelluto.

Succo di Equiseto: da usare in frizioni. Se è presente seborrea.

Succo di Betulla: da usare in frizioni. Nelle alopecie diffuse.

Estratto di Serenoa repens: da utilizzare per frizioni sul cuoio capelluto.

Oli di Sesamo, Ginepro: ciascuno da usare singolarmente per massaggiare il cuoio capelluto prima dello shampoo, lasciando agire per qualche minuto. Del Ginepro è valido anche lo shampoo.

Semi di Lino: si lasciano riposare o bollire in acqua per ottenere un gel da applicare sui capelli e massaggiare il cuoio capelluto.

Radice di Liquirizia: si prepara un decotto forte per massaggiare il cuoio capelluto.

Oli essenziali di Timo, Rosmarino, Lavanda: ciascuno da usare singolarmente, dopo diluizione in acqua, per frizionare il cuoio capelluto.

Altri fitoterapici, di preparazione più casalinga, che vengono adoperati per combattere un’alopecia, sono riportati nell’articolo “Capelli a posto” della sezione del sito “Rimedi della nonna”.

Alimentazione

L’alimentazione consigliata è quella sana ed equilibrata, con il corretto apporto proteico e cibi ricchi di vitamine (in particolare del gruppo B, ma anche A, C, D, E), di oligoelementi (in particolare ferro, rame, manganese, magnesio, zinco, selenio, zolfo, iodio, litio), di acidi grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6 non ossidati dal calore), privilegiando il consumo di verdura in foglie, frutta poco zuccherina, pesce azzurro, legumi, cereali integrali, lievito di birra, tè verde e riducendo quello di grassi saturi, formaggi fermentati, dolciumi, alcool.

Burger di verdure

(*) V. Note esplicative

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W i segreti della nonna

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Allontaniamo mosche e zanzare

• Per tenere lontane mosche e zanzare collochiamo in casa una pianta di Eucalyptus in vaso: da questo momento non ci saranno più insetti e quindi non più punture. L’Eucalipto infatti è ottimo per allontanare gli insetti e non è affatto tossico per l’uomo; inoltre è un disinfettante, aiuta a respirare meglio ed agisce da fortificante.

• Anche le foglie di basilico tengono lontane le zanzare.

• Il succo delle foglie di prezzemolo è altresì efficacissimo per allontanare zanzare ed insetti.

Stop al singhiozzo

• Per eliminare il singhiozzo assumere alcune gocce di aceto, da sole o su una zolletta di zucchero.

• Va bene anche inalare l’aroma rilasciato dai semi di anice scaldati a bagnomaria, dopo averli tritati e ridotti in polvere.

• Efficace altresì allo scopo è l’infuso di valeriana (15 g di foglie per 1 litro d’acqua bollente), di cui berne 3 bicchieri al dì.

• Si dimostra valido anche il vino di finocchio.

Per contrastare la balbuzie

• Può essere di valido aiuto per diminuire la balbuzie, l’assunzione dell’infuso di foglie e fiori di primula (2 – 3 g in 200 ml d’acqua bollente), alla dose di 1 tazza 2 – 3 volte al dì.

Contro il mal di mare ed il mal d’auto

• Per prevenire la nausea e tutti i malesseri tipici del mal di mare e del mal d’auto, è utile inalare dal fazzoletto qualche goccia di olio di menta piperita.

• Va bene anche annusare melissa, basilico, cannella, camomilla, a seconda delle preferenze.

• Per calmare la nausea, durante il viaggio si può assumere una tazza di infuso di semi di finocchio (1 cucchiaino in 200 ml d’acqua bollente), meglio se finocchio selvatico.

• In caso di vertigini si possono massaggiare dolcemente per alcuni minuti le fossette dietro i lobi delle orecchie; invece in caso di agitazione e inquietudine si possono stimolare i gomiti flessi.

• Qualche giorno prima di intraprendere il viaggio, si può bere una tazza mattino e sera dell’infuso di foglie di melissa e fiori di camomilla (1 cucchiaio della miscela a parti uguali in 1 tazza d’acqua bollente). E’ un’ottima prevenzione.

• Le foglie sbriciolate di angelica poste all’interno dell’automobile riducono il mal d’auto.

Come preparare una birra casalinga

La nonna ci tramanda una vecchia ricetta con cui si può preparare in casa un’ottima birra, molto economica, rinfrescante, diuretica, piacevole e sanissima, utilizzando la radice (rizoma) della gramigna. Si mettono in un tino di una certa capacità 5 kg di radici di gramigna sminuzzate, ben pulite e ben lavate, su cui si versa un po’ alla volta tanta acqua tiepida quanto basta perché siano sempre nello stesso stato di umidità. Dopo 3 giorni circa si vedono formare dei piccoli germogli biancastri. Quando questi germogli sono lunghi circa 1 cm, si pone il tutto in una damigiana con imboccatura larga, della capacità di circa 25 litri, si aggiungono 2,5 kg di zucchero, 1,5 kg di bacche di ginepro schiacciate e 75 g di lievito di birra. Quindi si versano 4 litri di acqua bollente, si agita energicamente con un bastone introdotto dall’apertura della damigiana e si lascia riposare una settimana. Di tanto in tanto si aggiunge un po’ d’acqua, bollita precedentemente, per compensare quella che si perde. Quindi si filtra e si travasa in un nuovo contenitore ben pulito, dopodiché la birra è pronta per l’uso.

 

Come preparare un ottimo maraschino

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Il maraschino è un liquore che deve il suo nome alle marasche, varietà di amarene originaria della Croazia e più precisamente della Dalmazia. E’ detto anche “rosolio di Zara” poiché in questa città ebbe inizio la produzione fin dal lontano medioevo. La nonna lo preparava così. Mettere in un recipiente con coperchio i noccioli di marasche (in mancanza si possono utilizzare le amarene nostrane), coprirli di alcool puro per alimenti e lasciarli macerare al buio per circa 3 mesi. Quindi filtrare l’alcool. Preparare uno sciroppo con acqua sterilizzata tiepida e zucchero in uguali quantità, a loro volta uguali alla quantità di alcool. Amalgamare bene, lasciar raffreddare e aggiungere l’alcool di cui in precedenza. Filtrare e imbottigliare. Dopo un paio di giorni filtrare di nuovo e ripetere tale operazione finché il liquore non diventa limpido.

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Come preparare ottimi digestivi

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La nonna amava preparare questo liquore alle prugne buonissimo ed ottimo digestivo. In un recipiente si fanno cuocere 30 – 40 prugne ridotte in pezzi (senza buccia e senza nocciolo) con 5 litri di buon vino bianco; dopo circa 20 min si toglie dal fuoco e si aggiungono 5 g di cannella frammentata; si fa macerare il tutto, per 3 – 4 giorni, in un recipiente coperto; quindi si filtra, si aggiunge 1 kg di zucchero e si fa bollire di nuovo per pochi minuti; si lascia raffreddare; infine si versa 1 litro d’alcool per alimenti, possibilmente a 90°, e si conserva in una bottiglia ben tappata.

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Digestivo alle ciliegie. Lavare, asciugare e privare del peduncolo 1 kg di ciliegie. Schiacciarle e porle con il loro nocciolo in un recipiente di coccio. Lasciarle asciugare all’aria per 3 – 4 giorni e quindi aggiungere 250 g di zucchero e 2 litri di alcool a 60° (1 litro e 1/4 di alcool per alimenti a 95° + 3/4 di litro d’acqua bollita e raffreddata). Lasciar fermentare in un luogo fresco e buio (sarebbe ideale la cantina) per almeno 1 mese. Filtrare e conservare in bottiglie con tappo.

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Ratafià di ipericoRatafià di iperico, ottimo aperitivo e digestivo (stimola l’appetito, facilita la digestione, impedisce l’acidità di stomaco, ecc.). Si mettono a macerare, per circa 15 giorni, in una bottiglia ben chiusa, 2 litri di acquavite e 30 g di fiori secchi di iperico con 2 limoni tagliati. Si filtra, comprimendo bene il residuo, si aggiungono 150 g di zucchero e si imbottiglia per la conservazione.

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Sciroppo liquoroso di noce, efficacissimo per favorire la digestione, per eliminare i gas intestinali, per lenire il mal di testa conseguente a pesantezza digestiva. Togliere il mallo a 50 noci fresche e porle in un recipiente di coccio insieme a 2 litri di buona acquavite, 1 g di cannella, 1 g di chiodi di garofano, 1 g di macis (nome commerciale dell’involucro carnoso, arillo, che avvolge il seme della noce moscata, di colore rosso da fresco, giallo da secco). Dopo un mese circa di macerazione, si filtra e si aggiunge uno sciroppo costituito da 1 litro di acqua bollita in cui si scioglie zucchero a piacere, fino ad un massimo di 1 kg. Si mescola il tutto e si versa in una bottiglia con tappo per la conservazione e per l’uso.

Altre ottime preparazioni casalinghe

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Come preparare l’acqua di melissa. Far cuocere per 5 min in 500 ml d’acqua 25 g di foglie di melissa, cui si aggiungono 5 g di ciascuna delle seguenti piante: scorza di limone grattugiata, chiodi di garofano, cannella, noce moscata. Si aggiunge poi 500 ml di buona acquavite. Si pone il tutto in un recipiente di vetro ben chiuso e si espone al sole o in un luogo caldo. Dopo 4 settimane si filtra e si conserva in bottiglia ben tappata. Se ne prende 1 cucchiaino da caffè, in poca acqua, prima dei pasti nei casi di problemi di stomaco, nelle debolezze nervose, nei disturbi del cuore di origine nervosa, nella nevrastenia, nei vomiti nervosi, nella malinconia, nei disturbi del ventre e delle regole, nei dolori uterini.

Basilico - image  on https://rimediomeopatici.comCome preparare una crema di alchemilla. La nonna la usava moltissimo perché ne apprezzava le molteplici virtù e ne teneva in casa sempre una scorta. Oggi alle creme di questa pianta si riconoscono diverse proprietà terapeutiche, come quelle di curare e lenire le infiammazioni e le irritazioni cutanee, di donare tonicità ed elasticità alla pelle, di idratare, di cicatrizzare, di normalizzare l’eccessiva produzione sebacea ed altro ancora. La  nonna la preparava così. Si prendono 2 g di estratto fluido di alchemilla (la comune tintura madre), 12 g di idrolato di rosa (costituisce la parte acquosa della crema e oltre a dare la profumazione aiuta a donare tonicità alla pelle), 10 g di lanolina e 30 g di vasellina, che costituiscono la base grassa (eccipiente). Si sciolgono la lanolina e la vasellina in un contenitore scaldato a bagnomaria. Si aggiungono l’idrolato di rosa e l’estratto fluido di alchemilla e si fa bollire il tutto a fuoco lento per pochi minuti, mescolando continuamente per evitare che si attacchi. Prima che il composto si raffreddi si versa in vasetti non trasparenti con coperchio per la conservazione ed il successivo uso.

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Come preparare un’acqua di colonia, ottima per la toilette. Mettere a macerare, per 15 giorni, 15 g di sommità fiorite di lavanda in 200 ml di alcool a 80° (167 ml di alcool per alimenti a 95° + 33 ml d’acqua bollita e raffreddata). Dopo si filtra, comprimendo bene il residuo, e si aggiungono 1 g di essenza (sinonimo di olio essenziale) di limone, 1 g di essenza di cedro, 1,5 g di essenza di bergamotto, 0,5 g di essenza di rosmarino, 1 g di essenza di neroli (olio essenziale dei fiori di arancio amaro), 1 g di tintura di benzoino, 3 g di alcolato di melissa. Si versa in una bottiglietta con coperchio per la conservazione e l’uso.

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Per preparare un unguento alla salvia, macerare un pugno di foglie fresche di salvia sminuzzate in 1/2 litro di alcool per 24 ore. Filtrare e mescolare con 500 g di burro sciolto, o strutto o altro grasso. Amalgamare bene e utilizzare l’unguento per frizioni locali. E’ un ottimo antisettico e cicatrizzante.

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Per preparare un unguento di calendula occorre il succo fresco della pianta o delle sue foglie e, nella proporzione 1:6, burro fresco, o strutto, o altra sostanza grassa. Il tutto si fa amalgamare con una cottura a bagnomaria. Le applicazioni locali di tale unguento sono utili per lesioni cutanee, piaghe, punture d’insetti, calli, funghi, vene varicose.

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Il decotto di crusca di grano, che si prepara facendo bollire un pugno di crusca in acqua per 3/4 d’ora, è un cibo leggero e molto nutriente per anziani, fanciulli e convalescenti. Un tempo veniva dato, addolcito con poco miele o zucchero e fatto cuocere per un altro quarto d’ora, alle persone debole e malaticce, alla dose di 1/2 litro al dì, da solo o con il pane (a zuppa).

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Un vino alla quercia è una bevanda tonica ed indicata per chi soffre di incontinenza urinaria. Si prepara mettendo a macerare, per 3 – 4 giorni, 30 – 60 g di corteccia di giovani rami di quercia ridotti in frammenti in 1 litro di vino rosso. Si filtra e si assume alla dose di 1 bicchierino prima dei pasti.

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Invece con le ghiande di quercia è possibile preparare una bevanda sia nutriente che tonica per lo stomaco e per l’intestino. Si prendono 10 – 15 g di ghiande secche o torrefatte e si mettono a bollire, per 15 – 20 min, in 1 litro d’acqua o di latte. Si può aggiungere una piccola dose (un cucchiaino) di orzo leggermente abbrustolito e macinato. Le ghiande prima della torrefazione devono essere private della buccia. La bevanda di ghiande di quercia è un alimento di prim’ordine per i convalescenti.

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Un vino di noce è tonico, depurativo e stomachico, nonché vermifugo. Macerare 50 – 60 g di foglie fresche di noce finemente tritate in 1 litro di vino bianco, per 3 – 4 giorni. Filtrare e assumerne 2 – 3 cucchiai 2 volte al dì prima dei pasti principali.

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Come preparare una conserva di rose, utilizzando rose rosse non completamente sbocciate. Togliere ai petali l’unghia (punta inferiore bianca del petalo), macinarli in un mortaio insieme al triplo del loro peso di zucchero ed a tanto idrolato di rosa da ottenere una pasta della consistenza del miele. Assumere alla dose di 50 –100 g al dì. Rinforza i polmoni.

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Con i ricettacoli delle rose si prepara invece la marmellata. Si passano questi al setaccio e si mettono a bollire in poca acqua, schiumando di tanto in tanto, finché non diventano filamentosi. Si aggiunge una uguale quantità di zucchero e si lascia cuocere fino alla consistenza desiderata. Si versa subito in vasetti sterilizzati muniti di chiusura ermetica e si conserva in luogo fresco e buio.

Lo sapete che …

• Per eliminare il sapore della cipolla, basta masticare del caffè in polvere o in chicchi.

• Mangiare le fragole aiuta a sciogliere il tartaro dei denti.

• Per tenere lontani i topi basta mettere nei luoghi a rischio una pianta di ruta, che emana un odore a loro sgradevole.

• La saponaria è una pianta che contiene un glucoside, la saponina, che si trova in tutte le parti della pianta e che agitata in acqua la rende spumosa come fa il sapone; perciò il suo decotto era usato per sbiancare e smacchiare tessuti di seta, di lana e merletti.

• La cottura delle piante nel vino ne aumenta l’efficacia terapeutica. Anticamente venivano messe nel mosto in fermentazione mazzi di piante diverse, sì da avere vini con proprietà medicinali diverse. A mosto fermentato venivano tolte le parti vegetali e quindi si procedeva nella solita maniera per ottenere il vino. Esistevano così vini di salvia, rosmarino, assenzio, finocchio, anice, sambuco, gramigna, ecc. Questi vini medicamentosi servivano per trattare le stesse malattie curate dalle piante che vi si immettevano.

• I fiori del carciofo coagulano il latte.

• Con l’acqua dei fiori d’arancio si prepara il cosiddetto latte di gallina, che è ottimo per le affezioni respiratorie e come nutrimento che giova agli ammalati. Si sbattono 1 o 2 tuorli d’uova fresche in un po’ di latte zuccherato e si aggiunge un po’ di acqua di fiori d’arancio.

• Se si deve prendere olio di ricino oppure olio di fegato di merluzzo, si può masticare prima un po’ di scorza d’arancia per rendere più gradevole l’assunzione.

• Il sale di acetosella (che si estrae dalle foglie della pianta), sciolto in acqua, è ottimo per togliere le macchie difficili da tessuti, legno, ecc.

• Per preparare un’ottima polvere dentifricia che mantiene i denti bianchi e lucidi, aromatizza la bocca e rinforza le gengive, mescolare uguali quantità di semi di anice ridotti in polvere con polvere di carbone di pioppo o di china grigia.

• L’unghia bianca dei petali di rosa ha proprietà astringenti, mentre il lembo ha proprietà lassative.

• I semi di girasole, torrefatti e macinati, consentono di preparare un caffè utile nei casi di emicrania.

• Le foglie del noce hanno un’azione parassiticida.

• Con le patate raschiate e riscaldate lentamente si forma una pasta che è una specie di sapone usato in passato per dare biancore e splendore alla biancheria.

• Il mosto d’uva combatte la stitichezza.

• I vecchi medici prescrivevano il bagno di ginepro ai malati di gotta.

• Un tempo era consuetudine, specie in Inghilterra e Svezia, fumare le foglie di farfaro a guisa di sigaro, nei casi di tosse e asma.

• Il crescione è un antidoto della nicotina. Tale pianta si usa sempre cruda perché cotta perde le sue proprietà curative. Inoltre è un vermifugo ed è controindicato per le donne incinte.

• I semi e le foglie fresche dell’ortica, ridotte in piccoli frammenti, mescolati con cibo delle galline e delle oche, stimolano la produzione delle uova. Inoltre le foglie di ortica, sia fresche che secche, sono un ottimo foraggio per il bestiame, come mucche e pecore, ed aumentano la produzione di latte.

• Il rizoma del rabarbaro rimuove le macchie di ruggine e disincrosta le padelle. Usato fresco è utile per pulire l’ottone.

• Il succo delle foglie di acetosa toglie le macchie di ruggine, di muffa, di inchiostro da lenzuola, da mobili di vimini e da argento.

• L’acqua di cottura dei fagiolini ravviva i tessuti di lana.

• L’acqua di cottura delle patate pulisce l’argento e restituisce brillantezza alla lana ed al cuoio.

• Se vicino alle rose si coltiva del prezzemolo, questo ne migliora il profumo e la salute.

• L’olio essenziale di origano è un potente antisettico, adatto a disinfettare gli ambienti in cui si soggiorna.

• La regola generale per impostare correttamente la temperatura del forno per la cottura dei dolci è la seguente: quanto più zucchero contiene l’impasto, tanto più bassa deve essere la temperatura.

• Per eliminare dalla bistecchiera l’odore dei cibi cucinati, basta strofinarvi a caldo una manciata di farina gialla e poi sciacquare sotto l’acqua corrente.

• La cenere del camino, opportunamente vagliata, può essere utilizzata per pulire e lucidare l’acciaio, come piani cottura, lavelli, pentole, stoviglie, rubinetteria, ecc. Se ne pone una piccola quantità su una spugnetta umida, si passa sugli oggetti e poi si sciacqua.

• Per decongestionare le palpebre gonfie ed arrossate a causa della stanchezza, vi si applica sopra una fetta di patata cruda per circa mezz’ora.

• Per eliminare il giallo dai denti o certe altre macchie antiestetiche, si spazzolano i denti con lo spazzolino su cui si è apposto un pizzico di bicarbonato.

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