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Rimedi Omeopatici

Omeopatia - Rimedi della Nonna - Cure Omeopatiche

Risultati della ricerca per: rosmarino

Vediamoci chiaro

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.comAvere cura dei propri occhi deve diventare una consuetudine necessaria ed indispensabile per salvaguardarne l’integrità e la salute, considerato che si tratta di organi molto delicati. Come al solito la migliore cura è la prevenzione e quindi oltre ad effettuare le periodiche visite dall’oculista, bisogna adottare una serie di cautele che consentano di evitare agli occhi ogni affaticamento o l’esposizione a fattori ambientali che possono risultare nocivi. Si pensi ad es. all’uso smisurato di computer, alla visione prolungata e troppo ravvicinata dell’apparecchio tv, a letture in ambienti scarsamente illuminati, all’esposizione eccessiva degli occhi ai raggi solari, a vento, polvere, fumo, ecc. ecc. Avere occhi belli e sani, oltre a darci una visione chiara, permette di fornire una magnifica espressione al nostro volto.

L’affezione più ricorrente che può interessare gli occhi è la congiuntivite. Trattasi di un’infiammazione della congiuntiva, che è la membrana sottile e trasparente che ricopre la parte bianca dell’occhio e la parte interna delle palpebre. E’ una malattia molto comune in quanto la congiuntiva è particolarmente esposta agli agenti esterni. Essa può essere causata da infezioni (batteri, virus, funghi) ed in tal caso è molto contagiosa, da allergie (la più frequente è la congiuntivite primaverile), o da irritazioni (da fumo, corpi estranei, eccessi di luce, vento, polvere, cosmetici, saponi, lenti a contatto, ecc.). I principali sintomi sono arrossamento degli occhi, lacrimazione intensa, intolleranza alla luce, gonfiore delle palpebre, sensazione di sabbia negli occhi, cui si aggiunge nel caso della congiuntivite infettiva la secrezione, nel caso della congiuntivite allergica prurito e gonfiore della congiuntiva, nel caso della congiuntivite irritativa il bruciore.

La cheratite è l’infiammazione, acuta o cronica, della cornea, che è il tessuto trasparente delimitante la parte anteriore del bulbo oculare, sempre bagnata dal film lacrimale e che costituisce la prima lente del percorso ottico. I sintomi comuni sono vascolarizzazione della cornea (che in condizioni normali non ha vasi), dolore agli occhi, calo della vista, sensazione di corpo estraneo, lacrimazione, fotofobia (intolleranza alla luce). Possono manifestarsi piccole erosioni superficiali e opacità disseminate della cornea, spesso accompagnate da edemi corneali, cioè da un eccesso di contenuto acquoso all’interno della cornea. Le cause delle cheratiti sono attribuibili a diversi fattori: agenti biologici (infezioni da virus, batteri, protozoi, funghi), agenti fisici e chimici (raggi ultravioletti, lesioni della cornea, lenti a contatto, cosmetici, polvere, polline, inquinamento, sostanze acide o alcaline, ecc.), malattie sistemiche (come artriti reumatoidi o vasculiti). Se non curate le cheratiti possono provocare danni permanenti alla vista, andando a compromettere la trasparenza della cornea (leucoma corneale) ed a creare ulcere corneali (perdita di tessuto), le quali a loro volta degenerano in cicatrici che se centrali ostacolano la visione. Trattasi in questi casi di cheratiti profonde, per distinguerle da quelle superficiali, molto più comuni, che dopo la guarigione non lasciano cicatrici. La forma infettiva più insidiosa, in grado di provocare la disgregazione del tessuto corneale, è dovuta al protozoo Acanthamoeba hystolitica, molto resistente, che può trovarsi nelle acque di piscine, fiumi, laghi e che può essere contratto in caso di microlesioni della cornea, spesso presenti nei portatori di lenti a contatto. Altra causa frequente di cheratite infettiva è quella legata agli Herpes virus.

Si parla di cheratocongiuntivite quando sono presenti l’infiammazione sia della cornea che delle congiuntiva (la malattia ha quindi i caratteri sia della cheratite che della congiuntivite).    

La blefarite è l’infiammazione dei bordi delle palpebre degli occhi. Può essere causata da infezione batterica (spesso da stafilococco), da malattie della pelle (dermatite seborroica, acne), da allergie, da problemi alimentari, da fattori ambientali (fumo, vento, polvere, lenti a contatto, cosmetici, ecc.). L’infezione batterica produce una blefarite ulcerativa; le altre cause in genere producono una blefarite squamosa o seborroica (non ulcerativa). I primi sintomi sono prurito, lacrimazione eccessiva, sensazione di corpo estraneo nell’occhio, sensibilità alla luce, talvolta accompagnati da arrossamento e gonfiore delle palpebre. La forma ulcerativa si manifesta con piccole pustole (lesioni rilevate della pelle contenenti pus) all’altezza dei follicoli piliferi delle ciglia; la forma non ulcerativa si manifesta con squame untuose ai margini delle palpebre. La malattia è soggetta a recidiva.

Con il termine generico oftalmia si è soliti indicare le malattie infiammatorie degli occhi.

I rimedi naturali che la nonna qui propone consentono di apportare sollievo e beneficio in risposta ai piccoli e fastidiosi disturbi cui possono andare incontro i nostri occhi, prima che si complichino.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Alchemilla: con l’infuso di foglie secche (60 – 100 g per 500 ml d’acqua bollente) lavare gli occhi più volte al dì. Serve per le congiuntiviti e per le altre infiammazioni degli occhi. Se si vuole rafforzare l’effetto, assumere anche per via interna l’infuso più leggero (metà dose di foglie), bevendone 2 tazze al dì.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Aloe: preparare una soluzione con qualche goccia di gel ricavato dalle foglie della pianta in acqua tiepida. Lavare gli occhi 3 – 4 volte al dì. Sul principio potrebbe manifestarsi bruciore o pizzicore, non preoccuparsi. Serve per le infiammazioni degli occhi e delle palpebre (blefarite).

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Altea: cuocere 1/2 cucchiaino di fiori secchi in una tazza e mezzo d’acqua per 5 min. Lavare gli occhi più volte al dì oppure bagnare una garza e tenerla sugli occhi fino a miglioramento, avendo cura di cambiarla ogni tanto. Utile nelle congiuntiviti.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Assenzio selvatico (o Erba di S. Giovani o Canapaccio o Artemisia vulgaris): con il decotto di foglie e sommità fiorite essiccate (4 – 5 g in 1 tazza grande d’acqua), lavare gli occhi 3 volte al dì. Utile nelle infiammazioni degli occhi, congiuntiviti comprese.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Camomilla: con l’infuso di fiori di camomilla (6 – 9 g per 1 litro d’acqua bollente) tiepido, lavare gli occhi più volte al dì. Serve nelle congiuntiviti e nelle altre infiammazioni degli occhi.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Cipolla: nei casi di occhi gonfi ed infiammati lavarli 3 – 5 volte al dì con un decotto di cipolla (alcune cipolle sbucciate, lavate ed affettate in una pentola d’acqua). Si può aggiungere qualche rametto di rosmarino.

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◊ Equiseto: il decotto di giovani rami e foglie entrambi essiccati (5 g in 200 ml d’acqua), cui aggiungere una manciata di petali di rosa rossa, da utilizzare per impacchi locali più volte al dì, è utile per l’infiammazione degli occhi e delle palpebre (blefarite).

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Eufrasia (o Euphrasia officinalis): preparare un infuso con fiori e foglie della pianta secca (10 g per 1 litro d’acqua bollente) in cui bagnare delle garze da applicare sugli occhi per tutta la notte, trattenendole con una benda. Efficace per le congiuntiviti e per gli occhi arrossati. Inoltre migliora e rinforza la vista, per cui è particolarmente indicato nelle debolezze della vista e nella miopia. Il rimedio era già conosciuto nell’antica medicina. Oggi molto più comodamente si può utilizzare il collirio, meglio se in associazione con camomilla.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Finocchio: nell’antica medicina il finocchio era molto usato come oftalmico. Per preparare il collirio, far bollire in 250 ml d’acqua per 10 min 1/2 cucchiaio di semi ridotti in polvere, lasciar intiepidire e lavare gli occhi più volte al dì. Serve nelle congiuntiviti e per conservare e migliorare la vista.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Fumaria: la pianta deve il nome al fatto che il suo succo messo sugli occhi li fa lacrimare, come un fumo molto acre, rischiarando la vista. Utile in tutte nelle infiammazioni degli occhi, che diventano rossi e doloranti.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Lattuga: le foglie di lattuga, lessate ed applicate ben calde sulla parte interessata, riducono l’infiammazione ed il dolore (mal di denti, infiammazione agli occhi, contusioni e lussazioni, ecc.). Con l’acqua di cottura si possono lavare gli occhi.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Maggiorana: preparare un infuso (30 g di sommità fiorite per 1 litro d’acqua bollente) con cui effettuare fumenti o lavaggi agli occhi più volte al dì. Sono indicati nelle congiuntiviti.

Malva: utile nelle oftalmie.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Noce: ungere con 2 – 3 gocce di olio di noce, ogni giorno almeno 1 volta, le palpebre e le ciglia. E’ un rimedio prezioso contro le macchie degli occhi.

◊ Olio di ricino: in caso di congiuntivite passare sulle ciglia un batuffolo di cotone imbevuto di olio di ricino. Elimina anche le desquamazioni delle palpebre.

◊ Olivo: la resina che cala dal tronco degli olivi era apprezzatissima nella vecchia medicina. Con essa si producevano dei colliri per curare le congiuntiviti e tutte le infiammazioni degli occhi. La resina veniva spesso utilizzata anche in vapori.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Prezzemolo: le foglie fresche pestate ed applicate sugli occhi sono utili nelle congiuntiviti e nelle oftalmie purulenti.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Rosa canina: si prepara l’infuso dei  petali secchi (10 g per 1 litro d’acqua bollente) e si lavano gli occhi più volte al dì. E’ eccellente nelle infiammazioni degli occhi con lacrimazione e delle palpebre (blefarite). E’ ancora più efficace se vi si aggiunge un cucchiaio di equiseto.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Ruta: mangiare spesso qualche foglia e lavare gli occhi con un leggero decotto di tale pianta, rischiara la vista. Buoni risultati si ottengono anche orientando i vapori del decotto verso gli occhi. La Scuola Salernitana insegnava: «nobilis est Ruta, quae lumina reddit acuta». Plinio invece diceva: «Ruta commesta visum acuit».

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Sambuco: sciacqui tiepidi agli occhi da fare con l’infuso di fiori (3 g in 200 ml d’acqua bollente), sono un ottimo rimedio contro le congiuntiviti e le oftalmie (infiammazioni) croniche.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Timo: con l’infuso caldo di foglie secche (5 – 10 g in 100 ml d’acqua bollente) effettuare fumenti indirizzati verso gli occhi. Sono utilissimi nei casi di congiuntiviti catarrali. Assumerne, inoltre, per via orale 2 – 3 cucchiai al dì.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com◊ Verbena: l’infuso di foglie e fiori (5 g in 1 tazza d’acqua bollente) mitiga il gonfiore degli occhi.

◊ Vite: la linfa della pianta che si ricava in primavera dal fusto, incidendolo, è efficace nella cura delle oftalmie.

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Per riposare meglio

Riposare bene, con un sonno che sia soddisfacente per quantità e qualità, è una condizione fondamentale ed indispensabile della nostra esistenza. Durante le ore di sonno l’organismo si rigenera e trova le energie per affrontare il nuovo giorno, mentre il cervello classifica e memorizza le informazioni ricevute durante la giornata. Per una vita attiva Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.come serena, dunque, bisogna essere pienamente riposati e ciò lo si percepisce se al risveglio si prova un senso di benessere e di soddisfazione. Al contrario se si riposa male i sintomi diurni sono stanchezza, sonnolenza e mancanza di concentrazione. E’ noto che la quantità di sonno dipende oltre che dall’età (in genere è inversamente proporzionale all’età) e dal sesso (le donne dormono meno degli uomini), da fattori strettamente personali, per cui le ore di sonno da considerarsi sufficienti non sono le stesse da individuo a individuo ma possono variare sensibilmente. Anche la qualità del sonno svolge un ruolo fondamentale, su cui incide in maniera determinate il numero di risvegli notturni che rende il riposo insufficiente anche se si è dormito un numero di ore ritenuto normale.

L’insonnia purtroppo è un problema che affligge molte persone (si calcola che in Italia ne soffre circa il 20% della popolazione), le cui cause possono essere le più svariate e nei soggetti sani sono ascrivibili ad uno stile di vita errato oppure a situazioni di nevrosi e di stress, che è opportuno cercare di rimuovere.

I rimedi che la nonna qui consiglia danno un valido contributo per conciliare il sonno e riposare meglio.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”. 

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□ Arancio: preparare un infuso con 2 g di foglie d’arancio per 150 ml di acqua bollente. Si possono aggiungere anche fiori di tiglio o di camomilla. Bere l’infuso caldo la sera, prima di andare a letto. Quest’infuso è utile anche nei casi di crisi nervose. Ottimo altresì per aiutare la digestione lenta e difficile.

 

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□ Basilico e Camomilla: mettere a macerare per 5 giorni, 50 g di fiori e foglie di basilico e 50 g di fiori di camomilla, in 1 litro di vino liquoroso, filtrare spremendo il residuo e berne 1 – 2 bicchierini al dì per 20 giorni. Combatte l’insonnia e gli stati di agitazione.

 

 

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□ Biancospino: per le persone un po’ ansiose che la sera non riescono a prendere sonno perché avvertono le palpitazioni cardiache, si rivela efficace l’infuso così preparato: versare un cucchiaio raso di fiori essiccati di biancospino in una tazza di acqua bollente; lasciare in infusione 15 min; filtrare, spremendo bene il residuo; dolcificare a piacere con miele. Bere 3 tazze al giorno, di cui l’ultima la sera prima di andare a letto.

 

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□ Lattuga: cuocere un ceppo o piede di lattuga in 1 litro d’acqua e bere il decotto ancora caldo prima di coricarsi.

 

  

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□ Lavanda: è una pianta che ha spiccate proprietà rilassanti. Si possono usare i suoi fiori, freschi o anche secchi, per profumare e disinfettare l’ambiente in cui si riposa o l’acqua per bagni caldi. Vanno bene anche l’olio essenziale o l’acqua di colonia.

 

 

 

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□ Lichene d’Islanda: il decotto con la parte aerea della pianta (10 – 20 g in 1 litro d’acqua, far bollire 1 h, fare intiepidire 10 min, filtrare e aggiungere zucchero o meglio miele a piacere), assunto alla dose di 3 – 5 cucchiai al dì prima dei pasti, è utile per la dispepsia e per i disturbi intestinali di origine nervosa, compresa la diarrea. Funziona anche come blando sedativo e quindi, assunto il pomeriggio-sera, può essere utilizzato nelle forme leggere d’insonnia. Inoltre risulta utile anche nelle manifestazioni spasmodiche delle vie respiratorie, come tosse stizzosa e asma.

 

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□ Melissa: prepararne un decotto con 20 g di fiori e foglie in 1 litro d’acqua, dolcificato con miele; berne mezza tazza prima dei pasti principali.

 

 

  

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□ Passiflora: l’infuso, lo sciroppo o l’estratto alcolico delle parti aeree di tale pianta hanno proprietà sedative del sistema nervoso, tranquillanti, antispasmodiche, ansiolitiche, curative dell’insonnia e dell’isterismo.

 

  

 

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□ Salice bianco: le foglie o i fiori (amenti) del salice bianco svolgono un’azione antispasmodica e calmante generale. Si prepara l’infuso versando in una tazza d’acqua bollente un cucchiaio di amenti essiccati, si lascia in infusione 10 min prima di filtrare. Si beve la sera prima di coricarsi come calmante del sistema nervoso e contro l’insonnia. Utile anche per combattere i disturbi legati al ciclo mestruale.

 

 

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□ Solidago (o Verga d’oro): prepararne il decotto con 10 g di sommità fiorite e foglie in 250 ml d’acqua e berne ½ tazza prima di andare a dormire. Per un effetto migliore aggiungere al decotto 2 g di bacche di ginepro.

 

 

  

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□ Tiglio: l’infuso di tiglio (5 – 10 g di fiori in 200 ml d’acqua bollente), al quale si può aggiungere succo di limone e alcune foglie di arancio per migliorarne l’aroma e aumentarne l’efficacia, è un ottimo calmante e un blando sudorifero in caso di febbre. Da bere più volte al dì. Nei casi di eccessivo nervosismo si può preparare un bagno calmante aggiungendo una discreta quantità di infuso di foglie e fiori di tale pianta.

 

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□ Valeriana: prepararne un infuso con 3 g di radici in 200 ml di acqua bollente, da assumere più volte al giorno ma preferibilmente la sera per prendere sonno. Per rendere più gradevole il sapore si può aggiungere menta o anice. Non superare le 3 – 4 settimane di somministrazione. Ideale è l’alternanza con la melissa.

  

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□ Veronica: bere ogni sera una tazzina di infuso di veronica preparato con 5 g di fiori e foglie in 200 ml d’acqua.

 

  

 

□ Per rinforzare il sistema nervoso, è ottimo l’infuso preparato con valeriana, menta piperita, foglie di arancio, in parti uguali finemente sminuzzate, cui si aggiungono alcuni fiori di tiglio e camomilla; lasciare in infusione nell’acqua bollente al buio per circa 8 ore; assumere una tazza la mattina e la sera.

□ Per allontanare il mal di testa dovuto a cattiva digestione, che specie di sera rende problematico il sonno, si rivela utile un infuso con il mix delle seguenti piante: 4 g di fiori di tiglio, 4 g di fiori di camomilla, 4 g di foglie di melissa, 4 g di foglie di arancio, in 1 litro di acqua bollente; lasciare in infusione 15 min; filtrare, spremendo il residuo; dolcificare a piacere.

□ Camomilla (fiori), Ginepro (bacche), Iperico (fiori e foglie),  Achillea (tutta la pianta), Origano (foglie), Pratolina o Margheritina (fiori e foglie), Rosmarino (foglie), Timo (fiori e foglie), Vischio (rami e foglie): gli infusi e i decotti di tali piante, dolcificati a piacere con zucchero o miele, sono tutti rilassanti.

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Per solo donne

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.comI rimedi naturali, tutti di origine vegetale, che la nonna qui propone sono particolarmente utili per dare risposta a disfunzioni, malesseri e problematiche che riguardano solo le donne.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”. 

 

Contro l’amenorrea

Con il termine amenorrea si identifica la mancanza di mestruazioni. Si parla di “amenorrea primaria” se interessa ragazze che, pur avendo superato l’età della pubertà, non hanno ancora avuto la prima mestruazione (menarca). Si parla invece di “amenorrea secondaria” se riguarda donne che, pur avendo avuto una funzione mestruale regolare, hanno un ritardo delle mestruazioni che si protrae per almeno 3 mesi. Le cause in genere sono patologiche e vanno sempre indagate. E’ possibile però che l’amenorrea sia anche la conseguenza di gravi traumi psichici.

 I rimedi della nonna per combattere tale disturbo sono:

 Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Assenzio selvatico (o Erba di S. Giovani o Canapaccio o Artemisia vulgaris): preparare un infuso con 30 g di foglie giovani e di fiori, entrambi sminuzzati, in 1 litro di acqua bollente, lasciare in infusione 30 min, filtrare avendo cura di spremere bene il residuo, dolcificare. Bere alla dose di 2 – 4 bicchieri al dì, iniziando la cura una settimana prima della data presunta del ciclo mestruale.

 

 

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Cappero: preparare un decotto con 5 g di parti dell’intera pianta sminuzzate in una tazza di acqua, bollire per 10 min, filtrare comprimendo la parte solida. Bere alla dose di una tazza la sera prima di andare a letto.

 

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Chelidonia maggiore (o Chelidonium majus): succo fresco della pianta in un decotto di fiocchi d’avena stimola la secrezione delle ghiandole in generale. Assumere alla dose di una tazza la sera, dopo cena.

 

 

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Ginepro: preparare l’infuso con 15 – 20 bacche schiacciate in una tazza di acqua bollente, lasciare in infusione per 15 min, filtrare comprimendo bene la parte solida, dolcificare a piacere con zucchero o miele. Assumere tutte le sere una tazza prima di andare a letto, nel periodo che precede la presumibile comparsa del ciclo mestruale.

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Origano: preparare l’infuso con 10 g di foglie e fiori entrambi sminuzzati in 200 ml di acqua bollente, lasciare in infusione 10 – 15 min, filtrare spremendo bene il residuo. Bere alla dose di 1 tazza 3 volte al dì.

 

 

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Poligala: preparare il decotto con 5 g di radice sminuzzata in 200 ml di acqua, far bollire per 10 – 15 min, filtrare comprimendo la parte solida. Assumere alla dose di 2 cucchiai da minestra 3 volte al dì.

 

 

 

 

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□  Salvia: preparare l’infuso con 4 g di foglie sminuzzate in 100 ml di acqua bollente, lasciare in infusione 15 min, filtrare spremendo bene il residuo. Assumere alla dose di 1 tazza 3 volte al dì.

 

 

Contro la dismenorrea

Con il termine dismenorrea si indicano le mestruazioni dolorose. E’ un disturbo che, nella sua forma più comune detta “primaria”, non associata cioè ad alcuna patologia della sfera ginecologica, affligge circa il 50% delle giovani donne. I dolori, dovuti a violente contrazioni dell’utero, compaiono all’inizio delle mestruazioni o alcune ore prima ed interessano il basso ventre, talvolta anche la schiena e la parte alta delle cosce. Possono presentarsi nausea, vomito, diarrea, mal di testa, vertigini, astenia.

I rimedi della nonna sono: 

□ Arancio (foglie e buccia), Camomilla (fiori), Ginepro (bacche), Iperico (fiori e foglie), Melissa (fiori e foglie), Achillea (tutta la pianta), Origano (foglie), Pratolina o Margheritina (fiori e foglie), Rosmarino (foglie), Timo (fiori e foglie), Vischio (rami e foglie): gli infusi e i decotti di tali piante, dolcificati a piacere con zucchero o miele, sono calmanti del dolore e rilassanti.

□ Achillea, Camomilla, Fumaria, Ginepro e Rusco (o Pungitopo): utilissimo è il decotto preparato con un mix di tali piante (50 g di estremità fiorite di achillea, 50 g di fiori di camomilla, 50 g di parti aeree di fumaria, 50 g di bacche di ginepro, 50 g di rizoma di rusco) in 1 litro d’acqua, bollire 2 min, lasciar riposare 10 min, filtrare spremendo bene il residuo e berne 2 tazze al dì, mattino e sera, nei 14 giorni antecedenti la presunta data delle mestruazioni.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Alchemilla (o Erba stella o Erba ventaglia): la pianta possiede molteplici virtù, ha proprietà astringente, antisettica, antinfiammatoria, antispasmodica, antiemorragica, cicatrizzante, diuretica e depurativa. Si utilizzano le foglie o le parti aeree. L’infuso (2 – 4 g di foglie essiccate in una tazza d’acqua bollente), di cui se ne bevono fino a 3 tazze al dì lontano dai pasti, è indicato nei casi di dismenorrea, ipermenorrea, emicrania, dolori reumatici, febbre, forme lievi di diarrea e di coliti con tendenza diarroica, Il decotto (1 g di parti aree essiccate in una tazza d’acqua) può essere utilizzato per fare sciacqui o gargarismi nei casi di infiammazioni del cavo orale (gengiviti, tonsilliti, faringite, raucedine) oppure per fare impacchi allo scopo di frenare emorragie, detergere ferite, donare elasticità alla pelle e combattere le smagliature. La pomata di alchemilla, per uso esterno, può servire per calmare le irritazioni degli organi genitali femminili.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Amamelide (o Hamamelis virginiana): ha proprietà antinfiammatorie, antisettiche, astringenti, antiemorragiche, antispasmodiche, cicatrizzanti, vasocostrittrici, lenitive ed è indicata proprio nei casi dismenorrea. Se ne prepara l’infuso di foglie (2 – 3 g in 150 ml d’acqua bollente), da assumere 2 – 3 volte al dì lontano dai pasti.

 

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Salice bianco: le foglie o i fiori (amenti) svolgono un’azione antispasmodica e calmante generale. Si prepara l’infuso versando in una tazza d’acqua bollente un cucchiaio di amenti essiccati, si lascia in infusione 10 min prima di filtrare. Si beve la sera prima di coricarsi come calmante del sistema nervoso e contro l’insonnia. Utile anche per combattere i disturbi legati al ciclo mestruale.

 

Contro l’ipermenorrea

Con il termine ipermenorrea si indica un ciclo mestruale caratterizzato da un flusso eccessivamente abbondante. Si tratta di un disturbo abbastanza diffuso che interessa almeno il 20% delle donne italiane Le cause sono di solito disfunzionali o, con minore frequenza, organiche e vanno sempre indagate. La persistenza può portare a seri problemi di anemia. L’ipermenorrea comprende tre condizioni legate all’aumento di perdite ematiche: menorragia (mestruazioni lunghe), menometrorragia (mestruazioni lunghe combinate con perdite intermestruali), metrorragia (perdite intermestruali).

I rimedi che la nonna consiglia sono:

 □ Alchemilla: nei casi di ipermenorrea si utilizza l’infuso (5g di foglie essiccate in una tazza d’acqua bollente), da assumere alla dose di 3 tazze al dì lontano dai pasti.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Borsa del pastore (o Capsella bursa pastoris): si dimostra particolarmente utile un vino con tale pianta. In 1 litro di vino bianco si mettono a macerare, per 8 giorni, 180 g di pianta fresca (tutte le parti tranne le radici) minutamente tagliuzzate. Se ne assume 1 cucchiaio ogni ora, per poi allungare i tempi sulla base dei risultati ottenuti. Questo rimedio era molto usato nelle comunità contadine.

 

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Equiseto: va bene un decotto (70 g di rami sterili secchi in 500 ml d’acqua) da assumere un po’ per volta, dapprima una tazzina da caffè e successivamente 1 cucchiaio ogni 1 – 2 ore.

 

 

 

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Ortica: il decotto di tale pianta (5 – 10 g di foglie in 200 ml d’acqua) è un ottimo emostatico particolarmente indicato nei casi di mestrui abbondanti. Se ne prende 1 cucchiaio ogni ora o ogni mezz’ora o anche più spesso secondo necessità, allungando poi i tempi di somministrazione in base all’effetto ottenuto.

 

 

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□ Piantaggine: decotto (5 g di tutta la pianta secca in 200 ml d’acqua) da assumere alla dose di 3 tazze al giorno.

 

 

 

 

 

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□ Quercia: decotto (30 g di corteccia di giovani rami in 250 ml d’acqua). Poiché è amaro si può aggiungere zucchero, o vino aromatico, o acqua di menta. Se ne assume 1 cucchiaio ogni 5 – 10 – 15 min nella fase iniziale e poi, ai primi miglioramenti, si allungano i tempi. Si continua alla dose di 3 – 4 cucchiai al dì.

 

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Rovo (o Rubus fruticosus): decotto (30 g di foglie fresche o 10 – 15 g di foglie secche in 500 ml d’acqua). Se ne assumono 3 – 4 tazzine al dì. Può essere dolcificato con miele rosato.

 

 

 

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Tormentilla (o Potentilla): decotto (15 – 30 g di radice in 1 l d’acqua, da bollire 30 min). Se ne assume 1 cucchiaio ogni 20 min, poi ogni ora e così via.

 

 

 

 

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Vischio: decotto (30 g di foglie e giovani rami in 1 litro d’acqua). Se ne assume una tazzina più volte al dì. Si può preparare anche un infuso aggiungendo, in parti uguali, foglie secche di equiseto (3 g di foglie di vischio + 3 g di foglie di equiseto, essiccate e ridotte in polvere, in 250 ml d’acqua bollente), oppure 1 o 2 pizzichi di polvere di ortica. Si beve a sorsi nell’arco della giornata.

 

 

Un beneficio per le mammelle

□ Fieno greco (o Trigonella foenum graecum): per gli indurimenti delle mammelle si rivelano molto efficaci i cataplasmi di farina di fieno greco. Si preparano nel modo seguente: si fa bollire una certa quantità di farina del seme di fieno greco in aceto e miele, mescolando continuamente, finché non si forma una pasta omogenea di consistenza simile alla polenta. Si filtra con una garza e si rimette a cuocere, però con solo miele. Si pone quindi la pasta fra più strati di tessuto ripiegato, si lascia leggermente raffreddare e si applica, ancora calda, sulle parti doloranti. Se occorre, si possono ripetere i cataplasmi più volte.

 

□ Crusca + Ruta: un decotto preparato con crusca di frumento e foglie di ruta (1 cucchiaio di crusca + 0,5 – 1 g di polvere di ruta, in 300 ml d’acqua), assunto secondo necessità, aiuta a risolvere le infiammazioni delle mammelle che si manifestano dopo il parto.

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Addio mal di testa

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.comIl dolore è un’esperienza sensazionale ed emozionale sgradevole associata a un danno dell’organismo in atto o potenziale. Il dolore indica che qualcosa sta funzionando male ed è quindi un segnale per il cervello affinché questo possa dare luogo ai comportamenti adeguati per cercare di neutralizzarlo, tentando di ripristinare l’integrità fisica, oppure diventa il sintomo da interpretare correttamente per giungere ad una diagnosi e stabilire la terapia. Però se persiste procura sofferenza e diventa esso stesso causa di problemi organici e psichici.

Il mal di testa, che è un sintomo e non una malattia, è un disturbo comune, relativamente frequente, di varia origine. Ad esempio può essere di origine vascolare, causato da tensione muscolare, dovuto a situazioni di stress, od altro.

Se il dolore è totale si parlerà di cefalea, se invece è localizzato in metà testa, colpendo generalmente il lobo frontale, temporale o orbitale del cranio, si parlerà di emicrania, che è la manifestazione dolorosa più frequente.

I rimedi della nonna qui riportati consentono di combattere in modo del tutto naturale il dolore di testa.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Alchemilla (o Erba stella o Erba ventaglia): la pianta possiede molteplici virtù, ha proprietà astringente, antisettica, antinfiammatoria, antispasmodica, antiemorragica, cicatrizzante, diuretica e depurativa. Si utilizzano le foglie o le parti aeree. L’infuso (2 – 4 g di foglie essiccate in una tazza d’acqua bollente), di cui se ne bevono fino a 3 tazze al dì lontano dai pasti, è indicato nei casi di dismenorrea, ipermenorrea, emicrania, dolori reumatici, febbre, forme lievi di diarrea e di coliti con tendenza diarroica, Il decotto (1 g di parti aree essiccate in una tazza d’acqua) può essere utilizzato per fare sciacqui o gargarismi nei casi di infiammazioni del cavo orale (gengiviti, tonsilliti, faringite, raucedine) oppure per fare impacchi allo scopo di frenare emorragie, detergere ferite, donare elasticità alla pelle e combattere le smagliature. La pomata di alchemilla, per uso esterno, può servire per calmare le irritazioni degli organi genitali femminili.

Camomilla□ Camomilla (o Matricaria Chamomilla): sono ben note le proprietà calmanti e rilassanti dei fiori di camomilla. Se ne assume l’infuso, 3 volte al giorno, in una tazza d’acqua bollente.

 

 

 

 

Cardo-santo□ Cardo santo: contro l’emicrania  si dimostra utile l’infuso fatto con 5 g di fiori e foglie in 200 ml d’acqua bollente. E’ consigliabile non superare l’assunzione di 3 – 4 tazze al dì, in quanto il principio amaro contenuto (cnicina) ad alte dosi può causare conati di vomito. La pianta del cardo santo fu portata dall’India verso la metà del 1400 e donata a Federico III, imperatore del Sacro Romano Impero, che la utilizzò per liberarsi da una continua emicrania di cui soffriva e per questo la pianta fu chiamata “santa” o “benedetta”.

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□ Carota, Spinaci e Tarassaco: per prevenire e combattere il mal di testa è utile bere prima dei pasti una miscela di succo di carota (60%), di spinaci (20%) e di tarassaco (20%).

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Lavanda: i fiori di lavanda sono sedativi e antispasmodici per cui per calmare il mal di testa se ne può assumere l’infuso (6 – 8 g di fiori secchi in una tazza d’acqua bollente).

□ Limone o Cipolla: applicare la scorza più superficiale del limone, tagliata in dischi, sulle guance, sulle tempie e dietro le orecchie. Va bene anche applicare sulla fronte e sulle tempie alcune fette di cipolla. Si hanno sempre buoni risultati.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Maggiorana (o Origanum majorana): la pianta ha proprietà antispasmodiche, antisettiche, sedative, digestive ed espettoranti. Nei casi di mal di testa, nevralgie, dolori addominali, raffreddore, tosse e per aiutare la digestione si può assumere l’infuso di foglie fresche (8 – 10 g in una tazza d’acqua bollente).

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Melissa: l’infuso di fiori e foglie di tale pianta (un cucchiaino di foglie e fiori secchi in una tazza d’acqua bollente), che ha un gradevole aroma di limone, ha proprietà sedative e carminative ed è pertanto consigliato nei casi di mal di testa, insonnia, crampi mestruali, ma anche per migliorare la traspirazione ed abbassare la febbre.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Menta piperita: le foglie di menta piperita applicate sulla fronte e sulle tempie sono un efficace sollievo contro il mal di testa. Risulta altresì utile massaggiare in senso rotatorio le tempie con olio alla menta. L’olio si può preparare in casa mettendo le foglie di menta fresca in olio extravergine di oliva, nella quantità di 2-3 foglie per ogni cucchiaio d’olio, e scaldando il tutto a bagnomaria per circa mezz’ora.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Passiflora: la pianta è nota come sedativo naturale e per questo è particolarmente utile per combattere ogni tipo di emicrania, specie quella da stress. Si assume l’infuso (un cucchiaino di fiori in una tazza d’acqua bollente), secondo necessità.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Prezzemolo: per combattere il mal di testa si possono bere al mattino, a digiuno, due cucchiaini di succo di prezzemolo, oppure si possono applicare sulla fronte le foglie fresche pestate.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Rosmarino: la pianta possiede svariate proprietà, infatti è  antisettica, balsamica, diuretica, stimolante, aperitiva, digestiva. Contro il mal di testa, soprattutto se conseguente ad un’abbuffata, risulta efficace l’infuso di foglie e fiori di rosmarino (un cucchiaino in una tazza di acqua bollente), da assumere ben caldo e concedendosi una mezz’oretta di riposo.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Ruta (o Ruta graveolens): massaggiare in senso rotatorio con olio di ruta la parte dolente della testa. La preparazione casalinga dell’olio è simile a quella riportata per la menta piperita.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Salice bianco: è un ottimo sostituto naturale dell’aspirina per il contenuto di acido acetil-salicilico, che non ha effetti collaterali. Il salice è una pianta con proprietà antinfiammatorie, antipiretiche, analgesiche, antispasmodiche, antireumatiche. Per alleviare il mal di testa si beve l’infuso di amenti (le infiorescenze) essiccati.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Tiglio: specifico per l’emicrania è l’infuso di fiori di tiglio (5 – 10 g in una tazza d’acqua bollente).

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Timo: applicando sulla fronte alcune foglie fresche di timo si elimina il mal di testa.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Uva: mangiare un grappolo di uva matura o bere il succo d’uva, apporta sollievo al mal di testa o all’emicrania.

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Verbena: l’infuso con le foglie (5 g in una tazza d’acqua bollente) da bere secondo necessità è un valido rimedio per ogni tipo di dolore (mal di testa, nevralgia del trigemino, lombaggini, ecc.). Vanno bene anche gli impacchi dell’infuso sulle parti dolenti.

□ Per il mal di testa dovuto a cattiva digestione si rivela utile un infuso con il mix delle seguenti piante: 4 g di fiori di tiglio, 4 g di fiori di camomilla, 4 g di foglie di melissa, 4 g di foglie di arancio, in 1 litro di acqua bollente; lasciare in infusione 15 min; filtrare, spremendo il residuo; dolcificare a piacere. Vanno bene anche gli infusi a base di anice, menta e verbena, chestimolando la secrezione dei succhi gastrici, facilitano la digestione.

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Ok con depurativi e diuretici

I rimedi depurativi sono quelli che hanno un’azione cosiddetta disintossicante, cioè sono in grado di aiutare l’organismo ad eliminare le tossine ed a sostenere fegato e reni in maniera del tutto naturale. Le sostanze tossiche sono inevitabilmente presenti nel nostro organismo perché prodotte dai processi metabolici (le cosiddette tossine endogene) e dai processi digestivi, per la qualità dei cibi che mangiamo e dell’acqua che beviamo, nonché introdotte dall’aria che Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.comrespiriamo e dai farmaci che assumiamo (le cosiddette tossine esogene). Di norma l’organismo è in grado di eliminare spontaneamente le tossine attraverso gli emuntori fisiologici (fegato, reni, pelle, polmoni, intestino, ecc.). Esistono però delle situazioni in cui tale eliminazione non risulta sufficiente e questo comporta un accumulo nel sangue di queste sostanze tossiche (tossiemia o tossinemia) che, alterando la funzionalità di cellule e di svariati organi, compromette il nostro stato di benessere. I principali alleati dell’accumulo di tossine sono un’alimentazione particolarmente ricca di grassi che provoca una maggiore produzione di scorie tossiche ed una vita sedentaria che, rallentando il transito intestinale e riducendo la sudorazione, ostacola la naturale eliminazione delle tossine.

I rimedi diuretici sono quelli che favoriscono la diuresi, cioè che aumentano la produzione di urina, combattendo pertanto il fenomeno della “ritenzione idrica” (idropisia), caratterizzato da eccesso di liquidi nelle cavità sierose e nel tessuto sottocutaneo. Tale fenomeno è molto diffuso nella popolazione, specie in quella femminile, interessando il 30% circa delle donne italiane. Il ristagno dei liquidi si verifica maggiormente nelle zone del corpo più predisposte all’accumulo di grassi, come addome, cosce, glutei e si manifesta con la formazione di edemi, cioè con il gonfiore dei tessuti. Insieme a questi liquidi ristagnano anche numerose tossine. Spesso la ritenzione idrica, quando non dovuta a cause patologiche, è il risultato di uno stile di vita scorretto. Sono ad esempio cause predisponenti il fumo, il consumo eccessivo di alcool, l’abuso di farmaci e caffè, il sovrappeso, i cibi troppo salati, il bere poca acqua, la scarsa attività fisica, gli abiti stretti, i tacchi troppo alti, lo stare a lungo in piedi senza muoversi, ecc. Ovviamente notevoli benefici si possono ottenere correggendo tali comportamenti sbagliati e cambiando le proprie abitudini.

Un valido aiuto arriva anche dalla natura. I rimedi della nonna qui riportati sono insieme depurativi e diuretici, svolgendo in modo efficace e naturale entrambe le funzioni, che di solito si trovano associate nello stesso rimedio.

E’ il caso di sottolineare che in generale i diuretici vanno assunti con cautela e moderazione, considerata la loro ripercussione sul bilancio idrico dell’organismo.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

 

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□ Bardana (o Lappa): lo sciroppo fatto con tale pianta è un ottimo depurativo e diuretico. Si prepara facendo bollire a fuoco lento 150 g di radice fresca per mezz’ora in 1 litro d’acqua insieme a 1 kg di zucchero. Si lascia raffreddare, si filtra e si travasa in contenitori muniti di coperchio. Si conserva in luogo fresco ed al riparo dalla luce. Se ne bevono 30 – 100 ml al dì.

  

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□ Borragine (o Consolida): l’infuso (da 30 a 100 g di radice in 1 litro d’acqua bollente per 2 ore), assunto alla dose di 1 cucchiaio 3 – 4 volte al dì, è un ottimo depurativo per il sangue, fegato, reni, vescica.

  

 

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.comVediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Capelvenere + Scolopendrio: ottimo per le affezioni delle vie respiratorie, come espettorante e coadiuvante per la tosse, nonché come depurativo per fegato e milza, è il decotto delle due piante (4 g di foglie secche dell’una e 4 g dell’altra in 250 ml d’acqua); assumerne 1 tazza al mattino e 1 tazza la sera.

 

 

 

 

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□ Cardo santo: l’infuso o il decotto delle foglie (3 – 4 g in 150 – 200 ml d’acqua), di cui si beve una tazza la mattina ed un’altra la sera, ha azione tonica e diuretica. E’ consigliabile non superare le 3 – 4 tazze al dì, in quanto il principio amaro contenuto (cnicina) ad alte dosi può causare conati di vomito.

 

 

 

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Cipolla: tritare una cipolla e metterla a macerare per 10 gg. in altrettanta quantità di alcool, filtrare avendo cura di spremere bene la parte ancora solida. Assumere il preparato alla dose di 10 gocce in un poco d’acqua, 3 volte al dì. E’ un efficacissimo diuretico e depurativo. Lo stesso risultato si ottiene lasciando macerare la cipolla tritata in 250 ml di vino bianco per 5 – 6 giorni e bevendone il liquido, dopo filtrazione e spremitura, alla dose di 1 bicchierino la mattina a digiuno negli ultimi 3 giorni di luna calante (ultimo quarto). Anche della cipolla e del rosmarino cotti in metà acqua e metà vino diventano un rimedio molto efficace.

 

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□ Equiseto: è diuretico il decotto di giovani rami e foglie (4 g in 200 ml d’acqua), di cui berne una tazza al giorno ripartita in 2 – 3 volte. Ha anche un’azione speciale sull’acido urico, che elimina rendendo le urine rossastre.

 

 

 

 

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Fave: si prendono i gusci dei baccelli delle fave fresche, si essiccano nel forno e si riducono in polvere. Mettere 1 – 2 g di questa polvere in 1 bicchiere di vino bianco e lasciare in infusione tutta la notte. L’indomani filtrare e prendere tutte le mattine, a digiuno, per più giorni 1 cucchiaio di tale sciroppo. Contro la renella è utile anche l’infuso dei fiori di fava nell’acqua o nel vino.

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Fragole: altrettanto valido è l’infuso preparato mettendo in una tazza di acqua bollente un cucchiaio di foglie di fragola tagliuzzate (6 – 8 grammi); lasciare in infusione per 15 min, filtrare e zuccherare preferibilmente con un cucchiaio di miele. Si può aggiungere un po’ di Asperula odorata (pianta erbacea perenne tipica del sottobosco) e un po’ di Salvia. Si assume in abbondanza, più volte al dì.

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Ginestra: preparare l’infuso con 25 g di fiori ancora in bocciolo in 1 litro di acqua bollente, lasciare in infusione 30 min, filtrare comprimendo la parte solida. Bere alla dose di 2 – 4 bicchieri al dì a piccole dosi per volta. E’ diuretico e tonico. Si utilizzano i fiori in bocciolo poiché quelli schiusi possono provocare disturbi gastrici. Per un rimedio ancora più efficace procedere come segue: assumere 1 cucchiaio di semi di senape mattino e sera, subito dopo bere 1 tazza di decotto di sommità verdi di ginestra; oppure assumere ogni 2 giorni polvere di semi di ginestra alla dose di 120 g in 200 ml di vino bianco, mitigando l’effetto un po’ irritante, con dell’olio di oliva.

 

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□ Mais (o granturco): le barbe del granturco sono un potente diuretico e si utilizzano in tutti i casi in cui è necessario promuovere abbondante diuresi, cioè nei casi di idropisia (ritenzione idrica), cistite, renella, ecc. Sotto la loro azione l’urina aumenta del triplo o del quadruplo. Il decotto si prepara con 30 – 50 g di barbe essiccate per 1 litro d’acqua. Se ne assume un bicchiere la mattina a digiuno e uno la sera prima di cena.

 

 

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□ Noce: è depurativo e diuretico il decotto preparato con le foglie di noce (20 g se fresche e 30 g se secche) in 1 litro di acqua, da far bollire per 10 – 15 min, lasciar raffreddare, filtrare ed aggiungere zucchero o miele. Assumere 2 – 3 tazze al dì.

 

 

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□ Ononide: il decotto di radici, fiori e foglie (8 g in 250 ml d’acqua), da assumere alla dose di 1 tazza 3 volte al dì, è un diuretico che aiuta anche nei casi di calcolosi.

 

 

 

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Ortica: i teneri germogli e le foglie si possono consumare da soli o uniti agli spinaci, alle minestre, alle frittate. Si può inoltre usare in decotto (30 g di foglie di ortica in 1,5 l di acqua, da ridurre con l’ebollizione ai 2/3), che va consumato tutti i giorni, per un periodo più o meno lungo. E’ ottimo come depurativo dello stomaco, dell’intestino, dei reni, dei polmoni che vengono liberati dal catarro. Diventa diuretico se si usano le radici ed i fiori.

 

 

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□ Piantaggine: decotto delle foglie (5 g in 200 ml di acqua) da berne 1 tazza 3 volte al dì. E’ utile anche nei casi di calcolosi. Se si dispone delle foglie fresche, assumerne il succo in piccolissime quantità.

 

 

 

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□ Prugne: le prugne fresche o secche sono depurative e diuretiche.

 

 

 

 

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□ Ravanello: la buccia o la scorza della radice di ravanello (la parte rossa) aiuta ad espellere i calcoli urinari anche perché diuretica. Si prepara uno sciroppo tagliando di lungo alcune radici e ponendole in un recipiente di ceramica, a strati sovrapposti, ricoprendo ogni strato con zucchero. Si lascia il recipiente coperto a riposare finché non si è formato lo sciroppo. Di questo se ne prendono 2 cucchiai al dì, 2 – 3 ore prima dei pasti.

 

 

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□ Rosa canina: i ricettacoli dei fiori quando sono maturi e quindi di colore rosso (a fine autunno), privati del frutto interno e dei peli, essiccati possibilmente al forno e poi macinati, sono utili per preparare un infuso (1 cucchiaio di polvere in 1 tazza d’acqua bollente). Molto efficace nei casi di calcolosi e di renella.

 

 

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□ Rosmarino: preparare un vino al rosmarino ponendo alcuni rami freschi o secchi, tagliati a pezzi, in una bottiglia piena di vino bianco. Chiudere ermeticamente e lasciare macerare per 2 giorni. Assumere alla dose di 2 bicchierini al dì, ovverossia 7 – 8 cucchiai 2 volte al dì. Cura l’idropisia (eccesso di liquido nelle cavità sierose del corpo, solitamente in quella peritoneale).

 

 

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□ Rusco (o Pungitopo): il decotto di foglie e radici (3 g in 150 ml di acqua) è un ottimo diuretico, utile anche nei casi di calcolosi renali, renella, coliche renali.

 

 

 

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□ Saponaria: in decotto (30 – 60 g di foglie e fusto in 1 litro d’acqua) edulcorato con miele o zucchero, da bere a più riprese in un giorno per 6 – 8 gg. E’ depurativo e diuretico.

 

 

 

 

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□ Sedano: diuretico e sudorifero. E’ utile mangiare le foglie o bere il decotto (20 – 30 g di foglie in 1 litro di acqua) nei casi di idropisia, gotta, ecc.

 

 

 

 

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□ Solidago (o Verga d’oro): il decotto di foglie e sommità fiorite (10 g in 1 tazza d’acqua), di cui berne 1 bicchiere tutte le mattine, è diuretico ed è utile nei casi di idropisia ed anche per eliminare calcoli e renella.

 

 

 

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Spirea ulmaria (detta anche Regina dei prati): i preparati con questa pianta sono un eccellente diuretico, perciò molto utili in caso di renella e portentosi nel trattamento dell’artrite acuta e della gotta. Si utilizza l’infuso e non il decotto in quanto con la bollitura si perdono gran parte delle proprietà curative dovute all’acido salicilico. L’infuso si prepara con 5 g di foglie e sommità fiorite in 250 ml d’acqua bollente; se ne beve 1/2 litro al giorno. In alternativa si può preparare uno sciroppo in questo modo: in un recipiente si mettono 200 g di foglie e sommità fiorite sminuzzate, su cui si versano 2 litri d’acqua portati quasi all’ebollizione (circa 90°C); si chiude con coperchio e si lascia in infusione 12 ore; si filtra spremendo bene il residuo; si dolcifica con zucchero in quantità doppia rispetto al peso del liquido e si mescola bene. Di questo sciroppo se ne prendono 100 – 200 ml al dì. Sia nell’infuso che nello sciroppo, per rendere il sapore più gradevole, si può aggiungere qualche foglia di menta.

 

Vediamoci chiaro - image  on https://rimediomeopatici.com□ Tarassaco (o Dente di leone): è un ottimo depurativo il decotto di radice e foglie (50 g in 1 litro d’acqua) da far bollire a lungo. Berne 2 – 3 tazze al dì. L’azione si migliora se si aggiungono cicoria, bardana, centaurea, saponaria. E’ utilissimo anche per le malattie eruttive della pelle. I fiori si consigliano contro le efelidi (macchie brune che compaiono in alcuni individui per accumulo di pigmento dopo esposizione al sole, soprattutto sul volto).

 

 

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□ Tormentilla (o Potentilla): il decotto della radice (4 g in 200 ml d’acqua, da bollire per 30 min), bevuto alla dose di 1 cucchiaio ogni 2 – 3 ore, è un ottimo depurativo del fegato. Poiché la pianta è ricca di tannini (polifenoli di sapore amaro e da spiccate proprietà astringenti, emostatiche, antinfiammatorie, antiossidanti, antimicrobiche), il preparato si dimostra molto utile anche per dolori al ventre, enteriti, diarree.

 

 

 

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□ Verbena: il decotto di foglie e radici (5 g in 200 ml d’acqua), di cui se ne assumono 2 cucchiai da minestra 3 volte al dì, è depurativo per fegato, milza e reni. Ottimo anche per l’eliminazione di calcoli e renella. Si può prendere anche la polvere di foglie e radici: 1 pizzico 2 volte al dì.

 

 

 

 

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□ Viola tricolore: come depurativo nei casi di malattie della pelle (eczema, impetigine, psoriasi, ecc.). Si usa sia in decotto (80 g di fusto e foglie, con e senza fiori, in 250 ml di acqua o latte) da assumere per 3 – 4 settimane, sia in infuso (2 – 4 g di fusto e foglie, con e senza fiori, in una tazza di latte bollente) addolcito con zucchero, da prendere la mattina. Sono utili inoltre, nei casi di crosta lattea, i cataplasmi da applicarsi localmente, ottenuti utilizzando la pianta pestata a poltiglia e mescolata con il latte.

 

 

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□ Vite: si fa bollire la cenere dei sarmenti di vite (residui della potatura), chiusa in un sacchetto, nel vino per circa mezz’ora. Si toglie poi il sacchetto, si fa riposare, si filtra e si assume alla dose di 2 – 3 bicchieri al giorno. E’ un diuretico efficace nei casi di idropisia e per l’eliminazione della renella.

 

Sono depurativi e digestivi i seguenti preparati, che esplicano anche un’attività coleretica e colagoga (cioè aiutano la secrezione biliare, stimolando, rispettivamente, il fegato e la colecisti):

□ Infuso con 10 g di menta piperita, 10 g di melissa, 10 g di agrimonia, 7 g di rabarbaro, 7 g di fragole e 20 g di chelidonia maggiore (o erba da porri), tutte triturate: si prende un cucchiaino di tale miscela e lo si versa in 200 ml di acqua, si lascia in infusione 10 min, si filtra spremendo bene il residuo. Se ne beve una tazzina la mattina e un’altra la sera.

□ Decotto con le radici sminuzzate di polipodio (20 g), liquirizia (10 g) e angelica (5 g): far bollire il tutto in 250 ml di acqua per 15 min, lasciar riposare per un paio d’ore, filtrare comprimendo la parte solida e dolcificare con miele o zucchero. Assumere 1 cucchiaio da minestra 2 volte al dì, per un periodo più o meno lungo.

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