DESCRIZIONE DI MEZEREUM
Daphne mezereum, Mezereon, Uva nera (varietà di), Dafne è un arbusto cespuglioso sempreverde o deciduo, appartenente alla famiglia delle Thymelaeaceae. Vive in Europo, Siberia, Nord America. Allo stato selvatico cresce nei sottoboschi, nei terreni calcarei, e può raggiungere l’altezza di 1 m. Dafne m. può essere coltivata nei giardini. La pianta porta i nomi popolari di legno-grazioso, legno gentile e fior di stecco, a causa dei suoi fiori che spuntano prima delle foglie nei mesi tra febbraio e maggio. Sono fiori molto profumati somiglianti a quelli del lillà e nascono direttamente dal gambo legnoso. La fioritura è abbastanza precoce tra È il primo fiore di primavera, molto profumato, di odore soave. L’epiteto specifico (mezereum) deriva da una radice araba e significa “mortale”, in riferimento alla velenosità della pianta.
La pianta ha un fusto legnoso il cui colore è tra il grigio ed il rosa e le foglie lungo il fusto sono alternate e raggruppate a ciuffi specialmente alla sommità dei rami. La loro forma è lanceolata piuttosto allungata, in particolare le foglie inferiori sono ellittiche, mentre le superiori sono oblanceolato-spatolate. Le infiorescenze sono a gruppi di diversi fiori riuniti in grappoli o fascetti laterali; generalmente sono in gruppi di 3 all’ascella delle foglie, di colore che varia dal bianco al rosa.
Il frutto è una drupa con un solo seme, ha l’aspetto di una bacca rosso-corallo o ruggine scuro a superficie liscia ed è poggiata su un peduncolo. Le bacche pur essendo velenose sono mangiate dai tordi (uccelli) che evidentemente sono immuni dal veleno; in questo modo disperdono i semi della pianta con i loro escrementi.
In alcuni paesi asiatici la corteccia di alcune varietà di Dafne (Dafne papyracea) veniva fatta essiccare, immersa in acqua, fatta bollire, lavata, battuta e fatta nuovamente essiccare per produrre la tradizionale carta nepalese spessa, ma delicata. Questo tipo di carta è un antisettico ed era applicata su piccole ferite. La corteccia era assunta come decotto per abbassare la febbre, ma si utilizzava anche per produrre funi. Il succo proveniente dalla radice si riteneva curasse i problemi intestinali ed i suoi semi, tossici, per espellere le tenie.
La Dafne m. possiede bacche tossiche e purganti, oltre ad una corteccia velenosa.
Dafne o Daphne è un personaggio mitologico greco. Dafne, figlia del dio-fiume Peneo e della naiade Creusa, era una ninfa amante della propria libertà. La legenda narra che a causa della sua estrema bellezza Dafne attirò l’attenzione del dio Apollo che se ne innamorò, non ricambiato. Rifiutato l’amore divino ella cominciò a fuggire via lontano; Apollo la inseguì ma poco prima che la raggiungesse, la fanciulla supplicò i genitori di salvarla. Gli Dèi ascoltarono la preghiera ed ecco che, in un attimo, la giovinetta si trasformò in una pianta. Il dio Apollo, ormai impotente, decise di rendere questa pianta sempreverde.
Il rimedio omeopatico Mezereum si ottiene dalla Tintura della corteccia fresca raccolta proprio prima che la pianta fiorisca a febbraio e marzo.
La corteccia contiene una sostanza chiamata mezerina ed anche un glucoside che le conferiscono un sapore amaro e la capacità di provocare sternuti, oltre alle proprietà caustiche e vescicatorie. L’avvelenamento produce irritazione, aridità e bruciore dello stomaco e della gola con tosse secca e persistente; sete intensa; convulsione degli occhi e degli arti superiori; gonfiore e rossore delle labbra e della lingua; difficoltà di deglutizione; gonfiore e prurito intollerabile su tutto il corpo e in particolare alle palpebre, al naso e al cuoio capelluto; occlusione del naso con starnutazione violenta; dolori insopportabili alla fronte; emissione di urine brucianti; polso febbrile; stato di narcosi e morte.
CARATTERISTICHE
Mezereum è un rimedio ad azione locale. Come Rhus provoca, a contatto della pelle, un’eruzione bruciante e pruriginosa. Mezereum si differenzia da Rhus solo per il contenuto purulento delle vescicole.
Come Rhus è un idrogenoide molto aggravato dal tempo umido e freddo.
Organospocificità: Pelle, nervi periferici, mucose, ossa.
Principali indicazioni cliniche: Eczema; eritema; prurito; impetigine; herpes, pitiriasi versicolor; zona; nevralgia ciliare, facciale, dentaria; malattie delle ossa, periostite, osteite, osteoporosi; necrosi; croste con pus; ulcere e varicose; vaccinazione (cattivi effetti della); otorrea e problemi uditivi; cefalee, vertigini, sinusiti.
M. è un ottimo rimedio della pelle, un rimedio delle sinusiti e delle nevralgie facciali, un discreto rimedio dei reumatismi. Il rimedio ha un’azione elettiva anche sul periostio e sulle ossa.
Ma M. è anche un caustico per le mucose dove provoca infiammazioni violente simili a bruciature, con escoriazioni e ulcere. Il paziente può presentare infiammazioni o anche ulcere lungo tutto il tubo digerente; vescicole brucianti sulle guance e sulla lingua, lingua gonfia, spaccata o screpolata oppure ruvida e bruciante; bruciore alla gola con dolore e difficoltà alla deglutizione; bruciore e dolore dell’esofago; bruciore allo stomaco con possibile nausea e vomito, anche ematico; secchezza dell’intestino, crampi e diarrea irritante, prolasso rettale; corizza fluente con abbondanti starnuti, bruciore alla laringe; tosse secca e dolorosa; infiammazione cronica dell’orecchio; infiammazione degli occhi con rossore e grande secchezza; sensazione di bruciore all’uretra, al prepuzio, alla vagina con possibile leucorrea irritante, urina bruciante.
Il rimedio è al contempo neurotropo e dermotropo: questa è un’importante chiave del rimedio per il trattamento delle affezioni dovute a tossine o a infezioni virali che manifestano un’azione neurotropa e dermotropa (zona, della crosta lattea, delle eruzioni dovute ai cattivi effetti dei vaccini….)
Il soggetto è malinconico, triste, depresso, indeciso, inquieto, angosciato, ansioso, spossato.
Le eruzioni cutanee di M. sono vescicolose e tendono a formare croste massicce sotto le quali, spesso, c’è del pus denso e giallastro e possono ulcerarsi formando croste biancastre. Le eruzioni danno un prurito insopportabile che peggiora con il calore; grattarsi lo allevia però fa trasudare e sanguinare l’eruzione, poi il prurito ricompare in un altro punto. La caratteristica della trasudazione e del sanguinamento sotto la crosta risulta un sintomo-guida molto affidabile. Ma il rimedio è usato anche in assenza di eruzioni, per il prurito vagante. Le localizzazioni preferite sono il cuoio capelluto, il volto, il dorso della mano.
Le sinusiti di M. interessano essenzialmente i seni mascellari e si manifestano con dolori brucianti nel naso, a livello dell’osso malare.
Le nevralgie interessano il volto a livello dello zigomo e del trigemino. I dolori sono violenti e vanno dal viso ai denti fino alle orecchie. Il dolore peggiora mangiando, è aggravato dall’acqua fredda, la notte, al tatto, con il bagno; il calore migliora. Il rimedio è oltremodo utile per le nevralgie conseguenti la soppressione di un’eruzione cutanea e per i dolori post-erpetici.
I dolori reumatici di M. interessano soprattutto il collo e la nuca, la schiena e gli arti; sono aggravati dal movimento, dall’umidità e dal freddo, ma anche dal calore del letto.
I dolori ossei interessano maggiormente le ossa del volto e del naso in particolare, le ossa lunghe e in particolare la tibia, le ossa del cranio e i denti; sono aggravati dal calore del letto. M. è utilizzato nei casi di osteoporosi, di periostite e di osteite non suppurativa.
Le cefalee e le vertigini sono violente.
Il rimedio è oltremodo utile nei problemi uditivi sopraggiunti in seguito alla crosta lattea, contro la secchezza degli occhi e della bocca, contro gli effetti iatrogeni delle vaccinazioni.
Modalità: M. ha una grande ipersensibilità. Peggiora con il freddo ma anche con il forte caldo, con l’umidità, col movimento, mangiando. Migliora solo con il calore irradiato e coprendosi bene la testa.
Sulfur e Syphillinum sono suoi complementari.
USO omeopatico di MEZEREUM
Pelle: crosta lattea; herpes zoster; zona; eruzioni crostose, eruzioni croniche, impetigine, desquamazione, ulcere.
Mucose: secchezza e ulcere a livello di qualsiasi organo e apparato.
Ossa: Periostite, osteite, carie, osteoporosi
Dolori: brucianti
Nevralgie: facciali, mascellari, sotto-orbitali, ciliari, cefalea,
Apparato urogenitale: bruciore, leucorrea.
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(*) V. Note esplicative