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Petroleum

DESCRIZIONE di PETROLEUM

Petroleum è il nome latino del petrolio che si trova in giacimenti siti negli strati superiori della crosta terrestre. È l’olio nero ed è un’emulsione liquida di vari idrocarburi, in prevalenza alcani, cicloalcani e in quantità minore idrocarburi aromatici, e in misura minore di altre sostanze. Il petrolio greggio, cioè quello che viene estratto dai giacimenti prima di essere lavorato e trasformato, è un liquido viscoso di colore variabile dal giallo chiaro al marrone scuro o verdastro.

I petroli non sono tutti uguali ma variano a seconda del giacimento petrolifero da cui vengono estratti; si diversificano per la percentuale di idrocarburi in essi presenti, per i differenti rendimenti, per il contenuto in zolfo ed in metalli pesanti, e anche in funzione dell’acidità.

Gli antichi popoli conoscevano e utilizzavano il petrolio per produrre medicinali e per alimentare le lampade.

Gli studiosi spiegano l’origine della formazione del petrolio con la teoria biogena e con le teorie abiogene.

Secondo la teoria biogena il petrolio deriva dalla trasformazione di materiale biologico in decomposizione. Organismi vegetali e animali rimasti sepolti nel sottosuolo centinaia di migliaia di anni fa, sottoposti a pressione della zona sovrastante, a un aumento della temperatura e all’azione dei batteri anaerobi, hanno subito una trasformazione: la materia organica si è trasformata prima in cherogene, poi in metano e in petrolio.

Secondo una delle più accreditate teorie abiogene, significativi depositi di carbonio si sono formati al momento della formazione della Terra. Questi depositi ora conservati nel mantello terrestre superiore, trovandosi in condizioni di elevata temperatura e pressione, catalizzano la polimerizzazione di molecole di metano, fino a formare lunghe catene idrocarburiche.

Coloro che lavorano presso i giacimenti petroliferi e coloro che lavorano all’estrazione e alla raffinazione del petrolio presentano uno stato di intossicazione. L’intossicazione si traduce in malattie della cute e del tessuto sottocutaneo; cattiva nutrizione, anemia, dispepsia, problemi nervosi, irritabilità, insonnia, affezioni respiratorie.

L’inalazione dei vapori di petrolio provoca vertigini e nausea.

Petroleum
Petroleum

CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO

Il rimedio ha un’azione profonda sull’organismo. È uno degli antipsorici principali di Hahnemann, ed è strettamente imparentato con Graphithes. Petroleum è un grande rimedio della pelle.

Organospecificità: Sistema nervoso centrale e vegetativo, pelle, mucose, apparato gastrointestinale, apparato respiratorio.

Indicazioni cliniche: Eczemi, micosi, ragadi, fessure, psoriasi, forfora, blefarocongiuntivite, rinite atrofica. Gastroenterite cronica, vomito, nausea, irritazione delle mucose di organi e apparati, irritazione del S.N.C. e del diencefalo, cefalea.

Il rimedio ha nella sua Patogenesi: Cefalea e congestione della testa, vertigini, smemoratezza, allucinazioni. Scarsa tolleranza per viaggi in macchina o in nave. Nausea, cattivo gusto in bocca, lingua coperta da patina, dispepsia gastrica, diarrea con fuoriuscita di muco e sangue. Ha una tendenza reumatica e ai geloni. Prurito e secchezza delle mucose del naso, della faringe e della laringe. Infiammazioni croniche del bordo delle palpebre. Pelle secca e frastagliata. Ragadi agli angoli della bocca, all’attaccatura dell’orecchio, alle narici, ai capezzoli e all’ano; eczemi secchi e dolorosi sul cuoio capelluto, sulla conca dell’orecchio, sull’ano e sullo scroto e pure su tutto il corpo; perdita dei capelli.

Il soggetto è un ossigenoide ed è un intossicato stenico che cerca cioè di eliminare le tossine e lo fa in modo attivo. L’intossicazione si manifesta sia sul piano mentale che fisico.

Il paziente è ansioso, pauroso, suscettibile, irritabile, litigioso, nervoso, va in collera facilmente e si arrabbia per stupidaggini; talvolta ha anche uno sdoppiamento della personalità con sensazione di essere doppio o che una parte del corpo si sdoppiata, ad esempio sente di avere due gambe destre. Debolezza mentale e smemoratezza sono molto caratteristiche così come l’illusione durante il sonno che ci sia un’altra persona, o un’altra persona nel letto. Anche la perdita dei capelli è un sintomo caratteristico del rimedio.

Spesso Petroleum è una persona con capelli e cute chiari, snella e magra; ha la lingua bianca con macchie giallastre, la bocca presenta piccole ulcerazioni come ad esempio le afte, l’alito è cattivo come di aglio, la secchezza della bocca e della faringe provocano una sete indomabile; la sua pelle è secca, irritata e malsana con screpolature che si infettano e suppurano facilmente; ha vertigini, nausea e vomito durante gli spostamenti in barca, in macchina o in altro mezzo di trasporto e prendere una boccata d’aria non migliora il suo stato. Le nausee migliorano chiudendo gli occhi o mangiando qualcosa.

Petroleum è un eccellente rimedio per il mal d’auto e il mal di mare ed è un sinergico di Cocculus.

Le vertigini del rimedio compaiono soprattutto al mattino, la cefalea è occipitale con senso di pesantezza paragonabile al piombo. Il paziente è ipersensibile al temporale, all’umidità ed è freddoloso; talora sente un vento freddo soffiare sull’occipite o passare nelle orecchie; il naso è secco, le narici sono ulcerate con formazioni crostose.

Il paziente ha disturbi gastrici con sensazione di dilatazione e pesantezza; ha una fame da lupo, una fame vorace anche di notte e i suoi sintomi gastrici migliorano mentre mangia e anche dopo un pasto; presenta avversione per la carne, per gli alimenti grassi e per il cavolo che gli provoca la diarrea.

La diarrea è uno dei sintomi degli intossicati da petrolio, stenici, che cercano di reagire in modo attivo per eliminare le tossine.

Le mucose sono irritate e possono determinare infiammazioni quali ad esempio la prostatite, la congiuntivite, ecc.

La pelle è una delle grandi sfere d’azione del rimedio ed è secca, stanca, disidratata, dura, con rughe, eczematosa e screpolata.

Il rimedio è adatto per dermatosi croniche, ad eczema secco, squamoso e con screpolature, geloni dolorosi, micosi, psoriasi, forfora.

L’eliminazione delle tossine comporta sulla pelle, secca e rugosa, la presenza di piccole vescicole che lasciano fuoriuscire un liquido chiaro e acquoso; le vescicole sono associate o seguite da croste giallastre (ad esempio caratteristicamente in caso di dermatite irritativa da contatto o dermatite atopica) e da fissurazioni, oppure terminano con un’ulcerazione o una screpolatura. Il prurito è intenso e bruciante: il soggetto si gratta a sangue per calmarlo, ma si calma solo quando la zona pruriginosa sanguina leggermente. Le zone preferite dal rimedio sono il palmo delle mani, tra le dita delle mani e dei piedi, le punte delle dita, il cuoio capelluto, dietro le orecchie, intorno alla bocca, i genitali.

Il rimedio ha una tendenza reumatica

Lo stato d’intossicazione interessa anche le articolazioni. Il soggetto è rigido e intorpidito quando si mette in movimento, ma poi migliora un po’ se il movimento continua, dopo essersi sgranchito, come Rhus. Le articolazioni scricchiolano, i suoi dolori compaiono e scompaiono bruscamente.

In sintesi

Il soggetto è un intossicato stenico che elimina le tossine attraverso la pelle; in caso contrario le stesse si depositano nelle sierose che si disidratano e nelle articolazioni che si irrigidiscono.

Il soggetto peggiora in inverno e migliora con il calore, qualunque sia il suo disturbo.

Sepia è suo complementare; Nux vomica e Plumbum sono suoi antidoti.

USO di PETROLEUM

Testa: cefalea in prevalenza occipitale. Il soggetto sente la testa pesante come il piombo, avverte una certa pressione, trafitture e pulsazioni con nausea e vertigini; bruciore e prurito delle palpebre; screpolature agli angoli delle palpebre con intenso prurito. Naso secco e narici ulcerate con formazioni crostose. Lingua patinata. Afte. Perdita di capelli. Vertigini.

Pelle: dermatosi, eczema, micosi, geloni, forfora.

Mucose: secche e irritate.

Apparato gastroenterico: Problemi gastrici, dilatazione e pesantezza. Diarrea.

Apparato respiratorio: Naso secco con croste alle narici. Secchezza delle vie respiratorie

Articolazioni: Reumatismi con articolazioni che scricchiolano.

DOSI

Pelle: 4-5 CH

Mal d’auto: 4-5 CH

In tutti gli altri casi bassa diluizione per problematiche acute. Alte diluizioni come rimedio di fondo.

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(*) V. Note esplicative

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Limone

Il limone il cui nome botanico è Citrus limon è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rutaceae. Il termine limone si usa per indicare sia la pianta che il frutto.

La polpa e la buccia

I limoni sono frutti che appartengono al VII gruppo degli alimenti, in quanto ricchissimi di vitamina C (acido ascorbico). Essi sono fortemente dissetanti, sia per il contenuto in acqua, sia per la concentrazione in sali minerali ed acido citrico.

L’apporto energetico dei limoni è trascurabile. Essi forniscono all’organismo un ottimo contributo di sali minerali (potassio) e anche di antiossidanti. Tra questi ultimi i citroflavonoidi (esperidina, diosmina e rutina) che sono potenti antiossidanti, ipocolesterolemizzanti, capillaroprotettrici ed antineoplastici.  Sono un alimento fortemente alcalinizzante, indicato nelle diete depurative ed in quelle mirate alla prevenzione delle calcolosi renali da accumulo di cistina ed acido urico.

Il profumo dei limoni è dovuto alla presenza di oli essenziali, in particolare di limonene, un’altra molecola benefica.

L’imbrunimento della polpa di mela quando viene a contatto con l’aria è dovuto ad una reazione enzimatica di ossidazione dei polifenoli presenti. In quanto tale non comporta alcuna perdita delle proprietà, sia dal punto di vista nutrizionale che terapeutico, ma solo un problema estetico e volendo di gusto. Per rallentarlo sensibilmente basta aggiungere in po’ di succo di limone che funge da antiossidante.

Il succo di limone in genere è sconsigliato a stomaco vuoto per chi soffre di gastrite.

In campo erboristico, la buccia di limone è utilizzata per favorire la digestione; assumendone un decotto senza zucchero o altri edulcoranti, è possibile giovare dell’incremento secretivo a carico delle ghiandole esocrine annesse al tubo digestivo. È infatti percettibile un incremento della salivazione mentre, ancor più importante ma silente, è il miglioramento del rilascio di altri enzimi nelle fasi successive del processo.

L’assorbimento del ferro è favorito dalla vitamina C e dall’acido citrico, per cui è sempre bene accompagnare detti alimenti con succo di agrumi, soprattutto limone ed è anche favorito dagli zuccheri e dagli aminoacidi. Il ferro è assorbito facilmente dall’intestino quando è associato alla vitamina C, largamente presente negli agrumi e nei prodotti vegetali freschi.

La torrefazione della buccia consiste nel riscaldamento della stessa allo scopo di disidratarla e quindi di conservarla più a lungo. La torrefazione può essere fatta in casa o con il forno oppure con una bistecchiera sul fornello. La si riduce in polvere e se ne assume un cucchiaino da caffè più volte al dì secondo necessità. Ma i limoni, buccia e polpa, possono essere assunti anche freschi.

Il limone
Il limone

L’olio essenziale

La spremitura a freddo della buccia di limone, dopo averlo privati della parte bianca, consente di estrarre un olio essenziale. L’olio essenziale di limone, maggiormente concentrato nella buccia, contiene diversi principi attivi (flavonoidi, acido citrico, limonene, acido malico, acido tartarico, pectina, inositolo, zuccheri, vitamina C, vitamina PP, ecc.) dalle numerosissime proprietà terapeutiche e benefiche (antisettico, cicatrizzante, depurativo, diuretico, ipotensivo, digestivo, battericida, vermifugo, astringente, antireumatico, febbrifugo, ecc.), tra cui, appunto, anche quella di abbassare la temperatura corporea.

Gli oli essenziali degli agrumi (limone, bergamotto, arancio, mandarino), servono per placare gli stati ansiosi e nervosi.

Questi sono i motivi per cui le fette di scorza dei limoni da adoperare devono riguardare il più possibile la parte gialla, dove sono contenuti i preziosi oli essenziali dalle proprietà terapeutiche indicate.

Il limone: Usi

Una bevanda per contrastare le manifestazioni diarroiche e per contribuire a regolarizzare le funzioni intestinali è il tè con limone. Ma è altresì utile la camomilla con limone ed eventualmente con un po’ di zenzero.

Il limone uno degli alimenti più indicati per depurare il fegato. Tra gli altri alimenti troviamo: carciofo, cardo mariano, broccoli, cavolfiore, cavolo, asparagi, ortaggi a foglia verde, carote, barbabietole, aglio, lievito, cereali integrali, curcuma, olio extravergine di oliva, ecc.

I risciacqui con il succo di limone diluito in acqua sono tra i rimedi che possono aiutare in caso di bocca secca. Ma è anche importante bere acqua in modo regolare durante la giornata ed assumere cibi ricchi di vitamina C.

Il succo di limone è utile per trattare localmente le macchie brunastre sul viso (efelidi).

Una bevanda a base di acqua e limone con l’aggiunta di bicarbonato è utile per lo stomaco, in caso di reflusso.

Tra le preparazioni più casalinghe, risultano essere molto efficaci lo sciroppo di cipolla e limone. Lo sciroppo è di valido aiuto per combattere la tosse e per favorire l’espettorazione.

Le applicazioni locali del succo di limone sono utili per le smagliature

Per contrastare l’iperidrosi ascellare sarebbe opportuno adottare alcuni accorgimenti altrettanto utili ed efficaci, come ad es. sciacquare ogni sera le ascelle con acqua e succo di limone.

Il succo di limone con l’aggiunta di un cucchiaino di miele è un ottimo rimedio contro il mal di gola essenzialmente per le proprietà lenitive, antisettiche, antivirali e antibatteriche.

Per ridurre l’aspetto di un cheloide, per il trattamento delle cicatrici cheloidi e per evitare che il cheloide degeneri e per attenuarne ulteriormente l’aspetto, è comunque buona norma mantenere la cicatrice pulita ed applicare quotidianamente creme nutrienti ed antiossidanti, come ad esempio il succo di limone.

Il limone è un alimento consigliato anche in caso di oligoteratospermia, perché ricco di vitamina C

Una soluzione a base di succo di limone e acqua in cui imbibire un batuffolo di cotone è utile per un’azione abrasiva di pulizia della lingua nei casi di patina bianca. Detta soluzione limita la crescita batterica e riduce i processi infiammatori. In alternativa vengono adoperate le applicazioni locali di bicarbonato di sodio sciolto in acqua.

Alla buccia di limone si riconosce la capacità di contribuire a combattere le verminosi intestinali, in particolare per l’ossiuriasi. Gli ossiuri sono i piccoli vermi bianchi che più comunemente possono infestare l’intestino crasso dei bambini.

Il succo fresco di limone è impiegato anche nei casi di Epistassi (sanguinamento). Allo scopo di fermare il sanguinamento ed esercitare un’attività vasocostrittrice ed emostatica, viene applicato localmente un tampone di cotone imbevuto nel succo fresco.

Per contrastare efficacemente la pelle grassa e lucida il succo di limone (da diluire con acqua in parti uguali, da applicare con un batuffolo di cotone sul viso e risciacquare prima con acqua calda e poi con acqua fredda). Sono di valido aiuto anche gli impacchi di limone e rosmarino.

Un rimedio casalingo per rafforzare i capelli consiste nel preparare un composto con quattro cucchiai di olio extravergine di oliva e il succo di un limone; si lascia in posa sui capelli per circa mezz’ora e poi si procede al lavaggio, risciacquando bene con acqua tiepida

Un’alimentazione sana ed equilibrata, prevedendo un buon consumo di succo di limone, può fornire una limitazione della crescita e della formazione dei lipomi.

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Aloe

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DESCRIZIONE DELLA PIANTA

L’Aloe è una pianta grassa perenne appartenente alla famiglia delle Liliaceae ed è xerofita, cioè in grado di conservare l’acqua al proprio interno, in modo da sopravvivere anche a lunghi periodi di siccità. Originaria dell’Africa oggi è utilizzata ed apprezzata in vari Paesi del mondo per le diverse proprietà mediche che da secoli le vengono riconosciute. La pianta può raggiungere un’altezza compresa tra 60 cm e 1 m, presenta lunghe foglie verdi carnose, lanceolate, incurvate verso il basso, che crescono direttamente dal terreno o da un fusto tozzo e che sono contornate da spine, simili a denti sporgenti. Le foglie sono rivestite da una triplice membrana protettrice, all’interno della quale si trova un gel incolore che possiede le note virtù medicinali. Dal centro della pianta, in autunno o in primavera, spuntano alti steli sui quali appaiono fiori dal colore cangiante che va dal bianco-verde al rosso, dal giallo all’arancio.

PROPRIETA’

La pianta contiene diversi principi attivi che le conferiscono proprietà lenitive ed idratanti, analgesiche, antinfiammatorie, cicatrizzanti, riepitelizzanti, rigeneranti, gastro-protettive, emmenagoghe, antiossidanti, lassative, antisettiche, antibiotiche, antimicotiche, antivirali, emostatiche, disintossicanti, stimolanti le difese dell’organismo. La gran parte delle proprietà benefiche è contenuta nel gel che si trova nella parte interna e carnosa delle foglie.

I tipi di Aloe più ricchi di proprietà e più utilizzati sono l’Aloe vera (o Aloe barbadensis) e l’Aloe arborescens. All’Aloe arborescens in particolare vengono attribuite anche proprietà antitumorali.

L’Aloe è una delle più importanti piante officinali visti i notevoli benefici che essa apporta alla salute. Il succo fresco risulta utile anche nelle piccole emergenze, quali ad esempio la cura delle scottature e di piccole ferite, poiché ne favorisce la cicatrizzazione e aiuta a prevenire le infezioni.

Le proprietà lassative attribuite alla pianta, sono in realtà dovute alla presenza di aloina, una sostanza contenuta sotto la parte esterna delle foglie, precisamente tra questa e il gel interno. Si tratta di uno strato liquido giallastro ricco di antrachinoni (aloina in particolare), che sono sostanze (glucosidi) che stimolano la peristalsi intestinale e quindi agiscono come lassativi. Tali sostanze, solo se assunte in quantità elevate, sono altamente irritanti per l’intestino. Per questo motivo il liquido dello strato giallastro, o l’estratto secco da esso ottenuto, non dev’essere assunto puro, bensì diluito. Ed è perciò che nei preparati casalinghi a base di Aloe viene eliminata la parte esterna delle foglie ed utilizzata solo la parte spugnosa interna contenente il gel. Qualora si volesse utilizzare l’intera foglia è opportuno aggiungere altri ingredienti in buona quantità e non eccedere nelle dosi per evitare gli effetti irritanti di cui sopra.

□ Le foglie devono essere raccolte da piante adulte tra i 3 e i 5 anni perché le proprietà benefiche della pianta matura sono maggiori.

□ Di solito è consigliabile che le piante da cui vengono raccolte le foglie non siano state irrigate nei 2 – 3 giorni precedenti cosi che la concentrazione di sostanze nutritive è maggiore nella foglia, ed il gel è più concentrato.

□ Si devono tagliare le foglie più grandi dalla parte inferiore della pianta, più vicine alla base del terreno ed il più vicino possibile al fusto. Il taglio si effettua con un coltello molto affilato o con delle forbici ed in maniera netta.

□ Tutte le operazioni riguardanti la preparazione dell’Aloe vanno eseguite in un ambiente poco illuminato e fresco, in quanto i principi attivi dell’Aloe risentono della presenza di luce e di calore.

USO TERAPEUTICO

Il gel, o la polpa delle foglie fresche, può essere usato puro per applicazioni locali nei casi di problemi cutanei e di pelle poco luminosa, di capelli spenti e deboli e/o con forfora e/o grassi; di cicatrici, anche quelle dovute all’acne o di piccole ferite, tanto vecchie che recenti, perché ne facilita la cicatrizzazione, di scottature, oltre che per un’azione anti-age. Non è mai nocivo, in qualunque caso venga usato, a meno che non si è allergici alla pianta Lo stesso gel diluito in acqua è ottimo per effettuare lavaggi oculari e del volto. Assunto per via interna migliora la digestione e, se consumato prima dei pasti, migliora l’appetito; tonifica e protegge l’apparato digerente; è un ottimo disintossicante ed antiossidante per l’organismo poiché contrasta la formazione dei radicali liberi; è utile nei casi di dolori di ogni tipo poiché analgesico; è ottimo per curare tutte le infiammazioni poiché antinfiammatorio; è un ottimo cicatrizzante e rigenerante, antibiotico, antimicotico, antivirale, emostatico, disintossicante, oltre che essere utile nella prevenzione e cura delle malattie poiché stimola le difese immunitarie.

L’aloina contenuta nel rivestimento delle foglie è un glucoside antrachinonico che ha azione lassativa ed emmenagoga (regola cioè le mestruazioni rare o scarse ed eventuali disturbi connessi). Tali proprietà, già note fin dall’antichità, oggi sono ampiamente riconosciute dal mondo scientifico, tant’è che l’Aloe è contenuta in molti prodotti farmaceutici utili per regolare l’intestino e le mestruazioni.

In Omeopatia si utilizza la soluzione in alcool del gel della pianta per ottenere il rimedio omeopatico Aloe socotrina.

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Contro l’acne (gel di Aloe, acqua sterile)

Per combattere l’acne, mescolare gli ingredienti e passare sul viso utilizzando una garza sterile.

 

 

 

 

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Contro le infiammazioni degli occhi (gel di Aloe, acqua tiepida)

Preparare una soluzione con qualche goccia di gel ricavato dalle foglie della pianta in acqua tiepida. Lavare gli occhi 3–4 volte al dì. Sul principio potrebbe manifestarsi bruciore o pizzicore, non preoccuparsi. Serve per le infiammazioni degli occhi e delle palpebre.

 

 

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Per curare piaghe, ferite, ulcere (gel fresco di Aloe)

Il gel delle foglie guarisce piaghe, ferite ed ulcere, tanto vecchie che recenti, perché ne facilita la cicatrizzazione. Non è mai nocivo, in qualunque caso venga usato, a meno che non si è allergici alla pianta.

 

 

USO ALIMENTARE

Sciroppo (foglie di Aloe, miele, grappa)

Petroleum - image  on https://rimediomeopatici.comE’ possibile preparare uno sciroppo avente tutte le proprietà dell’Aloe nel modo che segue. Recidere le foglie da una pianta di ALOE ARBORESCENS o di ALOE VERA non molto giovane, pulirle con uno straccetto asciutto o appena umido e poi privarle delle parti laterali spinose. Frullare insieme tutti gli ingredienti. Risulta un composto semiliquido che deve essere travasato in vasetti di vetro possibilmente scuro (altrimenti, in mancanza di contenitori di vetro scuro, possono essere utilizzati dei comuni vasetti di vetro che possono essere ricoperti con carta stagnola per evitare che prendano luce). Chiudere i vasetti e conservarli in frigorifero. Il tempo di conservazione è di alcune settimane. Se si vuole un composto cremoso, è possibile utilizzare al posto del miele una buona marmellata casalinga dal gusto che si preferisce, oppure unire la marmellata al miele, in parti uguali, per un peso complessivo di 150 grammi. Le operazioni descritte devono essere eseguite in un ambiente poco illuminato e fresco, in quanto i principi attivi dell’aloe degradano sensibilmente con la luce e con il calore. Il preparato, assunto alla dose di 1-3 cucchiaini al dì, può essere utilizzato anche come lassativo.

Tali preparati a base di Aloe arborescens si ritiene che abbiano proprietà antitumorali.

Frullati (gel di Aloe, cavolo rosso, mela, cannella, o cetriolo, mela, o frutta, carota, o zenzero, zucca)

E’ possibile inoltre preparare degli ottimi frullati aventi tutte le proprietà degli ingredienti usati per la preparazione delle bevande stesse. Alle preparazioni di seguito riportate, volendo, si può aggiungere un cucchiaio di grappa o di gin. ATTENZIONE per gel di Aloe s’intende solo la parte interna spugnosa delle foglie che pertanto devono essere private della parte esterna. Diversamente la bevanda risulterebbe un potente purgante.

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USO COSMETICO

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Crema viso-corpo (gel di Aloe, cetriolo, olio extra vergine d’oliva)

Per preparare una crema idratante casalinga, frullare la polpa di Aloe con il cetriolo privato della buccia e con l’olio extravergine d’oliva. Se invece di una crema si vuole preparare una maschera, sostituire l’olio con 50 grammi di acqua distillata. Il preparato può essere conservato in frigorifero per pochi giorni.

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Dopobarba (gel di Aloe vera, acqua distillata, estratto secco di hamamelis, olio essenziale a scelta)

Dopo aver miscelato gli ingredienti, conservare in un recipiente, preferibilmente di vetro, con coperchio. Adoperare all’occorrenza come dopobarba. Per un effetto più fresco si può tenere in frigo e si può usare anche come doposole. Il periodo di conservazione è di pochi giorni.

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Maschera detergente-esfoliante per il viso (gel di Aloe, farina di mandorle, argilla bianca, acqua di rose, olio essenziale di lavanda)

Frullare le mandorle e mescolare tutti gli ingredienti fino ad ottenere un composto compatto piuttosto solido, da ammorbidire tra le mani al momento dell’uso. Conservare in frigorifero per circa una settimana. E’ un’ottima maschera detergente-esfoliante per il viso.

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Gel per le gambe pesanti (gel di Aloe, olio essenziale di menta)

Mettere il gel d’Aloe in una bottiglietta di vetro ambrato, aggiungere l’olio essenziale di menta ed agitare bene. Quindi spalmare il composto sulle gambe stanche e gonfie, con movimenti circolari, dal basso verso l’alto per stimolare la circolazione. E’ anche rinfrescante.

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Crema rigenerante e rinfrescante per il contorno degli occhi (gel di Aloe, camomilla)

Mischiare i due ingredienti e riporre il preparato in frigo per almeno mezz’ora. Stendere sul contorno degli occhi, picchettandolo leggermente sulle borse e sulle palpebre, e massaggiare invece dove compaiono le rughette; lasciare in posa per 10 minuti e rimuovere con un infuso fresco di camomilla.

 

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Latte detergente per pelli normali/secche (gel di Aloe, latte intero, olio extravergine d’oliva, miele)

Mescolare tutti gli ingredienti. Il latte detergente così preparato risulta idratante e lenitivo. Dopo l’uso risciacquare con acqua tiepida.

 

 

 

 

Petroleum - image  on https://rimediomeopatici.comCrema viso per tutti i tipi di pelle (gel di Aloe, olio di argan, olio di mandorle dolci)

Mischiare gli ingredienti fino ad ottenere una crema/gel adattissima per il viso (ma anche per mani e corpo) e per tutti i tipi di pelle. Secondo le proprie esigenze,  è possibile  modificare la quantità di oli: ad esempio, se la  pelle è particolarmente grassa ed il composto risulta  troppo pesante, diminuire opportunamente le gocce; se al contrario la pelle è secca, le gocce d’olio possono essere aumentate per ottenere un maggior effetto emolliente ed idratante. Da notare che questa formulazione non contiene sostanze che occludono i pori: per tale motivo questa crema/gel è adatta a tutte le stagioni, specialmente a quella estiva.

 

 

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Gel per le mani (gel di Aloe, olio di iperico, olio di calendula)

Con tali ingredienti si ottiene un preziosissimo gel per le mani. La calendula ha un potere lenitivo, essenziale per questa parte del corpo che sta sempre a contatto con l’esterno, l’iperico invece aumenta l’azione cicatrizzante dell’Aloe,  per cui questo gel è l’ideale in inverno quando le mani tendono a screpolarsi facilmente.

 

 

 

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Maschera anti-age (gel di Aloe, argilla, miele, bianco d’uovo)

Lavorare gli ingredienti per ottenere uma maschera di bellezza rigenerante. Spalmarla sul viso, tenerla un quarto d’ora, toglierla con l’acqua. Il risultato sarà sorprendente.

 

 

 

 

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Curiamo piaghe, ferite, ulcere

Petroleum - image  on https://rimediomeopatici.comLa piaga è una lesione della pelle o di una mucosa di origine non traumatica, di data antica, che tende alla guarigione per cicatrizzazione. La cosiddetta piaga da decubito è la conseguenza di una elevata o prolungata pressione su di una parte del corpo che, determinando la strozzatura dei vasi sanguigni, comporta la necrosi dei tessuti. Interessa l’epidermide, il derma e gli strati sottocutanei, fino a raggiungere, nei casi più gravi, muscoli ed ossa.

La ferita è un’interruzione di continuità della pelle e/o delle altre strutture molli del corpo, di data recente, prodotta da un agente vulnerante. In relazione al percorso ed alla profondità le ferite possono essere distinte in: superficiali, se interessano esclusivamente lo strato cutaneo e sottocutaneo; profonde, se coinvolgono anche il muscolo e le strutture sottostanti; penetranti, se si aprono su una delle grandi cavità dell’organismo (cranio, torace, addome); interne, se riguardano organi interni. A seconda del mezzo vulnerante si possono distinguere in: ferite da taglio, ferite da punta, ferite lacere (dovute ad un’azione di strappamento o stiramento, oltre che di taglio), ferite contuse (ove l’azione vulnerante è quella di contusione con la formazione di ecchimosi), ferite lacero-contuse (tra le più ricorrenti), ferite da arma da fuoco ed altre ancora. I fattori da controllare sono l’emorragia ed il rischio di infezioni. Le ferite hanno tendenza alla guarigione spontanea che avviene mediante la cicatrizzazione. I tempi e gli esiti della guarigione, sotto l’aspetto estetico e funzionale, sono legati all’entità ed alle tipologie summenzionate.

L’ulcera è una lesione della pelle o di una mucosa che non tende a guarire spontaneamente, cioè è a lenta o difficoltosa o assente cicatrizzazione.

I rimedi della nonna qui proposti risultano utilissimi per curare piaghe, ferite e ulcere della pelle, accelerandone la cicatrizzazione e quindi la guarigione.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

□ Aceto di vino: messo con cotone idrofilo sulle ferite sanguinanti ferma il sangue e accelera la cicatrizzazione. A tal fine l’aceto si può anche diluire in acqua precedentemente bollita.

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□ Achillea: le foglie pestate applicate sui tagli e sulle ferite le disinfetta ed arresta la fuoriuscita di sangue. Si può utilizzare anche l’infuso acquoso (50 g di foglie fresche sminuzzate in 200 ml d’acqua bollente) o vinoso nel quale si imbeve del cotone idrofilo o una garza con cui tamponare la ferita.

Petroleum - image  on https://rimediomeopatici.com□ Alchemilla (o Erba stella o Erba ventaglia): la pianta possiede molteplici virtù, ha proprietà astringente, antisettica, antinfiammatoria, antispasmodica, antiemorragica, cicatrizzante, diuretica e depurativa. Si utilizzano le foglie o le parti aeree. L’infuso (2 –4 g di foglie essiccate in una tazza d’acqua bollente), di cui se ne bevono fino a 3 tazze al dì lontano dai pasti, è indicato nei casi di dismenorrea, ipermenorrea, emicrania, dolori reumatici, febbre, forme lievi di diarrea e di coliti con tendenza diarroica, Il decotto (1 g di parti aree essiccate in una tazza d’acqua) può essere utilizzato per fare sciacqui o gargarismi nei casi di infiammazioni del cavo orale (gengiviti, tonsilliti, faringite, raucedine) oppure per fare impacchi allo scopo di frenare emorragie, detergere ferite, donare elasticità alla pelle e combattere le smagliature. La pomata di alchemilla, per uso esterno, può servire per calmare le irritazioni degli organi genitali femminili.

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□ Aloe: il gel delle foglie guarisce le ferite, tanto vecchie che recenti, perché ne facilita la cicatrizzazione. Non è mai nocivo, in qualunque caso venga usato, a meno che non si è allergici alla pianta.

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□ Bardana (o Lappa): cataplasmi con le foglie bollite in acqua o applicate direttamente sulla ferita, da rimuovere mattina e sera, facilitano la cicatrizzazione.

Petroleum - image  on https://rimediomeopatici.com□ Borragine (o Consolida): la polpa di radice e foglie fresche, ridotte in poltiglia, oppure le lavande o gli impacchi di queste, entrambi preparati con l’infuso (30 – 100 g di radice e foglie, anche secche, in 1 litro d’acqua bollente), si applicano più volte al dì su ferite, lesioni, graffi, piaghe, ustioni, scottature, gonfiori gottosi. L’azione è ancora più efficace se, oltre alle applicazioni esterne, si assume l’infuso alla dose di 1 cucchiaio 3 volte al dì. Il decotto non si usa perché con l’ebollizione il tannino (polifenolo presente in molte piante vascolari) con la mucillagine (sostanza che aiuta la pianta a trattenere l’acqua) formano un precipitato inutile.

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□ Cardo santo: il decotto concentrato di foglie e rami (3 –4 g in 150 – 200 ml d’acqua) può essere utilizzato per praticare impacchi sulla parte lesa. E’ possibile usare direttamente le foglie fresche.

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□ Carote: la nonna consiglia altresì di preparare un decotto con le foglie delle carote e di applicare lo stesso sulla parte lesa utilizzando delle garze.

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□ Cavolo cappuccio, Broccoli, Cavolfiore: procurarsi le foglie del cavolo cappuccio o dei broccoli o del cavolfiore. Lavarle bene, privarle delle nervature più sporgenti, schiacciarle e metterle a macerare per qualche ora in acqua boricata. Porre sulla parte lesa delle garze imbevute di questo liquido, rinnovando le stesse 2 – 3 volte al dì. Il trattamento dà subito una sensazione di sollievo ed in poco tempo guarisce la piaga.

Petroleum - image  on https://rimediomeopatici.com□ Echinacea: la radice di questa pianta ha una marcata attività immunostimolante (favorisce i meccanismi di difesa mediante una maggiore produzione di anticorpi), antinfiammatoria e cicatrizzante (combatte le infezioni e rigenera le cellule per la guarigione delle ferite), antitossica (aiuta le funzionalità di fegato e reni per l’eliminazione delle tossine), antibiotica e antivirale (combatte la proliferazione dei batteri e dei virus), per cui i suoi preparati sono particolarmente indicati nella cura di raffreddori, bronchiti, influenza, febbre, infezione delle vie aeree, dermatiti, herpes, infezioni del tratto urinario. In commercio sono reperibili diverse prodotti di tale pianta (radice), quali: estratto secco, tintura, capsule, pomata, crema, triturato di radice secca, ecc. La nonna preparava il decotto (30 –50 g di radice secca triturata in1 litro d’acqua), da assumere alla dose di 2 – 3 tazze al dì. Le applicazioni di pomata o di crema sono utilissime per il trattamento delle affezioni cutanee di tipo infiammatorio con rischio di infezioni, come ulcere, ferite, ustioni, dermatiti, herpes, punture di insetti (aiutano a neutralizzare il veleno e ne evitano la diffusione) ed hanno un’efficace azione cosmetica sulla pelle in quanto sono depurative, rassodanti, antirughe, antismagliature. Sempre per uso esterno, vanno bene anche gli impacchi e le lozioni che utilizzano il decotto preparato per uso interno.

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□ Equiseto: preparare un decotto con 5 g di rami giovani e foglie in 200 ml d’acqua e lavare con il liquido, ottenuto per filtrazione, le ferite. Si rimarginano presto ed in modo meraviglioso.

□ Fagiolini: gli impacchi fatti con una garza imbevuta nell’acqua di cottura dei fagiolini sono utili per guarire le ulcere.

Petroleum - image  on https://rimediomeopatici.com□ Iperico (o Hypericum perforatum o Erba di San Giovanni): l’oleolito con tale pianta è utile nel trattamento di ulcere, piaghe, ferite, punture di insetti, scalfiture della pelle, ustioni, bruciature. La nonna lo preparava così. Mettere 2 pugni di sommità fiorite, insieme ai semi della pianta, in un recipiente di vetro trasparente con coperchio e versare olio di oliva fino a coprire. Esporre al sole per 3 settimane. Filtrare avendo cura di spremere bene la parte solida. Versare in altro contenitore di vetro però scuro, tappare e conservare in luogo fresco e buio. Le applicazioni con tale olio leniscono il dolore, moderano l’infiammazione, proteggono i tessuti lesi, evitano la suppurazione e favoriscono la rimarginazione.

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□ Issopo: per facilitare l’assorbimento di lividi, sono utili gli impacchi fatti con l’infuso di foglie e fiori (2 g in 100 ml d’acqua bollente).

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□ Piantaggine: sia la varietà major che quella lanceolata sono efficaci per la cura delle ferite, per le proprietà antinfiammatorie, astringenti, cicatrizzanti, batteriostatiche. La nonna racconta che i contadini quando nel loro lavoro si ferivano, mettevano subito sulla ferita un po’ del suo succo, oppure una fascia pulita imbevuta con esso, ottenendo una guarigione rapida senza suppurazione. Tale pratica veniva utilizzata anche per guarire dai morsi di cani, di serpenti (non velenosi), di insetti.

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□ Salvia: lavare localmente la parte lesa 3 – 4 volte al dì con acqua in cui sia stata bollita della salvia. Per un effetto più rapido bere anche l’infuso di salvia: è tonica, antisettica, cicatrizzante.

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□ Scolopendrio: le foglie fresche pestate ed applicate localmente facilitano la cicatrizzazione.

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□ Tormentilla (o Potentilla): va bene il decotto di radice (4 g in 200 ml d’acqua) per le lavande ed il filtrato per cataplasmi da usare localmente e da rinnovare 3 – 4 volte al dì.

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□ Verbasco: gli impacchi con il decotto delle foglie bollite in acqua o latte, applicati sulla parte di pelle interessata, sono utilissimi nei casi di scottature, foruncoli, ulcere, flebiti (queste ultime com’è noto sono infiammazioni che colpiscono soprattutto le vene superficiali, in particolare delle gambe), ecc.

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□ Verbena: curano le piaghe, ulcere ed i gonfiori in genere, i cataplasmi che si ottengono cuocendo in aceto le foglie sminuzzate della pianta. Vanno bene anche gli impacchi con il decotto di radice (5 g in 200 ml d’acqua), da rinnovare più volte al dì, che disinfettano ed accelerano la cicatrizzazione di piaghe, ulcere e ferite.

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Stop reumatismi-nevralgie-ecc.

Petroleum - image  on https://rimediomeopatici.comCon il termine non specializzato di reumatismo si indicano vari disturbi relativi a organi interni, muscoli, ossa e articolazioni. In genere però per reumatismo si intendono le malattie che interessano le articolazioni (artrosi, reumatismi extra articolari che riguardano tendini e muscoli, artrite, ecc.). I reumatismi sono quasi sempre cronici.

L’artrite è un’infiammazione articolare caratterizzata da calore, tumefazione, arrossamento, dolore, rigidità, che colpisce prevalentemente le articolazioni dotate di maggiore movimento (ginocchia, polsi, gomiti, dita di mani e piedi, anche, spalle). Le cause possono essere di origine metabolica, traumatica, infettiva ed altro. Una forma particolare è l’artrite reumatoide che è un tipo di artrite autoimmune, cioè dovuta ad attacchi del sistema immunitario nei confronti delle articolazioni. Colpisce a tutte le età e può riguardare tutte le articolazioni. Il dolore si avverte anche a riposo.

L’artrosi invece è la lenta degenerazione della cartilagine articolare. A differenza dell’artrite raramente sono presenti gonfiore e calore; il dolore subentra con il movimento e cala con il riposo; le articolazioni più colpite sono quelle che sostengono il peso del corpo, come anche e ginocchia. Interessa prevalentemente le persone anziane, ove la malattia si manifesta a seguito dell’usura della cartilagine di un’articolazione, che diventa sottile fino a scomparire del tutto, con il risultato che le superfici ruvide delle ossa strofinano una contro l’altra procurando dolore e rigidità. Nei casi più gravi può subentrare la deformazione dell’articolazione. La patologia può essere anche dovuta ad un eccesso di movimenti specifici ed a contusioni o ripetuti microtraumi.

La gotta è una malattia caratterizzata da elevati livelli di uricemia nel sangue. Ciò può essere dovuto ad un aumento di produzione di acido urico o ad una insufficiente espulsione dello stesso con le urine oppure da entrambi i fenomeni. Depositi di cristalli di acido urico si formano nei tessuti periarticolari provocando infiammazioni molto dolorose delle articolazioni che possono evolvere in artrite cronica. Tali depositi possono formarsi anche nei reni provocando calcoli renali e nei tessuti sottocutanei dando luogo a dei noduli (tofi). In passato l’insorgenza della gotta era associata ad un eccesso di proteine animali nella dieta, dovuto soprattutto ad un elevato consumo di carne. Per questo la malattia veniva definita l’artrite dei ricchi. Oggi invece si ritiene che la gotta abbia una forte dipendenza genetica, pur convenendo che un’alimentazione sbagliata aumenta enormemente il rischio di contrarre la malattia. I sintomi sono dolori articolari intermittenti generalmente associati a gonfiore, rossore e calore, che comportano difficoltà di deambulazione. Le articolazioni più interessate sono quelle di mani e piedi ed in modo particolare l’articolazione dell’alluce. Nelle forme croniche compaiono anche i tofi in sede extrarticolare, come nel tendine di Achille e nella parte esterna dell’orecchio.

La nevralgia è il dolore acuto causato da un nervo danneggiato in qualsiasi parte del corpo. Es. la nevralgia del trigemino. La nevrite invece è l’infiammazione di un nervo o un gruppo di nervi. Può essere di natura traumatica, infettiva, tossica ed altro. Spesso il termine si adopera per indicare una degenerazione di uno o più nervi.

La sciatica (o sciatalgia) è l’intenso dolore alla gamba dovuto all’irritazione del nervo ischiatico (o sciatico). Le cause generalmente sono attribuibili alla compressione delle radici dei fasci del nervo sciatico nella zona lombare, dovuta all’artrosi della colonna vertebrale.

I rimedi che la nonna qui propone sono di valido aiuto per contrastare i dolori dovuti a reumatismi, artriti, artrosi, gotta, nevralgie, sciatica ed altro, donando sollievo e restituendo benessere.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

 

Petroleum - image  on https://rimediomeopatici.com□ Cavolo cappuccio, Broccoli, Cavolfiore: le foglie del cavolo cappuccio o dei broccoli o del cavolfiore si dimostrano utili per il trattamento di dolori reumatici, di nevralgie e di sciatica. L’acqua di cottura di queste foglie può essere bevuta a intervalli regolari o utilizzata per preparare degli impacchi caldi sulle parti dolenti.

 

 

Petroleum - image  on https://rimediomeopatici.com□ Felce maschio: in caso di dolore reumatico improvviso, porre sulla parte dolente un pugno di foglie verdi fresche; queste dapprima peggiorano e poi migliorano efficacemente. Si può aggiungere all’acqua del bagno il decotto delle radici (dosi a piacere perché non vi è alcun danno da temere) o all’acqua del pediluvio. Sono utilissime anche le frizioni da effettuare con la tintura che si prepara mettendo in un contenitore di vetro una certa quantità di foglie tagliuzzate, si copre di alcool, si chiude e si espone al sole o in luogo caldo per 4 – 6 giorni. Si filtra e si conserva in contenitori di vetro ambrato muniti di tappi ermetici.

 

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□ Frassino: il decotto di foglie tagliuzzate (5 g per 200 ml d’acqua), da bere nella quantità di 1 tazza 2 volte al dì, mattino e sera, è utile per le malattie gottose, reumatiche e artritiche. La cura deve essere effettuata fino a guarigione, anche per 2 – mesi.

 

 

 

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□ Frumento: altrettanto efficace si rivela la crusca di frumento (o grano), riscaldata e posta in sacchetti da applicare sulle parti interessate.

 

 

 

Petroleum - image  on https://rimediomeopatici.com□ Iperico (o Hypericum perforatum o Erba di San Giovanni): la nonna usava con grande successo questa tintura contro i reumatismi. Si pongono i fiori di iperico triturati in una bottiglia di vetro trasparente e li si copre con alcool. Si chiude ermeticamente e si lascia macerare al sole per un mese, finché la tintura diventa di un bel colore rosso. Si filtra e si comprime bene il residuo, quindi si aggiungono 4 g di canfora per 250 ml di liquido. Con tale tintura si friziona la parte affetta da reumatismo.

 

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□ Limone: strofinare la guancia affetta da nevralgia facciale con mezzo limone.

 

 

 

 

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□ Luppolo: per calmare i dolori vanno benissimo i cataplasmi fatti con le foglie. Se le foglie sono fresche, si appongono direttamente sulla parte dolente, previa spalmatura di una piccola quantità di olio, oppure si mettono tra due garze sottili. Se le foglie sono secche, vanno schiacciate ed impastate con acqua calda fino alla consistenza desiderata e poi applicate come prima.

 

 

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□ Menta piperita: per le nevralgie facciali sono utili i suffumigi utilizzando la menta piperita.

 

 

 

 

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□ Olivo: per i reumatismi è indicato il decotto concentrato delle foglie di olivo (30 g per 150 ml d’acqua) da assumere alla dose di 1 bicchiere un’ora prima dei pasti principali.

 

 

 

 

 

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□ Origano: per il torcicollo si rivela estremamente utile un cataplasma, fatto con le foglie di origano scaldate a bagnomaria, da apporre sul collo o sulle parti doloranti in genere.

 

 

 

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□ Pepe di Caienna: mescolare il pepe con olio di trementina o olio extravergine di oliva e massaggiare la parte dolente.

 

 

 

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□ Primula: l’infuso (2 – 3 g di foglie e fiori in 200 ml d’acqua bollente) assunto per molto tempo alla dose di una tazza una volta al dì, è utilissimo per reumatismi, gotta e artrite.

 

 

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□ Ribes nero: per la cura dei dolori reumatici va bene l’infuso di foglie (50 g per 150 ml d’acqua bollente) bevuto alla dose di una tazza ogni sera.

 

 

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□ Ruta: massaggiare con olio di ruta la parte dolente oppure fare impacchi con l’infuso o il decotto delle foglie (se fresche 2 g per 100 ml d’acqua, se secche 1 g per 100 ml d’acqua).

 

 

 

Petroleum - image  on https://rimediomeopatici.com□ Salice bianco: la corteccia dei rami possiede dei derivati salicilici che hanno le stesse proprietà dell’aspirina (per questo motivo la pianta è detta l’albero dell’aspirina), per cui è efficace contro le malattie da raffreddamento, la febbre, il raffreddore, i dolori reumatici, i dolori articolari, l’artrosi. Si può utilizzare il decotto che si prepara facendo bollire per 10 min in 1 litro d’acqua 20 – 25 g di corteccia essiccata e frantumata; si lascia a bagno per 10 min; si filtra spremendo il residuo; se ne bevono 2 – 3 tazze al giorno di cui una prima di andare a dormire.

 

 

Petroleum - image  on https://rimediomeopatici.com□ Spirea ulmaria (detta anche Regina dei prati): i preparati con questa pianta sono un eccellente diuretico, perciò molto utili in caso di renella, e portentosi nel trattamento dell’artrite acuta e della gotta. Si utilizza l’infuso e non il decotto in quanto con la bollitura si perdono gran parte delle proprietà curative dovute all’acido salicilico. L’infuso si prepara con 5 g di foglie e sommità fiorite in 250 ml d’acqua bollente; se ne beve 1/2 litro al giorno. In alternativa si può preparare uno sciroppo in questo modo: in un recipiente si mettono 200 g di foglie e sommità fiorite sminuzzate, su cui si versano 2 litri d’acqua portati quasi all’ebollizione (circa 90°C); si chiude con coperchio e si lascia in infusione 12 ore; si filtra spremendo bene il residuo; si dolcifica aggiungendo zucchero in quantità doppia del peso del liquido e si mescola bene. Di questo sciroppo se ne prendono 100 – 200 ml al dì. Sia nell’infuso che nello sciroppo per rendere il sapore più gradevole si può aggiungere qualche foglia di menta.

 

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□ Timo: l’infuso preparato con 2 – 5 g di foglie di timo in 150 ml di acqua, o meglio l’olio di timo, con cui massaggiare la parte interessata, è utile per i dolori nevralgici e sciatici.

 

 

 

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□ Veronica: l’infuso di fiori e foglie (5 g in 200 ml d’acqua bollente) è utile per reumatismi e gotta, assumendone 1 tazzina 2 volte al dì, mattino e sera, oppure 1 cucchiaio da minestra ogni 2 ore.

 

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