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Rimedi Omeopatici

Omeopatia - Rimedi della Nonna - Cure Omeopatiche

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Glossario A

NOTA: i termini con l’asterisco costituiscono altrettante voci del Glossario e quindi sono eventualmente consultabili nelle sottosezioni alfabeticamente corrispondenti.

Glossario A - image  on https://rimediomeopatici.com

Achenio: è un frutto* secco indeiscente* (a maturazione non si apre spontaneamente per far uscire i semi) con un solo seme non aderente al pericarpo* (parte esterna che avvolge e protegge i semi), spesso con apparato piumoso atto alla disseminazione detto pappo (es. arnica montana, tarassaco).

Acido ascorbico: V. Vitamina C.

Acido citrico: è un acido organico antiossidante* assai diffuso nel regno vegetale, specie negli agrumi ed in modo particolare nel limone che ne contiene il 5 – 8%, ma è presente anche nei funghi, nel vino e nel latte. A temperatura ambiente si presenta come una polvere bianca cristallina solubile in acqua. E’ molto usato dall’industria alimentare come conservante e correttore di acidità, ove assume la sigla E330. Dal punto di vista nutrizionale favorisce l’assorbimento del ferro* e quindi facilita la produzione dei globuli rossi*, ostacola la formazione dei calcoli renali, stimola e facilita la digestione. Un eccessivo consumo può ledere lo smalto dei denti.

Acido clorogenico: è un antiossidante* naturale che previene le malattie arteriosclerotiche e cardiovascolari ed interviene nella regolazione dei livelli di glucosio* nel sangue*. E’ contenuto nel cuore del carciofo e nel caffè, anche se la tostatura ne riduce sensibilmente la presenza.

Acido folico: altra denominazione della vitamina B9 (V. Vitamina B).

Acido urico: è un prodotto di scarto dell’organismo che viene espulso nelle urine dai reni. Se ciò non dovesse avvenire con la dovuta regolarità, nel sangue si riscontra un aumento del tasso di acido urico. Con il termine uricemia si indica il parametro che esprime la quantità di acido urico nel sangue. I valori normali sono 3,2 – 8,1 mg/dl per gli uomini e 2,2 – 7,1 mg/dl per le donne. Valori superiori possono essere determinati da alcolismo, diabete*, gotta*, insufficienza renale cronica, leucemia, ecc. Valori inferiori da anemia*, epatite acuta, da gravidanza, ecc.

Acne: è una dermatosi che colpisce il viso, raramente il tronco. E’ caratterizzata dalla formazione di comedoni* (punti neri o bianchi che sono piccole masse di sebo e cheratina all’interno dei follicoli), papule* (piccole chiazze rosse rilevate), pustole* (lesioni rilevate purulenti contenenti pus) che si formano allo sbocco delle ghiandole pilo-sebacee per ristagno della secrezione e che possono lasciare anche delle cicatrici. E’ un tipo di malattia della pelle molto comune nell’adolescenza e si ipotizza che possa essere provocata dall’aumento di ormoni, da predisposizione genetica e dallo stress.

Acuto: V. Rimedio omeopatico acuto.

Adenite tubercolare: infezione delle ghiandole linfatiche, in particolare quelle del collo, causata dallo stesso batterio della tubercolosi. Un tempo era nota con il termine, ormai in disuso, di scrofola. Il sintomo caratteristico è l’ingrossamento dei linfonodi consistente in tumefazioni nodulari dolorose che tendono a trasformarsi in ascessi  freddi e poi in fistole. Spesso è accompagnata da febbre, brividi e malessere.    

Adenosina: è una molecola fisiologica che ha effetti benefici sul sistema cardiocircolatorio. E’ la sostanza che il cuore produce quando si trova in difficoltà per difendersi dall’infarto. Possiede la proprietà di indurre vasodilatazione, che aumenta l’irrorazione del sangue nel cuore e nel corpo e determina l’abbassamento della pressione arteriosa (V. Ipertensione), di fluidificare il sangue* in quanto antiaggregante piastrinica, riducendo il rischio di trombosi, di contenere il colesterolo* ed i trigliceridi* in eccesso, di rinforzare i vasi sanguigni esercitando un’azione protettiva e anti-arterosclerosi*. L’adenosina è particolarmente contenuta nel fungo Auricularia. Nelle piante l’adenosina trifosfato (o ATP) si forma con la conversione degli zuccheri* semplici (ottenuti con la fotosintesi), in presenza di ossigeno (proveniente dalle radici), durante il processo di respirazione. Si tratta di un composto ad alta energia indispensabile allo sviluppo delle stesse.

Aerofagia: difficoltà digestiva consistente nella eccessiva deglutizione di aria durante i pasti che provoca un rigonfiamento gassoso dell’addome, il più delle volte doloroso, con conseguente meteorismo* e frequenti eruttazioni* e flatulenze*. Spesso è semplicemente la conseguenza di cattive abitudini alimentari, come l’uso eccessivo di bevande gassate, di bicarbonato e di chewingum, o il consumo troppo frettoloso dei pasti.

Afonia: abbassamento o perdita totale della voce dovuta ad un’infiammazione* della mucosa* laringea. Più semplicemente può essere causata da un uso improprio ed eccessivo della voce, come potrebbe succedere a cantanti, attori, insegnanti, oratori ed in genere a tutte quelle persone che svolgono mestieri comportanti sforzi prolungati della voce. Può essere anche di tipo funzionale, non dipendente da lesione agli organi vocali, ma dovuta a fattori di ordine psichico, quali ad es. l’isterismo.

Afte: sono lesioni dolorose della mucosa della bocca caratterizzate da ulcerazioni rotondeggianti, dal contorno rossastro, del diametro di 2 – 5 mm o superiore nei casi più gravi. Possono essere singole o presentarsi a gruppi. Normalmente guariscono spontaneamente in 1 o 2 settimane, ma tendono a recidivare.

Agarofobia: paura di frequentare luoghi pubblici o non familiari, da cui si teme di non potersi allontanare per portarsi in luogo sicuro come la propria abitazione.

Albero: è una pianta* capace di svilupparsi in altezza, tramite un fusto legnoso, detto tronco, che di solito inizia a ramificarsi a qualche metro dal suolo, a differenza dell’arbusto* ove il tronco inizia a ramificarsi quasi subito.

Albumina: è una proteina prodotta dal fegato presente nel plasma* del sangue*. Ha molti compiti tra cui il più importante è quello di mantenere costante il livello dei liquidi nei comparti intervascolari. Funziona come una calamita d’acqua, ossia richiama nei vasi sanguigni i liquidi contenuti negli spazi intercellulari e consenta al rene una più efficace azione diuretica. Quando i livelli di albumina nel sangue sono bassi, i liquidi si diffondono nei tessuti causando gonfiore. Sono normali valori di 3,5–5,5 g/dl. Il suo nome deriva dall’albume d’uovo dove è particolarmente contenuta.

Albuminuria: elevata concentrazione di albumina* nelle urine. I valori normali sono 5 – 15 mg/die, ma può essere anche assente. E’ dovuta essenzialmente ad un’alterazione dei reni.

Alcaloidi: sono sostanze organiche azotate che posseggono proprietà medicamentose o tossiche a seconda del tipo e della dose (per es. morfina, caffeina, cocaina, stricnina), per cui le piante ad alcaloidi devono essere utilizzate a dosaggi ridotti; hanno sapore amaro; sono sostanze basiche; non sono molto solubili in acqua ma lo sono in alcool; sono sostanze altamente reattive con le attività biologiche e per questo sono le più studiate ed utilizzate in farmacologia; esplicano numerose azioni sull’organismo tra le quali si ricordano quella sul sistema neuromuscolare, di penetrare facilmente la barriera emato-encefalica, di esercitare effetti depressivi (morfina) o stimolanti (caffeina, cocaina) sul sistema nervoso centrale, di interagire con vari recettori neurotrasmettitori ed altro; alcune classi di alcaloidi vengono utilizzate in chemioterapia. Servono anche per difendere la pianta dall’attacco di microrganismi, insetti ed erbivori.

Alcamidi: sono sostanze contenute nelle piante che hanno essenzialmente proprietà antibatteriche ed antimicotiche.

Alitosi: alito cattivo che può avere diverse cause, tra cui le principali sono i problemi digestivi e quelli di denti e gengive. Recenti studi hanno dimostrato che il cattivo odore generalmente si forma per la  proliferazione di alcuni tipi di batteri* che si depositano sulla lingua.

Allergizzante: sostanza capace di provocare nell’uomo reazione allergiche, più o meno violente.

Allopatia: detta anche medicina allopatica (il termine fu coniato proprio da Hahnemann e deriva dal greco allos = diverso e pathos = malattia, cioè malattia del diverso, del contrario), è la medicina tradizionale che, a differenza dell’omeopatia*, adopera sistemi di cura che sfruttano l’azione dei principi contrari a quelli che hanno provocato la malattia, con l’obiettivo di sopprimere la sintomatologia che caratterizza la malattia. E’ quindi una medicina che identifica la malattia nei sintomi della malattia stessa. Di solito viene prescritto un farmaco per ogni sintomo, che ha un’azione contrapposta al sintomo stesso, cioè provoca effetti direttamente contrari a quelli della malattia (es. in caso di febbre si somministra un antipiretico, in caso di pressione alta un antipertensivo o un diuretico, in caso di diarrea un astringente, in caso di cefalea un analgesico e così via). Se il paziente presenta più malattie dovrà assumere più farmaci. Il più delle volte le varie malattie, sia che si presentino contemporaneamente che in successione, vengono considerate ognuna a sé stante, senza cercare alcuna correlazione tra di loro.

Alofila o Alofita: V. Pianta alofila o alofita.

Alopecia: (al posto del termine generico calvizie) fenomeno configurante la perdita dei capelli, che interessa zone più o meno ampie della testa. Essa può avere diverse cause, tra cui ricordiamo i fattori genetici di tipo ereditario, gli abbassamenti delle difese immunitarie, gli stati di stress, l’effetto di medicinali, ecc. La forma più comune e innocua di perdita di capelli è l’alopecia androgenetica o calvizie comune. E’ prevalente negli uomini (riguarda circa l’80% dei maschi entro i 60 anni), dove inizia dalla regione fronto-occipitale o dal vertice della testa per poi estendersi progressivamente, a seconda della gravità, fino alla quasi totale calvizie. Nelle donne il fenomeno è sempre meno aggressivo e consiste per lo più in un diradamento dei capelli.

Amaro: che stimola l’appetito ed attiva le funzioni gastriche.

Amenorrea: termine con il quale si identifica la mancanza di mestruazioni. Si parla di amenorrea primaria se interessa ragazze che, pur avendo superato l’età della pubertà, non hanno ancora avuto la prima mestruazione (menarca). Si parla invece di amenorrea secondaria se riguarda donne che, pur avendo avuto una funzione mestruale regolare, hanno un ritardo delle mestruazioni che si protrae per almeno 3 mesi. Le cause sono sempre patologiche e vanno indagate.

Amido: polisaccaride (zucchero complesso), formato da molte molecole di glucosio* unite tra loro, che si trova nei cereali (grano, orzo, riso), nei legumi (fagioli, piselli, fave, lenticchie, ceci), nei tuberi (patata), in alcuni frutti (noce, castagna). Gli zuccheri complessi per essere utilizzati dall’organismo, devono essere prima ridotti, tramite la digestione, in unità semplici di glucosio. Difatti la digestione degli zuccheri inizia nella bocca, dove la ptialina* (enzima*) presente nella saliva incomincia a scindere l’amido, per poi proseguire nello stomaco e nell’intestino, dove si arriva all’unità più semplice (molecola), il glucosio, che viene quindi portato, tramite il sangue*, a tutte le cellule alle quali fornisce energia. V. anche Zuccheri.

Analgesico: che allevia il dolore* riducendolo, senza però intervenire sulle cause.

Anemia: malattia del sangue* caratterizzata da diminuzione dei globuli rossi* (eritrociti) o dell’emoglobina* (proteina che trasporta l’ossigeno alle cellule) in essi contenuta. In generale il mantenimento dei valori normali dei globuli rossi e dell’emoglobina si basa su un equilibrio dinamico tra produzione e distruzione degli eritrociti, per cui una qualsiasi alterazione del processo di produzione o di formazione degli eritrociti può causare anemia. La malattia può quindi dipendere da ipofunzione midollare, da fattori transitori (emorragie, infezioni acute) o da gravi malattie (cancro, tubercolosi). L’anemia dovuta a un deficit di ferro* è detta anemia sideropenica. L’anemia si manifesta con astenia, pallore, tachicardia, svenimento, mancanza di appetito, nausea, dispnea* (respirazione difficile) dopo uno sforzo, diminuzione della concentrazione e della memoria, fragilità delle unghie.

Anestetico: che elimina la sensibilità; se l’azione è generale può anche diminuire o annullare la coscienza.

Angina di gola: processo infiammatorio (V. anche Infiammazione) doloroso a carico della gola*, che interessa faringe* e tonsille*.

Antalgico: V. Analgesico.

Antidispeptico: che facilita la digestione, ossia combatte la dispepsia*; leggasi digestivo.

Antidoto: V. Rimedio omeopatico antidoto.

Antiecchimotica: capacità di favorire il riassorbimento dei coaguli sottocutanei.

Antielmintica: capacità di uccidere i vermi parassiti intestinali.

Antiemetico: che previene e reprime nausea e vomito.

Antiemorragico: che arresta l’emorragia favorendo la chiusura dei vasi capillari e la coagulazione del sangue*.

Antiflogistico: antinfiammatorio (V. anche Infiammazione).

Antinevralgico: che combatte i dolori localizzati lungo i nervi sensitivi (V. anche Nevralgia).

Antiossidante: in grado di rallentare o impedire il processo di ossidazione di alcune sostanze presenti nell’organismo, al fine di ridurne o annullarne la nocività. Le reazioni di ossidazione, dovute al metabolismo, anche se fondamentali per la vita possono essere altrettanto dannose. Esse infatti possono produrre radicali liberi, che sono molecole che danneggiano le cellule e sono responsabili del loro invecchiamento. Le sostanze antiossidanti esercitano perciò una benefica azione sul sistema cardiocircolatorio e sulle malattie neurodegenerative, nonché aumentano le difese immunitarie. Sono utilizzate anche nei cibi e nei cosmetici come conservanti.

Antipiretico: combatte la febbre* e ne previene gli eccessi.

Antisettico: che impedisce o rallenta lo sviluppo dei microbi; leggasi disinfettante.

Antispasmodico: V. Antispastico.

Antispastico: che riduce lo spasmo* muscolare; riduce la contrazione prolungata di un muscolo o di una parte di esso; mitiga o fa cessare le convulsioni*; allevia e fa diminuire il dolore*.

Antocianine: dette anche antociani, sono tra i più importanti pigmenti presenti nei vegetali, appartenenti alla famiglia dei flavonoidi*. Si trovano soprattutto nei fiori e nei frutti, ma si possono riscontrare anche nelle foglie e nelle radici. Il colore può variare dal rosso al blu, a seconda del pH dei tessuti e della formazione di sali con i metalli pesanti presenti. Nelle piante svolgono l’importante funzione di proteggere le stesse dai danni causati dalle radiazioni ultraviolette. Nell’uomo l’assunzione di tali sostanze, grazie alla loro marcata attività antiossidante*, rafforza le difese immunitarie, protegge le cellule dell’organismo dall’azione nociva dei radicali liberi (molecole che si formano dal metabolismo con i processi di ossidazione, che danneggiano le cellule e sono responsabili del loro invecchiamento), previene i rischi delle malattie cardiovascolari e di molti tumori. Gli alimenti particolarmente ricchi di antocianine sono ribes, ciliegie, cavolo rosso, uva rossa, fragola, sambuco, bacche. Le antocianine sono impiegate nell’industria alimentare come additivi con la sigla E163 (colorante rosso antociano). Industrialmente si ricavano dalla buccia dell’uva rossa.

Aperitivo: contiene principi amari che stimolano l’appetito e predispongono la digestione.

Arbusto: a differenza dell’albero*, è una pianta* i cui rami si separano dal tronco centrale in posizione molto vicina al terreno o il cui tronco non è presente del tutto ed in genere ha un’altezza non superiore ai 4 – 5 m.

Arteriosclerosi: indurimento (sclerosi) delle pareti delle arterie che solitamente compare con il progredire dell’età. Tale indurimento è dovuto all’accumulo di tessuto connettivale fibroso in sostituzione di quello elastico.

Articolazione: è la struttura anatomica di connessione tra due o più ossa tramite il tessuto connettivo*. Le articolazioni del corpo umano sono tantissime e talvolta molto complesse; esse servono allo scheletro per poter espletare la sua funzione di sostegno e di mobilità. Dal punto di vista strutturale, a seconda della natura del tessuto connettivo, possono suddividersi in: articolazioni fibrose, articolazioni cartilaginee e articolazioni sinoviali (V. anche Cartilagine articolare e Membrana sinoviale). Invece dal punto di vista funzionale possono suddividersi in: articolazioni immobili o sinartrosi, articolazioni ipomobili o anfiartrosi e articolazioni mobili o diartrosi che sono le più numerose. Esempi: le articolazioni delle ossa del cranio sono sinartrosi e fibrose, le articolazioni delle vertebre sono anfiartrosi e cartilaginee, l’articolazione della spalla è diartrosi e sinoviale.

Artrite: è un’infiammazione* articolare caratterizzata da calore, tumefazione, arrossamento, dolore, rigidità, che colpisce prevalentemente le articolazioni dotate di maggiore movimento (ginocchia, polsi, gomiti, dita di mani e piedi, anche, spalle). Le cause possono essere di origine metabolica, traumatica, infettiva ed altro. Una forma particolare è l’artrite reumatoide che è un tipo di artrite autoimmune, cioè dovuta ad attacchi del sistema immunitario nei confronti delle articolazioni. Colpisce a tutte le età e può riguardare tutte le articolazioni. Il dolore si avverte anche a riposo.

Artrosi: è la lenta degenerazione della cartilagine articolare*. A differenza dell’artrite raramente sono presenti gonfiore e calore, il dolore subentra con il movimento e cala con il riposo, le articolazioni più colpite sono quelle che sostengono il peso del corpo, come anche e ginocchia. Interessa prevalentemente le persone anziane, ove la malattia si manifesta a seguito dell’usura della cartilagine di un’articolazione, che diventa sottile fino a scomparire del tutto, con il risultato che le superfici ruvide delle ossa strofinano una contro l’altra procurando dolore e rigidità. Nei casi più gravi può subentrare la deformazione dell’articolazione. La patologia può essere anche dovuta ad un eccesso di movimenti specifici ed a contusioni o ripetuti microtraumi.

Ascesso: è una raccolta di pus in una cavità, cutanea o sottocutanea, formatasi per necrosi colliquativa dei relativi tessuti, cioè per un processo degenerativo che comporta la fluidificazione dei tessuti. E’ l’espressione di un processo infiammatorio locale, determinato quasi sempre da batteri*. Si manifesta con tutte le caratteristiche dell’infiammazione*: tumefazione, calore, rossore, dolore e limitazione funzionale della parte colpita. Se la cavità non si svuota naturalmente, è necessario l’intervento chirurgico. Nel caso di mancato svuotamento, l’ascesso di modesta entità può essere riassorbito con la formazione di una cicatrice altrimenti si avrà la formazione di una cisti.

Asinergico: V. Rimedio omeopatico asinergico.

Asma: infiammazione* delle vie respiratorie causata da diversi fattori tra cui un ruolo sempre più importante assumono le sostanze allergizzanti presenti nell’aria come acari e pollini. I sintomi sono difficoltà di respirazione, che si accentua durante il cosiddetto attacco d’asma dove si verifica una vera e propria ostruzione dei bronchi, tosse*, respiro sibilante, difficoltà ad espellere il catarro* accumulatosi nei bronchi infiammati.

Astringente: capacità di ridurre le secrezioni dei tessuti infiammati; dicesi anche di farmaci che riducono l’evacuazione intestinale.

Atassia: perdita della coordinazione muscolare, dovuta a lesione del sistema nervoso, che rende difficile l’esecuzione dei movimenti volontari.

Aterosclerosi: è una forma di arteriosclerosi* consistente nella formazione sulle pareti interne delle arterie di placche, dette ateromi o placche aterosclerotiche, costituite dai grassi presenti nel sangue (colesterolo*, trigliceridi*) che poi si trasformano in tessuto fibroso e connettivale, quindi calcificano ed infine degenerano andando in necrosi . L’aterosclerosi comporta gravi rischi per la salute tra cui i più gravi sono l’ictus cerebrale e l’infarto del miocardio.

Attività antropiche: sono le attività dell’uomo che hanno incidenza sull’ambiente.

Aurantiamarina: olio essenziale* contenuto nell’arancia amara, cui si deve il caratteristico gusto amarognolo, adoperato per liquori, canditi e marmellate.

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Kalium chloratum

DESCRIZIONE

Glossario A - image  on https://rimediomeopatici.comKalium chloratum o anche Kalium muriaticum è il cloruro di potassio (formula chimica KCl), cioè è il sale di potassio dell’acido cloridrico. A temperatura ambiente si presenta come una polvere cristallina bianca. E’ solubile in acqua e piuttosto insolubile in etanolo. In natura si rinviene nella silvite che è un minerale proveniente da giacimenti salini e da emanazioni vulcaniche.

Il rimedio omeopatico Kalium chloratum (o anche Kalium muriaticum) si ottiene per triturazione del cloruro di potassio con lattosio e successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica. Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione “Approfondimenti”.

Il sale minerale cloruro di potassio si trova in quasi tutte le cellule dell’organismo ed è particolarmente abbondante nelle cellule del cervello, dei nervi, dei muscoli e negli eritrociti (globuli rossi). Regola la formazione della fibrina, che è la proteina responsabile del processo di coagulazione del sangue.

Quando le cellule perdono cloruro di potassio conseguentemente ad uno squilibrio dovuto a malattia, la fibrina viene in superficie assumendo l’aspetto di una massa bianca o bianco-grigiatra (se secca forma desquamazione farinosa della pelle), oppure sottoforma di essudati o di gonfiori (edemi). Quindi una secrezione farinosa è indice di carenza di KCl.

Lo ione potassio k+ (catione) ha una funzione vitale nel corpo umano. Quello presente nei liquidi intracellulari regola l’eccitabilità neuromuscolare e la ritmicità del cuore; insieme al sodio controlla il bilancio idrico, ossia la distribuzione dei fluidi all’interno ed all’esterno delle cellule e ne mantiene l’equilibrio acido-base; stimola i reni a produrre urina e quindi regola la ritenzione idrica; svolge un’azione fondamentale nella sintesi delle proteine e degli acidi nucleici (DNA e RNA); stimola la secrezione di insulina; aiuta la trasformazione del glucosio in glicogeno (forma in cui il glucosio può essere immagazzinato nel fegato e poi adoperato dall’organismo); contribuisce a mantenere la pelle sana. Quello presente nei  liquidi extracellulari  è coinvolto nel processo di trasmissione degli impulsi nervosi, nel controllo della contrazione muscolare e della pressione arteriosa. Normalmente il 95% del potassio è contenuto nei liquidi intracellulari mentre il restante 5% si trova nei liquidi extracellulari. Tale equilibrio è mantenuto dalla pompa sodio-potassio, che è responsabile del mantenimento, all’interno delle cellule, di una elevata concentrazione di potassio e di una bassa concentrazione di sodio.

Una carenza di potassio provoca debolezza muscolare, ipereccitabilità, aritmie ed alterazioni elettrocardiografiche. Un eccesso di potassio provoca astenia, crampi muscolari, ipotensione, bradicardia (riduzione della frequenza cardiaca), arresto cardiaco.

Sono particolarmente ricchi di potassio i seguenti alimenti: barbabietola rossa, cavolfiore, cavolo, crescione, dente di leone, fichi, lattuga, cappuccio, lenticchie, mele, more, noce di cocco, noci, olive, orzo, pastinaca, pomodori, pompelmi, limoni maturati sulla pianta, sedano, spinaci.

Il cloruro di potassio ha un’azione disintossicante: la cura con questo sale minerale ha dato buoni risultati per ridurre gli effetti collaterali nei casi di vaccinazione o di assunzione di medicinali o di sostanze narcotiche o di metalli.

Oltre all’uso farmaceutico, il cloruro di potassio trova impiego nella produzione di fertilizzanti ed è un additivo alimentare identificato dalla sigla E508.

Kalium chloratum è anche uno dei sali del dott. Schüssler, medico tedesco (1821 – 1898) cui si deve la paternità di un metodo terapeutico che adopera come farmaci 12 sali minerali inorganici (ai quali successivamente se ne sono aggiunti altri 12 detti complementari). Egli sosteneva che gli organi ed i tessuti si ammalano perché le cellule che li costituiscono non contengono più le quantità di sali minerali necessarie al mantenimento dello stato di buona salute. Integrando a piccole dosi la perdita di tali sali si guarisce la cellula e con essa tutto l’organismo. Questo modo di curarsi, anche se i sali si preparano con un metodo molto simile a quello omeopatico,  per i presupposti terapeutici sinteticamente suesposti non è definibile omeopatico.

Hahnemann, in ogni caso, affermava che i rimedi omeopatici sono molto più efficaci se assunti insieme ai sali minerali. Secondo le teorie odierne i sali minerali aiutano a trasferire le informazioni dettate dai rimedi omeopatici.

Spesso una carenza di sali minerali nell’organismo, come pure la presenza di sostanze tossiche, quali ad es. i metalli pesanti, ne può alterare l’equilibrio interno abbassando le difese immunitarie e favorendo quindi la proliferazione microbica, nel senso che si può determinare un ambiente favorevole alla vita di virus e batteri che normalmente vivono da saprofiti (cioè che sono inoffensivi) nel nostro organismo e che possono trasformarsi in patogeni (cioè che causano malattie).

CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO

Il rimedio omeopatico Kalium chloratum è un rimedio turbercolinico (in Omeopatia si definisce turbercolinico un soggetto che presenta una “reattività” simile a quella dell’ammalato di tubercolosi), come lo sono Natrum muriaticum, Silicea, Pulsatilla, Iodum, Kalium carbonicum, ed altri.

Il rimedio è utile nel II stadio di un processo infiammatorio, quando cioè subentra l’infiltrazione e l’essudazione (produzione di un liquido infiammatorio extravascolare, l’essudato, ad elevata concentrazione proteica che si raccoglie nei tessuti a seguito dell’infiammazione), ad es. nello stato catarrale che segue ad un’infiammazione acuta. E’ usato quando il catarro ha un aspetto fibrinoso, denso, di colore bianco-latte o bianco-grigiastro, nei casi di stati  cronici delle alte e basse vie respiratorie, nelle otiti tubariche; il muco non riesce ad essere eliminato e occlude le vie respiratorie ed i canali uditivi, l’esofago, la laringe, la faringe, la trachea, dove ristagna. E’ adoperato altresì nella diarrea cronica, nelle perdite vaginali ed in alcune forme di dermatite.

Il soggetto Kalium chloratum presenta colorito bianco-latteo (ma anche latteo-bluastro, latteo-rossastro) soprattutto localizzato alle palpebre, come veri e propri occhiali. Ha la radice della lingua di colore biancastro, senza muco. Le feci sono molto chiare e soffre di stipsi. L’appetito è ridotto. Ha vertigini. E’ un dogmatico, non infrange mai le regole, non scende a compromessi, non conosce le vie di mezzo, teme tutto ciò che non riesce a controllare, le malattie, il futuro.

Le persone che hanno bisogno del rimedio sono ottimi consiglieri, riescono sempre a fornire suggerimenti saggi e giudiziosi, molte volte individuano con rapidità le cause dei problemi altrui. Solo con loro stessi tutto questo non funziona. Hanno inquietudine interiore; sono indolenti, taciturni, indifferenti ad ogni piacere; sono ostinati, irrisoluti; stanno molto davanti al televisore e al computer; hanno una patina bianco-grigiastra sulla lingua. Le donne hanno mestrui di sangue scuro e leucorrea lattiginosa.

I disturbi e i dolori si fanno sentire solo con il movimento; peggiorano con l’assunzione di cibi pesanti, grassi, freddi, di bevande fredde, dopo uno sforzo e con il freddo umido; migliorano con il calore.

Il rimedio aiuta a cicatrizzare le ferite con gonfiore insieme a Calcium fluoratum; cura le congiuntiviti insieme a Calcium sulphuricum, Ferrum phosphoricum, Natrium phosphoricum e se purulenti insieme a Silicea. Si dimostra utile nei casi di cataratta, glaucoma, retinite, irite, orzaiolo insieme con altri sali minerali, secondo necessità. E’ adoperato altresì nelle fratture ossee con gonfiore e nelle gengiviti, con gengive moderatamente sanguinanti e tumefatte, insieme a Kalium phosphoricum e Calcium sulphuricum.

In sintesi il rimedio omeopatico Kalium chloratum si rivela particolarmente efficace in tutti i casi di gonfiori e nello stato catarrale che seguono un’infiammazione acuta, quando il secreto è denso, fibrinoso, bianco-grigiastro e, parlando della cute, vi è presenza di squame dello stesso colore.

USO DEL RIMEDIO

Si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio:

1) GONFIORI e tumefazioni di ogni tipo causati da infiammazioni. Se l’infiammazione riguarda le ghiandole linfatiche viene aggiunto Natrium phosphoricum. Il rimedio infatti aiuta le ghiandole nel loro compito di disintossicazione dell’organismo. Si usa nei casi di ingrossamento delle ghiandole dovuto a parotite, nella tenosinovite (infiammazione che coinvolge i tendini e le guaine sinoviali, cioè le membrane che li avvolgono), nelle tonsille gonfie; per queste tre patologie si sono dimostrati efficaci gli impacchi con la pomata a base di Kalium chloratum. Inoltre è usato nei gonfiori di tipo articolare dovuti ad artrosi o reumatismo articolare, unitamente ad una dieta alimentare povera di acidi; nel colpo della strega con gonfiore; nei casi di borsite (processo infiammatorio della borsa sierosa di un’articolazione) ove si adopera insieme a Ferrum phosphoricum, Natrium phosphoricum e Silicea; nei casi di gengiviti con gonfiore; contusione con gonfiore; ferite con gonfiore; emorroidi; negli edemi ove si usa con Natrium chloratum e Natrium sulphuricum; nei casi di pericardite, peritonite, pleurite, poliartrite, flebite ove si adopera insieme ad altri sali minerali, a seconda dei casi.

2) RAFFREDDORE con muco biancastro o bianco-grigiastro e denso. Sordità temporanea per aumento di secrezione nell’orecchio. Muco difficile da espellere che permane nella faringe (faringite), nella laringe (laringite) con deglutizione difficile, nella trachea (tracheite) provocando tosse con espettorazione difficile di muco bianco-latteo e raucedine cronica.

3) OTITE (infiammazione dolorosa a carico dell’orecchio) media acuta catarrale conseguente a rinite acuta, con muco biancastro che determina sordità temporanea e intermittente, senso di pienezza con catarro nella tromba di Eustachio, fischi auricolari, OTALGIA (dolore all’orecchio dovuto a processi patologici in altre sedi, quali ad es. laringite, faringite, nevralgia del trigemino, ecc.).

4) OCCHI: cataratta, congiuntivite, irite, glaucoma, retinite, orzaiolo accompagnati da secrezione di muco bianco dagli occhi.

5) PELLE: acne (dermatosi che colpisce il viso, caratterizzata dalla formazione di comedoni, papule, pustole che si formano allo sbocco delle ghiandole pilo-sebacee per ristagno della secrezione); psoriasi (malattia infiammatoria della pelle solitamente cronica e recidivante che si presenta in varie forme; si manifesta con la comparsa di macchie rossastre e rotondeggianti, ricoperte di squame; colpisce prevalentemente il cuoio capelluto, gomito e ginocchio, la zona lombo-sacrale); verruche; eruzioni cutanee secche e farinose; efelidi (macchie brune che compaiono in alcuni individui per accumulo di pigmento dopo esposizione al sole, soprattutto sul volto) ove si usa insieme a Kalium sulphuricum; comedoni (alterazioni della pelle caratteristiche dell’acne, formate da grassi e cheratina, che possono presentarsi sotto forma di punti bianchi o neri) ove si usa con Ferrum phosphoricum; erisipela (infezione acuta della pelle che si manifesta con febbre e con chiazze calde, rosse, dolenti, tendenti alla diffusione, specie su braccia, gambe e volto); geloni ove si usa con Natrium sulphuricum; orticaria ove si usa con altri sali minerali; unghie incarnite; foruncoli; herpes labiale (infezione causata dal virus Herpes simplex che compare generalmente sulle labbra sotto forma di vescicole contenenti liquido sieroso, che dopo l’infiammazione si asciugano e formano una piccola crosta giallastra); crosta lattea; forfora.

6) MUSCOLI, NERVI, CARTALIGINE: il rimedio favorisce la formazione di cellule muscolari e di fibre nervose. Regola l’attività muscolare in caso di convulsione muscolare e l’attività dei nervi in caso di carichi elettromagnetici. E’ utile in caso di ematomi traumatici dovuti a strappi muscolari, ove si può associare a Calcium fluoratum, Ferrum phosphoricum, Silicea. Aiuta a ricostruire la cartilagine delle articolazioni.

7) INTOSSICAZIONE: il rimedio lega le sostanze tossiche dei vaccini e quelle dei farmaci portandole all’eliminazione. E’ utile nel caso di anestesia totale, quando permangono a lungo effetti collaterali quali malessere, nausea e smemoratezza. E’ usato anche nei casi di disturbi epatici, ingrossamento del fegato, cirrosi, nonché per diarrea cronica, leucorrea lattiginosa nelle donne.

DOSI

In tutti i casi diluizione 15CH, 3 granuli 3 volte al dì.

Ad integrazione:

• nei casi 1) e 6) utilizzare anche la pomata Kalium chloratum per applicazioni locali; nel caso 1) meglio con impacchi tiepidi se il gonfiore riguarda organi interni;

• nel caso 2) usare anche impacchi tiepidi di pomata Kalium chloratum sul torace e sulla schiena.

(*) V. Note esplicative

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