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Salvia

La Salvia è una specie sempreverde aromatica appartenente alla famiglia delle Labiatae, con foglie color grigioverde e fiori estivi blu-malva. È una notissima pianta della Macchia Mediterranea molto usata in cucina e in campo erboristico. Ha un odore forte, aromatico, sapore caldo, piccante, leggermente amaro. Tra le sostanze in essa contenute vi sono Flavonoidi; olio essenziale (chetoni, acetato di borneolo, pinene e canfora); derivati dell’acido caffeico (acido clorogenico e acido rosmarinico); diterpeni e triterpeni; tannini; sostanze estrogeniche.

L’olio essenziale ha un colore verde tendente al bruno, se proviene da piante giovani, altrimenti ha colore giallo-bruno. La maggior parte delle sue proprietà antibatteriche, antifungine, virustatiche, antiossidanti, toniche per la pelle, cicatrizzanti, coleretiche, antidispeptiche, adattogene, astringenti e antisudorifere sono ascritte principalmente all’olio essenziale.

Salvia
Salvia
Presso gli antichi era molto stimata e apprezzata al punto tale che essi la usavano per la cura di molte malattie.

La Scuola di Salerno insegnava: “Cur moriatur homo, cui salvia crescit in horto?” ma: “Contra vim mortis non est medicamen in hortis”. Tutti i medici dal medico greco Ippocrate, il filosofo e botanico Teofrasto, il botanico e medico greco Dioscoride, il medico romano Galeno, l’alchimista Agrippa fino ai moderni l’hanno largamente usata e alcuni la usano anche ora.

Nella medicina popolare e in omeopatia la salvia è adoperata per trattare disturbi gastrointestinali, come flatulenza, diarrea ed enteriti; contro l’infiammazione e l’irritazione cutanea; nei casi di vaginite, laringite, faringite, stomatite e come rimedio contro il sanguinamento gengivale; per contrastare l’eccessiva sudorazione, specie in menopausa; per taluni disturbi ovarici; nei casi di digestione lenta e alcune affezioni del tratto respiratorio, quali tossi, bronchiti e faringiti.

La Salvia comune è una delle piante officinali più adoperate ed efficaci per la menopausa, in modo particolare per limitare la sudorazione eccessiva e per le vampate di calore, di cui si può preparare l’infuso delle foglie (meglio fresche, ma vanno bene anche quelle secche). L’infuso è usato anche per controllare l’ipertensione perché contrasta la ritenzione idrica; per abbassare la glicemia; nella disfonia, afonia, raucedine e sintomi concomitanti in gargarismi; per risciacqui orali nei casi di lingua rossa (glossite, carenza di vitamine, ecc.) e anche di lingua bianca (infezione batterica o fungina, secchezza della bocca, ecc.); per fare impacchi alle ascelle; per le problematiche dell’apparato respiratorio, come espettorante; per il sistema nervoso, come calmante; per contrastare la caduta dei capelli e la forfora.

Ma la pianta è utile anche in caso di parodontosi e di carie, mal di gola, bruciore della gola, sintomi che traducono un’irritazione o un’infiammazione a carico della faringe; per agevolare la cicatrizzazione delle ferite; per le piaghe da decubito e per regolarizzare il flusso mestruale.

L’unguento alla salvia ha ottime proprietà antisettiche e cicatrizzanti, per cui aiuta la tonificazione e la rigenerazione della pelle in caso di lesioni (ferite, piaghe, ulcere da varici, ecc.), esercitando anche un’azione disinfettante.

Il fitoterapico Salvia T.M. esercita un’azione di drenaggio blanda relativamente a pelle, apparato genitale femminile, fegato.

È anche un rimedio naturale per sbiancare i denti, disinfettare le gengive e mantenere l’alito fresco, tant’è che molti dentifrici la utilizzano come ingrediente. Basta strofinare le parti con alcune foglie fresche della pianta, dopo averle pulite delicatamente con uno straccetto umido.

Come preparare un dentifricio fai da te, un dentifricio biologico

Si può preparare in casa adoperando varie sostanze naturali, come, ad esempio, l’argilla verde ventilata, l’argilla bianca, le foglie di salvia, le foglie di menta piperita, il bicarbonato di sodio, il gel di aloe vera, ecc.

LE VARIETA’ PIU’ DIFFUSE

Un tipo di salvia da interni e semirustica è la nota S. Elegans o S. rutilans, con foglie ovali, steli rossi con racemi di fiori invernali color scarlatto. Le sue foglie hanno un profumo di ananas ed è usata per esaltare i piatti a base di pollame, maiale e formaggio. Le foglie giovani vengono fritte nel burro e servite con la panna. Profumano il pot-puorrie possono venire bruciate per produrre un fumo deodorante per interni.

Altrettanto conosciuta è la S. lavandulifolia che possiede foglie appuntite, balsamiche e fiori viola-blu; viene adoperata come depuratore astringente.

C’è anche la S. hispanica i cui semi forniscono una bevanda tonica.

La pianta perenne di Salvia Miltiorrhiza ha foglie insolite, verdi e lobate, con il lobo medio più grande degli altri. Possiede piccioli fogliari lunghi e spighe floreali viola-blu in estate. Nella medicina cinese un decotto preparato con le radici cura mestruazioni irregolari. È usata come tonico per il fegato, per le contusioni, per le infiammazioni del seno, delle ossa, dei reni; nonché per l’esaurimento nervoso e per l’insonnia.

La Salvia Sclarea è una pianta biennale rustica, possiede infiorescenze con brattee persistenti, colorate e grandi foglie aromatiche. Il suo olio essenziale è adoperato per i profumi e i cosmetici. Il distillato di fiori e foglie calma gli occhi stanchi. In aromaterapia è un efficace rilassante contro stress, affaticamento, problemi digestivi, mestruali e asma.

Ma quella più comune è senz’altro la Salvia officinalis: una pianta da giardino, una specie sempreverde aromatica con foglie color grigio-verde e fiori estivi blu-malva. Le sue foglie possiedono un sapore intenso che tende ad aumentare quando sono essiccate. Si adopera in quantità limitata per aromatizzare i cibi e per facilitare la digestione dopo pranzi abbondanti. I fiori vengono aggiunti alle insalate e fermentati per ottenere una tisana leggermente balsamica, mentre la tisana a base di foglie agisce sul sistema nervoso. La salvia contiene precursori degli ormoni che regolarizzano le mestruazioni e alleviano i disturbi della menopausa.

Tra le altre specie officinalis: la “Purpurescens”,la “Purpurescens variegata”, quella “a foglia larga”, la “tricolor”, la “Prostrata”, la “Icterina”.

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(*) V. Note esplicative

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W i segreti della nonna

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Allontaniamo mosche e zanzare

• Per tenere lontane mosche e zanzare collochiamo in casa una pianta di Eucalyptus in vaso: da questo momento non ci saranno più insetti e quindi non più punture. L’Eucalipto infatti è ottimo per allontanare gli insetti e non è affatto tossico per l’uomo; inoltre è un disinfettante, aiuta a respirare meglio ed agisce da fortificante.

• Anche le foglie di basilico tengono lontane le zanzare.

• Il succo delle foglie di prezzemolo è altresì efficacissimo per allontanare zanzare ed insetti.

Stop al singhiozzo

• Per eliminare il singhiozzo assumere alcune gocce di aceto, da sole o su una zolletta di zucchero.

• Va bene anche inalare l’aroma rilasciato dai semi di anice scaldati a bagnomaria, dopo averli tritati e ridotti in polvere.

• Efficace altresì allo scopo è l’infuso di valeriana (15 g di foglie per 1 litro d’acqua bollente), di cui berne 3 bicchieri al dì.

• Si dimostra valido anche il vino di finocchio.

Per contrastare la balbuzie

• Può essere di valido aiuto per diminuire la balbuzie, l’assunzione dell’infuso di foglie e fiori di primula (2 – 3 g in 200 ml d’acqua bollente), alla dose di 1 tazza 2 – 3 volte al dì.

Contro il mal di mare ed il mal d’auto

• Per prevenire la nausea e tutti i malesseri tipici del mal di mare e del mal d’auto, è utile inalare dal fazzoletto qualche goccia di olio di menta piperita.

• Va bene anche annusare melissa, basilico, cannella, camomilla, a seconda delle preferenze.

• Per calmare la nausea, durante il viaggio si può assumere una tazza di infuso di semi di finocchio (1 cucchiaino in 200 ml d’acqua bollente), meglio se finocchio selvatico.

• In caso di vertigini si possono massaggiare dolcemente per alcuni minuti le fossette dietro i lobi delle orecchie; invece in caso di agitazione e inquietudine si possono stimolare i gomiti flessi.

• Qualche giorno prima di intraprendere il viaggio, si può bere una tazza mattino e sera dell’infuso di foglie di melissa e fiori di camomilla (1 cucchiaio della miscela a parti uguali in 1 tazza d’acqua bollente). E’ un’ottima prevenzione.

• Le foglie sbriciolate di angelica poste all’interno dell’automobile riducono il mal d’auto.

Come preparare una birra casalinga

La nonna ci tramanda una vecchia ricetta con cui si può preparare in casa un’ottima birra, molto economica, rinfrescante, diuretica, piacevole e sanissima, utilizzando la radice (rizoma) della gramigna. Si mettono in un tino di una certa capacità 5 kg di radici di gramigna sminuzzate, ben pulite e ben lavate, su cui si versa un po’ alla volta tanta acqua tiepida quanto basta perché siano sempre nello stesso stato di umidità. Dopo 3 giorni circa si vedono formare dei piccoli germogli biancastri. Quando questi germogli sono lunghi circa 1 cm, si pone il tutto in una damigiana con imboccatura larga, della capacità di circa 25 litri, si aggiungono 2,5 kg di zucchero, 1,5 kg di bacche di ginepro schiacciate e 75 g di lievito di birra. Quindi si versano 4 litri di acqua bollente, si agita energicamente con un bastone introdotto dall’apertura della damigiana e si lascia riposare una settimana. Di tanto in tanto si aggiunge un po’ d’acqua, bollita precedentemente, per compensare quella che si perde. Quindi si filtra e si travasa in un nuovo contenitore ben pulito, dopodiché la birra è pronta per l’uso.

 

Come preparare un ottimo maraschino

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Il maraschino è un liquore che deve il suo nome alle marasche, varietà di amarene originaria della Croazia e più precisamente della Dalmazia. E’ detto anche “rosolio di Zara” poiché in questa città ebbe inizio la produzione fin dal lontano medioevo. La nonna lo preparava così. Mettere in un recipiente con coperchio i noccioli di marasche (in mancanza si possono utilizzare le amarene nostrane), coprirli di alcool puro per alimenti e lasciarli macerare al buio per circa 3 mesi. Quindi filtrare l’alcool. Preparare uno sciroppo con acqua sterilizzata tiepida e zucchero in uguali quantità, a loro volta uguali alla quantità di alcool. Amalgamare bene, lasciar raffreddare e aggiungere l’alcool di cui in precedenza. Filtrare e imbottigliare. Dopo un paio di giorni filtrare di nuovo e ripetere tale operazione finché il liquore non diventa limpido.

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Come preparare ottimi digestivi

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La nonna amava preparare questo liquore alle prugne buonissimo ed ottimo digestivo. In un recipiente si fanno cuocere 30 – 40 prugne ridotte in pezzi (senza buccia e senza nocciolo) con 5 litri di buon vino bianco; dopo circa 20 min si toglie dal fuoco e si aggiungono 5 g di cannella frammentata; si fa macerare il tutto, per 3 – 4 giorni, in un recipiente coperto; quindi si filtra, si aggiunge 1 kg di zucchero e si fa bollire di nuovo per pochi minuti; si lascia raffreddare; infine si versa 1 litro d’alcool per alimenti, possibilmente a 90°, e si conserva in una bottiglia ben tappata.

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Digestivo alle ciliegie. Lavare, asciugare e privare del peduncolo 1 kg di ciliegie. Schiacciarle e porle con il loro nocciolo in un recipiente di coccio. Lasciarle asciugare all’aria per 3 – 4 giorni e quindi aggiungere 250 g di zucchero e 2 litri di alcool a 60° (1 litro e 1/4 di alcool per alimenti a 95° + 3/4 di litro d’acqua bollita e raffreddata). Lasciar fermentare in un luogo fresco e buio (sarebbe ideale la cantina) per almeno 1 mese. Filtrare e conservare in bottiglie con tappo.

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Ratafià di ipericoRatafià di iperico, ottimo aperitivo e digestivo (stimola l’appetito, facilita la digestione, impedisce l’acidità di stomaco, ecc.). Si mettono a macerare, per circa 15 giorni, in una bottiglia ben chiusa, 2 litri di acquavite e 30 g di fiori secchi di iperico con 2 limoni tagliati. Si filtra, comprimendo bene il residuo, si aggiungono 150 g di zucchero e si imbottiglia per la conservazione.

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Sciroppo liquoroso di noce, efficacissimo per favorire la digestione, per eliminare i gas intestinali, per lenire il mal di testa conseguente a pesantezza digestiva. Togliere il mallo a 50 noci fresche e porle in un recipiente di coccio insieme a 2 litri di buona acquavite, 1 g di cannella, 1 g di chiodi di garofano, 1 g di macis (nome commerciale dell’involucro carnoso, arillo, che avvolge il seme della noce moscata, di colore rosso da fresco, giallo da secco). Dopo un mese circa di macerazione, si filtra e si aggiunge uno sciroppo costituito da 1 litro di acqua bollita in cui si scioglie zucchero a piacere, fino ad un massimo di 1 kg. Si mescola il tutto e si versa in una bottiglia con tappo per la conservazione e per l’uso.

Altre ottime preparazioni casalinghe

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Come preparare l’acqua di melissa. Far cuocere per 5 min in 500 ml d’acqua 25 g di foglie di melissa, cui si aggiungono 5 g di ciascuna delle seguenti piante: scorza di limone grattugiata, chiodi di garofano, cannella, noce moscata. Si aggiunge poi 500 ml di buona acquavite. Si pone il tutto in un recipiente di vetro ben chiuso e si espone al sole o in un luogo caldo. Dopo 4 settimane si filtra e si conserva in bottiglia ben tappata. Se ne prende 1 cucchiaino da caffè, in poca acqua, prima dei pasti nei casi di problemi di stomaco, nelle debolezze nervose, nei disturbi del cuore di origine nervosa, nella nevrastenia, nei vomiti nervosi, nella malinconia, nei disturbi del ventre e delle regole, nei dolori uterini.

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.comCome preparare una crema di alchemilla. La nonna la usava moltissimo perché ne apprezzava le molteplici virtù e ne teneva in casa sempre una scorta. Oggi alle creme di questa pianta si riconoscono diverse proprietà terapeutiche, come quelle di curare e lenire le infiammazioni e le irritazioni cutanee, di donare tonicità ed elasticità alla pelle, di idratare, di cicatrizzare, di normalizzare l’eccessiva produzione sebacea ed altro ancora. La  nonna la preparava così. Si prendono 2 g di estratto fluido di alchemilla (la comune tintura madre), 12 g di idrolato di rosa (costituisce la parte acquosa della crema e oltre a dare la profumazione aiuta a donare tonicità alla pelle), 10 g di lanolina e 30 g di vasellina, che costituiscono la base grassa (eccipiente). Si sciolgono la lanolina e la vasellina in un contenitore scaldato a bagnomaria. Si aggiungono l’idrolato di rosa e l’estratto fluido di alchemilla e si fa bollire il tutto a fuoco lento per pochi minuti, mescolando continuamente per evitare che si attacchi. Prima che il composto si raffreddi si versa in vasetti non trasparenti con coperchio per la conservazione ed il successivo uso.

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Come preparare un’acqua di colonia, ottima per la toilette. Mettere a macerare, per 15 giorni, 15 g di sommità fiorite di lavanda in 200 ml di alcool a 80° (167 ml di alcool per alimenti a 95° + 33 ml d’acqua bollita e raffreddata). Dopo si filtra, comprimendo bene il residuo, e si aggiungono 1 g di essenza (sinonimo di olio essenziale) di limone, 1 g di essenza di cedro, 1,5 g di essenza di bergamotto, 0,5 g di essenza di rosmarino, 1 g di essenza di neroli (olio essenziale dei fiori di arancio amaro), 1 g di tintura di benzoino, 3 g di alcolato di melissa. Si versa in una bottiglietta con coperchio per la conservazione e l’uso.

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Per preparare un unguento alla salvia, macerare un pugno di foglie fresche di salvia sminuzzate in 1/2 litro di alcool per 24 ore. Filtrare e mescolare con 500 g di burro sciolto, o strutto o altro grasso. Amalgamare bene e utilizzare l’unguento per frizioni locali. E’ un ottimo antisettico e cicatrizzante.

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Per preparare un unguento di calendula occorre il succo fresco della pianta o delle sue foglie e, nella proporzione 1:6, burro fresco, o strutto, o altra sostanza grassa. Il tutto si fa amalgamare con una cottura a bagnomaria. Le applicazioni locali di tale unguento sono utili per lesioni cutanee, piaghe, punture d’insetti, calli, funghi, vene varicose.

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Il decotto di crusca di grano, che si prepara facendo bollire un pugno di crusca in acqua per 3/4 d’ora, è un cibo leggero e molto nutriente per anziani, fanciulli e convalescenti. Un tempo veniva dato, addolcito con poco miele o zucchero e fatto cuocere per un altro quarto d’ora, alle persone debole e malaticce, alla dose di 1/2 litro al dì, da solo o con il pane (a zuppa).

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Un vino alla quercia è una bevanda tonica ed indicata per chi soffre di incontinenza urinaria. Si prepara mettendo a macerare, per 3 – 4 giorni, 30 – 60 g di corteccia di giovani rami di quercia ridotti in frammenti in 1 litro di vino rosso. Si filtra e si assume alla dose di 1 bicchierino prima dei pasti.

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Invece con le ghiande di quercia è possibile preparare una bevanda sia nutriente che tonica per lo stomaco e per l’intestino. Si prendono 10 – 15 g di ghiande secche o torrefatte e si mettono a bollire, per 15 – 20 min, in 1 litro d’acqua o di latte. Si può aggiungere una piccola dose (un cucchiaino) di orzo leggermente abbrustolito e macinato. Le ghiande prima della torrefazione devono essere private della buccia. La bevanda di ghiande di quercia è un alimento di prim’ordine per i convalescenti.

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Un vino di noce è tonico, depurativo e stomachico, nonché vermifugo. Macerare 50 – 60 g di foglie fresche di noce finemente tritate in 1 litro di vino bianco, per 3 – 4 giorni. Filtrare e assumerne 2 – 3 cucchiai 2 volte al dì prima dei pasti principali.

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Come preparare una conserva di rose, utilizzando rose rosse non completamente sbocciate. Togliere ai petali l’unghia (punta inferiore bianca del petalo), macinarli in un mortaio insieme al triplo del loro peso di zucchero ed a tanto idrolato di rosa da ottenere una pasta della consistenza del miele. Assumere alla dose di 50 –100 g al dì. Rinforza i polmoni.

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Con i ricettacoli delle rose si prepara invece la marmellata. Si passano questi al setaccio e si mettono a bollire in poca acqua, schiumando di tanto in tanto, finché non diventano filamentosi. Si aggiunge una uguale quantità di zucchero e si lascia cuocere fino alla consistenza desiderata. Si versa subito in vasetti sterilizzati muniti di chiusura ermetica e si conserva in luogo fresco e buio.

Lo sapete che …

• Per eliminare il sapore della cipolla, basta masticare del caffè in polvere o in chicchi.

• Mangiare le fragole aiuta a sciogliere il tartaro dei denti.

• Per tenere lontani i topi basta mettere nei luoghi a rischio una pianta di ruta, che emana un odore a loro sgradevole.

• La saponaria è una pianta che contiene un glucoside, la saponina, che si trova in tutte le parti della pianta e che agitata in acqua la rende spumosa come fa il sapone; perciò il suo decotto era usato per sbiancare e smacchiare tessuti di seta, di lana e merletti.

• La cottura delle piante nel vino ne aumenta l’efficacia terapeutica. Anticamente venivano messe nel mosto in fermentazione mazzi di piante diverse, sì da avere vini con proprietà medicinali diverse. A mosto fermentato venivano tolte le parti vegetali e quindi si procedeva nella solita maniera per ottenere il vino. Esistevano così vini di salvia, rosmarino, assenzio, finocchio, anice, sambuco, gramigna, ecc. Questi vini medicamentosi servivano per trattare le stesse malattie curate dalle piante che vi si immettevano.

• I fiori del carciofo coagulano il latte.

• Con l’acqua dei fiori d’arancio si prepara il cosiddetto latte di gallina, che è ottimo per le affezioni respiratorie e come nutrimento che giova agli ammalati. Si sbattono 1 o 2 tuorli d’uova fresche in un po’ di latte zuccherato e si aggiunge un po’ di acqua di fiori d’arancio.

• Se si deve prendere olio di ricino oppure olio di fegato di merluzzo, si può masticare prima un po’ di scorza d’arancia per rendere più gradevole l’assunzione.

• Il sale di acetosella (che si estrae dalle foglie della pianta), sciolto in acqua, è ottimo per togliere le macchie difficili da tessuti, legno, ecc.

• Per preparare un’ottima polvere dentifricia che mantiene i denti bianchi e lucidi, aromatizza la bocca e rinforza le gengive, mescolare uguali quantità di semi di anice ridotti in polvere con polvere di carbone di pioppo o di china grigia.

• L’unghia bianca dei petali di rosa ha proprietà astringenti, mentre il lembo ha proprietà lassative.

• I semi di girasole, torrefatti e macinati, consentono di preparare un caffè utile nei casi di emicrania.

• Le foglie del noce hanno un’azione parassiticida.

• Con le patate raschiate e riscaldate lentamente si forma una pasta che è una specie di sapone usato in passato per dare biancore e splendore alla biancheria.

• Il mosto d’uva combatte la stitichezza.

• I vecchi medici prescrivevano il bagno di ginepro ai malati di gotta.

• Un tempo era consuetudine, specie in Inghilterra e Svezia, fumare le foglie di farfaro a guisa di sigaro, nei casi di tosse e asma.

• Il crescione è un antidoto della nicotina. Tale pianta si usa sempre cruda perché cotta perde le sue proprietà curative. Inoltre è un vermifugo ed è controindicato per le donne incinte.

• I semi e le foglie fresche dell’ortica, ridotte in piccoli frammenti, mescolati con cibo delle galline e delle oche, stimolano la produzione delle uova. Inoltre le foglie di ortica, sia fresche che secche, sono un ottimo foraggio per il bestiame, come mucche e pecore, ed aumentano la produzione di latte.

• Il rizoma del rabarbaro rimuove le macchie di ruggine e disincrosta le padelle. Usato fresco è utile per pulire l’ottone.

• Il succo delle foglie di acetosa toglie le macchie di ruggine, di muffa, di inchiostro da lenzuola, da mobili di vimini e da argento.

• L’acqua di cottura dei fagiolini ravviva i tessuti di lana.

• L’acqua di cottura delle patate pulisce l’argento e restituisce brillantezza alla lana ed al cuoio.

• Se vicino alle rose si coltiva del prezzemolo, questo ne migliora il profumo e la salute.

• L’olio essenziale di origano è un potente antisettico, adatto a disinfettare gli ambienti in cui si soggiorna.

• La regola generale per impostare correttamente la temperatura del forno per la cottura dei dolci è la seguente: quanto più zucchero contiene l’impasto, tanto più bassa deve essere la temperatura.

• Per eliminare dalla bistecchiera l’odore dei cibi cucinati, basta strofinarvi a caldo una manciata di farina gialla e poi sciacquare sotto l’acqua corrente.

• La cenere del camino, opportunamente vagliata, può essere utilizzata per pulire e lucidare l’acciaio, come piani cottura, lavelli, pentole, stoviglie, rubinetteria, ecc. Se ne pone una piccola quantità su una spugnetta umida, si passa sugli oggetti e poi si sciacqua.

• Per decongestionare le palpebre gonfie ed arrossate a causa della stanchezza, vi si applica sopra una fetta di patata cruda per circa mezz’ora.

• Per eliminare il giallo dai denti o certe altre macchie antiestetiche, si spazzolano i denti con lo spazzolino su cui si è apposto un pizzico di bicarbonato.

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Curiamo piaghe, ferite, ulcere

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.comLa piaga è una lesione della pelle o di una mucosa di origine non traumatica, di data antica, che tende alla guarigione per cicatrizzazione. La cosiddetta piaga da decubito è la conseguenza di una elevata o prolungata pressione su di una parte del corpo che, determinando la strozzatura dei vasi sanguigni, comporta la necrosi dei tessuti. Interessa l’epidermide, il derma e gli strati sottocutanei, fino a raggiungere, nei casi più gravi, muscoli ed ossa.

La ferita è un’interruzione di continuità della pelle e/o delle altre strutture molli del corpo, di data recente, prodotta da un agente vulnerante. In relazione al percorso ed alla profondità le ferite possono essere distinte in: superficiali, se interessano esclusivamente lo strato cutaneo e sottocutaneo; profonde, se coinvolgono anche il muscolo e le strutture sottostanti; penetranti, se si aprono su una delle grandi cavità dell’organismo (cranio, torace, addome); interne, se riguardano organi interni. A seconda del mezzo vulnerante si possono distinguere in: ferite da taglio, ferite da punta, ferite lacere (dovute ad un’azione di strappamento o stiramento, oltre che di taglio), ferite contuse (ove l’azione vulnerante è quella di contusione con la formazione di ecchimosi), ferite lacero-contuse (tra le più ricorrenti), ferite da arma da fuoco ed altre ancora. I fattori da controllare sono l’emorragia ed il rischio di infezioni. Le ferite hanno tendenza alla guarigione spontanea che avviene mediante la cicatrizzazione. I tempi e gli esiti della guarigione, sotto l’aspetto estetico e funzionale, sono legati all’entità ed alle tipologie summenzionate.

L’ulcera è una lesione della pelle o di una mucosa che non tende a guarire spontaneamente, cioè è a lenta o difficoltosa o assente cicatrizzazione.

I rimedi della nonna qui proposti risultano utilissimi per curare piaghe, ferite e ulcere della pelle, accelerandone la cicatrizzazione e quindi la guarigione.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

□ Aceto di vino: messo con cotone idrofilo sulle ferite sanguinanti ferma il sangue e accelera la cicatrizzazione. A tal fine l’aceto si può anche diluire in acqua precedentemente bollita.

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□ Achillea: le foglie pestate applicate sui tagli e sulle ferite le disinfetta ed arresta la fuoriuscita di sangue. Si può utilizzare anche l’infuso acquoso (50 g di foglie fresche sminuzzate in 200 ml d’acqua bollente) o vinoso nel quale si imbeve del cotone idrofilo o una garza con cui tamponare la ferita.

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Alchemilla (o Erba stella o Erba ventaglia): la pianta possiede molteplici virtù, ha proprietà astringente, antisettica, antinfiammatoria, antispasmodica, antiemorragica, cicatrizzante, diuretica e depurativa. Si utilizzano le foglie o le parti aeree. L’infuso (2 –4 g di foglie essiccate in una tazza d’acqua bollente), di cui se ne bevono fino a 3 tazze al dì lontano dai pasti, è indicato nei casi di dismenorrea, ipermenorrea, emicrania, dolori reumatici, febbre, forme lievi di diarrea e di coliti con tendenza diarroica, Il decotto (1 g di parti aree essiccate in una tazza d’acqua) può essere utilizzato per fare sciacqui o gargarismi nei casi di infiammazioni del cavo orale (gengiviti, tonsilliti, faringite, raucedine) oppure per fare impacchi allo scopo di frenare emorragie, detergere ferite, donare elasticità alla pelle e combattere le smagliature. La pomata di alchemilla, per uso esterno, può servire per calmare le irritazioni degli organi genitali femminili.

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□ Aloe: il gel delle foglie guarisce le ferite, tanto vecchie che recenti, perché ne facilita la cicatrizzazione. Non è mai nocivo, in qualunque caso venga usato, a meno che non si è allergici alla pianta.

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□ Bardana (o Lappa): cataplasmi con le foglie bollite in acqua o applicate direttamente sulla ferita, da rimuovere mattina e sera, facilitano la cicatrizzazione.

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Borragine (o Consolida): la polpa di radice e foglie fresche, ridotte in poltiglia, oppure le lavande o gli impacchi di queste, entrambi preparati con l’infuso (30 – 100 g di radice e foglie, anche secche, in 1 litro d’acqua bollente), si applicano più volte al dì su ferite, lesioni, graffi, piaghe, ustioni, scottature, gonfiori gottosi. L’azione è ancora più efficace se, oltre alle applicazioni esterne, si assume l’infuso alla dose di 1 cucchiaio 3 volte al dì. Il decotto non si usa perché con l’ebollizione il tannino (polifenolo presente in molte piante vascolari) con la mucillagine (sostanza che aiuta la pianta a trattenere l’acqua) formano un precipitato inutile.

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□ Cardo santo: il decotto concentrato di foglie e rami (3 –4 g in 150 – 200 ml d’acqua) può essere utilizzato per praticare impacchi sulla parte lesa. E’ possibile usare direttamente le foglie fresche.

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□ Carote: la nonna consiglia altresì di preparare un decotto con le foglie delle carote e di applicare lo stesso sulla parte lesa utilizzando delle garze.

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□ Cavolo cappuccio, Broccoli, Cavolfiore: procurarsi le foglie del cavolo cappuccio o dei broccoli o del cavolfiore. Lavarle bene, privarle delle nervature più sporgenti, schiacciarle e metterle a macerare per qualche ora in acqua boricata. Porre sulla parte lesa delle garze imbevute di questo liquido, rinnovando le stesse 2 – 3 volte al dì. Il trattamento dà subito una sensazione di sollievo ed in poco tempo guarisce la piaga.

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Echinacea: la radice di questa pianta ha una marcata attività immunostimolante (favorisce i meccanismi di difesa mediante una maggiore produzione di anticorpi), antinfiammatoria e cicatrizzante (combatte le infezioni e rigenera le cellule per la guarigione delle ferite), antitossica (aiuta le funzionalità di fegato e reni per l’eliminazione delle tossine), antibiotica e antivirale (combatte la proliferazione dei batteri e dei virus), per cui i suoi preparati sono particolarmente indicati nella cura di raffreddori, bronchiti, influenza, febbre, infezione delle vie aeree, dermatiti, herpes, infezioni del tratto urinario. In commercio sono reperibili diverse prodotti di tale pianta (radice), quali: estratto secco, tintura, capsule, pomata, crema, triturato di radice secca, ecc. La nonna preparava il decotto (30 –50 g di radice secca triturata in1 litro d’acqua), da assumere alla dose di 2 – 3 tazze al dì. Le applicazioni di pomata o di crema sono utilissime per il trattamento delle affezioni cutanee di tipo infiammatorio con rischio di infezioni, come ulcere, ferite, ustioni, dermatiti, herpes, punture di insetti (aiutano a neutralizzare il veleno e ne evitano la diffusione) ed hanno un’efficace azione cosmetica sulla pelle in quanto sono depurative, rassodanti, antirughe, antismagliature. Sempre per uso esterno, vanno bene anche gli impacchi e le lozioni che utilizzano il decotto preparato per uso interno.

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□ Equiseto: preparare un decotto con 5 g di rami giovani e foglie in 200 ml d’acqua e lavare con il liquido, ottenuto per filtrazione, le ferite. Si rimarginano presto ed in modo meraviglioso.

□ Fagiolini: gli impacchi fatti con una garza imbevuta nell’acqua di cottura dei fagiolini sono utili per guarire le ulcere.

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Iperico (o Hypericum perforatum o Erba di San Giovanni): l’oleolito con tale pianta è utile nel trattamento di ulcere, piaghe, ferite, punture di insetti, scalfiture della pelle, ustioni, bruciature. La nonna lo preparava così. Mettere 2 pugni di sommità fiorite, insieme ai semi della pianta, in un recipiente di vetro trasparente con coperchio e versare olio di oliva fino a coprire. Esporre al sole per 3 settimane. Filtrare avendo cura di spremere bene la parte solida. Versare in altro contenitore di vetro però scuro, tappare e conservare in luogo fresco e buio. Le applicazioni con tale olio leniscono il dolore, moderano l’infiammazione, proteggono i tessuti lesi, evitano la suppurazione e favoriscono la rimarginazione.

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□ Issopo: per facilitare l’assorbimento di lividi, sono utili gli impacchi fatti con l’infuso di foglie e fiori (2 g in 100 ml d’acqua bollente).

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□ Piantaggine: sia la varietà major che quella lanceolata sono efficaci per la cura delle ferite, per le proprietà antinfiammatorie, astringenti, cicatrizzanti, batteriostatiche. La nonna racconta che i contadini quando nel loro lavoro si ferivano, mettevano subito sulla ferita un po’ del suo succo, oppure una fascia pulita imbevuta con esso, ottenendo una guarigione rapida senza suppurazione. Tale pratica veniva utilizzata anche per guarire dai morsi di cani, di serpenti (non velenosi), di insetti.

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□ Salvia: lavare localmente la parte lesa 3 – 4 volte al dì con acqua in cui sia stata bollita della salvia. Per un effetto più rapido bere anche l’infuso di salvia: è tonica, antisettica, cicatrizzante.

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□ Scolopendrio: le foglie fresche pestate ed applicate localmente facilitano la cicatrizzazione.

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□ Tormentilla (o Potentilla): va bene il decotto di radice (4 g in 200 ml d’acqua) per le lavande ed il filtrato per cataplasmi da usare localmente e da rinnovare 3 – 4 volte al dì.

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□ Verbasco: gli impacchi con il decotto delle foglie bollite in acqua o latte, applicati sulla parte di pelle interessata, sono utilissimi nei casi di scottature, foruncoli, ulcere, flebiti (queste ultime com’è noto sono infiammazioni che colpiscono soprattutto le vene superficiali, in particolare delle gambe), ecc.

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□ Verbena: curano le piaghe, ulcere ed i gonfiori in genere, i cataplasmi che si ottengono cuocendo in aceto le foglie sminuzzate della pianta. Vanno bene anche gli impacchi con il decotto di radice (5 g in 200 ml d’acqua), da rinnovare più volte al dì, che disinfettano ed accelerano la cicatrizzazione di piaghe, ulcere e ferite.

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Per solo donne

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.comI rimedi naturali, tutti di origine vegetale, che la nonna qui propone sono particolarmente utili per dare risposta a disfunzioni, malesseri e problematiche che riguardano solo le donne.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”. 

 

Contro l’amenorrea

Con il termine amenorrea si identifica la mancanza di mestruazioni. Si parla di “amenorrea primaria” se interessa ragazze che, pur avendo superato l’età della pubertà, non hanno ancora avuto la prima mestruazione (menarca). Si parla invece di “amenorrea secondaria” se riguarda donne che, pur avendo avuto una funzione mestruale regolare, hanno un ritardo delle mestruazioni che si protrae per almeno 3 mesi. Le cause in genere sono patologiche e vanno sempre indagate. E’ possibile però che l’amenorrea sia anche la conseguenza di gravi traumi psichici.

 I rimedi della nonna per combattere tale disturbo sono:

 Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Assenzio selvatico (o Erba di S. Giovani o Canapaccio o Artemisia vulgaris): preparare un infuso con 30 g di foglie giovani e di fiori, entrambi sminuzzati, in 1 litro di acqua bollente, lasciare in infusione 30 min, filtrare avendo cura di spremere bene il residuo, dolcificare. Bere alla dose di 2 – 4 bicchieri al dì, iniziando la cura una settimana prima della data presunta del ciclo mestruale.

 

 

 

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Cappero: preparare un decotto con 5 g di parti dell’intera pianta sminuzzate in una tazza di acqua, bollire per 10 min, filtrare comprimendo la parte solida. Bere alla dose di una tazza la sera prima di andare a letto.

 

 

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Chelidonia maggiore (o Chelidonium majus): succo fresco della pianta in un decotto di fiocchi d’avena stimola la secrezione delle ghiandole in generale. Assumere alla dose di una tazza la sera, dopo cena.

 

 

 

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Ginepro: preparare l’infuso con 15 – 20 bacche schiacciate in una tazza di acqua bollente, lasciare in infusione per 15 min, filtrare comprimendo bene la parte solida, dolcificare a piacere con zucchero o miele. Assumere tutte le sere una tazza prima di andare a letto, nel periodo che precede la presumibile comparsa del ciclo mestruale.

 

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Origano: preparare l’infuso con 10 g di foglie e fiori entrambi sminuzzati in 200 ml di acqua bollente, lasciare in infusione 10 – 15 min, filtrare spremendo bene il residuo. Bere alla dose di 1 tazza 3 volte al dì.

 

 

 

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Poligala: preparare il decotto con 5 g di radice sminuzzata in 200 ml di acqua, far bollire per 10 – 15 min, filtrare comprimendo la parte solida. Assumere alla dose di 2 cucchiai da minestra 3 volte al dì.

 

 

 

 

 

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□  Salvia: preparare l’infuso con 4 g di foglie sminuzzate in 100 ml di acqua bollente, lasciare in infusione 15 min, filtrare spremendo bene il residuo. Assumere alla dose di 1 tazza 3 volte al dì.

 

 

Contro la dismenorrea

Con il termine dismenorrea si indicano le mestruazioni dolorose. E’ un disturbo che, nella sua forma più comune detta “primaria”, non associata cioè ad alcuna patologia della sfera ginecologica, affligge circa il 50% delle giovani donne. I dolori, dovuti a violente contrazioni dell’utero, compaiono all’inizio delle mestruazioni o alcune ore prima ed interessano il basso ventre, talvolta anche la schiena e la parte alta delle cosce. Possono presentarsi nausea, vomito, diarrea, mal di testa, vertigini, astenia.

I rimedi della nonna sono: 

□ Arancio (foglie e buccia), Camomilla (fiori), Ginepro (bacche), Iperico (fiori e foglie), Melissa (fiori e foglie), Achillea (tutta la pianta), Origano (foglie), Pratolina o Margheritina (fiori e foglie), Rosmarino (foglie), Timo (fiori e foglie), Vischio (rami e foglie): gli infusi e i decotti di tali piante, dolcificati a piacere con zucchero o miele, sono calmanti del dolore e rilassanti.

□ Achillea, Camomilla, Fumaria, Ginepro e Rusco (o Pungitopo): utilissimo è il decotto preparato con un mix di tali piante (50 g di estremità fiorite di achillea, 50 g di fiori di camomilla, 50 g di parti aeree di fumaria, 50 g di bacche di ginepro, 50 g di rizoma di rusco) in 1 litro d’acqua, bollire 2 min, lasciar riposare 10 min, filtrare spremendo bene il residuo e berne 2 tazze al dì, mattino e sera, nei 14 giorni antecedenti la presunta data delle mestruazioni.

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Alchemilla (o Erba stella o Erba ventaglia): la pianta possiede molteplici virtù, ha proprietà astringente, antisettica, antinfiammatoria, antispasmodica, antiemorragica, cicatrizzante, diuretica e depurativa. Si utilizzano le foglie o le parti aeree. L’infuso (2 – 4 g di foglie essiccate in una tazza d’acqua bollente), di cui se ne bevono fino a 3 tazze al dì lontano dai pasti, è indicato nei casi di dismenorrea, ipermenorrea, emicrania, dolori reumatici, febbre, forme lievi di diarrea e di coliti con tendenza diarroica, Il decotto (1 g di parti aree essiccate in una tazza d’acqua) può essere utilizzato per fare sciacqui o gargarismi nei casi di infiammazioni del cavo orale (gengiviti, tonsilliti, faringite, raucedine) oppure per fare impacchi allo scopo di frenare emorragie, detergere ferite, donare elasticità alla pelle e combattere le smagliature. La pomata di alchemilla, per uso esterno, può servire per calmare le irritazioni degli organi genitali femminili.

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Amamelide (o Hamamelis virginiana): ha proprietà antinfiammatorie, antisettiche, astringenti, antiemorragiche, antispasmodiche, cicatrizzanti, vasocostrittrici, lenitive ed è indicata proprio nei casi dismenorrea. Se ne prepara l’infuso di foglie (2 – 3 g in 150 ml d’acqua bollente), da assumere 2 – 3 volte al dì lontano dai pasti.

 

 

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Salice bianco: le foglie o i fiori (amenti) svolgono un’azione antispasmodica e calmante generale. Si prepara l’infuso versando in una tazza d’acqua bollente un cucchiaio di amenti essiccati, si lascia in infusione 10 min prima di filtrare. Si beve la sera prima di coricarsi come calmante del sistema nervoso e contro l’insonnia. Utile anche per combattere i disturbi legati al ciclo mestruale.

 

Contro l’ipermenorrea

Con il termine ipermenorrea si indica un ciclo mestruale caratterizzato da un flusso eccessivamente abbondante. Si tratta di un disturbo abbastanza diffuso che interessa almeno il 20% delle donne italiane Le cause sono di solito disfunzionali o, con minore frequenza, organiche e vanno sempre indagate. La persistenza può portare a seri problemi di anemia. L’ipermenorrea comprende tre condizioni legate all’aumento di perdite ematiche: menorragia (mestruazioni lunghe), menometrorragia (mestruazioni lunghe combinate con perdite intermestruali), metrorragia (perdite intermestruali).

I rimedi che la nonna consiglia sono:

 □ Alchemilla: nei casi di ipermenorrea si utilizza l’infuso (5g di foglie essiccate in una tazza d’acqua bollente), da assumere alla dose di 3 tazze al dì lontano dai pasti.

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Borsa del pastore (o Capsella bursa pastoris): si dimostra particolarmente utile un vino con tale pianta. In 1 litro di vino bianco si mettono a macerare, per 8 giorni, 180 g di pianta fresca (tutte le parti tranne le radici) minutamente tagliuzzate. Se ne assume 1 cucchiaio ogni ora, per poi allungare i tempi sulla base dei risultati ottenuti. Questo rimedio era molto usato nelle comunità contadine.

 

 

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Equiseto: va bene un decotto (70 g di rami sterili secchi in 500 ml d’acqua) da assumere un po’ per volta, dapprima una tazzina da caffè e successivamente 1 cucchiaio ogni 1 – 2 ore.

 

 

 

 

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Ortica: il decotto di tale pianta (5 – 10 g di foglie in 200 ml d’acqua) è un ottimo emostatico particolarmente indicato nei casi di mestrui abbondanti. Se ne prende 1 cucchiaio ogni ora o ogni mezz’ora o anche più spesso secondo necessità, allungando poi i tempi di somministrazione in base all’effetto ottenuto.

 

 

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□ Piantaggine: decotto (5 g di tutta la pianta secca in 200 ml d’acqua) da assumere alla dose di 3 tazze al giorno.

 

 

 

 

 

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□ Quercia: decotto (30 g di corteccia di giovani rami in 250 ml d’acqua). Poiché è amaro si può aggiungere zucchero, o vino aromatico, o acqua di menta. Se ne assume 1 cucchiaio ogni 5 – 10 – 15 min nella fase iniziale e poi, ai primi miglioramenti, si allungano i tempi. Si continua alla dose di 3 – 4 cucchiai al dì.

 

 

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Rovo (o Rubus fruticosus): decotto (30 g di foglie fresche o 10 – 15 g di foglie secche in 500 ml d’acqua). Se ne assumono 3 – 4 tazzine al dì. Può essere dolcificato con miele rosato.

 

 

 

 

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Tormentilla (o Potentilla): decotto (15 – 30 g di radice in 1 l d’acqua, da bollire 30 min). Se ne assume 1 cucchiaio ogni 20 min, poi ogni ora e così via.

 

 

 

 

 

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Vischio: decotto (30 g di foglie e giovani rami in 1 litro d’acqua). Se ne assume una tazzina più volte al dì. Si può preparare anche un infuso aggiungendo, in parti uguali, foglie secche di equiseto (3 g di foglie di vischio + 3 g di foglie di equiseto, essiccate e ridotte in polvere, in 250 ml d’acqua bollente), oppure 1 o 2 pizzichi di polvere di ortica. Si beve a sorsi nell’arco della giornata.

 

 

Un beneficio per le mammelle

□ Fieno greco (o Trigonella foenum graecum): per gli indurimenti delle mammelle si rivelano molto efficaci i cataplasmi di farina di fieno greco. Si preparano nel modo seguente: si fa bollire una certa quantità di farina del seme di fieno greco in aceto e miele, mescolando continuamente, finché non si forma una pasta omogenea di consistenza simile alla polenta. Si filtra con una garza e si rimette a cuocere, però con solo miele. Si pone quindi la pasta fra più strati di tessuto ripiegato, si lascia leggermente raffreddare e si applica, ancora calda, sulle parti doloranti. Se occorre, si possono ripetere i cataplasmi più volte.

 

□ Crusca + Ruta: un decotto preparato con crusca di frumento e foglie di ruta (1 cucchiaio di crusca + 0,5 – 1 g di polvere di ruta, in 300 ml d’acqua), assunto secondo necessità, aiuta a risolvere le infiammazioni delle mammelle che si manifestano dopo il parto.

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Ok con depurativi e diuretici

I rimedi depurativi sono quelli che hanno un’azione cosiddetta disintossicante, cioè sono in grado di aiutare l’organismo ad eliminare le tossine ed a sostenere fegato e reni in maniera del tutto naturale. Le sostanze tossiche sono inevitabilmente presenti nel nostro organismo perché prodotte dai processi metabolici (le cosiddette tossine endogene) e dai processi digestivi, per la qualità dei cibi che mangiamo e dell’acqua che beviamo, nonché introdotte dall’aria che Salvia - image  on https://rimediomeopatici.comrespiriamo e dai farmaci che assumiamo (le cosiddette tossine esogene). Di norma l’organismo è in grado di eliminare spontaneamente le tossine attraverso gli emuntori fisiologici (fegato, reni, pelle, polmoni, intestino, ecc.). Esistono però delle situazioni in cui tale eliminazione non risulta sufficiente e questo comporta un accumulo nel sangue di queste sostanze tossiche (tossiemia o tossinemia) che, alterando la funzionalità di cellule e di svariati organi, compromette il nostro stato di benessere. I principali alleati dell’accumulo di tossine sono un’alimentazione particolarmente ricca di grassi che provoca una maggiore produzione di scorie tossiche ed una vita sedentaria che, rallentando il transito intestinale e riducendo la sudorazione, ostacola la naturale eliminazione delle tossine.

I rimedi diuretici sono quelli che favoriscono la diuresi, cioè che aumentano la produzione di urina, combattendo pertanto il fenomeno della “ritenzione idrica” (idropisia), caratterizzato da eccesso di liquidi nelle cavità sierose e nel tessuto sottocutaneo. Tale fenomeno è molto diffuso nella popolazione, specie in quella femminile, interessando il 30% circa delle donne italiane. Il ristagno dei liquidi si verifica maggiormente nelle zone del corpo più predisposte all’accumulo di grassi, come addome, cosce, glutei e si manifesta con la formazione di edemi, cioè con il gonfiore dei tessuti. Insieme a questi liquidi ristagnano anche numerose tossine. Spesso la ritenzione idrica, quando non dovuta a cause patologiche, è il risultato di uno stile di vita scorretto. Sono ad esempio cause predisponenti il fumo, il consumo eccessivo di alcool, l’abuso di farmaci e caffè, il sovrappeso, i cibi troppo salati, il bere poca acqua, la scarsa attività fisica, gli abiti stretti, i tacchi troppo alti, lo stare a lungo in piedi senza muoversi, ecc. Ovviamente notevoli benefici si possono ottenere correggendo tali comportamenti sbagliati e cambiando le proprie abitudini.

Un valido aiuto arriva anche dalla natura. I rimedi della nonna qui riportati sono insieme depurativi e diuretici, svolgendo in modo efficace e naturale entrambe le funzioni, che di solito si trovano associate nello stesso rimedio.

E’ il caso di sottolineare che in generale i diuretici vanno assunti con cautela e moderazione, considerata la loro ripercussione sul bilancio idrico dell’organismo.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

 

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□ Bardana (o Lappa): lo sciroppo fatto con tale pianta è un ottimo depurativo e diuretico. Si prepara facendo bollire a fuoco lento 150 g di radice fresca per mezz’ora in 1 litro d’acqua insieme a 1 kg di zucchero. Si lascia raffreddare, si filtra e si travasa in contenitori muniti di coperchio. Si conserva in luogo fresco ed al riparo dalla luce. Se ne bevono 30 – 100 ml al dì.

  

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□ Borragine (o Consolida): l’infuso (da 30 a 100 g di radice in 1 litro d’acqua bollente per 2 ore), assunto alla dose di 1 cucchiaio 3 – 4 volte al dì, è un ottimo depurativo per il sangue, fegato, reni, vescica.

  

 

 

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.comSalvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Capelvenere + Scolopendrio: ottimo per le affezioni delle vie respiratorie, come espettorante e coadiuvante per la tosse, nonché come depurativo per fegato e milza, è il decotto delle due piante (4 g di foglie secche dell’una e 4 g dell’altra in 250 ml d’acqua); assumerne 1 tazza al mattino e 1 tazza la sera.

 

 

 

 

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□ Cardo santo: l’infuso o il decotto delle foglie (3 – 4 g in 150 – 200 ml d’acqua), di cui si beve una tazza la mattina ed un’altra la sera, ha azione tonica e diuretica. E’ consigliabile non superare le 3 – 4 tazze al dì, in quanto il principio amaro contenuto (cnicina) ad alte dosi può causare conati di vomito.

 

 

 

 

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Cipolla: tritare una cipolla e metterla a macerare per 10 gg. in altrettanta quantità di alcool, filtrare avendo cura di spremere bene la parte ancora solida. Assumere il preparato alla dose di 10 gocce in un poco d’acqua, 3 volte al dì. E’ un efficacissimo diuretico e depurativo. Lo stesso risultato si ottiene lasciando macerare la cipolla tritata in 250 ml di vino bianco per 5 – 6 giorni e bevendone il liquido, dopo filtrazione e spremitura, alla dose di 1 bicchierino la mattina a digiuno negli ultimi 3 giorni di luna calante (ultimo quarto). Anche della cipolla e del rosmarino cotti in metà acqua e metà vino diventano un rimedio molto efficace.

 

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□ Equiseto: è diuretico il decotto di giovani rami e foglie (4 g in 200 ml d’acqua), di cui berne una tazza al giorno ripartita in 2 – 3 volte. Ha anche un’azione speciale sull’acido urico, che elimina rendendo le urine rossastre.

 

 

 

 

 

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Fave: si prendono i gusci dei baccelli delle fave fresche, si essiccano nel forno e si riducono in polvere. Mettere 1 – 2 g di questa polvere in 1 bicchiere di vino bianco e lasciare in infusione tutta la notte. L’indomani filtrare e prendere tutte le mattine, a digiuno, per più giorni 1 cucchiaio di tale sciroppo. Contro la renella è utile anche l’infuso dei fiori di fava nell’acqua o nel vino.

 

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Fragole: altrettanto valido è l’infuso preparato mettendo in una tazza di acqua bollente un cucchiaio di foglie di fragola tagliuzzate (6 – 8 grammi); lasciare in infusione per 15 min, filtrare e zuccherare preferibilmente con un cucchiaio di miele. Si può aggiungere un po’ di Asperula odorata (pianta erbacea perenne tipica del sottobosco) e un po’ di Salvia. Si assume in abbondanza, più volte al dì.

 

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Ginestra: preparare l’infuso con 25 g di fiori ancora in bocciolo in 1 litro di acqua bollente, lasciare in infusione 30 min, filtrare comprimendo la parte solida. Bere alla dose di 2 – 4 bicchieri al dì a piccole dosi per volta. E’ diuretico e tonico. Si utilizzano i fiori in bocciolo poiché quelli schiusi possono provocare disturbi gastrici. Per un rimedio ancora più efficace procedere come segue: assumere 1 cucchiaio di semi di senape mattino e sera, subito dopo bere 1 tazza di decotto di sommità verdi di ginestra; oppure assumere ogni 2 giorni polvere di semi di ginestra alla dose di 120 g in 200 ml di vino bianco, mitigando l’effetto un po’ irritante, con dell’olio di oliva.

 

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□ Mais (o granturco): le barbe del granturco sono un potente diuretico e si utilizzano in tutti i casi in cui è necessario promuovere abbondante diuresi, cioè nei casi di idropisia (ritenzione idrica), cistite, renella, ecc. Sotto la loro azione l’urina aumenta del triplo o del quadruplo. Il decotto si prepara con 30 – 50 g di barbe essiccate per 1 litro d’acqua. Se ne assume un bicchiere la mattina a digiuno e uno la sera prima di cena.

 

 

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□ Noce: è depurativo e diuretico il decotto preparato con le foglie di noce (20 g se fresche e 30 g se secche) in 1 litro di acqua, da far bollire per 10 – 15 min, lasciar raffreddare, filtrare ed aggiungere zucchero o miele. Assumere 2 – 3 tazze al dì.

 

 

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□ Ononide: il decotto di radici, fiori e foglie (8 g in 250 ml d’acqua), da assumere alla dose di 1 tazza 3 volte al dì, è un diuretico che aiuta anche nei casi di calcolosi.

 

 

 

 

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Ortica: i teneri germogli e le foglie si possono consumare da soli o uniti agli spinaci, alle minestre, alle frittate. Si può inoltre usare in decotto (30 g di foglie di ortica in 1,5 l di acqua, da ridurre con l’ebollizione ai 2/3), che va consumato tutti i giorni, per un periodo più o meno lungo. E’ ottimo come depurativo dello stomaco, dell’intestino, dei reni, dei polmoni che vengono liberati dal catarro. Diventa diuretico se si usano le radici ed i fiori.

 

 

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□ Piantaggine: decotto delle foglie (5 g in 200 ml di acqua) da berne 1 tazza 3 volte al dì. E’ utile anche nei casi di calcolosi. Se si dispone delle foglie fresche, assumerne il succo in piccolissime quantità.

 

 

 

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□ Prugne: le prugne fresche o secche sono depurative e diuretiche.

 

 

 

 

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□ Ravanello: la buccia o la scorza della radice di ravanello (la parte rossa) aiuta ad espellere i calcoli urinari anche perché diuretica. Si prepara uno sciroppo tagliando di lungo alcune radici e ponendole in un recipiente di ceramica, a strati sovrapposti, ricoprendo ogni strato con zucchero. Si lascia il recipiente coperto a riposare finché non si è formato lo sciroppo. Di questo se ne prendono 2 cucchiai al dì, 2 – 3 ore prima dei pasti.

 

 

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□ Rosa canina: i ricettacoli dei fiori quando sono maturi e quindi di colore rosso (a fine autunno), privati del frutto interno e dei peli, essiccati possibilmente al forno e poi macinati, sono utili per preparare un infuso (1 cucchiaio di polvere in 1 tazza d’acqua bollente). Molto efficace nei casi di calcolosi e di renella.

 

 

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□ Rosmarino: preparare un vino al rosmarino ponendo alcuni rami freschi o secchi, tagliati a pezzi, in una bottiglia piena di vino bianco. Chiudere ermeticamente e lasciare macerare per 2 giorni. Assumere alla dose di 2 bicchierini al dì, ovverossia 7 – 8 cucchiai 2 volte al dì. Cura l’idropisia (eccesso di liquido nelle cavità sierose del corpo, solitamente in quella peritoneale).

 

 

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□ Rusco (o Pungitopo): il decotto di foglie e radici (3 g in 150 ml di acqua) è un ottimo diuretico, utile anche nei casi di calcolosi renali, renella, coliche renali.

 

 

 

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□ Saponaria: in decotto (30 – 60 g di foglie e fusto in 1 litro d’acqua) edulcorato con miele o zucchero, da bere a più riprese in un giorno per 6 – 8 gg. E’ depurativo e diuretico.

 

 

 

 

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□ Sedano: diuretico e sudorifero. E’ utile mangiare le foglie o bere il decotto (20 – 30 g di foglie in 1 litro di acqua) nei casi di idropisia, gotta, ecc.

 

 

 

 

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□ Solidago (o Verga d’oro): il decotto di foglie e sommità fiorite (10 g in 1 tazza d’acqua), di cui berne 1 bicchiere tutte le mattine, è diuretico ed è utile nei casi di idropisia ed anche per eliminare calcoli e renella.

 

 

 

 

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Spirea ulmaria (detta anche Regina dei prati): i preparati con questa pianta sono un eccellente diuretico, perciò molto utili in caso di renella e portentosi nel trattamento dell’artrite acuta e della gotta. Si utilizza l’infuso e non il decotto in quanto con la bollitura si perdono gran parte delle proprietà curative dovute all’acido salicilico. L’infuso si prepara con 5 g di foglie e sommità fiorite in 250 ml d’acqua bollente; se ne beve 1/2 litro al giorno. In alternativa si può preparare uno sciroppo in questo modo: in un recipiente si mettono 200 g di foglie e sommità fiorite sminuzzate, su cui si versano 2 litri d’acqua portati quasi all’ebollizione (circa 90°C); si chiude con coperchio e si lascia in infusione 12 ore; si filtra spremendo bene il residuo; si dolcifica con zucchero in quantità doppia rispetto al peso del liquido e si mescola bene. Di questo sciroppo se ne prendono 100 – 200 ml al dì. Sia nell’infuso che nello sciroppo, per rendere il sapore più gradevole, si può aggiungere qualche foglia di menta.

 

Salvia - image  on https://rimediomeopatici.com□ Tarassaco (o Dente di leone): è un ottimo depurativo il decotto di radice e foglie (50 g in 1 litro d’acqua) da far bollire a lungo. Berne 2 – 3 tazze al dì. L’azione si migliora se si aggiungono cicoria, bardana, centaurea, saponaria. E’ utilissimo anche per le malattie eruttive della pelle. I fiori si consigliano contro le efelidi (macchie brune che compaiono in alcuni individui per accumulo di pigmento dopo esposizione al sole, soprattutto sul volto).

 

 

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□ Tormentilla (o Potentilla): il decotto della radice (4 g in 200 ml d’acqua, da bollire per 30 min), bevuto alla dose di 1 cucchiaio ogni 2 – 3 ore, è un ottimo depurativo del fegato. Poiché la pianta è ricca di tannini (polifenoli di sapore amaro e da spiccate proprietà astringenti, emostatiche, antinfiammatorie, antiossidanti, antimicrobiche), il preparato si dimostra molto utile anche per dolori al ventre, enteriti, diarree.

 

 

 

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□ Verbena: il decotto di foglie e radici (5 g in 200 ml d’acqua), di cui se ne assumono 2 cucchiai da minestra 3 volte al dì, è depurativo per fegato, milza e reni. Ottimo anche per l’eliminazione di calcoli e renella. Si può prendere anche la polvere di foglie e radici: 1 pizzico 2 volte al dì.

 

 

 

 

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□ Viola tricolore: come depurativo nei casi di malattie della pelle (eczema, impetigine, psoriasi, ecc.). Si usa sia in decotto (80 g di fusto e foglie, con e senza fiori, in 250 ml di acqua o latte) da assumere per 3 – 4 settimane, sia in infuso (2 – 4 g di fusto e foglie, con e senza fiori, in una tazza di latte bollente) addolcito con zucchero, da prendere la mattina. Sono utili inoltre, nei casi di crosta lattea, i cataplasmi da applicarsi localmente, ottenuti utilizzando la pianta pestata a poltiglia e mescolata con il latte.

 

 

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□ Vite: si fa bollire la cenere dei sarmenti di vite (residui della potatura), chiusa in un sacchetto, nel vino per circa mezz’ora. Si toglie poi il sacchetto, si fa riposare, si filtra e si assume alla dose di 2 – 3 bicchieri al giorno. E’ un diuretico efficace nei casi di idropisia e per l’eliminazione della renella.

 

Sono depurativi e digestivi i seguenti preparati, che esplicano anche un’attività coleretica e colagoga (cioè aiutano la secrezione biliare, stimolando, rispettivamente, il fegato e la colecisti):

□ Infuso con 10 g di menta piperita, 10 g di melissa, 10 g di agrimonia, 7 g di rabarbaro, 7 g di fragole e 20 g di chelidonia maggiore (o erba da porri), tutte triturate: si prende un cucchiaino di tale miscela e lo si versa in 200 ml di acqua, si lascia in infusione 10 min, si filtra spremendo bene il residuo. Se ne beve una tazzina la mattina e un’altra la sera.

□ Decotto con le radici sminuzzate di polipodio (20 g), liquirizia (10 g) e angelica (5 g): far bollire il tutto in 250 ml di acqua per 15 min, lasciar riposare per un paio d’ore, filtrare comprimendo la parte solida e dolcificare con miele o zucchero. Assumere 1 cucchiaio da minestra 2 volte al dì, per un periodo più o meno lungo.

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