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Calcolosi biliare renale e salivare

Il termine calcolosi, o litiasi, indica l’esistenza di calcoli nell’organismo, cioè di aggregazioni di sali minerali e composti organici, di numero, dimensione e composizione variabile. I calcoli si depositano prevalentemente nel rene e nella cistifellea, nelle vie biliari, in quelle urinarie o nei dotti ghiandolari.

I calcoli renali possono essere costituiti da varie componenti chimiche, singole o in combinazione, ma nella maggior parte dei casi essi sono costituiti da ossalato di calci puro o associato a fosfato di calcio. L’ossalato di calcio è un sale, è un composto che si presenta in microscopici cristalli aghiformi, noti in botanica come rafidi. La presenza di questi microscopici cristalli è responsabile della sensazione di bruciore intenso alla bocca e alla gola che alcune persone avvertono dopo aver ingerito questi alimenti. Le fonti alimentari di ossalato di calcio sono le foglie di rabarbaro e di tè, gli spinaci, i kiwi, le barbabietole.

I calcoli biliari o della colecisti sono in genere formati da colesterolo, sali di calcio e pigmenti biliari in proporzioni variabili. Possono formarsi per diversi fattori. I più frequenti sono assimilabili a un difetto congenito del fegato che produce una bile troppo ricca di colesterolo e povera di sali biliari; a una cistifellea che tende a concentrarla troppo; a uno stile di vita non proprio equilibrato.

I calcoli urinari sono costituiti da un sale dell’acido urico, l’urato di calcio e ossalati di calcio.

Alla loro formazione concorrono vari fattori, diversamente intersecati tra loro. Una diuresi modesta rappresenta uno dei fattori più importanti. La diuresi modesta può derivare da disidratazione prodotta in vari modi (attività fisica, ambienti surriscaldati) nonché da uno scarso introito idrico che è la causa più frequente. La ridotta presenza di liquido nelle urine ne eleva la concentrazione (rendendone scuro il colore) riducendosi così la dissoluzione dei sali in esse contenuti.

Anche un eccessivo assorbimento intestinale di ossalato, inducendo alti livelli urinari, può facilitare l’insorgenza di calcoli; un’iperattività delle ghiandole paratiroidi, che controllano il metabolismo del calcio e del fosforo; l’obesità rappresenta un evidente fattore di rischio; una dieta ricca in proteine animali (manzo, alcuni pesci, maiale) aumenta il livello generale di acidità e ciò facilita la formazione di calcoli di “ossalato di calcio” e di “acido urico”. La degradazione stessa dei componenti della carne facilita la produzione di acido urico per cui la quantità di cibo assunto è comunque importante. Il calcio è un elemento cruciale nella formazione dei calcoli ma ciò che conta è la quantità della sua presenza nelle urine. Ridurre eccessivamente l’introito alimentare di calcio non è corretto: bisogna invece ridurre l’assunzione di sodio (sale) in quanto esso ostacola il riassorbimento del calcio, aumentandone la quantità presente nelle urine.

I calcoli salivari sono, nella maggior parte dei casi, aggregati solidi composti da sali di calcio. La loro formazione è favorita dalla stasi salivare, condizione che si verifica nei soggetti debilitati, disidratati o in terapia con anticolinergici. La calcolosi salivare può avere anche un’origine traumatica, metabolica o infiammatoria.

Il precedente riscontro di calcolosi in un familiare stretto (genitore, fratello o sorella) costituisce condizione di maggior rischio.

La calcolosi diventa sintomatica quando uno o più calcoli ostruiscono in maniera importante le vie di sbocco dei condotti dell’organo o della ghiandola.

L’omeopatia può trattare la calcolosi biliare, renale e salivare con diversi rimedi. Purtroppo però l’omeopatia non dispone di rimedi in grado di sciogliere i calcoli biliari, tutt’al più di rimedi capaci di evitarne l’accrescimento, di controllare i sintomi diretti e riflessi e di migliorare la funzionalità e la motilità della colecisti.

Tra i rimedi omeopatici potenzialmente indicati per la calcolosi biliare troviamo Belladonna, Berberis, Bryonia, Calcarea carbonica, China, Colocynthis, Galium, Lycopodium, Nux vomica, Phosphorus; per la calcolosi renale i rimedi diventano Cantharis, Calcarea carbonica, Lycopodium, Oxalicum acidum, Pareira brava, Sepia; per la calcolosi salivare Calcarea carbonica.

Calcolosi
Calcolosi
Belladonna: soggetti emotivi, agitati, pletorici e allegri se stanno bene, profondamente abbattuti quando sono ammalati. Il rimedio ha una lateralità destra.

Berberis vulgaris Le principali organospecificità sono: reni e vie urinarie, fegato, colecisti. Il rimedio è indicato nei casi di calcolosi biliari e renali, nonché di coliche epatiche. I principali sintomi patogenetici sono: dolori di schiena dovuti a calcoli biliari o renali, dolori al fegato, sub-ittero, reumatismi muscolari e articolari da diatesi artritica urica, renella, urine con sedimento rossastro. Le modalità generali sono: aggravamento con il movimento, camminando, in piedi o in vettura; miglioramento con il riposo, dopo una diuresi abbondante. La lateralità è sinistra.

Bryonia: miglioramento con il riposo, con la pressione, stando sdraiato sul lato dolente, con le bevande e le applicazioni fredde. Il rimedio ha una lateralità: destra.

Calcarea carbonica: è il più importante rimedio omeopatico che viene utilizzato nella calcolosi salivare. La sua azione spesso è duplice, sia nel contribuire alla riduzione dei calcoli e sia nel favorire la loro espulsione. Per quest’ultimo aspetto talvolta viene associato a Magnesia carbonica, che è un rimedio omeopatico in grado di lavorare sullo spasmo dei dotti salivari che potrebbe ostacolare il deflusso dei calcoli.

Cantharis: miglioramento dei sintomi con le applicazioni fredde, con la frizione.

China: miglioramento con una pressione forte e piegandosi in due

Colocynthis: miglioramento piegandosi in due, con la pressione forte e dura, con il calore.

Galium: è un rimedio omeopatico che ha tra le indicazioni cliniche varie forme di irritabilità della vescica, calcolosi e renella.

Lycopodium: è uno dei più importanti rimedi omeopatici, se non il più importante, per trattare la calcolosi biliare (soprattutto per le calcolosi biliari da colesterolo), innanzitutto per contrastare i dolori ed evitare le coliche, poi per impedire l’accrescimento dei calcoli.

Il rimedio evita l’accrescimento dei calcoli nei dotti biliari o nella cistifellea, controllando i sintomi primari e secondari e migliorando la funzionalità d’organo. Una modalità tipica del rimedio è l’aggravamento del fastidio o del dolore stando coricati sul lato destro. Ma è un rimedio utile anche per contrastare i calcoli renali.

Durante gli eventuali episodi acuti (coliche biliari) potrebbero essere utili anche rimedi come Chamomilla e Magnesia phosphorica per contrastare gli spasmi e i dolori delle coliche.

Nux vomica: una leggera sonnolenza dopo pranzo è abbastanza normale, però nel suo caso è diventata eccessiva perché quasi sicuramente è legata alla sclerotizzazione della colecisti dovuta al calcolo, che non consente uno sversamento tempestivo e sufficiente della bile utile alla digestione. Un grande rimedio omeopatico dell’apparato digerente, che potrebbe essere di aiuto per la calcolosi biliare.

Oxalicum acidum: regione renale dolente e sensibile alla pressione

Pareira brava: ha un’organospecificità su vescica, reni e vie urinarie, viene prescritto in caso di calcoli renali e vescicali.

Phosphorus: Dolori alla regione epatica < stando coricato sul lato destro e al tatto. Il rimedio ha una certa predisposizione alla lateralità destra. Il soggetto peggiora al crepuscolo, la sera, con il cambiamento del tempo ed in particolare con il temporale, al freddo, in una camera calda.

Sepia: miglioramento con l’esercizio, camminando in fretta, con la pressione, con il calore, stiracchiandosi.

Un’azione aggressiva su detti calcoli o comunque un’azione di maggior contenimento degli stessi è ipotizzabile aggiungendo degli organoterapici come Calcolo biliare e Cistifellea.

Gemmoterapici della Fitoterapia rinnovata per la calcolosi biliare

In diversi casi si rivela utile l’associazione con qualche gemmoterapico della fitoterapia rinnovata (o gemmoderivato, si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana). Ad esempio viene considerata utile un’attività di drenaggio con un gemmoterapico come Rosmarinus officinalis, che ha un’azione elettiva sulla cistifellea e sulle vie biliari, essendo un ottimo antispastico che regolarizza la motilità della cistifellea stessa. È un eccellente colagogo e coleretico che regolarizza la motilità della cistifellea e possiede un’azione antispasmodica, è indicato nella calcolosi biliare, nelle colecistiti croniche e nella piccola insufficienza epatica. In diversi casi trovano impiego anche dei gemmoterapici come Rosmarinus officinalis, Betula verrucosa, Acer campestre, Opuntia ficus indica.

Ma tra i gemmoterapici troviano utilizzo anche Olea europaea, Prunus amygalus, Fraxinus excelsior, Fagus sylvatica, Juniperus communis e tra gli organoterapici Cholesterinum.

Gemmoterapici della Fitoterapia rinnovata per la calcolosi salivare

Potrebbe essere utile anche associare qualche gemmoterapico della Fitoterapia rinnovata (si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra la Fitoterapia classica e l’Omeopatia ), in gocce, come Betula pubescens M.G. D1 che è un ottimo drenante generale capace di stimolare il sistema reticoloendoteliale, ha proprietà toniche ed aumenta le difese dell’organismo o Quercus peduncolata M.G. D1 che ha un’azione simile e complementare a quella di Betula pubescens.

Altra possibilità interessante è l’utilizzo di un Isoterapico salivare, la cui preparazione deve essere effettuata da un laboratorio galenico omeopatico a partire dalla propria saliva. Potrebbe essere altresì utile, al fine di eliminare spontaneamente i calcoli, stimolare la produzione del flusso salivare (ovviamente in maniera controllata per evitare ogni spasmo), con ad es. il succo di limone, le caramelle dure, una buona idratazione, ecc. Sarebbe però opportuno rivolgersi ad un medico omeopata che possa prescrivere la terapia meglio confacente al caso specifico.

A quanto detto in precedenza logicamente occorrerà associare un corretto stile di vita, con particolare riguardo all’alimentazione ed all’attività fisica. Per quanto riguarda la diluizione e la relativa posologia sono strettamente personali, in quanto, oltre ad essere legate al grado di somiglianza rimedio-paziente, dipendono dalla reattività individuale del paziente e dal livello d’intervento terapeutico necessario.

Tuttavia come primo approccio, nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata e per un intervento prevalentemente sintomatico, in genere ci si orienta verso le basse diluizioni (ad es. fino a 7CH), che solitamente si utilizzano in ragione di pochi granuli pro-dose (3 granuli possono essere sufficienti), più volte al dì (ad es. 3-6 volte), lontano dai pasti. Ovviamente la prescrizione appropriata al caso specifico la può garantire solo un medico omeopata con la visita.

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(*) V. Note esplicative

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W i segreti della nonna

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Allontaniamo mosche e zanzare

• Per tenere lontane mosche e zanzare collochiamo in casa una pianta di Eucalyptus in vaso: da questo momento non ci saranno più insetti e quindi non più punture. L’Eucalipto infatti è ottimo per allontanare gli insetti e non è affatto tossico per l’uomo; inoltre è un disinfettante, aiuta a respirare meglio ed agisce da fortificante.

• Anche le foglie di basilico tengono lontane le zanzare.

• Il succo delle foglie di prezzemolo è altresì efficacissimo per allontanare zanzare ed insetti.

Stop al singhiozzo

• Per eliminare il singhiozzo assumere alcune gocce di aceto, da sole o su una zolletta di zucchero.

• Va bene anche inalare l’aroma rilasciato dai semi di anice scaldati a bagnomaria, dopo averli tritati e ridotti in polvere.

• Efficace altresì allo scopo è l’infuso di valeriana (15 g di foglie per 1 litro d’acqua bollente), di cui berne 3 bicchieri al dì.

• Si dimostra valido anche il vino di finocchio.

Per contrastare la balbuzie

• Può essere di valido aiuto per diminuire la balbuzie, l’assunzione dell’infuso di foglie e fiori di primula (2 – 3 g in 200 ml d’acqua bollente), alla dose di 1 tazza 2 – 3 volte al dì.

Contro il mal di mare ed il mal d’auto

• Per prevenire la nausea e tutti i malesseri tipici del mal di mare e del mal d’auto, è utile inalare dal fazzoletto qualche goccia di olio di menta piperita.

• Va bene anche annusare melissa, basilico, cannella, camomilla, a seconda delle preferenze.

• Per calmare la nausea, durante il viaggio si può assumere una tazza di infuso di semi di finocchio (1 cucchiaino in 200 ml d’acqua bollente), meglio se finocchio selvatico.

• In caso di vertigini si possono massaggiare dolcemente per alcuni minuti le fossette dietro i lobi delle orecchie; invece in caso di agitazione e inquietudine si possono stimolare i gomiti flessi.

• Qualche giorno prima di intraprendere il viaggio, si può bere una tazza mattino e sera dell’infuso di foglie di melissa e fiori di camomilla (1 cucchiaio della miscela a parti uguali in 1 tazza d’acqua bollente). E’ un’ottima prevenzione.

• Le foglie sbriciolate di angelica poste all’interno dell’automobile riducono il mal d’auto.

Come preparare una birra casalinga

La nonna ci tramanda una vecchia ricetta con cui si può preparare in casa un’ottima birra, molto economica, rinfrescante, diuretica, piacevole e sanissima, utilizzando la radice (rizoma) della gramigna. Si mettono in un tino di una certa capacità 5 kg di radici di gramigna sminuzzate, ben pulite e ben lavate, su cui si versa un po’ alla volta tanta acqua tiepida quanto basta perché siano sempre nello stesso stato di umidità. Dopo 3 giorni circa si vedono formare dei piccoli germogli biancastri. Quando questi germogli sono lunghi circa 1 cm, si pone il tutto in una damigiana con imboccatura larga, della capacità di circa 25 litri, si aggiungono 2,5 kg di zucchero, 1,5 kg di bacche di ginepro schiacciate e 75 g di lievito di birra. Quindi si versano 4 litri di acqua bollente, si agita energicamente con un bastone introdotto dall’apertura della damigiana e si lascia riposare una settimana. Di tanto in tanto si aggiunge un po’ d’acqua, bollita precedentemente, per compensare quella che si perde. Quindi si filtra e si travasa in un nuovo contenitore ben pulito, dopodiché la birra è pronta per l’uso.

 

Come preparare un ottimo maraschino

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Il maraschino è un liquore che deve il suo nome alle marasche, varietà di amarene originaria della Croazia e più precisamente della Dalmazia. E’ detto anche “rosolio di Zara” poiché in questa città ebbe inizio la produzione fin dal lontano medioevo. La nonna lo preparava così. Mettere in un recipiente con coperchio i noccioli di marasche (in mancanza si possono utilizzare le amarene nostrane), coprirli di alcool puro per alimenti e lasciarli macerare al buio per circa 3 mesi. Quindi filtrare l’alcool. Preparare uno sciroppo con acqua sterilizzata tiepida e zucchero in uguali quantità, a loro volta uguali alla quantità di alcool. Amalgamare bene, lasciar raffreddare e aggiungere l’alcool di cui in precedenza. Filtrare e imbottigliare. Dopo un paio di giorni filtrare di nuovo e ripetere tale operazione finché il liquore non diventa limpido.

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Come preparare ottimi digestivi

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La nonna amava preparare questo liquore alle prugne buonissimo ed ottimo digestivo. In un recipiente si fanno cuocere 30 – 40 prugne ridotte in pezzi (senza buccia e senza nocciolo) con 5 litri di buon vino bianco; dopo circa 20 min si toglie dal fuoco e si aggiungono 5 g di cannella frammentata; si fa macerare il tutto, per 3 – 4 giorni, in un recipiente coperto; quindi si filtra, si aggiunge 1 kg di zucchero e si fa bollire di nuovo per pochi minuti; si lascia raffreddare; infine si versa 1 litro d’alcool per alimenti, possibilmente a 90°, e si conserva in una bottiglia ben tappata.

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Digestivo alle ciliegie. Lavare, asciugare e privare del peduncolo 1 kg di ciliegie. Schiacciarle e porle con il loro nocciolo in un recipiente di coccio. Lasciarle asciugare all’aria per 3 – 4 giorni e quindi aggiungere 250 g di zucchero e 2 litri di alcool a 60° (1 litro e 1/4 di alcool per alimenti a 95° + 3/4 di litro d’acqua bollita e raffreddata). Lasciar fermentare in un luogo fresco e buio (sarebbe ideale la cantina) per almeno 1 mese. Filtrare e conservare in bottiglie con tappo.

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Ratafià di ipericoRatafià di iperico, ottimo aperitivo e digestivo (stimola l’appetito, facilita la digestione, impedisce l’acidità di stomaco, ecc.). Si mettono a macerare, per circa 15 giorni, in una bottiglia ben chiusa, 2 litri di acquavite e 30 g di fiori secchi di iperico con 2 limoni tagliati. Si filtra, comprimendo bene il residuo, si aggiungono 150 g di zucchero e si imbottiglia per la conservazione.

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Sciroppo liquoroso di noce, efficacissimo per favorire la digestione, per eliminare i gas intestinali, per lenire il mal di testa conseguente a pesantezza digestiva. Togliere il mallo a 50 noci fresche e porle in un recipiente di coccio insieme a 2 litri di buona acquavite, 1 g di cannella, 1 g di chiodi di garofano, 1 g di macis (nome commerciale dell’involucro carnoso, arillo, che avvolge il seme della noce moscata, di colore rosso da fresco, giallo da secco). Dopo un mese circa di macerazione, si filtra e si aggiunge uno sciroppo costituito da 1 litro di acqua bollita in cui si scioglie zucchero a piacere, fino ad un massimo di 1 kg. Si mescola il tutto e si versa in una bottiglia con tappo per la conservazione e per l’uso.

Altre ottime preparazioni casalinghe

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Come preparare l’acqua di melissa. Far cuocere per 5 min in 500 ml d’acqua 25 g di foglie di melissa, cui si aggiungono 5 g di ciascuna delle seguenti piante: scorza di limone grattugiata, chiodi di garofano, cannella, noce moscata. Si aggiunge poi 500 ml di buona acquavite. Si pone il tutto in un recipiente di vetro ben chiuso e si espone al sole o in un luogo caldo. Dopo 4 settimane si filtra e si conserva in bottiglia ben tappata. Se ne prende 1 cucchiaino da caffè, in poca acqua, prima dei pasti nei casi di problemi di stomaco, nelle debolezze nervose, nei disturbi del cuore di origine nervosa, nella nevrastenia, nei vomiti nervosi, nella malinconia, nei disturbi del ventre e delle regole, nei dolori uterini.

Calcolosi biliare renale e salivare - image  on https://rimediomeopatici.comCome preparare una crema di alchemilla. La nonna la usava moltissimo perché ne apprezzava le molteplici virtù e ne teneva in casa sempre una scorta. Oggi alle creme di questa pianta si riconoscono diverse proprietà terapeutiche, come quelle di curare e lenire le infiammazioni e le irritazioni cutanee, di donare tonicità ed elasticità alla pelle, di idratare, di cicatrizzare, di normalizzare l’eccessiva produzione sebacea ed altro ancora. La  nonna la preparava così. Si prendono 2 g di estratto fluido di alchemilla (la comune tintura madre), 12 g di idrolato di rosa (costituisce la parte acquosa della crema e oltre a dare la profumazione aiuta a donare tonicità alla pelle), 10 g di lanolina e 30 g di vasellina, che costituiscono la base grassa (eccipiente). Si sciolgono la lanolina e la vasellina in un contenitore scaldato a bagnomaria. Si aggiungono l’idrolato di rosa e l’estratto fluido di alchemilla e si fa bollire il tutto a fuoco lento per pochi minuti, mescolando continuamente per evitare che si attacchi. Prima che il composto si raffreddi si versa in vasetti non trasparenti con coperchio per la conservazione ed il successivo uso.

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Come preparare un’acqua di colonia, ottima per la toilette. Mettere a macerare, per 15 giorni, 15 g di sommità fiorite di lavanda in 200 ml di alcool a 80° (167 ml di alcool per alimenti a 95° + 33 ml d’acqua bollita e raffreddata). Dopo si filtra, comprimendo bene il residuo, e si aggiungono 1 g di essenza (sinonimo di olio essenziale) di limone, 1 g di essenza di cedro, 1,5 g di essenza di bergamotto, 0,5 g di essenza di rosmarino, 1 g di essenza di neroli (olio essenziale dei fiori di arancio amaro), 1 g di tintura di benzoino, 3 g di alcolato di melissa. Si versa in una bottiglietta con coperchio per la conservazione e l’uso.

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Per preparare un unguento alla salvia, macerare un pugno di foglie fresche di salvia sminuzzate in 1/2 litro di alcool per 24 ore. Filtrare e mescolare con 500 g di burro sciolto, o strutto o altro grasso. Amalgamare bene e utilizzare l’unguento per frizioni locali. E’ un ottimo antisettico e cicatrizzante.

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Per preparare un unguento di calendula occorre il succo fresco della pianta o delle sue foglie e, nella proporzione 1:6, burro fresco, o strutto, o altra sostanza grassa. Il tutto si fa amalgamare con una cottura a bagnomaria. Le applicazioni locali di tale unguento sono utili per lesioni cutanee, piaghe, punture d’insetti, calli, funghi, vene varicose.

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Il decotto di crusca di grano, che si prepara facendo bollire un pugno di crusca in acqua per 3/4 d’ora, è un cibo leggero e molto nutriente per anziani, fanciulli e convalescenti. Un tempo veniva dato, addolcito con poco miele o zucchero e fatto cuocere per un altro quarto d’ora, alle persone debole e malaticce, alla dose di 1/2 litro al dì, da solo o con il pane (a zuppa).

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Un vino alla quercia è una bevanda tonica ed indicata per chi soffre di incontinenza urinaria. Si prepara mettendo a macerare, per 3 – 4 giorni, 30 – 60 g di corteccia di giovani rami di quercia ridotti in frammenti in 1 litro di vino rosso. Si filtra e si assume alla dose di 1 bicchierino prima dei pasti.

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Invece con le ghiande di quercia è possibile preparare una bevanda sia nutriente che tonica per lo stomaco e per l’intestino. Si prendono 10 – 15 g di ghiande secche o torrefatte e si mettono a bollire, per 15 – 20 min, in 1 litro d’acqua o di latte. Si può aggiungere una piccola dose (un cucchiaino) di orzo leggermente abbrustolito e macinato. Le ghiande prima della torrefazione devono essere private della buccia. La bevanda di ghiande di quercia è un alimento di prim’ordine per i convalescenti.

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Un vino di noce è tonico, depurativo e stomachico, nonché vermifugo. Macerare 50 – 60 g di foglie fresche di noce finemente tritate in 1 litro di vino bianco, per 3 – 4 giorni. Filtrare e assumerne 2 – 3 cucchiai 2 volte al dì prima dei pasti principali.

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Come preparare una conserva di rose, utilizzando rose rosse non completamente sbocciate. Togliere ai petali l’unghia (punta inferiore bianca del petalo), macinarli in un mortaio insieme al triplo del loro peso di zucchero ed a tanto idrolato di rosa da ottenere una pasta della consistenza del miele. Assumere alla dose di 50 –100 g al dì. Rinforza i polmoni.

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Con i ricettacoli delle rose si prepara invece la marmellata. Si passano questi al setaccio e si mettono a bollire in poca acqua, schiumando di tanto in tanto, finché non diventano filamentosi. Si aggiunge una uguale quantità di zucchero e si lascia cuocere fino alla consistenza desiderata. Si versa subito in vasetti sterilizzati muniti di chiusura ermetica e si conserva in luogo fresco e buio.

Lo sapete che …

• Per eliminare il sapore della cipolla, basta masticare del caffè in polvere o in chicchi.

• Mangiare le fragole aiuta a sciogliere il tartaro dei denti.

• Per tenere lontani i topi basta mettere nei luoghi a rischio una pianta di ruta, che emana un odore a loro sgradevole.

• La saponaria è una pianta che contiene un glucoside, la saponina, che si trova in tutte le parti della pianta e che agitata in acqua la rende spumosa come fa il sapone; perciò il suo decotto era usato per sbiancare e smacchiare tessuti di seta, di lana e merletti.

• La cottura delle piante nel vino ne aumenta l’efficacia terapeutica. Anticamente venivano messe nel mosto in fermentazione mazzi di piante diverse, sì da avere vini con proprietà medicinali diverse. A mosto fermentato venivano tolte le parti vegetali e quindi si procedeva nella solita maniera per ottenere il vino. Esistevano così vini di salvia, rosmarino, assenzio, finocchio, anice, sambuco, gramigna, ecc. Questi vini medicamentosi servivano per trattare le stesse malattie curate dalle piante che vi si immettevano.

• I fiori del carciofo coagulano il latte.

• Con l’acqua dei fiori d’arancio si prepara il cosiddetto latte di gallina, che è ottimo per le affezioni respiratorie e come nutrimento che giova agli ammalati. Si sbattono 1 o 2 tuorli d’uova fresche in un po’ di latte zuccherato e si aggiunge un po’ di acqua di fiori d’arancio.

• Se si deve prendere olio di ricino oppure olio di fegato di merluzzo, si può masticare prima un po’ di scorza d’arancia per rendere più gradevole l’assunzione.

• Il sale di acetosella (che si estrae dalle foglie della pianta), sciolto in acqua, è ottimo per togliere le macchie difficili da tessuti, legno, ecc.

• Per preparare un’ottima polvere dentifricia che mantiene i denti bianchi e lucidi, aromatizza la bocca e rinforza le gengive, mescolare uguali quantità di semi di anice ridotti in polvere con polvere di carbone di pioppo o di china grigia.

• L’unghia bianca dei petali di rosa ha proprietà astringenti, mentre il lembo ha proprietà lassative.

• I semi di girasole, torrefatti e macinati, consentono di preparare un caffè utile nei casi di emicrania.

• Le foglie del noce hanno un’azione parassiticida.

• Con le patate raschiate e riscaldate lentamente si forma una pasta che è una specie di sapone usato in passato per dare biancore e splendore alla biancheria.

• Il mosto d’uva combatte la stitichezza.

• I vecchi medici prescrivevano il bagno di ginepro ai malati di gotta.

• Un tempo era consuetudine, specie in Inghilterra e Svezia, fumare le foglie di farfaro a guisa di sigaro, nei casi di tosse e asma.

• Il crescione è un antidoto della nicotina. Tale pianta si usa sempre cruda perché cotta perde le sue proprietà curative. Inoltre è un vermifugo ed è controindicato per le donne incinte.

• I semi e le foglie fresche dell’ortica, ridotte in piccoli frammenti, mescolati con cibo delle galline e delle oche, stimolano la produzione delle uova. Inoltre le foglie di ortica, sia fresche che secche, sono un ottimo foraggio per il bestiame, come mucche e pecore, ed aumentano la produzione di latte.

• Il rizoma del rabarbaro rimuove le macchie di ruggine e disincrosta le padelle. Usato fresco è utile per pulire l’ottone.

• Il succo delle foglie di acetosa toglie le macchie di ruggine, di muffa, di inchiostro da lenzuola, da mobili di vimini e da argento.

• L’acqua di cottura dei fagiolini ravviva i tessuti di lana.

• L’acqua di cottura delle patate pulisce l’argento e restituisce brillantezza alla lana ed al cuoio.

• Se vicino alle rose si coltiva del prezzemolo, questo ne migliora il profumo e la salute.

• L’olio essenziale di origano è un potente antisettico, adatto a disinfettare gli ambienti in cui si soggiorna.

• La regola generale per impostare correttamente la temperatura del forno per la cottura dei dolci è la seguente: quanto più zucchero contiene l’impasto, tanto più bassa deve essere la temperatura.

• Per eliminare dalla bistecchiera l’odore dei cibi cucinati, basta strofinarvi a caldo una manciata di farina gialla e poi sciacquare sotto l’acqua corrente.

• La cenere del camino, opportunamente vagliata, può essere utilizzata per pulire e lucidare l’acciaio, come piani cottura, lavelli, pentole, stoviglie, rubinetteria, ecc. Se ne pone una piccola quantità su una spugnetta umida, si passa sugli oggetti e poi si sciacqua.

• Per decongestionare le palpebre gonfie ed arrossate a causa della stanchezza, vi si applica sopra una fetta di patata cruda per circa mezz’ora.

• Per eliminare il giallo dai denti o certe altre macchie antiestetiche, si spazzolano i denti con lo spazzolino su cui si è apposto un pizzico di bicarbonato.

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Repellente per zanzare e formiche

Zanzare

Calcolosi biliare renale e salivare - image  on https://rimediomeopatici.comCon l’arrivo del caldo estivo si pone il problema di come difendersi dagli attacchi delle zanzare e dalle loro fastidiosissime punture. Da noi, ove è praticamente escluso il rischio della trasmissione di malattie, la puntura di zanzara non è particolarmente dannosa e si limita a produrre nella zona cutanea interessata una manifestazione irritativa infiammatoria, con arrossamenti e prurito, di gravità variabile a seconda del grado di sensibilità dell’individuo. E’ solo la zanzara femmina che punge, in quanto con la puntura essa succhia il sangue per nutrirsi e per rendere fertili le uova prima della deposizione. La saliva iniettata, avendo un potere rubefacente, agevola la suzione ma provoca nel malcapitato la reazione allergica descritta in precedenza. Non tutte le persone però attirano le zanzare: sembrerebbe che tali insetti siano particolarmente attratti dagli odori emanati da alcune sostanze presenti sulla pelle, in quantità variabili da persona a persona e dall’anidride carbonica emessa con la respirazione, anch’essa in quantità variabile da persona a persona. Un sistema valido per difendersi dalle zanzare è quello di fare uso di sostanze in grado, con il loro odore sgradevole, di tenere lontano gli insetti. In natura esistono diverse sostanze che hanno tali caratteristiche e che quindi possono essere utilizzate per preparare repellenti naturali di provata efficacia, con la sola accortezza, a differenza dei repellenti chimici, di doverli rinnovare più spesso per la loro minore durata. Se ne riportano alcuni adoperati dalla Nonna.  

 

□ In prossimità delle possibili aperture di casa (balconi, finestre, ecc.) e/o nella stanza in cui si soggiorna, mettere un piattino con mezza cipolla ed alcuni chiodi di garofano conficcati. L’odore terrà lontane le zanzare.

 

□ Analogamente si può usare dell’aceto con alcune fette di limone.

 

□ Un ottimo repellente per le zanzare, da cospargere sulle parti scoperte del corpo, può essere fatto con l’infuso di foglie e cime fiorite di menta, più qualche foglia di basilico. Se ne può usare anche lo spray.

 

□ La sera mettere su una candela a base larga qualche goccia di olio essenziale di neem o di citronella e geranio. L’odore sprigionato allontanerà le zanzare.

 

□ Le piante di gerani odorosi, citronella, lavanda, malvarosa, menta e basilico sono dei repellenti naturali perché le zanzare non sopportano il loro profumo.

 

□ Mangiare aglio o peperoncino o lievito di birra aiuta a tenere lontane le zanzare perché conferisce al sudore un odore a queste sgradito.

 

□ Preferire abiti di colore chiaro ed evitare quelli di colore scuro ed acceso che attirano le zanzare.

 

□ La crema corpo può diventare un ottimo repellente per zanzare se a 50 g di essa si aggiungono 10 gocce di olio essenziale di geranio e 10 gocce di olio essenziale di citronella.

 

□ Si può preparare un olio per il corpo che tiene lontane le zanzare, aggiungendo a 50 ml di olio di mandorle dolci 5 gocce di ognuno degli oli essenziali di menta piperita, lavanda, citronella, eucalipto e timo. Si può usare come base anche un altro olio, come ad es. olio extravergine di oliva o olio di jojoba.

 

□ L’olio di semi di soia, cosparso sulle parti scoperte del corpo, garantisce un’ottima protezione contro le zanzare, per efficacia e durata.

 

□ A 80 ml di acqua distillata aggiungere 20 ml di alcool alimentare e gli oli essenziali di tea tree, geranio, lavanda, menta piperita e timo, 15 gocce di ciascuno. Agitare bene e spruzzare sul corpo per allontanare le zanzare.

 

Formiche

Calcolosi biliare renale e salivare - image  on https://rimediomeopatici.comPer difendersi dalla visita delle formiche la prima cosa da fare è di eliminare dall’ambiente ogni traccia di cibo. Com’è noto le formiche sono onnivore e sono particolarmente golose delle sostanze zuccherine, per cui occorre stare attenti a non lasciare in giro avanzi di cibo (briciole sul pavimento, macchie di alimenti, piatti sporchi, granelli di zucchero, ecc.). La seconda cosa da fare è di individuare il percorso delle formiche, stabilendo da dove entrano e da dove escono. Laddove è possibile, occorre quindi ostruire le vie di accesso che lo consentono (fessure, tubature, cavidotti, ecc.). La zona o le zone d’ingresso ineliminabili vengono invece trattate con repellenti naturali che tengono alla larga le formiche. Trattasi cioè di sostanze naturali che emanano un odore sgradito alle formiche, le quali, com’è noto, hanno un olfatto molto sviluppato (tale ad esempio da percepire la presenza dello zucchero a notevole distanza) e non sopportano gli odori forti. Molti di questi ingredienti possono essere utilizzati lungo i percorsi abituali o per lavare le superfici di casa. Di seguito si riportano alcuni repellenti naturali adoperati dalla Nonna.

 

□ La polvere di peperoncino cosparsa lungo i percorsi o nei punti d’ingresso delle formiche, costituisce un efficacissimo repellente.

 

□ Lo stesso risultato lo si ottiene con una miscela di sale, polvere di origano e polvere di timo, oppure polvere di borotalco e fondi di caffè. Cosparsa lungo i perimetri e negli angoli tiene lontane le formiche.

 

□ Lavare le superfici con una miscela composta da 1 litro d’acqua, 100 ml di aceto bianco, 100 g di sale, in cui si possono aggiungere, per aumentarne l’efficacia, 10 gocce di ciascuno degli oli essenziali di menta piperita, lavanda, citronella e origano. L’azione repellente per le formiche è garantita.

 

□ Le superfici possono essere pulite anche con aceto bianco distillato o con succo di limone.

 

□ I punti d’ingresso delle formiche possono essere cosparsi con uno o più dei seguenti altri repellenti: chiodi di garofano, cannella, pepe, spicchi d’aglio, limone, ortica, sedano, canfora, cajeput, assenzio, pino, cedro, eucalipto, tanaceto e tutti gli odori forti.

 

□ Un detergente per pavimenti che funziona da ottimo repellente per le formiche può essere preparato unendo ad un secchio d’acqua 250 ml di aceto bianco, 50 ml di sapone liquido neutro, 10 gocce di olio essenziale di eucalipto e/o menta piperita.

 

□ Un profumo per ambiente che tiene lontane le formiche può essere composto da 5 ml di olio essenziale di cajeput, 5 ml di olio essenziale di eucalipto e 20 ml di alcool etilico. Si può spruzzare anche lungo i percorsi e nelle zone più a rischio.

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Per riposare meglio

Riposare bene, con un sonno che sia soddisfacente per quantità e qualità, è una condizione fondamentale ed indispensabile della nostra esistenza. Durante le ore di sonno l’organismo si rigenera e trova le energie per affrontare il nuovo giorno, mentre il cervello classifica e memorizza le informazioni ricevute durante la giornata. Per una vita attiva Calcolosi biliare renale e salivare - image  on https://rimediomeopatici.come serena, dunque, bisogna essere pienamente riposati e ciò lo si percepisce se al risveglio si prova un senso di benessere e di soddisfazione. Al contrario se si riposa male i sintomi diurni sono stanchezza, sonnolenza e mancanza di concentrazione. E’ noto che la quantità di sonno dipende oltre che dall’età (in genere è inversamente proporzionale all’età) e dal sesso (le donne dormono meno degli uomini), da fattori strettamente personali, per cui le ore di sonno da considerarsi sufficienti non sono le stesse da individuo a individuo ma possono variare sensibilmente. Anche la qualità del sonno svolge un ruolo fondamentale, su cui incide in maniera determinate il numero di risvegli notturni che rende il riposo insufficiente anche se si è dormito un numero di ore ritenuto normale.

L’insonnia purtroppo è un problema che affligge molte persone (si calcola che in Italia ne soffre circa il 20% della popolazione), le cui cause possono essere le più svariate e nei soggetti sani sono ascrivibili ad uno stile di vita errato oppure a situazioni di nevrosi e di stress, che è opportuno cercare di rimuovere.

I rimedi che la nonna qui consiglia danno un valido contributo per conciliare il sonno e riposare meglio.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”. 

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□ Arancio: preparare un infuso con 2 g di foglie d’arancio per 150 ml di acqua bollente. Si possono aggiungere anche fiori di tiglio o di camomilla. Bere l’infuso caldo la sera, prima di andare a letto. Quest’infuso è utile anche nei casi di crisi nervose. Ottimo altresì per aiutare la digestione lenta e difficile.

 

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□ Basilico e Camomilla: mettere a macerare per 5 giorni, 50 g di fiori e foglie di basilico e 50 g di fiori di camomilla, in 1 litro di vino liquoroso, filtrare spremendo il residuo e berne 1 – 2 bicchierini al dì per 20 giorni. Combatte l’insonnia e gli stati di agitazione.

 

 

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□ Biancospino: per le persone un po’ ansiose che la sera non riescono a prendere sonno perché avvertono le palpitazioni cardiache, si rivela efficace l’infuso così preparato: versare un cucchiaio raso di fiori essiccati di biancospino in una tazza di acqua bollente; lasciare in infusione 15 min; filtrare, spremendo bene il residuo; dolcificare a piacere con miele. Bere 3 tazze al giorno, di cui l’ultima la sera prima di andare a letto.

 

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□ Lattuga: cuocere un ceppo o piede di lattuga in 1 litro d’acqua e bere il decotto ancora caldo prima di coricarsi.

 

  

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□ Lavanda: è una pianta che ha spiccate proprietà rilassanti. Si possono usare i suoi fiori, freschi o anche secchi, per profumare e disinfettare l’ambiente in cui si riposa o l’acqua per bagni caldi. Vanno bene anche l’olio essenziale o l’acqua di colonia.

 

 

 

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□ Lichene d’Islanda: il decotto con la parte aerea della pianta (10 – 20 g in 1 litro d’acqua, far bollire 1 h, fare intiepidire 10 min, filtrare e aggiungere zucchero o meglio miele a piacere), assunto alla dose di 3 – 5 cucchiai al dì prima dei pasti, è utile per la dispepsia e per i disturbi intestinali di origine nervosa, compresa la diarrea. Funziona anche come blando sedativo e quindi, assunto il pomeriggio-sera, può essere utilizzato nelle forme leggere d’insonnia. Inoltre risulta utile anche nelle manifestazioni spasmodiche delle vie respiratorie, come tosse stizzosa e asma.

 

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□ Melissa: prepararne un decotto con 20 g di fiori e foglie in 1 litro d’acqua, dolcificato con miele; berne mezza tazza prima dei pasti principali.

 

 

  

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□ Passiflora: l’infuso, lo sciroppo o l’estratto alcolico delle parti aeree di tale pianta hanno proprietà sedative del sistema nervoso, tranquillanti, antispasmodiche, ansiolitiche, curative dell’insonnia e dell’isterismo.

 

  

 

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□ Salice bianco: le foglie o i fiori (amenti) del salice bianco svolgono un’azione antispasmodica e calmante generale. Si prepara l’infuso versando in una tazza d’acqua bollente un cucchiaio di amenti essiccati, si lascia in infusione 10 min prima di filtrare. Si beve la sera prima di coricarsi come calmante del sistema nervoso e contro l’insonnia. Utile anche per combattere i disturbi legati al ciclo mestruale.

 

 

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□ Solidago (o Verga d’oro): prepararne il decotto con 10 g di sommità fiorite e foglie in 250 ml d’acqua e berne ½ tazza prima di andare a dormire. Per un effetto migliore aggiungere al decotto 2 g di bacche di ginepro.

 

 

  

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□ Tiglio: l’infuso di tiglio (5 – 10 g di fiori in 200 ml d’acqua bollente), al quale si può aggiungere succo di limone e alcune foglie di arancio per migliorarne l’aroma e aumentarne l’efficacia, è un ottimo calmante e un blando sudorifero in caso di febbre. Da bere più volte al dì. Nei casi di eccessivo nervosismo si può preparare un bagno calmante aggiungendo una discreta quantità di infuso di foglie e fiori di tale pianta.

 

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□ Valeriana: prepararne un infuso con 3 g di radici in 200 ml di acqua bollente, da assumere più volte al giorno ma preferibilmente la sera per prendere sonno. Per rendere più gradevole il sapore si può aggiungere menta o anice. Non superare le 3 – 4 settimane di somministrazione. Ideale è l’alternanza con la melissa.

  

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□ Veronica: bere ogni sera una tazzina di infuso di veronica preparato con 5 g di fiori e foglie in 200 ml d’acqua.

 

  

 

□ Per rinforzare il sistema nervoso, è ottimo l’infuso preparato con valeriana, menta piperita, foglie di arancio, in parti uguali finemente sminuzzate, cui si aggiungono alcuni fiori di tiglio e camomilla; lasciare in infusione nell’acqua bollente al buio per circa 8 ore; assumere una tazza la mattina e la sera.

□ Per allontanare il mal di testa dovuto a cattiva digestione, che specie di sera rende problematico il sonno, si rivela utile un infuso con il mix delle seguenti piante: 4 g di fiori di tiglio, 4 g di fiori di camomilla, 4 g di foglie di melissa, 4 g di foglie di arancio, in 1 litro di acqua bollente; lasciare in infusione 15 min; filtrare, spremendo il residuo; dolcificare a piacere.

□ Camomilla (fiori), Ginepro (bacche), Iperico (fiori e foglie),  Achillea (tutta la pianta), Origano (foglie), Pratolina o Margheritina (fiori e foglie), Rosmarino (foglie), Timo (fiori e foglie), Vischio (rami e foglie): gli infusi e i decotti di tali piante, dolcificati a piacere con zucchero o miele, sono tutti rilassanti.

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Addio mal di testa

Calcolosi biliare renale e salivare - image  on https://rimediomeopatici.comIl dolore è un’esperienza sensazionale ed emozionale sgradevole associata a un danno dell’organismo in atto o potenziale. Il dolore indica che qualcosa sta funzionando male ed è quindi un segnale per il cervello affinché questo possa dare luogo ai comportamenti adeguati per cercare di neutralizzarlo, tentando di ripristinare l’integrità fisica, oppure diventa il sintomo da interpretare correttamente per giungere ad una diagnosi e stabilire la terapia. Però se persiste procura sofferenza e diventa esso stesso causa di problemi organici e psichici.

Il mal di testa, che è un sintomo e non una malattia, è un disturbo comune, relativamente frequente, di varia origine. Ad esempio può essere di origine vascolare, causato da tensione muscolare, dovuto a situazioni di stress, od altro.

Se il dolore è totale si parlerà di cefalea, se invece è localizzato in metà testa, colpendo generalmente il lobo frontale, temporale o orbitale del cranio, si parlerà di emicrania, che è la manifestazione dolorosa più frequente.

I rimedi della nonna qui riportati consentono di combattere in modo del tutto naturale il dolore di testa.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

 

Calcolosi biliare renale e salivare - image  on https://rimediomeopatici.com□ Alchemilla (o Erba stella o Erba ventaglia): la pianta possiede molteplici virtù, ha proprietà astringente, antisettica, antinfiammatoria, antispasmodica, antiemorragica, cicatrizzante, diuretica e depurativa. Si utilizzano le foglie o le parti aeree. L’infuso (2 – 4 g di foglie essiccate in una tazza d’acqua bollente), di cui se ne bevono fino a 3 tazze al dì lontano dai pasti, è indicato nei casi di dismenorrea, ipermenorrea, emicrania, dolori reumatici, febbre, forme lievi di diarrea e di coliti con tendenza diarroica, Il decotto (1 g di parti aree essiccate in una tazza d’acqua) può essere utilizzato per fare sciacqui o gargarismi nei casi di infiammazioni del cavo orale (gengiviti, tonsilliti, faringite, raucedine) oppure per fare impacchi allo scopo di frenare emorragie, detergere ferite, donare elasticità alla pelle e combattere le smagliature. La pomata di alchemilla, per uso esterno, può servire per calmare le irritazioni degli organi genitali femminili.

Camomilla□ Camomilla (o Matricaria Chamomilla): sono ben note le proprietà calmanti e rilassanti dei fiori di camomilla. Se ne assume l’infuso, 3 volte al giorno, in una tazza d’acqua bollente.

 

 

 

 

Cardo-santo□ Cardo santo: contro l’emicrania  si dimostra utile l’infuso fatto con 5 g di fiori e foglie in 200 ml d’acqua bollente. E’ consigliabile non superare l’assunzione di 3 – 4 tazze al dì, in quanto il principio amaro contenuto (cnicina) ad alte dosi può causare conati di vomito. La pianta del cardo santo fu portata dall’India verso la metà del 1400 e donata a Federico III, imperatore del Sacro Romano Impero, che la utilizzò per liberarsi da una continua emicrania di cui soffriva e per questo la pianta fu chiamata “santa” o “benedetta”.

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□ Carota, Spinaci e Tarassaco: per prevenire e combattere il mal di testa è utile bere prima dei pasti una miscela di succo di carota (60%), di spinaci (20%) e di tarassaco (20%).

Calcolosi biliare renale e salivare - image  on https://rimediomeopatici.com□ Lavanda: i fiori di lavanda sono sedativi e antispasmodici per cui per calmare il mal di testa se ne può assumere l’infuso (6 – 8 g di fiori secchi in una tazza d’acqua bollente).

□ Limone o Cipolla: applicare la scorza più superficiale del limone, tagliata in dischi, sulle guance, sulle tempie e dietro le orecchie. Va bene anche applicare sulla fronte e sulle tempie alcune fette di cipolla. Si hanno sempre buoni risultati.

Calcolosi biliare renale e salivare - image  on https://rimediomeopatici.com□ Maggiorana (o Origanum majorana): la pianta ha proprietà antispasmodiche, antisettiche, sedative, digestive ed espettoranti. Nei casi di mal di testa, nevralgie, dolori addominali, raffreddore, tosse e per aiutare la digestione si può assumere l’infuso di foglie fresche (8 – 10 g in una tazza d’acqua bollente).

Calcolosi biliare renale e salivare - image  on https://rimediomeopatici.com□ Melissa: l’infuso di fiori e foglie di tale pianta (un cucchiaino di foglie e fiori secchi in una tazza d’acqua bollente), che ha un gradevole aroma di limone, ha proprietà sedative e carminative ed è pertanto consigliato nei casi di mal di testa, insonnia, crampi mestruali, ma anche per migliorare la traspirazione ed abbassare la febbre.

Calcolosi biliare renale e salivare - image  on https://rimediomeopatici.com□ Menta piperita: le foglie di menta piperita applicate sulla fronte e sulle tempie sono un efficace sollievo contro il mal di testa. Risulta altresì utile massaggiare in senso rotatorio le tempie con olio alla menta. L’olio si può preparare in casa mettendo le foglie di menta fresca in olio extravergine di oliva, nella quantità di 2-3 foglie per ogni cucchiaio d’olio, e scaldando il tutto a bagnomaria per circa mezz’ora.

Calcolosi biliare renale e salivare - image  on https://rimediomeopatici.com□ Passiflora: la pianta è nota come sedativo naturale e per questo è particolarmente utile per combattere ogni tipo di emicrania, specie quella da stress. Si assume l’infuso (un cucchiaino di fiori in una tazza d’acqua bollente), secondo necessità.

Calcolosi biliare renale e salivare - image  on https://rimediomeopatici.com□ Prezzemolo: per combattere il mal di testa si possono bere al mattino, a digiuno, due cucchiaini di succo di prezzemolo, oppure si possono applicare sulla fronte le foglie fresche pestate.

Calcolosi biliare renale e salivare - image  on https://rimediomeopatici.com□ Rosmarino: la pianta possiede svariate proprietà, infatti è  antisettica, balsamica, diuretica, stimolante, aperitiva, digestiva. Contro il mal di testa, soprattutto se conseguente ad un’abbuffata, risulta efficace l’infuso di foglie e fiori di rosmarino (un cucchiaino in una tazza di acqua bollente), da assumere ben caldo e concedendosi una mezz’oretta di riposo.

Calcolosi biliare renale e salivare - image  on https://rimediomeopatici.com□ Ruta (o Ruta graveolens): massaggiare in senso rotatorio con olio di ruta la parte dolente della testa. La preparazione casalinga dell’olio è simile a quella riportata per la menta piperita.

Calcolosi biliare renale e salivare - image  on https://rimediomeopatici.com□ Salice bianco: è un ottimo sostituto naturale dell’aspirina per il contenuto di acido acetil-salicilico, che non ha effetti collaterali. Il salice è una pianta con proprietà antinfiammatorie, antipiretiche, analgesiche, antispasmodiche, antireumatiche. Per alleviare il mal di testa si beve l’infuso di amenti (le infiorescenze) essiccati.

Calcolosi biliare renale e salivare - image  on https://rimediomeopatici.com□ Tiglio: specifico per l’emicrania è l’infuso di fiori di tiglio (5 – 10 g in una tazza d’acqua bollente).

Calcolosi biliare renale e salivare - image  on https://rimediomeopatici.com□ Timo: applicando sulla fronte alcune foglie fresche di timo si elimina il mal di testa.

Calcolosi biliare renale e salivare - image  on https://rimediomeopatici.com□ Uva: mangiare un grappolo di uva matura o bere il succo d’uva, apporta sollievo al mal di testa o all’emicrania.

Calcolosi biliare renale e salivare - image  on https://rimediomeopatici.com□ Verbena: l’infuso con le foglie (5 g in una tazza d’acqua bollente) da bere secondo necessità è un valido rimedio per ogni tipo di dolore (mal di testa, nevralgia del trigemino, lombaggini, ecc.). Vanno bene anche gli impacchi dell’infuso sulle parti dolenti.

□ Per il mal di testa dovuto a cattiva digestione si rivela utile un infuso con il mix delle seguenti piante: 4 g di fiori di tiglio, 4 g di fiori di camomilla, 4 g di foglie di melissa, 4 g di foglie di arancio, in 1 litro di acqua bollente; lasciare in infusione 15 min; filtrare, spremendo il residuo; dolcificare a piacere. Vanno bene anche gli infusi a base di anice, menta e verbena, chestimolando la secrezione dei succhi gastrici, facilitano la digestione.

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