DESCRIZIONE di Rhus toxicodendron
Il rimedio si prepara a partire dalla tintura madre del Somacco velenoso o Rhus toxicodendron.
La reazione che si ha quando si viene a contatto con le foglie della pianta è una dermatite. Rhus trasuda, corrode, brucia.
Toxicodendron è un genere di alberi, arbusti e rampicanti legnosi che hanno foglie molto belle, sì, ma irritanti; fanno parte della famiglia delle Anacardiaceae e sono comunemente noti come sommacchi o sommachi*. Una di esse è Rhus toxicodendron.
La pianta di Rhus tox cresce sulle falesie; è nota anche coi nomi di “edera velenosa”, di “edera del Canada” e di “ortica del climber” .
I principali componenti dell’edera velenosa sono presenti in ogni parte della pianta. Essi sono gli alchilfenoli, fra cui spicca l’urusciolo, i tannini e i flavonoidi. Il principale responsabile della tossicità attribuita all’edera velenosa è dovuta all’urisciolo, che non è una singola sostanza, bensì è un’oleoresina costituita da una miscela di derivati catecolici. Si presenta come un liquido di colore giallo, limpido e immiscibile con l’acqua.
L’urusciolo è un potente allergene ed esercita un effetto di tipo indiretto mediato da una risposta immunitaria indotta.
Basta il semplice contatto con la pelle per scatenare una dermatite da contatto. Una volta sulla pelle, infatti, l’urusciolo attacca le proteine di membrana delle cellule cutanee più superficiali con cui si trova a diretto contatto, provocandone l’alterazione strutturale. Queste alterazioni portano il sistema immunitario a considerare le cellule cutanee interessate come corpi estranei che, pertanto, devono essere eliminati. S’innesca così una risposta immunitaria cellulo-mediata che prevede l’attivazione dei linfociti T e a cui consegue la reazione allergica.
La dermatite si rivela con arrossamento, gonfiore, formazione di papule e vescicole a distribuzione lineare e dal contenuto sieroso, prurito, bruciore.
Il contatto con gli occhi può provocare grave congiuntivite, infiammazione corneale e perdita della vista.
L’ingestione è assolutamente da evitarsi. L’unico utilizzo consentito dell’edera velenosa è quello in ambito omeopatico.
*Il sommacco o sommaco è il materiale conciante costituito dalle foglie e dai giovani rami delle piante dei generi Rhus Coriaria, spontanee o coltivate in alcuni regioni, tra cui la Sicilia.
Le parti raccolte vengono essiccate all’aria e quindi commerciate in balle come sommaco in foglie. Questa varietà di sommaco serve alla produzione dell’estratto o, previa ulteriore essiccatura in appositi essiccatoi e molitura, a produrre il somaco mollito. Quest’ultimo contiene sino al 30% di tannino, e circa il 22% di altre sostanze solubili in acqua dette non-yannino e il 5% di ceneri.
L’estratto di sommaco, ottenuto trattando con acqua le foglie macinate contiene il 30% di tannino, il 17% di non-tannino e il rimanente di acqua.
Sia il sommaco mollito che l’estratto trovano impiego in conceria per la produzione di cuoi chiari.
Esistono numerose piante che producono sostanze molto utili per difendersi dagli animali erbivori. Alcuni di loro sono usati oggi per fare medicine per gli esseri umani, di solito per alleviare il dolore intenso. Ma dobbiamo stare attenti, perché sebbene possano essere delle ottime piante da giardino, possono anche essere molto pericolose se non le conosciamo bene.
CARATTERISTICHE
Rhus toxicodendron è un rimedio della psora e del tubercolinismo ed è tra i principali policresti omeopatici di origine vegetale.
Organospecificità: Muscoli, articolazioni, tendini e legamenti, pelle, nervi periferici, mucose particolarmente quelle dell’apparato gastro-enterico, apparato urinario, Sistema Nervoso Centrale.
Indicazioni cliniche: Reumatismo acuto e sub-acuto delle articolazioni, rigidità articolare, artrosi; disturbi dolorosi dell’apparato osteoarticolare e muscolare, traumi, mal di schiena, cervicalgia, fibromialgia; paralisi e paresi facciali, torcicollo, lombaggine, lussazione, strappo, tendinite, coxalgia, geloni; nevriti e nevralgie, la sciatica in particolare; afonia, disfonia, raucedine, disturbi della voce e della gola; dermatite con vescicole ed eczemi pustolosi, dermatite con ponfi, dermatite con papule e pustole, eritema solare, orticaria, erisipela, eruzioni suppuranti, herpes e zona, verruche, prurito, reazioni allergiche cutanee, dermatite atopica, piodermite; parestesie, insonnia; febbre e influenza; Ritenzione idrica, edema e gotta; Stasi venosa, cellulite, esantema, couperose, ecchimosi; tosse; disturbi infiammatori dell’apparato gastroenterico, glossite, dissenteria.
Il soggetto Rhus è un intossicato. L’intossicazione di Rhus ha manifestazioni di tipo reumatico e colpisce i tendini, i legamenti, i muscoli, i nervi, il midollo spinale; i tessuti periarticolari, aponevrotici, muscolari, nervosi, ghiandolari, connettivi ed elastici; le mucose e la pelle.
Rhus toxicodendron ha un’azione elettiva nei confronti dei tendini e dei legamenti, quindi può essere indicato per l’infiammazione degli stessi.
Grande caratteristica di Rhus è che, con poche eccezioni, i dolori migliorano con il movimento e peggiorano con il riposo.
In particolare il rimedio è adatto a coloro che sono affetti da problematiche reumatiche acute o croniche e ai cattivi effetti dopo una sudata o dopo aver preso umidità, specie se sovraccaldati.
Rhus toxicodendron è principalmente il rimedio omeopatico dell’indolenzimento generale con rigidità, dei dolori di origine reumatica, dei dolori artrosici o conseguenti a un esercizio violento, accompagnati da una agitazione estrema fisica e mentale. Ma Rhus è anche uno dei rimedi della pelle e in particolare dell’eczema in fase acuta.
Il soggetto ha grande agitazione, ansia e apprensione, non riesce a stare nel letto o in una qualsiasi posizione e deve cambiare frequentemente posizione per ottenere sollievo dal dolore. Rhus non sopporta l’aria fresca, né di scoprirsi; ha grande sete con secchezza della gola, della bocca e della lingua. La lingua è secca, dolente, rossa e spaccata ed ha un triangolo rosso sulla punta.
I disturbi di Rhus spesso insorgono o si acutizzano la notte, anche tutte le sue paure e l’ansia peggiorano di notte. I sintomi psichici di Rhus sono lo scoraggiamento, la depressione psichica, l’incapacità di sostenere uno sforzo intellettuale, il disgusto per la vita. Il soggetto è ossessionato da pensieri suicidi, desidera morire ma ha paura della morte; è triste e piange senza sapere perché; è irritabile e ansioso; ha una grande sensibilità all’aria aperta.

Riporto nel dettaglio le caratteristiche delle sue due azioni principali:



DOSI
In caso di reumatismi 5CH: 3 granuli 3-6 volte al dì.
Nei casi di afonia e raucedine 9CH: 3 granuli 2-3 volte al dì.
In tutti gli altri casi 5CH: 3 granuli 3 volte al dì.
(*) V. Note esplicative

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Lycopodium clavatum (nome italiano Licopodio) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Licopodiaceae. Cresce su suoli prevalentemente acidi e silicei, sia in zone temperate che in quelle più fredde montane di Europa, Asia, America settentrionale e Africa australe. In Italia la si trova sia nelle radure boscose che nei pascoli delle Alpi e degli Appennini fin oltre i 2000 metri.
La spiegazione di questo particolare quadro psichico, contorto e contraddittorio, la si può trovare nella metafora legata alle origini della pianta, da cui il rimedio omeopatico si ottiene. Il Lycopodium in epoca remota era una pianta grande e maestosa, abituata a guardare tutti dall’alto in basso. Attualmente è una pianta strisciante al suolo, un cespuglio, con il timore di essere calpestato da chiunque. Cosicché il Lycopodium omeopatico è una persona che pur essendo piccola e timorosa, sogna e spera di diventare grande come una volta: ha la voglia di emergere e la paura di non riuscirvi, manca cioè di coraggio. Ecco quindi che tende a rodersi e per prima cosa si rode il fegato, che è appunto il simbolo del coraggio. Il fegato pertanto diventa l’organo bersaglio e sarà interessato da diverse patologie. Da qui hanno origine tutte le disfunzioni del paziente.












conservanti. Ancora oggi è prodotto dall’industria cosmetica seguendo la ricetta tradizionale. Gli ingredienti sono: olio di oliva, soda caustica (idrossido di sodio NaOH) e olio di alloro (V. ricetta precedente). L’olio di oliva viene cotto lentamente per alcuni giorni aggiungendo la soda caustica per la saponificazione. Al termine della cottura, durante il raffreddamento, si aggiunge l’olio di alloro. Il sapone, che è ancora di colore verde, viene quindi colato negli stampi e lasciato essiccare per un anno intero, al termine del quale la colorazione diventa di un verde dorato. Il minore o maggiore pregio del sapone dipende dalla percentuale di olio di alloro contenuta, che in genere varia dal 5 al 60%.