DESCRIZIONE
E’ un rimedio omeopatico che si ottiene dalla Tintura Madre di Phytolacca (o Fitolacca), che è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Phytolaccaceae. E’ originaria dell’America Settentrionale ed oggi cresce selvatica nei Paesi temperati d’Europa, nelle siepi, nelle rupi, lungo le strade di campagna, sia in pianura che nelle zone montane. Ha radice carnosa ricca di un glucoside (fitolaccina) ad azione purgativa; presenta fusti rossi, ramosi, alti anche 3 m; le foglie sono glabre, ovato-allungate; i fiori hanno colore bianco-roseo e sono riuniti a grappoli, appaiono da luglio a ottobre; i frutti sono a bacca, rossastri e poi nerastri, con succo di colore intensamente porporino. Le bacche mature industrialmente venivano utilizzate per produrre un colorante naturale per dolci e liquori. Tale colore ha dato origine al nome della pianta, che si compone della parola greca phyton e della radice araba lakk (lacca, colore). Il nome scientifico completo è Phytolacca decandra o anche Phytolacca americana L. con riferimento alla sua origine nord americana. La pianta comunemente è chiamata anche Erba amaranta o ancora Uva turca. Tutte le sue parti sono velenose, però i giovani germogli, resi innocui dalla bollitura, sono molto buoni e possono essere consumati come gli asparagi. La pianta contiene potassa caustica in quantità prossima al 45%. La droga utilizzata per la preparazione del rimedio omeopatico è la radice, raramente le bacche.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Il rimedio agisce:
• sugli organi linfatici e su quelli ricchi di reti linfatiche, principalmente su tonsille e mammelle;
• sui tessuti connettivi fibrosi, prediligendo la zona del calcagno, la tibia, la regione cranica, dove la rete fibrosa è particolarmente fitta.
Quindi Phytolacca corrisponde a tutte le affezioni acute e croniche che interessano sia il sistema linfatico che i tessuti fibrosi. Inoltre normalizza il sistema endocrino femminile.
Il tipo Phytolacca è depresso, malinconico, ha un’aria triste e sofferente, è irrequieto, non ama il lavoro e soprattutto quello intellettuale; è molto abbattuto, guarda la vita con indifferenza ed ha paura di non guarire. Ha guance incavate, occhiaie, colorito pallido. Ha cefalee e dolori muscolari generalizzati, mani chiuse e dita dei piedi flesse, desiderio di stringere i denti.
Un sintomo particolare di Phytolacca, che però non è sempre presente ma quando c’è è fortemente indicativo per la scelta del rimedio, è il dolore al tallone tale da rendere molto difficoltoso o addirittura impedire il camminare; tale dolore migliora tenendo i piedi sollevati.
In Phytolacca le secrezioni lacrimali, salivari, biliari e urinarie risultano più abbondanti del normale e perciò il rimedio si dimostra particolarmente utile anche in alcuni casi di albuminuria. La bocca si riempie di saliva filamentosa con gusto metallico. Sono presenti eruzioni cutanee pruriginose di tipo squamoso che hanno tendenza ulcerativa.
Il soggetto Phytolacca è fortemente idrogenoide, cioè ha una spiccata sensibilità all’umidità, ai cambiamenti del tempo, alla pioggia, al freddo umido, che aggravano i sintomi. Sta peggio la notte, i suoi dolori peggiorano con il movimento (come Bryonia) e migliorano solo con il riposo, con il calore, con il tempo secco e caldo. E’ ipersensibile e perciò mal sopporta i dolori.
Phytolacca è il miglior rimedio omeopatico per la cura delle affezioni della mammella, poiché nessun altro rimedio in Omeopatia concentra la sua azione sulla ghiandola mammaria e solo pochi rimedi sono veramente così efficaci nella cura degli indurimenti delle mammelle e degli ascessi nel puerperio.
Latte, sale e caffè sono i suoi antidoti.
In estrema sintesi Phytolacca è il rimedio degli organi ghiandolari, in particolare delle tonsille e delle mammelle.
USO DEL RIMEDIO
Si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio:
1) TONSILLE: in presenza di tonsillite sia acuta che cronica con tonsille rosse e gonfie tendenti alla suppurazione, linfonodi sottomascellari gonfi, mucose faringee di colore rosso scuro, deglutizione dolorosa, bruciore, secchezza e sensazione di un corpo estraneo in gola. Il dolore si irradia anche alle orecchie e alle parotidi, oltre che alla radice della lingua; l’ugola è gonfia. In queste manifestazioni il rimedio è molto simile a Kali iodatum ed anche a Mercurius, tanto che il dott. James Tyler Kent (1849-1916, US) definisce Phytolacca “il mercurio vegetale”. I sintomi peggiorano con l’uso di bevande calde. Si usa anche nei casi di LARINGITE di CRUP e di PSEUDOCRUP. E’ l’ideale nei casi di SINDROME INFLUENZALE con tosse secca, raucedine, mal di gola, infiammazione delle tonsille, raffreddore, febbre.
2) MAMMELLA: per affezioni quali mastiti, ascessi, nodosità, adenoma, ulcere dolorose (ragadi), galattorrea nelle puerpere quando il capezzolo è screpolato, fessurato e c’è dolore durante la suzione; il dolore parte dal capezzolo e si estende a tutto il corpo. Si usa anche nei casi di DOLORE AL SENO dovuto all’avvicinarsi delle mestruazioni ed in tutti i casi in cui c’è INDURIMENTO DELLA MAMMELLA con dolori al seno che si irradiano alla schiena e alle braccia.
Spesso Phytolacca completa l’azione di Bryonia: entrambi i rimedi agiscono sulla mammella femminile.
3) GHIANDOLE ASCELLARI e PAROTIDEE ingrossate, indurite, dolenti. Si usa anche nei casi di PAROTITE.
4) INFIAMMAZIONI REUMATICHE, con dolori muscolari e ossei, colpo della strega, nevralgia, sciatalgia, artrosi. I dolori muscolari sono simili a scosse elettriche, si spostano rapidamente e si irradiano dall’alto verso il basso. Il malato si agita ed è irrequieto, perché quando si muove i dolori aumentano, come in Bryonia. Questa condizione di indolenzimento generale dà al malato la sensazione di come se fosse stato picchiato, come in Arnica. I dolori alla testa e al torace vanno dalla zona anteriore a quella posteriore, quelli alle ossa sono principalmente localizzati alla tibia ed al calcagno.
5) RENI: nei casi in cui c’è albuminuria (elevata concentrazione di albumina nelle urine) dovuta principalmente ad alterazione dei reni.
6) RAFFREDDORE, accompagnato da faringite, tonsillite e rinite con secrezione filamentosa (quest’ultima tipica anche di Kali bichromicum).
7) BOCCA: poiché il rimedio ha tendenza ulcerativa è indicato nei casi di STOMATITE ulcerosa.
8) PELLE: eruzioni cutanee di tipo squamoso come PITIRIASI (dermatosi benigna che colpisce prevalentemente il busto, gli arti superiori ed il cuoio capelluto; è caratterizzata da formazione di macchie ove la pelle manca di elasticità e idratazione), PSORIASI (malattia infiammatoria della pelle solitamente cronica e recidivante che si presenta in varie forme; si manifesta con la comparsa di macchie rossastre e rotondeggianti, ricoperte di squame; colpisce prevalentemente il cuoio capelluto, gomito e ginocchio, la zona lombo-sacrale), TIGNA (infezione della pelle dovuta a un fungo, spesso trasmessa da cani e gatti; si manifesta con chiazze rosa a forma di anello, il cui bordo è rilevato e squamato), FOLLICOLITE da barba (infezione del follicolo pilifero che si manifesta con papule rossastre senza pelo esterno; nella gran parte dei casi è dovuta al batterio Staphylococcus aureus; la forma più lieve può essere dovuta ad una rasatura troppo profonda), ESANTEMI (eruzioni cutanee di pustole, vescicole e bolle) come nel morbillo, ERITEMI scarlattiniformi su tutto il corpo. Le manifestazioni cutanee prediligono le pieghe, le fessure, le zone dove la circolazione è più debole, come dietro le orecchie (lo stesso comportamento si ha in Graphites). Le eruzioni presentano indurimento e tendenza ad ulcerare, sono pruriginose, si aggravano con il grattarsi.
DOSI
□ Casi 1), 3) e 6): se acuti, 3 granuli o 5 gocce 5CH, ogni 3 ore; se cronici, 3 granuli o 5 gocce 5CH, 3 volte al dì. Nei casi 1) e 6) effettuare anche gargarismi con 5 gocce di TM in ½ bicchiere d’acqua, 2 volte al dì.
□ Caso 2): 3 granuli o 5 gocce 2D, 3 volte al dì; in presenza di febbre alta, pulsazioni e congestione della testa si ripete 2 volte, nell’arco della giornata, il seguente ciclo: 2 granuli di Bryonia 5CH, dopo 2-3 ore 2 granuli di Belladonna 4CH, dopo altre 2-3 ore 2 granuli di Phytolacca 4CH, il tutto per alcuni giorni, allungando i tempi ai primi miglioramenti, fino a guarigione.
□ Caso 4): 3 granuli o 5 gocce 4CH, 3 volte al dì.
□ Casi 5) e 8): 3 granuli o 5 gocce 7CH, 3 volte al dì.
□ Caso 7): 3 granuli o 5 gocce 6CH, 2-3 volte al dì secondo gravità; risciacqui con 10 gocce di TM in 1 bicchiere d’acqua.
(*) V. Note esplicative
christian dice
buongiorno ,vorrei sapere se la phytolacca ,oltre ai noduli alla mammella può servire anche per la riduzione di quelli al testicolo
grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Christian, Phytolacca decandra è un rimedio omeopatico specificamente adatto per gli organi ghiandolari, per cui, anche se la sua azione elettiva è rivolta a tonsille e mammelle, un contributo lo potrebbe fornire. Per i noduli come tali si potrebbe fare riferimento anche ai rimedi omeopatici della sicosi, di cui Thuya è il capostipite. Ovviamente la prescrizione appropriata al suo caso specifico la può garantire solo un medico omeopata con la visita medica omeopatica. Cordiali saluti.
Antonio dice
Gentile dottoressa, è da circa un mese che soffro di un violento attacco di follicolite, ampiamente diffuso su varie parti del corpo, in particolare nella zona genitale, glutei, cosce, arti superiori. Da dieci giorni che sto usando sulfur hell cinque compresse al giorno senza alcun risultato. Ho letto l articolo sulla phitolacca e mi sembro abbastanza compatibole con la sua tipologia; a questo punto sospendo il sulfur per prendere la phitolacca? A questo aggiungo che da diversi anni ho la presenza di un basilioma all altezza della spalla sinistra, posso sperare un buon effetto anche su questo? O eventualmente puó suggerirmi un rimedio migliore? Grazie. Antonio
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Antonio, se lei riscontra maggiori similitudini con Phytolacca decandra, allora il rimedio può considerarsi adatto ed essere adoperato da solo. Per quanto riguarda il basalioma, in genere i rimedi omeopatici che vengono utilizzati sono Thuya, Phosphorus, Cinnabaris, Radium bromatum, Arsenicum album, Hydrastis. Com’è noto tale neoplasia cutanea richiede la sorveglianza medica. Le consiglio quindi di rivolgersi ad un medico omeopata per la prescrizione appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.
Ester dice
Gentile Dottoressa, prima di rivolgermi alle cure omeopatiche curvo le tonsilliti di mio figlio con vari antibiotici l anno… poi la dottoressa mi ha prescritto mercurius sulubilis ma da questo articolo mi rendo conto che il suo rimedio sembrerebbe più phytolacca… come si fa a capire quale di questi è più indicato ? Lui ha tonsilliti ricorrenti e tendenti alla suppurazione … grazie per l aiuto …
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Ester, il rimedio omeopatico sintomatico adatto deve contenere la sintomatologia, oggettiva e soggettiva, somigliante a quella del paziente, ossia deve possedere un quadro patogenetico (l’insieme dei sintomi, dei modi e dei processi fisiopatologici che il rimedio è in grado di curare), relativo all’affezione o disturbo in causa, combaciante con il quadro clinico del paziente e quanto più è esatta tale sovrapposizione tanto migliori saranno i risultati. È questo il criterio di scelta, che deve pertanto seguire la Legge di Similitudine su cui, com’è noto, l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. Phytolacca decandra e Mercurius solubilis sono due rimedi omeopatici che hanno indicazioni cliniche molto simili, tant’è che Phytolacca è denominato il “mercurio vegetale”. Infatti entrambi sono indicati per le tonsilliti purulente. L’unica annotazione da fare riguarda le modalità generali, ossia Phytolacca si aggrava con il freddo, con la pioggia, con l’esposizione al tempo umido e migliora con il tempo secco e caldo, mentre Mercurius si aggrava di notte e con il calore del letto ed inoltre risente moltissimo delle temperature estreme e dei cambiamenti del tempo. Per le tonsilliti suppuranti comunque Mercurius solubilis è uno dei rimedi più prescritto, perché riesce ad abbracciare più situazioni cliniche. Pertanto, se la dottoressa omeopata ha prescritto Mercurius solubilis è perché evidentemente ha fatto le proprie valutazioni e quindi ha potuto stabilire che è questo il rimedio più adatto a suo figlio. Ovviamente la stessa dottoressa potrà essere più precisa sul caso specifico e fornirle tutte le delucidazioni necessarie. Cordiali saluti.
Barbara dice
Gentile Dottoressa, i miei seni sono sempre doloranti e gonfi da vent’anni ormai , ho un adenoma e vari moduli, ho acquistato la Phitolacca dh 6 in granuli e vorrei un consiglio su come assumerli , dosi è durata . Inoltre ho sentito che è molto utile anche il rimedio in pomata , vorrei sapere che ne pensa e se è il caso secondo lei di usare entrambi i rimedi assieme o singolarmente. Grazie Barbara
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Barbara, come potrà rilevare dal presente articolo, Phytolacca decandra è un ottimo rimedio per il seno e le varie affezioni relative. L’indicazione precisa del rimedio è il seno doloroso, gonfio, teso, duro, con noduli dolorosi al tatto e con il dolore che tende ad irradiarsi in tutto il corpo. Inoltre il soggetto non tollera il reggiseno. Se lei si riconosce nelle caratteristiche di Phytolacca decandra, ampiamente rilevabili dal presente articolo e qui sintetizzate specificamente per il seno, allora il rimedio può considerarsi adatto. La pomata omeopatica Phytolacca compositum un contributo lo potrebbe fornire grazie alla sua azione antinfiammatoria, anche se trova la sua principale indicazione per tagli, bruciature, punture d’insetti, colpi di sole, arrossamenti, ferite infette, orticaria ed eczemi in genere. Il rimedio omeopatico da solo potrebbe anche bastare e l’uso della pomata, che comunque apporta benefici, può avvenire anche in associazione. Il consiglio comunque è di rivolgersi ad un medico omeopata che saprà prescrivere la terapia più appropriata, con le valutazioni del caso specifico. Cordiali saluti.
laura dice
Gentilissima, a mia figlia hanno richiesto lricerca microbica e antibiotica siero e pus al cuoio capelluto per sospetta follicolite.vorrei sapere se oltre agli antibiotici c’è un rimedio omeopatico che li possa sostituire. Preciso che ho sempre curato I miei figli con l’omeopatia. Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Laura, i rimedi omeopatici utili a trattare una follicolite sono numerosi, diversi nelle patogenesi, tra cui, com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia fonda il suo principio terapeutico, il rimedio più adatto sarà quello che assomiglia al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Ad esempio, tra i rimedi omeopatici che vengono più frequentemente adoperati nelle follicoliti del cuoio capelluto troviamo Arsenicum album, Graphites, Hepar sulphur, Kali bromatum, Lithium carbonicum, Magnesia phosphorica, Mercurius precipitatus ruber, Phosphorus, Phytolacca decandra, Silicea, Sulphur iodatum, Tellurium, Thuya ed altri. Per quanto riguarda la Fitoterapia, diversi preparati fitoterapici utili sono riportati nell’articolo “Per maturare foruncoli ed ascessi” della sezione del sito “Rimedi della nonna”. I preparati erboristi, sempre in uso esterno, più utilizzati sono Altea foglie (impacchi o tintura o estratto fluido), Baptisia radice (estratto fluido o tintura), Bardana foglie e radici (cataplasmi), Echinacea radice (estratto fluido o tintura), Fieno greco semi (tintura), Lino semi (cataplasmi), Mirra gommoresina (tintura), Ninfea bianca rizoma (estratto fluido), Olmo rosso corteccia (cataplasmi), Scorodonia erba (tintura o estratto fluido). Inoltre sono diverse le piante che sviluppano al loro interno vari principi attivi che conferiscono alle stesse la capacità di risultare dei veri e propri “antibiotici naturali”, o più in generale degli antisettici e antimicrobici, oltre a mantenere un’importante azione antinfiammatoria. Tra le più note e utilizzate si citano Echinacea, Achillea, Calendula, Timo, Aloe vera, Aglio, Propoli, chiodi di Garofano, semi di Pompelmo, disponibili in vari formati erboristici. Ovviamente si tratta di preparati da utilizzare anch’essi su parere medico. Sarebbe anche importante adottare un’alimentazione sana ed equilibrata, che possa essere di supporto e che possa rafforzare le difese del sistema immunitario, come, ad esempio, limitare l’assunzione degli zuccheri semplici, moderare l’introito delle proteine e dei grassi saturi, privilegiare i cibi ricchi di vitamine (in particolare le vitamine A, B5, B12, C, E), di grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6), di minerali (in particolare rame, manganese, selenio e zinco), di prebiotici (cibi ricchi di fibre) e probiotici (cibi fermentati). Sarebbe altresì opportuno adottare altri tipi di accorgimenti, come ad es. usare uno shampoo neutro e delicato, evitare oli o cosmetici grassi, tenere un’attività fisica che favorisca la sudorazione e quindi apra i pori ed elimini le tossine, evitare di grattarsi o di toccarsi in testa, evitare o ridurre lo stress, ecc. Il consiglio comunque è di rivolgersi ad un medico omeopata, che saprà prescrivere la terapia più appropriata al caso specifico di sua figlia. Cordiali saluti.
Elena dice
Gentile Dottoressa, soffro da circa un anno di ascessi recidivi ai glutei dovuti a follicolite da stafilococco. Sto assumendo silicea 15ch e sulphur 30 ch dopo averli presi precedentemente a diluizioni più basse. Ho assunto di recente la phytolacca (per un dolore leggero alle tonsille). La mia situazione ai glutei è migliorata, quindi, secondo lei, questo medicinale si può assumere contemporaneamente alla silicea e al sulphur? Lei me lo consiglia? O gli altro due sono comunque sufficienti? Ps dagli ascessi molto raramente fuoriesce pus, la maggior parte delle volte si gonfiano fino a diventare molto dolorosi e rossi e dopo qualche giorni si sfiammano lasciando un alone violaceo. Sono una ragazza di 22 anni, alta, magra, occhi e capelli castani. La descrizione caratteriale corrisponde molto a quella riportata nell’articolo. Grazie per la sua attenzione.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Elena, Silicea e Sulphur sono due tra i più importanti rimedi omeopatici che vengono utilizzati per la cura degli ascessi. Silicea è il rimedio più adoperato in caso di cisti, ascessi, fistole e suppurazioni croniche, Sulphur è per eccellenza il rimedio ripulitore, purificatore, in grado di favorire il processo di eliminazione delle tossine e quindi anch’esso potenzialmente indicato allo scopo. Phytolacca, oltre ad essere un ottimo rimedio dell’ipertrofia linfoghiandolare e dei tessuti fibrosi, è anche uno dei migliori rimedi per il trattamento delle follicoliti, quindi anch’esso potrebbe essere adatto, a maggior ragione vistane la somiglianza. I tre rimedi non sono incompatibili tra loro, per cui eventualmente possono continuare ad essere associati. L’unica attenzione da porre è di valutare la durata di utilizzo di Sulphur, che solitamente non si protrae troppo onde evitare il rischio di andare incontro a delle crisi emuntorie, a meno che non si effettui un buon drenaggio dell’organismo tramite rimedi che sostengano fegato, reni e pelle in particolare. Sarebbe comunque opportuno che tutto ciò lo stabilisse un medico omeopata, al quale è sempre consigliabile rivolgersi. Relativamente alla fitoterapia, dia un’occhiata all’articolo “Per maturare foruncoli e ascessi” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”. Potrebbero essere utili degli impacchi tiepidi con acqua e sale o degli impacchi caldi con aceto bianco o spugnature tiepide con farina di avena o ancora delle applicazioni locali con un crema idratante a base di avena o di calendula, per un’azione lenitiva, calmante, antipruriginosa, disarrossante, antinfiammatoria. Sarebbe anche importante adottare un’alimentazione sana ed equilibrata, che possa essere di supporto e che possa rafforzare le difese del sistema immunitario, come, ad esempio, limitare l’assunzione degli zuccheri semplici, moderare l’introito delle proteine, privilegiare i cibi ricchi di vitamine (in particolare le vitamine A, B5, B12, C, E), di grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6), di minerali (in particolare rame, manganese, selenio e zinco), di prebiotici (cibi ricchi di fibre) e probiotici (cibi fermentati). Sarebbe altresì opportuno adottare altri tipi di accorgimenti, come ad es. tenere un’attività fisica che favorisca la sudorazione e quindi apra i pori ed elimini le tossine, evitare di grattare o di toccare le zone interessate, ecc. Cordiali saluti.
pasquale dice
cosa prendere per lo stafilococco aureo , e tonsille cavernose…..la paziente è in allattamento.grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Pasquale, i rimedi omeopatici curativi non vengono scelti in base all’agente patogeno o alla malattia, bensì in base alla sintomatologia che il paziente avverte. Ciò nel rispetto della “legge di similitudine” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico, secondo la quale il rimedio più adatto risulterà quello che assomiglia di più al paziente, nelle caratteristiche e nel quadro sintomatico, nelle causalità e nelle modalità delle manifestazioni, e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. I principali rimedi omeopatici che vengono più frequentemente utilizzati nelle varie affezioni delle prime vie respiratorie sono consultabili all’articolo “Mal di gola” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. I rimedi omeopatici sono generalmente abbastanza sicuri in qualsiasi situazione e quindi anche in allattamento, perché non introducono sostanze, dal momento che non ne contengono a livello ponderale ma solo a livello infinitesimale e la loro azione consiste unicamente nello stimolare ed incanalare correttamente la capacità propria di guarigione dell’organismo. Però per il caso specifico sarebbe opportuno acquisire un parere medico. Cordiali saluti.
Giovanna dice
Buongiorno Dott.ssa, questa estate ho letto sul sito della Boiron, che Phytolacca Decandra può essere un rimedio utile per contrastare il melanoma. Premesso che mi riferisco ad un gravissimo problema di melanoma in fase di metastasi, per cui la persona è in cura con chemioterapico per via orale, le chiederei se le risultano queste proprietà o se esistono altri rimedi utili, perlomeno per contrastare gli effetti del chemioterapico (eruzioni cutanee, diarrea, inappetenza, gonfiori soprattutto agli arti inferiori, depressione e altri che ora non mi vengono in mente). So che dovrei rivolgermi direttamente ad un omeopata, ma la persona che soffre di questa terribile malattia non vuole sottoporsi ad altre visite. Grazie per la sua risposta.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Giovanna, non mi risulta che Phytolacca decandra possa essere un rimedio omeopatico utile a contrastare un melanoma e né mi risulta che esistano altri rimedi omeopatici in grado di fare ciò. Per quanto riguarda gli effetti dei chemioterapici, tenga presente che un rimedio omeopatico spesso utilizzato per disintossicare l’organismo dall’effetto di farmaci è Nux vomica. Ovviamente, nonostante le difficoltà manifestate, per il caso specifico sarebbe opportuno rivolgersi ad un medico omeopata. Cordiali saluti.
Guglielmo dice
Salve,
mi è stato consigliato l’uso di Phytolacca Decandra per aiutarmi a smettere di fumare (sto provando con l’agopuntura). Potrebbe chiarirmi le funzioni di questo prodotto? Nella descrizione fatta non c’è riferimento al fumo.
grazie mille
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Guglielmo, non mi risulta che Phytolacca decandra sia un rimedio omeopatico particolarmente utile per smettere di fumare. Tra i rimedi omeopatici più specifici troviamo Tabacum, Caladium, Spigelia, i quali potrebbero provocare il disgusto per il tabacco. Ovviamente la volontà resta il rimedio migliore, la quale può essere aiutata dalle terapie. Cordiali saluti.
EMMA dice
MA PER LA LINGUA URENTE ORMAI DA CIRCA 3 MESI COSA DEVO PRENDERE LA PHYTOLACCA? PERCHE’ PER VIA DI INFEZIONE URINARIA PRIMA AD UN BATTERIO HO PRESO 12 PASTICCONI DI AUGMENTIN DA 1 GRAMMO POI RIFATTO L’ESAME E’ APPARSO UN’ALTRO BATTERIO E ALLORA GIU’ CON IL PRIXAR ALTRI 7 PASTICCONI MA ANCHE SE PRENEDEVO I FERMENTI LATTICI AVREI DOVUTO MANGIARE UN KILO DI FRUTTA E VERDURA AL GIORNO INVECE NON L’HO ASSUNTA E QUINDI MI E’ SCOPPIATA QUESTA LINGUA HO SPESO UN SACCO DI SOLDI MA NON VA VIA IL DISTURBO FASTIDIOSISSIMO CREDO LEI SIA UN’OTTIMA OMEOPATA IO MI SONO CURATA MOLTI ANNI E HO CIRCA UNA 50 DI RIMEDI ANCHE IN GOCCE LA RINGRAZIO MOLTO EMMA GRAZIE
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Emma, i rimedi omeopatici che potrebbero essere adatti a trattare la lingua urente sono tutti quelli che contengono come sintomo predominante il bruciore, tra cui si citano Apis, Arsenicum album, Arum triphyllum, Belladonna, Cantharis, Sanguinaria, ecc. Potrebbe essere utile effettuare degli sciacqui in bocca con la Calendula TM (tintura madre), un cucchiaino in un bicchiere di acqua bollita e raffreddata. Cordiali saluti.