DESCRIZIONE
Il fosforo, simbolo chimico P, è un non-metallo abbastanza abbondante in natura (0,12% della crosta terrestre), dove però non si trova allo stato elementare ma sotto forma di fosfato (sale dell’acido fosforico), specialmente nella rocce sedimentarie “fosforiti” e nei minerali “apatiti”. Il fosforo elementare è molto reattivo e combinandosi con l’ossigeno emette una tenue luminescenza (da qui il suo nome, che in greco significa “portatore di luce”). Esistono tre forme allotropiche identificate dal loro colore: il fosforo bianco, che si ossida rapidamente assumendo una colorazione giallognola, brucia spontaneamente all’aria alla temperatura di circa 35°C circa, è estremamente velenoso ed è la forma più commercializzata per le sue proprietà chimiche; il fosforo rosso, che è la forma più stabile, non è infiammabile spontaneamente ma si incendia solo per impatto o sfregamento e perciò utilizzata per la fabbricazione dei fiammiferi, è privo di tossicità; il fosforo nero, che è simile alla grafite ed ha pochissime applicazioni. Il fosforo è insolubile in acqua, poco solubile in alcool ed il fosforo bianco è solubile in oli e grassi ed in altri solventi organici.
Il rimedio omeopatico Phosphorus si ottiene da una soluzione saturata in alcool puro di fosforo bianco e dalle successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.
Il fosforo è uno degli elementi essenziali alla vita animale e vegetale, in quanto svolge numerose funzioni biologiche di fondamentale importanza. Nel corpo umano è presente in tutte le cellule, sia in forma inorganica che organica, in quantità di poco inferiore all’1%. Si trova nelle ossa e nei denti (80-85%%), nel tessuto muscolare (10%), nel cervello (1%), nel sangue (0,5%) e la restante parte negli altri tessuti. Nelle ossa e nei denti si trova come fosfato di calcio, che è il costituente essenziale della frazione minerale. Nel sangue è presente sotto forma di fosfato di sodio, il quale funziona come sistema tampone per concorrere a mantenere l’equilibrio acido-base dell’organismo. Nelle cellule il fosforo è il costituente di importantissime molecole, tra cui l’acido desossiribonucleico (DNA) che contiene le informazioni genetiche necessarie alla biosintesi di RNA e proteine, e l’adenosintrifosfato (ATP) che è la principale forma di accumulo di energia immediatamente disponibile per svolgere qualsiasi tipo di lavoro biologico. Il fosforo sotto forma di acido fosforico assume un ruolo basilare nel metabolismo intermedio di tutte le cellule. Inoltre, composti del fosforo assicurano la funzionalità renale e la trasmissione degli impulsi nervosi, stimolano le contrazioni muscolari, compresa quelle del muscolo cardiaco, sono i costituenti fondamentali di molti enzimi per la loro attivazione, tra cui le fosfatasi e regolano tanti altri importanti processi biochimici.
Raramente nell’organismo si verificano casi di carenza di fosforo, in quanto i fosfati si trovano in una grande varietà di alimenti, quali ad es. cereali, legumi, uova, carne, pesce. L’industria alimentare utilizza ampiamente i polifosfati come additivi (classificati con la sigla che va da E400 a E495), per migliorare l’aspetto e la consistenza di vari alimenti (formaggi fusi, carni in scatola, prosciutto cotto, salumi, insaccati, salse, budini, surimi, bastoncini di pesce, ecc.) e come addensanti per aumentarne la quantità di acqua trattenuta. Nei prodotti industriali di pasticceria vengono utilizzati come agenti lievitanti. Anche le bibite a base di cola hanno un contenuto di fosfati abbastanza alto.
Il fabbisogno di fosforo per il nostro organismo dipende dall’assunzione di calcio e, come per quest’ultimo, il suo assorbimento nell’intestino è regolato dalla vitamina D. Il rapporto ideale fosforo/calcio dovrebbe essere di circa 1:1. Negli adulti il fabbisogno di fosforo è tra 800 e 1000 mg/die. Una pur improbabile carenza di fosforo può determinare difficoltà nella crescita, disturbi ossei come l’osteoporosi, alterazioni della conduzione nervosa, stanchezza mentale e fisica. Un eventuale eccesso può determinare un sovraccarico della funzionalità renale.
Composti del fosforo, in forma di fosfati, trovano utilizzo in diverse applicazioni industriali, come nella produzione di fertilizzanti, di detergenti, di dentifrici, di fiammiferi, di fuochi d’artificio, in metallurgia, nei veleni per topi ed altro ancora.
Per ulteriori informazioni sul fosforo, consultare l’articolo “Fosforo: proprietà, benefici, usi” nella sezione del sito “Approfondimenti”.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Phosphorus è uno dei più importanti policresti dell’omeopatia. La sua costituzione è fosforica ed il temperamento è nervoso–sanguigno. E’ principalmente il rimedio delle patologie acute e croniche dei parenchimi nobili, come cuore, fegato, rene, degli stati emorragici, delle affezioni polmonari, delle nevrastenie, delle nevriti, in particolare di quella ottica, delle alterazioni scheletriche e dentarie, in particolare del rachitismo.
Tre sono le metafore che si possono applicare al rimedio e che ci aiutano meglio a comprendere ed a memorizzare le sue principali caratteristiche, sia fisiologiche che psicologiche.
I) Phosphorus è il fiammifero dell’omeopatia. II) Phosphorus è il Paperino dell’omeopatia. III) Phosphorus è il combustibile utilizzato dall’organismo.
I) L’idea del fiammifero ci ricorda innanzitutto la struttura fisica di Phosphorus che è quella di una persona magra, slanciata, dal corpo esile, cioè, come già accennato, di costituzione fosforica. Ha il volto allungato, le occhiaie, gli zigomi ben pronunciati e le bozze frontali, un colorito giallastro, è anemico, ha le costole e le scapole ben evidenti, un torace poco sviluppato ed arti esili. E’ come si suol dire “tutto pelle ed ossa”. Ma come il fiammifero che fa una bella fiammata e poi piano piano si spegne ripiegandosi su se stesso, così il tipo Phosphorus “si accende” per un nonnulla, non solo dal punto di vista psichico ed emotivo ma anche dal punto di vista fisico, per cui tutti i suoi sintomi patologici sono connotati da ripetuti cicli di esasperazioni, violente ed improvvise, seguite da rapide attenuazioni, astenia e prostrazione. Il fiammifero ci ricorda anche che in Phosphorus tutto brucia e cioè che ogni sua manifestazione è accompagnata da bruciore. Un sintomo caratteristico è il bruciore ai palmi delle mani che il soggetto immerge in acqua fredda per trovare beneficio. Anche i piedi bruciano a tal punto che egli, di notte, preferisce tenerli fuori dalle coperte.
II) L’idea di Paperino, il noto e amato personaggio dei cartoni animati di Walt Disney, richiama l’atteggiamento del tipo stanco, prostrato, astenico, apatico, svogliato, sempre assonnato, refrattario al lavoro. Ha paure ed ansie, è timoroso e si spaventa facilmente. Preferisce il “dolce far niente, guai però a disturbarlo, allora diventa estremamente reattivo. E’ stanco ma anche ipereccitabile, ipersensibile e ciò riguarda tutte le sue facoltà, mentali, sensitive, sensoriali e motorie. E’ pertanto un soggetto emotivamente instabile: alterna periodi in cui ha “voglia di fare”, ove è generoso ed anche passionale, a periodi di depressione, di debolezza e di svogliatezza.
Quanto sopra ci aiuta a ricordare la costituzione fosforica ed il temperamento nervoso-sanguigno del rimedio.
III) L’idea del combustibile richiama il concetto che il rimedio, così come il fosforo da cui prende origine, rappresenta l’energia chimica che il nostro organismo sa utilizzare per svolgere le proprie funzioni vitali (ricordiamoci l’ATP del paragrafo precedente), ha influenza su numerosissimi processi biologici e quindi la sua sfera d’azione è estremamente generale, Il rimedio pertanto è utile nei casi di disfunzioni e/o di degenerazione cellulare a livello di tutti gli organi e/o di tutti gli apparati, assumendo un’importanza fondamentale per l’organismo proprio come lo può essere un combustibile per produrre energia. Ciò fa comprendere perché Phosphorus è un policresto di prim’ordine.
Il rimedio agisce a livello del sistema nervoso, dei nervi e principalmente del nervo ottico, delle ossa, dei denti, del sangue, delle mucose, e, secondariamente come già detto, a livello di tutti i principali organi ed apparati.
Il tessuto più ricco di fosforo è quello nervoso (fosfolipidi e lecitine fosforate), ciò spiega l’importanza dei sintomi nervosi contenuti nella patogenesi del rimedio.
Il fosforo è presente nelle ossa e nei denti sotto forma di fosfato di calcio, con una fondamentale funzione plastica e ciò spiega l’azione importante che il rimedio esercita su tali strutture ed anche perché Phosphorus è uno dei principali rimedi omeopatici contro il rachitismo.
Il sangue contiene fosforo e ciò fa capire perché, sempre in osservanza della legge dei simili, il Phosphorus omeopatico è il rimedio degli stati emorragici, per cui le sue manifestazioni patologiche possono essere accompagnate da emorragie di ogni specie: nasali, gengivali, oculari, polmonari, gastriche, intestinali, vescicali, uterine, ecc. Inoltre incide sull’equilibrio acido-base del sangue ed ha effetti sulla coagulazione.
Il fatto che il fosforo sia presente nei globuli rossi, i quali hanno una grande affinità per l’ossigeno che gli stessi legano a livello dei polmoni, spiega invece l’influenza che il rimedio ha anche sull’apparato respiratorio.
Questa particolare affinità per l’apparato respiratorio e l’azione benefica nei casi di emottisi, rendono Phosphorus il rimedio per il tubercolinismo. Tuttavia esso non viene di solito utilizzato in soggetti che hanno avuto lesioni polmonari di natura tubercolare per non incorrere nel rischio di un’evoluzione grave della malattia con la riapertura di ferite non ancora ben cicatrizzate, qualora si venisse a determinare la condizione di un aggravamento omeopatico. In questo caso Phosphorus viene utilizzato come rimedio di terreno in una sola dose.
Agisce sui muscoli e sul cuore perché i composti del fosforo stimolano ogni contrazione muscolare. Secondo alcuni Autori Phosphorus è il “Re dei rimedi cardiaci”, proprio perché molto utile per tutte le patologie infiammatorie e degenerative del cuore.
Agisce sugli apparati urogenitale e gastroenterico, in modo particolare sul funzionamento dei reni che sono organi filtro deputati all’eliminazione, così come lo è l’intestino.
Nel fegato avviene il metabolismo del glucosio con una reazione di fosforilazione, inoltre l’ingestione di dosi massicce di fosforo provoca, tra le altre cose, intossicazione e gravi lesioni al fegato: ciò spiega l’affinità che il rimedio ha per le patologie del fegato sia strutturali che funzionali.
Il soggetto Phosphorus ha quindi una tendenza verso il diabete e la tubercolosi, nel senso che ha generalmente una particolare predisposizione alle malattie epatiche ed a quelle polmonari. Altra nota caratteristica è che suda solo sulla testa ed al palmo delle mani, prova una sete intensa di acqua o bevande fredde ed a volte una fame vorace, però si sazia subito. Tra i soggetti che beneficiano di più del rimedio troviamo gli adolescenti cresciuti troppo in fretta, gli anziani oltre che gli adulti, gli artisti ed i mistici.
Il rimedio ha una certa predisposizione alla lateralità destra, possiede un aggravamento al crepuscolo, la sera, con il cambiamento del tempo ed in particolare con il temporale, al freddo, in una camera calda, con le emozioni, con lo sforzo fisico. Migliora con le applicazioni fredde, dopo il riposo e dopo il sonno (tranne che per la cefalea e la gastralgia). Poiché tutte le funzioni vitali avvengono con dispendio di energia, che durante il giorno si consuma e durante la notte si accumula, Phosphorus presenta un miglioramento al mattino ed un peggioramento invece la sera.
I suoi principali complementari sono: Allium cepa, Arsenicum album, Carbo vegetabilis, China, Ipeca, Lycopodium, Sanguinaria, Silicea.
I suoi principali antidoti (ma che ne aiutano l’azione) sono: Calcarea carbonica, Camphora, Mezereum, Nux vomica, Sepia.
I suoi incompatibili sono: Apis, Causticum.
USO DEL RIMEDIO
Il rimedio omeopatico Phosphorus si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio descritte in precedenza.
1) SISTEMA NERVOSO. Debolezza nervosa che rende difficoltoso il lavoro cerebrale; tale debolezza ha come conseguenza i disturbi ad organi ed apparati di cui ai successivi punti. Debolezza irritabile che conferisce al soggetto instabilità emotiva e di umore; egli ha momenti brevi di eccitazione cui segue rapidamente la depressione. Astenia con irritabilità, ipersensibilità, senso di oppressione, ansia, fobie, paura delle malattie, angoscia, incapacità di pensare, repulsione verso qualsiasi tipo di attività sia fisica che mentale. Lo stato fisico e mentale subisce un aggravamento con le emozioni (si acuiscono in particolare i bruciori e le palpitazioni), con il temporale, con lo sforzo fisico e la sera. Disturbi del sonno; sonno difficile e non riposante. Tremori. Epilessia. Smemoratezza. Demenza. Condizioni di stress dovute a mancanza di forza fisica e mentale. Postumi del rammollimento cerebrale, sclerosi a placche. Forti nevralgie con sensazione di bruciore, che possono interessare il trigemino, gli occhi, le mascelle, i denti, le tempie, ecc. Polinevriti. Nevriti degenerative o sifilitiche.
2) TESTA. Cefalea pulsante con sensazione di bruciore, con congestione al volto (rosso come la capocchia di un fiammifero), con testa calda, preceduta o accompagnata da senso di fame e spesso da diminuzione delle urine, che peggiora con la luce, con il movimento e con il calore. Cefalea degli studenti che a fine giornata sentono la testa “fondere”. Vertigini degli anziani avvertite all’atto di alzarsi dal letto o da una sedia, talvolta accompagnate da senso di nausea: in questi casi spesso Phosphorus è associato ad altri rimedi quali ad esempio Conium o Baryta carbonica. Cuoio capelluto con forfora grassa (forfora che si stacca e cade a pioggia in grosse falde). Alopecia areata.
3) OCCHI. Oftalmie brucianti con macchie davanti agli occhi. Dolori agli occhi. Gonfiore delle palpebre. Orzaiolo. Emorragie retiniche. Atrofia del nervo ottico. Cataratta. Visione errata dei colori. Alone verdastro intorno a fonti luminose. Occhio pigro. Occhi che si stancano facilmente durante la lettura.
4) DENTI. Odontalgia di tutti i tipi. Gengive che sanguinano facilmente. Parodontite.
5) BOCCA. Escoriazione delle bocca. Lingua gonfia, secca, patinata e/o con articolazione difficile.
6) APPARATO RESPIRATORIO. Tutti i tipi di affezioni respiratorie. Raucedine o afonia degli oratori che compare o peggiora la sera, al termine della giornata (contrariamente a quella di Causticum che invece è più intensa la mattina), al risveglio. Faringite. Laringite sia acuta che cronica con dispnea ed escreato aderente, vischioso e striato di sangue, con senso di oppressione al petto e con bruciore. Tonsille e ugola molto gonfie. Tosse secca spasmodica e bruciante oppure produttiva, che peggiora respirando aria fresca. Bronchite con sensazione di bruciore al rachide e tra le scapole. Tabagismo. Emottisi. Irritazione e solletico a livello della trachea. Catarro cronico con emissione di muco striato di sangue.
7) APPARATO CARDIOVASCOLARE. Tachicardia con ansia che peggiora la sera, la notte, dopo un pasto o in seguito ad un’emozione, con sensazione di pressione, pesantezza, calore e bruciore. Arteriosclerosi. Ipertensione a causa di eretismo cardiaco; ipotensione per insufficienza cardiaca. Per tutte le patologie infiammatorie del cuore. Anemia. Emorragie di sangue rosso vivo. Epistassi (fuoriuscita di sangue dal naso). Ecchimosi. Malattie dove è presente un’alterazione della coagulabilità del sangue. Gonfiore della milza.
8) APPARATO DIGERENTE. Ulcera gastrica o gastroduodenale con tendenza emorragica. Reflusso gastroesofageo. Pirosi. Gastrite. Nausea in gravidanza che compare alla vista dell’acqua. Meteorismo. Le patologie gastriche si accompagnano a sintomi quali sensazione di vuoto allo stomaco e senso di fame anche dopo aver mangiato; il soggetto mangia con voracità ma si sazia subito, ha sete intensa di acqua fredda che però viene vomitata allorché diventa calda nello stomaco, ha avversione per le bevande calde. Diarrea o stipsi caratterizzata da feci lunghe, sottili e bianche. Fitte e prurito anale. Congestione del fegato. Ittero. Steatosi (degenerazione grassa del fegato). Gonfiore epatico. Atrofia del fegato. Transaminasi alte. Insufficienza pancreatica. Pancreatite (infiammazione del pancreas). Colecistite (infiammazione della colecisti). Diabete.
9) APPARATO URINARIO. Insufficienza renale. Nefrite con uremia, proteinuria, albuminuria, ematuria. Urine torbide e sedimentose. Stenosi dell’uretra. Pollachiuria. Infezioni delle vie urinarie.
10) APPARATO GENITALE MASCHILE. Perdite seminali, spossanti, involontarie, causate da eccitazione eccessiva cui segue la prostrazione. Eiaculazione precoce. Erezioni dolorose o impotenza.
11) APPARATO GENITALE FEMMINILE. Ipermenorrea con menorragia o con mestruazioni in anticipo, di sangue rosso vivo, con dismenorrea, ansia e depressione nervosa. Disturbi premestruali. Disturbi legati alla lattazione. Ninfomania.
12) APPARATO MUSCOLO-SCHELETRICO. Torace stretto con dolore osteoarticolare diffuso e bruciante e dorsalgia. In tutti i casi in cui occorre una riparazione dell’osso, una mineralizzazione, come ad esempio nelle fratture. Curvatura della colonna vertebrale. Rachitismo. Mineralizzazione insufficiente delle ossa (osteomalacia). Necrosi ossea specie della mandibola, per la quale Phosphorus ha una particolare affinità. Sensibilità alla pressione dei processi spinosi vertebrali ed intensa sensazione di calore alla schiena. Bruciore ai palmi delle mani tale da mettere le mani in acqua fredda per trovare beneficio ed ai piedi tanto da tenerli fuori dalle coperte del letto. Patereccio (processo infiammatorio e suppurativo delle estremità delle dita). Atrofia muscolare con conseguente debolezza muscolare.
13) PELLE. Bruciore della pelle. Piccole ferite che sanguinano facilmente. Perdita di elasticità della pelle. Ecchimosi. Foruncoli. Efelidi (soprattutto sul naso). Impetigine. Sudorazione diffusa al minimo esercizio. Geloni alle dita delle mani e dei piedi. Calli ai piedi, a volte molto dolorosi.
DOSI
In tutti i casi diluizione 5CH, 3 granuli 3-6 volte al dì.
Se utilizzato come rimedio di terreno o per curare nel profondo gli stati cronici, può essere prescritto a diluizioni più alte secondo il parere del medico.
(*) V. Note esplicative
Fiammetta dice
Gentile Dottoressa,
mi sono state prescritte tre dosi uniche di phophorus 200 ch e da quando ho assunto la prima, ho cominciato a notare un calo del tono dell’umore come se dopo 40 anni mi fosse tornata la depressione.
Ho 58 anni e il medico mi ha prescritto queste dosi, secondo lui per contrastare la mia iperattività. Devo sottolineare che mi rendo attiva e cerco di interessarmi a tante cose, seppure con grande sforzo, dal momento che svolgo un lavoro intellettuale molto pesante che mi impegna per moltissime ore al giorno, per non ridurre la mia vita al ritmo di lavoro/casa/lavoro, giorno dopo giorno in maniera deprimente. Ora mi trovo nella condizione di non interessarmi più a nulla e piano piano sto scivolando in una sorte di apatia. Potrebbe essere stata l’assunzione del rimedio? grazie per un suo parere, Fiammetta
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Fiammetta, non si può escludere che possa trattarsi dell’aggravamento omeopatico conseguente all’assunzione del rimedio, che consiste nel temporaneo peggioramento dei sintomi da curare e/o nella ricomparsa, sempre temporanea, di vecchi sintomi del proprio passato patologico. Si tratta di un fenomeno assolutamente naturale in Omeopatia e, anche se fastidioso, va giudicato positivamente, nel senso che è indice prognostico di percorso terapeutico favorevole, rappresentando la reazione salutare dell’organismo allo stimolo del rimedio omeopatico. Per le informazioni di maggiore dettaglio e per conoscere i modi per controllarlo, consulti l’articolo “Aggravamento omeopatico” nella sezione del sito “Approfondimenti”. Nel suo caso potrebbero essere ritornati provvisoriamente i sintomi della sua vecchia depressione, senza però che ciò instauri di nuovo la malattia. Se così fosse, tali sintomi dovrebbero gradualmente regredire, fino a scomparire del tutto, in un arco di tempo variabile (in genere da diverse ore a diversi giorni, a seconda della risposta individuale), senza, ripeto, lasciare alcuna conseguenza. Se invece i sintomi dovessero persistere, allora si tratta di un fenomeno completamente estraneo all’assunzione del rimedio omeopatico, che richiede un approfondimento medico. Le consiglio pertanto, se non l’avesse ancora fatto, di informare il medico omeopata curante. Cordiali saluti.
Stefania dice
Gentile Dottoressa,
quali sarebbero le caratteristiche più importanti da prediligere nel prescrivere un rimedio omeopatico più somigliante al quadro clinico del paziente; disagi psichici, malattie fisiche, oppure gusti e preferenze di cibo, bibite, freddo/caldo, dolce/salato, ecc. ?
Nel senso, se ci fossero 2/3 o più rimedi che concorrono nel somigliare un paziente, quali caratteristiche in primis sono assolutamente indispensabili da prendere in considerazione per poter assegnare il rimedio giusto “cucito su misura”?
Grazie e cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Stefania, i sintomi del paziente, mentali e fisici, devono essere opportunamente valutati dal medico omeopata al fine di attribuirne il giusto peso, distinguendo i sintomi comuni (che sono di minore significato) da quelli peculiari e straordinari (che sono di maggiore significato), rilevando scrupolosamente la causalità (l’elemento scatenante del sintomo, il fattore eziologico) e la modalità (l’elemento modificatore del sintomo, ossia il modo con cui il sintomo del paziente è migliorato o al contrario aggravato in un certo numero di circostanze). I sintomi devono essere considerati con il seguente ordine gerarchico: 1. Sintomi che colpiscono la volontà (amore, odio, gelosia, avversioni, desideri, ecc.). 2. Sintomi che colpiscono la sfera razionale (ansia, depressione, attacchi di panico, fobie, ossessioni, manie, ecc.). 3. Sintomi che colpiscono la memoria. 4. Sintomi generali (debolezza, dolenzia diffusa, sensazione di caldo o freddo, tremori, colorito della pelle, ecc.). 5. Sintomi fisici che riguardano l’intero corpo. 6. Sintomi fisici che riguardano singole parti del corpo e sintomi locali. 7. Sintomi minori. I sintomi significativi del paziente, che generalmente la visita può selezionare in non oltre una decina, consentono, insieme agli altri elementi raccolti, di comprendere «ciò che vi è da curare» (che non necessariamente corrisponde al disturbo per il quale il paziente si è rivolto al medico) e di costruire l’«immagine del rimedio omeopatico» che dovrebbe essere prescritto. Quindi si effettua la repertorizzazione (ossia dalla Materia Medica Omeopatica si rilevano i rimedi che hanno patogenesi compatibili) e si procede alla diagnosi differenziale se i rimedi in questione sono più di uno. Con un lavoro ben fatto si arriva alla individuazione di un solo rimedio omeopatico simile al paziente (il «simillimum» nella situazione ideale). Cordiali saluti.
Stefania dice
Buona sera Dottoressa.
Nell’articolo si legge che il Phosphorus non viene usato in soggetti che hanno avuto lesioni polmonari di natura tubercolare per non incorrere nel rischio di una riapertura delle ferite non ancora ben cicatrizzate. La mia domanda è se dopo 20 anni dalla guarigione di tale ferite esista ancora il rischio di riapertura?
E che cosa si intende che in questo caso Phosphorus viene utilizzato come rimedio di terreno?
La ringrazio e la saluto cordialmente.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Stefania, si può solo ritenere che a distanza di 20 anni dalla guarigione le ferite si saranno ben cicatrizzate e la conferma la si può ottenere con le opportune indagini mediche. L’eventuale effetto indesiderato sulle situazioni ancora fresche, che è comunque da intendersi a carattere prudenziale, sarebbe quindi da escludere. Ovviamente ciò richiede la conferma di un medico omeopata. Per quanto riguarda la seconda domanda, Phosphorus è innanzitutto un rimedio omeopatico di “terreno”, nel senso che è in grado di produrre un’azione profonda, polivalente e sistemica, un’azione generale capace di intervenire in numerosi casi clinici, se esso viene richiesto dalla sintomatologia del paziente e dal rapporto analogico, ossia dalla somiglianza rimedio-paziente, sia a livello fisico che psichico. Cordiali saluti.
Virginia dice
Salve dottoressa vorrei sapere se phosphorus e’ indicato nella BPCO da anni sofferente ed inoltre soffre di miastenia ora apparentemente risolta con cortisone . Inoltre siffre di reflusso e gonfiore addominale subito dopo i pasti e conseguente difficolta di ossigenazione!
Grazie
Virginia
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Virginia, è utile precisare che un rimedio omeopatico non viene scelto in base al nome della patologia o della disfunzione o del disturbo, bensì in base alla migliore somiglianza tra le manifestazioni, segni e sintomi posseduti dal paziente (quadro clinico) e quelli contenuti nel rimedio (quadro patogenetico), altrimenti i risultati non saranno quelli auspicati. Ciò nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia fonda il suo principio terapeutico. Pertanto se ci si riconosce nelle caratteristiche e nella sintomatologia di Phosphorus, come rilevabili dal presente articolo, allora il rimedio può considerarsi adatto, atteso che il suo quadro patogenetico consente di trattare numerose affezioni, quali ad esempio, per la fattispecie, bronco-polmonite, congestione polmonare, sindromi respiratorie acute, dispnea, tosse con oppressione considerevole, sensazione di costrizione e dolori brucianti al petto, astenia, stanchezza cronica, affaticabilità muscolare, reflusso gastroesofageo, eruttazioni acide, meteorismo, gonfiore addominale, ecc. Le modalità generali sono di aggravamento la sera, prima di mezzanotte, stando coricato sul lato sinistro o su quello dolente, durante un temporale, con il cambiamento del tempo, con il tempo freddo e di miglioramento al mattino, nell’oscurità, stando coricato sul lato destro, con gli alimenti freddi, dopo aver dormito. Ovviamente la prescrizione appropriata al caso specifico (rimedio, diluizione, posologia, durata della cura, ecc.) la può garantire solo un medico omeopata con la visita. Cordiali saluti.
ale dice
Mi scusi Dott.ressa sono il Sig. Arpaia, Le volevo chiedere che: ho una proteinuria di circa 0.700 da parecchio tempo causata dalla nefrite di berger. Non assumo farmaci ed inoltre il mio cibo non è prettamente proteico. Le chiedo se questo rimedio può andare bene oppure no. In attesa la saluto
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Ale, Phosphorus è uno dei rimedi omeopatici che viene impiegato nella proteinuria causata da nefropatia, in particolare se questa comporta tra i sintomi – generalmente assenti nei casi lievi o moderati – la presenza di schiuma nelle urine e di edemi a mani, piedi e caviglie. Altri sintomi pertinenti contenuti nel rimedio sono: urine maleodoranti e/o torbide, episodi ripetuti di micro o macroematuria, gonfiore del viso, dolore lombare, gonfiore addominale, ipertensione arteriosa, febbricola. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, è la sintomatologia del paziente a fare da guida per l’individuazione del rimedio omeopatico giusto, nel senso che essa sintomatologia deve trovare corrispondenza con quella contenuta nella patogenesi del rimedio, ovvero che il quadro patogenetico del rimedio deve essere combaciante con il quadro clinico del paziente e quanto più è esatta tale sovrapposizione (somiglianza) tanto migliori saranno i risultati. Sempre a titolo informativo, tra gli altri rimedi omeopatici che vengono altresì adoperati troviamo: Apis, Arsenicum album, Berberis vulgaris, Cantharis, Lycopodium, Mercurius solubilis, Solidago. Le consiglio comunque di non fare da solo, ma di rivolgersi ad un medico omeopata che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.
Gianni dice
Buongiorno dr.ssa Rita della Volpe,
Sarei interessato conoscere se Calcarea Phosphorica che quì non risulta tra i rimedi da lei descritti ha le stesse caratteristiche di Phosphorus.
Grazie, Cordialità.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Gianni, Calcarea phosphorica e Phosphorus sono ovviamente rimedi omeopatici diversi, dal momento che si ottengono da sostanze diverse, pur se entrambe con fosforo. Phosphorus si ottiene dal fosforo bianco allo stato elementare, mentre Calcarea phosphorica si ottiene dal fosfato di calcio. Le principali organospecificità di quest’ultimo rimedio omeopatico sono: sistema nervoso centrale, ossa, ghiandole linfatiche, mucose, apparato gastrointestinale, sfera genitale. Le principali indicazioni cliniche sono: nevrastenia, depressione frequente, nervosismo, emaciazione rapida con disturbi della crescita nei bambini, rachitismo, dolori ossei, frattura ossea, cefalea degli scolari e degli studenti, disturbi intestinali, disturbi genitali, leucorrea, dismenorrea, diatesi tubercolinica. Le modalità generali sono: aggravamento con umidità, freddo, correnti d’aria e sforzi; miglioramento mangiando; desiderio di cibi salati e affumicati. Cordiali saluti.
silva dice
Gentile Dottoressa, avevo già scritto circa le gravi condizioni in cui versa mio padre, che sarebbe in uno molto avanzato di cardiopatia consistente in scompenso cronico congestizio con versamento pleurico localizzato a destra, tachiaritmia con fibrillazione atriale permanente, dilatazione del ventricolo destro, rigurgiti lievi-moderati delle valvole, di cui una -l’aorta- è un impianto biologico; a ciò si aggiunga l’insufficienza renale cronica e una mielodisplasia, che trattata con epo, è stata molto attenuata dall’assunzione di apis homaccord, così come anche l’insufficienza renale Mio padre è uscito dall’ultima spedalizzazione una settimana fa in condizioni peggiori rispetto a quelle di ingresso ed è stato prossimo alla fine, con la prescrizione di una pesante terapia diuretica con furosemide (un altro farmaco risparmiatore di potassio, essendo egli leggermente iperpotassiemico, l’ha quasi ucciso, ed è quindi stato sospeso); assume poi il bisoprololo per la tachiaritmia.. Consultando le sua pagine, ho somministrato, oltre ad alcuni rimedi che solo sporadicamente assumeva e che ancora assume, natrum muriaticum, con cui ha rivelato grande affinità, perché l’ha riportato a parlare, mangiare, respirare regolarmente, desiderare di uscire, di muoversi e di fare qualcosa -tutte cose al momento non realizzabili, ma non voglio escludere che ciò possa avvenire tra un po’ di tempo. Ho aggiunto anche phosphorus, ma leggo adesso che non è compatibile con Apis. Cosa significa ciò Ci sono dei rischi o soltanto un’inefficacia dei rimedi? Che cosa dovrei far cessare, tra phosphorus e apis homaccord? Le pregherei di non rispondermi consigliandomi di seguire i cardiologi e i medici, perché il caro padre è dato come terminale e neanche il medico curante ha più voglia di intervenire sulla sua terapia, e non mi scriva di rivolgermi agli omeopati, perché coloro che ho consultato si limitano a curare dolori mestruali e articolari e in questa arretrata bulgara e bigotta provincia in cui viviamo non ci sono altre possibilità per chi ha qualcosa di peggiore dei dolori alla schiena o la colite. Somministro in modo improvvisato molti altri rimedi, perché non essendo assistita non ho alternative (dato anche il quadro dato come terminale dal medico dell’ospedale che certo ha contribuito a questo risultato) e, tra tante cose, spero che qualcosa che funzioni ci sia -e in effetti c’è stato un grande miglioramento, soprattutto nello spirito e nell’umore, che non si può attribuire a furosemide a bisoprololo, farmaci più dannosi che utili, e neanche agli altri vecchi farmaci che prende per l’ipertrofia prostatica e l’anemia mielodisplastica (epo); si tratta nello specifico di ignatia amara, carbo vegetabilis, antimonium tartaricum, lycopus virginicus, naja tripudians, laurocerasus, latrodectus mactans. Grazie dell’eventuale risposta e dei consigli che volesse cortesemente dispensarmi. e di tenere queste pagine che possono essere utili anche a chi, come me, è abbandonato dagli operatori dopo essere stato privato anche della speranza.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Silva, Phosphorus e Apis sono due rimedi omeopatici incompatibili tra loro, tra l’altro di grado basso, se sono però rimedi unitari. Due rimedi omeopatici unitari risultano incompatibili quando hanno patogenesi diametralmente opposte, ovvero quando uno è in grado di attenuare o annullare l’azione terapeutica dell’altro. Invece Apis Homaccord non è un rimedio omeopatico unitario, bensì è un rimedio complesso dell’omotossicologia, costituito da un mix di diversi rimedi omeopatici unitari (Apis, Apisinum, Scilla, Antimonium tartaricum), scelti per caratteristiche affini e sinergiche. Ogni componente è presente in diluizioni a scalare (bassa, media, alta): bassa diluizione per il tropismo tissutale, media diluizione per il tropismo organico e metabolico, alta diluizione per gli aspetti psichici e comportamentali. Gli Homaccord sarebbero perciò farmaci indicati per tutte le patologie psicosomatiche. In particolare Apis Homaccord risulterebbe indicato per edemi, eczemi pustolosi, stati di eretismo cerebrale. Il risultato terapeutico di un complesso non è la somma dei singoli componenti, ma è qualcosa di diverso, che produce un particolare effetto globale dovuto all’opportuna combinazione degli stessi componenti, per sinergismo, complementarietà e completezza d’azione. Il comportamento terapeutico del singolo componente è quindi differente da quello che normalmente tiene da solo, perdendo la propria individualità. Pertanto l’Apis all’interno del complesso va valutato in maniera diversa dall’Apis unitario e quindi anche le incompatibilità perdono di significato, anche se per prudenza è opportuno distanziare. Cordiali saluti.
Elizabeth dice
Salve dottssa. Soffro di dorsalgie sopratutto a DX da anni, scoperta u a extrasistole dopo un ipertiroidismo gia risolto.. Potrebbe essere utile assumere fhosforus? Grazie.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Elisabeth, Phosphorus è un rimedio omeopatico idoneo a trattare le dorsalgie caratterizzate da dolori brucianti: infatti, riprendendo una citazione dell’articolo, «in Phosphorus tutto brucia e cioè ogni sua manifestazione è accompagnata da bruciore». La lateralità è tendenzialmente destra ed i dolori urenti si aggravano con il calore, tant’è che il soggetto cerca costantemente un luogo fresco nel letto. Pertanto, se lei si riconosce nelle caratteristiche del rimedio, come dal presente articolo e qui appena sintetizzate relativamente alla sintomatologia specifica, allora Phosphorus può considerarsi adatto. Ciò, com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. Una panoramica dei principali rimedi omeopatici che vengono più spesso adoperati nei disturbi dolorosi dell’apparato muscolo-scheletrico è consultabile all’articolo “Reumatismi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Ovviamente la prescrizione appropriata al suo caso specifico la può garantire solo un medico omeopata con la visita, al quale è sempre opportuno rivolgersi. Cordiali saluti.
Maria dice
Gent. ma Dott.ssa
a mio marito 60 anni, è stata diagnosticata due anni or sono l’atrofia bilaterale dei nervi ottici. non si sa da cosa è stata causata visto che tutti i test anche quelli genetici sono risultati negativi. nessuna cura è stata fornita.
al momento sembra stabile anche se non possiamo pensare che non vi sarà una progressione. nessun fatto di particolare rilievo nell’anamnesi nè particolari esposizioni a urti, o veleni o radiazioni.
non fuma non bene vita tranquilla.
non sappiamo proprio da cosa sia dovuta questa atrofia che in termin pratici si è tradotta in una mancanza della vista da un occhio che è iniziata con una progressiva intolleranza ai cambi di luce e una alterazione della visione dei colori. l’oculista e il neuroftalmologo contattati non hanno spigazioni.
Porgo a Lei la domanda per questo gravissimo problema . ha alcune indicazioni da fornirci? aggiungo che mio marito non assume mai farmaci, e non ha mai presentato particolari problemi di salute.
grazie per l’attenzione cordiali saluti.
Maria
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Maria, sarebbe opportuno continuare con le indagini mediche per cercare di scoprire l’origine dell’atrofia bilaterale dei nervi ottici di suo marito, che può presentare molte cause non correlate. L’identificazione della causa consentirebbe, ovviamente, di controllare la stessa, di evitare la progressione della perdita visiva, di indirizzare più correttamente una possibile terapia e di conoscere i risultati ottenibili con un’eventuale cura omeopatica o con altri rimedi naturali. Pertanto se lei intende avvalersi dell’Omeopatia e del Naturale, le consiglio di rivolgersi ad un medico omeopata che con la visita sarà in grado di effettuare una valutazione precisa. Solo a titolo informativo, i rimedi omeopatici che vengono utilizzati in situazioni similari sono Phosphorus, Nux vomica, Hepar sulphur, Tabacum… Cordiali saluti.
Francesco dice
Gentile Dott.ssa,
soffro di gastrite con senso di gonfiore addominale (fegato e cistifellea un po’ affaticati) pur con pasti leggeri, quindi con difficoltà digestive e reflusso gastro-esofageo.
Mi è stato prescritto Phosphorus 30 ch 4 granuli una sola volta al giorno a giorni alterni.
Voglia esprimere, La prego, un Suo parere in particolare sulla frequenza di assunzione del rimedio che sembradi un po’ blanda.
Grato, La saluto cordialmente.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Francesco, dobbiamo partire dal concetto che in Omeopatia ogni entità terapeutica (rimedio, diluizione, posologia, durata della cura, ecc.) è molto personale, non generalizzabile, in quanto legata ad una serie di fattori e di peculiarità individuali che rendono il paziente unico rispetto a tutti gli altri affetti dalla stessa patologia o dallo stesso disturbo. Quindi se il paziente è unico dovrà essere unica anche la cura con i relativi parametri terapeutici. La frequenza delle somministrazioni, oltre alla reattività individuale del singolo organismo allo stimolo del rimedio omeopatico, dipende soprattutto dalla durata di copertura terapeutica della diluizione omeopatica, secondo una legge di corrispondenza inversa, nel senso che con l’aumentare della diluizione deve opportunamente diminuire la frequenza di dette assunzioni. Ciò allo scopo di evitare qualsiasi effetto iatrogeno sviluppabile dal rimedio, che complicherebbe il percorso di guarigione. Una 30CH, che è una diluizione medio-alta, ha una copertura terapeutica di diversi giorni, che può arrivare anche ad un paio di settimane, per cui non si può affatto affermare che la frequenza di assunzione di una dose a giorni alterni sia un po’ blanda, anzi… Evidentemente il suo medico omeopata, dopo le opportune valutazioni, ha fatto la prescrizione a misura della sua persona e del suo quadro clinico. Cordiali saluti.