DESCRIZIONE
L’Arnica montana è un’erba perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae. E’ alta dai 20 ai 60 cm. Presenta rizoma bruno e fusto eretto, leggermente peloso, munito alla base di una rosetta di foglie ovali lanceolate, di un verde pallido, con nervature longitudinali sporgenti nella pagina inferiore. Alla sommità si trovano i fiori a capolino di un bel colore giallo-aranciato con i caratteristici petali spettinati e dal gradevole odore aromatico. I frutti sono acheni bruni, irsuti, sormontati da un ciuffo o pappo di peli bianchi o giallastri. Fiorisce in giugno – luglio. Vive esclusivamente nelle zone montane dell’Europa e dell’America, ove privilegia i terreni poveri e silicei. In Italia la si trova nei pascoli e nei prati elevati delle Alpi e degli Appennini. Sta diventando sempre più rara, soprattutto nelle regioni nordiche, a causa dell’aumento delle coltivazioni intensive. Oggi la pianta appartiene alla flora protetta.
L’Arnica è stata descritta per la prima volta nel XVI secolo dal medico e naturalista tedesco Theodorus Jacobus Von Bergzabern (1520–1590), il cui cognome venne latinizzato in Tabernamontanus, che diede alla pianta il nome attuale. E’ chiamata comunemente “starnutina” per la capacità che ha il suo odore di provocare starnuti. Dalle sue foglie si ricava il cosiddetto “tabacco di montagna”, usato dalle popolazioni montane per la pipa e come tabacco da fiuto. E’ velenosa se ingerita; a forti dosi può provocare tachicardia e paralisi. L’intera pianta contiene un glucoside dal principio amaro, l’arnicina, che ha azione simile alla canfora. I fiori ed i rizomi essiccati contengono due rispettivi oli essenziali. La pianta ha proprietà medicinali ed è adoperata come rimedio in fitoterapia ed in omeopatia. Si utilizzano i fiori che vengono raccolti durante il periodo della fioritura, scegliendo quelli appena aperti.
Il rimedio omeopatico Arnica montana si ottiene dalla Tintura Madre dei fiori della pianta omonima.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Poiché la pianta cresce sulle montagne, possiede un’affinità naturale con gli effetti delle cadute e dei traumi. Arnica montana è il rimedio traumatico per eccellenza e corrisponde agli effetti dovuti a traumi recenti e passati.
La chiave di lettura di questo rimedio omeopatico è lo sportivo, con tutti i problemi cui uno sportivo può andare incontro: disturbi muscolari, traumi, lividi, ematomi, disturbi cardiaci ed inoltre stati febbrili ed eruzioni cutanee, allorché sussiste una particolare condizione psichica. In tal caso il soggetto ha una sensazione di contusione muscolare (come se fosse stato percosso), di indolenzimento, di estrema stanchezza (come se avesse fatto uno sforzo fisico intenso e prolungato); tutto il corpo sembra rotto, a pezzi; il materasso su cui è disteso gli sembra troppo duro e si rigira continuamente alla ricerca di una posizione comoda; è depresso e misantropo, vuole essere lasciato solo, non vuole che gli si parli né che ci si avvicini poiché teme di essere toccato. Durante la notte ha insonnia ed agitazione, soprattutto dopo una fatica intensa.
Arnica montana è bisbetico, irritabile, triste, pieno di timore; solitamente è pessimista, indifferente, poco stabile nelle decisioni; è malinconico, scontroso, imbronciato, pletorico; ha carnagione colorita; è debilitato e flaccido.
Il soggetto Arnica montana ha prevalentemente una costituzione sulfurica e un temperamento sanguigno.
Nel soggetto Arnica montana i capillari tendono facilmente a rompersi ed a sanguinare nelle zone infiammate (se il soggetto tossisce, espettora muco contenente grumetti di sangue; se il suo apparato urinario è infiammato, emette urina con tracce di sangue; se lo stomaco è infiammato, il vomito contiene tracce di sangue; nelle donne sono possibili mestruazioni abbondanti).
Tutti i sintomi peggiorano con il contatto, al tatto, con una leggera pressione, con gli urti, con le scosse, con il movimento, con il freddo umido; migliorano in posizione supina con la testa bassa, con il riposo, con applicazioni calde.
Il rimedio migliora la circolazione del sangue, la respirazione, ha proprietà antidolorifiche ed antinfiammatorie. L’azione sull’apparato digerente è secondaria.
Qualsiasi rimedio per uso esterno a base di Arnica montana non deve essere utilizzato sulle lesioni della cute o sulle ferite.
In estrema sintesi al rimedio è possibile attribuire l’etichetta: Arnica montana è lo sportivo, corrisponde cioè al Discobolo di Mirone (nota scultura realizzata da Mirone nel 455 a.c., raffigurante un atleta che sta per scagliare un disco).
USO DEL RIMEDIO
Arnica montana si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio.
1) TRAUMI: è il rimedio principe in tutti i casi di trauma sia fisico che psichico, sia recente che passato. E’ usato per i traumi fisici, quali ecchimosi (ne facilita l’assorbimento); fratture (le cicatrizza), ove si può associare a Ruta e Symphytum; contusioni; distorsioni sia della caviglia che del ginocchio, ove spesso è seguito da Rhus tox che agisce sui legamenti facilitando la guarigione; lussazioni; stati di indebolimento dovuti ad un eccessivo sforzo fisico. E’ utilizzato inoltre in tutte le conseguenze di cadute, di incidenti, di strappi muscolari, dopo un intervento chirurgico, dopo un’estrazione dentale, dopo il parto. Per quanto riguarda i traumi psichici il rimedio è usato per curare gli effetti di paure improvvise, eccessi di collera, stati di shock, dispiaceri, lutti, emozioni molto intense, spaventi. E’ utile l’associazione con Calendula officinalis per il trauma fisico e con Hypericum per il trauma psichico .
2) APP. CARDIOVASCOLARE: nei casi di eretismo cardiaco, di “cuore dell’atleta”; nei disturbi cardiaci con sensazione di costrizione, come in Cactus cui il rimedio è spesso associato, e di contusione nella regione toracica in corrispondenza del cuore; nell’ipertensione con congestione alla testa; nelle cefalee battenti; nelle vertigini con mani e piedi freddi, che si avvertono camminando. E’ utile l’associazione con Aurum, Avena sativa, Camphora, Crataegus, Ignatia, Valeriana.
Nei casi di varici, gambe pesanti, stasi venosa, fragilità capillarein genere con rossore vascolare e tendenza alle ecchimosi, epistassi ed emorragie con sensibilità alla palpazione, emorroidi. E’ utile l’associazione con Aesculus hippocastanum, Hamamelis, Paeonia, Ratanhia.
3) TESSUTO CUTANEO E SOTTOCUTANEO: nelle ecchimosi, foruncoli, acne, con eruzioni simmetriche.
4) REUMATISMO: nei casi di reumatismo sia acuto che cronico con gonfiore alle articolazioni e paura di essere toccati.
5) APP. URO-GENITALE: nelle infiammazioni della regione pelvica, urine con sangue, ipermenorrea con sangue di colore rosso intenso, emorragie post-partum ed in quelle dovute all’introduzione della spirale anticoncezionale. In alcuni casi si rivela utile l’associazione con Sepia, Aesculus hippocastanum, Paeonia, Sanguinaria.
6) OCCHI: nelle ecchimosi della congiuntiva e delle palpebre in seguito a traumi. L’associazione utile è con Symphytum.
7) STATI INFETTIVI E FEBBRILI: nella scarlattina, nell’erisipela ed in altre malattie, in particolare nella polmonite, nella febbre malarica, nella febbre tifoide. In alcuni casi di crisi malariche il rimedio si è dimostrato più efficace del chinino. E’ usato anche in molti casi di febbri adinamiche. Durante la febbre il soggetto ha viso arrossato e caldo, mentre il naso ed il resto del corpo sono freddi. Nei casi di febbre dovuti ad influenza è spesso associato a Aconitum, Apis, Bryonia, Eupatorium, perforatum, Ferrum phosphoricum, Mercurius.
8) APP. DIGERENTE: nei casi di nausea e vomito con sangue, con flatulenza maleodorante di odore solforoso. Alitosi dall’odore di uova marce. Sensazione di stomaco tirato da una corda che lo spinge verso la colonna vertebrale. Mancanza di appetito, disgusto per carne e latte, grande sete. Il rimedio è usato anche nei disturbi dovuti a mal d’auto e mal di mare, in associazione con Cocculus, Ignatia, Nux vomica, Petroleum, Tabacum.
9) APP. RESPIRATORIO: afonia dei cantanti, tosse influenzale o dovuta ad altra malattia dell’apparato respiratorio, tosse traumatica, tosse stizzosa e spasmodica con emottisi (emissione orale di sangue). E’ utile l’associazione con Belladonna, Cina, Coccus cacti, Cuprum, Drosera, Eupatorium, Ferrum, Gelsemium, Ipeca, Mercurius solubtilis, Rhus tox, Solidago.
DOSI
□ Nei casi 1), se i disturbi sono dovuti ad un trauma recente sono usate la basse diluizioni quale ad es. la diluizione 4CH alla dose di 4 granuli 3 volte al dì. La stessa diluizione in genere si adopera anche nelle associazioni. La cura si completa con l’uso della pomata per le applicazioni locali.
Se i disturbi sono dovuti ad un trauma remoto è preferibile una diluizione più alta quale ad es. la 15CH o la 30CH alla dose di 15 gocce al dì.
Se si tratta di un trauma psicologico si adopera la diluizione 15CH in un’unica dose di 5 granuli, che si ripete dopo 10 – 15 giorni.
Per gli interventi chirurgici si assume una dose di 3 granuli, diluizione 30CH, poche ore prima dell’intervento. Invece in convalescenza o nel post-partum o dopo un’estrazione dentale si usa la diluizione 4CH, 3 granuli ogni 2 – 3 ore.
□ Nei casi 2), 3) e 4), diluizione 4CH, 3 – 4 granuli o 10 – 15 gocce, 3 – 4 volte al dì. Si completa con la pomata per uso esterno.
□ Nel casi 5), 6) e 7), diluizione 3CH, 2 – 3 granuli o 5 – 10 gocce, 3 – 6 volte al dì.
□ Nel casi 8), se trattasi di mal d’auto o mal di mare di adulti, diluizione 3CH, 10 gocce ogni ora; se di bambini, stessa diluizione, 5 gocce ogni ora. Il trattamento è preferibile che inizi con una dose prima del viaggio. Nelle altre situazioni, diluizione 4CH, 3 – 4 granuli o 10 gocce, 3 volte al dì.
□ Nel casi 9), diluizione 4CH, 2 – 3 granuli o 5 gocce ogni 2 – 3 ore.
(*) V. Note esplicative
Paola dice
Buongiorno vorrei sapere se armica in granuli o crema puo andar bene x mia mamma che 8 mesi fa si e fratturata una vertebraL1 e dopo aver tenuto un busto gesaato e un altro busto ha sempre male alla schiena e fa fatica a camminare….
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Paola, Arnica montana, in qualsiasi formato farmaceutico, è proprio il rimedio omeopatico per eccellenza di tutti i tipi di traumi, per cui può contribuire a calmare il dolore e ad accelerare la riabilitazione. Per una panoramica dei principali rimedi omeopatici che vengono utilizzati nelle sindromi dolorose dell’apparato osteoarticolare, consulti l’articolo “Reumatismi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Ovviamente la prescrizione giusta per sua madre la può stabilire solo un medico omeopata, previa visita. Cordiali saluti.
vilma dice
Buongiorno, volevo avere un’informazione, mi hanno prescritto l’arnica montana tintura madre Boiron ma non avendo specificato la dottoressa che 60 gocce al dì significava metterle direttamente sulla ferita le ho ingerite per due giorni compreso oggi. Può causare qualche problema di tipo intestinale o cos’altro? Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Vilma, l’assunzione per via orale della tintura madre di Arnica montana, che è un fitoterapico, andrebbe sempre evitata, in quanto la pianta contiene diverse sostanze tossiche, che sono i suoi principi attivi, la cui pericolosità è legata ai relativi livelli di concentrazione ed al dosaggio. L’assunzione può provocare i classici sintomi dell’avvelenamento, come cefalea, vertigini, nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, tachicardia, ipotensione, disturbi neurologici vari, ecc. Proprio a causa di questi effetti collaterali, l’Arnica non rientra nell’elenco delle sostanze che possono essere inserite negli integratori alimentari, fornito dal Ministero della Salute. Solo il ricorso a preparati standardizzati, con il controllo delle concentrazioni, può garantire la sicurezza necessaria, ma in ogni caso un eventuale utilizzo per via interna, comunque da evitare, come detto, deve avvenire sotto stretto controllo medico. Le applicazioni consigliate dell’Arnica sono quindi quelle in uso esterno, che non presentano particolari problematiche se si utilizzano le concentrazioni giuste e ci si attiene alle indicazioni terapeutiche e posologiche. Però, causa l’accennata tossicità della pianta, le applicazioni esterne devono essere effettuate su pelle integra, senza cioè ferite, lesioni, abrasioni, ustioni o altre condizioni a trauma aperto collegabili. Le principali indicazioni terapeutiche dell’Arnica si riferiscono alla sua attività antinfiammatoria, antiedematosa, antiecchimolitica, revulsiva, antinevralgica, antireumatica, antisettica, per cui gli estratti della pianta (in forma di tintura madre o di pomata) vengono soprattutto utilizzati nel post-traumatico (distorsioni, contusioni, compressioni, fratture, edemi, ecchimosi, ematomi, strappi muscolari), dolori articolari a carattere reumatico, versamenti articolari, flebiti non ulcerative, geloni senza ferita ed anche per il massaggio sportivo. Ne parli con la dottoressa che le ha fatto la prescrizione. Cordiali saluti.
Ilaria dice
Dottoressa so che non centra con emicrania,ma io soffro di endometriosi quindi di dolori mestruali e ovulazione fortissimi…c e un rimedio omeopatico anche per quello?forse la belladonna.?
Premetto che sono anche molto ansiosa
Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Ilaria, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, sarà la sintomatologia della paziente a fare da guida per l’individuazione del rimedio omeopatico giusto, di quello maggiormente somigliante, ossia del rimedio il cui quadro patogenetico (l’insieme dei sintomi, dei modi e dei processi fisiopatologici che il rimedio omeopatico è in grado di curare) sia sovrapponibile al quadro clinico del paziente e quanto più è esatta tale sovrapposizione (somiglianza) tanto migliori saranno i risultati. Ad esempio, per l’endometriosi, in caso di irregolarità dei cicli mestruali con sanguinamenti anomali, trovano spesso utilizzo rimedi omeopatici come Actaea racemosa, Arnica montana, Belladonna, China, Ferrum metallicum, Hamamelis, Hydrastis, Millefolium, Sabina, Secale cornutum, Sepia, Thlaspi bursa pastoris, Trillium. Invece se prevalgono le mestruazioni dolorose (dismenorrea), i rimedi omeopatici possono diventare Belladonna, Cactus grandifolia, Caulophyllum, Chamomilla, Colocynthis, Lachesis, Magnesia phosphorica, Nux vomica, Pulsatilla, Sabina, Senecio, Veratrum album. Le rinnovo il consiglio di non fare da sola, ma di rivolgersi ad un medico omeopata che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico, valutando l’intera situazione clinica. Cordiali saluti.
Ilaria dice
Grazie dottoressa quindi per questo periodo di forti emicrania , come posso prendere arnica ?e meglio tutti i giorni 10 granuli di arnica da 30ch per quanto tempo posso prenderla??
Oppure come già scritto prendere 20granuli da 30ch, (5ogni mezz ora al bisogno?che cosi mi ha funzionato!)
Perché ieri leggendo pare sia una dose eccessiva 20granuli da 30ch…
Mi consigli lei…
Per esempio dopo che ieri ho preso l 20 granuli ,stamattina che avevo un inizio ne ho preso 5…
Per capire ce un limite massimo di granuli al giorno?
Funziona piu se li prendo al bisogno ,o se per un periodo li assumo tutti i.giorni.
Grazie mille
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Ilaria, le cure omeopatiche sono molto personali, nel senso che ogni entità terapeutica omeopatica (rimedio, diluizione, posologia, durata della cura, ecc.) è legata al caso specifico, alla situazione individuale e quindi poco si presta alla generalità. La regola generale che comunque si segue è di non modificare niente fino a quando si ottengono benefici, ovvero di non introdurre varianti se il protocollo terapeutico adottato fornisce risposte positive. Ovviamente, come riferitole nella risposta precedente, solo la visita di un medico omeopata potrà stabilire con la dovuta precisione la terapia giusta per lei. Relativamente al dosaggio, sappia che in Omeopatia conta molto di più la distanza tra le assunzioni delle dosi, ossia la frequenza delle assunzioni, piuttosto che la quantità della singola dose o di quella giornaliera. Cordiali saluti.
Ilaria dice
Salve soffro si emicrania da un lato sono in cura da un neurologo ma.niente….la mia fisioterapista mi ha fatto provare arnica 30ch 10granuli mi sono trovata bene….poi ho smesso perché ho provato cura con farmaci.
Oggi che avevo un emicrania pazzesca sono tornata in farmacia a.comprarla , la dottoressa mi ha detto prendi 5granuli ogni mezz ora x 2,ore….
(20granuli totali da arnica 30ch)
Devo dire mal di testa scomparso senza imbottirmi di antidolorifici …
Volevo sapere si può assumere cosi al bisogno o 20granuli sono troppi?
Sto assumendo anche della serotonina pou interagire?Grazie mille
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Ilaria, visti i buoni risultati che si ottengono, all’occorrenza è lecito continuare. In genere i rimedi omeopatici non hanno controindicazioni o effetti collaterali e non causano interferenze. Ovviamente la prescrizione ad hoc la può garantire solo un medico omeopata, previa visita. Cordiali saluti.
Enrica dice
In caso di assunzione di cumadin è possibile assumere l’arnica ?
Grazie per la risposta
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Enrica, in genere la convivenza di rimedi omeopatici con farmaci anticoagulanti non è pregiudizievole per entrambi. L’azione antiemorragica di Arnica omeopatico, che si esprime unicamente a livello della circolazione periferica, può entrare in gioco solo in presenza di emorragie e sarebbe comunque impedita dall’uso del Coumadin. Però sul caso specifico è indispensabile che si esprima un medico omeopata, previa visita. Cordiali saluti.
nilo dice
G.le Dottoressa, volevo chiederLe, indicativamente, un rimedio omeopatico vasodilatatore per favorire il microcircolo, attesa la presenza di un’anisocoria all’occhio dx: i rimedi tradizionali oltre ad avere un solo effetto tampone, presenterebbero importanti effetti collaterali a detta dello stesso neurologo (in alcuni casi sconfinerebbero fino a favorire il parkinson), il quale mi ha consigliato di provare coi complessi omeopatici, dacché privi di effetti collaterali e soprattutto risolutivi in via definitiva del problema.
RingraziandoLa anticipatamente
Saluti.
Nilo.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Nilo, è utile precisare che i rimedi omeopatici non vengono scelti in base al nome della patologia o del disturbo, bensì in base alla migliore somiglianza tra le manifestazioni, segni e sintomi posseduti dal paziente (quadro clinico) e quelli contemplati dal rimedio (quadro patogenetico, ovvero l’insieme dei sintomi, dei modi e dei processi fisiopatologici che il rimedio omeopatico è in grado di curare). Ciò nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia fonda il suo principio terapeutico. Sarà pertanto la propria sintomatologia a suggerire l’individuazione del rimedio omeopatico giusto, ossia, ripeto, del rimedio il cui quadro patogenetico sia sovrapponibile al quadro clinico del paziente e quanto più è esatta tale sovrapposizione (somiglianza) tanto migliori saranno i risultati. I rimedi omeopatici che potrebbero fornire un contributo sono diversi, tra cui si citano, a titolo esclusivamente informativo, Bellis perennis, Benzinum nitricum, Duboisinum, Natrum salicylicum, Physostigma, Sanguinarinum tartaricum, che talvolta vengono utilizzati per le sintomatologie più caratteristiche delle midriasi. Le consiglio pertanto di non provare a fare da solo, ma di rivolgersi ad un medico omeopata che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.
Alessandra dice
Buongiorno,
In caso di fasciate plantare causata da spina calcanearea dolente da 6 mesi, l’arnica è utile?
Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Alessandra, Arnica montana può senz’altro rivelarsi un rimedio omeopatico adatto, atteso che è particolarmente indicato per tutti i tipi di trauma. Altri rimedi omeopatici che potrebbero essere presi in considerazione sono: Bryonia (dolore aggravato dal carico che si attenua o scompare con il riposo), Rhus toxicodendron (dolore che peggiora con il riposo e migliora con il movimento, all’inizio è molto intenso e può ricomparire dopo un’attività intensa), Caulophyllum (dolore erratico che si aggrava particolarmente di notte), Phytolacca decandra (dolore che interessa anche il tallone, ostacola il camminare e peggiora di notte). Ovviamente la prescrizione a lei appropriata la può garantire solo un medico omeopata con la visita. Cordiali saluti.
Ines dice
Buonasera,
Da aprile 2016 ho l’ha polimialgia che sto’ curando con il cortisone ora a bassa dose
Dopo qualche mese dell’assunzione del cortisone ho fatto la moc con risposta osteoporosi a livello medio.
Febbraio 2017 problemi di fletter atriale, aritmie e palpitazioni, lai cura che faccio almarytm 100 mg compresse,bisoprololo teva.
Il 30 novembre sono caduta….esito frattura vertebra l1, ora ho il busto penso per tre mesi come mi è stato detto.
Le chiedo cosa devo fare per l’osteoporosi perché la mia paura è che stia peggiorando per questo problema.
In attesa della sua risposta la ringrazio.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Ines, tra i rimedi omeopatici utili a trattare un’osteoporosi troviamo Argentum metallicum, Cocculus, Fluoricum acidum, Mercurius, Mercurius corrosivus, Mezereum, Natrum silicofluoricum, Phosphorus, Phytolacca decandra, Radium bromatum, Sarsaparilla, Silicea, Theridion. Nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) maggiormente adatto sarà quello che meglio assomiglia al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia. Come le sarà noto, l’alimentazione e l’attività fisica svolgono un ruolo molto importante nel contrasto all’osteoporosi. L’alimentazione andrà preferita sana, corretta ed equilibrata, con poco sodio (contenuto maggiormente nel sale), con meno proteine animali e con più proteine vegetali (una dieta con troppi alimenti di origine animale e quindi troppo proteica aumenta la perdita di calcio con le urine), con meno o senza bevande alcoliche e caffeina, moderata nel consumo di cibi integrali, ricca di calcio (ad es. latte, formaggi, yogurt, pesce azzurro, cavolo, broccoli, legumi, sesamo, noci, mandorle, ecc.), di frutta fresca, di verdure a foglia verde scuro (diminuendo il consumo di alcune verdure come spinaci e barbabietole che, contenendo molti ossalati, riducono l’assorbimento intestinale del calcio), di ortaggi, di vitamine C e D, in particolare del calciferolo o vitamina D3 (ad es. uova, salmone, burro, latte, ecc.). Inoltre è altresì importante un’adeguata esposizione al sole per la sintesi cutanea di detta vitamina ed una regolare attività fisica che se praticata all’aperto coniuga entrambe le esigenze. L’attività fisica stimola la formazione ed il mantenimento della struttura ossea, oltre a rinforzare la massa muscolare che protegge l’osso stesso dagli effetti dei traumi. Anche alcuni gemmoterapici (trattasi di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra la Fitoterapia classica e l’Omeopatia), in gocce, possono essere utilmente associati per la cura e la prevenzione dell’osteoporosi, come ad es. Abies pectinata M.G. D1, Pinus montana M.G. D1 (specifico per l’osteoporosi post-menopausa), Rubus fructicosus M.G. D1. Sono altresì diversi i fitoterapici classici che possono venire in aiuto, quali ad es. quelli a base di piante come Equiseto, Gramigna, Tarassaco, Altea, Frassino, Achillea, ecc. Il consiglio comunque è di non fare da sola ma di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al caso specifico. Cordiali saluti.
ADRIANA dice
Buongiorno,
soffro spesso di colpo di frusta balivello L4 e ho una artrosi alla zona sacrale con peggioramento nei cambi di stagione, nonche’ un inizio di osteoporosi !!!! Assumo vit. d regolarmente!!!
mi e’ stato detto dal fisio terapista di assumere Arnica 9ch ma in che dosi? per quanto tempo?
grazie Adriana
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Adriana, anche se la diluizione e la posologia, come del resto tutte le altre entità terapeutiche omeopatiche, sono comunque personali, non sempre generalizzabili, solitamente una 9CH si utilizza in ragione di 3-5 granuli pro-dose più volte al dì (ad es. 2-3 volte), lontano dai pasti. Per quanto riguarda la durata, generalmente le cure omeopatiche proseguono finché si registrano benefici e finché esistono margini di miglioramento, senza porsi dei limiti temporali particolarmente stringenti e ovviamente si smettono alla guarigione o al raggiungimento di un risultato soddisfacente e stabile. Cordiali saluti.