DESCRIZIONE
L’ape (o apis) è un insetto della famiglia delle Apidi, appartenente all’ordine degli Imenotteri. Con il termine ape si indica comunemente l’ape domestica (Apis mellifica), di cui si allevano varie razze, tra le quali quella italiana (Apis mellifica ligustica), assai pregiata per docilità e laboriosità.
Le api vivono in società matriarcali e pluriennali, costituite da una sola ape regina, che ha la funzione di deporre le uova per la rigenerazione continua dell’alveare, da poche centinaia di fuchi, che sono i maschi la cui unica funzione è quella di accoppiarsi con la regina e da varie migliaia di api operaie, che sono le femmine lavoratrici indispensabili per la vita dell’alveare.
Come tutti gli insetti, l’ape ha il corpo diviso in tre parti: testa, torace e addome. Possiede tre paia di zampe attaccate al torace e due ali trasparenti per il volo veloce. Ha due occhi grandi composti da migliaia di faccette che consentono di vedere in ogni direzione. Nella parte superiore della testa sono posizionati a triangolo altri tre piccoli occhi, gli ocelli, adatti per vedere da vicino e nell’oscurità. Sulla fronte sono ubicate due antenne orientabili che funzionano da organi di senso e di tatto. La bocca è fornita di due mandibole per plasmare la cera, raccogliere la propoli e rompere le antere dei fiori contenenti il polline. In fondo alla bocca si trova la ligula, una sorta di proboscide che serve per aspirare il nettare dei fiori e l’acqua nella borsa melaria (una specie di pre-stomaco). Subito dopo la suzione, già durante il viaggio di ritorno all’alveare, grazie all’azione enzimatica della saliva, il nettare incomincia a trasformarsi in miele che viene poi immagazzinato in apposite celle all’interno dell’alveare. Le zampe posteriori sono provviste di spazzole che servono per raccogliere il polline che viene accumulato negli appositi cestelli. In fondo all’addome si trova il pungiglione collegato ad una ghiandola velenifera, che costituisce l’arma di difesa: infatti quando l’ape deve difendersi da un nemico gli inietta il veleno tramite il pungiglione, che però non è più in grado di ritrarre per cui poco dopo muore.
Il veleno dell’ape provoca un’intensa reazione infiammatoria a carico dei tessuti. Tale veleno infatti è formato da una complessa miscela di sostanze dotate di effetti tossici e di capacità allergizzanti. Sotto l’effetto della puntura d’ape si forma un gonfiore a forma di tronco di cono, simile ad una montagnetta (ponfo). Il dolore è il primo sintomo ed è immediato e pungente, poi subentra il prurito e successivamente un dolore bruciante ancora più forte con un bisogno impellente di raffreddare la parte interessata con acqua. La reazione infiammatoria può essere localizzata, oppure generalizzata o sistemica. Mentre la prima è limitata alla regione cutanea colpita, la seconda coinvolge tutto l’organismo e se interessa soggetti allergici può determinare una reazione violenta, in medicina nota con il termine di “shock anafilattico”, che può essere letale. Infatti il malcapitato subisce una vasodilatazione generalizzata ed il gonfiore della glottide (organo cartilagineo della laringe che serve ad isolare l’esofago dalla trachea) con prurito, pallore, angoscia, raffreddamento e coma fino al decesso.
Il rimedio omeopatico Apis si ottiene dalla tintura dell’ape intera e del veleno diluito in alcool.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Il rimedio ha grande affinità con la superficie del corpo. I sintomi che richiedono Apis sono quelli della puntura dell’ape, con inizio immediato, brusco e violento: il primo segno è un dolore urente, cioè un dolore bruciante e pungente come aghi roventi, segue il prurito e poi un aumento della sensazione dolorosa che porta il soggetto a gridare per la sua intensità. La parte dolente è molto sensibile al tatto (anche i peli sono dolenti al tatto), è gonfia, calda e lievemente congestionata. Si forma cioè l’edema cutaneo che non è mai rosso ma si presenta bianco, al più rosato.
I sintomi di Apis sono sempre aggravati dal caldo (come Antimonium crudum e Antimonium tartaricum) e sono, viceversa, migliorati dal freddo e da applicazioni fredde. Sono altresì aggravati dalla pressione e dal contatto dei vestiti. Hanno tendenza a cambiare sede molto rapidamente, in particolare il dolore, e vanno da dx a sx, dall’alto in basso.
Il rimedio ha una lateralità dx. Alcuni suoi antidoti sono Ipeca, Lachesis, Ledum. Alcuni suoi incompatibili sono Coffea, Rhus toxicodendron.
In Apis vi è assenza di sete, anche in caso di febbre e diminuzione delle urine, che diventano scarse. Infatti il segnale che indica che il rimedio sta agendo è proprio un aumento graduale delle urine.
Apis interessa la pelle, le mucose, le membrane sierose, nonché le membrane sinoviali.
E’ un rimedio prezioso nei casi di infiammazioni acute, quali l’erisipela, l’orticaria, l’eritema solare, il reumatismo, l’angina di gola, la nefrite, l’albuminuria, le infiammazioni dell’apparato genitale, con dolori pungenti.
Apis ha una grande astenia: il soggetto è molto stanco ed ha la sensazione di contusione in tutto il corpo, come se avesse lavorato duramente. E’ irritabile, irrequieto, non sopporta di essere lasciato solo; è ansioso, nervoso, brontola continuamente; è incontentabile; è maldestro; ha tremori; ha scarsa coordinazione motoria (come Agaricus muscarius si lascia cadere le cose dalle mani, ma a differenza di quest’ultimo è aggravato dal caldo); ha sussulti e contrazioni; è ipersensibile. Inoltre è diffidente e geloso, ha una certa predisposizione al pianto. Per questo il rimedio è particolarmente adatto ai bambini piagnucoloni, che non possono fare a meno di piangere e che lanciano grida improvvise durante il sonno.
Il rimedio è indicato anche in tutti i casi di malattia acuta e cronica che presenta uno stato idropico, cioè affetto da idropisia.
Apis è un rimedio ad azione locale ed è l’acuto di Natrum muriaticum, che viceversa è il cronico di Apis.
Il tipo Apis ha una costituzione fosforica e un temperamento nervoso. Inoltre, poiché il rimedio interessa pelle e mucose, si riscontra una diatesi psorica.
In estrema sintesi Apis è il rimedio della sindrome infiammatoria acuta che ha sintomatologia simile alla puntura d’ape.
USO DEL RIMEDIO
Apis si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio.
1) PELLE: infiammazioni acute che evolvono rapidamente con oliguria (diminuzione delle urine), assenza di sete, edema e versamento, come l’orticaria, l’erisipela (soprattutto al viso), l’eritema solare. Anche nei casi di morbillo e di rosolia.
Le eruzioni spesso cominciano a dx, se interessano il viso successivamente compaiono anche a sx. La pelle, con o senza eruzioni, è ipersensibile al minimo contatto, è rugosa e tale rugosità è ben percepibile al tatto. Può esserci febbre alta. Le labbra (in particolare il labbro superiore) e la lingua possono gonfiarsi improvvisamente e divenire calde, rosate e secche. Ciò si verifica spesso quando il soggetto allergico ha mangiato fragole, molluschi od altri alimenti. I sintomi migliorano con applicazioni fredde.
2) GOLA: stati infiammatori acuti ed angine di gola con febbre alta, faringe arrossata, palato gonfio, gola gonfia, ugola allungata e rossa. Tutta la gola è edematosa con dolori brucianti e pungenti e con difficoltà a deglutire. Laringite e infiammazione della glottide con difficoltà di deglutizione e tosse secca con senso di affaticamento, come si ha nella difterite.
I sintomi che richiedono il rimedio insorgono improvvisamente con un’intensità a dir poco eclatante. Il soggetto non sopporta alcun contatto né alla gola né al petto. I dolori sono aggravati dal caldo.
Il rimedio spesso è associato a Phytolacca, Belladonna, Mercurius, Aurum triphyllum, Phosphorus.
3) OCCHI: infiammazione accompagnata da edema, secrezione lacrimale con sensazione di punture e di bruciore ardente che migliora con lavaggi e con applicazioni fredde. Nei casi di irite, congiuntivite, oftalmia nei soggetti affetti da reumatismo. Il rimedio inoltre è indicato per prevenire le recidive degli orzaioli, nei casi di palpebre inferiori gonfie (borse agli occhi) ed in tutti i casi in cui c’è infiammazione, congestione, vasodilatazione, edema. E’ un eccellente rimedio per gli occhi. Si può associare a Euphrasia e Kali bichromicum.
4) APP. DIGERENTE: dolore e bruciore allo stomaco. Vomito e diarrea aggravati dal movimento.
5) OVAIO: annessite acuta (infiammazione che coinvolge gli annessi uterini, cioè l’ovaio e la tuba) della parte dx. Spesso anche nei casi di amenorrea, dismenorrea, quando sono presenti cisti all’ovaio dx in fase iniziale per impedire che si ingrandiscano. A volte il rimedio si adopera in associazione con Arnica.
6) TESTICOLI: infiammazione del testicolo dx.
7) APP. URINARIO: nei casi di infiammazione ove le urine sono scarse e contengono un elevato tasso di albumina (albuminuria), come nella nefrite, sia acuta che cronica, conseguente ad un’altra malattia (scarlattina, difterite, erisipela od altro). Il rimedio è indicato anche nei casi di cistite.
8) MEMBRANE SIEROSE: tutte le infiammazioni con edema.
9) MEMBRANE SINOVIALI: reumatismo delle articolazioni con edema, con sensibilità al contatto, alla pressione, al minimo movimento. La pelle delle articolazioni è tesa, rosea e calda. Edema delle mani con intorpidimento delle dita. Caviglie e piedi edematosi. Gonfiore delle ginocchia.
10) TESTA: mal di testa che peggiora con il contatto e con la pressione delle mani. Anche per alcuni casi di meningite.
11) FEBBRE: in tutti gli stati acuti in cui è presente una febbre alta ed il soggetto è agitato, ansioso e, caratteristica essenziale, non avverte sete, alternando febbre a sudorazione profusa.
DOSI
Apis, in quanto rimedio acuto, viene utilizzato alle basse diluizioni.
□ Nel caso 1), diluizione D10, 5 granuli o 10 gocce, 3 – 4 volte al dì. Associazione consigliata con Graphites, Rhus tox, Sulphur. Integrazione consigliata con pomata.
□ Nel caso 2), diluizione D8, 5 granuli o 10 gocce, 6 volte al dì.
□ Nei casi 3), 4), 5), 6), 7), 8) e 10), diluizione 5 CH, 3 granuli o 5 gocce, ogni 3 ore.
□ Nel caso 9), diluizione D6, 5 granuli o 10 gocce, 4 volte al dì. Associazione consigliata con Aesculus hippocastanum, Rhus tox. Integrazione consigliata con pomata.
□ Nel caso 11), diluizione 5CH, 3 granuli o 5 gocce, secondo necessità anche ogni ora. Associazione consigliata con Bryonia, Ferrum phosphoricum.
(*) V. Note esplicative
Anna dice
Buongiorno dottoressa, mi chiamo Anna e ho un bimbo di 2 anni, Dario che è letteralmente massacrato dalle zanzare.
Le punture interessano soprattutto le gambe, durano un sacco di giorni, diventano rosse, dure e in rilievo, e ho notato anche la comparsa di lividi. Di giorno non danno grossa noia, mentre di notte lo fa diventare matto. Non trova beneficio da nulla..ho provato: urtica gel (weleda), simil one gel (gse) e anche il gentalyn beta (su consiglio del dermatologo). Nulla. Si gratta in continuo. L’unico sollievo (momentaneo) riesce a darglielo l’acqua fresca.
Le segnalo che Dario ha un piccolo mastocitoma sul braccio, visto che il dermatologo me l’ha segnalato come causa di reazioni così forti delle zanzare.
La ringrazio molto!
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Anna, relativamente all’Omeopatia i rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati per trattare le punture d’insetti sono Apis e Ledum palustre, in basse o medio-basse diluizioni (ad es. fino a 9CH), alternando tra loro i due rimedi. Superata la fase acuta, Ledum palustre può essere ancora adoperato per fare prevenzione. Relativamente alla Fitoterapia, diversi preparazioni utili sono consultabili all’articolo “Per scottature-punture d’insetti” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”. Per ridurre il prurito e l’irritazione, possono essere altresì utili le applicazioni con una crema alla Calendula o gli impacchi con la tintura madre della stessa Calendula da diluire in acqua nelle opportune quantità. Sono sempre validi alcuni accorgimenti: applicare impacchi di ghiaccio o compresse di acqua fredda, per ridurre il gonfiore; applicare bicarbonato di sodio disciolto in acqua, sempre per attenuare il gonfiore; lavare la parte con acqua e sapone; in mancanza d’altro, applicare una piccola quantità di dentifricio. Ovviamente è consigliato un parere medico, che sarà quello di un medico omeopata se lei intenderà avvalersi dell’Omeopatia e del Naturale. Cordiali saluti.
Igor dice
Gentile Dottoressa sono un ragazzo che suda molto in tutte le stagioni …. ho sempre caldo e soffro di dermatite atopica. ….. ho iniziato una cura con il R 21 e l R 23 15 gocce due volte al giorno e sto trovando giovamento …. ma per abbassare le temperatura corporea e per calmare le vampate di calore e quindi ridimensionare la temperatura Lei cosa mi consiglia ? Grazie fin da Ora per il tempo che mi ha concesso ….
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Igor, relativamente all’Omeopatia, i rimedi omeopatici utili a trattare una sudorazione eccessiva (iperidrosi), con tutti i sintomi concomitanti, sono numerosi, diversi per patogenesi, tra i quali, citando i più adoperati, troviamo Alumina, Argentum nitricum, Baryta carbonica, Calcarea carbonica, Carbo vegetabilis, Gelsemium, Ignatia amara, Lycopodium, Magnesia carbonica, Mercurius solubilis, Pulsatilla, Sepia, Silicea, Sulphur, Thuya. Nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia fonda il suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) più adatto sarà quello che assomiglia al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia, sia a livello fisico che psichico e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Ad esempio, un rimedio come Alumina si adopera frequentemente per l’iperidrosi caratterizzata da cute secca e screpolata. Anche una dieta alimentare appropriata può fornire il suo contributo, come ad es. privilegiare gli alimenti ricchi di silicio, che è un minerale che regola la temperatura corporea e la sudorazione e di vitamine del gruppo B, che sono utili a ridurre la sudorazione eccessiva, nonché diminuire le quantità di grassi ed evitare il consumo di alcool e di pietanze piccanti. Un ulteriore aiuto può venire ancora dalla natura con la Salvia comune, che è una delle piante officinali più adoperate ed efficaci per limitare la sudorazione eccessiva, di cui si può preparare l’infuso di foglie. Sarebbe altresì opportuno adottare alcuni accorgimenti altrettanto utili ed efficaci, come ad es. sciacquare ogni sera le parti interessate con acqua e bicarbonato di sodio, lavare le parti utilizzando saponi delicati, indossare indumenti di cotone, meglio se di colore chiaro e comunque traspiranti, ecc. Il consiglio comunque è di rivolgersi ad un medico omeopata che con la visita saprà prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.
Gloria dice
Buongiorno, soffro spesso di cefalea e no sentito parlare di apis mellifica come rimedio. Può essere utile? In che quantità ? Grazie, Gloria
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Gloria, come rilevabile dal presente articolo, Apis è uno dei rimedi omeopatici che viene adoperato per trattare la cefalea, a condizione però che ci si riconosca nelle caratteristiche e nella sintomatologia specifica del rimedio. Ciò, com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, altrimenti i risultati non saranno quelli auspicati. Relativamente alla sintomatologia specifica, Apis risulta adatto quando il mal di testa peggiora con il contatto, con la pressione delle mani e con il calore, migliora con il freddo, presenta una predominanza a destra ed ha un esordio rapido e violento. Come primo approccio, per un intervento sintomatico e nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata, generalmente ci si orienta verso le basse diluizioni (quelle ad es. fino a 7CH), che solitamente si utilizzano in ragione di pochi granuli pro-dose più volte al dì, lontano dai pasti. Non è escluso che per ottenere un risultato stabile e duraturo sia necessaria una cura di fondo, con rimedi omeopatici della costituzione e della diatesi, probabilmente in alta diluizione, allo scopo di intervenire sul “terreno” del paziente legato al patrimonio genetico e comportamentale. Il ricorso al medico omeopata rappresenta pertanto l’unica forma di garanzia per riuscire a superare completamente il disturbo. Cordiali saluti.
Giuseppe dice
Buongiorno, ho sofferto spesso di piccoli edemi migranti legati probabilmente ad intolleranze che sono riuscito a ridurre sensibilmente attraverso modifiche alla dieta con l’aiuto a periodi di Hepeel, e APIS nelle fasi acute. Risultato non prendo più anti-staminici dopo anni di uso continuo… Ora ogni tanto pero risento di fastidio all’articolazione del polso ed al piede, non so se casuale ma sempre nella parte destra del corpo, non è dolore proprio ma una sensazione simile, che “sento” associata agli stessi processi che precedentemente davano edema… Posso chiederle un suggerimento su cosa potrebbe aiutarmi?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Giuseppe, i principali rimedi omeopatici che vengono più frequentemente utilizzati nelle sindromi dolorose e/o infiammatorie dell’apparato osteoarticolare sono consultabili all’articolo “Reumatismi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Ad esempio, a titolo puramente informativo, un rimedio omeopatico che viene spesso adoperato per una sintomatologia simile a quella da lei descritta è Ledum palustre. Ovviamente la garanzia della prescrizione più appropriata la può fornire solo un medico omeopata, al quale è sempre opportuno rivolgersi. Cordiali saluti.
Nicoletta dice
Salve, sono in gravidanza alla 6a settimana e mi è venuto un eritema solare all’incavo delle gambe e delle braccia con fortissimo prurito,con piccole vescicole secche , rilevate ed edema cutaneo. Questi rimedi omeopatici si possono usare in stato interessante?mi saprebbe dire a che dosi e se esiste anche qualche pomata che allevi il prurito?grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Nicoletta, i rimedi omeopatici potenzialmente utili a trattare un eritema sono numerosi, diversi per caratteristiche e patogenesi, tra i quali, com’è noto, nel rispetto della “legge di similitudine” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico, il rimedio più adatto sarà quello che contiene la sintomatologia più somigliante a quella del paziente. Ad esempio, tra i rimedi omeopatici più adoperati per un eritema come da lei descritto troviamo: Belladonna se la manifestazione cutanea con eritema presenta rossore, calore e prurito; Apis se il rossore è meno intenso e la pelle è meno liscia che in Belladonna; Hamamelis se l’eritema ha colore rosso scuro; Rhus toxicodendron se la pelle è dolente ed infiammata con piccole vescichette pruriginose a capocchia di spillo; Cantharis se le vescicole sono più grandi; Petroleum se le vescicole compaiono su pelle secca e rugosa, associate o seguite da croste e fessurazioni; Arsenicum album se vi è una desquamazione simile a forfora; Arsenicum iodatum quando la pelle è indurita e la desquamazione avviene a lembi, il prurito è molto intenso; Natrum sulphuricum quando le squame si presentano larghe, sottili e trasparenti da far intravedere il derma sottostante rosso acceso; Hydrocotyle asiatica quando esiste un aumento di spessore della cute; ecc. Relativamente alla diluizione ed alla posologia, queste, come tutte le entità terapeutiche omeopatiche, sono molto personali, non generalizzabili, in quanto dipendenti dalla reattività dell’organismo, dal livello d’azione terapeutica necessario e dal grado di somiglianza rimedio-paziente. Generalmente quando occorre intervenire a livello sintomatico ci si orienta verso le basse diluizioni (quelle ad es. fino a 7CH), che solitamente si utilizzano in ragione di pochi granuli più volte al dì, salvo diversa prescrizione medica. I rimedi omeopatici sono abbastanza sicuri in qualsiasi situazione e quindi anche in gravidanza, in quanto non introducono sostanze a livello ponderale ma solo a livello infinitesimale e la loro azione consiste unicamente nello stimolare ed incanalare correttamente la capacità propria di guarigione dell’organismo. Però per il caso specifico sarebbe opportuno un parere medico. Per alleggerire la situazione in diversi casi vengono adoperate pomate o creme a base di Calendula o di Avena o di Aloe vera che hanno importanti proprietà antipruriginose, lenitive, calmanti, analgesiche, disarrossanti, antisettiche, antinfiammatorie, cicatrizzanti, ecc. Sarebbe opportuno associare anche altri tipi di intervento, quali ad esempio un’alimentazione appropriata (fibre, vitamine, sali minerali), riducendo, in particolare, il consumo di dolci e di zuccheri semplici, una corretta igiene personale, l’uso di indumenti idonei (di cotone e traspiranti), non grattare le zone interessate per non aggravare ulteriormente il problema, ecc. Ovviamente tutto quanto detto finora richiede la conferma e l’approvazione di un medico, con valutazioni da fare sul caso specifico e qualora intendesse ricorrere all’omeopatia ed alle naturali di un medico omeopata, al quale sarà opportuno rivolgersi. Cordiali saluti.
magda dice
Gentile Dottoressa
nei giorni scorsi sono stata punta in varie parti del corpo da insetti volanti non ben identificati.
Mi sono riempita di ponfi brucianti rossi enormi che si allargavano e mi davano un dolore indescrivibile.
Il mio medicocurante, appassionato omeopata,mi ha consigliato apis mellifica 9ch e ribes nigrum macerato glicerico.
La cosa inesatta per me è stata la dose consigliata 3 granuli due volte al di e 15 gocce 2 volte al di. Infatti non è successo niente. Di mia nziativa ho aumentato da dose di apis a 5 grenuli 3 volte al di e 50 gocce 2 volte al di di ribes nero.Non so se ho fatto bene comunque ora dopo qualche giorno i ponfi si sono attenuati ed il prurito sparito.Devo continuare e se si per quanto tempo? Posso fare una cura preventiva per tutta l’estate visto ch io vivo molto all’aria aperta.
Grazie per l’attenzione
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Magda, in genere una cura omeopatica si protrae finché si registrano dei benefici, senza porsi dei limiti temporali particolarmente stringenti e si interrompe, ovviamente, alla guarigione o al raggiungimento di un risultato soddisfacente e stabile. Sarebbe comunque il caso di chiedere al medico omeopata curante. Relativamente alla prevenzione, una specifica per le punture d’insetti che viene utilizzata prevede l’uso del rimedio omeopatico Ledum palustre, mentre Apis viene associato in caso di puntura per esercitare localmente un’azione particolarmente rapida e lenitiva. Ma la vera prevenzione dovrà avere un’azione più profonda e sistemica, dovrà cioè consistere nel curare la predisposizione dell’organismo e del sistema immunitario a reazioni allergiche tanto spropositate. Si tratta in sostanza di individuare il rimedio omeopatico costituzionale, che deve assomigliare in tutto e per tutto al paziente, replicandone i caratteri morfologici, fisiologici e psicologici, allo scopo di correggere il “terreno” legato al patrimonio genetico e comportamentale. Con un tale rimedio, da utilizzare probabilmente in alta diluizione, si riesce a fare una vera e propria prevenzione, anche nei confronti delle reazioni allergiche spropositate dovute a punture d’insetti, perché solo così si pratica una terapia omeopatica costituzionale, che migliora le difese dell’organismo, educa il sistema immunitario, incrementa la resistenza alle malattie o alle disfunzioni o ai disturbi, migliora lo stato di salute generale, migliora l’atteggiamento psichico dell’individuo, ecc. Si comprende bene che un “lavoro” del genere lo può svolgere solo un medico omeopata. Ne parli quindi con il suo medico omeopata curante. Cordiali saluti.
DEBORAH dice
buon giorno dott.ssa,la ringrazio molto per la sua risposta molto chiara e dettagliata e non manchero’ a prender appuntamento con un omeopata qui a Milano.penso che allora anche le mie allergie alla pianta ambrosia e alla pianta parietaria facciano parte dello stesso discorso che,dovro’ trovare il rimedio costituzionale piu’ che mi rispecchia dove lavorera’ su queste mie “lacune”.grazie moltissimo come sempre.una buona giornata Deborah
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Deborah, è proprio così, con la sola aggiunta che durante il periodo di pollinazione, con il manifestarsi delle reazioni allergiche non ancora curate, la terapia omeopatica prevederà anche un intervento sintomatico. Cordiali saluti.
DEBORAH dice
buon giorno dott.ssa,ho letto che apis mellifica va bene per chi e’ predisposto agli eritemi solari.le volevo chiedere,come prevenzione prima di espormi al sole, posso appunto usarla?e in quali dosi giornaliere?la ringrazio moltissimo.saluti Deborah
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Deborah, Apis è uno dei rimedi omeopatici che trova maggiore impiego nel trattamento degli eritemi solari. Invece per quanto riguarda la loro prevenzione, come del resto avviene per qualsiasi altra prevenzione con l’omeopatia, il discorso diventa più delicato. La vera prevenzione dovrà consistere nel curare la predisposizione alla malattia o alla disfunzione o al disturbo. L’omeopatia, con la visita medica omeopatica, procedendo all’esame ed allo studio globale del paziente, sia a livello fisico che psichico, riesce a comprendere le tendenze patologiche, cioè verso quali disturbi il paziente è predisposto, ancora prima che questi si manifestino. Dopo di che la stessa visita sarà in grado di individuare il rimedio costituzionale e temperamentale dell’individuo, che ovviamente non può essere un rimedio sintomatico, il quale dovrà intervenire sul suo “terreno” caratteristico, legato al patrimonio genetico e comportamentale. Tale rimedio dovrà assomigliare in tutto e per tutto al paziente, replicandone i caratteri morfologici, fisiologici e psicologici. Con un tale rimedio, da utilizzare probabilmente ad alta diluizione, si riesce a fare una vera e propria prevenzione, anche nei confronti della predisposizione agli eritemi solari, perché solo così si pratica una terapia omeopatica costituzionale, che migliora le difese, incrementa la resistenza alle malattie o ai disturbi, migliora lo stato generale, migliora l’atteggiamento psichico dell’individuo. Si comprende bene che un “lavoro” del genere lo può svolgere solo un medico omeopata, al quale è comunque sempre opportuno rivolgersi. Com’è noto, è opportuno innanzitutto adottare alcuni accorgimenti. Per prevenire ogni eritema solare è consigliabile usare dei filtri solari biologici che utilizzano molecole organiche contenenti anelli aromatici aventi la proprietà di bloccare le radiazioni ultraviolette, sia UVA che UVB. Almeno un mese prima dell’esposizione solare è importante privilegiare un’alimentazione ricca di frutta a polpa gialla e rossa e di verdure che sono fonti di vitamina A, C, E e di antiossidanti (carote, melone, albicocca, fragole, uva, olio extravergine d’oliva, pomodori, spinaci, germe di grano, ecc.), di omega-3 e omega-6 (pesce azzurro), di selenio (cereali integrali, aglio, alghe, frutti di mare, ecc.) e di zinco (lievito di birra, verdura a foglia verde e insalata, patate, mele, pesche, banane, ecc.), nonché idratarsi bene bevendo molta acqua. Cordiali saluti.
NADIA dice
Gent. Dott.
soffro da anni di una dermatite da contatto di cui non hanno mai scoperto il contatto a cosa ???
l’omeopata mi ha prescritto apis 30ch prima 1 volta al giorno ma causandomi un importate peggioramento siamo passati ad un dosaggio di 1 volta alla settimana… ora sto’ aspettando di vedere la differenza… volevo solo sapere se posso e quale soluzione usare per il prurito.. data anche la stagione ci vorrebbe qualcosa che posso usare anche al sole.
la ringrazio anticipatamente
saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Nadia, Apis omeopatico è già un rimedio per il prurito, non appena comincerà a manifestare la propria attività terapeutica. Comunque in generale per lenire e calmare il prurito risultano molto validi diversi preparati fitoterapici per uso esterno, come, ad esempio, i bagni locali con un infuso che si ottiene miscelando Malva, Noce e Sambuco, nella proporzione di una parte di miscela e due parti di acqua bollente, lasciando ovviamente intiepidire il tutto. Lavaggi locali possono realizzarsi anche diluendo la tintura madre di Calendula o l’olio essenziale di Melaleuca (noto anche come Tea Tree Oil), nelle opportune quantità in acqua, che hanno importanti proprietà antipruriginose, lenitive, calmanti, antisettiche, antinfiammatorie, cicatrizzanti, ecc. Possono andare bene anche gli impacchi con gli infusi di Bardana o di Tarassaco o di Echinacea o di Centella asiatica o di Consolida e di Menta piperita, oppure le spugnature con la farina di Avena. Sono altresì validi, sempre per uso esterno, l’olio di Mandorle dolci o di Borragine od anche una crema idratante a base di Avena o di Calendula. Sarebbe opportuno associare anche altri tipi di intervento, quali ad esempio un’alimentazione appropriata (fibre, vitamine, sali minerali), riducendo, in particolare, il consumo di dolci e di zuccheri semplici, una corretta igiene personale, l’uso di detergenti delicati a pH fisiologico (4 o 5), l’uso di indumenti idonei a contatto con la pelle (di cotone e traspiranti), evitare di grattare la zona interessate per non aggravare ulteriormente il problema, ecc. Ovviamente tutto quanto sopra richiede l’approvazione del medico omeopata curante. Cordiali saluti.
Rosaria dice
Gent. Dottoressa,
Soffro di geloni a mani e piedi.Solo sulle mani sono gonfi e rossi,con le problematiche che ne consegue.Ho letto che Apis é un buó rimedio….sto assumendo Ferrum metallicum per una forte anemia,posso assumere Apis per farli sgonfiare? Con quale dosaggio?
In attesa di risposta Le porgo cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Rosaria, Apis è uno dei rimedi omeopatici che viene utilizzato per le mani gonfie. Ovviamente, così come richiede l’omeopatia con la “legge dei simili”, i risultati saranno tanto migliori quanto più la propria sintomatologia assomiglia a quella contenuta nel rimedio. Per quanto riguarda la diluizione e la posologia, queste, come tutte le entità terapeutiche omeopatiche, sono strettamente personali e non generalizzabili, per cui anche quelle contenute nell’articolo hanno solo carattere informativo e orientativo senza poter pensare che possano essere adatte al singolo caso ed al singolo organismo che normalmente richiedono valori personalizzati, come insegna la clinica medica omeopatica. Nelle more di rivolgersi ad un medico omeopata, al quale sarà opportuno ricorrere, è preferibile indirizzarsi verso le basse diluizioni (quelle ad es. non superiori a 7CH) che solitamente si utilizzano in ragione di alcuni granuli più volte al dì, salvo diversa prescrizione medica. Cordiali saluti.