DESCRIZIONE
L’ape (o apis) è un insetto della famiglia delle Apidi, appartenente all’ordine degli Imenotteri. Con il termine ape si indica comunemente l’ape domestica (Apis mellifica), di cui si allevano varie razze, tra le quali quella italiana (Apis mellifica ligustica), assai pregiata per docilità e laboriosità.
Le api vivono in società matriarcali e pluriennali, costituite da una sola ape regina, che ha la funzione di deporre le uova per la rigenerazione continua dell’alveare, da poche centinaia di fuchi, che sono i maschi la cui unica funzione è quella di accoppiarsi con la regina e da varie migliaia di api operaie, che sono le femmine lavoratrici indispensabili per la vita dell’alveare.
Come tutti gli insetti, l’ape ha il corpo diviso in tre parti: testa, torace e addome. Possiede tre paia di zampe attaccate al torace e due ali trasparenti per il volo veloce. Ha due occhi grandi composti da migliaia di faccette che consentono di vedere in ogni direzione. Nella parte superiore della testa sono posizionati a triangolo altri tre piccoli occhi, gli ocelli, adatti per vedere da vicino e nell’oscurità. Sulla fronte sono ubicate due antenne orientabili che funzionano da organi di senso e di tatto. La bocca è fornita di due mandibole per plasmare la cera, raccogliere la propoli e rompere le antere dei fiori contenenti il polline. In fondo alla bocca si trova la ligula, una sorta di proboscide che serve per aspirare il nettare dei fiori e l’acqua nella borsa melaria (una specie di pre-stomaco). Subito dopo la suzione, già durante il viaggio di ritorno all’alveare, grazie all’azione enzimatica della saliva, il nettare incomincia a trasformarsi in miele che viene poi immagazzinato in apposite celle all’interno dell’alveare. Le zampe posteriori sono provviste di spazzole che servono per raccogliere il polline che viene accumulato negli appositi cestelli. In fondo all’addome si trova il pungiglione collegato ad una ghiandola velenifera, che costituisce l’arma di difesa: infatti quando l’ape deve difendersi da un nemico gli inietta il veleno tramite il pungiglione, che però non è più in grado di ritrarre per cui poco dopo muore.
Il veleno dell’ape provoca un’intensa reazione infiammatoria a carico dei tessuti. Tale veleno infatti è formato da una complessa miscela di sostanze dotate di effetti tossici e di capacità allergizzanti. Sotto l’effetto della puntura d’ape si forma un gonfiore a forma di tronco di cono, simile ad una montagnetta (ponfo). Il dolore è il primo sintomo ed è immediato e pungente, poi subentra il prurito e successivamente un dolore bruciante ancora più forte con un bisogno impellente di raffreddare la parte interessata con acqua. La reazione infiammatoria può essere localizzata, oppure generalizzata o sistemica. Mentre la prima è limitata alla regione cutanea colpita, la seconda coinvolge tutto l’organismo e se interessa soggetti allergici può determinare una reazione violenta, in medicina nota con il termine di “shock anafilattico”, che può essere letale. Infatti il malcapitato subisce una vasodilatazione generalizzata ed il gonfiore della glottide (organo cartilagineo della laringe che serve ad isolare l’esofago dalla trachea) con prurito, pallore, angoscia, raffreddamento e coma fino al decesso.
Il rimedio omeopatico Apis si ottiene dalla tintura dell’ape intera e del veleno diluito in alcool.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Il rimedio ha grande affinità con la superficie del corpo. I sintomi che richiedono Apis sono quelli della puntura dell’ape, con inizio immediato, brusco e violento: il primo segno è un dolore urente, cioè un dolore bruciante e pungente come aghi roventi, segue il prurito e poi un aumento della sensazione dolorosa che porta il soggetto a gridare per la sua intensità. La parte dolente è molto sensibile al tatto (anche i peli sono dolenti al tatto), è gonfia, calda e lievemente congestionata. Si forma cioè l’edema cutaneo che non è mai rosso ma si presenta bianco, al più rosato.
I sintomi di Apis sono sempre aggravati dal caldo (come Antimonium crudum e Antimonium tartaricum) e sono, viceversa, migliorati dal freddo e da applicazioni fredde. Sono altresì aggravati dalla pressione e dal contatto dei vestiti. Hanno tendenza a cambiare sede molto rapidamente, in particolare il dolore, e vanno da dx a sx, dall’alto in basso.
Il rimedio ha una lateralità dx. Alcuni suoi antidoti sono Ipeca, Lachesis, Ledum. Alcuni suoi incompatibili sono Coffea, Rhus toxicodendron.
In Apis vi è assenza di sete, anche in caso di febbre e diminuzione delle urine, che diventano scarse. Infatti il segnale che indica che il rimedio sta agendo è proprio un aumento graduale delle urine.
Apis interessa la pelle, le mucose, le membrane sierose, nonché le membrane sinoviali.
E’ un rimedio prezioso nei casi di infiammazioni acute, quali l’erisipela, l’orticaria, l’eritema solare, il reumatismo, l’angina di gola, la nefrite, l’albuminuria, le infiammazioni dell’apparato genitale, con dolori pungenti.
Apis ha una grande astenia: il soggetto è molto stanco ed ha la sensazione di contusione in tutto il corpo, come se avesse lavorato duramente. E’ irritabile, irrequieto, non sopporta di essere lasciato solo; è ansioso, nervoso, brontola continuamente; è incontentabile; è maldestro; ha tremori; ha scarsa coordinazione motoria (come Agaricus muscarius si lascia cadere le cose dalle mani, ma a differenza di quest’ultimo è aggravato dal caldo); ha sussulti e contrazioni; è ipersensibile. Inoltre è diffidente e geloso, ha una certa predisposizione al pianto. Per questo il rimedio è particolarmente adatto ai bambini piagnucoloni, che non possono fare a meno di piangere e che lanciano grida improvvise durante il sonno.
Il rimedio è indicato anche in tutti i casi di malattia acuta e cronica che presenta uno stato idropico, cioè affetto da idropisia.
Apis è un rimedio ad azione locale ed è l’acuto di Natrum muriaticum, che viceversa è il cronico di Apis.
Il tipo Apis ha una costituzione fosforica e un temperamento nervoso. Inoltre, poiché il rimedio interessa pelle e mucose, si riscontra una diatesi psorica.
In estrema sintesi Apis è il rimedio della sindrome infiammatoria acuta che ha sintomatologia simile alla puntura d’ape.
USO DEL RIMEDIO
Apis si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio.
1) PELLE: infiammazioni acute che evolvono rapidamente con oliguria (diminuzione delle urine), assenza di sete, edema e versamento, come l’orticaria, l’erisipela (soprattutto al viso), l’eritema solare. Anche nei casi di morbillo e di rosolia.
Le eruzioni spesso cominciano a dx, se interessano il viso successivamente compaiono anche a sx. La pelle, con o senza eruzioni, è ipersensibile al minimo contatto, è rugosa e tale rugosità è ben percepibile al tatto. Può esserci febbre alta. Le labbra (in particolare il labbro superiore) e la lingua possono gonfiarsi improvvisamente e divenire calde, rosate e secche. Ciò si verifica spesso quando il soggetto allergico ha mangiato fragole, molluschi od altri alimenti. I sintomi migliorano con applicazioni fredde.
2) GOLA: stati infiammatori acuti ed angine di gola con febbre alta, faringe arrossata, palato gonfio, gola gonfia, ugola allungata e rossa. Tutta la gola è edematosa con dolori brucianti e pungenti e con difficoltà a deglutire. Laringite e infiammazione della glottide con difficoltà di deglutizione e tosse secca con senso di affaticamento, come si ha nella difterite.
I sintomi che richiedono il rimedio insorgono improvvisamente con un’intensità a dir poco eclatante. Il soggetto non sopporta alcun contatto né alla gola né al petto. I dolori sono aggravati dal caldo.
Il rimedio spesso è associato a Phytolacca, Belladonna, Mercurius, Aurum triphyllum, Phosphorus.
3) OCCHI: infiammazione accompagnata da edema, secrezione lacrimale con sensazione di punture e di bruciore ardente che migliora con lavaggi e con applicazioni fredde. Nei casi di irite, congiuntivite, oftalmia nei soggetti affetti da reumatismo. Il rimedio inoltre è indicato per prevenire le recidive degli orzaioli, nei casi di palpebre inferiori gonfie (borse agli occhi) ed in tutti i casi in cui c’è infiammazione, congestione, vasodilatazione, edema. E’ un eccellente rimedio per gli occhi. Si può associare a Euphrasia e Kali bichromicum.
4) APP. DIGERENTE: dolore e bruciore allo stomaco. Vomito e diarrea aggravati dal movimento.
5) OVAIO: annessite acuta (infiammazione che coinvolge gli annessi uterini, cioè l’ovaio e la tuba) della parte dx. Spesso anche nei casi di amenorrea, dismenorrea, quando sono presenti cisti all’ovaio dx in fase iniziale per impedire che si ingrandiscano. A volte il rimedio si adopera in associazione con Arnica.
6) TESTICOLI: infiammazione del testicolo dx.
7) APP. URINARIO: nei casi di infiammazione ove le urine sono scarse e contengono un elevato tasso di albumina (albuminuria), come nella nefrite, sia acuta che cronica, conseguente ad un’altra malattia (scarlattina, difterite, erisipela od altro). Il rimedio è indicato anche nei casi di cistite.
8) MEMBRANE SIEROSE: tutte le infiammazioni con edema.
9) MEMBRANE SINOVIALI: reumatismo delle articolazioni con edema, con sensibilità al contatto, alla pressione, al minimo movimento. La pelle delle articolazioni è tesa, rosea e calda. Edema delle mani con intorpidimento delle dita. Caviglie e piedi edematosi. Gonfiore delle ginocchia.
10) TESTA: mal di testa che peggiora con il contatto e con la pressione delle mani. Anche per alcuni casi di meningite.
11) FEBBRE: in tutti gli stati acuti in cui è presente una febbre alta ed il soggetto è agitato, ansioso e, caratteristica essenziale, non avverte sete, alternando febbre a sudorazione profusa.
DOSI
Apis, in quanto rimedio acuto, viene utilizzato alle basse diluizioni.
□ Nel caso 1), diluizione D10, 5 granuli o 10 gocce, 3 – 4 volte al dì. Associazione consigliata con Graphites, Rhus tox, Sulphur. Integrazione consigliata con pomata.
□ Nel caso 2), diluizione D8, 5 granuli o 10 gocce, 6 volte al dì.
□ Nei casi 3), 4), 5), 6), 7), 8) e 10), diluizione 5 CH, 3 granuli o 5 gocce, ogni 3 ore.
□ Nel caso 9), diluizione D6, 5 granuli o 10 gocce, 4 volte al dì. Associazione consigliata con Aesculus hippocastanum, Rhus tox. Integrazione consigliata con pomata.
□ Nel caso 11), diluizione 5CH, 3 granuli o 5 gocce, secondo necessità anche ogni ora. Associazione consigliata con Bryonia, Ferrum phosphoricum.
(*) V. Note esplicative
daniele dice
Gent. dott.ssa,
Le volevo chiedere se l’apis mellifica sotto forma di pomata può essere utile nel riassorbimento del liquido sinoviale a un ginocchio causata da un’infiammazione sinoviale di probabile origine reumatica. Attualmente sto prendendo il Rhus Toxicodrendum 3 lm 3 gocce una volta al giorno e usando una pomata a base di caendula che però non mi sembra dia beneficio.
La ringrazio per l’attenizone prestata.
Daniele
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Daniele, com’è noto, l’eccesso di liquido sinoviale nel ginocchio rappresenta un segno di sofferenza dell’articolazione che, quando non dovuta a traumi, può dipendere da una condizione patologica generale o locale. Sarebbe pertanto opportuno, se non l’avesse già fatto, sottoporsi a indagine medica per una diagnosi precisa che consentirebbe di indirizzare correttamente la terapia, tradizionale o omeopatica o fitoterapica che sia. Nel frattempo potrebbe adoperare i classici rimedi come gli impacchi di ghiaccio e il riposo. In diversi casi si dimostrano utili, previa approvazione medica, preparati fitoterapici come: Artiglio del diavolo TM (tintura madre) che ha una notevole azione antinfiammatoria e analgesica (potrebbe andare bene anche la pomata); Ribes nigrum M.G. D1 (macerato glicerico alla prima diluizione decimale hahnemanniana) che è il gemmoterapico (o gemmoderivato) antinfiammatorio per eccellenza; Olmaria TM che svolge un’azione diuretica e agisce sui versamenti articolari. Dia anche un’occhiata all’articolo “Stop reumatismi-nevralgie-ecc.” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”. Per quanto riguarda i rimedi omeopatici, come certamente saprà, Rhus toxicodendron è principalmente il rimedio dell’artrosi, i cui dolori migliorano con il movimento e peggiorano con il riposo. Bryonia invece è il rimedio sia dell’artrosi che dell’artrite, in particolare è il rimedio della sinovite, i cui dolori hanno delle modalità praticamente opposte a quelle di Rhus tox, cioè migliorano con il riposo e peggiorano con il movimento. Si ricordi, ripeto, che la parola spetta sempre al medico. Cordiali saluti.
daniela dice
Buongiorno dott.ssa,
Mi é stato consigliato apis mellifica 30ch x le punture d insetto. Non ho mai usato prodotti omeopatici, potrebbe dirmi quanti granuli dovrei prendere dopo una puntura d’insetto e quanti potrei darne alle mie due bimbe di 7 e 4 anni e ogni quanto? Ci sono controindicazioni? Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Daniela, alla sua prima domanda non si può dare risposta, perché l’omeopatia non funziona come la medicina tradizionale, dove esistono i farmaci generici che vanno bene per tutti coloro che sono affetti da una determinata patologia o disturbo, ma ogni persona richiede la sua cura omeopatica che può essere benissimo diversa da quella di un’altra persona, quand’anche entrambe affette dalla medesima patologia o disturbo. L’omeopatia si basa cioè sulla “legge dei simili”, secondo la quale solo il rimedio omeopatico che assomiglia al paziente, nella sintomatologia e nelle caratteristiche, può essere in grado di produrre gli effetti terapeutici desiderati. Nel rispetto di tale legge ogni entità terapeutica è pertanto strettamente personale (rimedio, diluizione, posologia) e solo la visita medica omeopatica è in grado di individuarle con la dovuta precisione e sicurezza. Apis, comunque, è uno dei rimedi omeopatici che viene più frequentemente utilizzato per le punture d’insetti. Per quanto riguarda le controindicazioni, generalmente i rimedi omeopatici non ne hanno perché non contengono sostanze a livello ponderale, ma solo a livello infinitesimale, e la loro azione terapeutica è rivolta unicamente a stimolare ed incanalare correttamente la capacità propria di guarigione o di regolazione dell’organismo. Questo però non significa che possono essere assunti senza cautela e senza prescrizione medica (si tratta pur sempre di farmaci), in quanto se si dovesse assumere un rimedio omeopatico sbagliato, specialmente alle alte diluizioni, si potrebbe andare incontro a inconvenienti abbastanza seri e fastidiosi. Cordiali saluti.
Lisa dice
Buon giorno, soffro da 6 anni di un’orticaria con dermografismo e angioedema, definita idiopatica…questa è comparsa dopo l’assunzione di augmentin per un problema all’orecchio… dopo varie analisi (allergie, gastroscopia, tac polmoni, analisi sangue con ves…) nulla si comprende con precisione …i sintomi sono dei ponfi pruriginosi ovviamente, ma ciò si associa ad un angioedema alle mani ogni qual volta io mi ammalo (virus intestinali, raffreddamenti invernali con febbre…)
ovviamente da allora evito tutti i farmaci FANS (noto che peggiora dopo l’assunzione)… soffro anche di dolori a polsi e caviglie da 2 anni soprattutto nei periodi di maggior freddo e umidità… la terza “problematica” è relativa ad un reflusso gastrico con una modesta presenza di linfociti nello stomaco (visto dopo gastroscopia)… e infine soffro di una leggera glossite, in seguito ad una visita da otorino ha definito la mia lingua “scrotale” e a riscontrato una rinite pallida, consigliandomi uno spray nasale leggermente cortisonico!… dopo averle spiegato tutto ciò ed in seguito alla lettura su Apis, nella quale mi sono ritrovata in molti punti, vorrei chiedere un suo parere sulla applicazione di quest’ultima o un alternativa per le mie necessità!
grazie anticipatamente. cordiali saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Lisa, il suo quadro clinico così articolato richiede indispensabilmente, a maggior ragione, l’intervento di un medico omeopata che possa individuare una terapia strettamente personale, probabilmente con più rimedi a diverse diluizioni, che possa intervenire rapidamente a livello sintomatico e nel medio-lungo periodo a livello generale e sistemico per correggere nel profondo il “terreno” legato al patrimonio genetico e comportamentale. Apis è un importante rimedio omeopatico in grado di poter risolvere diverse affezioni a carico della pelle, tutte connotate da edemi e diversi disturbi dolorosi delle articolazioni. Le modalità sono di aggravamento con il calore e con il movimento. A volte risulta utile l’associazione con Urtica urens se l’angioedema è accompagnato da orticaria e con Ledum palustre per i dolori a polsi e caviglie. Apis è anche un valido rimedio per il trattamento della glossite e della rinite allergica. Per quanto riguarda il reflusso gastroesofageo i principali rimedi omeopatici più frequentemente utilizzati sono Argentum nitricum, Arsenicum album, Calcarea carbonica, Ignatia amara, Iris versicolor, Kalium carbonicum, Nux vomica, Phosphoricum acidum, Phosphorus, Robinia pseudoacacia, Sanguinaria, Sulphuricum acidum. Per l’occasione la invito a consultare l’articolo “Disturbi gastrici” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Ovviamente il rimedio (o i rimedi) che assomiglia di più produrrà i migliori risultati. Bisognerà potersi aiutare anche adottando uno stile di vita adeguato, come ad esempio tenere un’alimentazione semplice e sana, evitare di mangiare molto la sera, consumare possibilmente piccoli pasti più volte al giorno, masticare lentamente, limitare gli alimenti che ritardano lo svuotamento dello stomaco (cibi ricchi di grassi, cioccolato, insaccati, fritture, ecc.), ridurre il consumo di alcool, caffè, tè e spezie piccanti, abolire le bevande gassate, non masticare chewingum, bere molta acqua, ridurre l’eventuale sovrappeso, evitare l’uso di cinture o abiti troppo stretti in vita che possano aumentare la pressione addominale, dormire con la testa sollevata, ecc. Cordiali saluti.
C. dice
Buongiorno Dott.ssa,
ho sentito parlare di Apis come un valido supporto per le donne in cerca di una gravidanza. Diverse conoscenti dopo averlo assunto sono rimaste subito incinte. Mi conferma che tra i benefici di questo rimedio, uno può essere l’aumento della fertilità?
Se sì, come e quando andrebbe assunto?
Grazie mille per un riscontro.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile C., in letteratura omeopatica non risulta che Apis sia un rimedio in grado di produrre direttamente un aumento della fertilità. Si potrebbe ipotizzare che lo possa essere indirettamente, per particolari circostanze, in quanto è un rimedio per le infiammazioni ed i piccoli cistoadenomi delle ovaie e per curare gli stati di ansia alternati a stati di depressione, laddove questi possano influire sulla fertilità. Cordiali saluti.
GABRIELLA dice
Gentile dottoressa, da circa 7 mesi ho un forte bruciore in bocca , accompagnato da prurito al palato ed anche dolore al palato (come se avessi degli aghi in bocca). A volte mi sento come se avessi mangiato una manciata di pepe.
Inizialmente pensavo fosse a causa di un allergia alimentare in quanto la prima volta che mi è capitato è stato dopo aver mangiato una melanzana ma poi questo problema non è più passato. Sono allergica alle graminacee e l’allergologo mi ha detto che le melanzana da cross-reattività.
Ho tolto alcuni alimenti che peggiorano molto il sintomo quali melanzana, pomodoro, limone e in generale quasi tutta la frutta, tutti gli insaccati (incluso bresaol) e formaggi stagionati e yogurt e alimenti acidi ma il problema non passa.
Ci sono dei giorni in cui il sintomo migliora (ma non scompare) e dei giorni in cui è molto doloroso. Oltre che con gli alimenti sopracitati ho notato che peggiora con il caldo secco. Ho fatto una cura per la candidosi con mycostatin + fermenti lattici seguita da 3 settimane di semi di pompelmo + fermenti lattici con aglio ma anche in questo caso c’è stato solo un leggero miglioramento. Ho anche fatto una cura con Vit. B (be total).
Dato che spesso soffro di mal di stomaco, ho fatto anche una gastroscopia ma è stato escluso che possa essere un problema di reflusso gastrico.
Leggendo Apis mi sono abbastanza ritrovata, pensa possa andare bene per il mio problema e in che dosi ? potrei abbinare qualche altro rimedio ?
La ringrazio molto per l’attenzione e saluto cordialmente.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Gabriella, i rimedi omeopatici che potrebbero essere indicati per trattare la bocca urente sono tutti quelli che contengono come sintomo predominante il bruciore, che però, similmente al suo caso, deve avere la caratteristica di peggiorare con il caldo. Apis potrebbe essere quindi adatto. Un altro rimedio omeopatico altresì indicato per i bruciori delle stesso tipo è Cantharis, che è un complementare di Apis e perciò in grado di prolungarne e rafforzarne l’azione. Può essere quindi prescritto o in successione o in alternanza. Per quanto riguarda la diluizione e la posologia, com’è noto, queste sono strettamente personali in quanto dipendenti essenzialmente dalla reattività del singolo organismo e dal livello d’intervento terapeutico che si richiede. Quando occorre agire a livello sintomatico generalmente ci si orienta per le basse diluizioni, quelle ad es. non superiori a 7CH, che solitamente vengono utilizzate in ragione di 3 granuli 3-4 volte al dì, salvo diversa prescrizione medica. Le consiglio perciò di rivolgersi ad un medico omeopata per non sbagliare e per essere certa di vedersi prescritta una terapia (rimedi, diluizioni, posologie, tempi di cura, ecc.) adatta al suo caso ed alla sua persona. Cordiali saluti.
GIORGIA dice
Buonasera cara Dottoressa, mi suggerisce gentilmente qualche rimedio per il mal di gola? Poiché la notte respiro con la bocca avendo il naso chiuso causa sinusite (sto facendo la cura) alla mattina mi alzo con mal di gola che dura per tutto il giorno, complice anche freddo e umidità.
Attendo come sempre i suoi preziosi consigli, sempre azzeccati !!
Grazie mille e buona serata
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Giorgia, non è escluso che la sinusite o la rinosinusite, comportando l’ostruzione nasale e quindi la respirazione unicamente attraverso la bocca, possa assumere un ruolo importante nell’infiammazione della gola. Relativamente all’omeopatia la invito a consultare l’articolo “Mal di gola” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, dove sono riportati i principali rimedi omeopatici a ciò adatti che hanno un’azione terapeutica elettiva nei confronti delle prime vie aeree e dove potrà agevolmente individuare il rimedio (o i rimedi) più somigliante alla sua sintomatologia. Anche la fitoterapia potrebbe fornire il suo contributo con diversi preparati, quali ad es. quelli di cui all’articolo “Mal di gola subito via” della sezione del sito “Rimedi della nonna”, che la invito altresì a consultare. Sarebbe anche importante sostenere le difese del sistema immunitario e ciò lo si può fare in modo naturale con un’alimentazione appropriata, sana ed equilibrata, che privilegi i cibi ricchi di vitamine (in particolare le vitamine A, B12, C, E), di grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6), di minerali (in particolare rame, manganese, selenio e zinco), di prebiotici e probiotici. Ovviamente a migliore garanzia sarebbe opportuno rivolgersi ad un medico omeopata. Cordiali saluti.
Daniele dice
Buongiorno dottoressa,
sono apicoltore e da qualche anno “allergico” al veleno d’api. Ho avuto reazioni importanti a livello dermatologico ma mai ho rischiato lo shock anafillattico. Ho fatto i test clinici che confermano, dunque oltre ad avere sempre con me l’adrenalina, mi è stato consigliato visto che lavoro con le api, di effettuare una terapia di desensibilizzazione, che consiste sostanzialmente in iniezioni di veleno d’api purificato da effettuare periodicamente in clinica.
Non convinto della diagnosi della medicina tradizionale, ho pensato di consultare un omeopata. Dovrei utilizzare 9 granuli di APIS MELLIFICA 200CH subito dopo una puntura ed altri 9 granuli dopo 4 ore. A questo punto chiedo, posso effettuare una terapia di desensibilizzazione utilizzando APIS anche quando non subisco punture di api?
La mia necessità è quella di poter continuare a lavorare come apicoltore senza rischi. Molti apicoltori per necessità di manualità lavorano senza guanti. E’ facile intuire che si ricevono quasi quotidianamente delle punture. Vorrei continuare a lavorare senza avere la preoccupazione di subire una reazione grave o peggio uno shock anafilattico.
grazie per l’aiuto
cordiali saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Daniele, in genere per la desensibilizzazione alle punture d’insetti viene adoperato il rimedio omeopatico Caladium seguinum, per almeno alcuni mesi di cura. Nel suo caso però, vista l’importanza della reazione allergica, potrebbe richiedersi un’azione più radicata e profonda, cioè una cura omeopatica di fondo e di terreno, che possa correggere il comportamento spropositato del sistema immunitario ed intervenire quindi sul terreno costituzionale, legato soprattutto al patrimonio genetico. L’omeopatia riesce ad ottenere degli ottimi risultati nel trattamento delle reazioni allergiche, a condizione però che si individui la terapia giusta e la strategia terapeutica più adatta al singolo caso in esame, in un percorso a volte lungo e laborioso. Un protocollo terapeutico spesso adottato si muove lungo due linee d’azione: con la prima si adottano rimedi omeopatici sintomatici, scelti sulla base della somiglianza con la reazione allergica alla puntura (quale ad es. Apis od anche Ledum palustre che è un altro rimedio molto indicato) e con la seconda si adottano rimedi omeopatici costituzionali, scelti sulla base della somiglianza psico-fisica con il paziente, per un’azione profonda, sistemica e duratura che agisca sul terreno, come sopra detto, e stimoli le difese dell’organismo indirizzandole correttamente. Tale protocollo terapeutico potrebbe prevedere anche l’impiego di rimedi immunofarmacologici, omeopatizzati di nuova generazione che stanno trovando sempre più spazio nella cura di fondo delle allergie. Potrebbe anche essere utile associare alla cura omeopatica qualche rimedio gemmoterapico specifico (o gemmoderivato, si tratta di macerati gligerici di gemme di piante con diluizione alla prima decimale hahnemanniana), che, oltre ad avere una propria attività terapeutica, espleta anche un’importante azione di “drenaggio” capace di stimolare gli organi emuntori, liberare l’organismo dalle tossine e rendere lo stesso più recettivo all’azione della cura omeopatica o di qualsiasi altra terapia. Nel caso specifico si potrebbe ricorrere a un gemmoterapico come Ribes nigrum M.G. D1, che è un ottimo cortisone-like, con attività antinfiammatorie e antistaminiche ed è un ottimo regolatore del sistema immunitario, per cui è molto indicato in caso di allergie. Se lei quindi vuole dare una risposta definitiva o comunque importante alla sua allergia al veleno d’api (che è un po’ di tutti, ma nel suo caso deve essere particolarmente virulenta), le consiglio di rivolgersi ad un medico omeopata, che, così come richiede l’omeopatia, le possa prescrivere una terapia strettamente personale ed adottare la migliore strategia terapeutica che passa attraverso la scelta dei rimedi (in particolare di quelli costituzionali), delle diluizioni, delle posologie, dei tempi di cura, dell’uso del drenaggio, dell’uso dei rimedi complementari, degli adattamenti in corso d’opera, dei cicli di cura, ecc. Cordiali saluti.
roberta dice
Cara dott.sa ho avuto una cheratite alla occhio SX ma a distanza di un anno si è nuovamente ripetuta,vorrei chiederle se apis può essermi di aiuto al problema.grazie…
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Roberta, sarebbe importante capire quale potrebbe essere stata la causa che a distanza di un anno ha prodotto una recidiva, allo scopo di trovare le possibili condizioni per allontanala completamente o per limitarla nei suoi effetti dannosi. In genere il rischio di andare incontro a recidive di cheratite riguarda più frequentemente persone che fanno uso di lenti a contatto, o che soffrono della sindrome dell’occhio secco, o che sono affetti da Herpes zoster, o che si sottopongono ad esposizione prolungata ai raggi ultravioletti senza alcuna protezione, o che sono allergici ai pollini presenti nell’aria, o che hanno un basso livello delle difese immunitarie. Quindi, se non l’avesse già fatto, le consiglio di sottoporsi a visita medica oculistica per una corretta diagnosi e per la migliore comprensione del fenomeno, finalizzati all’uso della terapia più appropriata. Senza volerla spaventare, ma solo per essere prudenti, tenga presente che la cheratite infettiva, se non adeguatamente trattata, tende a progredire arrivando a compromettere irreversibilmente la trasparenza della cornea ed a causare quindi danni permanenti alla vista. Per rispondere alla sua domanda in merito ad Apis, tale rimedio è maggiormente indicato nelle infiammazioni dove predomina l’edema è perciò non è tra i più adatti per le cheratiti. Potrebbero essere più appropriati rimedi omeopatici come ad es. Aurum metallicum, Euphrasia, Kali iodatum, Mercurius dulcis. Ma potrebbero essere validi coadiuvanti anche diversi preparati fitoterapici, quali ad es. quelli di cui all’articolo “Vediamoci chiaro” della sezione del sito “Rimedi della nonna”. Sarebbe innanzitutto importante rafforzare le difese del sistema immunitario con un’alimentazione sana ed equilibrata, che privilegi i cibi ricchi di vitamine (in primis vitamina A, ma anche B12, C, E), di grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6), di minerali (in particolare rame, manganese, selenio e zinco), di prebiotici e probiotici, ecc. Esistono anche diversi preparati erboristici in grado di rafforzare le difese immunitarie, quali ad es. quelli a base di Echinacea, gel di Aloe vera, Uncaria tormentosa, Astragalo, Ribes nigrum, Propoli, ecc. Il consiglio però, ripeto, è di affidarsi alla competenza di un medico, che potrebbe essere un medico omeopata se decidesse di seguire la strada dell’omeopatia e dei rimedi naturali. Cordiali saluti.
nadia dice
Ogni volta che vado al mare,soffro di eritema solare acuto,con presenze di piccole pustole che portano ad un prurito snervante.Mi hanno consigliato l’Apis Mellifica ogni giorno con aggiunta di una volta a settimana Sol…quali possono essere le dosi da prendere?Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Nadia, Apis è uno dei principali rimedi omeopatici per la cura delle dermatiti ed in particolare dell’eritema solare. Si adopera soprattutto quando le zone irritate e pruriginose della pelle sono rosee, sollevate e calde, si avverte una sensazione di aghi arroventati e c’è desiderio di metterci sopra del ghiaccio o qualcosa di molto freddo. Si adopera invece Belladonna se le chiazze sono più rosse e la pelle è più rilevata ed inoltre coesiste una ipersensibilità a tutti gli stimoli esterni. Si adopera infine Rhus toxicodendron se la pelle è dolente ed arrossata, con piccole vescichette pruriginose che lasciano fuoriuscire un liquido chiaro. Il trattamento di riferimento che viene generalmente utilizzato è quello che fa ricorso alle basse diluizioni, ad es. una 5CH, in ragione di 3 granuli 3-6 volte al dì fino alla guarigione, salvo diversa prescrizione medica. Anche la fitoterapia potrebbe contribuire con diversi preparati come, ad esempio, gli impacchi con gli infusi di Bardana o di Tarassaco o di Echinacea o di Centella asiatica o di Consolida, oppure le spugnature con la farina di Avena o una crema idratante a base della stessa Avena o di Calendula o di Aloe vera, oppure l’olio di Iperico o di Mandorle dolci o di Borragine ed altro ancora. Cordiali saluti.
Anna dice
Si può usare apis nei soggetti con depressione ipocondriaca?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Anna, più che altro Apis è il rimedio omeopatico del depresso che pensa di stare per morire, invece i rimedi più tipici del depresso con ipocondria, ossia con la preoccupazione eccessiva e infondata per la propria salute, con la paura di avere una malattia grave, mal interpretando i sintomi veri o psicosomatici, sono altri, quali, ad esempio, Argentum nitricum, Arsenicum album, Aurum metallicum, Calcarea carbonica, Thuya, ecc. Sarebbe però meglio affidarsi alla competenza di un medico omeopata per l’individuazione del rimedio giusto più assomigliante al paziente. Cordiali saluti.