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Rimedi Omeopatici

Omeopatia - Rimedi della Nonna - Cure Omeopatiche

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Per riposare meglio

Riposare bene, con un sonno che sia soddisfacente per quantità e qualità, è una condizione fondamentale ed indispensabile della nostra esistenza. Durante le ore di sonno l’organismo si rigenera e trova le energie per affrontare il nuovo giorno, mentre il cervello classifica e memorizza le informazioni ricevute durante la giornata. Per una vita attiva Per riposare meglio - image Per-riposare-meglio_101 on https://rimediomeopatici.come serena, dunque, bisogna essere pienamente riposati e ciò lo si percepisce se al risveglio si prova un senso di benessere e di soddisfazione. Al contrario se si riposa male i sintomi diurni sono stanchezza, sonnolenza e mancanza di concentrazione. E’ noto che la quantità di sonno dipende oltre che dall’età (in genere è inversamente proporzionale all’età) e dal sesso (le donne dormono meno degli uomini), da fattori strettamente personali, per cui le ore di sonno da considerarsi sufficienti non sono le stesse da individuo a individuo ma possono variare sensibilmente. Anche la qualità del sonno svolge un ruolo fondamentale, su cui incide in maniera determinate il numero di risvegli notturni che rende il riposo insufficiente anche se si è dormito un numero di ore ritenuto normale.

L’insonnia purtroppo è un problema che affligge molte persone (si calcola che in Italia ne soffre circa il 20% della popolazione), le cui cause possono essere le più svariate e nei soggetti sani sono ascrivibili ad uno stile di vita errato oppure a situazioni di nevrosi e di stress, che è opportuno cercare di rimuovere.

I rimedi che la nonna qui consiglia danno un valido contributo per conciliare il sonno e riposare meglio.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”. 

Per riposare meglio - image ARANCIA9 on https://rimediomeopatici.com

 

□ Arancio: preparare un infuso con 2 g di foglie d’arancio per 150 ml di acqua bollente. Si possono aggiungere anche fiori di tiglio o di camomilla. Bere l’infuso caldo la sera, prima di andare a letto. Quest’infuso è utile anche nei casi di crisi nervose. Ottimo altresì per aiutare la digestione lenta e difficile.

 

Per riposare meglio - image Camomilla4 on https://rimediomeopatici.comPer riposare meglio - image BASILICO2 on https://rimediomeopatici.com

 

□ Basilico e Camomilla: mettere a macerare per 5 giorni, 50 g di fiori e foglie di basilico e 50 g di fiori di camomilla, in 1 litro di vino liquoroso, filtrare spremendo il residuo e berne 1 – 2 bicchierini al dì per 20 giorni. Combatte l’insonnia e gli stati di agitazione.

 

 

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□ Biancospino: per le persone un po’ ansiose che la sera non riescono a prendere sonno perché avvertono le palpitazioni cardiache, si rivela efficace l’infuso così preparato: versare un cucchiaio raso di fiori essiccati di biancospino in una tazza di acqua bollente; lasciare in infusione 15 min; filtrare, spremendo bene il residuo; dolcificare a piacere con miele. Bere 3 tazze al giorno, di cui l’ultima la sera prima di andare a letto.

 

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□ Lattuga: cuocere un ceppo o piede di lattuga in 1 litro d’acqua e bere il decotto ancora caldo prima di coricarsi.

 

  

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□ Lavanda: è una pianta che ha spiccate proprietà rilassanti. Si possono usare i suoi fiori, freschi o anche secchi, per profumare e disinfettare l’ambiente in cui si riposa o l’acqua per bagni caldi. Vanno bene anche l’olio essenziale o l’acqua di colonia.

 

 

 

Per riposare meglio - image Lichene-dIslanda3 on https://rimediomeopatici.com

 

□ Lichene d’Islanda: il decotto con la parte aerea della pianta (10 – 20 g in 1 litro d’acqua, far bollire 1 h, fare intiepidire 10 min, filtrare e aggiungere zucchero o meglio miele a piacere), assunto alla dose di 3 – 5 cucchiai al dì prima dei pasti, è utile per la dispepsia e per i disturbi intestinali di origine nervosa, compresa la diarrea. Funziona anche come blando sedativo e quindi, assunto il pomeriggio-sera, può essere utilizzato nelle forme leggere d’insonnia. Inoltre risulta utile anche nelle manifestazioni spasmodiche delle vie respiratorie, come tosse stizzosa e asma.

 

Per riposare meglio - image MELISSA2 on https://rimediomeopatici.com

 

□ Melissa: prepararne un decotto con 20 g di fiori e foglie in 1 litro d’acqua, dolcificato con miele; berne mezza tazza prima dei pasti principali.

 

 

  

Per riposare meglio - image Passiflora1 on https://rimediomeopatici.com

 

□ Passiflora: l’infuso, lo sciroppo o l’estratto alcolico delle parti aeree di tale pianta hanno proprietà sedative del sistema nervoso, tranquillanti, antispasmodiche, ansiolitiche, curative dell’insonnia e dell’isterismo.

 

  

 

Per riposare meglio - image SALICE_BIANCO8 on https://rimediomeopatici.com

 

□ Salice bianco: le foglie o i fiori (amenti) del salice bianco svolgono un’azione antispasmodica e calmante generale. Si prepara l’infuso versando in una tazza d’acqua bollente un cucchiaio di amenti essiccati, si lascia in infusione 10 min prima di filtrare. Si beve la sera prima di coricarsi come calmante del sistema nervoso e contro l’insonnia. Utile anche per combattere i disturbi legati al ciclo mestruale.

 

 

Per riposare meglio - image Solidago3 on https://rimediomeopatici.com

 

□ Solidago (o Verga d’oro): prepararne il decotto con 10 g di sommità fiorite e foglie in 250 ml d’acqua e berne ½ tazza prima di andare a dormire. Per un effetto migliore aggiungere al decotto 2 g di bacche di ginepro.

 

 

  

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□ Tiglio: l’infuso di tiglio (5 – 10 g di fiori in 200 ml d’acqua bollente), al quale si può aggiungere succo di limone e alcune foglie di arancio per migliorarne l’aroma e aumentarne l’efficacia, è un ottimo calmante e un blando sudorifero in caso di febbre. Da bere più volte al dì. Nei casi di eccessivo nervosismo si può preparare un bagno calmante aggiungendo una discreta quantità di infuso di foglie e fiori di tale pianta.

 

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□ Valeriana: prepararne un infuso con 3 g di radici in 200 ml di acqua bollente, da assumere più volte al giorno ma preferibilmente la sera per prendere sonno. Per rendere più gradevole il sapore si può aggiungere menta o anice. Non superare le 3 – 4 settimane di somministrazione. Ideale è l’alternanza con la melissa.

  

Per riposare meglio - image Veronica3 on https://rimediomeopatici.com

 

□ Veronica: bere ogni sera una tazzina di infuso di veronica preparato con 5 g di fiori e foglie in 200 ml d’acqua.

 

  

 

□ Per rinforzare il sistema nervoso, è ottimo l’infuso preparato con valeriana, menta piperita, foglie di arancio, in parti uguali finemente sminuzzate, cui si aggiungono alcuni fiori di tiglio e camomilla; lasciare in infusione nell’acqua bollente al buio per circa 8 ore; assumere una tazza la mattina e la sera.

□ Per allontanare il mal di testa dovuto a cattiva digestione, che specie di sera rende problematico il sonno, si rivela utile un infuso con il mix delle seguenti piante: 4 g di fiori di tiglio, 4 g di fiori di camomilla, 4 g di foglie di melissa, 4 g di foglie di arancio, in 1 litro di acqua bollente; lasciare in infusione 15 min; filtrare, spremendo il residuo; dolcificare a piacere.

□ Camomilla (fiori), Ginepro (bacche), Iperico (fiori e foglie),  Achillea (tutta la pianta), Origano (foglie), Pratolina o Margheritina (fiori e foglie), Rosmarino (foglie), Timo (fiori e foglie), Vischio (rami e foglie): gli infusi e i decotti di tali piante, dolcificati a piacere con zucchero o miele, sono tutti rilassanti.

Per riposare meglio - image logo-rimedi-omeopatici-mini56 on https://rimediomeopatici.com

Addio mal di testa

Mal di testa
Mal di testa

Il dolore è un’esperienza sensazionale ed emozionale sgradevole associata a un danno dell’organismo in atto o potenziale. Il dolore indica che qualcosa sta funzionando male ed è quindi un segnale per il cervello affinché questo possa dare luogo ai comportamenti adeguati per cercare di neutralizzarlo, tentando di ripristinare l’integrità fisica, oppure diventa il sintomo da interpretare correttamente per giungere ad una diagnosi e stabilire la terapia. Però se persiste procura sofferenza e diventa esso stesso causa di problemi organici e psichici.

Il mal di testa, che è un sintomo e non una malattia, è un disturbo comune, relativamente frequente, di varia origine. Ad esempio può essere di origine vascolare, causato da tensione muscolare, dovuto a situazioni di stress, od altro.

Se il dolore è totale si parlerà di cefalea. Se invece il dolore è localizzato in metà testa, colpendo generalmente il lobo frontale, temporale o orbitale del cranio, si parlerà di emicrania. L’emicrania è la manifestazione dolorosa più frequente.

I rimedi della nonna qui riportati consentono di combattere in modo del tutto naturale il dolore di testa.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

 

Per riposare meglio - image ALCHEMILLA7 on https://rimediomeopatici.com□ Alchemilla (o Erba stella o Erba ventaglia): la pianta possiede molteplici virtù, ha proprietà astringente, antisettica, antinfiammatoria, antispasmodica, antiemorragica, cicatrizzante, diuretica e depurativa. Si utilizzano le foglie o le parti aeree. L’infuso si prepara con 2 – 4 g di foglie essiccate in una tazza d’acqua bollente). Se ne bevono fino a 3 tazze al dì lontano dai pasti, è indicato nei casi di dismenorrea, ipermenorrea, emicrania, dolori reumatici, febbre, forme lievi di diarrea e di coliti con tendenza diarroica, Il decotto (1 g di parti aree essiccate in una tazza d’acqua) può essere utilizzato per fare sciacqui o gargarismi nei casi di infiammazioni del cavo orale (gengiviti, tonsilliti, faringite, raucedine) oppure per fare impacchi allo scopo di frenare emorragie, detergere ferite, donare elasticità alla pelle e combattere le smagliature. La pomata di alchemilla, per uso esterno, può servire per calmare le irritazioni degli organi genitali femminili.

Camomilla□ Camomilla (o Matricaria Chamomilla): sono ben note le proprietà calmanti e rilassanti dei fiori di camomilla. Se ne assume l’infuso, 3 volte al giorno, in una tazza d’acqua bollente.

 

 

 

 

Cardo-santo□ Cardo santo: contro l’emicrania  si dimostra utile l’infuso fatto con 5 g di fiori e foglie in 200 ml d’acqua bollente. E’ consigliabile non superare l’assunzione di 3 – 4 tazze al dì, in quanto il principio amaro contenuto (cnicina) ad alte dosi può causare conati di vomito. La pianta del cardo santo fu portata dall’India verso la metà del 1400 e donata a Federico III, imperatore del Sacro Romano Impero. L’imperatore la utilizzò per liberarsi da una continua emicrania di cui soffriva e per questo la pianta fu chiamata “santa” o “benedetta”.

Per riposare meglio - image TARASSACO8 on https://rimediomeopatici.com

□ Carota, Spinaci e Tarassaco: per prevenire e combattere il mal di testa è utile bere prima dei pasti una miscela di succo di carota (60%), di spinaci (20%) e di tarassaco (20%).

Per riposare meglio - image LAVANDA5 on https://rimediomeopatici.com□ Lavanda: i fiori di lavanda sono sedativi e antispasmodici per cui per calmare il mal di testa se ne può assumere l’infuso (6 – 8 g di fiori secchi in una tazza d’acqua bollente).

□ Limone o Cipolla: applicare la scorza più superficiale del limone, tagliata in dischi, sulle guance, sulle tempie e dietro le orecchie. Va bene anche applicare sulla fronte e sulle tempie alcune fette di cipolla. Si hanno sempre buoni risultati.

Per riposare meglio - image MAGGIORANA2 on https://rimediomeopatici.com□ Maggiorana (o Origanum majorana): la pianta ha proprietà antispasmodiche, antisettiche, sedative, digestive ed espettoranti. Nei casi di mal di testa, nevralgie, dolori addominali, raffreddore, tosse e per aiutare la digestione si può assumere l’infuso di foglie fresche (8 – 10 g in una tazza d’acqua bollente).

Per riposare meglio - image MELISSA1 on https://rimediomeopatici.com□ Melissa: l’infuso di fiori e foglie di tale pianta (un cucchiaino di foglie e fiori secchi in una tazza d’acqua bollente), che ha un gradevole aroma di limone, ha proprietà sedative e carminative ed è pertanto consigliato nei casi di mal di testa, insonnia, crampi mestruali, ma anche per migliorare la traspirazione ed abbassare la febbre.

Per riposare meglio - image MENTA_PIPERITA3 on https://rimediomeopatici.com□ Menta piperita: le foglie di menta piperita applicate sulla fronte e sulle tempie sono un efficace sollievo contro il mal di testa. Risulta altresì utile massaggiare in senso rotatorio le tempie con olio alla menta. L’olio si può preparare in casa mettendo le foglie di menta fresca in olio extravergine di oliva, nella quantità di 2-3 foglie per ogni cucchiaio d’olio, e scaldando il tutto a bagnomaria per circa mezz’ora.

Per riposare meglio - image Passiflora on https://rimediomeopatici.com□ Passiflora: la pianta è nota come sedativo naturale e per questo è particolarmente utile per combattere ogni tipo di emicrania, specie quella da stress. Si assume l’infuso (un cucchiaino di fiori in una tazza d’acqua bollente), secondo necessità.

Per riposare meglio - image PREZZEMOLO2 on https://rimediomeopatici.com□ Prezzemolo: per combattere il mal di testa si possono bere al mattino, a digiuno, due cucchiaini di succo di prezzemolo, oppure si possono applicare sulla fronte le foglie fresche pestate.

Per riposare meglio - image ROSMARINO7 on https://rimediomeopatici.com□ Rosmarino: la pianta possiede svariate proprietà, infatti è  antisettica, balsamica, diuretica, stimolante, aperitiva, digestiva. Contro il mal di testa, soprattutto se conseguente ad un’abbuffata, risulta efficace l’infuso di foglie e fiori di rosmarino (un cucchiaino in una tazza di acqua bollente), da assumere ben caldo e concedendosi una mezz’oretta di riposo.

Per riposare meglio - image RUTA_GRAVEOLENS1 on https://rimediomeopatici.com□ Ruta (o Ruta graveolens): massaggiare in senso rotatorio con olio di ruta la parte dolente della testa. La preparazione casalinga dell’olio è simile a quella riportata per la menta piperita.

Per riposare meglio - image SALICE_BIANCO6 on https://rimediomeopatici.com□ Salice bianco: è un ottimo sostituto naturale dell’aspirina per il contenuto di acido acetil-salicilico, che non ha effetti collaterali. Il salice è una pianta con proprietà antinfiammatorie, antipiretiche, analgesiche, antispasmodiche, antireumatiche. Per alleviare il mal di testa si beve l’infuso di amenti (le infiorescenze) essiccati.

Per riposare meglio - image Tiglio_23 on https://rimediomeopatici.com□ Tiglio: specifico per l’emicrania è l’infuso di fiori di tiglio (5 – 10 g in una tazza d’acqua bollente).

Per riposare meglio - image TIMO4 on https://rimediomeopatici.com□ Timo: applicando sulla fronte alcune foglie fresche di timo si elimina il mal di testa.

Per riposare meglio - image Uva4 on https://rimediomeopatici.com□ Uva: mangiare un grappolo di uva matura o bere il succo d’uva, apporta sollievo al mal di testa o all’emicrania.

Per riposare meglio - image Verbena7 on https://rimediomeopatici.com□ Verbena: l’infuso con le foglie (5 g in una tazza d’acqua bollente) da bere secondo necessità è un valido rimedio per ogni tipo di dolore (mal di testa, nevralgia del trigemino, lombaggini, ecc.). Vanno bene anche gli impacchi dell’infuso sulle parti dolenti.

□ Per il mal di testa dovuto a cattiva digestione si rivela utile un infuso con il mix delle seguenti piante: 4 g di fiori di tiglio, 4 g di fiori di camomilla, 4 g di foglie di melissa, 4 g di foglie di arancio, in 1 litro di acqua bollente; lasciare in infusione 15 min; filtrare, spremendo il residuo; dolcificare a piacere. Vanno bene anche gli infusi a base di anice, menta e verbena, chestimolando la secrezione dei succhi gastrici, facilitano la digestione.

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Per scottature-punture d’insetti

Per riposare meglio - image Scottature_10 on https://rimediomeopatici.comLa scottatura è un arrossamento della pelle (eritema) che si verifica dopo un’eccessiva esposizione al calore. Può essere prodotta dal calore irradiato (si pensi ad es. alle scottature solari), oppure dal contatto diretto di parti del corpo con la fonte di calore. A differenza dell’ustione, la scottatura non si manifesta immediatamente ma solo dopo alcune ore quando la pelle incomincia a diventare dolorosa e rossa. Nei casi più gravi possono comparire delle vesciche e si può presentare la febbre a causa del rilascio di alcune tossine. Dopo qualche giorno inizia la desquamazione della pelle.

L’ustione è una lesione dei tessuti causata dall’esposizione degli stessi a fonti termiche, a sostanze caustiche o a sorgenti elettriche. La gravità delle ustioni è determinata dalla profondità  del tessuto e dall’estensione della superficie corporea colpita. In base alla profondità si suddividono in: ustioni di primo grado, che interessano solo l’epidermide (lo strato più esterno della pelle) e che comportano la formazione di un eritema; ustioni di secondo grado, che interessano sia l’epidermide che il derma (strato intermedio della pelle) e che si manifestano con le caratteristiche bolle piene di essudato (dette flittene); ustioni di terzo grado, che interessano l’epidermide, il derma e l’ipoderma (strato più profondo della pelle) ed a volte il tessuto muscolare, i tendini, le ossa e che presentano la necrosi o la carbonizzazione dei tessuti. I sintomi generali sono dolore, bruciore (non presenti nel 3° grado per la distruzione dei recettori nervosi), febbre, infezioni e nei casi più importanti possono aversi complicazioni gastrointestinali, respiratorie e renali. In genere se la superficie corporea ustionata è superiore al 20% si parla di ustioni gravi, se superiore al 40% si parla di ustioni gravissime che possono condurre anche alla morte.

Per riposare meglio - image Ape-italiana_8 on https://rimediomeopatici.comLe punture d’insetti, tra cui le più comuni sono quelle di api, vespe e zanzare, possono provocare sintomi dovuti al veleno che viene iniettato. Tali sintomi sono solitamente locali e si manifestano con dolore, prurito, arrossamento, gonfiore della zona colpita. I sintomi però possono diventare più generali nelle persone allergiche al veleno, arrivando fino allo shock anafilattico che comporta reazioni molto fastidiose e pericolose, quali difficoltà respiratorie, abbassamento della pressione arteriosa, vomito, nausea, prurito e orticaria. In caso di punture di api o vespe, la prima cosa da fare è estrarre il pungiglione e disinfettare con delicatezza la zona colpita, cercando di evitare il più possibile la diffusione del veleno. In caso di punture di zanzare, che si verificano prevalentemente nel periodo estivo, qualora l’introduzione della saliva irritante di questi insetti dovesse provocare la formazione di bolle ripiene di liquido, occorre fare attenzione che dopo la rottura le stesse non si infettino.  

I rimedi che la nonna qui propone risultano efficacissimi per curare scottature, ustioni lievi, punture d’insetti ed altro, donando sollievo immediato e guarigione rapida.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

 

□ Aceto e Limone: un batuffolo di cotone imbevuto in aceto, su cui si appone una fettina di limone, applicato sulle punture di api o vespe, dopo aver rimosso il pungiglione, neutralizza il veleno ed allevia il dolore e il rossore.

 

□ Aglio: in caso di punture di api e vespe strofinare in loco uno spicchio d’aglio. Sostituisce l’ammoniaca.

 

Per riposare meglio - image ALOE2 on https://rimediomeopatici.com

 

□ Aloe: prendere una foglia di aloe (buone tutte le varietà), liberarla della parte esterna e strofinare la polpa sulla pelle ustionata. Questo procedimento deve essere effettuato in un luogo dove c’è poca luce, per evitare di ridurne i benefici.

 

 

Per riposare meglio - image AMAMELIDE2 on https://rimediomeopatici.com

 

□ Amamelide (o Hamamelis virginiana): ha proprietà antinfiammatorie, antisettiche, astringenti, antiemorragiche, antispasmodiche, cicatrizzanti, vasocostrittrici, lenitive ed è indicata nel trattamento delle infiammazioni e irritazioni locali delle mucose e della cute, quali punture d’insetti, piccole ustioni ed altre irritazioni. Se ne prepara l’infuso di foglie (2 – 3 g in 150 ml d’acqua bollente), con cui effettuare impacchi tiepidi sulla parte lesa.

 

 

□ Amido di riso: le scottature sono efficacemente alleviate con impacchi freddi di amido di riso misto ad acqua, oppure si può applicare direttamente sulla pelle ustionata l’impasto di amido di riso e di acqua. In caso di scottature solari è utile fare un bagno tiepido sciogliendo nell’acqua un bicchiere di amido di riso.

 

□ Banana: la polpa di banana applicata sulle punture di api o vespe riduce l’infiammazione, alleviando prurito e dolore.

 

□ Bicarbonato di sodio: l’impasto di bicarbonato di sodio e acqua, applicato sulle punture di zanzare, allevia l’irritazione ed il prurito.

 

Per riposare meglio - image BORRAGINE6 on https://rimediomeopatici.com□ Borragine (o Consolida): la polpa di radice e foglie fresche, ridotte in poltiglia, oppure le lavande o gli impacchi di queste, entrambi preparati con l’infuso (30 – 100 g di radice e foglie, anche secche, in 1 litro d’acqua bollente), si applica più volte al dì su ferite, lesioni, graffi, piaghe, ustioni, scottature, gonfiori gottosi. E’ ancora più efficace se, oltre alle applicazioni esterne, si assume l’infuso alla dose di 1 cucchiaio 3 volte al dì. Il decotto non si usa perché con l’ebollizione il tannino (polifenolo presente in molte piante vascolari) con la mucillagine (sostanza che aiuta la pianta a trattenere l’acqua) formano un precipitato inutile.

 

□ Cipolla: succo di cipolla o anche fette di cipolla schiacciate, unite a un po’ di sale, applicate sulle scottature recenti, ne calmano il bruciore ed impediscono la formazione di vesciche.

 

□ Cipolla o Prezzemolo: per lenire il dolore ed evitare il gonfiore dovuti alle punture di api o di vespe, basta strofinare leggermente la parte offesa con del succo di cipolla oppure con del prezzemolo tritato.

 

Per riposare meglio - image ECHINACEA5 on https://rimediomeopatici.com□ Echinacea: la radice di questa pianta ha una marcata attività immunostimolante (favorisce i meccanismi di difesa mediante una maggiore produzione di anticorpi), antinfiammatoria e cicatrizzante (combatte le infezioni e rigenera le cellule per la guarigione delle ferite), antitossica (aiuta le funzionalità di fegato e reni per l’eliminazione delle tossine), antibiotica e antivirale (combatte la proliferazione dei batteri e dei virus), per cui i suoi preparati sono particolarmente indicati nella cura di raffreddori, bronchiti, influenza, febbre, infezione delle vie aeree, dermatiti, herpes, infezioni del tratto urinario. In commercio sono reperibili diverse prodotti di tale pianta (radice), quali: estratto secco, tintura, capsule, pomata, crema, triturato di radice secca, ecc. La nonna preparava il decotto (30 – 50 g di radice secca triturata in 1 litro d’acqua), da assumere alla dose di 2 – 3 tazze al dì. Le applicazioni di pomata o di crema sono utilissime per il trattamento delle affezioni cutanee di tipo infiammatorio con rischio di infezioni, come ulcere, ferite, ustioni, dermatiti, herpes, punture di insetti (aiutano a neutralizzare il veleno e ne evitano la diffusione) ed hanno un’efficace azione cosmetica sulla pelle in quanto sono depurative, rassodanti, antirughe, antismagliature. Sempre per uso esterno, vanno bene anche gli impacchi e le lozioni che utilizzano il decotto preparato per uso interno.

 

□ Ghiaccio: in caso di punture di api o vespe, l’applicazione del ghiaccio, dopo aver rimosso il pungiglione e disinfettato la puntura, evita la diffusione del veleno.

 

Per riposare meglio - image IPERICO7 on https://rimediomeopatici.com□ Iperico (o Hypericum perforatum o Erba di San Giovanni): l’olio con tale pianta è utile nel trattamento di ulcere, piaghe, ferite, punture di insetti, scalfiture della pelle, ustioni, bruciature. La nonna lo preparava così. Mettere 2 pugni di sommità fiorite, insieme ai semi della pianta, in un recipiente di vetro trasparente con coperchio e versare olio di oliva fino a coprire. Esporre al sole per 3 settimane. Filtrare avendo cura di spremere bene la parte solida. Versare in altro contenitore di vetro però scuro, tappare e conservare in luogo fresco e buio. Le applicazioni con tale olio leniscono il dolore, moderano l’infiammazione, proteggono i tessuti lesi, evitano la suppurazione e favoriscono la rimarginazione.

 

Per riposare meglio - image ISSOPO3 on https://rimediomeopatici.com

 

□ Issopo: per facilitare l’assorbimento di lividi, sono utili gli impacchi fatti con l’infuso di foglie e fiori (2 g in 100 ml d’acqua bollente).

 

 

 

 

 

Per riposare meglio - image LAVANDA4 on https://rimediomeopatici.com

 

□ Lavanda: una piccola dose di olio essenziale di lavanda, applicata su punture d’insetti, allevia il prurito e calma il dolore.

 

 

 

 

 

□ Limone: una fettina di limone, sfregata delicatamente sulle punture di zanzare, combatte rapidamente l’irritazione ed il prurito.

 

Per riposare meglio - image MALVA4 on https://rimediomeopatici.com

 

□ Malva: in alternativa si possono utilizzare le foglie di malva o di malvarosa.

 

 

 

 

 

□ Olio di oliva: se si sbatte dell’olio di oliva con del vino bianco, si ottiene un eccellente balsamo utile per le scottature e per le bruciature, noto con il nome di “Balsamo del Vangelo” o “Balsamo del Samaritano”. La stessa proprietà la si ottiene sbattendo un albume d’uovo con due cucchiai di olio di oliva. Tali preparati vanno messi il prima possibile su scottature e bruciature.

 

□ Patata: l’applicazione di una fetta di patata cruda direttamente sulla scottatura, da tenere in loco per almeno un quarto d’ora, apporta notevole beneficio ed evita la formazione di vesciche. Va bene anche la patata cruda grattugiata, specie se la zona ustionata interessa il viso. E’ altresì efficace un decotto ristretto di patate anche con le proprie bucce da utilizzare, una volta raffreddato, per fare degli impacchi.

 

Per riposare meglio - image Piantaggine8 on https://rimediomeopatici.com

 

□ Piantaggine: sia la varietà major che quella lanceolata sono efficaci per la cura delle ferite, per le proprietà antinfiammatorie, astringenti, cicatrizzanti, batteriostatiche. La nonna racconta che i contadini quando nel loro lavoro si ferivano, mettevano subito sulla ferita un po’ del suo succo, oppure una fascia pulita imbevuta con esso, ottenendo una guarigione rapida senza suppurazione. Tale pratica veniva utilizzata anche per guarire dai morsi di cani, di serpenti (non velenosi), di insetti.

 

 

□ Sale da cucina: se si sfrega delicatamente con un po’ di sale la zona della puntura di zanzara, dopo averla bagnata con acqua, il prurito diminuisce in breve tempo.

 

Per riposare meglio - image VERBASCO2 on https://rimediomeopatici.com

 

□ Verbasco: gli impacchi con il decotto delle foglie bollite in acqua o latte, applicati sulla parte di pelle interessata, sono utilissimi nei casi di scottature, foruncoli, ulcere, flebiti (queste ultime, com’è noto, sono infiammazioni che colpiscono soprattutto le vene superficiali, in particolare quelle delle gambe), ecc.

 

Per riposare meglio - image logo-rimedi-omeopatici-mini41 on https://rimediomeopatici.com

Sollievo per lombalgie e coliche

Per riposare meglio - image Mal-di-schiena_21 on https://rimediomeopatici.comLa lombalgia, comunemente chiamata mal di schiena, è il dolore che colpisce la regione lombare e sacrale. Nel caso in cui il dolore si irradia anche alla gamba si parla di lombosciatalgia. Le cause possono essere le più diverse, quali ad es. uno sforzo eccessivo, una caduta, un trauma contusivo-distorsivo, patologie croniche e degenerative quali l’artrosi della colonna vertebrale, ecc. L’organismo risponde al dolore con la contrattura della muscolatura lombare che comporta un aumento ulteriore della sensazione dolorosa ed un aggravio della mobilità del tronco. La lombalgia acuta è caratterizzata da una lesione in sede (muscolare, legamentosa, articolare, ossea, ecc.) accompagnata da fenomeni infiammatori. La lombalgia può diventare cronica quando anche senza alcuna lesione il dolore si protrae a causa essenzialmente di uno stile di vita errato (scarsa attività fisica, sovrappeso, posture scorrette, movimenti scorretti, stress, ansia, ecc.).

La lombaggine è una lombalgia acuta di origine muscolare, comunemente denominata colpo della strega, consistente in una contrattura dei muscoli paravertebrali con blocco dei movimenti. I sintomi principali sono dolore e rigidità muscolare.

Nella pratica lombaggine e lombalgia assumono lo stesso significato.

Con il termine generico di colica si suole indicare ogni manifestazione dolorosa, di una certa entità e durata, dovuta a contrazioni spastiche di organi addominali muniti di muscolatura involontaria. Si ha quindi la colica renale, la colica epatica o biliare, la colica appendicolare, ecc. Può dipendere da fenomeni infiammatori, irritativi o nervosi. 

I rimedi della nonna qui riportati consentono di dare un efficace sollievo ai dolori, in modo particolare nei casi di lombalgie e di coliche renali.

Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.

 

Per riposare meglio - image ALLORO5 on https://rimediomeopatici.comPer riposare meglio - image EUCALIPTO2 on https://rimediomeopatici.comPer riposare meglio - image TIMO3 on https://rimediomeopatici.com□ Alloro, Eucalipto e Timo: in un recipiente ben chiuso mettere a macerare per 24 ore 30 g di frutti di alloro, 30 g di timo e 10 g di eucalipto con 100 ml di alcool,  aggiungere 300 ml di olio, scaldare per alcune ore a bagnomaria onde far evaporare l’alcool, quindi filtrare spremendo bene il residuo e conservare. Usare per effettuare frizioni locali, meglio se calde, in caso di dolore lombare.

 

Per riposare meglio - image AVENA1 on https://rimediomeopatici.com

 

□ Avena: procurarsi dei semi di avena. Tritarli grossolanamente e cuocerli in acqua un po’ acidulata (aggiungendo dell’aceto). Preparare quindi con questo composto un impiastro o cataplasma, da applicare sulla parte dolente.

 

 

Per riposare meglio - image BORRAGINE4 on https://rimediomeopatici.com

 

□ Borragine (o Consolida): in caso di dolori al ventre per problemi intestinali dovuti essenzialmente alla presenza di muco, è utile l’infuso di radici e foglie (50 g per 1 litro d’acqua bollente) di cui se ne assume 1 cucchiaino da caffè ogni mezz’ora. Calma il dolore.

 

 

Per riposare meglio - image GRANO4 on https://rimediomeopatici.com

 

□ Crusca: la crusca di frumento, dopo cotta ed ancora calda, messa in sacchetti di tela e posta sul petto o sul ventre, è utilissima in caso di tosse, reumatismi, coliche.

 

 

 

Per riposare meglio - image Camomilla on https://rimediomeopatici.com

 

□ Camomilla, Lavanda e Rosmarino: per i dolori in genere ed in particolare per lombalgie e coliche, sono utilissimi gli impacchi caldi fatti sciogliendo in circa mezzo litro d’acqua alcune gocce di olio essenziale di camomilla, lavanda e rosmarino.

 

 

Per riposare meglio - image FICHI4 on https://rimediomeopatici.com

Per riposare meglio - image OLMO2 on https://rimediomeopatici.com

 

□ Fico e Olmo: si prepara un impacco caldo con 2 grammi di foglie secche di fico selvatico e poco più di 1 grammo di foglie secche di olmo, entrambe ridotte in polvere e mischiate con un po’ di acqua bollente. Il dolore svanisce subito.

 

 

Per riposare meglio - image Ribes-nero1 on https://rimediomeopatici.com□ Ribes nero: per le infiammazioni dolorose, come mal di schiena e coliche, si rivela particolarmente efficace il macerato glicerinato (soluzione ottenuta per macerazione delle parti di pianta fresche in acqua – alcool etilico – glicerina) delle foglie di ribes nero, da assumere alla dose di 50 gocce al giorno. Il ribes nero è un potente antinfiammatorio.

 

Per riposare meglio - image SALICE_BIANCO5 on https://rimediomeopatici.com

 

□ Salice bianco: in caso di lombalgia acuta con infiammazione nella zona dolente, si possono assumere compresse di corteccia di salice bianco, che è un antinfiammatorio naturale.

 

 

 

 

Per riposare meglio - image SAMBUCO1 on https://rimediomeopatici.com

 

□ Sambuco: per il mal di schiena in particolare si rivela utile l’infuso dei fiori di sambuco (4 cucchiai da tavola in 1 litro di acqua bollente),  assumendone una tazza più volte al giorno.

 

 

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□ Tarassaco: l’infuso o il decotto di radici e foglie (50 g per 1 litro d’acqua), assunto alla dose di 2 – 3 tazze al dì, calma il dolore dovuto alle coliche renali. E’ utile in caso di renella e bruciore con l’emissione di urina.

 

 

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□ Verbena: le foglie sminuzzate cotte in aceto e applicate in cataplasmi sulla parte dolente, sono efficacissime per reumatismi, nevralgie, lombaggine.

 

 

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Macchia mediterranea

Caratteristiche generali

Con il termine “macchia mediterranea” si intende quella particolare associazione vegetale, tipica delle terre costiere che si affacciano sul Mare Mediterraneo, formata da alberi con portamento arbustivo e da arbusti in Per riposare meglio - image Macchia-mediterranea2 on https://rimediomeopatici.comprevalenza sempreverdi. Gli arbusti, a differenza degli alberi, sono piante i cui rami si separano dal tronco centrale in posizione molto vicina al terreno o il cui tronco non è presente del tutto ed in genere hanno un’altezza non superiore ai 4 – 5 m. Le piante sempreverdi sono quelle che, a differenza delle caducifoglie o decidue, non lasciano cadere le foglie durante la stagione invernale. Il nome “macchia” deriva dal fatto che tali piante si dispongono sul terreno in modo non uniforme ma per l’appunto a macchie.

In Italia la macchia mediterranea si trova lungo le coste tirreniche, nelle isole, lungo il basso versante adriatico e in buona parte del versante ionico. Al di fuori dell’area mediterranea, formazioni arbustive che hanno caratteristiche molto simili alla macchia, ma con specie del tutto diverse, si trovano anche in Sudafrica, in Australia, in California e in Cile.

La macchia mediterranea è una formazione vegetale, fatta di piante per lo più autoctone, che si è costituita come risultato della trasformazione del paesaggio ad opera dell’uomo nel corso dei millenni, attraverso incendi e disboscamenti a discapito della primordiale foresta mediterranea, caratterizzata da alberi secolari, poderosi, di alto fusto (fino a 20 – 30 m), quali soprattutto il leccio. Pertanto l’eccessivo consumo di legna da ardere e per le costruzioni, la necessità di ricavare pascoli e campi per l’agricoltura hanno determinato la graduale sostituzione spontanea della foresta con la macchia, cioè con arbusti di minori dimensioni.

La macchia mediterranea, pur ricoprendo una minima parte delle terre emerse del pianeta (appena il 2%), ospita una quantità abbastanza rilevante di specie botaniche (oltre il 20% dell’intero pianeta), costituendo una importantissima riserva di biodiversità. La biodiversità è la varietà delle forme di vita vegetale e animale presenti negli ecosistemi del pianeta, intendendo per questi ultimi i luoghi nei quali i suddetti organismi interagiscono tra di loro e con l’ambiente che li circonda. L’ecosistema macchia mediterranea fornisce nutrimento e riparo a insetti (cicale, cavallette o meglio locuste, scorpioni, millepiedi, ecc.), rettili (bisce, vipere, testuggini, ecc.), uccelli (tordi, capinere, cardellini, cinciallegre, verdoni, picchi, ecc.) e mammiferi (cinghiali, istrici, tassi, volpi, ecc.).

La macchia mediterranea, pertanto, è una delle formazioni vegetali più interessanti e complesse non solo dal punto di vista botanico, rappresentando un patrimonio di estremo valore scientifico e naturalistico, tale da attirare l’attenzione degli studiosi che da sempre ne hanno esaminato tutti gli aspetti che la caratterizzano. La sua conformazione e l’estetica dei suoi costituenti, inoltre, conferiscono ai paesaggi costieri un’immagine unica di notevole bellezza e suggestione.

 

Caratteristiche ambientali

La macchia mediterranea si estende in massima parte su suoli aridi, poco profondi, rocciosi, calcarei e con un rapido drenaggio idrico. Svolge anche l’importantissima funzione di difesa del territorio dall’azione avversa ed eccessiva degli agenti atmosferici (vento e maggiormente pioggia), scongiurando i fenomeni di dissesto quali dilavamento ed erosione del suolo, frane, alluvioni. Essa è in grado quindi di preservare il corretto equilibrio idrogeologico. Più specificamente, essendo l’acqua uno dei più efficaci solventi naturali, quando cade con la pioggia avvia nel terreno un processo di erosione per dilavamento che ne diminuisce la consistenza e quindi la stabilità, dando luogo successivamente a crolli strutturali che sono le frane. Su un territorio ricoperto da fitta vegetazione il fenomeno è molto meno significativo, in quanto la presenza delle piante ostacola il dilavamento del suolo rallentando il relativo apporto idrico, sia perché le stesse piante costituiscono una sorta di ombrello protettivo, sia perché ritengono meccanicamente il terreno con le proprie radici e sia perché assorbono direttamente l’acqua in eccesso, indispensabile al processo di fotosintesi clorofilliana. La fotosintesi clorofilliana è il processo secondo il quale le piante imprigionano la luce solare per mezzo della clorofilla (pigmento verde) contenuta nelle foglie e contemporaneamente assorbono l’anidride carbonica attraverso le foglie (dagli stomi, organi situati prevalentemente nella pagina inferiore della foglia) e l’acqua attraverso le radici. La luce serve come fonte di energia per separare nelle molecole di acqua gli atomi di idrogeno da quelli di ossigeno. L’idrogeno reagisce chimicamente con l’anidride carbonica per formare gli zuccheri, necessari alla vita biologica delle piante. L’ossigeno viene liberato nell’atmosfera come prodotto di scarto (sempre attraverso gli stomi), che invece risulta indispensabile alla vita animale tramite la respirazione, la quale in effetti è il processo inverso a quello di fotosintesi clorofilliana.

Nelle zone costiere in cui vive la macchia mediterranea il clima è temperato, caratterizzato cioè da inverni miti e umidi e da estati calde e secche. La piovosità, mai rilevante, è concentrata principalmente nei mesi invernali, per diventare scarsissima o quasi assente nei mesi estivi. La temperatura estiva è mediamente superiore ai 20 °C e d’inverno il gelo è assai raro.

 

Caratteristiche della vegetazione

La vegetazione della macchia mediterranea è tipicamente costituita da arbusti, in genere sempreverdi, a crescita bassa, di altezza compresa tra qualche decina di cm e qualche metro. Presenta delle caratteristiche particolari che sono il risultato delle trasformazioni messe in atto per adattarsi all’ambiente in cui vivono.

Per questo molte piante sono delle “sclerofille”, cioè con foglie piccole e dure e spesso anche lucide, che sono capaci di conservare le riserve idriche e di riflettere la luce solare. Infatti questa morfologia determina la riduzione del processo di traspirazione, con il quale le piante eliminano, attraverso soprattutto le pagine inferiori delle foglie (dagli stomi), l’acqua assorbita sotto forma di vapore acqueo. Ciò rende la vegetazione adatta a resistere ai lunghi periodi della siccità estiva. Ad esempio nella macchia troviamo piante come il leccio (nome scientifico Quercus ilex), il corbezzolo (Arbutus unedo), l’alloro (Laurus nobilis), la fillirea (Phillyrea latifolia e angustifolia), il lentisco (Pistacia lentiscus) che hanno le foglie lucide e ricoperte da uno strato di cera e di resina che impedisce loro di perdere l’acqua. L’oleandro (Nerium oleander) invece presenta una peluria sulle pagine inferiori delle foglie che serve sempre a ridurre la perdita di vapore acqueo.

Le piante della macchia hanno generalmente fusti forti e resistenti in modo da tollerare i venti salmastri che soffiano dal mare.

Le radici sono molto sviluppate ed estese, in grado di raggiungere gli strati profondi del terreno per assorbirne l’umidità e le sostanze minerali. Il fogliame è abbastanza denso e persistente tale da riparare il suolo dalla luce solare evitando che si dissecchi rapidamente. Per questo motivo all’interno della macchia sono scarsamente presenti le piante erbacee.

Adattandosi al clima, le piante concentrano la fase di maggiore attività vegetativa nel periodo invernale o primaverile (ove, come detto, si verifica il massimo della piovosità), mentre rallentano la loro attività fino a cadere in una condizione di stasi vegetativa durante il periodo estivo (ove, come detto, fa caldo e si verifica il massimo della siccità). Per gran parte di esse, quindi, la produzione di nuove foglie, la fioritura e la fruttificazione avvengono durante i mesi invernali e primaverili. Tale fenomeno è noto come “estivazione” ed è tipico delle zone sub-tropicali, come quelle in cui ricade la macchia mediterranea e le citate altre macchie esistenti sul pianeta.

Un’altra strategia adottata per adeguarsi al clima è quella delle cosiddette piante geofite, che sono piante con le gemme inserite in organi vitali sotterranei quali bulbi, rizomi e tuberi. Ciò le rende capaci di resistere al calore estivo. Ad esempio nella macchia troviamo molte liliacee, che hanno proprio tali caratteristiche, come l’asparago selvatico (Asparagus albus), il pungitopo (Ruscus aculeatus), l’asfodelo (Asphodelus microcarpus) con i suoi bellissimi fiori.

Sui tratti di costa bagnati dalle acque marine o comunque esposti ai venti carichi di salsedine crescono diverse varietà di piante alofile (o alofite), che hanno cioè la capacità di vivere su terreni o in ambienti fortemente salini, cioè con elevata concentrazione di cloruro di sodio. I meccanismi di adattamento delle piante alofile alla elevata salinità sono essenzialmente: una maggiore resistenza all’entrata del cloruro di sodio nella cellula vegetale, l’accumulo del cloruro di sodio nei vacuoli cellulari, l’eliminazione del cloruro di sodio mediante cellule secretrici. Troviamo quindi la gramigna delle spiagge (Agropyron junceum), la camomilla marina (Anthemis maritima), l’eringio marino (Eryngium maritimum), l’erba medica marina (Medicago marina), il giglio marino (Pancratium maritimum), l’ammofila (Ammophila arenaria).

Sono inoltre presenti molte piante aromatiche, cioè contenenti sostanze aromatiche, ricche di oli essenziali (essenze) profumati che hanno la funzione di tenere lontani gli animali per non farsi mangiare o molestare. Troviamo quindi, solo per citare le più note, il rosmarino (Rosmarinus officinalis), la menta (Mentha piperita), la salvia (Salvia officinalis), l’origano (Origanum vulgare), la maggiorana (Origanum majorana), il ginepro (Juniperus communis ), il mirto (Myrtus communis), la lavanda (Lavandula officinalis), il timo (Thymus vulgaris), l’elicriso (Helichrysum italicum). Spesso di queste piante aromatiche se ne fa un uso farmaceutico e cosmetico, per le loro proprietà terapeutiche ed anche un uso alimentare per aromatizzare cibi e bevande.

   

La foresta mediterranea

Come si è detto, la vegetazione originaria che anticamente occupava il bacino del Mediterraneo era la foresta mediterranea, costituita da piante poderose a portamento arboreo, cioè da alberi dalle cospicue dimensioni. Per riposare meglio - image Foresta-mediterranea on https://rimediomeopatici.comL’albero è una pianta capace di svilupparsi in altezza tramite un fusto legnoso, detto tronco, che di solito inizia a ramificarsi a qualche metro dal suolo, a differenza dell’arbusto ove il tronco inizia a ramificarsi quasi subito.

Nella foresta mediterranea vi era la netta prevalenza del leccio (nome scientifico Quercus ilex), detto anche elce, che è un albero sempreverde del genere delle querce, con tronco raramente diritto, singolo o diviso alla base, di altezza che può arrivare anche a 30 m, di aspetto maestoso con una folta chioma. Può vivere fino a 400 anni.

Discretamente diffusa era anche la sughera (Quercus suber), che è un albero sempreverde ancora del genere delle querce, originario della parte più occidentale del bacino del Mediterraneo (Marocco e Penisola Iberica), di altezza fino a 20 m, dal portamento contorto e dalla chioma più rada ed espansa. Vive mediamente 250 – 300 anni. In tempi moderni dalla sua corteccia, densa e spessa, si ricava il famoso sughero e per questo la pianta è stata soggetta ad uno sfruttamento così intenso da rischiare l’estinzione. La sughera, rispetto al leccio, teme di più le temperature rigide (di qualche grado al di sotto dello zero), però resiste meglio agli incendi proprio grazie all’azione protettiva del sughero.

Per riposare meglio - image Leccio5 on https://rimediomeopatici.comPer riposare meglio - image Sughera2 on https://rimediomeopatici.comIl suolo della foresta era umido e di notevole spessore, a causa della fitta coltre di chiome ed il sottobosco era costituito da poche specie vegetali capaci di vivere all’ombra dei possenti alberi.

Lo sviluppo progressivo delle grandi civiltà antiche (fenici, greci, romani), specie lungo le coste, determina la conseguente intensificazione dei disboscamenti legati alle attività antropiche (che sono le attività dell’uomo che hanno incidenza sull’ambiente). I grandi alberi secolari vengono abbattuti per ricavare la legna con cui accendere i fuochi o da utilizzare come materiale per le costruzioni. L’esigenza crescente di avere a disposizione campi per la pastorizia o per l’agricoltura porta altresì alla distruzione di intere foreste. A ciò si aggiungono gli incendi intenzionali per queste ed altre finalità, come ad es. quella per ricavare gli spazi abitativi.

Il protrarsi nel tempo di tali attività antropiche comporta che la foresta cede sempre di più il posto alla macchia mediterranea, in quanto l’impoverimento della copertura vegetale crea gradualmente le condizioni per la crescita di una vegetazione arbustiva più bassa e “meno esigente”, in grado cioè di vivere su terreni dilavati e quindi più aridi e poveri.

 

Classificazione della macchia

In relazione alla composizione delle specie residenti ed allo sviluppo in altezza della vegetazione, la macchia mediterranea può essere classificata nei seguenti tipi.

◊ Macchia alta, costituita da boschi di alberi a portamento arbustivo, con altezze che mediamente raggiungono i 4 – 5 m. Sono rappresentativi il leccio (Quercus ilex), la sughera (Quercus suber), il pino domestico (Pinus pinea), il pino d’Aleppo (Pinus halepensis), il corbezzolo (Arbutus unedo), il carrubo (Ceratonia siliqua) e, nei versanti più freschi o ad altitudini più elevate, le querce caducifoglie come la roverella (Quercus pubescens) e il cerro (Quercus cerris). 

◊ Macchia bassa, costituita da diverse specie di arbusti con altezze non superiori ai 2 – 3 m, di aspetto bello e rigoglioso, che iniziano a fiorire verso la fine dell’inverno e durante la stagione autunnale si riempiono di frutti aventi, in molti casi, dei colori vivaci. Ne fanno parte l’ilatro comune (Phillyrea latifolia), l’olivastro o olivo selvatico (Olea europea sylvestris), il lentisco (Pistacia lentiscus), il mirto (Myrtus communis), l’alloro (Laurus nobilis), la malva (Malva sylvestris), l’oleandro (Nerium oleander), il ginepro rosso (Juniperus oxicedrus), l’erica (Erica arborea,  multiflora e scoparia) ed altre piante.

Per riposare meglio - image Gariga on https://rimediomeopatici.com◊ Gariga, costituita da vegetazioni cespugliose e discontinue di altezza massima di 1 – 1,5 m, ma in genere inferiore ai 50 cm. In realtà la gariga è una formazione vegetale secondaria che rappresenta il successivo stadio involutivo della macchia mediterranea dovuto ad un ulteriore degrado del territorio. Dopo di essa, nella scala dell’involuzione, esiste la steppa, che è una prateria senza alberi e subito dopo il deserto. Quindi una sua diffusa presenza è indice di un inizio di desertificazione. Quando su un territorio occupato dalla gariga termina ogni intervento umano, dopo un certo lasso di tempo ricompare la macchia, si risale cioè nella scala precedente e si va verso l’evoluzione dell’ecosistema.

In sintesi gli effetti del degrado del territorio dovuto alle attività antropiche ed ai cambiamenti climatici sono schematizzabili nei seguenti passaggi involutivi:

Foresta mediterranea >> Macchia mediterranea >> Gariga >> Steppa >> Deserto.

Il terreno della gariga è molto più arido, calcareo, sabbioso e ricco di rocce affioranti. La vegetazione, fatta di specie più adatte a resistere all’aridità dei luoghi, è più rada e per questo più ricca nelle varietà rispetto alla macchia vera e propria, in quanto negli ampi spazi che vengono lasciati possono insediarsi numerose specie erbacee. Sono abbondanti le piante spinose, aromatiche o addirittura velenose per difendersi dai morsi degli animali.

Le piante tipiche della gariga nostrana sono il rosmarino (Rosmarinus officinalis), la salvia (Salvia officinalis), l’origano (Origanum vulgare), la maggiorana (Origanum majorana), la menta (Mentha piperita), il finocchio selvatico (Foeniculum vulgare), la lavanda vera (Lavandula officinalis) e quella marittima (Lavandula stoechas), la ginestra odorosa (Spartium junceum), il timo (Thymus vulgaris), l’euforbia arborea (Euphorbia dendroides) e quella cespugliosa (Euphorbia characias), l’elicriso (Helichrysum italicum), la ruta (Ruta angustifolia), l’artemisia (Artemisia arborescens), il cisto marino (Cistus monspeliensis), quello femmina (Cistus salviefolius) e quello cretese (Cistus creticus), la palma nana (Chamaerops humilis), l’efedra (Ephedra distachya), l’asparago selvatico (Asparagus albus), il pungitopo (Ruscus aculeatus), l’asfodelo mediterraneo (Asphodelum microocarpus) e tante altre.

Negli ambienti salini delle scogliere e delle dune sabbiose troviamo, isolate o in cespugli, le piante alofile come il ginestrino delle scogliere (Lotus cytisoides), il giglio marino (Pancratium maritimum), la violaciocca selvatica (Matthiola tricuspidata), il papavero cornuto (Glaucium flavum), il ravastrello marittimo (Cakile maritima), la salsola (Salsola kali), l’eringio marino (Eryngium maritimum),  la camomilla marina (Anthemis maritima), l’erba medica marina (Medicago marina), il poligono marittimo (Polygonum maritimum), il finocchio marino (Crithmum maritimum), la veccia assottigliata (Vicia pseudocracca), l’ammofila (Ammophila arenaria), la cineraria marittima (Senecio cineraria), le specie rare come la gramigna delle spiagge (Agropyron junceum) e quella allungata (Agropyron elegantum) ed altre ancora.

La predominanza della specie vegetale determina il nome della gariga: avremo così la gariga a rosmarino (rosmarineto), la gariga a cisto (cisteto), la gariga a elicriso (elicriseto), ecc.

Le tonalità di verde della gariga, in genere, sono più spente e tendenti al grigio. Per gran parte dell’anno appare paesaggisticamente desolata e nella stagione estiva assume il tipico aspetto “bruciato”, dovuto al disseccarsi delle foglie. Nel periodo della fioritura di determinate specie, più solitamente in primavera, la gariga si arricchisce di odori e di colori molto belli ed accattivanti: ad esempio di azzurro-violaceo nelle formazioni a rosmarino, di viola nelle formazioni a lavanda, di giallo nelle formazioni a elicriso e ginestra, di bianco nelle formazioni di cisto marino e di cisto femmina, di rosso nelle formazioni di cisto cretese e così via.

Ovviamente, com’è facile intuire, sul territorio i tre tipi di macchia non si presentano perfettamente distinti, ma generalmente coesistono almeno in coppia. Quasi sempre la macchia alta si accompagna alla macchia bassa, come pure quasi sempre la macchia bassa ha la sua gariga. In non pochi casi assistiamo alla significativa presenza contemporanea della macchia alta, della macchia bassa e della gariga.

La macchia mediterranea, unica per la ricchezza e la bellezza della sua vegetazione, per il verde che permane tutto l’anno, per la varietà dei colori dei suoi fiori e dei suoi frutti, per la dolcezza del clima, per la vicinanza del mare, apre la vista a immagini e paesaggi straordinariamente belli e suggestivi, non mancando di costituire un patrimonio naturale di notevole valore scientifico essendo una riserva di biodiversità tra le più importanti del pianeta.

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