La presente sezione è configurata come un ricettario omeopatico: sono riportate in ordine alfabetico le AFFEZIONI più ricorrenti a ciascuna delle quali corrisponde una scheda contenente i principali RIMEDI OMEOPATICI in grado di curarla, con le relative diluizioni e dosi indicative, nonché una sintesi delle caratteristiche più significative al fine di indirizzare meglio la scelta.
Sono altresì riportate, laddove condotte, alcune esperienze di casi reali risolti positivamente.
La forma di prodotti omeopatici utilizzata nel ricettario è quella in “granuli”, che è la più pratica e la più comune.
I singoli rimedi possono essere consultati utilizzando i link associati, che rimandano alle relative schede contenute nella sezione del sito “Rimedi omeopatici”, o accedendo direttamente a queste.
In omeopatia ha senso utilizzare un ricettario solo per fronteggiare gli eventi acuti per i quali si ravvisa la necessità di effettuare un primo intervento curativo. Trattasi in genere di affezioni che possono presentarsi improvvisamente, accompagnate da fastidio, disagio, dolore, ansia e fenomeni secondari importanti quanto il principale. In questi casi si può ricorrere all’uso di rimedi selezionati solo in base al quadro sintomatologico, che pertanto hanno basse diluizioni e quindi un’azione più superficiale, per cui anche se non si ottenesse il risultato desiderato o si sbagliasse la scelta non avrebbero alcun effetto negativo a livello organico.
Appena possibile occorre rivolgersi al medico omeopata che valuterà se quanto è stato fatto può ritenersi sufficiente oppure esiste qualcosa di più profondo su cui indagare onde “personalizzare” al meglio la cura.
Infatti più volte abbiamo avuto modo di dire le cure omeopatiche, agendo secondo la Legge di Similitudine, vanno praticate con rimedi omeopatici che devono somigliare il più possibile al paziente, non solo nei sintomi fisici ma anche nelle altre caratteristiche individuali. Il principio fondamentale è che l’omeopatia è la medicina del malato più che della malattia, per cui l’approccio terapeutico è di tipo globale nel senso che viene esaminato il paziente nella sua totalità psico-fisica, considerando perciò, non solo il quadro sintomatologico, ma anche l’ambiente in cui vive, le sue pulsioni, i comportamenti, gli stili di vita, i desideri, le emozioni, ecc. ecc. Occorre tenere conto di tutti gli aspetti peculiari che rendono il soggetto unico rispetto a tutti gli altri affetti dalla stessa malattia. Non si prescinde mai dal considerare che se un organo non è funzionale, esso comunque vive in una persona, in un organismo dove fisico e mente sono fortemente legati ed è in questa struttura che va ricercata la non funzionalità.
La visita che pertanto il medico omeopata conduce diventa una sorta di investigazione tesa ad individuare ed esaminare tutti gli elementi che possono condurre ad una diagnosi corretta (processo di individualizzazione). Si parte dall’esame del quadro sintomatologico, dove diventano importanti le fasi di valorizzazione e di gerarchizzazione dei sintomi, per poi procedere alla scoperta delle altre caratteristiche individuali di cui si è detto in precedenza, mediante domande, osservazione, ascolto, storia clinica, accurata visita del paziente e quant’altro. Si va quindi verso la ricerca di qualcosa di più profondo, di quello che cioè costituisce il terreno dell’individuo, che in senso lato può essere assimilato all’eredità acquisita con la nascita, accresciuta da tutto ciò che il soggetto accumula con il suo vissuto. La malattia deve poter essere integrata nella storia complessiva dell’individuo (trascorso ereditario + vissuto) e nelle sue caratteristiche biologiche.
Si individueranno quindi in modo particolare la costituzione, che correla le caratteristiche morfologiche, fisiologiche e psicologiche dell’individuo alle sue potenzialità patologiche, il temperamento, che è strettamente legato alla costituzione e rappresenta l’insieme delle caratteristiche congenite dell’individuo sotto lo stretto controllo della psiche, il carattere, che è il modo di reagire e di formarsi dell’individuo in risposta agli stimoli esterni e la diatesi (o miasma), anch’essa legata alla costituzione, che è la modalità propria di sviluppo e di evoluzione della malattia verso la quale esiste una predisposizione acquisita o congenita.
Tra i diversi rimedi omeopatici potenzialmente in grado di curare quella malattia, sarà, quindi, possibile individuare il rimedio e quindi la cura omeopatica più adatta alla persona che ne è affetta. La scelta, cioè, deve essere fatta cercando di sovrapporre il più possibile l’insieme dei sintomi del paziente e delle altre caratteristiche individuali (di cui al processo di individualizzazione), con le caratteristiche del rimedio omeopatico. Il rimedio che si sceglie dovrà possedere una complessità di sintomi, fisici e psicologici, simili a quelli che presenta il paziente, in modo che possa diventare curativo sulla base della Legge di Similitudine (“similia similibus curantur”).
L’essenza e la straordinaria originalità dell’omeopatia è che “ogni rimedio è una persona”, capace cioè di impersonificare il malato in tutte le sue manifestazioni.
Tanto più il rimedio corrisponde al paziente, cioè tanto più è simile a lui, tanto maggiore sarà il suo effetto terapeutico. Il rimedio omeopatico perfettamente simile al paziente è chiamato simillimum, che è quello teorizzato e preferito da Hahnemann. Tale rimedio è molto personalizzato, è <<l’abito su misura>> e per questo può essere prescritto alle alte ed altissime diluizioni. La sua azione terapeutica è sistemica, profonda e veloce. La Scuola di Medicina Omeopatica Unicista, rimasta fedele al pensiero di Hahnemann, che prescrive un solo rimedio alla volta, utilizza proprio il simillimum.
In omeopatia, quindi, non esiste un farmaco generale per una determinata malattia, ma farmaci diversi per organismi diversi che ne sono affetti.
La regola, che in generale si segue nelle cure omeopatiche, è che per le malattie che si trovano nello stato acuto si assumono rimedi omeopatici a bassa diluizione (in genere fino a D8 e 5CH), la cui azione è più superficiale (sono i cosiddetti sintomatici), mentre per le malattie allo stato cronico si adoperano rimedi ad alta diluizione (in genere oltre D24 e 12CH), la cui azione è più profonda (sono i cosiddetti costituzionali o di fondo). Più grande è la sovrapponibilità di cui si è detto in precedenza, più il rimedio omeopatico si avvicina al simillimum e quindi più può essere prescritto alle alte diluizioni ed agire più in profondità.
E’ bene ricordare che la guarigione avviene seguendo un iter scandito da una legge ben precisa di eliminazione dei sintomi: dall’alto al basso, dall’interno all’esterno ed in ordine inverso rispetto alla loro apparizione. Spariranno prima i sintomi comparsi più recentemente e successivamente, con una eventuale nuova prescrizione, quelli che hanno un’origine più remota nel tempo. Il miglioramento avviene prima a livello mentale poi a livello fisico.
E’ possibile che all’inizio della cura alcuni sintomi peggiorino: si verifica cioè quello che viene chiamato l’aggravamento omeopatico. Tale aggravamento, che in genere non deve preoccupare perché del tutto naturale, è tanto più sensibile quanto più il rimedio somministrato è simile al paziente, cioè quanto più esso si avvicina al simillimum e quanto più è lungo il periodo di cura.
Può accadere, inoltre, che nel corso della cura il rimedio omeopatico prescelto debba essere sostituito, o per la comparsa di nuovi sintomi o per migliorarne e completarne l’azione (in tal caso si ricorre al complementare), oppure che debbano essere modificate la dose e/o la diluizione dello stesso. Questo si verifica soprattutto con la Scuola di Medicina Omeopatica Pluralista, che prescrive più rimedi alternati tra loro.
Per ulteriori informazioni consultare gli articoli riguardanti l’omeopatia nella sezione del sito “Approfondimenti”.
I rimedi omeopatici si assumono lontano dai pasti (in genere mezz’ora prima o due ore dopo) e non necessariamente di notte. Quelli per via orale vengono trattenuti sotto la lingua, per un minuto se sono liquidi, fino a completo scioglimento se sono granuli o globuli. Se il rimedio è stato preparato in soluzione acquosa (ad es. granuli sciolti in acqua), prima dell’assunzione occorre effettuare il travaso rapido del liquido dal contenitore di origine ad un altro contenitore idoneo per un numero pari di volte (in genere si ritengono sufficienti 20 – 30 travasi). Se invece il preparato è in gocce, occorre agitare più volte energicamente il contenitore prima dell’assunzione. Tali manovre servono per modificare la potenza del rimedio onde scongiurare o attenuare il fenomeno dell’aggravamento omeopatico prima citato. Durante la cura è bene evitare l’uso di cibi o bevande dai sapori forti, come caffè, menta, alcool, spezie piccanti, ecc.
Ribadiamo infine che per intraprendere qualsiasi terapia è assolutamente indispensabile rivolgersi al medico. Pertanto le informazioni contenute nel presente sito sono solo di carattere divulgativo e non intendono sostituirsi alle diagnosi ed alle prescrizioni del medico.
Carmela dice
Gent.ma dott.ssa Della Volpe,
ho 67 anni e alle spalle ho una lunga e complessa vita da malata.
Una gravissima spondilite anchilosante ha reso le mie ossa gravemente osteoporotiche. Ad ottobre sono caduta e ho riportato una brutta frattura scomposta al femore distale. A 3 mesi dall’intervento non c’é ancora callo osseo. Vorrei provare con l’omeopatia ad accellerare questo processo.
Nelle mie condizioni non è possibile recarmi da nessun medico omeopata per cui le chiedo gentilmente una mano per aiutarmi a risolvere questo problema. Ho letto del Symphytum officinale associato all’arnica. Ho letto anche del silicio. Quest’ ultimo può essere tossico per i reni?. Cosa ne pensa?? cosa mi consiglierebbe?? Le chiedo se possono esserci interazione con i medicinali che prendo:
Clexane, Arimidex, Parlodel, Somatostatina, Plaunac, Calcio e Dediol.
La ringrazio sentitamente e le porgo distinti saluti.
Carmela
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Carmela, il ricorso al medico omeopata si rende necessario, non solo perché è un medico e quindi in grado di fornire tutte le garanzie, ma anche perché l’Omeopatia è una medicina molto personale, poco generalizzabile, in quanto legata a quella serie di fattori e di peculiarità individuali che rendono il paziente unico rispetto a tutti gli altri affetti dalla stessa patologia o dallo stesso disturbo. Quando un medico omeopata prescrive una terapia, la studia per quello specifico paziente, che presenta un suo particolare modo di essere e di manifestare i propri sintomi. In altre parole una cura omeopatica si deve associare alla singola persona ed al suo quadro clinico, con la scelta dei rimedi somiglianti. Ciò, com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. Pertanto, in via generica e del tutto impersonale, i rimedi omeopatici che vengono più spesso prescritti in un trattamento conseguente a frattura sono: Arnica montana, spesso alternato con China, per calmare il dolore, ostacolare il formarsi di ematomi e accelerare il riassorbimento dell’edema; Symphytum per facilitare la saldatura e il processo riparativo, stimolando la formazione del callo osseo; Calcarea phosphorica per favorire il callo osseo e nei ritardi di consolidamento; Hypericum nella terapia del dolore. I rimedi omeopatici non hanno controindicazioni o effetti collaterali e non interferiscono con altri farmaci, alle debite distanze, specialmente se vengono utilizzati con cognizione di causa e quindi, ripeto, secondo prescrizione medica. Cordiali saluti.
Dante dice
Grazie! Il Dr. Felisi mi consiglia Arsenicum, sia album che iodatum.
Felisi mi consiglia anche di cercare un omeopata qui a La PLata, in Argentina … purtroppo
ho chiesto in giro e nessuno se la sente di raccomandare nessuno, pare non siano bravi, tutti
unicisti.
Vedo che Lei é molto preparata, l’unico altro problema che ho, é sicuramente di natura psicologica: Sepia, Sulphur, Silicea e Anacardium orientalis sono rimedi che sono stati prectritti.
Il problema é paradossale, come molti altri miei problemi, sono perfezionista, esigente con me stesso ma molto socievole. Dopo una separazione violenta con la mia compagna italiana, dopo 17 anni insieme e tre gemellini di 6 anni … non ho voluto io la separazione, ho una nuova compagna da 9 mesi, siamo molto innamorati, anche lei separata (47 anni lei, io 61). E moto bello fare l’amore insieme, ho una erezione moto buona ed é piacevole il rapporto… ma non riesco ad avere l’orgasmo, a lei capita qualcosa di simile; in america lo chiamano “spectatoring” uno osserva se stesso e il rapporto … anche se sono stato vicinissimo molte volte, l’orgasmo non arriva. Riesco ad avere un orgasmo da solo, con una erezione inferiore … si direbbe che la causa sia psicologica. Sono un tipo che vuole avere tutto sotto controllo … in base a quanto riferito, potrebbe consigliarmi un aiuto omeopatico? non me la sento di rivolgermi a nessuno qui per i motivi esposti. sono sicuro che potró risolvere il mio problema. La ringrazio di cuore, un cordiale saluto dall’Argentina, […]
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Dante, se l’anorgasmia (assenza di orgasmo) nel coito dovesse essere dovuta ad ansia da prestazione, come sembrerebbe, i rimedi omeopatici che vengono più spesso prescritti sono: Argentum nitricum (rimedio delle mille fobie, di ansia profonda su quanto sta per accadere), Gelsemium (rimedio della fifa, di preoccupazione eccessiva e di ansia estrema da anticipazione), Lycopodium (rimedio dell’insicurezza ed ambizione, di perdita di fiducia in sé stesso in previsione dell’evento). Consulti pertanto l’articolo “Ansia, Depressione, Attacchi di panico” nella presente sezione del sito, dove sono riportati i principali rimedi omeopatici che vengono utilizzati nei vari disturbi emotivi o psichici. Le ribadisco che il ricorso ad un medico omeopata si rende comunque indispensabile. Cordiali saluti.
Dante dice
Salve! dal 2011 vivo in Argentina, il mio paese di origine, ma ho vissuto a MIlano per 30 anni, il mio medico era Edoardo Felisi!
soffro di neurodermatite, con fomazioni color sepia, secche e di 4 mm di diametro, in avanbraccio e gambe, sotto il ginocchio, possono essere molto pruriginose. Il fenomeno si é aggravato con le cause in tribunale: gemelli di 7 anni e una madre con sindrome PAS.
I miei rimedi di fondo sono stati: silicea, anacardium orientalis, sephia, sulphur, PUlsatilla. Felisi mi aveva prescritto Luesinum 200 CH una dose al mese e Luesinum 30 ch: 10 granuli alla domenica
che cosa mi consiglia? molte grazie!
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Dante, se non l’avesse ancora fatto, consulti l’articolo “Dermatite, Eczema, Dermatosi” nella presente sezione del sito, dove potrà trovare diverse notizie di possibile interesse. Ad esempio, potrebbero essere presi in considerazione rimedi omeopatici come Sepia, Sulphur, Arsenicum iodatum, Lycopodium, Petroleum … Ovviamente la prescrizione giusta per lei la può garantire solo un medico omeopata, previa visita. Cordiali saluti.
ILEANA dice
Buon giorno Dr. ssa, ho 49 anni, utilizzo la pillola anticoncezionale klaira, è stato un anno abbastanza impegnativo però ora si è calmato (ho iniziato da 1 settima, di mia iniziativa, a prendere griffonia e rodiola – serotonin plus EOS Natura). Perdo diversi capelli ed il dermatologo mi ha dato minoxil al 2% solo la sera e locoidon solo la mattina + delle capsule innoa). Soffro di emicrania e prendo all’occorrenza il difmetre. Ma, come si dice il peggio non ha mai fine, vorrei dimagrire – ho la pancia gonfia (forse pre-menopausa, anche se non ho sintomi tranne mestruazioni quasi assenti, dovuto alla pillola?). Infine, mangerei sempre, tranne la notte che da quando prendo il serotonin dormo. Può consigliarmi qualche composizione omeopatica che può aiutarmi? Secondo lei utilizzo troppe cose? Non conosco medici omeopati su Foggia.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Ileana, legga su questa pagina la risposta del 04/05/2018 al commento della visitatrice Sarah del 03/05/2018. Cordiali saluti.
Erminia dice
Salve gentilissima dottoressa,
ricorro di nuovo a Lei, sempre disponibile e preparata.
Alcuni anni fa ho avuto un unico episodio di eritrosi al decoltè, curata con antibiotico e pomata.
Lo scorso febbraio, scoprii improvvisamente diverse macchie rosee, grandi come una noce, al collo e al decoltè.
Non avevo prurito o altro fastidio.
Avendo assunto antibiotico, immaginai una reazione allergica e assunsi un antistaminico senza risultato, Sparirono da sole dopo un mese circa.
Due mesi fa, pe un tempo alquanto lungo, pur non avendo alcun segno visibile, accusavo prurito sotto al mento, e lo attribuivo ai maglioncini sintetici… invece alla fine di maggio, una mattina, mi sono svegliata con un vero e proprio eritema al decoltè!
Avevo un diffuso rossore in rilievo e un prurito da impazzire. L’antistaminico non dava alcun esito positivo.
Sono stata al Pronto Soccorso, mi è stata praticata una fiala di cortisone che mi ha fatto stare bene solo per 24 ore.
Sono stata poi dal dermatologo. La diagnosi è Eritrosi.
La terapia? Soltanto idratazione e protezione solare.
Attualmente il rossore è diminuito molto. Al prurito si è sostituito un lieve bruciore.
Continuo ad usare una crema idratante e una protezione 50+.
Evito accuratamente il sole (del quale avrei bisogno avendo la vit D molto bassa).
La cute è diventata così sensibile che anche i capelli mi fanno provare la sensazione di avere tante punture!
Voglio farLe presente che nell’ultimo anno la mia pelle è cambiata: si presenta disidratata e secca; i capelli (che cadono e si stanno diradando molto) sono diventati aridi e da lisci, ora sono crespi.
L’omeopatia può aiutami?
Per info le dico che sto attraversando un periodo di stress estremo…che ho 65 anni.
Assumo Levotiroxina sodica per l’asportazione di 3/4 della tiroide per la presenza di noduli caldi e freddi; assumo manidipina 20 mg e Nebivololo 5 mg.
Confido nel Suo aiuto.
Cordialmente la saluto,
Emy.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Erminia, la invito a consultare, se non l’avesse ancora fatto, l’articolo “Dermatite, Eczema, Dermatosi” nella presente sezione del sito, dove potrà trovare i rimedi e le notizie di possibile interesse. Come potrà rilevare, i rimedi omeopatici che vengono frequentemente utilizzati per il trattamento di eritrosi, couperose o rosacee sono Abrotanum, Agaricus muscarius, Arsenicum album, Carbo animalis, Causticum, Eugenia jambosa, Graphites, Nux vomica, Rhus toxicodendron. In diversi casi viene associato qualche gemmoterapico della Fitoterapia rinnovata (trattasi di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra la Fitoterapia classica e l’Omeopatia), in gocce, come Junglas regia M.G. D1. Anche la Fitoterapia classica propone diversi preparati a base di piante come Agrimonia, Amamelide, Centella asiatica, Edera, Ippocastano, Mirtillo, Rosa canina, Vite rossa, ecc. Sarebbe altresì importante adottare alcuni accorgimenti, quali, ad esempio, usare detergenti privi di sapone o molto delicati, lavarsi con acqua tiepida, evitare le temperature estreme, non esporre le parti troppo tempo al sole, non strofinare o toccare la pelle, incrementare il consumo di cibi ricchi di vitamine del gruppo B, evitare gli alcolici, i cibi piccanti o speziati ed i cibi troppo caldi. Anche lo stress emotivo sarebbe da evitare perché è uno dei fattori scatenanti. Ovviamente la prescrizione appropriata al suo caso specifico la può garantire solo un medico omeopata, previa visita, al quale le rinnovo il consiglio di rivolgersi. Cordiali saluti.
Fabio dice
Gentile Dottoressa, ho letto che gli integratori sotto forma di oligoelementi contengono ca. 1/50 della dose rispetto all’assunzione di un normale integratore. Ma se, ad esempio ed in linea di massima, dividessimo una compressina di zinco gluconato in 10 parti e ne assumessimo una parte al giorno per 10 giorni, otterremmo grossomodo gli stessi benefici del corrispettivo oligoelemento o nell’assimilazione cambia qualcosa? La ringrazio
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Fabio, in linea di principio quanto da lei esposto si avvicina tendenzialmente agli oligoelementi per uso terapeutico esistenti in commercio in forma di gluconati, anche se non è proprio la stessa cosa. Ricordiamoci che questi sono rimedi catalitici dechelanti, costituiti da microquantità di oligoelementi in soluzione gluconata. Essi appartengono alla cosiddetta oligoterapia “catalitica”, che si basa sull’impiego di oligoelementi in dosi bassissime (anche dell’ordine del milionesimo di grammo) come bio-catalizzatori per il trattamento di disturbi funzionali e secondo la teoria delle quattro diatesi. Tali rimedi hanno l’obiettivo di eliminare i fenomeni di blocco degli oligoelementi presenti nell’organismo (fenomeno definito “chelazione”) e quindi di rendere possibile l’attività degli enzimi da loro presieduta. Com’è noto, esistono anche altri due indirizzi dell’oligoterapia: l’oligoterapia “nutrizionale”, che fa uso di integratori alimentari con oligoelementi presenti generalmente in frazioni di mg, utili nelle situazioni di carenza e l’oligoterapia “farmacologica”, che fa uso di concentrazioni più elevate di oligoelementi rispetto all’integrazione alimentare, generalmente dell’ordine dei mg, utili in alcune forme morbose. Ovviamente è sempre opportuno che qualsiasi trattamento venga prescritto da un medico. Cordiali saluti.
fabio dice
Gent.ma Dottoressa, nel caso in cui si usi sia un oligoelemento più il corrispettivo integratore a dosi ponderali vi è qualche controindicazione? Ad es. assumendo il selenio come oligoelemento (magari inserito in un complesso) più il selenio mcg 55/die entra in gioco qualche antagonismo nell’assorbimento? Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Fabio, bisogna stare molto attenti, perché non solo una carenza, ma anche un eccesso di oligoelementi può provocare disturbi e disfunzioni. Ad esempio, nel caso del selenio, un suo eccessivo assorbimento dovuto ad un sovradosaggio attraverso gli integratori – ciò che potrebbe succedere con quanto da lei prospettato – produce diversi effetti indesiderati (nausea, vomito, dolori addominali, diarrea, caduta dei capelli, fragilità delle unghie, problemi alla pelle, alitosi, confusione mentale …), o addirittura la selenosi (intossicazione da selenio) a seguito di dosi elevate. Pertanto è opportuno che la somministrazione di oligoelementi, laddove necessaria, venga prescritta e monitorata dal medico, che stabilirà anche le forme di integrazione, i dosaggi e le durate dei trattamenti. Ovviamente la prima cosa da fare in caso di carenza di oligoelementi è intervenire con l’alimentazione, che dovrà essere sana ed equilibrata, eventualmente rafforzata negli alimenti particolarmente ricchi del minerale carente. Solo se ciò dovesse non essere sufficiente, si potrà ricorrere, a giudizio del medico, agli apporti esterni. Cordiali saluti.
Fabio dice
Gent.ma Dottoressa, riguardo al rischio di sovraccarico, leggo che gli oligoelementi a base di oxiprolinati annullerebbero questo rischio, in quanto il vettore oxiprolina interverrebbe in modo intelligente per una totale assimilazione degli elementi utili, senza rischi di ossidazione e di sovraccarico. Cosa ne pensa?
Comunque sia, ritiene che cicli di un mese seguiti da uno di riposo sia (sempre in linea di massima) un criterio accettabile? La ringrazio
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Fabio, è ciò che dichiarano i sostenitori e le aziende produttrici, io invece, senza voler essere diffidente, sarei più prudente. Per quanto riguarda i cicli di trattamento, che comunque dovrebbero limitarsi ad un periodo circoscritto, comprenderà bene che essi sono individuali e non generalizzabili, legati alle effettive necessità del caso specifico e quindi secondo prescrizione medica. Cordiali saluti.
Sarah dice
Gent.ma Dottoressa,
Mi permetto di disturbarla con i miei problemi legati ad un eccesso di peso.
Premetto che trattasi di circa 6/7kg di troppo ma che sulla mia figura di appena 150 cm (oscillo tra i 53 e i 54kg) sono davvero eccessivi e nonostante la dieta e l’attività fisica non riesco a eliminarli.
Mi sono rivolta anche ad una nutrizionista e nonostante abbia seguito alla lettera la dieta (forse complice l’età, ne ho 42 compiuti), non sono mai riuscita a scendere sotto i 50kg.
Mi sento sempre stanca e spossata, senza appetito e senza energie, eppure non dimagrisco. È davvero frustrante!
Mi è stata consigliata la TM di fucus dall’erborista e un’amica mi ha sponsorizzato il gallium. Sinceramente non conosco questi rimedi, lei
cosa può consigliarmi?
La ringrazio per l’attenzione e per i consigli che saprà darmi.
Cordiali saluti
Sarah
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Sarah, molto spesso il problema del peso è soprattutto un problema di equilibrio. L’ingrassare talvolta serve per nascondere problemi più profondi, che dimagrendo potrebbero riacutizzarsi. Allora bisogna dimagrire, sì, ma con serenità, altrimenti i risultati saranno sempre stentati. Se si riuscirà a non fare del proprio peso un affare di stato, si comincerà anche a dimagrire. I fronti su cui agire possono essere diversi, ma sicuramente occorrerà intervenire a riequilibrare il sistema nervoso ed a limitare gli effetti del rallentamento fisiologico del metabolismo. Ciò lo si può fare combinando sinergicamente una cura omeopatica e/o fitoterapica, l’alimentazione e l’attività fisica. I rimedi omeopatici che possono aiutare a dimagrire sono diversi, tra cui si citano: Antimonium crudum (in caso di attacchi di fame), Nux vomica (eccessi alimentari), Kali phosphoricum (fame che ricomincia poco dopo aver mangiato), Lycopodium (fame vorace, metabolismo lento con disturbi digestivi), Calcarea carbonica (fame morbosa), Sulphur (fame irresistibile e metabolismo lento), Hepar sulphur (fame inusuale, ritenzione idrica e metabolismo lento), Natrum sulphuricum (per stimolare il metabolismo degli zuccheri), Graphites (per stimolare il metabolismo dei grassi), Ignatia amara o Argentum nitricum o Gelsemium o Coffea cruda (in caso di fame nervosa). Inoltre, è molto probabile che occorrerà associare una cura omeopatica di fondo, per intervenire sul «terreno», in modo da raggiungere la condizione di forma ottimale, sia corporea che mentale e mantenerla nel tempo. Relativamente ai fitoterapici, anche qui sono diverse le piante che possono fornire un contributo, tra cui quelle da lei citate, il cui uso più comune è l’infuso o il decotto. In pratica hanno un effetto dimagrante tutte le piante che risultano essere depurative e diuretiche (asparago, betulla, carciofo, ciliegio, equiseto, fumaria, frassino, galium aparine, gramigna, mais, olmaria, ortosifon, ononide spinosa, ortica, pilosella, rusco, tarassaco, verga d’oro, ecc.), acceleranti il metabolismo (caffè, cola, tè verde, alga kelp, fucus vesiculosus, rhodiola rosacea, ecc.) o contenenti fibre e mucillagini (crusca, glucomannano, guar, gomma karaya, semi di lino, semi di psillio, ecc.). È comunque buona norma consultare preventivamente il medico per accertare l’assenza di controindicazioni individuali all’uso di qualsivoglia erba dimagrante. Per quanto riguarda l’alimentazione, che lei già sta curando, essa deve essere improntata alla moderazione calorica, senza abolire nessuno dei nutrienti principali (carboidrati, lipidi, proteine, vitamine, sali minerali), ma dosandoli opportunamente nelle quantità, in modo da perdere peso gradualmente, evitando quindi le diete ferree per non incorrere nell’effetto memoria del metabolismo basale che alla lunga rende tutto inutile e molto spesso controproducente. Potrebbe anche essere utile consumare cibi ad alto indice di sazietà e meno calorici, come quelli con molta acqua e fibre, quali frutta e verdura, cereali integrali, ecc., che garantiscono anche la regolarità delle funzioni intestinali, indispensabile per il dimagrimento. Per quanto riguarda l’attività fisica è importante che essa sia orientata ad aumentare il tono muscolare che aiuta sensibilmente a bruciare più calorie e quindi ad accelerare il metabolismo, specialmente il metabolismo dei grassi, che, com’è noto, è quello prevalente e quindi maggiormente favorente il dimagrimento. A tale scopo è consigliabile un’attività mista, caratterizzata da un lavoro ad alta intensità (pesi, macchine a corpo libero, ecc.), seguito da un’attività aerobica (corsa, ciclismo, nuoto, ecc.). Se lei intende avvalersi dell’Omeopatia e del Naturale, le consiglio comunque di non fare da sola, ma di rivolgersi ad un medico omeopata che con la visita sarà in grado di prescrivere ciò che si addice al suo caso specifico. Cordiali saluti.
hermes dice
buongiorno dottoressa,
le chiedo se mi può essere d’aituo per un acufene pulsante che compare principalmente dopo circa un ora e mezza dai pasti principali. E’ un tinnitio pulsante che si abbina alla pulsazione cardiaca. La mattina c’è ma lieve, ed è comunque gestibile.
A ttualmente assumo agaricus muscaricus 1MK, per vertigini.
grazie sin d’ora della gentile disponibilità
Hermes
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Hermes, sarebbe opportuno, se non l’avesse ancora fatto, sottoporsi a visita medica specialistica per accertare la causa dell’acufene ed escludere eventuali patologie, anomalie o disturbi a carico dell’orecchio o in altre sedi (otite, sinusite, artrosi cervicale, ipertensione arteriosa, disallineamento dei muscoli o delle articolazioni della mascella, accumulo di cerume nel condotto uditivo, trauma acustico, uso di farmaci ototossici, ecc.). Con la diagnosi si comprenderebbe anche la natura dell’acufene, ossia se trattasi di un “acufene oggettivo”, meno frequente, che è dovuto a rumori effettivi provocati da un’energia vibratoria generata all’interno del corpo in strutture contigue all’orecchio, oppure di un “acufene soggettivo”, che è un disturbo caratterizzato dalla percezione di suoni non provocati da agenti esterni, cioè di suoni che all’esterno non esistono. In quest’ultimo caso, in assenza di altro, si potrebbe anche pensare a fattori psicologici, ossia a situazioni particolarmente stressanti sul piano emotivo, che potrebbero avere una loro responsabilità nell’insorgenza dell’acufene. Ciò premesso, per un intervento sedativo provvisorio i rimedi omeopatici che vengono comunemente utilizzati sono Natrum salicylicum, Chininum sulphuricum e Glonoinum, che rispondono meglio in un’alta percentuale di casi. Anche Agaricus muscarius è un rimedio che può trovare indicazione. Se l’acufene è di origine nervosa, molto probabilmente occorrerà affiancare ai suddetti rimedi sintomatici un trattamento omeopatico di fondo, con i rimedi della propria costituzione e diatesi, per la risoluzione definitiva o per il raggiungimento di un risultato soddisfacente e stabile. Le consiglio pertanto di non fare da solo, ma di rivolgersi ad un medico omeopata, o con la diagnosi medica già acquisita di cui in precedenza, o seguendo le indicazioni dello stesso omeopata, che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico, portando in conto anche le vertigini che potrebbero avere un legame con l’acufene. Cordiali saluti.
Monica dice
Gent.le Laura Della Volpe
Da tempo soffro di un problema alle mucose degli occhi che s’infiammano come se fosse un’allergia perché i sintomi sono simili, danno prurito e un continuo fastidio inoltre alla mattina sono un po’ gonfi ecc….. Ho fatto varie visite qui a Milano da diversi oculisti ed ognuno da un parere diverso. Occhio secco, ghiandole di meibomio, congiuntivite ecc…
Ho deciso di recarmi in Germania da un bravo naturopata e con una serie di esami sangue urine…ha constatato che il mio corpo è intossicato come anche il cervelletto e che alcune parti del corpo funzionano poco come la milza e un linfonodo, tutto questo mi procura una finta ALLERGIA. Tornata in Italia e preoccupata di questa sentenza ho fatto il DNA per capire la causa a questa situazione. Sono risultata positiva alla Mutazione MTHFR OMOZIGOTE e sto prendendo le vitamine del gruppo B e i folati per riportare la mia situazione alla normalità.
Devo ammettere che anche gli esami del sangue dopo un mese di assunzione dei sopracitati integratori sono migliorati tantissimo, i trigliceridi si sono abbassati notevolmente così come l’omocisteina e il colesterolo, l’anemia è migliorata ecc…. la cura prescritta dal naturopata “cura fitoterapica” per disintossicarsi invece, all’inizio ha dato esito positivo “gli occhi stanno meglio” ma poco dopo ha iniziato ad innalzare la mia pressione arteriosa e procurarmi uno stato di agitazione interno con stati di panico mai avuto fino ad oggi. Premetto che ho 53 anni e sono anche in un momento delicato in cui la donna va in menopausa.
Adesso ho sospeso la cura fitoterapica perché i disagi sono diventati maggiori dei benefici, la domanda è: la fitoterapia può dare effetti collaterali? Potrebbe consigliarmi un farmaco omeopatico che aiuta il mio corpo a disintossicarsi ed anche qualcosa che mi aiuti in questo momento ad abbassare la pressione arteriosa e riportare il mio stato psico fisico alla normalità?
Grazie in anticipo per tutta l’attenzione.
Monica
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Monica, i fitoterapici possono avere controindicazioni o effetti collaterali e quindi è sempre opportuno che sia il medico ad effettuarne ogni valutazione, a stabilirne i dosaggi e le durate dei relativi trattamenti, previo esame del caso specifico. Per quanto riguarda la disintossicazione, in genere questa è una prerogativa di quasi tutti i rimedi omeopatici per la loro attività di drenaggio, ma più specificamente di rimedi come Arsenicum album, Camphora, Chamomilla, Hepar sulphur, Hydrastis, Kalium iodatum, Natrum muriaticum, Nitricum acidum, Nux vomica, Pulsatilla, Sulphur, tra i quali Nux vomica è quello maggiormente adoperato. Per quanto riguarda l’ipertensione arteriosa e la condizione psico-fisica, gli articoli “Ipertensione arteriosa” e “Ansia, Depressione, Attacchi di panico” della presente sezione del sito riportano i principali rimedi omeopatici che vengono più frequentemente adoperati, con le relative sintomatologie di copertura. Ad esempio, per i disturbi della menopausa e sintomi concomitanti, tra cui l’ipertensione, i rimedi omeopatici più spesso adoperati sono Actaea racemosa, Arnica montana, Ignatia amara, Lachesis, Sanguinaria, Sepia, Sulphur, Thuya. Le consiglio di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia giusta per lei. Cordiali saluti.
Martini dice
Gent.ma Dottoressa,
Mi scusi se mi permetto di disturbarla con i miei problemi, ma leggendo il suo portale internet molto ben fatto capisco che lei e molto preparata.
Da diversi anni soffro di disturbi digestivi, sono riuscito a debellare il batterio Helicobacter Pylori con una terapia antibiotica prescritta dal gastroenterologo ma il risultato non è cambiato, per questo motivo chiedo aiuto a lei, sotto descrivo alcune informazione su di me.
Purtroppo ad oggi ho forti problemi, aerofagia, bruciore alla gola, forte senso di pesantezza dopo aver mangiato e meteorismo.
Dalla mia alimentazione ho cercato di eliminare molti alimenti che aumentano i miei disturbi (pasta, pane, tutti i tipi di fritti) inoltre non ho mai bevuto caffè, vino o bevande gassate.
Faccio un lavoro come manutentore in Hotel spesso sono sotto stress, non sono sovrappeso e non fumo la mia età 50 anni .
Alcune volte durante la giornata (alle 11 :00 e alle 17:00) mi assale una fame nervosa che mi spinge a mangiare per placare il bruciore e disturbo che mi ritrovo in bocca.
Vorrei cercare di avvicinarmi all’omeopatia, per questo motivo, le chiedo quali possono essere i primi passi e cosa posso assumere per ridurre i miei problemi?
Distinti Saluti
Martini
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Martini, se non l’avesse ancora fatto, consulti l’articolo “Disturbi gastrici” nella presente sezione del sito, dove sono riportati i principali rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati per trattare le varie problematiche a carico dell’apparato digerente. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio adatto sarà quello che contempla la sintomatologia somigliante a quella del paziente, sia a livello fisico che psichico e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Ad esempio, a titolo esclusivamente informativo, uno dei primi rimedi omeopatici da prendere in considerazione potrebbe essere Nux vomica, che è il rimedio che risponde bene in un’alta percentuale di casi, che riesce a coprire moltissimi disturbi del tratto digerente, che tipicamente presenta gli aggravamenti dopo aver mangiato, che è uno dei migliori rimedi psicosomatici, che è quindi il rimedio omeopatico più prescritto. Ma potrebbe essere adatto anche qualche altro rimedio omeopatico, laddove risulti maggiormente somigliante, ovvero contenente le manifestazioni cliniche più vicine alle proprie. Comunque, se lei intende avvalersi dell’Omeopatia, le consiglio di non fare da solo, ma di rivolgersi ad un medico omeopata che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia giusta per il suo caso specifico. Cordiali saluti.