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Rimedi Omeopatici

Omeopatia - Rimedi della Nonna - Cure Omeopatiche

Risultati della ricerca per: garofano

Aglio

L’Aglio comune è una pianta erbacea perenne la cui specie botanica è Allium sativum e appartiene alla famiglia delle Liliaceae. La pianta cresce su terreni ben drenati, in zone con clima temperato ed è originaria dell’Asia centrale. Dall’Asia si sarebbe poi diffusa in tutte le aree temperate e subtropicali del pianeta. L’Aglio possiede un bulbo formato da diversi bulbetti (spicchi) racchiusi in una tunica membranosa, uno stelo singolo con foglie lunghe e sottili, un’ombrella di fiori eduli e bianchi. Il Italia si coltivano il bianco, il rosa ed il rosso. I boccioli e gli steli sono ingredienti della cucina cinese, le foglie e gli steli in Cina vengono sottoposti a imbianchimento.

Gli spicchi aggiungono sapore ai cibi, specialmente nelle zone calde dove le piante sviluppano il massimo aroma. Essi costituiscono uno degli aromatizzanti più popolari e ampiamente usati nei manicaretti e negli intingoli oltre ad essere un condimento nelle salse. L’aroma aumenta quando i bulbi vengono affettati o tritati. La loro essenza solforata assai forte si estende anche all’alito, al sudore, ai gas intestinali. Per eliminare l’odore dell’alito basta mangiare dei semi di anice o alcuni chiodi di garofano oppure le foglie di prezzemolo.

Il loro odore caratteristico è dovuto a numerosi composti organici di zolfo tra cui l’alliina ed i suoi derivati, come l’allicina ed il disolfuro di diallile. L’aglio contiene anche altre sostanze tra cui garlicina, vitamine A, B, C, zuccheri, fitosteroli, lipidi, mucillagini.

L’allicina e la garlicina possiedono un’efficace azione antibiotica.

Aglio
Aglio

L’Aglio è anche un ottimo medicamento

  • Per la sua azione antibatterica e antimicotica esso trova impiego come antisettico nelle infezioni delle vie aeree superiori e dell’apparato gastroenterico;
  • è di aiuto nelle affezioni catarrali in alcune forme di micosi del piede e dell’orecchio;
  • stimola la digestione;
  • favorisce la fluidificazione del sangue per la sua azione antiaggregante piastrinica;
  • è ipolipidemizzante, ovvero contrasta la formazione dei grassi e del colesterolo;
  • riduce la pressione sanguigna; è immunostimolante;
  • facilita la maturazione di foruncoli e ascessi;
  • è antielmintico (gli elminti sono una classe di vermi parassiti dell’intestino)
  • sostituisce l’ammoniaca in caso di punture di api e vespe;
  • è antiossidante ed è un chelante per le molecole di mercurio, piombo e cadmio;
  • svolge anche un’attività diuretica, il che giustificherebbe il suo effetto lievemente ipotensivo;
  • è un antiaterogeno (contrasta la formazione di placche nelle arterie), quindi esercita un effetto protettivo a livello cardiovascolare e di prevenzione nei confronti della malattia aterosclerotica.

Antichi usi

Fin dai tempi antichi l’aglio era considerato un potente vermifugo. I bulbi venivano pestati nel vino o nel brodo, oppure consumati con il pane per avere un effetto più rapido. Inoltre, i bulbi, mescolati all’olio di oliva erano considerati un eccellente rimedio per le scottature.

La pianta era già nota agli antichi Egizi. Si narra che una razione quotidiana di bulbi, somministrata agli operai che lavoravano alle piramidi aumentava la loro resistenza fisica.

I bulbi pestati erano usati per fare cataplasmi nei dolori reumatici, per eliminare calli e verruche, per maturare i foruncoli e gli ascessi. Questa tecnica è ancora oggi in uso.

Le nostre nonne mettevano gli spicchi nei punti di ingresso delle formiche, per tenerle lontane.

Nel passato si riteneva che la sua essenza preservasse dalle malattie infettive quali il colera, il tifo, la difterite, ecc. e dalle malattie influenzali.

Negli orti e in campagna i bulbi, unitamente ai semi di anice, venivano posti nelle tane delle talpe perché si riteneva che questo mix fosse un potente veleno per questi animali (mettere il link talpa di schede scuola).

La specie selvatica Allium ursinum cresce nei boschi in luoghi umidi ed è usata alla stessa maniera della specie Allium sativum.

Allium Ursinum
Allium Ursinum

In Omeopatia

Allium sativum si usa per persone che tendono ad eccedere nell’alimentazione, e il cibo di cui hanno abusato è la causa dei loro mali.

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(*) V. Note esplicative

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Basilico

Il Basilico, noto anche con il nome comune di Basilico da giardino, è una pianta annuale il cui nome botanico è Ocimum basilicum. La specie Ocimum basilicum appartiene alla famiglia delle Labiatae o Laminaceae ed è normalmente coltivata come pianta aromatica. La pianta ha steli quadrangolari, foglie ovali e appuntite dal forte profumo di chiodo di garofano; fiorisce nel periodo che va da giugno a settembre e i suoi fiori sono bianchi, piccoli, profumati. Il suo habitat è terreni ben drenati e soleggiati dell’Asia e dei paesi Mediterranei. Si coltiva negli orti o anche in vaso.

Basilico
Basilico
Le foglie fresche hanno un profumo e un sapore più intenso di quelle essiccate.

Sono state classificate circa 60 varietà e cultivar con un numero variabile di oli essenziali che conferiscono alla pianta il tipico profumo nelle diverse sfumature. L’aroma caratteristico della specie comune in Italia è dovuto all’eugenolo, sostanza chimica presente in grande quantità anche nei chiodi di garofano. Alcune varietà condividono, anche se in entità diverse, le sostanze che danno il tipico profumo al limone, alla menta, alla liquirizia o alla canfora.

Il Basilico è una pianta “mitologia” da un certo punto vista, giacché la mitologia greca cita la pianta come antidoto del basilisco o “re dei serpenti”. Il basilisco è il serpente con il potere di uccidere o pietrificare con un solo sguardo diretto negli occhi.

Ha proprietà antispasmodiche, antiinfiammatorie, sedative, stimolanti, stomachiche (utili in caso di inappetenza), carminative e diuretiche. Da alcuni studi è emerso che l’estratto di basilico possiede attività antiossidante ed è anche in grado di esercitare un’azione citotossica in diversi tipi di cellule tumorali. Il suo olio essenziale ha mostrato di possedere attività antibatterica, fungicida e repellente per gli insetti. Gli estratti dalla pianta allontanano le zanzare.

La pianta, fortemente aromatica, è largamente utilizzata nelle cucine italiane e asiatiche. Viene inoltre impiegata tradizionalmente in erboristeria e nella medicina popolare.

In erboristeria

Le foglie e le sommità fiorite vengono utilizzate in campo erboristico per preparare infusi ad azione sedativa, antispastica delle vie digerenti, stomachica, diuretica, antimicrobica, antinfiammatoria. Il basilico è utilizzato anche contro l’indigestione e come vermifugo, nonché come collutorio per l’igiene del cavo orale. L’inalazione di vapore, assoluto o con l’aggiunta di erbe aromatiche come eucalipto, menta piperita, timo, rosmarino, basilico, lavanda, ecc. aiuta contro il catarro: allevia il disturbo, ha un effetto decongestionante e fluidificante. I suffumigi aiutano nei casi di sinusite acuta o cronica.

Gli impacchi locali con foglie fresche di basilico, applicati sulla zona arrossata, placano le irritazioni cutanee; ma deve essere evitato sulle pelli sensibili e in gravidanza. Il profumo rinfresca la mente e stimola l’olfatto difettato.

L’olio essenziale contiene eucaliptolo ed eugenolo. È un tonico nervino e, diluito in oli vettori, è adoperato in massaggi per alleviare i dolori dovuti a stanchezza muscolare, quelli reumatici e quelli articolari; favorisce la cicatrizzazione delle ferite, aiuta nei casi di raffreddore ed è anche di utilità per la depressione. Nell’industria profumiera serve per la preparazione di alcuni profumi e saponi.

In medicina

Nella medicina popolare, al basilico si ascrive un’attività galattogena. Esso viene da sempre utilizzato anche per contrastare disturbi gastrointestinali come senso di pienezza e flatulenza, nonché per favorire la digestione, la diuresi e per stimolare l’appetito.

Le nostre nonne usavano il basilico contro la caduta dei capelli; in infusione con la camomilla, per riposare meglio; contro il mal di mare e il mal d’auto insieme a melissa, cannella e camomilla.

La medicina cinese usa il basilico per trattare le disfunzioni renali e i crampi allo stomaco.

La medicina indiana, invece, adopera il basilico per trattare una grande varietà di disturbi quali anoressia, artrite reumatoide, dolore alle orecchie, affezioni cutanee, amenorrea, dismenorrea, stati febbrili e malaria.

In omeopatia è usato per il trattamento di disturbi ansiosi, nausea e vomito, mal di movimento, spasmi intestinali, bronchite e tosse grassa.

Le informazioni riportate non sono consigli medici e i contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.

In cucina

Il sapore caldo e speziato delle foglie si combina bene con aglio, pomodori, zucchine e con la cucina mediterranea in genere; il basilico aromatizza condimenti, liquori, olio, aceto, minestre e la famosa salsa al pesto. Il vino preparato con le foglie è tonico, digestivo ed è anche antibatterico.

Tra le varietà più note ci sono

Ocimum basilicum

Citriodorum ha il profumo di limone. È una specie annuale con foglie verdi e fiori bianchi, delizioso nelle salse e con il pollo

Minimum detto anche basilico greco è un cespuglio compatto e rotondeggiante con un aroma di media intensità. Tollera un clima più freddo rispetto al basilico usuale.

Sanctum è una specie dalla base legnosa, sacra per gli induisti. Viene piantata intorno ai templi. Allontana le zanzare.

Purple Ruffles è una cultivar di colore rosso-viola scuro per contorni colorati e aromatici. Può essere adoperata come il basilico normale.

Purpureum ha foglie rosso-viola scuro e aroma non intenso, fiori rosso pallido. Inalando il suo profumo, specialmente l’olio, si stimola l’olfatto danneggiato da infezioni virali.

Morpha ha foglie che profumano come una miscela di spezie, aromatizza un’ampia gamma di piatti della Malesia e dell’India.

Anise è un esile pianta di basilico con steli scuri e foglie dal profumo di anice, con nervatura viola.

Cinnamomum il profumo di queste foglie, più simile alla cannella che al chiodo di garofano, è piacevole nei pot-pourri.

Crispum ha foglie grandi e succulente dal profumo intenso, adatte all’aglio, pomodori, peperoni, pesce, uova e anche pollo.

Ma alla stessa famiglia appartiene anche la specie Ocimum Gratissimum o basilico dell’India orientale.

E’una pianta simile al nostro basilico. È una specie cespugliosa dal profumo di limone con una base legnosa, steli ramificati e spighe fiorali con verticilli di fiori bianchi. Le foglie sono pendule, ovate e appuntite. È alta fino a 2,5 metri. Cresce nelle zone tropicali soleggiate dell’India e dell’Africa occidentale. Per il suo caratteristico e marcato profumo aromatizza pietanze nella cucina del Sud-est asiatico ed è venduto su larga scala, soprattutto nel Vietnam.

Basilico

Secondo la medicina popolare, in alcune località asiatiche, le foglie eduli stimolano l’appetito, alleviano il mal di schiena di natura reumatica, contrastano la diarrea, la tosse, il raffreddore e la pertosse, riducono la temperatura corporea favorendo la traspirazione. Il succo serve per curare gli occhi arrossati. Con le foglie della pianta alcuni popoli preparano anche una bevanda simile al tè.

Le foglie venivano un tempo considerate un depurativo per le malattie veneree. Costituivano un antidoto contro i morsi dei serpenti e, in applicazioni locali, erano di utilità per la scabbia e per la rogna.

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Alopecia Calvizie

Alopecia CalviziePer alopecia si intende la perdita di capelli o di peli in qualsiasi parte del corpo: quando si parla dei capelli viene comunemente chiamata calvizie. Esistono alopecie irreversibili (cicatriziali), dovute a malattie infiammatorie, ove si verifica la distruzione irreparabile del follicolo pilifero ed altre temporanee (non cicatriziali), ove si verifica una transitoria inibizione funzionale della papilla del pelo, con conseguente riduzione o rallentamento della crescita di capelli o peli. Appartengono a tale categoria l’alopecia androgenetica, l’alopecia areata, da denutrizione, da traumi psico-fisici (stress, shock emotivi, fenomeni depressivi), da trazione (per effetto di tensioni meccaniche ai capelli), post gravidica, iatrogena (da farmaci), ecc.

L’alopecia androgenetica, nota anche come “calvizie comune”, è la forma più frequente di diradamento progressivo del cuoio capelluto. Colpisce circa l’80% della popolazione maschile ed il 40-50% di quella femminile, in particolar modo dopo la menopausa. È tipica dell’età adulta e della senescenza. La maggiore incidenza degli uomini rispetto alle donne è dovuta alla doppia origine di tale alopecia, richiamata dai termini “andro” e “genetica”, ovvero, rispettivamente, da un eccesso di ormoni androgeni, tipicamente maschili (in particolare del DHT, diidrotestosterone, ormone dannoso per il follicolo pilifero) e da una predisposizione genetica dei follicoli piliferi a subire stimoli involutivi. Per i capelli si riduce progressivamente la fase anagen (di crescita) a favore della fase catagen (di involuzione) e della fase telogen (di riposo). L’alopecia androgenetica determina nell’uomo un progressivo diradamento dei capelli nella regione fronto-temporale ed al vertice del capo, invece nella donna soprattutto nel vertice e nella zona frontale, appena dietro l’attaccatura dei capelli. Il processo involutivo del bulbo pilifero procede lentamente fino alla completa ed irreversibile atrofizzazione. I trattamenti possono essere quindi dotati di una certa efficacia solo quando l’alopecia androgenetica si trova in uno stadio intermedio.

L’alopecia areata è una malattia cronica infiammatoria che colpisce i follicoli piliferi del cuoio capelluto e del resto del corpo. Interessa circa il 2% della popolazione mondiale, indifferentemente maschile o femminile, privilegiando le persone giovani. Si manifesta con chiazze prive di capelli (e/o di peli), specie nelle regioni temporali ed occipitali, di forma rotondeggiante od ovulare. Nei maschi interessa anche la barba. In genere (90% dei casi) i capelli tendono a ricrescere spontaneamente dopo un lungo periodo di tempo, ma la malattia piò recidivare. Le cause sono multifattoriali, con un’importante componente autoimmune e genetica. L’aggressione immunitaria inibisce la normale funzione del follicolo pilifero e quindi la crescita dei capelli (e/o dei peli).

Nel seguito si riportano i principali rimedi omeopatici che vengono spesso prescritti per il trattamento di un’alopecia o calvizie, con l’obiettivo sia di rallentare la caduta dei capelli e sia di favorirne la ricrescita, ovviamente laddove i follicoli piliferi non siano irrimediabilmente atrofizzati. Per ciascun rimedio si riporta una sintesi della relativa sintomatologia di copertura, ai fini della scelta migliore. Per tutti la diluizione è la «9CH», che solitamente si utilizza in ragione di 3-5 granuli pro-dose, 2-3 volte al dì, lontano dai pasti, salvo diversa prescrizione medica.

Si citeranno anche alcuni fitoterapici utili, tra cui i rimedi della nonna e suggerimenti sull’alimentazione che è consigliabile adottare.

N.B.: Rimedi, diluizioni, posologie, prodotti e preparati riportati nel presente articolo sono generici, impersonali, tra i più menzionati in letteratura, che hanno quindi solo carattere informativo e non intendono e non possono sostituire alcuna prescrizione medica specifica.Rimedi omeopatici Alopecia Calvizie

Principali rimedi omeopatici Alopecia Calvizie

Selenium: alopecia in soggetti esauriti sia psichicamente che fisicamente.

Fluoricum acidum: alopecia areata con capelli secchi, sfibrati e decolorati, la cui caduta peggiora con il caldo.

Thuya: il cuoio capelluto si presenta ricoperto da piccole squame bianche ed i capelli sono secchi e fragili.

Phosphoricum acidum: la perdita dei capelli si verifica in soggetti cresciuti troppo in fretta o esauriti da eccessivo lavoro, per dispiaceri o malattie.

Baryta carbonica: alopecia soprattutto dei giovani ed in particolare quando la perdita di capelli procede dal centro della testa.

Kali phosphoricum: alopecia conseguente a periodi di studio o di lavoro particolarmente impegnativi e prolungati.

Ignatia amara: caduta di capelli da shock psichico, come lutto o delusione amorosa.

Sepia: alopecia con eruzioni del cuoio capelluto, talvolta provocate da frustrazioni e situazioni conflittuali.

Anacardium orientale: alopecia in studenti che accusano depressione, disturbi della memoria, alterazioni comportamentali.

Thallium: capelli che cadono molto rapidamente.

Natrum muriaticum: abbondante caduta dei capelli, non appena questi vengono toccati, maggiormente sulla fronte e nella regione temporale.

Fitoterapici Alopecia Calvizie

Tinture madri di Pilocarpo, Garofano, Olmo: miscelare le tinture in parti uguali e usare in frizioni. Nelle alopecie con cute secca.

Tinture madri di Nasturzio, Bardana: miscelate le tinture in parti uguali e usare in frizioni. Nelle alopecie con forte presenza di forfora.

Tinture madri di Ortica, Olmo, Alchemilla: ciascuna da usare singolarmente per frizionare e massaggiare il cuoio capelluto.

Succo di Equiseto: da usare in frizioni. Se è presente seborrea.

Succo di Betulla: da usare in frizioni. Nelle alopecie diffuse.

Estratto di Serenoa repens: da utilizzare per frizioni sul cuoio capelluto.

Oli di Sesamo, Ginepro: ciascuno da usare singolarmente per massaggiare il cuoio capelluto prima dello shampoo, lasciando agire per qualche minuto. Del Ginepro è valido anche lo shampoo.

Semi di Lino: si lasciano riposare o bollire in acqua per ottenere un gel da applicare sui capelli e massaggiare il cuoio capelluto.

Radice di Liquirizia: si prepara un decotto forte per massaggiare il cuoio capelluto.

Oli essenziali di Timo, Rosmarino, Lavanda: ciascuno da usare singolarmente, dopo diluizione in acqua, per frizionare il cuoio capelluto.

Altri fitoterapici, di preparazione più casalinga, che vengono adoperati per combattere un’alopecia, sono riportati nell’articolo “Capelli a posto” della sezione del sito “Rimedi della nonna”.

Alimentazione

L’alimentazione consigliata è quella sana ed equilibrata, con il corretto apporto proteico e cibi ricchi di vitamine (in particolare del gruppo B, ma anche A, C, D, E), di oligoelementi (in particolare ferro, rame, manganese, magnesio, zinco, selenio, zolfo, iodio, litio), di acidi grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6 non ossidati dal calore), privilegiando il consumo di verdura in foglie, frutta poco zuccherina, pesce azzurro, legumi, cereali integrali, lievito di birra, tè verde e riducendo quello di grassi saturi, formaggi fermentati, dolciumi, alcool.

Burger di verdure

(*) V. Note esplicative

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W i segreti della nonna

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.com

Allontaniamo mosche e zanzare

• Per tenere lontane mosche e zanzare collochiamo in casa una pianta di Eucalyptus in vaso: da questo momento non ci saranno più insetti e quindi non più punture. L’Eucalipto infatti è ottimo per allontanare gli insetti e non è affatto tossico per l’uomo; inoltre è un disinfettante, aiuta a respirare meglio ed agisce da fortificante.

• Anche le foglie di basilico tengono lontane le zanzare.

• Il succo delle foglie di prezzemolo è altresì efficacissimo per allontanare zanzare ed insetti.

Stop al singhiozzo

• Per eliminare il singhiozzo assumere alcune gocce di aceto, da sole o su una zolletta di zucchero.

• Va bene anche inalare l’aroma rilasciato dai semi di anice scaldati a bagnomaria, dopo averli tritati e ridotti in polvere.

• Efficace altresì allo scopo è l’infuso di valeriana (15 g di foglie per 1 litro d’acqua bollente), di cui berne 3 bicchieri al dì.

• Si dimostra valido anche il vino di finocchio.

Per contrastare la balbuzie

• Può essere di valido aiuto per diminuire la balbuzie, l’assunzione dell’infuso di foglie e fiori di primula (2 – 3 g in 200 ml d’acqua bollente), alla dose di 1 tazza 2 – 3 volte al dì.

Contro il mal di mare ed il mal d’auto

• Per prevenire la nausea e tutti i malesseri tipici del mal di mare e del mal d’auto, è utile inalare dal fazzoletto qualche goccia di olio di menta piperita.

• Va bene anche annusare melissa, basilico, cannella, camomilla, a seconda delle preferenze.

• Per calmare la nausea, durante il viaggio si può assumere una tazza di infuso di semi di finocchio (1 cucchiaino in 200 ml d’acqua bollente), meglio se finocchio selvatico.

• In caso di vertigini si possono massaggiare dolcemente per alcuni minuti le fossette dietro i lobi delle orecchie; invece in caso di agitazione e inquietudine si possono stimolare i gomiti flessi.

• Qualche giorno prima di intraprendere il viaggio, si può bere una tazza mattino e sera dell’infuso di foglie di melissa e fiori di camomilla (1 cucchiaio della miscela a parti uguali in 1 tazza d’acqua bollente). E’ un’ottima prevenzione.

• Le foglie sbriciolate di angelica poste all’interno dell’automobile riducono il mal d’auto.

Come preparare una birra casalinga

La nonna ci tramanda una vecchia ricetta con cui si può preparare in casa un’ottima birra, molto economica, rinfrescante, diuretica, piacevole e sanissima, utilizzando la radice (rizoma) della gramigna. Si mettono in un tino di una certa capacità 5 kg di radici di gramigna sminuzzate, ben pulite e ben lavate, su cui si versa un po’ alla volta tanta acqua tiepida quanto basta perché siano sempre nello stesso stato di umidità. Dopo 3 giorni circa si vedono formare dei piccoli germogli biancastri. Quando questi germogli sono lunghi circa 1 cm, si pone il tutto in una damigiana con imboccatura larga, della capacità di circa 25 litri, si aggiungono 2,5 kg di zucchero, 1,5 kg di bacche di ginepro schiacciate e 75 g di lievito di birra. Quindi si versano 4 litri di acqua bollente, si agita energicamente con un bastone introdotto dall’apertura della damigiana e si lascia riposare una settimana. Di tanto in tanto si aggiunge un po’ d’acqua, bollita precedentemente, per compensare quella che si perde. Quindi si filtra e si travasa in un nuovo contenitore ben pulito, dopodiché la birra è pronta per l’uso.

 

Come preparare un ottimo maraschino

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Il maraschino è un liquore che deve il suo nome alle marasche, varietà di amarene originaria della Croazia e più precisamente della Dalmazia. E’ detto anche “rosolio di Zara” poiché in questa città ebbe inizio la produzione fin dal lontano medioevo. La nonna lo preparava così. Mettere in un recipiente con coperchio i noccioli di marasche (in mancanza si possono utilizzare le amarene nostrane), coprirli di alcool puro per alimenti e lasciarli macerare al buio per circa 3 mesi. Quindi filtrare l’alcool. Preparare uno sciroppo con acqua sterilizzata tiepida e zucchero in uguali quantità, a loro volta uguali alla quantità di alcool. Amalgamare bene, lasciar raffreddare e aggiungere l’alcool di cui in precedenza. Filtrare e imbottigliare. Dopo un paio di giorni filtrare di nuovo e ripetere tale operazione finché il liquore non diventa limpido.

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Come preparare ottimi digestivi

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La nonna amava preparare questo liquore alle prugne buonissimo ed ottimo digestivo. In un recipiente si fanno cuocere 30 – 40 prugne ridotte in pezzi (senza buccia e senza nocciolo) con 5 litri di buon vino bianco; dopo circa 20 min si toglie dal fuoco e si aggiungono 5 g di cannella frammentata; si fa macerare il tutto, per 3 – 4 giorni, in un recipiente coperto; quindi si filtra, si aggiunge 1 kg di zucchero e si fa bollire di nuovo per pochi minuti; si lascia raffreddare; infine si versa 1 litro d’alcool per alimenti, possibilmente a 90°, e si conserva in una bottiglia ben tappata.

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Digestivo alle ciliegie. Lavare, asciugare e privare del peduncolo 1 kg di ciliegie. Schiacciarle e porle con il loro nocciolo in un recipiente di coccio. Lasciarle asciugare all’aria per 3 – 4 giorni e quindi aggiungere 250 g di zucchero e 2 litri di alcool a 60° (1 litro e 1/4 di alcool per alimenti a 95° + 3/4 di litro d’acqua bollita e raffreddata). Lasciar fermentare in un luogo fresco e buio (sarebbe ideale la cantina) per almeno 1 mese. Filtrare e conservare in bottiglie con tappo.

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Ratafià di ipericoRatafià di iperico, ottimo aperitivo e digestivo (stimola l’appetito, facilita la digestione, impedisce l’acidità di stomaco, ecc.). Si mettono a macerare, per circa 15 giorni, in una bottiglia ben chiusa, 2 litri di acquavite e 30 g di fiori secchi di iperico con 2 limoni tagliati. Si filtra, comprimendo bene il residuo, si aggiungono 150 g di zucchero e si imbottiglia per la conservazione.

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Sciroppo liquoroso di noce, efficacissimo per favorire la digestione, per eliminare i gas intestinali, per lenire il mal di testa conseguente a pesantezza digestiva. Togliere il mallo a 50 noci fresche e porle in un recipiente di coccio insieme a 2 litri di buona acquavite, 1 g di cannella, 1 g di chiodi di garofano, 1 g di macis (nome commerciale dell’involucro carnoso, arillo, che avvolge il seme della noce moscata, di colore rosso da fresco, giallo da secco). Dopo un mese circa di macerazione, si filtra e si aggiunge uno sciroppo costituito da 1 litro di acqua bollita in cui si scioglie zucchero a piacere, fino ad un massimo di 1 kg. Si mescola il tutto e si versa in una bottiglia con tappo per la conservazione e per l’uso.

Altre ottime preparazioni casalinghe

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Come preparare l’acqua di melissa. Far cuocere per 5 min in 500 ml d’acqua 25 g di foglie di melissa, cui si aggiungono 5 g di ciascuna delle seguenti piante: scorza di limone grattugiata, chiodi di garofano, cannella, noce moscata. Si aggiunge poi 500 ml di buona acquavite. Si pone il tutto in un recipiente di vetro ben chiuso e si espone al sole o in un luogo caldo. Dopo 4 settimane si filtra e si conserva in bottiglia ben tappata. Se ne prende 1 cucchiaino da caffè, in poca acqua, prima dei pasti nei casi di problemi di stomaco, nelle debolezze nervose, nei disturbi del cuore di origine nervosa, nella nevrastenia, nei vomiti nervosi, nella malinconia, nei disturbi del ventre e delle regole, nei dolori uterini.

Aglio - image  on https://rimediomeopatici.comCome preparare una crema di alchemilla. La nonna la usava moltissimo perché ne apprezzava le molteplici virtù e ne teneva in casa sempre una scorta. Oggi alle creme di questa pianta si riconoscono diverse proprietà terapeutiche, come quelle di curare e lenire le infiammazioni e le irritazioni cutanee, di donare tonicità ed elasticità alla pelle, di idratare, di cicatrizzare, di normalizzare l’eccessiva produzione sebacea ed altro ancora. La  nonna la preparava così. Si prendono 2 g di estratto fluido di alchemilla (la comune tintura madre), 12 g di idrolato di rosa (costituisce la parte acquosa della crema e oltre a dare la profumazione aiuta a donare tonicità alla pelle), 10 g di lanolina e 30 g di vasellina, che costituiscono la base grassa (eccipiente). Si sciolgono la lanolina e la vasellina in un contenitore scaldato a bagnomaria. Si aggiungono l’idrolato di rosa e l’estratto fluido di alchemilla e si fa bollire il tutto a fuoco lento per pochi minuti, mescolando continuamente per evitare che si attacchi. Prima che il composto si raffreddi si versa in vasetti non trasparenti con coperchio per la conservazione ed il successivo uso.

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Come preparare un’acqua di colonia, ottima per la toilette. Mettere a macerare, per 15 giorni, 15 g di sommità fiorite di lavanda in 200 ml di alcool a 80° (167 ml di alcool per alimenti a 95° + 33 ml d’acqua bollita e raffreddata). Dopo si filtra, comprimendo bene il residuo, e si aggiungono 1 g di essenza (sinonimo di olio essenziale) di limone, 1 g di essenza di cedro, 1,5 g di essenza di bergamotto, 0,5 g di essenza di rosmarino, 1 g di essenza di neroli (olio essenziale dei fiori di arancio amaro), 1 g di tintura di benzoino, 3 g di alcolato di melissa. Si versa in una bottiglietta con coperchio per la conservazione e l’uso.

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Per preparare un unguento alla salvia, macerare un pugno di foglie fresche di salvia sminuzzate in 1/2 litro di alcool per 24 ore. Filtrare e mescolare con 500 g di burro sciolto, o strutto o altro grasso. Amalgamare bene e utilizzare l’unguento per frizioni locali. E’ un ottimo antisettico e cicatrizzante.

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Per preparare un unguento di calendula occorre il succo fresco della pianta o delle sue foglie e, nella proporzione 1:6, burro fresco, o strutto, o altra sostanza grassa. Il tutto si fa amalgamare con una cottura a bagnomaria. Le applicazioni locali di tale unguento sono utili per lesioni cutanee, piaghe, punture d’insetti, calli, funghi, vene varicose.

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Il decotto di crusca di grano, che si prepara facendo bollire un pugno di crusca in acqua per 3/4 d’ora, è un cibo leggero e molto nutriente per anziani, fanciulli e convalescenti. Un tempo veniva dato, addolcito con poco miele o zucchero e fatto cuocere per un altro quarto d’ora, alle persone debole e malaticce, alla dose di 1/2 litro al dì, da solo o con il pane (a zuppa).

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Un vino alla quercia è una bevanda tonica ed indicata per chi soffre di incontinenza urinaria. Si prepara mettendo a macerare, per 3 – 4 giorni, 30 – 60 g di corteccia di giovani rami di quercia ridotti in frammenti in 1 litro di vino rosso. Si filtra e si assume alla dose di 1 bicchierino prima dei pasti.

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Invece con le ghiande di quercia è possibile preparare una bevanda sia nutriente che tonica per lo stomaco e per l’intestino. Si prendono 10 – 15 g di ghiande secche o torrefatte e si mettono a bollire, per 15 – 20 min, in 1 litro d’acqua o di latte. Si può aggiungere una piccola dose (un cucchiaino) di orzo leggermente abbrustolito e macinato. Le ghiande prima della torrefazione devono essere private della buccia. La bevanda di ghiande di quercia è un alimento di prim’ordine per i convalescenti.

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Un vino di noce è tonico, depurativo e stomachico, nonché vermifugo. Macerare 50 – 60 g di foglie fresche di noce finemente tritate in 1 litro di vino bianco, per 3 – 4 giorni. Filtrare e assumerne 2 – 3 cucchiai 2 volte al dì prima dei pasti principali.

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Come preparare una conserva di rose, utilizzando rose rosse non completamente sbocciate. Togliere ai petali l’unghia (punta inferiore bianca del petalo), macinarli in un mortaio insieme al triplo del loro peso di zucchero ed a tanto idrolato di rosa da ottenere una pasta della consistenza del miele. Assumere alla dose di 50 –100 g al dì. Rinforza i polmoni.

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Con i ricettacoli delle rose si prepara invece la marmellata. Si passano questi al setaccio e si mettono a bollire in poca acqua, schiumando di tanto in tanto, finché non diventano filamentosi. Si aggiunge una uguale quantità di zucchero e si lascia cuocere fino alla consistenza desiderata. Si versa subito in vasetti sterilizzati muniti di chiusura ermetica e si conserva in luogo fresco e buio.

Lo sapete che …

• Per eliminare il sapore della cipolla, basta masticare del caffè in polvere o in chicchi.

• Mangiare le fragole aiuta a sciogliere il tartaro dei denti.

• Per tenere lontani i topi basta mettere nei luoghi a rischio una pianta di ruta, che emana un odore a loro sgradevole.

• La saponaria è una pianta che contiene un glucoside, la saponina, che si trova in tutte le parti della pianta e che agitata in acqua la rende spumosa come fa il sapone; perciò il suo decotto era usato per sbiancare e smacchiare tessuti di seta, di lana e merletti.

• La cottura delle piante nel vino ne aumenta l’efficacia terapeutica. Anticamente venivano messe nel mosto in fermentazione mazzi di piante diverse, sì da avere vini con proprietà medicinali diverse. A mosto fermentato venivano tolte le parti vegetali e quindi si procedeva nella solita maniera per ottenere il vino. Esistevano così vini di salvia, rosmarino, assenzio, finocchio, anice, sambuco, gramigna, ecc. Questi vini medicamentosi servivano per trattare le stesse malattie curate dalle piante che vi si immettevano.

• I fiori del carciofo coagulano il latte.

• Con l’acqua dei fiori d’arancio si prepara il cosiddetto latte di gallina, che è ottimo per le affezioni respiratorie e come nutrimento che giova agli ammalati. Si sbattono 1 o 2 tuorli d’uova fresche in un po’ di latte zuccherato e si aggiunge un po’ di acqua di fiori d’arancio.

• Se si deve prendere olio di ricino oppure olio di fegato di merluzzo, si può masticare prima un po’ di scorza d’arancia per rendere più gradevole l’assunzione.

• Il sale di acetosella (che si estrae dalle foglie della pianta), sciolto in acqua, è ottimo per togliere le macchie difficili da tessuti, legno, ecc.

• Per preparare un’ottima polvere dentifricia che mantiene i denti bianchi e lucidi, aromatizza la bocca e rinforza le gengive, mescolare uguali quantità di semi di anice ridotti in polvere con polvere di carbone di pioppo o di china grigia.

• L’unghia bianca dei petali di rosa ha proprietà astringenti, mentre il lembo ha proprietà lassative.

• I semi di girasole, torrefatti e macinati, consentono di preparare un caffè utile nei casi di emicrania.

• Le foglie del noce hanno un’azione parassiticida.

• Con le patate raschiate e riscaldate lentamente si forma una pasta che è una specie di sapone usato in passato per dare biancore e splendore alla biancheria.

• Il mosto d’uva combatte la stitichezza.

• I vecchi medici prescrivevano il bagno di ginepro ai malati di gotta.

• Un tempo era consuetudine, specie in Inghilterra e Svezia, fumare le foglie di farfaro a guisa di sigaro, nei casi di tosse e asma.

• Il crescione è un antidoto della nicotina. Tale pianta si usa sempre cruda perché cotta perde le sue proprietà curative. Inoltre è un vermifugo ed è controindicato per le donne incinte.

• I semi e le foglie fresche dell’ortica, ridotte in piccoli frammenti, mescolati con cibo delle galline e delle oche, stimolano la produzione delle uova. Inoltre le foglie di ortica, sia fresche che secche, sono un ottimo foraggio per il bestiame, come mucche e pecore, ed aumentano la produzione di latte.

• Il rizoma del rabarbaro rimuove le macchie di ruggine e disincrosta le padelle. Usato fresco è utile per pulire l’ottone.

• Il succo delle foglie di acetosa toglie le macchie di ruggine, di muffa, di inchiostro da lenzuola, da mobili di vimini e da argento.

• L’acqua di cottura dei fagiolini ravviva i tessuti di lana.

• L’acqua di cottura delle patate pulisce l’argento e restituisce brillantezza alla lana ed al cuoio.

• Se vicino alle rose si coltiva del prezzemolo, questo ne migliora il profumo e la salute.

• L’olio essenziale di origano è un potente antisettico, adatto a disinfettare gli ambienti in cui si soggiorna.

• La regola generale per impostare correttamente la temperatura del forno per la cottura dei dolci è la seguente: quanto più zucchero contiene l’impasto, tanto più bassa deve essere la temperatura.

• Per eliminare dalla bistecchiera l’odore dei cibi cucinati, basta strofinarvi a caldo una manciata di farina gialla e poi sciacquare sotto l’acqua corrente.

• La cenere del camino, opportunamente vagliata, può essere utilizzata per pulire e lucidare l’acciaio, come piani cottura, lavelli, pentole, stoviglie, rubinetteria, ecc. Se ne pone una piccola quantità su una spugnetta umida, si passa sugli oggetti e poi si sciacqua.

• Per decongestionare le palpebre gonfie ed arrossate a causa della stanchezza, vi si applica sopra una fetta di patata cruda per circa mezz’ora.

• Per eliminare il giallo dai denti o certe altre macchie antiestetiche, si spazzolano i denti con lo spazzolino su cui si è apposto un pizzico di bicarbonato.

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Alloro

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DESCRIZIONE DELLA PIANTA

L’Alloro o Lauro è una pianta aromatica, sempreverde e spontanea, il cui nome scientifico è Laurus nobilis, usata a scopo ornamentale ed in cucina per insaporire alcuni cibi, ma anche per le sue notevoli proprietà terapeutiche. Appartiene alla famiglia delle Lauraceae e fu introdotto in Europa dall’Asia Minore. Oggi è una delle piante più diffuse e tipiche della Macchia mediterranea. Le foglie si raccolgono durante tutto l’anno, anche se il periodo migliore è la primavera. Sia le foglie che le bacche (che invece si raccolgono in autunno) si possono essiccare, ponendole in un luogo asciutto e ventilato ma soprattutto buio e si conservano poi in un recipiente chiuso ermeticamente. La pianta ha foglie allungate di color verde scuro e dal bordo ondulato e fiori giallognoli, riuniti in ombrelle situate alla base delle foglie, che spuntano in primavera. Le bacche, presenti solo nella pianta femminile, sono di colore nero-violaceo (quando sono mature), di forma ovoidale e contengono un seme.

 

PROPRIETA’

Le bacche e le foglie contengono grassi polinsaturi, resine, tannini, sostanze amare e sono particolarmente ricche di oli essenziali (in maggiore concentrazione nelle bacche) responsabili della fragranza aromatica dell’alloro e che conferiscono alla pianta proprietà aperitive, digestive, carminative, stimolanti, toniche, calmanti, antipiretiche, diuretiche, leggermente antisettiche e antispastiche, espettoranti, anticatarrali, emostatiche, emmenagoghe, astringenti, vasoprotettrici, sudorifere e la rendono benefica ed utile nei casi di dolori reumatici, di strappi muscolari, di distorsioni, indigestione ed affaticamento, per la cura del sistema nervoso, della tosse e come coadiuvante nei casi di bronchite.

L’azione principale dell’alloro è però quella relativa all’apparato digerente, infatti si dimostra un vero e proprio toccasana per quanto riguarda lo stomaco, dal momento che è in grado di svolgere una fondamentale attività benefica poiché migliora la digestione e svolge un’azione riequilibrante, calmante dei dolori, tonificante e protettiva nei confronti della mucosa gastrica.

Quindi, fondamentalmente, l’alloro si rivela molto utile nel favorire la funzione digestiva e nello stimolare di riflesso l’appetito, esplicando inoltre una valida azione depurativa e carminativa, ma anche antispastica, sudorifera, espettorante e antisettica. Grazie alla sua attività emmenagoga è in grado altresì di regolare il ciclo mestruale delle donne ed è anche consigliato contro l’affaticamento per la sua azione tonica, ma nello stesso tempo riesce a combattere l’insonnia perché si rivela un blando sonnifero.

L’alloro si usa per preparare tisane corroboranti, infusi, decotti, oli e unguenti, creme, saponi, detergenti e profumi o trattato con alcool per ricavarne un profumato e aromatico liquore dalle proprietà digestive. Anche l’estratto secco di foglie e/o bacche conserva tutte le proprietà benefiche della pianta. In cucina diventa uno degli aromi più apprezzati per la capacità di conferire alle pietanze un sapore unico ed inconfondibile.

L’olio essenziale è valido contro contusioni, dolori reumatici, psoriasi, alopecia. I suoi usi valgono persino per gli animali domestici, infatti qualche goccia di tintura oleosa sparsa sul pelo terrà lontano gli insetti.

Le foglie sono un ottimo rimedio casalingo per allontanare le tarme dagli armadi (ottime sostitute della canfora e più profumate) o da mettere nelle tasche degli abiti da conservare al cambio di stagione.

Fin dall’antichità l’alloro è stato assunto come simbolo della gloria, tant’è che si soleva cingere con corone di alloro il capo dei vincitori di guerre, degli imperatori e dei grandi poeti. Le corone di alloro venivano impiegate anche nelle cerimonie religiose e spesso utilizzate da pittori e scultori come simbolo iconografico di prestigio e magnificenza per uomini illustri.

Nel passato l’Alloro veniva usato come rimedio contro la peste.

USO TERAPEUTICO

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Infuso benefico (foglie di Alloro)

Sminuzzare le foglie secche di alloro in una tazza di acqua bollente, lasciare agire 10 minuti e filtrare spremendo bene il residuo. Dolcificare a piacere con zucchero o miele. Si ottiene così un ottimo infuso che, bevuto caldo prima di coricarsi, fa sudare abbondantemente riuscendo a contrastare raffreddori ed influenza. Sorseggiato dopo i pasti, o durante la giornata, rinforza lo stomaco, eccita l’appetito, facilita la digestione e concorre ad eliminare i gas intestinali che provocano meteorismo e flatulenza. L’infuso vince altresì la stanchezza e l’insonnia, specialmente se assunto prima di coricarsi.

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Infuso digestivo (foglie di Alloro, fiori di camomilla, foglie di malva, semi di anice)

Tritare le foglie, mischiarle ai fiori ed ai semi e versarne un cucchiaino da tè in una tazza di acqua bollente. Lasciare agire 5 minuti, filtrare e dolcificare prima di bere. Essendo un infuso che favorisce la digestione si consiglia di berlo dopo i pasti.

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Decotto contro l’affaticamento (foglie di Alloro)

Bollire per 5 minuti le foglie. Coprire il recipiente e lasciare riposare per altri 10 minuti. Filtrare, dolcificare con zucchero o miele e berne 2-3 tazze al giorno.

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Decotto oleoso per uso esterno (bacche di Alloro)

Una buona manciata di bacche fatte bollire a lungo in acqua non molto abbondante, danno un decotto oleoso di alloro che, applicato con impacchi, serve quale ottimo emostatico, astringente e rinforzante dei capillari sanguigni.

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Polvere contro influenza e raffreddore (bacche di Alloro)

La polvere ottenuta dalle bacche perfettamente essiccate, presa nella dose di un cucchiaino da caffè al giorno, è un rimedio efficace contro l’influenza e i raffreddori.

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Olio laurino per massaggi (bacche di Alloro, olio extravergine d’oliva)

Chiamato anche Olio di alloro, si ottiene con una grossa manciata di bacche pestate e fatte macerare per 3-4 settimane in olio extravergine d’oliva fino a coprire, quindi spremere e filtrare il tutto. Si utilizza per massaggi che servono a lenire gli spasmi reumatici o per facilitare la ripresa dell’uso delle articolazioni dopo ingessature o traumi di varia natura se frizionato adeguatamente sulle parti interessate alcune volte al giorno. Inoltre massaggiato sul ventre svolge un’azione rilassante sulla muscolatura liscia del sistema gastroenterico. E’anche un efficace rimedio per rinforzare i capelli e prevenirne la caduta; infatti. se usato con regolarità e costanza per massaggiare il cuoio capelluto, stimola la microcircolazione, favorendo l’ossigenazione e il nutrimento dei tessuti, contrastando quindi l’alopecia. Utile altresì per l’alopecia è una miscela costituita da olio di alloro, olio di garofano e spirito di lavanda.

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Olio essenziale di alloro per stomaco e intestino (da foglie di Alloro)

2 gocce di olio essenziale di alloro, che si estrae dalle foglie per distillazione in corrente di vapore, su una zolletta di zucchero o in un cucchiaino di miele sono un rimedio eccellente per le convulsioni, le coliche, le debolezze di stomaco, l’intestino irritabile e l’eliminazione dei fastidiosi gas intestinali. Assunto dopo i pasti, aiuta la digestione e calma i dolori di stomaco.

ATTENZIONE però all’uso degli oli essenziali, che devono essere adoperati con estrema cautela e moderazione (solo qualche goccia), in quanto, essendo una miscela complessa e concentrata di sostanze chimiche, hanno un basso indice terapeutico (rapporto tra dose massima tollerata e dose minima efficace), per cui anche piccoli aumenti del dosaggio possono produrre fenomeni indesiderabili.

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Unguento laurino (burro di Alloro, strutto)

Si ricava cuocendo in acqua, fino a coprire, per circa 30 minuti una certa quantità di bacche di alloro dopo averle frantumate; si lascia raffreddare e si raccoglie la sostanza oleosa (burro di alloro) che si forma in superficie; ad essa si aggiunge un ugual peso di strutto di maiale; infine si amalgama fino ad ottenere una pomata omogenea. L’unguento così preparato viene conservato in vaso ed utilizzato all’occorrenza per i massaggi. Ha un’azione calmante, tonica, analgesica e curativa nei casi di dolori reumatici e articolari, contusioni, torcicolli, ecc.

La sostanza oleosa di cui in precedenza, ottenuta come detto dalla bollitura in acqua delle bacche di alloro frantumate, la si può ottenere anche dalla spremitura a freddo delle bacche stesse, stavolta preferibilmente fresche; in tal caso però la resa è inferiore. Tale sostanza oleosa ha una consistenza butirrosa e per questo è chiamata “burro di alloro”; possiede il classico aroma dell’alloro, con sentori amari ed una colorazione verdastra.

USO ALIMENTARE

Le foglie di alloro trovano in cucina molteplici usi, grazie al profumo caratteristico ed al sapore molto particolare, per cui costituiscono un ingrediente importante della cucina europea e mediterranea in particolare. Ad esempio si adoperano per aromatizzare pietanze a base di carne quali gli stufati e gli arrosti, o a base di pesce, per le minestre, ma anche per patate, legumi e cereali, sughi vari, castagne, ecc.

Le foglie non perdono mai il loro aroma anche dopo la cottura. Possono essere adoperate sia fresche che secche, a seconda della pietanza, tenendo conto che le foglie essiccate hanno meno pronunciato il caratteristico gusto amaro.

Le foglie di alloro sono usate anche per la composizione di alcuni aceti aromatici, mentre le bacche per aromatizzare alcune birre inglesi.

Un’antica ricetta contadina, che impiega l’alloro come aroma principale, consente di recuperare il pane raffermo cucinando una zuppa molto gustosa e nutriente, adatta anche ai bambini.

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Pane cotto (pane raffermo, foglie di Alloro, pomodoro, aglio, olio extravergine d’oliva, sale, acqua)

Dorare lo spicchio d’aglio nell’olio ed eliminarlo, aggiungere l’acqua, le foglie di alloro, il pomodoro ed il sale. Portare all’ebollizione ed aggiungere il pane tagliato a tocchetti grossi. Cuocere per circa 20 minuti e servire caldo. Se ne può cambiare la consistenza aumentando o diminuendo la quantità di pane e/o di acqua.

Si può ottenere un delizioso liquore profumato, aromatico e dalle proprietà digestive mettendo a macerare le foglie e/o le bacche di alloro nell’alcool. Il liquore così prodotto è chiamato il Laurino. Una possibile ricetta risulta essere la seguente.

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Liquore laurino

In un capiente barattolo di vetro, munito di chiusura ermetica, mettere a macerare nell’alcool per 10 giorni 30 foglie fresche di alloro, dopo averle lavate ed asciugate. Tenere in un luogo al chiuso ed agitare di tanto in tanto. Preparare quindi lo sciroppo con l’acqua, lo zucchero e le restanti 10 foglie di alloro, facendo bollire a fuoco moderato per 10 minuti. Lasciare raffreddare, filtrare ed unire all’alcool già filtrato. Imbottigliare, tappare e conservare per almeno 1 mese in luogo chiuso e fresco.

USO COSMETICO

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Decotto per bagno anti-stress (foglie di Alloro)

Sminuzzare le foglie e lasciarle bollire in acqua per 1/4 d’ora, filtrare e spremere il residuo, versare nella vasca e rimanervi per almeno 1/4 d’ora. Dopo stendersi 10 minuti sul letto. E’ rilassante e deodorante. Lo stesso decotto aggiunto ai pediluvi, facilita il sonno e combatte i cattivi odori dei piedi.

In cosmetica il burro di alloro o l’olio di alloro (olio laurino) vengono usati per saponificare, rilasciando una caratteristica colorazione verdastra ed il tipico aroma. I saponi a base di alloro sono validissimi per la cura del corpo, grazie alla loro azione antisettica, purificante, lenitiva e idratante. Altrettanto dicasi per detergenti e creme.

L’alloro è anche utilizzato per la produzione di profumi e di acque profumate che riescono a donare un ottimo senso di freschezza.

Può essere altresì adoperato in diffusione ambientale per concorrere ad eliminare e tenere lontano gli insetti, oltre a rendere l’aria gradevolmente profumata; basta 1 goccia di olio essenziale di alloro, da mettere nell’apposito diffusore, per ogni mq di ambiente da trattare.

Il più noto dei saponi a base di alloro è il Sapone di Aleppo, il cui nome deriva dalla città di Aleppo in Siria ove anticamente è iniziata la produzione. E’ un sapone naturale, biodegradabile al 100%, senza additivi artificiali e Aglio - image  on https://rimediomeopatici.comconservanti. Ancora oggi è prodotto dall’industria cosmetica seguendo la ricetta tradizionale. Gli ingredienti sono: olio di oliva, soda caustica (idrossido di sodio NaOH) e olio di alloro (V. ricetta precedente). L’olio di oliva viene cotto lentamente per alcuni giorni aggiungendo la soda caustica per la saponificazione. Al termine della cottura, durante il raffreddamento, si aggiunge l’olio di alloro. Il sapone, che è ancora di colore verde, viene quindi colato negli stampi e lasciato essiccare per un anno intero, al termine del quale la colorazione diventa di un verde dorato. Il minore o maggiore pregio del sapone dipende dalla percentuale di olio di alloro contenuta, che in genere varia dal 5 al 60%.

Il Sapone di Aleppo non contenendo tensioattivi aggressivi e fragranze di sintesi, è particolarmente adatto per le pelli delicate e per chi è allergico ai profumi. Ha proprietà lenitive, antisettiche, antiossidanti, nutritive, idratanti ed emollienti. Si rivela un ottimo detergente per il viso, ove se lasciato agire per alcuni minuti diventa una vera e propria maschera di bellezza. Si può adoperare anche come struccante per le donne e come sapone da barba per la rasatura degli uomini.

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