Sommario:
◊ TM di Elicriso o Helichrysum italicum
◊ TM di Equiseto o Equisetum arvense
Tintura Madre di ELICRISO o HELICHRYSUM ITALICUM
Elicriso o Helichrysum italicum è una pianta arbustiva perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Originaria dell’Europa meridionale, è tipica della macchia mediterranea, in quanto predilige i luoghi secchi e rocciosi, in riva al mare. In Italia è diffusa quasi ovunque. Ha fusti alti fino a 30 cm, senza rami e fiorisce per tutta l’estate. La pianta è ricoperta da una peluria biancastra che emana un profumo caratteristico e per questo è molto utilizzata anche in profumeria.
Preparazione
Per la “droga” si utilizzano le sommità fiorite.
La Tintura Madre (TM) si prepara con un rapporto in peso droga:solvente di 1:10 e con una gradazione alcolica della soluzione idroalcolica di 25°.
Proprietà
Azione ANTINFIAMMATORIA, ANTIALLERGICA, BALSAMICA ed ESPETTORANTE, ANTIREUMATICA, DIURETICA, DERMOPROTETTIVA, EPATOPROTETTIVA, FIBRINOLITICA (anticoagulante).
Utilizzo
E’ usata spesso contro bronchiti, asma, gotta, disturbi epatici e circolatori (varici ed emorroidi).
Per uso esterno (impacchi, compresse) è impiegata con buoni risultati nella cura delle ferite, delle dermatiti allergiche e dei geloni.
Dosi
Per uso esterno secondo necessità. Per uso orale 20 gocce, 3 – 4 volte al dì. In tal caso la posologia max giornaliera è di 6 ml (circa 120 gocce).
(*) V. Note esplicative
Tintura Madre di EQUISETO o EQUISETUM ARVENSE
Equiseto o Equisetum arvense (comunemente detta “coda cavallina”) è una pianta erbacea perenne senza fiori appartenente alla famiglia delle Equisetaceae. E’ tra gli organismi più antichi della terra ed è molto diffusa in Europa. In Italia vive sull’arco alpino. Ha rami fertili portanti le spore e rami sterili. Entrambi nascono dal rizoma. In primavera i rami fertili muoiono, appena avvenuta la disseminazione delle spore, quelli sterili invece rimangono per i restanti mesi dell’anno.
Preparazione
Per la “droga” si usano i rami sterili verdi, la cui raccolta si effettua o in marzo ed aprile o tra settembre e ottobre. Si raccolgono solo le parti più giovani, che sono quelle più chiare, meno verdi.
La TM si prepara con rapporto in peso droga:solvente di 1:5 e titolo alcolico della soluzione idroalcolica di 25°.
Proprietà
Azione DIURETICA, EMOLLIENTE, ASTRINGENTE (riduce l’evacuazione intestinale e le secrezioni nelle forme infiammatorie della pelle o delle mucose), DEPURATIVA, CICATRIZZANTE, RIMINERALIZZANTE.
Utilizzo
E’ usata per i disturbi dovuti a infiammazione ed ipertrofia (aumento di volume) della ghiandola prostatica, con ottimi risultati. Come anestetico nei flussi emorroidali e uterini, nonché nella incontinenza urinaria, oltre che nelle enuresi infantili (emissione involontaria e incosciente di urine, solitamente durante il sonno, di bambini oltre i 5 anni di età), nelle uretriti e nelle cistiti con ematuria (presenza di sangue nelle urine). Risulta particolarmente attiva sull’apparato genito-urinario.
Dosi
La dose spesso consigliata è di 40 gocce, 3 – 4 volte al dì, lontano dai pasti. La dose max giornaliera è di 10 ml (circa 200 gocce).
(*) V. Note esplicative
Maria dice
Buongiorno dott.Rita
il mio medico mi ha prescritto tintura madre di equisetum arverse per le smagliature che ho presente sul tutto il corpo,mi dice che questo mi succede per mancanza di silicio.Devo prenderne 50 gocce al giorno per sempre lei cosa ne pensa volevo un suo parere,GRAZIE
Buona giornata
Maria
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Maria, l’Equiseto arvense è noto soprattutto per le proprietà antinfiammatorie, antibatteriche, antimicrobiche, antiossidanti e astringenti. Per il suo alto contenuto in silice e minerali, possiede anche un’attività diuretica e rimineralizzante, in particolare per il tessuto osseo. Viene adoperato anche nel trattamento coadiuvante delle smagliature cutanee, grazie alle proprietà rassodanti, elasticizzanti e leviganti, dove si dimostra piuttosto utile. Cordiali saluti.
Marco dice
Gentile Rita,
questa volta, nel dare il meglio di se stessa nella sua più che esauriente risposta (…alors chapeau vraiment Madame….), si è scordata di leggere il link che le ho postato riguardo a Serum Equi. Mi auguro che possa con calma trovare il tempo per dargli una letta.
Nel contempo mi ripropongo di “ruminare” lentamente la sua risposta, cosa che farò certamente nei prossimi giorni…prima di rispondere.
La ringrazio per l’impegno e le auguro una buona serata.
Marco
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Marco, è solo un dettaglio, meno interessante di tutto il resto. Il Serum equi, che è un bioterapico, si spiega da sé, dal suo nome latino, che significa siero di cavallo. Infatti il rimedio omeopatico, scritto così com’è senza ulteriori denominazioni, si ottiene dal siero del sangue di cavallo e fa da contraltare alla sieroterapia, ove invece il siero viene somministrato a dosi ponderali. Quando si aggiunge una denominazione, il siero dovrebbe rispondere a diversi criteri di selezione o di prelievo o di preparazione tali da renderlo elettivo nei confronti dell’organo, dell’apparato o del sistema denominato da curare (in Italia tali prodotti non sono disponibili). Il sito da lei indicato, che ha suscitato la sua curiosità, che comunque ho guardato, ne fa solo un elenco. Il Serum equi viene utilizzato, sempre secondo il principio omeopatico riconducibile alla legge dei simili, per le manifestazioni allergiche delle malattie da siero, quali angioedema, orticaria, artralgia. Cordiali saluti.
Marco dice
Buongiorno Rita,
riporto qui di seguito parte del suo commento
” Infine per quanto riguarda l’angioedema, l’omeopatia dispone di diversi rimedi potenzialmente in grado di trattarlo (es. Apis, Kali carbonicum, Natrum sulphuricum, Thuya, Urtica urens, Serum equi…”
Due domande
La prima deriva dall’aver effettuato una ricerca in rete ed ho trovato questo sito
http://homeoswiss.ch/homeo.php
Come può vedere ci sono una gran quantità di serum equi per diverse patologie…Mi potrebbe spiegare di che tipo di rimedio si tratta? Perché bisognerebbe in questo caso verificare la similitudine? Ci sono farmaci omeopatici che non rappresentano il simillinum ma che funzionano cumunque…
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Marco, cerchiamo di mettere un poco d’ordine sui concetti fondamentali di base, altrimenti possiamo affermare tutto e il contrario di tutto. L’omeopatia basa il suo principio terapeutico sulla “legge dei simili”, dalla quale non si può prescindere. Metterla in discussione o non applicarla correttamente significa che stiamo parlando di un’altra cosa e non certamente di medicina omeopatica. Secondo tale legge, è bene ricordarlo, i sintomi che appartengono alla patogenesi del rimedio sono quelli che lo stesso è in grado di provocare se somministrato ripetutamente (cioè a dosi ponderali) ad un individuo sano e che viceversa è in grado di curare se somministrato all’individuo malato che ne è affetto. Quindi è questa somiglianza rimedio-paziente che promuove l’azione terapeutica e perciò il rimedio omeopatico scelto può essere curativo solo se il suo quadro patogenetico si sovrappone al quadro clinico e quanto più tale sovrapposizione è calzante tanto più i risultati saranno migliori. Bisogna altresì considerare che l’identificazione con un solo rimedio, cioè con un unico simillimum, vale a dire con il rimedio avente patogenesi che copra da sola tutti i sintomi, è una condizione ideale difficilmente verificabile, per cui è molto più facile che ognuno di noi si ritrovi in più simillimum, da adoperare all’occorrenza singolarmente o in associazione. Il noto omeopata Constantin Hering, uno dei più brillanti allievi di Hahnemann, sosteneva che tre sintomi accuratamente selezionati sono sufficienti per l’individuazione del simillimum o del rimedio più adatto (la cosiddetta “regola del tripode”). Esistono, è vero, dei rimedi che hanno delle spiccate organo-specificità, che li rendono potenzialmente più in grado di altri di curare alcune specifiche patologie, ma ne va sempre verificata la somiglianza con il paziente. Ogni patologia si manifesta con dei sintomi comuni, che riguardano la generalità degli individui e con dei sintomi caratteristici propri di ciascun individuo. La somiglianza ovviamente deve riguardare entrambi, con particolare riguardo però ai secondi. Più in dettaglio occorrerà considerare il sintomo eziologico, cioè gli avvenimenti, i motivi e le variabili causali che hanno portato alla patologia con quel sintomo (ad es. una caduta, un’emorragia, un’esposizione al freddo, un’emozione violenta, una vessazione, ecc.). In tal caso il sintomo eziologico deve occupare il primo posto nell’analisi repertoriale per la scelta del rimedio. La stessa attenzione bisognerà averla per la modalità omeopatica, intendendo con essa il modo con cui il sintomo significativo del paziente è migliorato o al contrario aggravato in un certo numero di circostanze (ad es, con il caldo o con il freddo, con il riposo o con il movimento, in posizione eretta o sdraiandosi, di giorno o di notte, ecc.). Inoltre la somiglianza per la scelta del rimedio può attraversare diversi stadi, in base al grado di profondità della patologia ed alla tipologia dei sintomi da curare. Ad esempio, se dobbiamo curare un sintomo locale, a livello d’organo, una fase acuta, possiamo limitarci a considerare solo tale sintomo per la scelta del rimedio, potendo tralasciare tutto il resto. Invece se dobbiamo curare una malattia cronica, una diatesi, uno stato mentale, o modificare un terreno, allora la somiglianza deve essere molto più estesa e riguardare anche gli aspetti costituzionali, temperamentali, caratteriali, ecc., e tale somiglianza sarà tanto più estesa ed accurata quanto più profonda è la patologia e il suo ambito di coinvolgimento, per cui occorrerà avvicinarsi sempre più al simillimum. Un discorso analogo, ma distinto, dovrà farsi per la scelta della diluizione del rimedio. Gli stessi rimedi omeopatici complessi, che fanno uso di un mix di rimedi sinergici a bassa diluizione, i quali vengono prescritti senza verificare alcuna somiglianza, ma solo in base alle indicazioni, a mo’ di farmaco della medicina convenzionale, in realtà anch’essi agiscono secondo la legge dei simili, perché si considera implicita la circostanza che tra i tanti componenti del complesso almeno uno assomiglierà al paziente e potrà quindi produrre l’azione terapeutica richiesta. Come vede la situazione è molto articolata e composita, però alla base di tutto c’è sempre e solo la legge dei simili, senza il rispetto della quale, ripeto, l’omeopatia non funziona come dovrebbe e come potrebbe. Quando si raccolgono dei fallimenti, la colpa non è della medicina omeopatica, bensì di una sua non corretta applicazione, sia in termini di scelta di rimedi, diluizioni, posologie e sia in termini di strategia terapeutica, la quale oggi più che mai può avvalersi di diverse linee di azione. Infatti, l’omeopatia non è rimasta ferma agli studi di Hahnemann, ma si è notevolmente evoluta e modernizzata, fermo restando la validità dei principi basilari, potendo fare uso di protocolli terapeutici nuovi con rimedi bioterapici di nuova generazione, quali ad es. organoterapici, gemmoterapici, litoterapici, immunofarmacologici, ecc., che supportano e completano la cura omeopatica classica. Un ultimo accenno lo vorrei fare sul rapporto odierno tra l’omeopatia e le altre medicine, in particolare con la medicina convenzionale, che non è affatto conflittuale. Partendo dal presupposto che la medicina è una e una sola, la cui finalità è quella di salvaguardare la salute del paziente facendo uso delle migliori metodiche terapeutiche, il bravo medico omeopata oggi non disdegna di prescrivere un farmaco convenzionale laddove l’omeopatia non può produrre risultati nell’interesse del paziente, perché ovviamente anche l’omeopatia ha i suoi limiti ed i suoi confini, come del resto ce li ha qualsiasi altro tipo di medicina. Cordiali saluti.
Marco dice
Pardon,
Phenobarbital…
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Marco, il rimedio omeoterapico Phenobarbital si ottiene dall’acido feniletil malonil urea, che ha vari sinonimi con sostanze della stessa sintesi, come gardenal, fenobarbital, luminal. In passato la sostanza veniva utilizzata nel trattamento dell’epilessia, per le spiccate proprietà anticonvulsivanti, come sedativo ed anche per l’insonnia. Oggi la medicina convenzionale preferisce ricorrere a farmaci meno pericolosi. Cordiali saluti.
Marco dice
Scusi Rita,
Penobarbital non era un antiepilettico di sintesi? Non lo si prescriveva per le insonnie al posto delle benzodiazepine?
Marco dice
Buonasera Rita,
di lei tutto si potrà dire ma non che le sue risposte siano disinvolte o superficiali. Il bello di questo sito è che si può interloquire con una persona magnificamente dedita e preparata e questo a vantaggio dell’omeopatia italiana.
Detto ciò mi preme un primo intervento. Omeopatia esente da sintomi? Assolutamente no! E a questo proposito avrei un piccolo esempio da apportare.
Qualche anno in un’erboristeria della Svizzera francese, una venditrice che s’intendeva di rimedi omeopatici mi disse di aver avuto un’esperienza terrificante con Aconitum. Aconitum dovrebbe essere uno dei farmaci principe nel trattamento delle angosce. La stessa un giorno, mentre stava in negozio insieme alle colleghe, prese durante una crisi d’angoscia dell’aconitum alla 30ch. Dopo nemmeno mezz’ora la trovarono a rotolarsi per terra in preda al panico più totale, non al delirio…ma quasi. Una collega le somministrò una dose di Aconitum, ma questa volta alla decimale e da qui il rientro parziale della crisi.
Non sarebbe la prima volta che un farmaco omeopatico induce un aggravamento dei sintomi, soprattutto nel caso del succitato rimedio. Somministrare una dose inferiore spesso risulta essere l’antidoto più efficace. Quindo l’omeopatia è tutto fuorché priva di effetti collaterali.
Stessa cosa per una mia conoscente naturopata, la quale mi confidò che dopo aver preso del phosphoricum acidum iniziò ad avere senzazioni “orbitali” che la spaventarono non poco. Più le persone sono sensibili, maggiore è il rischio che il rimedio possa essere troppo forte, anche quando lo stesso potrebbe essere quello giusto, come nel caso delle angosce…Da qui se ne evince che la scelta di un buon terapeuta risulta forse la carta vincente, a patto che il paziente sia in grado di asprirsi completamente ad esso. E spesso non accade questo.
Se io continuo nel mio piccolo ad utilizzare l’omeopatia, è proprio a causa di quei 3-4 rimedi che hanno su di me un effetto certo…e magari solo uno di questi rappresenta il “simillinum” (forse, almeno in parte, per questo sarei propenso al plurasismo omeopatico).
Per quanto concerne i gemmoterapici, la ringrazio e le confido (ma non lo dica a nessuno…:) )
una cosa. In Svizzera le “mutue” (casse malati) rimborsano di base le tinture madri, ma non i gemmnoterapici…e questa è una cosa di cui nessuno sa il perché e il percome. C’è infatti chi spergiura su Ribes Nigrum MG quale cortisonosimile, antiinfiammatorio ecc…ma sostanzialmente sostiene che lo stesso sotto forma di tintura madre non serve altro che ad integrare la vitamina C. Dove sta la verità? Il bocciolo della gemma racchiude in se tutta la potenza della resurrezione primaverile, ma esiste davvero tutta questa differenza fra le une e le altre? Come già scritto altrove, ho trovato proprio in Celidonia TM la chiave di svolta elegante (non come l’aglio) ad un problema di verruca plantare.
Io sarei un ex vegetariano da poco convertito al quasi vegan crudismo (dico quasi perché ogni tanto una pizza la mangio anch’io). E’ possibile che nei mangiatori di vegetali, a causa di un intestino sgombro da residui fortemente patologici tipici dei divoratori di carne, vi possano essere reazioni migliori sotto il profilo terapeutico? La butto la…giusto quale argomento di riflessione….Infatti, l’angioedema pare trarre un grande miglioramento quando pratico una forma di semidigiuno terapeutico fatta di pompelmi e arance…in pochi giorni si sgonfia e non di poco.
Ho notato che lei non parla molto di cure attraverso l’utilizzo di oli essenziali, eppure hanno una certa importanza unita ad una certa pericolosità (vedi il timo ad esempio). Sarebbe bello poterne parlare…Intanto prendo in considerazione i rimedi da lei sopraelencati che non ho citato nella mia risposta.
Un augurio di buona serata
Marco
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Marco, dubito che la crisi di panico della venditrice erborista sia stata dovuta all’assunzione di Aconitum 30CH nell’ambito dell’aggravamento omeopatico, almeno per tre ordini di motivi che provo a sintetizzare:
1) la crisi è stata troppo violenta, grave ed esasperata per essere un aggravamento omeopatico, che in genere (quando si verifica) è molto meno intenso e più graduale;
2) la crisi si è avuta troppo presto (nemmeno mezz’ora) dall’assunzione di Aconitum 30CH, considerato che una 30CH impiega almeno un giorno per agire e l’eventuale aggravamento omeopatico non poteva che presentarsi dopo, ma anche molto dopo se, com’è probabile, l’ansia della signora fosse di tipo cronico;
3) se, per assurdo, la crisi fosse stata comunque la conseguenza dell’aggravamento omeopatico non sarebbe passata con la somministrazione di Aconitum decimale, ma soltanto con la somministrazione di un antidoto omeopatico di Aconitum per la sintomatologia in parola (che poteva essere ad es. Belladonna o come disintossicante Sulphur).
Pertanto è molto verosimile che l’attacco di panico sia stato l’effetto di un’evoluzione incontrollata ed improvvisa dello stato generale di ansia, cioè come quadro evolutivo di detta patologia e non dovuto all’assunzione di Aconitum 30CH. Invece l’assunzione di Aconitum alla decimale ha prodotto i suoi effetti, considerato che tale diluizione è più adatta a contrastare le fasi acute e ad ottenere una risposta rapida, dando così per scontato che il rimedio era giusto per la persona (al limite, nella condizione ideale, il simillimum). Si tratta quindi, per come gliel’hanno riferita, della solita leggenda metropolitana.
Probabilmente analogo discorso potrà farsi per la naturopata. E’ vero che le persone più sono sensibili e più bisogna stare attenti alla diluizione del rimedio, evitando quindi di esagerare con le diluizioni spropositatamente alte e somministrate troppo di frequente, ma viceversa evitando anche di deficere e perciò ponendo maggiore cura nella individuazione della diluizione che ha la migliore attività sul paziente. Bisogna comunque tenere bene a mente che i rimedi omeopatici non sono in grado di produrre effetti collaterali, intesi questi nel senso tradizionale del termine, perché sia che si tratti di aggravamento omeopatico (che comunque è indice favorevole) e sia che si tratti di aggravamento iatrogeno (quest’ultimo dovuto allo sviluppo del potere patogenetico del rimedio, con la comparsa di nuovi sintomi del tutto estranei alla malattia da curare e contenuti nella patogenesi del rimedio), le manifestazioni sono di limitata entità e durata e, quasi sempre, reversibili senza lasciare alcuna conseguenza. Ciò però non si significa, e in questo concordo con lei, che i rimedi omeopatici possono essere assunti senza cautela e senza prescrizione medica, perché se si assumesse un rimedio sbagliato o una diluizione sbagliata si potrebbe andare incontro agli inconvenienti appena accennati e complicare il percorso di guarigione.
La linea di pensiero che si rifà al pluralismo, sviluppato dalla scuola omeopatica francese, rappresenta probabilmente il metodo terapeutico più aderente alla realtà, atteso che è molto difficile ritrovarsi in un solo simillimum, ma è molto più facile che ognuno di noi si ritrovi in più simillimum, per cui diventa logico adoperare più rimedi omeopatici, però non in somministrazione congiunta ma in somministrazioni separate, senza così tradire il pensiero hahnemanniano.
Come accennato nella risposta precedente le tinture madri sono preziosissime per le loro proprietà terapeutiche e quindi rappresentano un caposaldo della medicina naturale e della fitoterapia in particolare, ma altrettanto preziosi sono i gemmoterapici, che d’altronde sfruttano gli stessi principi terapeutici, con la differenza che con quest’ultimi si va meno incontro alle problematiche legate all’entità delle dosi. Relativamente alla Svizzera, mi risulta che a seguito di un referendum del 2009, le medicine non convenzionali, tra cui l’omeopatia e la fitoterapia, precedentemente escluse, sono state reintegrate nell’assicurazione sanitaria di base e da questa rimborsate per il periodo di transizione 202-2017.
Sicuramente un organismo meno intossicato, che ha fatto uso di un’alimentazione sana ed equilibrata, ha una capacità di reazione maggiore e quindi si mostra più recettivo e sensibile alle terapie. Anche un apporto maggiore di vitamina C, da lei ottenuto con il consumo di pompelmi e arance, aiutando a diminuire i livelli di istamina, è in grado di ridurre l’angioedema.
Infine per quanto riguarda gli oli essenziali, non è che non ne parlo (ho dedicato loro anche l’articolo “Oleoliti e Oli essenziali” nella sezione del sito “Approfondimenti”), ma preferisco parlarne solo se sono insostituibili, perché, come giustamente lei ha colto, sono sostanze che hanno una complessa composizione chimica con un indice terapeutico molto basso (rapporto tra dose tossica e dose terapeutica), per cui il loro utilizzo richiede più di una precauzione.
Grazie per i complimenti. Cordiali saluti.
Marco dice
Ribuongiorno Dott.ssa Della Volpe,
ringrazio per i suoi consigli sulla mia domanda inerente i calcoli biliari. Proverò Rosmarinus in tintura madre (ormai mi sono fatto una piccola farmacia in casa in fatto di tinture).
Tuttavia nella mia ventennale esperienza in ambito fai da te, con l’omeopatia non ho mai raggiunto risultati positivi nella cura dell’emicrania, mentre da quasi 10 anni controllo le coliche con i due rimedi di cui ho parlato in precedenza, cioè lyco e nux…
Un appunto riguardo alle tinture madri, in cui credo moltissimo: non sono rimedi omeopatici bensì trattasi di piante diluite con tanto di presenza della maggiorparte dei principi attivi (sennò che senso ci sarebbe…), come i gemmoterapici. Secondo lei quando si usa una tintura madre e quando invece bisogna optare per un gemmoterapico?
Per quanto concerne l’omeopatia sono arrivato alla conclusione che essa richiede una dedizione di tempo abnorme nel rapporto fra medico omeopata e paziente, cioè si va per tentativi. Se non avessi avuto i triptani per le emicranie chissà dove sarei oggi, fermo restando che il resto sono rimedi naturali. Gli antidolorifici più efficaci sono tutti di sintesi come i vari ibuprofene (non privo di effetti collaterali), apsirine varie, per poi salire la scala..
Ci potrebbe mettere al corrente di qualche suo personale risultato nello sconfiggere una patologia utilizzando unicamente l’omeopatia? Sarebbe un interessante condivisione…
Per quanto riguarda l’ibuprofene di cui sopra, ho dovuto ricorrervi dopo un’operazione dentale sull’osso che mi ha gonfiato per quasi due mesi. Clamdicina antibiotico più ibuprofene 3 volte a giorno…dopo due mesi il risultato è stato la guarigione della zona orale, ma quale effetto secondario mi sono visto crescere un angioedema in zona plantare. Prima non ci facevo caso, ora invece si sta gonfiando non poco…Avrebbe qualche suggerimento? Ananas o pastiglie di bromelina, visto che il frutto ne contiene pochissima…cumarina? Rimedi omeopatici? Nella mia enciclopedia non figura nessun rimedio contro l’edema.
Con stima
Marco
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Marco, riprendendo un po’ i contenuti della precedente risposta, dobbiamo partire dalla considerazione importantissima che l’omeopatia è una medicina che riesce a curare solo se si applica correttamente la legge dei simili, cioè se il rimedio rispecchia al meglio la totalità dei sintomi del paziente, altrimenti si otterranno solo insuccessi. E’ questa la condizione che bisogna assolutamente rispettare, per cui quando i risultati non arrivano o sono inferiori alle attese la colpa non è della medicina omeopatica, bensì di una prescrizione sbagliata. D’altro canto una medicina naturale come l’omeopatia che non ha effetti collaterali, assolutamente innocua quand’è correttamente adoperata, può anche permettersi il “lusso” (per così dire) di richiedere una maggiore attenzione e un maggior approfondimento nella scelta dei rimedi. Ecco perché il medico omeopata, oltre ad essere un bravo medico di medicina generale, deve potersi distinguere per l’esperienza, l’abilità, la capacità di osservazione, la conoscenza approfondita della materia medica omeopatica e dei suoi repertori e per il possesso di una strategia terapeutica. Relativamente ai successi terapeutici ottenuti dall’omeopatia, piuttosto che riferire di qualche esperienza personale (le ricordo sempre che non sono un medico), la rimando alla letteratura in materia, che è piena di evidenze cliniche ampiamente documentate. D’altronde se l’omeopatia è sopravvissuta 200 anni, curando milioni di persone, qualcosa di buono l’avrà pure fatto, altrimenti sarebbe scomparsa completamente. Del resto anche lei conferma che due rimedi omeopatici le stanno giovando da 10 anni. Anche la fitoterapia, altra importantissima medicina naturale, risulta essere preziosissima per la salute e il benessere, tant’é che molti omeopati ne fanno spesso ricorso, però richiede qualche cautela nell’uso perché potrebbe avere delle controindicazioni o essere sconsigliata per soggetti che soffrono di alcune patologie. Dobbiamo cioè tenere presente che non sempre tutto ciò che è naturale può fare bene, per cui occorre saper distinguere e stare attenti alle quantità. Diverso discorso vale per i gemmoterapici, i quali fanno parte della fitoterapia rinnovata e sono dei macerati glicerici (M.G.) di fitocomplessi di piante medicinali ottenuti per l’azione solvente di una miscela di acqua-alcool-glicerina su gemme vegetali fresche e successiva diluizione alla prima decimale hahnemanniana (D1) in una miscela della stessa composizione, il tutto con titolazioni standard. Hanno un’attività medica più potente dei fitoterapici classici (come ad es. la tintura madre) per il contenuto di componenti particolarmente attivi nei giovani tessuti embrionali, meno presenti nella pianta adulta ed esercitano un’attività particolarmente drenante per l’organismo, stimolando i normali processi di depurazione attraverso gli organi emuntori (reni, fegato, intestino, polmoni, pelle). Inoltre, per la diluizione dei principi attivi (D1), non hanno praticamente controindicazioni. Infine per quanto riguarda l’angioedema, l’omeopatia dispone di diversi rimedi potenzialmente in grado di trattarlo (es. Apis, Kali carbonicum, Natrum sulphuricum, Thuya, Urtica urens, Serum equi, Phenobarbital, ecc.), però siamo alle solite, occorre sempre verificarne la somiglianza. I gemmoterapici indicati da associare sono generalmente Ribes nigrum M.G. D1 e Rosa canina M.G. D1 (quest’ultimo particolarmente indicato anche per emicranie e cefalee resistenti). Possono aiutare anche diversi preparati fitoterapici, come ad es. quelli dell’articolo “Spegniamo le infiammazioni” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”. Altri fitoterapici particolarmente utili potrebbero essere le applicazioni locali con il gel di Aloe vera, una pomata alla Calendula, l’olio di Menta o di Sandalo, oppure gli impacchi con infuso di Camomilla o di Biancospino o di farina di Avena e bicarbonato di sodio o di Zenzero o di Curcumina o di radice di Liquirizia ed altro. Anche i preparati a base di cumarina (dalle sommità fiorite del Meliloto) e di bromelina (dal gambo dell’Ananas) sono validi per le proprietà antinfiammatorie e antiedematose. Sarebbe altresì consigliabile adottare un’alimentazione sana ed equilibrata che privilegi i cibi ricchi di vitamine, in particolare le vitamine B1, B2, B3, C, E ed evitare, ovviamente, i cibi o gli additivi alimentari o i farmaci in grado di scatenare i sintomi. Si ricordi comunque che la parola spetta sempre al medico. Cordiali saluti.
Maria del Carmine dice
IO devo veramente ringraziarla tanto , Lei è veramente molto chiara a spiegare . Molto gentile a dedicare anche il suo tempo . In questo periodo sono molto ansiosa , è vero, pero, prenderò tutti i suoi consigli quelli che vanno nella scelta dei cibi , quelli di attività fisica , devo dire che veramente mi sono sentita molto sollevata , mi è piaciuto molto il suo commento e voglio ringraziarla tanto
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Maria, sono davvero lieta di esserle stata di aiuto perché ciò rientra negli obiettivi del sito, nel senso di divulgare responsabilmente la conoscenza delle grandi potenzialità che hanno i sistemi naturali per la salvaguardia della nostra salute e del nostro benessere, sia che si tratti di omeopatia, fitoterapia o altre medicine naturali e sia che si tratti di alimentazione, attività fisica, stili di vita o altro. Continui a frequentare il sito. Cordiali saluti.
Maria del Carmine dice
Buonasera , io vorrei un consiglio su una tintura madre “equiseto” sono in menopausa , o pre menopausa ancora e ho preso 5 kg , mi hanno consigliato questa tintura per copntrollare un po La fame . (io prendo già hypericum in globuli x depressione ) Lei mi può dire cosa ne pensa di questa TM equiseto , o mi sa dare un altro nome x controllare un po il peso . Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Maria, all’origine di una fame eccessiva ci sono quasi sempre fattori psicologici ed emotivi che fanno considerare il cibo un “bene rifugio” in grado di far provare gratificazione e di sopperire alle mancanze della vita. Il suo stato depressivo di ciò è sicuramente responsabile e quindi la cura dello stesso porterà a grossi giovamenti. Però bisogna anche cercare di avviare un percorso di rieducazione alimentare e di miglioramento del proprio stile di vita. Ad esempio potrebbe essere molto utile masticare lentamente e consumare alimenti poco energetici e ad alto indice di sazietà, come cibi con molta acqua e fibre, quali frutta e verdura, legumi, cereali integrali, ecc., che garantiscono anche la regolarità delle funzioni intestinali indispensabile per il dimagrimento. Lo stesso dicasi per un’attività fisica regolare e continuativa. L’Equiseto indubbiamente è una pianta che potrebbe contribuire a far perdere peso, grazie soprattutto alle sue proprietà diuretiche e disintossicanti che, facilitando l’eliminazione di tossine e di liquidi, ripuliscono l’organismo e lo aiutano a recuperare l’equilibrio corporeo. Perciò la TM di Equiseto potrebbe essere un valido coadiuvante per dimagrire, ma solo un coadiuvante, per cui come detto poc’anzi occorrerà associare gli altri tipi di intervento. Anche l’omeopatia dispone di diversi rimedi che possono aiutare a dimagrire e lo stesso Hypericum, che lei già assume per la depressione, è anche un ottimo rimedio per controllare gli eccessi di fame. D’altronde come si attenua lo stato depressivo così si attenua anche la fame eccessiva ed il bisogno di divagare con il cibo, riducendosi il desiderio a volte irresistibile di mangiare oltre il necessario. Pertanto, nel suo caso, per dimagrire potrebbe non occorrere altro. Cordiali saluti.
Giambattista Pizzala - omeoterapeuta unicista dice
Anche voi, purtroppo come tanti altri (sic.), generate confusione in chi visita il vostro sito, infatti: leggo in grandi caratteri “RIMEDI OMEOPATICI” mentre nella pagina si citano solamente le Tinture Madri, ossia “RIMEDI FITOTERAPICI”.
Se si tratta di un banale svarione, allora provvedete a modificare la pagina.
Se non fosse un “banale” svarione, allora “voi” non conoscete la OMEOPATIA.
Oppure…? Datemi voi la giusta risposta.
Saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egr. dott. Giambattista, se lei avesse letto con maggiore attenzione la home-page del sito ne avrebbe rilevato i contenuti e le finalità. Il sito tratta prevalentemente l’omeopatia ed a ciò sono dedicate le sezioni “Rimedi omeopatici” (ove per ciascun rimedio omeopatico è riportata una dettagliata ed approfondita scheda) e “Affezioni-Rimedi” (ove è riportato un ricettario omeopatico per un primo intervento curativo nei confronti degli eventi acuti), oltre a diversi articoli della sezione “Approfondimenti”. Per restare nel campo dei rimedi naturali, inoltre, sono state allestite le sezioni “Tinture Madri” (che com’è noto sono dei fitoterapici ma anche la base di partenza di quasi tutti i rimedi omeopatici di origine vegetale), “Piante & Salute” (che com’è noto, con i loro usi alimentare, farmaceutico, cosmetico ed altro, costituiscono una vera e propria cura naturale) e “Rimedi della nonna” (ove sono riportati i rimedi di antica tradizione contadina provenienti quasi esclusivamente dal mondo vegetale). Il sito è completato con la sezione “Glossario”, ove sono descritti sinteticamente i principali termini richiamati nelle pagine del sito stesso. I contenuti delle sezioni e le chiavi di lettura delle informazioni ivi riportate sono ampiamente descritti nella home-page di ciascuna sezione, che è opportuno visitare preventivamente. Con ciò sono certa di aver chiarito l’equivoco di interpretazione. Cordiali saluti.