L’aerofagia è una difficoltà digestiva, una dispepsia, consistente in un’eccessiva deglutizione di aria durante i pasti che provoca un rigonfiamento gassoso dell’addome, il più delle volte doloroso, con conseguente meteorismo e frequenti eruttazioni e flatulenze. Spesso è semplicemente la conseguenza di cattive abitudini alimentari, come l’uso eccessivo di bevande gassate, di bicarbonato e di chewingum, o il consumo troppo frettoloso dei pasti. Anche gli stati ansiosi possono essere causa del fenomeno.
Si indicano di seguito i rimedi della nonna che hanno, tra le altre, un’efficace azione carminativa (eliminazione dei gas dallo stomaco e dall’intestino) e anti-dispeptica (facilitazione della digestione), nonché calmante.
Per avere un quadro completo dei rimedi della nonna utili a risolvere i problemi digestivi, consultare anche l’articolo “Digestione facile” della presente sezione.
Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.
◊ Anice e Finocchio: preparare un decotto con 1 cucchiaio di semi schiacciati sia di anice che di finocchio oppure 2 cucchiai di foglie sminuzzate dell’uno e dell’altro, in 250 ml di acqua, bollire 10 min, filtrare spremendo bene il residuo. Bere alla dose di 2 – 3 tazze al dì.
◊ Camomilla matricaria: prepararne il decotto con 10 g di capolini triturati in 200 ml di acqua, bollire per 8 min, filtrare spremendo bene il residuo. Berne una tazza al giorno. Si può preparare anche un vino di camomilla, facendo macerare per 2 giorni un pugno di fiori freschi (40 – 60 g) in 1 litro di vino bianco. Filtrare e versare in bottiglie con tappo da conservare in luogo fresco e buio. Se ne assume 1 bicchierino 2 – 3 volte al dì. Favorisce la digestione.
◊ Cipolla: triturare una cipolla e metterla a macerare in aceto, nella quantità fino a coprirla, per un paio d’ore. Assumere il preparato alla dose di 1 cucchiaino da caffè 2 – 3 volte al dì.
◊ Issopo: prepararne un infuso con 2 g di foglie e fiori entrambi sminuzzati in 100 ml di acqua bollente, lasciare in infusione per 10 min, filtrare spremendo bene il residuo. Bere alla dose di 2 – 3 tazze al dì.
◊ Lavanda: prepararne l’infuso con 5 g di foglie e fiori entrambi sminuzzati in 150 ml di acqua bollente, lasciare in infusione 10 min, filtrare comprimendo bene la parte solida. Bere alla dose di 3 – 4 tazze al dì.
◊ Melissa: prepararne un infuso con 3 g di foglie e fiori entrambi sminuzzati in 200 ml di acqua bollente, lasciare in infusione 8 min, filtrare spremendo bene il residuo. Bere alla dose di 1 tazza al giorno, a digiuno, o la mattina oppure prima dei pasti principali. All’infuso si possono aggiungere semi di finocchio e di menta piperita in parti uguali, per aumentarne l’efficacia.
◊ Origano: prepararne l’infuso con 3 g di foglie e fiori entrambi sminuzzati in 100 ml di acqua bollente, lasciare in infusione 10 min, filtrare spremendo bene il residuo. Bere alla dose di 2 – 3 tazze al dì.
◊ Prezzemolo: preparare un infuso con 4 g di semi in 500 ml di acqua bollente, lasciare in infusione per 20 min, filtrare comprimendo bene la parte solida. Assumere alla dose di 1 tazzina da caffè dopo pranzo e dopo cena.
◊ La miscela delle seguenti piante: 9 parti di semi di anice o di cumino e 1 parte di semi di finocchio, con l’aggiunta di un po’ di menta piperita, da cui prelevare un cucchiaio per preparare un infuso con una tazza d’acqua bollente, è un ottimo carminativo.









Avere cura dei propri occhi deve diventare una consuetudine necessaria ed indispensabile per salvaguardarne l’integrità e la salute, considerato che si tratta di organi molto delicati. Come al solito la migliore cura è la prevenzione e quindi oltre ad effettuare le periodiche visite dall’oculista, bisogna adottare una serie di cautele che consentano di evitare agli occhi ogni affaticamento o l’esposizione a fattori ambientali che possono risultare nocivi. Si pensi ad es. all’uso smisurato di computer, alla visione prolungata e troppo ravvicinata dell’apparecchio tv, a letture in ambienti scarsamente illuminati, all’esposizione eccessiva degli occhi ai raggi solari, a vento, polvere, fumo, ecc. ecc. Avere occhi belli e sani, oltre a darci una visione chiara, permette di fornire una magnifica espressione al nostro volto.






































La scottatura è un arrossamento della pelle (eritema) che si verifica dopo un’eccessiva esposizione al calore. Può essere prodotta dal calore irradiato (si pensi ad es. alle scottature solari), oppure dal contatto diretto di parti del corpo con la fonte di calore. A differenza dell’ustione, la scottatura non si manifesta immediatamente ma solo dopo alcune ore quando la pelle incomincia a diventare dolorosa e rossa. Nei casi più gravi possono comparire delle vesciche e si può presentare la febbre a causa del rilascio di alcune tossine. Dopo qualche giorno inizia la desquamazione della pelle.
Le punture d’insetti, tra cui le più comuni sono quelle di api, vespe e zanzare, possono provocare sintomi dovuti al veleno che viene iniettato. Tali sintomi sono solitamente locali e si manifestano con dolore, prurito, arrossamento, gonfiore della zona colpita. I sintomi però possono diventare più generali nelle persone allergiche al veleno, arrivando fino allo shock anafilattico che comporta reazioni molto fastidiose e pericolose, quali difficoltà respiratorie, abbassamento della pressione arteriosa, vomito, nausea, prurito e orticaria. In caso di punture di api o vespe, la prima cosa da fare è estrarre il pungiglione e disinfettare con delicatezza la zona colpita, cercando di evitare il più possibile la diffusione del veleno. In caso di punture di zanzare, che si verificano prevalentemente nel periodo estivo, qualora l’introduzione della saliva irritante di questi insetti dovesse provocare la formazione di bolle ripiene di liquido, occorre fare attenzione che dopo la rottura le stesse non si infettino. 










L’ipertensione arteriosa è un aumento a carattere stabile della pressione arteriosa del sangue con rialzo dei valori sia della pressione massima che di quella minima. Per pressione arteriosa massima si intende la pressione sistolica, cioè quella che si verifica durante la sistole cardiaca (fase di contrazione del cuore), mentre per pressione arteriosa minima si intende la pressione diastolica, cioè quella che si verifica durante la diastole cardiaca (fase di rilassamento del cuore).









