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Omeopatia - Rimedi della Nonna - Cure Omeopatiche

Risultati della ricerca per: cannella

Cannella – Carciofo

Sommario:

◊ TM di Cannella o Cinnamonum zeylanicum

◊ TM di Carciofo o Cynara scolymus

Tintura Madre di CANNELLA o CINNAMONUM ZEYLANICUM

Cannella - Carciofo - image  on https://rimediomeopatici.comCannella o Cinnamonum zeylanicum è un albero sempreverde, ornamentale, originario dell’Asia Orientale, diffuso nelle zone tropicali.

Preparazione

Per la “droga” si usa la corteccia dei rami. In commercio la si trova essiccata e arrotolata in cilindri. Si adopera anche in pasticceria e nella preparazione dei liquori.

La Tintura Madre (TM) ha rapporto in peso droga:solvente di 1:10 e gradazione della soluzione idroalcolica di 30° – 40°.

Proprietà

Azione ANTISPASTICA, TONICA, ANTIDIARROICA, CARMINATIVA (elimina i gas intestinali), ANTIELMINTICA (elimina i vermi parassiti intestinali), ANTIMICROBICA, RINFRESCANTE.

Utilizzo

E’ usata nei casi di colica con flatulenza, dispepsia (digestione difficile che può causare dolore o fastidio cronico alla parte addominale superiore o retro sternale, senso di pienezza, flatulenza, pirosi gastrica, borborigmi, nausea, vomito), colica intestinale, diarrea infantile, raffreddore comune, influenza.

Nella dispepsia con flatulenza è spesso associata con Camomilla, Olmo, Altea, perché ne rafforzano l’effetto.

Nella diarrea con colica, l’associazione favorevole è con Calamo e Geranio Americano.

Dosi

La dose più frequentemente utilizzata è quella di 30 gocce, 3 volte al dì, dopo i pasti. La dose max giornaliera è di 6 ml (circa 120 gocce).

(*) V. Note esplicative 

Cannella - Carciofo - image  on https://rimediomeopatici.com

Tintura Madre di CARCIOFO o CYNARA SCOLYMUS

Cannella - Carciofo - image  on https://rimediomeopatici.comCarciofo o Cynara scolymus è una pianta erbacea perenne, alta fino a 1,5 m, della famiglia delle Asteraceae, coltivata in Italia e in altri Paesi per uso alimentare e, secondariamente, medicinale. E’ provvista di rizoma sotterraneo dalle cui gemme si sviluppano più fusti, con foglie grigio – verde, che all’epoca della fioritura, cioè alla fine dell’inverno, crescono in altezza con ramificazioni ciascuna terminante con un fiore a forma di capolino (carciofo).

Preparazione

Per la “droga” si utilizzano le foglie.

La TM si prepara con rapporto in peso droga:solvente di 1:10 e con titolo alcolico della soluzione idroalcolica di 30° – 40°.

Proprietà

Azione DEPURATIVA, DISINTOSSICANTE, TONICA, DIURETICA, EPATOPROTETTIVA, COLERETICA (aiuta la secrezione biliare, stimolando il fegato), COLAGOGA (aiuta la secrezione biliare, stimolando la colecisti), DIGESTIVA, GASTROREGOLATRICE, ANTIGLICEMICA, IPOCOLESTEROLIZZANTE, ANTIOSSIDANTE.

Utilizzo

E’ usata frequentemente per curare disturbi legati alla digestione e per i disturbi epatici. Abbassa la glicemia e il colesterolo. Ottima l’associazione con Rosmarinus officinalis.

Dosi

30 – 50 gocce, 3 volte al dì. La posologia max giornaliera consigliata è di 15 ml (circa 300 gocce).

(*) V. Note esplicative

Fragola

La fragola è considerata un frutto dal punto di vista nutrizionale, ma non lo è in botanica in quanto i frutti veri e propri della pianta sono i cosiddetti acheni. Gli acheni sono i “semini” gialli che si notano sulla superficie della polpa rossa la quale non è altro che il ricettacolo ingrossato.

Fragola
Fragola

È una pianta del genere Fragaria a cui appartengono numerosissime varietà di fragole. Ma oltre alle fragole coltivate ci sono anche le saporite fragole selvatiche, quelle che a volte si ha la fortuna di trovare nei boschi fino a 1600 metri di altezza. Con le foglie della fragola selvatica, Fragraria vesca della famiglia delle Rosaceae, si ottiene una tisana calmante e un tonico per la pelle grassa.

La f. è un frutto estivo ricco di vitamine soprattutto di vit. C di cui ne rappresentano un’eccellente fonte; ma le fragole sono ricche anche di Sali minerali tra cui ferro, calcio, fosforo, silicio, iodio e bromo, nonché di flavonoidi. Della famiglia dei flavonoidi fanno parte gli antociani, i quali sembrerebbero essere responsabili delle loro potenziali caratteristiche anti-infiammatorie.

Le fragole contengono anche fibre, solubili e insolubili e sono dotate di un buon contenuto calorico a causa dell’elevato tenore zuccherino. La f. favorisce l’abbassamento dell’acido urico e riduce la ritenzione idrica: per questo motivo è utile ai gottosi e contrasta la cellulite; aiuta nei casi di anemia; favorisce la mineralizzazione e agisce beneficamente sul fegato. Per il particolare zucchero di cui è composta, il fruttosio, può essere consumata anche dai diabetici.

È un frutto consigliato anche a chi soffre di dolori reumatici e, per la sua capacità di abbassare la pressione arteriosa, agli ipertesi e nella stipsi favorisce il transito intestinale. Ha una forte azione disintossicante.

Inoltre, mangiare le fragole aiuta a sciogliere il tartaro dei denti.

Fra gli altri possibili benefici e proprietà delle fragole suggeriti dalla ricerca scientifica sono inclusi

  • un’azione anti-invecchiamento sia a livello fisico che cognitivo
  • il miglioramento delle malattie infiammatorie dell’occhio, inclusa la degenerazione maculare.

A volte esse possono provocare però reazioni di tipo allergico in soggetti predisposti.

Come tutta la frutta, la f. agisce con maggiore efficacia sul nostro organismo se consumata al mattino, a digiuno.

Secondo alcuni un pizzico di pepe spruzzato sul frutto ne esalta la sapidità. Si può gustare anche accompagnata da un sorso di spumante che ne valorizza particolarmente il suo sapore. Con le foglie della pianta si prepara un tè rinfrescante e dissetante che si suole aromatizzare con la cannella o con la vaniglia. Il consumo classico è: zucchero con succo di limone, a cui si può aggiungere panna montata o gelato.

In Italia la stagione delle fragole inizia ad aprile e termina a maggio.

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(*) V. Note esplicative e la home-page della sezione.

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Noce moscata

La noce moscata o Nutmeg è, in botanica, la Myristica fragrans Houtt o semplicemente Myristica. L’epiteto fragrans significa “fragrante” e il termine Hott proviene dal botanico olandese Martinus Houttuyn che nel 1774 la descrisse per la prima volta. La noce m. è un albero della famiglia Myristicaceae originario delle isole Molucche (Indonesia) e oggi coltivato nelle zone intertropicali.

Myristica

Il nome noce moscata significa “noce di Mascate” e fa riferimento alla capitale dell’Oman, luogo dal quale la pianta cominciò a essere commercializzata.

È un albero sempreverde, dioico (i fiori maschili e quelli femminili sono portati su diverse piante), alto 5–10 m ma può raggiungere occasionalmente l’altezza di 20 metri.

Le foglie sono a fillotassi alterna, di colore verde scuro, lunghe 5–15 cm e larghe 2–7 cm con piccioli lunghi circa 1 cm. I fiori sono a forma di campana, giallo pallido e un po’ cerosi e carnosi. I fiori maschili, portanti gli stami, sono disposti in gruppi da uno a dieci, ciascuno lungo 5–7 mm; i fiori femminili, che daranno il frutto, sono in gruppi più piccoli, da uno a tre, e un po’ più lunghi, fino a 10 mm.

I frutti sono delle drupe.

Il seme della pianta, di forma ovaleggiante simile appunto a una noce, è una spezia usata in cucina. Si utilizza sotto forma di polvere già macinata oppure si grattugia il seme.

Dal seme della pianta si ricavano due spezie le cui caratteristiche organolettiche sono: Odore aromatico, sapore aromatico ed amaro.

Le due spezie sono la noce decorticata e l’involucro esterno che ricopre il seme.

  • Il seme decorticato è la noce moscata usata in cucina come ingrediente in preparazioni sia dolci (es. budini e creme) sia salate (es. salsa besciamella, purè e verdure lesse).

La polvere rosso-bruno oleosa è spesso, nella cucina italiana, aggiunta nei ripieni per tortellini, cappelletti, ravioli e cannelloni fatti a base di carne, formaggio o spinaci. Il suo aroma, in quantità moderate, è gradevole, caldo, piccante, esotico.

  • La parte esterna che ricopre il seme fornisce il macis chiamato anche mace o fiore della noce moscata, di gusto più delicato. Il macis è di uso meno frequente nella cucina italiana. Di color rosso brillante nel frutto fresco, diventa di colore arancione con l’essiccazione. Il suo sapore è più delicato di quello della noce moscata ed è utilizzato in cucina per piatti salati composti di colore chiaro e luminoso, giallo o arancione, in modo analogo allo zafferano (conferisce un colore giallo-arancione, simile allo zafferano). È altresì utilizzato nella preparazione di miscele di spezie (ad esempio il curry), negli aceti speziati, per la conservazione delle verdure o nella preparazione di liquori casalinghi come il nocino. È gradevole nelle salse di formaggio, grattugiato fresco.

Nel campo erboristico e in cucina si usano i semi essiccati e polverizzati, per le loro innumerevoli proprietà benefiche.

E’ CARMINATIVA, SPASMOLITICA, ANTIEMETICA, APERITIVA, STIMOLANTE DELLA SECREZIONE GASTRICA. Viene usata nei casi di dispepsia, nervosa, flatulenza, nausea, diarrea, dissenteria alle dosi di Max 1 g di polvere in uso alimentare o in tisane.

In uso topico è un buon prodotto ANTIREUMATICO

Noce moscata
Noce moscata

La noce moscata è una spezia preziosa, rinomata per le sue proprietà afrodisiache. Il seme rappresenta una fonte di beta-carotene, di beta-criptoxantina e di oli essenziali. Inoltre esso contiene proteine, lipidi, carboidrati, fibre, vitamine, Sali minerali.

In diverse medicine tradizionali viene utilizzata anche come antimicotico, antidepressivo, afrodisiaco, digestivo e carminativo. Ciò è dovuto alla presenza, al suo interno di carotenoidi, vitamina A e manganese, molecole dall’attività antiossidante.

Questa spezia si conserva a lungo, purché sia posta all’interno di un barattolo di vetro ben chiuso, per non disperderne l’aroma.

Il suo sapore dolce ma intenso si sposa bene con preparazioni a base di latte come la besciamella, e si utilizza spesso in abbinamento alla ricotta, sia nel ripieno di pasta e torte salate, ma anche nei dolci. La noce moscata è indicata come spezia nelle ricette a base di carne, soprattutto per i piatti più elaborati, come arrosti, polpette, sughi o ripieni. Spesso arricchisce brodi sia di carne che vegetali, ma anche purè di patate, vellutate, o verdure gratinate. Ottima nei dolci insieme ad altre spezie come la cannella, i chiodi di garofano, zenzero.

Dal punto di vista nutrizionale, si tratta di una buona fonte di molecole alleate del metabolismo (le vitamine del gruppo B), di minerali necessari per la produzione dei globuli rossi (rame e ferro), di sostanze alleate della salute di ossa e denti (calcio, fosforo e magnesio) e di alleati della salute cardiovascolare (potassio e fibre).

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(*) V. Note esplicative

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Basilico

Il Basilico, noto anche con il nome comune di Basilico da giardino, è una pianta annuale il cui nome botanico è Ocimum basilicum. La specie Ocimum basilicum appartiene alla famiglia delle Labiatae o Laminaceae ed è normalmente coltivata come pianta aromatica. La pianta ha steli quadrangolari, foglie ovali e appuntite dal forte profumo di chiodo di garofano; fiorisce nel periodo che va da giugno a settembre e i suoi fiori sono bianchi, piccoli, profumati. Il suo habitat è terreni ben drenati e soleggiati dell’Asia e dei paesi Mediterranei. Si coltiva negli orti o anche in vaso.

Basilico
Basilico
Le foglie fresche hanno un profumo e un sapore più intenso di quelle essiccate.

Sono state classificate circa 60 varietà e cultivar con un numero variabile di oli essenziali che conferiscono alla pianta il tipico profumo nelle diverse sfumature. L’aroma caratteristico della specie comune in Italia è dovuto all’eugenolo, sostanza chimica presente in grande quantità anche nei chiodi di garofano. Alcune varietà condividono, anche se in entità diverse, le sostanze che danno il tipico profumo al limone, alla menta, alla liquirizia o alla canfora.

Il Basilico è una pianta “mitologia” da un certo punto vista, giacché la mitologia greca cita la pianta come antidoto del basilisco o “re dei serpenti”. Il basilisco è il serpente con il potere di uccidere o pietrificare con un solo sguardo diretto negli occhi.

Ha proprietà antispasmodiche, antiinfiammatorie, sedative, stimolanti, stomachiche (utili in caso di inappetenza), carminative e diuretiche. Da alcuni studi è emerso che l’estratto di basilico possiede attività antiossidante ed è anche in grado di esercitare un’azione citotossica in diversi tipi di cellule tumorali. Il suo olio essenziale ha mostrato di possedere attività antibatterica, fungicida e repellente per gli insetti. Gli estratti dalla pianta allontanano le zanzare.

La pianta, fortemente aromatica, è largamente utilizzata nelle cucine italiane e asiatiche. Viene inoltre impiegata tradizionalmente in erboristeria e nella medicina popolare.

In erboristeria

Le foglie e le sommità fiorite vengono utilizzate in campo erboristico per preparare infusi ad azione sedativa, antispastica delle vie digerenti, stomachica, diuretica, antimicrobica, antinfiammatoria. Il basilico è utilizzato anche contro l’indigestione e come vermifugo, nonché come collutorio per l’igiene del cavo orale. L’inalazione di vapore, assoluto o con l’aggiunta di erbe aromatiche come eucalipto, menta piperita, timo, rosmarino, basilico, lavanda, ecc. aiuta contro il catarro: allevia il disturbo, ha un effetto decongestionante e fluidificante. I suffumigi aiutano nei casi di sinusite acuta o cronica.

Gli impacchi locali con foglie fresche di basilico, applicati sulla zona arrossata, placano le irritazioni cutanee; ma deve essere evitato sulle pelli sensibili e in gravidanza. Il profumo rinfresca la mente e stimola l’olfatto difettato.

L’olio essenziale contiene eucaliptolo ed eugenolo. È un tonico nervino e, diluito in oli vettori, è adoperato in massaggi per alleviare i dolori dovuti a stanchezza muscolare, quelli reumatici e quelli articolari; favorisce la cicatrizzazione delle ferite, aiuta nei casi di raffreddore ed è anche di utilità per la depressione. Nell’industria profumiera serve per la preparazione di alcuni profumi e saponi.

In medicina

Nella medicina popolare, al basilico si ascrive un’attività galattogena. Esso viene da sempre utilizzato anche per contrastare disturbi gastrointestinali come senso di pienezza e flatulenza, nonché per favorire la digestione, la diuresi e per stimolare l’appetito.

Le nostre nonne usavano il basilico contro la caduta dei capelli; in infusione con la camomilla, per riposare meglio; contro il mal di mare e il mal d’auto insieme a melissa, cannella e camomilla.

La medicina cinese usa il basilico per trattare le disfunzioni renali e i crampi allo stomaco.

La medicina indiana, invece, adopera il basilico per trattare una grande varietà di disturbi quali anoressia, artrite reumatoide, dolore alle orecchie, affezioni cutanee, amenorrea, dismenorrea, stati febbrili e malaria.

In omeopatia è usato per il trattamento di disturbi ansiosi, nausea e vomito, mal di movimento, spasmi intestinali, bronchite e tosse grassa.

Le informazioni riportate non sono consigli medici e i contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico.

In cucina

Il sapore caldo e speziato delle foglie si combina bene con aglio, pomodori, zucchine e con la cucina mediterranea in genere; il basilico aromatizza condimenti, liquori, olio, aceto, minestre e la famosa salsa al pesto. Il vino preparato con le foglie è tonico, digestivo ed è anche antibatterico.

Tra le varietà più note ci sono

Ocimum basilicum

Citriodorum ha il profumo di limone. È una specie annuale con foglie verdi e fiori bianchi, delizioso nelle salse e con il pollo

Minimum detto anche basilico greco è un cespuglio compatto e rotondeggiante con un aroma di media intensità. Tollera un clima più freddo rispetto al basilico usuale.

Sanctum è una specie dalla base legnosa, sacra per gli induisti. Viene piantata intorno ai templi. Allontana le zanzare.

Purple Ruffles è una cultivar di colore rosso-viola scuro per contorni colorati e aromatici. Può essere adoperata come il basilico normale.

Purpureum ha foglie rosso-viola scuro e aroma non intenso, fiori rosso pallido. Inalando il suo profumo, specialmente l’olio, si stimola l’olfatto danneggiato da infezioni virali.

Morpha ha foglie che profumano come una miscela di spezie, aromatizza un’ampia gamma di piatti della Malesia e dell’India.

Anise è un esile pianta di basilico con steli scuri e foglie dal profumo di anice, con nervatura viola.

Cinnamomum il profumo di queste foglie, più simile alla cannella che al chiodo di garofano, è piacevole nei pot-pourri.

Crispum ha foglie grandi e succulente dal profumo intenso, adatte all’aglio, pomodori, peperoni, pesce, uova e anche pollo.

Ma alla stessa famiglia appartiene anche la specie Ocimum Gratissimum o basilico dell’India orientale.

E’una pianta simile al nostro basilico. È una specie cespugliosa dal profumo di limone con una base legnosa, steli ramificati e spighe fiorali con verticilli di fiori bianchi. Le foglie sono pendule, ovate e appuntite. È alta fino a 2,5 metri. Cresce nelle zone tropicali soleggiate dell’India e dell’Africa occidentale. Per il suo caratteristico e marcato profumo aromatizza pietanze nella cucina del Sud-est asiatico ed è venduto su larga scala, soprattutto nel Vietnam.

Basilico

Secondo la medicina popolare, in alcune località asiatiche, le foglie eduli stimolano l’appetito, alleviano il mal di schiena di natura reumatica, contrastano la diarrea, la tosse, il raffreddore e la pertosse, riducono la temperatura corporea favorendo la traspirazione. Il succo serve per curare gli occhi arrossati. Con le foglie della pianta alcuni popoli preparano anche una bevanda simile al tè.

Le foglie venivano un tempo considerate un depurativo per le malattie veneree. Costituivano un antidoto contro i morsi dei serpenti e, in applicazioni locali, erano di utilità per la scabbia e per la rogna.

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W i segreti della nonna

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Allontaniamo mosche e zanzare

• Per tenere lontane mosche e zanzare collochiamo in casa una pianta di Eucalyptus in vaso: da questo momento non ci saranno più insetti e quindi non più punture. L’Eucalipto infatti è ottimo per allontanare gli insetti e non è affatto tossico per l’uomo; inoltre è un disinfettante, aiuta a respirare meglio ed agisce da fortificante.

• Anche le foglie di basilico tengono lontane le zanzare.

• Il succo delle foglie di prezzemolo è altresì efficacissimo per allontanare zanzare ed insetti.

Stop al singhiozzo

• Per eliminare il singhiozzo assumere alcune gocce di aceto, da sole o su una zolletta di zucchero.

• Va bene anche inalare l’aroma rilasciato dai semi di anice scaldati a bagnomaria, dopo averli tritati e ridotti in polvere.

• Efficace altresì allo scopo è l’infuso di valeriana (15 g di foglie per 1 litro d’acqua bollente), di cui berne 3 bicchieri al dì.

• Si dimostra valido anche il vino di finocchio.

Per contrastare la balbuzie

• Può essere di valido aiuto per diminuire la balbuzie, l’assunzione dell’infuso di foglie e fiori di primula (2 – 3 g in 200 ml d’acqua bollente), alla dose di 1 tazza 2 – 3 volte al dì.

Contro il mal di mare ed il mal d’auto

• Per prevenire la nausea e tutti i malesseri tipici del mal di mare e del mal d’auto, è utile inalare dal fazzoletto qualche goccia di olio di menta piperita.

• Va bene anche annusare melissa, basilico, cannella, camomilla, a seconda delle preferenze.

• Per calmare la nausea, durante il viaggio si può assumere una tazza di infuso di semi di finocchio (1 cucchiaino in 200 ml d’acqua bollente), meglio se finocchio selvatico.

• In caso di vertigini si possono massaggiare dolcemente per alcuni minuti le fossette dietro i lobi delle orecchie; invece in caso di agitazione e inquietudine si possono stimolare i gomiti flessi.

• Qualche giorno prima di intraprendere il viaggio, si può bere una tazza mattino e sera dell’infuso di foglie di melissa e fiori di camomilla (1 cucchiaio della miscela a parti uguali in 1 tazza d’acqua bollente). E’ un’ottima prevenzione.

• Le foglie sbriciolate di angelica poste all’interno dell’automobile riducono il mal d’auto.

Come preparare una birra casalinga

La nonna ci tramanda una vecchia ricetta con cui si può preparare in casa un’ottima birra, molto economica, rinfrescante, diuretica, piacevole e sanissima, utilizzando la radice (rizoma) della gramigna. Si mettono in un tino di una certa capacità 5 kg di radici di gramigna sminuzzate, ben pulite e ben lavate, su cui si versa un po’ alla volta tanta acqua tiepida quanto basta perché siano sempre nello stesso stato di umidità. Dopo 3 giorni circa si vedono formare dei piccoli germogli biancastri. Quando questi germogli sono lunghi circa 1 cm, si pone il tutto in una damigiana con imboccatura larga, della capacità di circa 25 litri, si aggiungono 2,5 kg di zucchero, 1,5 kg di bacche di ginepro schiacciate e 75 g di lievito di birra. Quindi si versano 4 litri di acqua bollente, si agita energicamente con un bastone introdotto dall’apertura della damigiana e si lascia riposare una settimana. Di tanto in tanto si aggiunge un po’ d’acqua, bollita precedentemente, per compensare quella che si perde. Quindi si filtra e si travasa in un nuovo contenitore ben pulito, dopodiché la birra è pronta per l’uso.

 

Come preparare un ottimo maraschino

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Il maraschino è un liquore che deve il suo nome alle marasche, varietà di amarene originaria della Croazia e più precisamente della Dalmazia. E’ detto anche “rosolio di Zara” poiché in questa città ebbe inizio la produzione fin dal lontano medioevo. La nonna lo preparava così. Mettere in un recipiente con coperchio i noccioli di marasche (in mancanza si possono utilizzare le amarene nostrane), coprirli di alcool puro per alimenti e lasciarli macerare al buio per circa 3 mesi. Quindi filtrare l’alcool. Preparare uno sciroppo con acqua sterilizzata tiepida e zucchero in uguali quantità, a loro volta uguali alla quantità di alcool. Amalgamare bene, lasciar raffreddare e aggiungere l’alcool di cui in precedenza. Filtrare e imbottigliare. Dopo un paio di giorni filtrare di nuovo e ripetere tale operazione finché il liquore non diventa limpido.

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Come preparare ottimi digestivi

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La nonna amava preparare questo liquore alle prugne buonissimo ed ottimo digestivo. In un recipiente si fanno cuocere 30 – 40 prugne ridotte in pezzi (senza buccia e senza nocciolo) con 5 litri di buon vino bianco; dopo circa 20 min si toglie dal fuoco e si aggiungono 5 g di cannella frammentata; si fa macerare il tutto, per 3 – 4 giorni, in un recipiente coperto; quindi si filtra, si aggiunge 1 kg di zucchero e si fa bollire di nuovo per pochi minuti; si lascia raffreddare; infine si versa 1 litro d’alcool per alimenti, possibilmente a 90°, e si conserva in una bottiglia ben tappata.

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Digestivo alle ciliegie. Lavare, asciugare e privare del peduncolo 1 kg di ciliegie. Schiacciarle e porle con il loro nocciolo in un recipiente di coccio. Lasciarle asciugare all’aria per 3 – 4 giorni e quindi aggiungere 250 g di zucchero e 2 litri di alcool a 60° (1 litro e 1/4 di alcool per alimenti a 95° + 3/4 di litro d’acqua bollita e raffreddata). Lasciar fermentare in un luogo fresco e buio (sarebbe ideale la cantina) per almeno 1 mese. Filtrare e conservare in bottiglie con tappo.

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Ratafià di ipericoRatafià di iperico, ottimo aperitivo e digestivo (stimola l’appetito, facilita la digestione, impedisce l’acidità di stomaco, ecc.). Si mettono a macerare, per circa 15 giorni, in una bottiglia ben chiusa, 2 litri di acquavite e 30 g di fiori secchi di iperico con 2 limoni tagliati. Si filtra, comprimendo bene il residuo, si aggiungono 150 g di zucchero e si imbottiglia per la conservazione.

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Sciroppo liquoroso di noce, efficacissimo per favorire la digestione, per eliminare i gas intestinali, per lenire il mal di testa conseguente a pesantezza digestiva. Togliere il mallo a 50 noci fresche e porle in un recipiente di coccio insieme a 2 litri di buona acquavite, 1 g di cannella, 1 g di chiodi di garofano, 1 g di macis (nome commerciale dell’involucro carnoso, arillo, che avvolge il seme della noce moscata, di colore rosso da fresco, giallo da secco). Dopo un mese circa di macerazione, si filtra e si aggiunge uno sciroppo costituito da 1 litro di acqua bollita in cui si scioglie zucchero a piacere, fino ad un massimo di 1 kg. Si mescola il tutto e si versa in una bottiglia con tappo per la conservazione e per l’uso.

Altre ottime preparazioni casalinghe

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Come preparare l’acqua di melissa. Far cuocere per 5 min in 500 ml d’acqua 25 g di foglie di melissa, cui si aggiungono 5 g di ciascuna delle seguenti piante: scorza di limone grattugiata, chiodi di garofano, cannella, noce moscata. Si aggiunge poi 500 ml di buona acquavite. Si pone il tutto in un recipiente di vetro ben chiuso e si espone al sole o in un luogo caldo. Dopo 4 settimane si filtra e si conserva in bottiglia ben tappata. Se ne prende 1 cucchiaino da caffè, in poca acqua, prima dei pasti nei casi di problemi di stomaco, nelle debolezze nervose, nei disturbi del cuore di origine nervosa, nella nevrastenia, nei vomiti nervosi, nella malinconia, nei disturbi del ventre e delle regole, nei dolori uterini.

Cannella - Carciofo - image  on https://rimediomeopatici.comCome preparare una crema di alchemilla. La nonna la usava moltissimo perché ne apprezzava le molteplici virtù e ne teneva in casa sempre una scorta. Oggi alle creme di questa pianta si riconoscono diverse proprietà terapeutiche, come quelle di curare e lenire le infiammazioni e le irritazioni cutanee, di donare tonicità ed elasticità alla pelle, di idratare, di cicatrizzare, di normalizzare l’eccessiva produzione sebacea ed altro ancora. La  nonna la preparava così. Si prendono 2 g di estratto fluido di alchemilla (la comune tintura madre), 12 g di idrolato di rosa (costituisce la parte acquosa della crema e oltre a dare la profumazione aiuta a donare tonicità alla pelle), 10 g di lanolina e 30 g di vasellina, che costituiscono la base grassa (eccipiente). Si sciolgono la lanolina e la vasellina in un contenitore scaldato a bagnomaria. Si aggiungono l’idrolato di rosa e l’estratto fluido di alchemilla e si fa bollire il tutto a fuoco lento per pochi minuti, mescolando continuamente per evitare che si attacchi. Prima che il composto si raffreddi si versa in vasetti non trasparenti con coperchio per la conservazione ed il successivo uso.

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Come preparare un’acqua di colonia, ottima per la toilette. Mettere a macerare, per 15 giorni, 15 g di sommità fiorite di lavanda in 200 ml di alcool a 80° (167 ml di alcool per alimenti a 95° + 33 ml d’acqua bollita e raffreddata). Dopo si filtra, comprimendo bene il residuo, e si aggiungono 1 g di essenza (sinonimo di olio essenziale) di limone, 1 g di essenza di cedro, 1,5 g di essenza di bergamotto, 0,5 g di essenza di rosmarino, 1 g di essenza di neroli (olio essenziale dei fiori di arancio amaro), 1 g di tintura di benzoino, 3 g di alcolato di melissa. Si versa in una bottiglietta con coperchio per la conservazione e l’uso.

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Per preparare un unguento alla salvia, macerare un pugno di foglie fresche di salvia sminuzzate in 1/2 litro di alcool per 24 ore. Filtrare e mescolare con 500 g di burro sciolto, o strutto o altro grasso. Amalgamare bene e utilizzare l’unguento per frizioni locali. E’ un ottimo antisettico e cicatrizzante.

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Per preparare un unguento di calendula occorre il succo fresco della pianta o delle sue foglie e, nella proporzione 1:6, burro fresco, o strutto, o altra sostanza grassa. Il tutto si fa amalgamare con una cottura a bagnomaria. Le applicazioni locali di tale unguento sono utili per lesioni cutanee, piaghe, punture d’insetti, calli, funghi, vene varicose.

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Il decotto di crusca di grano, che si prepara facendo bollire un pugno di crusca in acqua per 3/4 d’ora, è un cibo leggero e molto nutriente per anziani, fanciulli e convalescenti. Un tempo veniva dato, addolcito con poco miele o zucchero e fatto cuocere per un altro quarto d’ora, alle persone debole e malaticce, alla dose di 1/2 litro al dì, da solo o con il pane (a zuppa).

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Un vino alla quercia è una bevanda tonica ed indicata per chi soffre di incontinenza urinaria. Si prepara mettendo a macerare, per 3 – 4 giorni, 30 – 60 g di corteccia di giovani rami di quercia ridotti in frammenti in 1 litro di vino rosso. Si filtra e si assume alla dose di 1 bicchierino prima dei pasti.

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Invece con le ghiande di quercia è possibile preparare una bevanda sia nutriente che tonica per lo stomaco e per l’intestino. Si prendono 10 – 15 g di ghiande secche o torrefatte e si mettono a bollire, per 15 – 20 min, in 1 litro d’acqua o di latte. Si può aggiungere una piccola dose (un cucchiaino) di orzo leggermente abbrustolito e macinato. Le ghiande prima della torrefazione devono essere private della buccia. La bevanda di ghiande di quercia è un alimento di prim’ordine per i convalescenti.

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Un vino di noce è tonico, depurativo e stomachico, nonché vermifugo. Macerare 50 – 60 g di foglie fresche di noce finemente tritate in 1 litro di vino bianco, per 3 – 4 giorni. Filtrare e assumerne 2 – 3 cucchiai 2 volte al dì prima dei pasti principali.

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Come preparare una conserva di rose, utilizzando rose rosse non completamente sbocciate. Togliere ai petali l’unghia (punta inferiore bianca del petalo), macinarli in un mortaio insieme al triplo del loro peso di zucchero ed a tanto idrolato di rosa da ottenere una pasta della consistenza del miele. Assumere alla dose di 50 –100 g al dì. Rinforza i polmoni.

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Con i ricettacoli delle rose si prepara invece la marmellata. Si passano questi al setaccio e si mettono a bollire in poca acqua, schiumando di tanto in tanto, finché non diventano filamentosi. Si aggiunge una uguale quantità di zucchero e si lascia cuocere fino alla consistenza desiderata. Si versa subito in vasetti sterilizzati muniti di chiusura ermetica e si conserva in luogo fresco e buio.

Lo sapete che …

• Per eliminare il sapore della cipolla, basta masticare del caffè in polvere o in chicchi.

• Mangiare le fragole aiuta a sciogliere il tartaro dei denti.

• Per tenere lontani i topi basta mettere nei luoghi a rischio una pianta di ruta, che emana un odore a loro sgradevole.

• La saponaria è una pianta che contiene un glucoside, la saponina, che si trova in tutte le parti della pianta e che agitata in acqua la rende spumosa come fa il sapone; perciò il suo decotto era usato per sbiancare e smacchiare tessuti di seta, di lana e merletti.

• La cottura delle piante nel vino ne aumenta l’efficacia terapeutica. Anticamente venivano messe nel mosto in fermentazione mazzi di piante diverse, sì da avere vini con proprietà medicinali diverse. A mosto fermentato venivano tolte le parti vegetali e quindi si procedeva nella solita maniera per ottenere il vino. Esistevano così vini di salvia, rosmarino, assenzio, finocchio, anice, sambuco, gramigna, ecc. Questi vini medicamentosi servivano per trattare le stesse malattie curate dalle piante che vi si immettevano.

• I fiori del carciofo coagulano il latte.

• Con l’acqua dei fiori d’arancio si prepara il cosiddetto latte di gallina, che è ottimo per le affezioni respiratorie e come nutrimento che giova agli ammalati. Si sbattono 1 o 2 tuorli d’uova fresche in un po’ di latte zuccherato e si aggiunge un po’ di acqua di fiori d’arancio.

• Se si deve prendere olio di ricino oppure olio di fegato di merluzzo, si può masticare prima un po’ di scorza d’arancia per rendere più gradevole l’assunzione.

• Il sale di acetosella (che si estrae dalle foglie della pianta), sciolto in acqua, è ottimo per togliere le macchie difficili da tessuti, legno, ecc.

• Per preparare un’ottima polvere dentifricia che mantiene i denti bianchi e lucidi, aromatizza la bocca e rinforza le gengive, mescolare uguali quantità di semi di anice ridotti in polvere con polvere di carbone di pioppo o di china grigia.

• L’unghia bianca dei petali di rosa ha proprietà astringenti, mentre il lembo ha proprietà lassative.

• I semi di girasole, torrefatti e macinati, consentono di preparare un caffè utile nei casi di emicrania.

• Le foglie del noce hanno un’azione parassiticida.

• Con le patate raschiate e riscaldate lentamente si forma una pasta che è una specie di sapone usato in passato per dare biancore e splendore alla biancheria.

• Il mosto d’uva combatte la stitichezza.

• I vecchi medici prescrivevano il bagno di ginepro ai malati di gotta.

• Un tempo era consuetudine, specie in Inghilterra e Svezia, fumare le foglie di farfaro a guisa di sigaro, nei casi di tosse e asma.

• Il crescione è un antidoto della nicotina. Tale pianta si usa sempre cruda perché cotta perde le sue proprietà curative. Inoltre è un vermifugo ed è controindicato per le donne incinte.

• I semi e le foglie fresche dell’ortica, ridotte in piccoli frammenti, mescolati con cibo delle galline e delle oche, stimolano la produzione delle uova. Inoltre le foglie di ortica, sia fresche che secche, sono un ottimo foraggio per il bestiame, come mucche e pecore, ed aumentano la produzione di latte.

• Il rizoma del rabarbaro rimuove le macchie di ruggine e disincrosta le padelle. Usato fresco è utile per pulire l’ottone.

• Il succo delle foglie di acetosa toglie le macchie di ruggine, di muffa, di inchiostro da lenzuola, da mobili di vimini e da argento.

• L’acqua di cottura dei fagiolini ravviva i tessuti di lana.

• L’acqua di cottura delle patate pulisce l’argento e restituisce brillantezza alla lana ed al cuoio.

• Se vicino alle rose si coltiva del prezzemolo, questo ne migliora il profumo e la salute.

• L’olio essenziale di origano è un potente antisettico, adatto a disinfettare gli ambienti in cui si soggiorna.

• La regola generale per impostare correttamente la temperatura del forno per la cottura dei dolci è la seguente: quanto più zucchero contiene l’impasto, tanto più bassa deve essere la temperatura.

• Per eliminare dalla bistecchiera l’odore dei cibi cucinati, basta strofinarvi a caldo una manciata di farina gialla e poi sciacquare sotto l’acqua corrente.

• La cenere del camino, opportunamente vagliata, può essere utilizzata per pulire e lucidare l’acciaio, come piani cottura, lavelli, pentole, stoviglie, rubinetteria, ecc. Se ne pone una piccola quantità su una spugnetta umida, si passa sugli oggetti e poi si sciacqua.

• Per decongestionare le palpebre gonfie ed arrossate a causa della stanchezza, vi si applica sopra una fetta di patata cruda per circa mezz’ora.

• Per eliminare il giallo dai denti o certe altre macchie antiestetiche, si spazzolano i denti con lo spazzolino su cui si è apposto un pizzico di bicarbonato.

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