Sommario:
□ Oleoliti o Oli
□ Oli essenziali
OLEOLITI o OLI
Gli oleoliti o semplicemente oli sono preparati fitoterapici ottenuti “estraendo” il principio attivo contenuto nella “droga” (parte della pianta, fresca o secca, che viene opportunamente selezionata e preparata) a mezzo di un solvente costituito da olio grasso.
Una preparazione casalinga di oli medicamentosi può essere fatta a partire da piante fresche o secche, utilizzando come solvente olio extravergine di oliva oppure olio di mandorle dolci.
Il procedimento è il seguente, con droga fresca:
1) Si tritura finemente la parte della pianta fresca contenente il principio attivo (di solito foglie e sommità fiorite) e la si mette in un contenitore di vetro trasparente.
2) Si versa l’olio fino a coprire e si tappa.
3) Si lascia al sole o in un luogo caldo e luminoso per almeno 3 – 4 settimane, agitando di tanto in tanto il contenitore e facendo uscire il vapore acqueo che vi si può essere formato.
4) Si filtra, spremendo bene il residuo, si versa l’olio in un altro contenitore però di vetro ambrato, si tappa e si conserva in luogo fresco e buio.
La preparazione di oli medicamentosi può avvenire, come già detto, anche con droga essiccata. In tal caso il procedimento diventa il seguente:
a) La droga secca, già finemente triturata, viene mescolata all’olio e poi posta a macerare a bagnomaria alla temperatura di 50° – 60° per 1 – 3 ore.
b) Se non si vuole utilizzare il procedimento a bagnomaria, si può lasciare il contenitore di vetro trasparente al sole o in ambiente caldo con minimo 18°C, per almeno 1 mese.
c) Si filtra, spremendo bene il residuo, si versa l’olio nel contenitore di vetro ambrato, si tappa e si conserva in luogo fresco e buio.
Gli oli migliori sono quelli che vengono esposti al sole tutta l’estate.
Si può aromatizzare l’olio aggiungendo il 2% di olio essenziale.
Il rapporto in peso droga:solvente è variabile da droga a droga. Generalmente è 1:5 per la droga fresca e 1:10 per la droga secca.
In pratica, molto più semplicemente, si riempie il contenitore con la droga, pressandola leggermente e poi si versa l’olio fino a coprire, facendo attenzione a saturare tutti gli interstizi.
In genere gli oli si adoperano per uso esterno, per le attività terapeutiche legate ai principi attivi della pianta da cui provengono. Tuttavia esistono anche oli, come ad es. la propoli (sostanza resinosa prodotta dalle api), che si utilizzano anche per via interna, oltre agli oli aromatizzati che si usano in cucina, quali ad es. l’olio santo (olio di peperoncino o capsicum).
(*) V. Note esplicative
OLI ESSENZIALI
Gli oli essenziali sono le “essenze” che conferiscono la profumazione alle piante. Le ghiandole che contengono tali essenze aromatiche possono trovarsi in qualsiasi parte della pianta: nei fiori, nelle foglie, nelle gemme, nei frutti, nei semi e finanche nel legno e nelle radici. Per ottenere poche gocce di olio essenziale occorrono grandi quantità di materiale vegetale, ad es. per ottenere 1 ml di olio essenziale di Camomilla blu occorrono circa 2 kg di fiori, per ottenere 1 ml di olio di Melissa occorrono addirittura circa 25 kg di foglie. Tali oli presentano una composizione molto complessa, sono poco solubili in soluzioni acquose e sono altamente volatili, cioè con facilità tendono a passare allo stato gassoso; proprio grazie a questa caratteristica raggiungono agevolmente il nostro olfatto.
In genere l’olio essenziale non viene utilizzato allo stato puro, ma disciolto in olio di mandorle nel rapporto 1:10.
L’olio essenziale si conserva anche per qualche anno se tenuto in contenitori di vetro ambrati, in luogo fresco e buio.
La storia degli oli essenziali è ricca di simbologie, misteri e riti collegati ai loro profumi, di pozioni magiche che promettevano poteri soprannaturali, di mercanti orientali di spezie che ne attribuivano la provenienza da essenze rare e sconosciute, e così via. Oggi invece incominciano ad essere ampiamente apprezzati per le loro numerose proprietà salutistiche e perché con la loro profumazione riescono a stimolare il nostro sistema olfattivo, procurando piacere e gratificazione.
Infatti gli oli essenziali hanno molte opportunità di utilizzo. Oltre a costituire le essenze di profumi, deodoranti e di altre preparazioni cosmetiche, poche gocce di olio essenziale possono essere utilizzate in massaggi ed auto massaggi, per suffumigi ed inalazioni, per bagni completi o limitati a parti del corpo come piedi e mani, per applicazioni locali tramite impacchi e compresse, per maschere di bellezza, per purificare e deodorare gli ambienti ed altro ancora. Alla generalità degli oli essenziali si riconoscono, più o meno presenti, le proprietà terapeutiche ANTISETTICHE, ANTITOSSICHE, CICATRIZZANTI, ANTIPARASSITARIE, ANTIREUMATICHE, TONIFICANTI.
Bisogna però sempre considerare che essendo miscele complesse e concentrate di sostanze chimiche, il loro uso senza la prescrizione del medico può essere pericoloso. Infatti essi hanno un basso indice terapeutico (rapporto tra la dose massima tollerata e la dose minima efficace), per cui anche piccoli aumenti del dosaggio possono produrre fenomeni tossici più o meno gravi.
Le tecniche di estrazione oggi più utilizzate consistono in un processo di distillazione in corrente di vapore oppure in una spremitura a freddo.
◊ Distillazione in corrente di vapore
Le parti selezionate della pianta vengono esposte in una corrente di vapore acqueo, che trascinando le essenze a temperatura inferiore a quella di ebollizione, ne lasciano inalterate le proprietà. Generalmente le piante aromatiche che si distillano sono allo stato fresco.
Viene utilizzata una caldaia per produrre il vapore acqueo che, provocando la rottura delle piccole ghiandole oleifere contenenti le essenze, si satura delle sostanze oleose volatili. Successivamente il vapore acqueo misto a olio essenziale passa in una serpentina refrigerante, si condensa e si raccoglie in un recipiente, dove le due fasi acqua e vapore si separano naturalmente per differenza di peso specifico. La parte oleosa costituisce l’olio essenziale, la parte acquosa costituisce l’idrolato o acqua aromatica che comunque contiene disciolta una piccola quantità di essenza.
◊ Spremitura a freddo
La tecnica di estrazione di premitura a freddo viene usata per le piante che hanno una grande quantità di olio essenziale nelle cellule superficiali (es. i frutti del genere Citrus, quali limone, mandarino, arancia, bergamotto, ecc.). La pressione esercitata sull’epicarpo del frutto determina la rottura delle ghiandole oleifere e la fuoriuscita dell’olio essenziale, che quindi viene raccolto.
(*) V. Note esplicative