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Rimedi Omeopatici

Omeopatia - Rimedi della Nonna - Cure Omeopatiche

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Occhio secco

L’occhio secco è un problema che può colpire molte persone, causando fastidio, irritazione e scompensi nella vista dovuti alla disidratazione cronica della congiuntiva e della cornea. La disidratazione è dovuta principalmente ad una riduzione quantitativa o ad un’alterazione qualitativa del film lacrimale, che ricopre l’occhio e, di norma, lo lubrifica e lo protegge.

Spesso il problema della disidratazione

  • è una complicanza di blefariti, congiuntiviti (incluse le forme allergiche) o di altre malattie dell’occhio;
  • proviene dall’errato o eccessivo uso di lenti a contatto e/o colliri;
  • è provocato dall’uso di farmaci quali antipertensivi, ansiolitici, sonniferi, antistaminici e molti altri;
  • è dovuto all’atrofizzazione delle ghiandole lacrimali, come talvolta accade nelle donne in menopausa e negli anziani.
Occhio secco
Occhio secco

I sintomi più comuni sono prurito, bruciore, irritazione e fastidio alla luce (fotofobia). Inoltre, possono manifestarsi una sensazione di corpo estraneo nell’occhio, offuscamento della vista, difficoltà nell’apertura della palpebra al risveglio, dolore e arrossamento oculare. Possono anche comparire stanchezza o affaticamento degli occhi e, in alcuni soggetti, c’è la comparsa di muco all’interno o attorno l’occhio. Tutti questi disturbi aumentano in seguito a prolungati sforzi visivi o in particolari condizioni ambientali, come l’esposizione al vento o al caldo o la permanenza in ambienti polverosi, fumosi, con aria condizionata o riscaldamento.

Nei casi più gravi, si possono determinare cicatrizzazione, neovascolarizzazione, infezioni e ulcerazione.

Nel trattamento omeopatico dell’occhio secco, è importante tenere presente che ogni persona è unica e che i rimedi omeopatici sono selezionati in base ai sintomi individuali e alla costituzione del paziente. Pertanto, è fondamentale consultare il medico che valuta la situazione in modo dettagliato.

Esistono alcuni rimedi omeopatici che possono aiutare ad alleviare i sintomi dell’occhio secco in modo naturale e non invasivo.

Un rimedio omeopatico comune utilizzato per l’occhio secco è il “Euphrasia officinalis“, anche conosciuto con il nome di “Eufrasia”. Questo rimedio è spesso prescritto quando gli occhi sono arrossati, irritati e accompagnati da una sensazione di prurito. Può essere utilizzato sia in forma di collirio omeopatico che di globuli, seguendo le indicazioni del medico omeopata.

Un altro rimedio omeopatico che può essere considerato per l’occhio secco è la “Pulsatilla“. Questo rimedio è spesso utilizzato quando gli occhi sono sensibili alla luce, con sensazione di bruciore e lacrimazione. In particolare, pulsatilla ha secchezza al mattino, di sera, al risveglio, in una stanza calda.

Altri rimedi utili per la secchezza degli occhi sono:

Aconitum napellus: s. al mattino;

Alumina: s. la sera, soprattutto agli angoli palpebrali;

Arsenicum album: s. dopo esposizione alla luce artificiale;

Belladonna: congiuntivite con s.;

Lycopodium: s. al mattino, di sera e di notte;

Mezereum: infiammazione degli occhi con rossore e grande s.;

Natrum m.: sensazione di sabbia;

Nux moschata: s. degli occhi e vista debole;

Opium: s. andando a letto;

Sticta pulmonaria: gli occhi sembrano pesanti. Bruciore nelle palpebre con indolenzimento del globo chiudendo le palpebre o girando gli occhi; aumenta durante tutto il giorno. Occhi dolenti come se infiammati. Occhio destro dolente come se ci fosse qualcosa dentro;

Sulphur: secchezza dopo lacrimazione, in una stanza calda;

Veratrum album: s. al risveglio;

Zincum metallicum: s. al mattino, la sera.

Inoltre, alcuni semplici accorgimenti possono essere utili nel trattamento dell’occhio secco. Ad esempio, è importante evitare l’esposizione prolungata a schermi digitali o ambienti con aria condizionata, utilizzare un umidificatore nell’ambiente in cui ci si trova, bere molta acqua per mantenere idratato il corpo e gli occhi, e spesso chiudere gli occhi per alcuni minuti per riposarli e favorire la produzione di lacrime naturali.

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Rucola

La rucola o ruchetta (Eruca sativa Miller) è una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Brassicacee (crucifere). Alla ricca famiglia delle Crucifere appartengono anche i cavoli, i broccoli e i ravanelli.

Il principio attivo contenuto nella r. è l’erucina, dal forte potere ipotensivo e protettivo del cuore. L’erucina si trova anche nei broccoli e nei cavoli.

Consumata fresca, in insalata, la r. ha un sapore intenso e un po’ piccante. Il sapore della r. è influenzato principalmente dal tipo di terreno e dalla stagione. Più il terreno è arido e la raccolta tardiva, maggiore saranno anche l’intensità di sapore e il grado di piccantezza.

La r. è ottima anche sotto forma di pesto, sulla pizza, con lo stracchino o con la bresaola. Si usa altresì per preparare un digestivo noto con il termine di “rucolino”.

Le foglie sono molto delicate. Per questo, prima dell’utilizzo, vanno lavate velocemente, senza tenerle troppo in ammollo o sotto il getto dell’acqua. Se non si usano subito vanno messe in un bicchiere con dell’acqua (come fossero fiori). L’acqua va poi cambiata frequentemente. Ma si possono conservare anche 2 – 3 giorni in frigorifero, in un recipiente aerato o nei sacchetti microforati.

Rucola
Rucola

Esistono due varietà di r.:

  • selvatica (Diplotaxis tenuifolia) dal sapore leggermente più spiccato
  • coltivata (Eruca sativa)

La prima, a differenza della seconda, è caratterizzata da  foglie più dentellate, fiori gialli e un sapore molto più deciso e piccante.

La r. riconosce numerosi impieghi, sia in ambito culinario che in quello medico/erboristico.

Gli antichi le attribuivano virtù afrodisiache. I Romani ad esempio, la impiegavano come ingrediente base per filtri d’amore: la apprezzavano a tal punto da coltivarla in ogni nuova terra conquistata.

La rucola apporta molti benefici all’organismo:

  • è ricca di acqua (91%), proteine 2,5% e 3,5 % carboidrati, e ha un buon contenuto di fibre e favorisce il transito intestinale;
  • riduce l’iperglicemia;
  • è ricca di antiossidanti e di Sali minerali tra cui calcio, potassio, fosforo, zinco e magnesio e ferro, per questo risulta ideale per affrontare i periodi di sovraffaticamento;
  • possiede anche proprietà depurative, favorisce la diuresi, le funzionalità epatiche e la digestione;
  • contiene, inoltre, vitamine del gruppo B, vitamine C e K. Molto ricca di vitamina C, provitamina A, di acido folico (vitamina B9), di vitamina K. Quest’ultima è utile al benessere di ossa e denti, a mantenere in salute il sistema nervoso ed è essenziale per i processi di coagulazione;
  • abbassa la pressione arteriosa;
  • protegge il sistema cardiovascolare e preserva la parete dei vasi sanguigni dai fenomeni ossidativi dell’invecchiamento;
  • fornisce pochissime calorie, circa 30 per 100 grammi di prodotto.

I semi

Dalla spremitura dei semi della rucola coltivata (Eruca sativa) si estrae un olio, l’olio di Taramira o olio di jamba, piccante e molto pungente e, dopo l’estrazione, acre. L’olio di Taramira può essere utilizzato per preparare una sorta di senape, anche se il piccante è diverso da quello dell’olio di senape.

In India utilizzano l’olio per il decapaggio, dopo l’invecchiamento per ridurre l’acidità, come olio per insalata o da cucina.

L’olio viene utilizzato anche come olio da massaggio e per lenire la pelle.

Eruca sativa

Poiché la pianta è altamente resistente alla siccità, l’olio è popolare nelle regioni con scarse precipitazioni, in particolare nell’Asia occidentale, nel Pakistan e nell’India settentrionale.

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Iodium

DESCRIZIONE di IODIUM

Il rimedio omeopatico Iodium o Jodum si ricava dalla tintura dell’elemento chimico Iodio il cui simbolo è I o J. Il suo n. a. è 53, la sua m. a. 126,9044. Appartiene alla famiglia degli alogeni, fonde a 113,7° C ed ha una T di ebollizione di 184,5° C, una d pari a 4,93. La sua molecola è biatomica. È un solido in lamelle cristalline grigio nerastre di lucentezza metallica. Già a temperatura ambiente ha una notevole tensione di vapore; appena scaldato la tensione di vapore si esalta e lo iodio solido emette vapori irritanti di un bel violetto.

In acqua dà una soluzione di colorazione giallo-paglierina ed è pochissimo solubile in acqua, la sua solubilità è pari allo 0,015%. Si scioglie invece in soluzione di ioduri alcalini, con colorazione bruna, formando composti complessi: i poliioduri.

Molto solubile in solventi organici: in etere, acetone, alcool; in cloroformio, solfuro di carbonio e tetracloruro di carbonio con colorazione violetta.

Viene assorbito da sostanze colloidali; in particolare con l’amido (salda d’amido) dà colorazione azzurro intensa. La salda d’amido è un gel utilizzato in laboratorio di analisi chimica come indicatore redox nelle titolazioni iodometriche e iodimetriche.

Lo iodio non si trova in natura allo stato libero, ma combinato con vari metalli, soprattutto alcalini; così ad esempio è contenuto come iodato sodico NaIO3 nel nitro del Cile, nelle alghe marine quali Kelp in Scozia e varech in Normandia. È contenuto in alcune acque minerali, quali ad esempio le acque di Salsomaggiore, nella quantità di 5 g/m3.

Si trova anche nell’organismo umano nella ghiandola tiroide sotto forma di tiroxina.

Lo iodio si prepara dai suoi Sali, lo ioduro sodico o potassico, per spostamento con cloro e più spesso per ossidazione con biossido di manganese in presenza di acido solforico. A Salsomaggiore, ove è presente sotto forma di ioduro di magnesio in concentrazione molto piccola, si usa come ossidante l’acido nitroso. Lo iodio si estrae poi con etere di petrolio, e da qui lo si riestrae con una soluzione di NaOH, ottenendo una soluzione concentrata di ioduro ed ipoiodito sodico, dalla quale per acidificazione, eventualmente in presenza di ossidanti, si precipita lo iodio.

Serve per preparare ioduri, iodati, acido iodidrico, ecc.; in medicina è usato come tintura di iodio ed è usato anche per la preparazione di alcuni coloranti organici artificiali.

I principali composti sono l’acido iodidrico, gli ioduri (sodico, potassico, ammonico), l’acido ipoiodoso, gli ipoioditi, l’acido iodico, gli iodati, l’acido priodico e i periodati, gli alogenuri, l’incloro che è un antisettico chiamato anche 1,3-diiodo-2-idrossipropano o iotone o jotone.

CARATTERISTICHE E USO

Organospecificità: S.N.C. e S.N. vegetativo, ghiandole compresa la tiroide, vie respiratorie e polmoni, apparato digerente, occhi, ossa e articolazioni, gonadi.

Principali indicazioni cliniche: addome gonfio; afte; atrofia, ipertrofia e indurimento degli organi linfoghiandolari (spec. ghiandole linfatiche, tiroide, testicolo, ovaie, mammella); borborigmi; cefalea; congestione polmonare, asma, tosse; corizza; mal di gola; diarrea; disturbi della nutrizione e cachessia; dolori ossei e articolari; esoftalmo; gengivite; rinite, laringite; gozzo esoftalmico; Morbo di Basedow; tosse crupale; dismenorrea, metrite, ovarite, annessite, leucorrea; palpitazione; pelle secca; raucedine; tremori; sinovite; stipsi; vertigine, raucedine, incontinenza, albuminuria; corea.

IODIUM
IODIUM
Iodium corrisponde ad uno stato di cachessia profonda con debolezza marcata e affaticamento considerevole, adenopatia e ipertrofia ghiandolare con indurimenti.

Il soggetto è ansioso e la sua ansia aumenta con il riposo; è ipereccitato, è irrequieto ed ha bisogno di muoversi, non può star fermo; è costantemente preoccupato e crede che gli stia per arrivare qualcosa di spiacevole; ha paura, vivacità psichica ma incostanza e smemoratezza, nervosismo e irritabilità specie quando ha fame. I suoi occhi sono sporgenti, dolenti e brucianti; le pupille sono dilatate e può esserci nistagmo, cioè un movimento involontario, rapido e ripetitivo (corea), degli occhi. Tutte le sue ghiandole sono inizialmente ipertrofiche (accresciute), poi passano ad atrofia o indurimento. L’addome è gonfio con borborigmi, il fegato è congestionato e ipertrofico, duro e dolente. La milza è aumentata di volume, dura e dolente. Le ghiandole mammarie sono atrofiche e con noduli duri. Anche le ghiandole cervicali, ascellari, inguinali, mesenteriche … possono essere indurite. Ha vertigini

Nell’uomo Iodium, i testicoli sono gonfi, induriti, e atrofici, specie a destra. Possono sussistere idrocele e impotenza.

Nella donna i mestrui sono irregolari, qualche volta molto abbondanti. Durante i mestrui c’è grande debolezza con oppressione, dolore acuto ai seni che sono molli e avvizziti. Dolore all’ovaio destro, come se un cuneo fosse infossato nell’ovaio destro, cisti ovarica destra; cisti endometriosica. Emorragia uterina durante l’evacuazione. Leucorrea cronica, abbondante, irritante che screpola la pelle.

Il rimedio corrisponde a un aumento dell’eccitazione e del metabolismo basale e Morbo di Basedow. Tra le caratteristiche di I. vi è tremore che migliora camminando, dimagrimento veloce fino alla cachessia nonostante la fame da lupo, palpitazioni, tachicardia, gozzo, incontinenza di urina in donne anziane con albuminuria.

La tosse di I. è irritante secca e soffocante, di tipo asmatico, peggiora con aria calda e con il tempo umido. Il bambino impugna la gola con le mani. In I. vi è senso di oppressione, congestione polmonare, raucedine con dolore laringeo e mal di gola.

La corizza di iodium è secca a casa, fluente all’aria aperta (il contrario: Puls.) Oppure la secrezione è acquosa, abbondante, bruciante e con molti starnuti. Il rimedio è utilizzato nei casi di corizza cronica e dolore alla radice del naso.

Il malato può avere una cefalea di tipo congestizio con ansia e dolori pulsanti, vampate di calore con vertigine che aumentano in una camera calda e abbassandosi. Egli ha sempre troppo caldo.

Sono tra i sintomi del rimedio anche lo spasmo della glottide; il movimento involontario, rapido e ripetitivo, degli occhi; l’acne, l’eritema nodoso, i foruncoli, la dermatite pustolosa, l’edema delle palpebre e la lacrimazione abbondante, irritante, corrosiva; le gengive spugnose, dolenti, facilmente sanguinanti; le afte nella bocca e sulla lingua; ipersalivazione al mattino, al risveglio; palpitazioni al minimo esercizio e sensazione di costrizione del cuore, ansia precordiale che obbliga il malato a cambiare costantemente posizione; minzioni frequenti e abbondanti con emissione di urina scura di odore forte con pellicola iridata alla superficie, incontinenza; dolori articolari e ossei, dolenti e profondi specie di notte, che aumentano con la pressione e con il caldo; sinovite; pelle secca, gialla, grinzosa; sudori che macchiano la biancheria di blu; ipoacusia o di sordità; pancreatiti acute.

Il Iodium paziente può avere costipazione o diarrea. La costipazione con bisogni inefficaci, feci argillose, difficili da evacuare, migliora prendendo il latte.

La diarrea è spossante, biancastra, come latticello, schiumosa, unta, aumenta al mattino, dopo aver bevuto latte.  Diarrea mattutina nei bambini emaciati e scrofolosi.

Una modalità caratteristica è il peggioramento di tutti i disturbi a causa del calore: il malato peggiora d’estate, con l’umidità, il troppo caldo, il caldo torrido.

Sistema nervoso: Agitazione, irrequietezza, paura, vivacità psichica, incostanza e smemoratezza, nervosismo e irritabilità. Cefalea. Vertigine. Corea. Tremore che migliora camminando.

Ghiandole compresa la tiroide: atrofia, ipertrofia e indurimento degli organi linfoghiandolari (spec. ghiandole linfatiche, tiroide, testicolo, ovaie, mammella), pancreatiti acute. Gozzo esoftalmico. Morbo di Basedow;

Apparato respiratorio: Tosse, tosse crupale corizza, raucedine, rinite, laringite, palpitazione; pelle secca; raucedine; tremori; sinovite; stipsi; vertigine, raucedine,

Apparato digerente: borborigmi: addome gonfio con borborigmi; costipazione o diarrea disturbi della nutrizione e cachessia;

Sistema cardiocircolatorio: palpitazioni al minimo esercizio e sensazione di costrizione del cuore, ansia precordiale che obbliga il malato a cambiare costantemente posizione

Bocca: le gengive spugnose, dolenti, facilmente sanguinanti; le afte nella bocca e sulla lingua; ipersalivazione al mattino; gengivite;

Orecchie: ipoacusia o di sordità;

Occhi: l’edema delle palpebre e la lacrimazione abbondante, irritante, corrosiva; esoftalmo

Ossa e articolazioni: dolori articolari e ossei, dolenti e profondi specie di notte, che aumentano con la pressione e con il caldo; sinovite

Sistema urinario: minzioni frequenti e abbondanti con emissione di urina scura di odore forte con pellicola iridata alla superficie, incontinenza, albuminuria.

Apparato genitale: Nell’uomo, i testicoli sono gonfi, induriti, e atrofici, specie a destra. Possono sussistere idrocele e impotenza. Nella donna: durante i mestrui c’è grande debolezza con oppressione, dolore acuto ai seni che sono molli e avvizziti. Dolore all’ovaio destro, come se un cuneo fosse infossato nell’ovaio destro, cisti ovarica destra; cisti endometriosica. Emorragia uterina durante l’evacuazione. Leucorrea cronica, abbondante, irritante che screpola la pelle. dismenorrea, metrite, ovarite, annessite, leucorrea;

Pelle: l’acne, l’eritema nodoso, i foruncoli, la dermatite pustolosa; pelle secca, gialla, grinzosa; sudori che macchiano la biancheria di blu.

Uso

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(*) V. Note esplicative

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Malva

La Malva è una pianta erbacea selvatica dalle belle foglie muschiate su steli ramificati. Ha foglie basali rotonde, leggermente lobate, e grandi fiori estivi da bianchi a rosa a lilla. Appartiene alla famiglia delle Malvaceae ed il suo nome locale è Cut-leaf Mallow. Ma è anche nota con i termini di Marmetta, Rondella, Nalba, Maleva, Melba, Parmuzza. Le varietà più diffuse sono la M. comune o Malva Sylvestris e la M. Moschata.

Malva
Malva

Proprietà e benefici

È ricca di mucillagini e di pectina ed è quindi una pianta “dolce”, ammorbidente, con spiccate proprietà antinfiammatorie, emollienti, lassative, calmanti, rinfrescanti e sedative. Protegge la mucosa dell’apparato digerente ed è largamente impiegata per la sua efficacia contro le infiammazioni delle mucose.

La M. è usata

  • per le forme catarrali delle prime vie bronchiali,
  • in oftalmia,
  • per la cura e la bellezza della pelle,
  • in caso di colite spastica e di stitichezza,
  • per la gastrite,
  • nelle infiammazioni della cavità orale (afte, stomatiti, gengivite, mal di denti), delle vie urinarie, delle mucose in generale,
  • per la tosse, catarro, mal di gola;
  • nei casi di puntura d’insetto.

Il modo migliore e più consigliato di assumerla è l’infuso, che si prepara con 50 g di Malva in un litro di acqua bollente, da bere in ragione di una tazza tre volte al giorno.

Per le sue proprietà lenitive ed emollienti, la M. è un’erba molto preziosa per la bellezza della pelle. Con l’infuso o con il decotto si preparano lozioni depurative e calmanti, da picchiettare sul viso o da aggiungere all’acqua del bagno. Con la radice si ottengono cataplasmi dall’effetto risolvente sui foruncoli, o gargarismi indicati per combattere le infiammazioni gengivali e il mal di gola; la radice masticata serve anche a mantenere belli e sani i denti. La M. entra nella composizione di molte creme di bellezza ad azione emolliente e nutriente.

Un cataplasma fatto con la foglia di M. calma l’effetto delle punture degli insetti.

L’infuso di fiori, foglie e radici è raccomandato in caso di gonfiore agli occhi e di congiuntivite.

Il suo uso inoltre conviene per regolarizzare le funzioni intestinali grazie alle mucillagini le quali si gonfiano e premono delicatamente sulle pareti dell’intestino, stimolandone la contrazione e quindi agevolandone lo svuotamento.

I Greci ed i Romani usavano molto la M. e la scuola Pitagorica la considerava una pianta sacra; la Scuola Salernitana la lodava perché “risana e scioglie il corpo”.

I Celti, popolo del Nord-Europa, credevano che i suoi semi, posti sugli occhi dei defunti, avessero la capacità di scacciare gli spiriti maligni e che aprissero le porte del paradiso. Nel Medioevo e fino al ‘900, era tra i rimedi contro artriti, accessi, infiammazioni gengivali, stitichezza e obesità.

Le contadine del secolo scorso d’alcune regioni, mettevano dei fiori di malva nel corredo della sposa perché si diceva aiutassero a conservare la bellezza anche con l’avanzare dell’età.

Oggi in gastronomia le foglie di M., appena spuntate, sono mangiate crude nelle insalate, oppure cotte nelle minestre con orzo o riso. Sempre le foglie cotte, entrano come ingrediente nella preparazione di ripieni per ravioli e polpette.

Se si va a raccoglierla in campagna, è necessario fare attenzione che il terreno non sia troppo vicino a strade trafficate.

In senso figurato il termine malva indica una persona retriva, insulsa.

Malva
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Manganum aceticum e Manganum sulphuricum

DESCRIZIONE di MANGANUM ACETICUM

Il rimedio omeopatico Manganum aceticum si ottiene dall’Acetato di manganese Mn (CH3COO)2 H2O.

Il manganese (Mn) è un metallo color grigio acciaio, brillante, duro e fragile, friabile, insolubile in acqua e nell’alcool, si scioglie negli acidi dando ioni Mn ++; il suo numero atomico è 25, la sua massa atomica è 54,9381; ha temperatura di fusione 1245°C, temperatura di ebollizione 2097°C e densità 7,20.

I suoi minerali più importanti sono la pirolosite MnO2, la braunite Mn2O3, l’hausmannite Mn3O4, la manganite Mn2O3.H2O, la rodocrosite MnCO3; più rari sono la rodinite MnSiO3 e il solfuro MnS.

Il Manganese non è praticamente utilizzato allo stato elementare come metallo. Costituisce invece un importantissimo elemento legante in ghise, acciai e leghe metalliche non ferrose. Particolarmente interessanti sono le leghe monofasiche quali il cupromanganese, con il rame; non meno prive di interesse sono quelle con lo zinco o con il nichel. Con il rame (o argento) e alluminio (o stagno) il Manganese forma le leghe ferromagnetiche.

Il manganese forma principalmente cinque serie di Sali: i composti manganosi, i composti manganici, i manganiti, i manganati e i permanganati.

I principali composti manganosi sono il carbonato manganoso (MnCO3), l’ossido (MnO), l’idrossido Mn(OH)2, il cloruro MnCl, il nitrato Mn(NO3)2, il solfato MnSO4, il borato MnB4O7.

In particolare, il carbonato manganoso è di colore rosa, si trova in natura e serve per la preparazione di altri Sali di Manganese, in particolare Sali di acidi grassi e naftenici usati come essiccativi.

L’ossido e l’idrossido si ossidano facilmente. Il cloruro trova impiego come colorante blu-nero del grès. Il nitrato serve per la preparazione di biossido di manganese puro. Il solfato serve per la preparazione elettrolitica del Manganese.

I composti manganici sono instabili.

I manganiti e i manganati sono composti di scarso interesse. I manganati alcalini si formano come prodotti intermedi nella preparazione dei permanganati.

Sono stati sintetizzati 18 diversi radioisotopi di manganese: i più stabili sono solo tre. Tutti gli altri sono molto radioattivi con emivite di meno di tre ore, e spesso di meno di un minuto.

Gli isotopi di manganese sono normalmente mescolati con isotopi di cromo e hanno applicazioni in geologia.

Il Mn ha «una notevole affinità, e in certi casi una stretta somiglianza, con il ferro. La sua relazione, sia medicinale che fisica, con il ferro è molto stretta.

L’intossicazione cronica da Mn provoca quadri simili alla sclerosi multipla e al morbo di Parkinson, ovvero: aumento del tono muscolare, tremore, instabilità posturale, ipoamimia. Si tratta a tutti gli effetti di una forma della sindrome di Parkinson secondaria. Per questo il manganese è elencato nella lista delle sostanze pericolose stilata dall’OSHA (agenzia d’informazione dell’Unione europea in materia di sicurezza e salute sul lavoro).

CARATTERISTICHE e USO omeopatico

Organospecificità: S.N.C., diencefalo, tessuto eritropoietico, articolazione, vie respiratorie superiori.

Principali indicazioni cliniche: Affezioni dell’orecchio; anemia; artrite-psoriasica; astenopia (stanchezza oculare in seguito ad un uso prolungato); catarri cronici delle mucose delle vie respiratorie degli anemici; caviglie deboli; cefalea; crampi; disfonia; dismenorrea; dolori alle ossa; laringite; malattie articolari su base di anemia cronica; otorrea con otalgia; parotite; parkinsonismo; pitiriasi; prurito; psoriasi; ragadi e ulcere; reumatismi; sordità; spasmi; tosse.

Il manganese possiede un’azione sul processo di formazione del sangue, come il ferro. Manganese e ferro hanno in comune un sintomo curioso: la tosse migl. coricandosi. L’unica differenza è forse che la tosse di Manganum è più tendente ad essere profonda, ed è anche aggr. in clima umido.

Rimedio

Catarri cronici delle vie respiratorie superiori di cantanti ed oratori con tosse secca e tormentosa e continuo stimolo a schiarirsi la gola, rispondono bene a questo preparato.

Il paziente manifesta astenia, cefalee con sonnolenza, turbe del carattere, crampi e nausea, talvolta dolori addominali, accompagnati da anomalie nel camminare, nell’equilibrio e difficoltà nella parola, parotite.

Il soggetto che richiede Manganum presenta volto pallido e cereo, espressione sofferente e occhi cerchiati; è anemico, triste, depresso, desidera stare da solo e coricato; ha una spossatezza generale, debolezza sia psichica sia fisica, turbe della concentrazione, dolori forti e profondi, senso di contusione a tutti i livelli. Le sue ossa sono sensibili e ogni parte del suo corpo è estremamente dolente quando viene toccata. Quest’ultima è una nota chiave di Manganum.

Sulla pelle il soggetto può manifestare pitiriasi, prurito, psoriasi. Inoltre, la più piccola lesione della pelle ulcera, la sua cute non guarisce.

L’ammalato ha i sintomi del parkinsonismo, una malattia caratterizzata da tremore, maggiormente a riposo; acatisia (spinta a muoversi); bradicinesia, ovvero movimenti lenti; rigidità, ipotensione ortostatica, bradipsichismo, acinesia o sindrome ipocinetica, discinesia, disordini dell’equilibrio. Talora sono presenti anche altri sintomi del Parkonson come camptocormia (postura flessa in avanti), camminata con piccoli passi accelerati, insonnia o ipersonnia, ipertonia, astenia, mancanza o diminuzione di mimica facciale, passo strascicato, difficoltà o impossibilità a parlare o la parlata lenta.

A livello muscolo scheletrico M. è utile per curare l’artrite-psoriasica e i dolori alle ossa, specie della tibia; le periostiti caratterizzate da dolori profondi e insopportabili; le infiammazioni a livello osteoarticolare; gli spasmi e i crampi specie agli arti inferiori. I dolori e le infiammazioni articolari con presenza di edema, il bruciore intenso della pianta dei piedi e, infine, crampi e spasmi muscolari. Tutti questi sintomi si presentano di notte e dopo lunghe camminate. Particolarmente sensibili sono le caviglie dei bambini e quelli che richiedono M. hanno difficoltà a camminare.

Le cefalee di Manganum aceticum sono penetranti, stressanti e procedono dall’alto in basso.

M. è un rimedio per le donne anemiche cha hanno mestrui con senso di debolezza. Il rimedio è altresì utile nei casi di mestruazioni troppo frequenti e troppo scarse in ragazze anemiche.

Modalità: Quasi tutti i sintomi migliorano con il riposo e stando coricati a letto; peggiorano con il movimento, con il freddo umido e di notte.

I suoi antidoti sono Coffea e Mercurius.

I rimedi Pulsatilla, Rhus tox e Sulphur sono tra i suoi compatibili.

Manganum aceticum
Manganum aceticum

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Manganum sulphuricum

DESCRIZIONE DI MANGANUM sulphuricum

Uno dei rimedi omeopatici più comunemente utilizzati è manganum.

M. Aceticum si ottiene dall’Acetato di manganese Mn (CH3COO)2 H2O.

M. Sulphuricum si ottiene dal Solfuro di manganese MnSO H O.

Il manganese è un elemento chimico presente nell’ambiente. Negli individui M. si comporta in modo simile a Fe per quel che riguarda le anemie. L’intossicazione cronica da Manganese coinvolge per lo più il sistema nervoso centrale provocando quadri simili al morbo di Parkinson e alla sclerosi multipla. L’intossicazione provoca anche debolezza, crampi alle gambe, sonnolenza, paralisi, languore, impotenza, disturbi emotivi ed irritabilità.
M. Si utilizza in forma di rimedio omeopatico per trattare alcuni sintomi e condizioni specifiche.

CARATTERISTICHE

I due rimedi M. Aceticum e M. Sulphuricum hanno la medesima organospecificità e vengono equiparati anche per quel che concerne le indicazioni cliniche.

Organospecificità: S.N.C., diencefalo, tessuto eritropoietico, articolazione, vie respiratorie superiori.

Principali indicazioni cliniche: Anemia, clorosi, malattie articolari su base di anemia cronica; eritemi, catarri cronici delle mucose delle vie respiratorie degli anemici. Sintomi del Parkinsonismo e della sclerosi multipla.

Manganum
Manganum

Il rimedio ha un’azione profonda sul sistema nervoso, pelle e ossa, accompagnandosi anche ad anemia e grande debolezza.

In omeopatia, il manganum viene utilizzato per trattare uno stato di anemia particolare caratterizzato da pallore, debolezza e cefalee. Questo tipo di anemia è comunemente riscontrato nelle ragazze affette da insufficienza ovarica, una condizione che in passato veniva spesso chiamata “clorosi”.

Le caratteristiche principali di questo tipo di anemia sono le mestruazioni non abbondanti, che durano solo uno o due giorni, e la loro tendenza a manifestarsi in anticipo. Questo è insolito per le persone che soffrono di anemia o clorosi, in cui il ritardo delle mestruazioni può essere anche significativo.

Questo rimedio viene spesso prescritto anche  per trattare disturbi del sistema muscoloscheletrico, come l’artrite.

L’artrite è una condizione cronica caratterizzata da infiammazione e dolore alle articolazioni. M. viene utilizzato come rimedio omeopatico per alleviare il dolore e ridurre l’infiammazione nelle articolazioni colpite da artrite. Il corpo del soggetto è molto sensibile quando lo si tocca, il paziente desidera stare sempre a letto. Pruriti, eritemi, macchie, ulcerazioni compaiono in genere vicino alle articolazioni dolenti.

M. può essere utilizzato per trattare la stanchezza cronica e i disturbi del sonno.

Catarri cronici delle vie respiratorie superiori di cantanti ed oratori con tosse secca e tormentosa con continuo stimolo a schiarirsi la gola, rispondono bene a questo preparato.

M., in omeopatia, viene prescritto come rimedio per queste condizioni specifiche. Si ritiene che possa aiutare a ripristinare l’equilibrio dell’organismo e a :

  • migliorare i sintomi associati all’anemia causata dall’insufficienza ovarica;
  • ripristinare l’energia e migliorare la qualità del sonno consentendo al corpo di recuperare;
  • ripristinare l’equilibrio del sistema muscoloscheletrico e promuovere la guarigione delle articolazioni.
Modalità

Aggravamento: con il freddo, tempo umido, prima del temporale.

Miglioramento: stando coricati.

USO DI MANGANUM sulphuricum

Anemia caratterizzata da pallore, debolezza e cefalee.

Insufficienza ovarica e malattie articolari 

Pelle: Pruriti, eritemi, macchie, ulcerazioni.

Apparato respiratorio: catarri cronici delle mucose delle vie respiratorie degli anemici.

Sonno: disturbi del sonno.

Sintomi del Parkinsonismo e della sclerosi multipla.

Come per tutti i rimedi omeopatici, la scelta del dosaggio e la durata del trattamento dipendono dalle caratteristiche individuali della persona.

In conclusione : Manganum è uno dei rimedi omeopatici che si adopera per trattare l’anemia associata all’insufficienza ovarica.  Ma si usa anche per trattare disturbi muscoloscheletrici, come l’artrite, nonché stanchezza cronica e disturbi del sonno.

(*) V. Note esplicative

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