DESCRIZIONE
Le Anacardiaceae sono una famiglia di piante arboree o arbustacee distribuite nelle regioni tropicali e più raramente nelle regioni subtropicali e temperate. Sono alberi o arbusti spesso con corteccia resinosa, provvisti di foglie alterne, semplici o composte. I fiori, che partono a grappoli dalla sommità dei rami, sono piccoli di colore dal bianco al giallo-arancio ed aperti a forma di stella. A volte il frutto è formato da due parti, il pomo che è il falso frutto in quanto costituisce l’ingrossamento del peduncolo fiorale ed il vero frutto (comunemente chiamato “noce”), di solito simile ad una drupa, che si trova nella parte terminale del peduncolo. La drupa è un frutto carnoso cosiddetto “indeiscente” (cioè che anche quando raggiunge la maturazione non si apre spontaneamente per far uscire il seme), costituito da un epicarpo membranoso (buccia), da un mesocarpo (parte intermedia) carnoso e succoso o polposo e da un endocarpo legnoso (nocciolo) contenente il seme. L’insieme di questi tre strati costituisce il pericarpo. Esempi di frutto a drupa sono: pesca, albicocca, ciliegia, mandorla, oliva, pistacchio, noce, mango, cocco, ecc.
La famiglia delle Anacardiaceae comprende diversi generi e numerosissime specie, tra le quali le più importanti per l’economia umana, avendo frutti dalle apprezzate proprietà alimentari e organolettiche, sono: l’Anacardium occidentale, originario dell’America meridionale, il Mango (o Mangifera indica), di origine indiana ma largamente coltivato soprattutto nei tropici ed il Pistacchio (o Pistacia vera), originario dell’Asia centrale ed ora diffuso nel Mediterraneo.
Il genere che deve il nome alla famiglia è proprio l’Anacardium occidentale (o Anacardio). In tale pianta il falso frutto si ispessisce molto, diventa globoso e piriforme, più grande del vero frutto, simile ad una mela o pesca oblunga con una superficie liscia e sottile di colore dal giallo al rosso vivo e con una polpa fibrosa dal sapore acidulo e rinfrescante. Nei paesi produttori, tra cui il Brasile, tale frutto (o meglio falso frutto, chiamato “mela di acagiù”) viene mangiato e dalla polpa si ricava un succo che viene bevuto dopo essere stato leggermente fermentato. Il vero frutto, a forma di cuore (da cui deriva il nome della pianta), presenta un epicarpo liscio di colore marrone scuro quando è secco, un mesocarpo ricco di oli e resine (succo), tra cui il cardolo, sostanza caustica e velenosa, e un endocarpo duro (guscio) all’interno del quale è contenuto il seme oleoso e commestibile (chiamato “nocciola o mandorla di acagiù”) a forma di rene, lungo circa 2 cm, di colore bianco, ricoperto da una pellicola rossastra. L’estrazione della mandorla, che richiede molta lavorazione, avviene prima con l’allontanamento a caldo dell’olio caustico, poi si procede alla tostatura, quindi alla rottura del guscio, che si svolge per lo più a mano, ed infine ad una ulteriore scottatura per facilitare la rimozione della pellicina, nonché alla eventuale salatura. Della pianta si utilizzano anche le altre parti, ad es. dal guscio si estrae un inchiostro indelebile, il succo viene utilizzato per i suoi poteri caustico (in medicina) e antitermiti, dal fusto e dalle radici si ricava una gomma e un liquido lattiginoso usati come base per vernici. Dalla mandorla è possibile estrarre un olio molto pregiato.
L’Anacardium orientale (o Semecarpus anacardium), albero della stessa famiglia originario delle zone montagnose dell’India, produce frutti simili a quelli dell’Anacardium occidentale ed aventi gli stessi costituenti, solo che a differenza di quest’ultimo i veri frutti sono molto più grandi dei falsi frutti che risultano poco sviluppati (la situazione è praticamente invertita). Il succo resinoso del mesocarpo, caustico e velenoso, che ha la consistenza del miele, è di colore chiaro quando è fresco ma diventa nerastro quando è secco. Contiene diversi derivati fenolici, acido anacardio e flavonoidi complessi tra cui l’urushiol (o urusciolo), che si trova anche in Rhus toxicodendron (pianta della stessa famiglia originaria del Nord America, detta anche “erba velenosa”), responsabile di irritazioni allergiche della pelle in caso di contatto, di tipo eruttivo-vescicoloso. Fu introdotto in medicina dagli Arabi e fu poi sperimentato dallo stesso Hahnemann. E’ proprio questa resina essiccata che viene utilizzata per le preparazioni omeopatiche.
Il rimedio omeopatico Anacardium orientale si ottiene dalla Tintura Madre del succo essiccato ricavato dal frutto della pianta omonima.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Il rimedio esercita la sua principale azione sul sistema nervoso (sfera mentale), sul sistema digerente e sulla cute. E’ anche un rimedio spastico, in caso di spasmi (contrazioni improvvise ed involontarie) di muscoli o di organi.
Il tipo Anacardium orientale è confuso, sospettoso, preoccupato, pauroso, ipocondrico, demoralizzato, depresso, irrisoluto, indeciso ed è sempre in conflitto. Ha uno sdoppiamento della personalità: alterna bestemmie a preghiere, ha sentimenti buoni e cattivi insieme, cambia continuamente umore. Molti autori lo definiscono un tipo dalle “due volontà”. Ha tendenza a fraintendere, a contraddire, ad arrabbiarsi, soffre di un complesso di inferiorità. Ha una memoria debole con momenti di amnesia (dimentica ciò che è accaduto un attimo prima), perde il contatto con la realtà, vive la vita come in un sogno.
Lo stato psichico (mentale) di Anacardium orientale è spesso dovuto ad un eccesso di lavoro intellettuale, ad eccessi nello studio, alla paura degli esami (differentemente da Argentum nitricum, ove la paura è legata alla esasperata emotività del soggetto, qui la paura nasce dal timore di non sapere e di non ricordare), alle mortificazioni, alle umiliazioni, a spavento, ad uno stato di esaurimento nervoso, od anche a senilità.
Anacardium orientale si sente stanco, ha spesso mal di testa, interrompe continuamente lo studio o il lavoro per andare a mangiare (fame nervosa). La vista, l’udito, l’olfatto e il gusto risultano falsati. Ha viso pallido e occhi incavati, con occhiaie.
Il rimedio ha due caratteristiche particolari:
1) sensazione di costrizione, come di una fasciatura stretta o di un cerchio intorno ad una qualsiasi parte del corpo;
2) sensazione di avere un tampone o una massa dura sulla testa, sulla fronte, in gola, allo stomaco, all’ano, o in qualunque altra parte.
Altra caratteristica è che il soggetto migliora mangiando (in Nux vomica invece peggiora). Tale caratteristica è comune ad altri rimedi (ad es. Chelidonium, Ignatia, Graphites), ma qui è molto più marcata.
I sintomi vanno da dx a sx. Il soggetto è sensibile al freddo, peggiora all’imbrunire fino a mezzanotte e poi di nuovo al mattino. La maggior parte dei sintomi compare periodicamente.
Anacardium orientale è un antidoto per Rhus toxicodendron se ci sono sintomi gastrici o sintomi da dx a sx. E’ antidotato da Coffea.
USO DEL RIMEDIO
Anacardium orientale si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio.
• SISTEMA NERVOSO CENTRALE: depressione, perdita di memoria, disturbi psichici, stanchezza mentale, ansia, stress, demenza senile. Può essere associato a Phosphoricum acidum, Gelsemium, Arnica (se in conseguenza di trauma), Kalium phosphoricum ed altri.
• CEFALEE da affaticamento cerebrale: per gli studenti nel periodo degli esami, quando, pur avendo studiato, sono colti dalla paura di “non sapere” a causa della mancanza di fiducia in sé stessi e della debolezza della memoria. Le cefalee peggiorano con il lavoro intellettuale e con il movimento, migliorano mangiando o coricandosi. Anche nei casi di cefalea conseguente a disturbi gastrici.
• APP. DIGERENTE: per tutti i disturbi di natura psicosomatica. Digestione lenta e difficile con dolori e bruciori allo stomaco (gastralgia). Sensazione di vuoto che scompare mangiando. Alito cattivo. Lingua bianca. Perdita del gusto. Eruttazioni. Pirosi. Problemi intestinali ed emorroidali. Difficoltà a defecare, con stimoli inefficaci e sensazione di un tappo difficile da espellere. Malesseri mattutini delle donne in gravidanza. Eccessi di fame irresistibili, come ad es. negli obesi. Può essere associato a Arsenicum album, Argentum nitricum, Bismuthum sub-nitricum ed altri.
• CUTE: per tutte le irritazioni della pelle. Vescicole e pustole. Bruciature che producono vescicole anche grandi. Herpes (infezioni della pelle scatenate da diversi tipi di virus, che si manifestano con vescicole cutanee localizzate a seconda del virus). Verruche (piccole escrescenze della pelle, di natura benigna, causate da virus, che colpiscono prevalentemente piedi e mani). Le eruzioni che richiedono il rimedio sono accompagnate da rossore e gonfiore, sono terribilmente pruriginose e spesso purulente. Il prurito diminuisce con applicazioni di acqua calda e peggiora dopo essersi grattati. E’ utilissima l’associazione con Rhus toxicodendron.
• SPASMI: gastrici e intestinali, dismenorrea (mestruazioni dolorose), tosse, crampi agli arti e soprattutto alle dita. La caratteristica di questi crampi è che essi risalgono sempre verso l’alto (ad es. dal tallone al polpaccio, dall’alluce al dorso del piede, ecc.). Crampi dello scrivano. Anche nei casi di dolori alle spalle con la sensazione di pressione sulle stesse, come se ci fosse un peso.
DOSI
In tutti i casi, se acuti, diluizione 6CH, 3 granuli ogni 3 ore; se cronici, diluizione 30CH, 3 granuli 3 volte al dì.
(*) V. Note esplicative