I rimedi omeopatici (o anche farmaci omeopatici o prodotti omeopatici) sono i farmaci adoperati nelle cure omeopatiche che agiscono secondo la legge “SIMILIA SIMILIBUS CURANTUR”, chiamata Legge di Similitudine, che vuol dire che il simile è curato dal simile.
Secondo questa legge una sostanza naturale, che assunta in grandi dosi da un individuo sano provoca una serie di sintomi, è in grado, se opportunamente diluita, cioè assunta in dosi omeopatiche (infinitesimali), di curare quegli stessi sintomi in un individuo malato.
Ecco perché parlare delle caratteristiche della sostanza o di quelle della malattia è la stessa cosa e quindi i rimedi omeopatici devono essere scelti in base alla somiglianza tra gli effetti che producono nell’individuo sano ed i sintomi che l’individuo malato manifesta.
Processo di individualizzazione
All’interno del quadro dei sintomi occorre tenere conto non solo dei sintomi fisici ma anche delle caratteristiche individuali del malato, costituite dall’insieme delle caratteristiche morfologiche, fisiologiche (metaboliche-funzionali) e psicologiche in grado di influenzarne la reattività.
Si analizzeranno quindi la costituzione, che comprende anche lo studio del temperamento laddove si includono anche le caratteristiche somatiche, il carattere e la diatesi, che rappresentano il cosiddetto terreno dell’individuo.
L’analisi di tale terreno, diverso da persona a persona, assume un notevole interesse clinico perché consente di ricavare informazioni indispensabili sulle caratteristiche del paziente e sulle sue predisposizioni patologiche, al fine di prescrivere il rimedio più adatto, il rimedio più “simile” a lui. Ciò permetterà di attuare sia una terapia nei confronti delle malattie in atto, rimuovendone le cause profonde, sia una a carattere preventivo particolarmente mirata nei confronti delle predisposizioni morbose. Il concetto base, di ispirazione ippocratica, è che l’omeopatia è la medicina del malato più che della malattia.
Quindi in presenza di una qualsivoglia malattia, occorre analizzare l’individuo nel suo insieme e valutarne tutti gli aspetti, non limitandosi al solo quadro dei sintomi fisici (processo di individualizzazione). E’ tale tipo di indagine e di analisi che deve condurre il medico omeopata per poter giungere alla individuazione del rimedio omeopatico più adatto all’individuo affetto da una determinata patologia.
Caratteristiche del rimedio omeopatico
Ciascun rimedio omeopatico possiede delle caratteristiche proprie che lo distinguono dagli altri e lo rendono esclusivo. Anche qui tali caratteristiche sono indicative non solo della malattia che il rimedio è in grado di curare in relazione ai sintomi fisici, ma di un quadro molto più ampio ed articolato, che comprende le modalità di comparizione dei sintomi, la loro localizzazione, le sensazioni, gli aggravamenti ed i peggioramenti, le manifestazioni tipiche, gli aspetti psicologici ed emotivi, i comportamenti, la sfera di azione, la compatibilità con altri rimedi ed altro ancora.
La scelta del rimedio omeopatico “giusto” deve essere, quindi, fatta cercando di sovrapporre il più possibile l’insieme dei sintomi fisici e delle caratteristiche individuali (vale a dire gli esiti del processo di individualizzazione) con le caratteristiche del rimedio. Solo in questo modo tra i tanti rimedi omeopatici potenzialmente in grado di curare la stessa patologia, si sarà individuato quello più adatto alla persona che ne è affetta.
Preparazione dei rimedi omeopatici
Le sostanze attive da cui traggono origine i rimedi omeopatici appartengono ai tre regni della natura: animale, vegetale, minerale.
Al medico tedesco Christian Friedrich Samuel Hahnemann (1755–1843), considerato il fondatore della Medicina Omeopatica, si deve il processo di preparazione dei rimedi omeopatici ancora oggi utilizzati.
Tale processo deve seguire procedimenti ben codificati, tali da garantire ai rimedi l’assenza di tossicità e la preservazione dell’efficacia.
Il processo consiste essenzialmente di due fasi: la diluizione e la dinamizzazione (o succussione). La prima fase serve per ridurre a dosi omeopatiche (infinitesimali) la sostanza attiva, rendendo così possibile l’azione terapeutica secondo la Legge di similitudine. La seconda fase, intervallata con la prima, serve per conferire al rimedio il potere omeopatico in concomitanza con la suddetta legge. Viene presa, quindi, la pianta o la sostanza minerale o la sostanza di origine animale, la si elabora preventivamente e la si diluisce, nella maggioranza dei casi, in una soluzione idroalcolica (acqua depurata + alcool etilico) con opportuna titolazione, tante volte quant’è la diluizione desiderata, pervenendo alle diluizioni decimali, contrassegnate dalla sigla D, o alle diluizioni centesimali, contrassegnate da CH (fase di diluizione). Si scuote e si percuote energicamente la provetta ad ogni diluizione (fase di dinamizzazione o succussione).
L’elaborazione preventiva della sostanza attiva di base, che forma il cosiddetto ceppo omeopatico, si rende indispensabile per portare correttamente in soluzione i principi attivi contenuti nella sostanza stessa. Tale trattamento si differenzia a seconda della natura della materia prima utilizzata e tiene principalmente in considerazione il grado di solubilità della sostanza in acqua o in alcool. Più usualmente per le sostanze di origine vegetale, abbastanza solubili, si ricorre alla Tintura Madre, per quelle di origine minerale o animale, in genere solide non completamente solubili, si ricorre alla Triturazione con lattosio. Ovviamente, anche se meno ricorrenti, sono possibili situazioni diverse.
I rimedi omeopatici sono confezionati in vario modo. Quelli più utilizzati sono sotto forma di granuli, gocce, pomate, creme. Esistono anche fiale orali, globuli, compresse, capsule, ovuli, colliri, supposte, ecc.
Fasce di diluizione
A scopo puramente indicativo, e quindi con la dovuta flessibilità, è possibile distinguere schematicamente tre fasce di diluizione dei rimedi omeopatici:
Basse diluizioni: D2 – D8, 1CH – 4CH.
Medie diluizioni: D9 – D23, 5CH – 11CH.
Alte diluizioni: > D24, >12CH ove si supera il numero di Avogadro e le preparazioni non contengono alcuna molecola della sostanza originale.
Somministrazione dei rimedi omeopatici
Al momento della somministrazione, occorre tenere presente che i rimedi omeopatici si assumono lontano dai pasti (in genere mezz’ora prima o due ore dopo) e non necessariamente di notte. I granuli non vanno toccati con le mani e si assumono o ponendoli direttamente sotto la lingua tramite il coperchio dell’apposito contenitore e lasciandoli sciogliere lentamente o si sciolgono in un poco d’acqua. In tal caso prima dell’assunzione occorre effettuare il travaso rapido del liquido dal contenitore di origine ad un altro contenitore idoneo per un numero pari di volte (in genere si ritengono sufficienti 20 – 30 travasi). Se invece il preparato è in gocce, occorre agitare più volte il contenitore prima dell’assunzione.
Denominazione dei rimedi omeopatici
I rimedi omeopatici possono assumere le seguenti denominazioni, che aiutano a comprenderne meglio il tipo di azione.
◊ Rimedi omeopatici sinergici: si dice “sinergico” un rimedio che agisce completando o migliorando l’azione del rimedio che lo precede. I rimedi sinergici usualmente vengono distinti nelle due categorie: Rimedi complementari, che sono quelli con grado di sinergia alto e Rimedi che seguono bene, che sono quelli con grado di sinergia medio e basso. I sinergici possono essere adoperati nelle cure omeopatiche che già si prevedono lunghe, come quelle per guarire completamente da un’affezione cronica. In tal caso il processo curativo va avanti per gradi ed ogni grado richiede un adattamento terapeutico particolare che avviene proprio con i sinergici.
◊ Rimedi omeopatici asinergici: si dice “asinergico” un rimedio che ha la caratteristica di controllare o annullare l’azione di un altro rimedio. I rimedi asinergici si dividono nelle seguenti due categorie:
• Rimedi omeopatici antidoti: si dice “antidoto” un rimedio che ha la proprietà di controllare l’azione del rimedio somministrato in precedenza, attenuandone o eliminandone le manifestazioni esagerate. Si ricorre al rimedio antidoto per contrastare gli effetti disturbanti del primo rimedio quando ci si trova di fronte o ad un eccesso di uso o ad un aggravamento omeopatico, del tutto naturale ma non sopportabile dal paziente, che possono entrambi tradursi in una condizione di tracollo generale, fisico e psichico. Questo in genere si verifica con le alte diluizioni. Si ricorre altresì ad un rimedio antidoto quando nel corso della terapia omeopatica compaiono nuovi sintomi fastidiosi e sgradevoli che è opportuno attenuare o eliminare. In tal caso il rimedio antidoto sarà individuato tra quelli in grado di curare questi nuovi sintomi. L’antidoto omeopatico non annulla l’azione del rimedio precedente, ma incanala correttamente le reazioni del malato e per questo ne rafforza lo stato generale.
• Rimedi omeopatici incompatibili: si dice “incompatibile” un rimedio completamente opposto ad un altro rimedio, cioè che ha una patogenesi diametralmente opposta. Un rimedio è incompatibile con un altro rimedio quando è in grado di attenuare o annullare l’azione di quest’ultimo. Pertanto è di fondamentale importanza conoscere l’incompatibile di ciascun rimedio omeopatico se la cura prescrive più rimedi. Anche alcuni alimenti possono avere tali caratteristiche. Ad es. gli incompatibili generali sono caffè, tisane di menta e di camomilla, caramelle a menta, aceto, spezie dal profumo molto forte.
◊ Rimedi omeopatici sintomatici o ad azione locale: si dice “sintomatico” o “ad azione locale” un rimedio per la cui scelta si è avuto maggiore riguardo al quadro sintomatologico, pur considerando altri fattori quali la causalità, le modalità, le concomitanze, le sensazioni del paziente ed altro. In genere sono rimedi somministrati per gli eventi acuti e solitamente hanno una bassa diluizione: la loro azione è locale, di organo, più superficiale, non sistemica ma più veloce. Possono essere adoperati anche per le malattie croniche, in tal caso però occorre allungare i tempi ed il periodo di somministrazione.
◊ Rimedi omeopatici costituzionali o di fondo: si dice “costituzionale” un rimedio omeopatico le cui caratteristiche principali corrispondono ai caratteri morfologici, fisiologici e psicologici propri della costituzione del paziente. La scelta del rimedio viene fatta analizzando, oltre il quadro sintomatologico, tutte le altre manifestazioni del soggetto che consentono di individuare la sua costituzione ma anche la sua datesi, verificando quindi le sue tendenze morbose acquisite e congenite, le malattie pregresse, le modalità proprie di reazione, gli aspetti mentali ed altro. Viene osservato quindi quello che è chiamato il terreno del paziente. In genere si tratta di rimedi somministrati per curare le malattie croniche e solitamente hanno un’alta diluizione: la loro azione è più generale, più profonda, anche se non completamente sistemica, ma più lenta. Il rimedio costituzionale è pertanto un rimedio “di fondo”.
◊ Rimedio omeopatico simillimum: si dice “simillimum” un rimedio per la cui scelta si è avuto scrupoloso riguardo alla globalità delle manifestazioni del paziente, cioè oltre al quadro sintomatologico si sono analizzate tutte le altre caratteristiche individuali (somatiche, psichiche, ereditarie, acquisite, ecc.) di cui al processo di individualizzazione. Si tratta in sostanza di un rimedio altamente personalizzato, cioè simile al paziente e per questo può essere somministrato alle alte ed altissime diluizioni. La sua azione terapeutica è sistemica, profonda e veloce. La Scuola Medica Omeopatica Unicista, rimasta fedele al pensiero di Hahnemann, che prescrive un solo rimedio alla volta, fa uso proprio del simillimum.
◊ Rimedi omeopatici acuti: si dice “acuto” un rimedio in grado di curare meglio i sintomi di una malattia che inducono reazioni forti e/o improvvise, tipiche degli stati acuti, rispetto ad un altro rimedio ugualmente indicato che è il suo cronico. Il rimedio omeopatico acuto in genere ha un’azione rapida e breve e per questo nelle cure precede il suo cronico. I due rimedi in effetti sono dei sinergici, cioè che si completano vicendevolmente e l’azione dell’uno migliora quella dell’altro. Ad es. Aconitum napellus è l’acuto di Sulphur, Apis è l’acuto di Natrum muriaticum. Viceversa Sulphur è il cronico di Aconitum napellus, Natrum muriaticum è il cronico di Apis.
◊ Rimedio omeopatico cronico: si dice “cronico” un rimedio che è in grado di curare meglio i sintomi di una malattia quando questi hanno superato la fase acuta, rispetto ad un altro rimedio ugualmente indicato che è il suo acuto. Il rimedio omeopatico cronico in genere ha un’azione lenta e lunga e per questo nelle cure segue il suo acuto. I due rimedi in effetti sono dei sinergici, cioè che si completano vicendevolmente e l’azione dell’uno migliora quella dell’altro. Ad es. Sulphur è il cronico di Aconitum napellus, Natrum muriaticum è il cronico di Apis. Viceversa Aconitum napellus è l’acuto di Sulphur, Apis è l’acuto di Natrum muriaticum.
◊ Rimedi omeopatici policresti: si dice “policresto” un rimedio ad ampia azione, cioè un rimedio che ha un’azione generale riequilibrante utilizzabile per curare varie patologie. I policresti sono i grandi rimedi della Materia Medica Omeopatica.
Cure omeopatiche
Nelle cure omeopatiche la regola che in generale si segue è che per le malattie che si trovano nello stato acuto si prescrivono rimedi omeopatici a bassa diluizione (ad azione più superficiale), mentre per le malattie allo stato cronico si assumono rimedi a media ed alta diluizione (ad azione più profonda). Più grande è la sovrapponibilità di cui in precedenza (lo ripetiamo dell’insieme dei sintomi fisici e delle altre caratteristiche individuali, con le caratteristiche del rimedio), più ci si può spingere con le diluizioni e quindi l’azione del rimedio sarà tanto più profonda.
La guarigione avviene seguendo un iter scandito da una legge ben precisa di eliminazione dei sintomi: dall’alto al basso, dall’interno all’esterno ed in ordine inverso rispetto all’apparizione dei sintomi stessi. Spariranno prima i sintomi comparsi più recentemente e successivamente, con un’eventuale nuova prescrizione, quelli che hanno un’origine più remota. Il miglioramento avviene prima a livello mentale poi a livello fisico. E’ possibile inizialmente un certo peggioramento di alcuni sintomi.
Le cure omeopatiche si rifanno a diverse scuole di pensiero: la Scuola Medica Omeopatica Unicista, rimasta fedele al pensiero di Hahnemann, prescrive un solo rimedio chiamato simillimum, capace di coprire tutti i sintomi del paziente, la Scuola Medica Omeopatica Pluralista prescrive più rimedi sinergici associati, ma alternati tra di loro, di cui generalmente almeno uno sintomatico e uno di fondo, la Scuola Medica Omeopatica Complessista prescrive più rimedi sinergici insieme, i cosiddetti complessi, di solito tutti sintomatici.
Per ulteriori informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti” e per altri chiarimenti riguardanti l’omeopatia consultare gli articoli specifici della stessa sezione.
Nella presente sezione, per completezza e semplicità di consultazione, sono riportati in ordine alfabetico i principali rimedi omeopatici, organizzati in schede nelle quali si fornisce:
□ La DESCRIZIONE della sostanza di origine.
□ Le CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO, che come detto è opportuno riscontrare nella persona malata, secondo il citato processo di individualizzazione indispensabile per la individuazione del rimedio “giusto”.
□ L’USO DEL RIMEDIO, legato ai sintomi manifestati dal malato, che per essere meglio curati devono corrispondere e si devono associare alle caratteristiche del rimedio di cui immediatamente sopra.
□ Le DOSI relative consigliate dai medici omeopati, con l’indicazione delle diluizioni, delle quantità e dei tempi di somministrazione.
(*) V. Note esplicative
Nando dice
Gentile Dottoressa buonasera,
potrebbe gentilmente chiarirmi un punto ?
Che differenza c’e’ tra il rimedio POLLENS ( boiron – granuli) che acquistai in francia e il POLLENSI ( sempre boiron-granuli) che venderebbero qui in Italia ? E’ lo stesso ?
Grazie, saluti Nando.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Nando, entrambi sarebbero indicati per il trattamento delle allergie stagionali da pollini, ma le loro formulazioni sono diverse. Pollens contiene i pollini delle piante: pino, castagno, tiglio, erba mazzolina, paleo, loglio, poa e fleo. Pollensì contiene i pollini delle piante: gramigna, nocciolo, betulla, paritaria, artemisia, ambrosia e erba mazzolina, che sono i più diffusi come allergeni su tutto il territorio italiano. Cordiali saluti.
Marzia dice
Gentile Dottoressa,
ho un figlio di 10 anni molto insicuro.
Spesso è assalito da tante paure che limitano molto la sua libertà.
Paura del buio, paura delle persone aggressive, paura di rimanere solo, mancanza di coraggio nello sport ecc. ecc.
A scuola ha difficoltà di concentrazione e la sua emotività non lo aiuta.
Quale rimedio potrebbe aiutarlo?
Grazie per l’attenzione
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Marzia, consulti l’articolo “Ansia, Depressione, Attacchi di panico” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, dove sono riportati i principali rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati nei vari disturbi emotivi o psichici. Nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio adatto sarà quello che meglio “assomiglia al paziente”, con particolare riguardo al profilo psicologico. Ad esempio, i rimedi omeopatici da prendere in considerazione potrebbero essere Argentum nitricum (rimedio delle mille paure) e/o Gelsemium (rimedio della fifa). Le consiglio comunque di non fare da sola, ma di rivolgersi ad un medico omeopata che con la visita sarà in grado di individuare la prescrizione appropriata al caso specifico di suo figlio e di seguirlo durante la cura. Cordiali saluti.
Stefania dice
Buongiorno Dottoressa.
Secondo la sua esperienza, è vero che cominciare una cura omeopatica costituzionale al giorno del Novilunio dia migliori risultati?
Quale sarebbe poi il momento della giornata più adatto per assumere i granuli?
La ringrazio e le auguro una buona domenica.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Stefania, in Omeopatia non esistono i momenti migliori per le assunzioni: i rimedi omeopatici vanno assunti secondo la frequenza prescritta in qualsiasi periodo, o del giorno o del mese o dell’anno, lontano dai pasti. Cordiali saluti.
Stefania dice
Gentile Dottoressa,
ho cercato di mio, ma forse mi è sfuggita la descizione del profilo della tipologia Staphysagria.
Mi sa indicare dove posso trovarla, oppure elencarmi le caratteristiche più rappresentative del quadro clinico di questo rimedio?
Grazie mille!
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Stefania, potrà trovarla sempre nell’articolo “Ansia, Depressione, Attacchi di panico” della sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Cordiali saluti.
Angelo dice
Gentile Dottoressa. Molto spesso mi capita di prendere Sulfur 5 ch – intorno alle ore 5-6 – quando percepisco un certo aumento della pressione arteriosa. Il tempo che i granuli si sciolgono, e il battito nell’orecchio poggiato sul cuscino termina. Pertanto; ho pensato di prendere -quindi durante la notte – Sabal Serrulata 5 ch, quando la prostata mi chiama.
Le dico questo, perchè in questo suo scritto , dice di non prendere rimedi durante la notte. Devo necessariamente evitarli?
Ringrazio tantissimo, e cordialmente la saluto.
Angelo
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Angelo, i rimedi omeopatici non si assumono necessariamente di notte, anche se è possibile comunque farlo senza che ciò produca effetti indesiderati. Cordiali saluti.
Stefania dice
Gentile Dottoressa,
sarebbe così cortese da elencarmi le principali caratteristiche del rimedio Pulsatilla,
così da poter (eventualmente) riconoscersi con certezza?
Grazie mille
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Stefania, potrà trovarle nell’articolo “Ansia, Depressione, Attacchi di panico” della sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Cordiali saluti.
Anna dice
Salve,volevo sapere se esiste una terapia omeopatica per le cisti ovariche;più che per curarle mi interesserebbe prevenirne la formazione.Grazie.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Anna, l’Omeopatia può riuscire a fare prevenzione a condizione che si individui il rimedio omeopatico giusto, ossia il rimedio costituzionale del paziente che possa intervenire sul «terreno», legato al patrimonio genetico e comportamentale. Un siffatto rimedio deve assomigliare al paziente in tutto e per tutto, ne deve interpretare le condizioni psico-fisiche ed esistenziali, ovvero ne deve cogliere i caratteri morfologici, fisiologici e psicologici, il modo di essere e di ammalarsi, le debolezze organiche, le predisposizioni patologiche, in maniera da espletare un’azione profonda e sistemica in grado di potenziare le difese immunitarie, incrementare la resistenza alle malattie, migliorare lo stato di salute generale, irrobustire l’organismo, mantenere gli equilibri corporei, migliorare l’atteggiamento mentale, ecc. Ovviamente una tale scelta la può effettuare, con la dovuta precisione, solo un medico omeopata con la visita medica omeopatica. Cordiali saluti.
silvia dice
Ciao!
Volevo farti i complimenti x questo sito… davvero bello e ricco di informazioni molto interessanti!
Sto studiando da poco l’argomento e trovo il tuo sito davvero molto di aiuto :)
Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Silvia, la ringrazio per gli apprezzamenti. Anche quando ne saprà di più sull’Omeopatia, continui a visitare il sito che è sempre in aggiornamento e dove potrà quindi trovare nuove ed interessanti pubblicazioni, comprese le risposte ai commenti dei visitatori. Cordiali saluti.
Rita dice
gentile Dottoressa vorrei sapere se la Baryta carbonica è utile anche per l’alopecia. Le scrivo per mia figlia che a 3 7 anni ha questo problema. Dalle analisi cliniche risulta tutto a posto. Ha avuto un problema alla tiroide, ma è stato risolto con il farmaco Tiroide ibsa. Grazie
Rita
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Rita, com’è noto, le cause di un’alopecia (termine generico calvizie) sono molteplici con una non trascurabile componente autoimmune e genetica che spesso si combina con altri fattori. Ad esempio si è osservato che la componente emotiva ha una sua precisa collocazione, per cui il surmenage intellettuale e fisico, l’ansia e lo stress possono essere una concausa da non sottovalutare. Anche alcuni fattori esterni (alimentazione sbilanciata, shampoo non adatti, trattamenti cosmetici aggressivi, agenti chimici, ecc.) possono avere la loro parte di responsabilità. Baryta carbonica è uno dei rimedi omeopatici utili a trattare l’alopecia, soprattutto dei giovani ed in particolare quando la perdita di capelli procede dal centro della testa. Pertanto se sua figlia si riconosce nelle caratteristiche psico-fisiche di Baryta carbonica, come rilevabili dall’articolo omonimo nella presente sezione del sito, allora il rimedio può considerarsi adatto. Ciò nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. Tra gli altri rimedi omeopatici più spesso adoperati troviamo Ignatia amara, Kali phosphoricum, Natrum muriaticum, Phosphoricum acidum, Phosphorus, Thallium metallicum. Relativamente alla Fitoterapia, sono diverse le piante che possono fornire un contributo per combattere l’alopecia, come quelle di cui all’articolo “Capelli a posto” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, cui è possibile aggiungere Betulla, Equiseto, Garofano, Nasturzio, Pilocarpo, da adoperare in frizioni nei vari formati erboristici (tintura madre, estratto fluido, succo, ecc.). Sarebbe importante avere riguardo anche per l’alimentazione. che deve essere sana ed equilibrata, con cibi ricchi di vitamine (in particolare del gruppo B, ma anche A, C, D, E) e di oligoelementi (in particolare ferro, rame, manganese, magnesio, zinco, zolfo, iodio, litio), privilegiando il consumo di verdure, frutta poco zuccherina, pesce azzurro, lievito di birra e riducendo quello di grassi saturi, formaggi fermentati, dolciumi, alcool, caffè. Ovviamente la prescrizione appropriata al caso specifico di sua figlia la può garantire solo un medico omeopata con la visita. Cordiali saluti.
Katiuscia dice
Gentile dottoressa,
Da poco ho scoperto di essere fortemente allergica al nichel(+++), al cobalto (+), graminacee (++), mix parietaria (+++), al penicillinum notatum (+++), aspergillum (++).
Ed in più da una faringite cronica che secondo me è di origine allergica, perché con copertura di antistaminico, risulta calmarsi insieme all uso di caramelle balsamiche, faccio lavoro di call center quindi parlo molto.
Può gentilmente jndicarmi cosa potrebbe aiutarmi e, come assumere la terapia?
Grazie mille
Katiuscia
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Katiuscia, com’è noto, la faringite cronica, che ricordiamolo è l’infiammazione della faringe protratta nel tempo ed a comparsa graduale, è ascrivibile a diverse cause, tra cui nel suo caso si potrebbero citare la rinite o la sinusite cronica di tipo allergico e l’uso incessante della voce. Relativamente all’Omeopatia, i principali rimedi omeopatici idonei a trattare una faringite sono consultabili all’articolo “Mal di gola” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio adatto sarà quello che “assomiglia al paziente”, ossia il rimedio che contiene una sintomatologia somigliante a quella del paziente e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Le note descrittive che accompagnano ciascun rimedio sono una sintesi dei relativi sintomi-chiave che possono fare da guida per l’individuazione del rimedio omeopatico giusto. Ovviamente stiamo parlando di rimedi sintomatici, che possono risolvere la manifestazione clinica, ma non possono intervenire sulla causa della stessa se questa fosse dovuta ad un’allergia, per la qual cosa occorrerà affiancare una cura omeopatica di fondo che possa intervenire sul «terreno» del paziente, legato al patrimonio genetico e comportamentale e che quindi “educhi” il sistema immunitario a non avere una reazione spropositata nei confronti di sostanze (allergeni) normalmente innocue. Una tale cura la può unicamente prescrivere un medico omeopata visitando il paziente. Sempre a titolo informativo, in diversi casi viene associato qualche gemmoterapico della Fitoterapia rinnovata (si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra la Fitoterapia classica e l’Omeopatia), in gocce, come ad es. Ribes nigrum M.G. D1 che è un ottimo antinfiammatorio con attività simil-cortisonica e simil-antistaminica, un buon regolatore del sistema immunitario e quindi indicato anche in caso di allergie. Per quanto riguarda la Fitoterapia classica, dia un’occhiata all’articolo “Mal di gola subito via” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, ove si segnalano in particolare la Propoli e l’Erisimo, di cui si può adoperare la forma spray (da reperire in erboristeria o in farmacia) per le applicazioni direttamente in gola. Entrambi i preparati hanno importanti attività antinfiammatorie e antisettiche e quindi sono in grado di combattere sia il mal di gola che i disturbi della voce. L’alimentazione consigliata è quella ricca di vitamine (in particolare A/beta-carotene, gruppo B, C, D, E), di sali minerali (in particolare magnesio) e di acidi grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6 non ossidati dal calore), che combattono meglio i processi infiammatori. Se lei intende avvalersi dell’Omeopatia e del Naturale, le consiglio, come accennato, di non fare da sola, ma di rivolgersi ad un medico omeopata che con l’esame del caso specifico sarà in grado di prescrivere la terapia a lei appropriata. Cordiali saluti.