DESCRIZIONE
Il rimedio omeopatico Carbo vegetabilis trae origine, come d’altronde indica il suo nome latino, dal carbone vegetale. Quest’ultimo, detto anche carbone artificiale o carbone di legna o ancora carbonella, è un combustibile prodotto dal processo di carbonizzazione della legna, che si determina facendo bruciare la stessa in presenza di poco ossigeno, in modo da sottrarre gradualmente le quantità di ossigeno, azoto e idrogeno ed ottenere il conseguente aumento del tenore di carbonio. Il risultato dà luogo ad sostanza che ha le caratteristiche richieste ad un combustibile, cioè che ha la proprietà di bruciare con una reazione fortemente esotermica. Il carbone vegetale a temperatura ambiente si presenta come una polvere inodore, di colore nero, insolubile nei solventi più comuni.
Il carbone fossile invece proviene dalla carbonizzazione spontanea, protratta nel tempo (fino a diversi milioni di anni), di resti vegetali sottratti all’azione ossidante dell’aria da una copertura d’acqua e/o di sedimenti impermeabili.
Il rimedio omeopatico Carbo vegetabilis si ottiene dalla triturazione con lattosio del carbone vegetale e dalle successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.
Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti”.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Carbo vegetabilis è uno dei principali policresti dell’omeopatia, la cui azione è lunga e profonda. La sua diatesi è marcatamente psorica, essendo anche uno dei principali rimedi omeopatici della psora. La costituzione è carbonica, con una componente leggermente sulfurica. E’ il rimedio fratello gemello di Carbo animalis, avendo un quadro clinico analogo.
E’ il rimedio dei soggetti che non riescono ad eliminare con efficacia l’anidride carbonica che l’organismo stesso produce con il metabolismo. In senso figurativo l’organismo è assimilabile ad una fabbrica siderurgica, i cui reparti sono costituiti dalle cellule, ove negli altiforni si produce una combustione che utilizza l’ossigeno (O2) come comburente e le sostanze organiche nutrienti (zuccheri, proteine, grassi, ecc.) come combustibili, entrambi trasportati dal sangue. Durante la combustione l’ossigeno si lega con il carbonio, presente nelle sostanze organiche, generando anidride carbonica (CO2), che deve essere eliminata in quanto tossica per l’organismo. Se ciò non avviene la fabbrica di cui in precedenza si riempie di fumo e diventa impossibile lavorarvi, per cui i reparti (le cellule e quindi i vari organi ed apparati) non riescono a svolgere correttamente le loro funzioni. Carbo vegetabilis è proprio il rimedio degli organismi che hanno un difetto di eliminazione dell’anidride carbonica, cioè delle sostanze tossiche da loro stessi prodotti. Hanno un difetto nella cappa, nel tiraggio, per cui non riescono ad espellere i prodotti della combustione. Restano intossicati tutti gli organi e gli apparati più colpiti sono quelli respiratorio, circolatorio e gastrico. Ma anche il sistema nervoso centrale che è estremamente sensibile alla carenza d’aria e di ossigenazione.
I sintomi che il soggetto Carbo vegetabilis presenta sono quelli tipici dell’intossicazione dovuta ad un aumento di CO2 nel sangue: confusione mentale, vertigini, disturbi visivi, debolezza organica, scarsa vitalità, cute e labbra cianotiche per la deficienza della circolazione periferica, aspetto cadaverico, vene turgide, gonfie, violacee e pulsanti. Il soggetto diventa abulico, indifferente a tutto, sia al piacere che al dispiacere (come Sepia), timido, irrisoluto, inerte, pigro; ha una lenta capacità di pensare ed una memoria debole; ha l’alito fetido; ha ansia ed angoscia (come Arsenicum, senza però l’agitazione); ha grande desiderio d’aria per cui ha bisogno di essere ventilato; ha freddo e si raffredda facilmente (anche la sudorazione è fredda); ha tosse con sensazione di bruciore al petto; soffre di vene varicose, di emorroidi, di epistassi frequenti; ha digestione lenta e soffre di flatulenza bruciante; ha prurito e geloni. Tutte le sensazioni sono con bruciore interno (torace, addome, ano, ecc.) e freddo esterno. Il soggetto in genere è miope (a differenza di Carbo animalis ove in genere è ipermetrope).
Carbo vegetabilis è classicamente il rimedio dei problemi dovuti ad una circolazione lenta (stasi venose, vene varicose, emorroidi, ecc.), dei problemi gastrici con forte flatulenza, dei problemi respiratori affetti da dispnea ed asma (per questi si rivela uno dei migliori rimedi), della pelle afflitta da ulcere e foruncoli, delle emorragie a livello delle mucose, delle condizioni settiche soprattutto dopo interventi chirurgici. Ma è anche il rimedio delle astenie, degli stati gravi e delle ultime fasi di una malattia, delle agonie. E’ altresì utile in tutti i casi in cui c’è mancanza di risposta ai farmaci, ove cioè vi è mancanza di reazione dell’organismo ed in tutti gli stati cianotici dovuti a scarsa ossigenazione del sangue (eccesso di CO2). Come pure è il rimedio indicato a coloro, giovani o anziani, non completamente guariti dagli effetti debilitanti di una precedente malattia o di un vecchio trauma.
I sintomi peggiorano con aria umida e calda, dopo i pasti (specie con l’ingestione di latte, cibi grassi ed alcool), la sera e di notte. Peggiorano anche a tutto ciò che costituisce uno stimolo giacché il soggetto non riesce a reagire.
I sintomi migliorano con la ventilazione e l’aria fresca. Quelli gastrici migliorano temporaneamente con l’eruttazione.
Carbo vegetabilis è configurabile come “la signora del ventaglio”.
I principali sinergici (complementari) sono China, Drosera, Kali carbonicum, Phosphorus.
In genere, Carbo vegetabilis viene preferito a Carbo animalis in caso di sintomi circolatori; invece si preferisce Carbo animalis in caso di tumefazioni ghiandolari con indurimento.
USO DEL RIMEDIO
Il rimedio omeopatico Carbo vegetabilis si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio stesso.
1) SISTEMA CIRCOLATORIO. Ecchimosi frequenti. Emorragie delle mucose (naso, gengive, ecc.). Tachicardia e bassa pressione arteriosa. Vene varicose con tendenza all’ulcerazione.
2) APP. GASTROENTERICO. Ulcera gastrica. Atonia gastrica con stasi epato-portale e sensibilità del fegato alla palpazione. Dispepsia talora sccompagnata da palpitazione cardiaca. Flatulenza acida e purida. Stitichezza o diarrea con feci fetide e sensazione di bruciore. Emorroidi.
3) APP. RESPIRATORIO. Raffreddore con muco ai bronchi difficile da espellere. Dispnea che si aggrava al minimo movimento, asma, tosse, pertosse. Tali affezioni solitamente si accompagnano ai disturbi gastrici e viceversa. Raucedine cronica. L’espettorato in genere è giallognolo, purulento e maleodorante.
4) SISTEMA MUSCOLARE. Atonia e debolezza muscolare. Crampi muscolari alle gambe durante il cammino.
5) SISTEMA NERVOSO. Ansia e agitazione. Contrazioni nervose e sussulti durante il sonno.
6) TESTA. Cefalea occipitale con sensazione di dilatazione interna ed epistassi. Testa calda e cuoio capelluto freddo. Otite. Parodontite. Afte.
7) PELLE. Bruciore della pelle. Ulcere cutanee. Prurito. Geloni. Foruncoli.
8) APP. GENITALE FEMMINILE. Metrorragia. Sensazione di pressione al basso ventre. Debolezza durante l’allattamento. Preparazione al parto. Emorragia al momento del parto. Menopausa.
9) APP. GENITALE MASCHILE. Borse scrotali eccessivamente pendenti. Genitali esterni freddi e sudati.
DOSI
In tutti casi diluizione 5CH, 3 granuli 2 – 3 volte al dì.
Nel caso dei disturbi gastroenterici si possono aggiungere 30 gocce di Maggiorana TM dopo i pasti principali.
(*) V. Note esplicative
Patrizia dice
In questo periodo ho molto meteorismo,tutta la giornata da quando apro gli occhi al mattino.A volte è fetido.Avverto dolorialla palpazione nella parte alta dell’addome e all’ingresso dello stomaco.Premetto che prendo nei cambi di stagione protezione gastrica 20 per reflusso.Poi sono un po affaticata con sopraffiato e stordita Sono in menopausa chirurgica da 3 anni.Quale potrebbe essere un rimedio adatto a me,visto che per molti anni sono stata una paziente dell’illustre Prof.Negro.Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Patrizia, il meteorismo, com’è noto, è un’eccessiva produzione e accumulo di gas nel tratto digestivo, più usualmente nel tratto intestinale, che causa gonfiore addominale, spasmo e distensione dell’addome, dolori addominali, eruttazioni, flatulenza. Il meteorismo, quando non è legato a patologie di una certa rilevanza a livello del fegato, dell’intestino o del pancreas, molto spesso è legato a un’errata alimentazione, specialmente in concomitanza con stipsi o flogosi intestinali, tra cui la colite o la sindrome del colon irritabile o la sindrome da contaminazione batterica dell’intestino tenue. Quest’ultima, in particolare, essendo caratterizzata da un’eccessiva proliferazione di batteri, accelera i fenomeni putrefattivi e fermentativi e quindi causa meteorismo con flatulenza mefitica ed alterazioni dell’alvo. L’intestino comunque è piuttosto sensibile ai cambiamenti degli ormoni femminili, come in caso di menopausa. Ma il meteorismo può essere anche dovuto a qualche intolleranza alimentare non nota, tra cui le più diffuse sono le intolleranze ai lieviti, al glutine e ai latticini. Sarebbe quindi opportuno indagare anche in tal senso. Ovviamente si tratta soltanto di ipotesi che solo un medico può o meno confermare. In ogni caso sarebbe opportuno adottare un’alimentazione semplice e sana, evitare le pietanze eccessivamente condite o pesanti e le fritture, inserire nella dieta finocchio, mela, anice, cumino, mirtilli, mirto, menta che contrastano efficacemente il meteorismo ed il conseguente gonfiore addominale, abolire le bevande gassate, evitare alcool, caffè, tè e spezie piccanti, bere abbastanza acqua per favorire l’eliminazione delle tossine e dei liquidi in eccesso. E’ altresì importante consumare i cibi senza fretta, masticando lentamente e a lungo. Inoltre potrebbe essere molto utile assumere qualche tisana a base di erbe a spiccata azione carminativa e anti-dispeptica, come ad es. le tisane di semi di finocchio, di anice, di zenzero, di melissa ed altre. Sarebbe anche opportuno evitare la sedentarietà che è una delle cause di cattiva digestione e di gonfiore addominale. Per quanto riguarda l’omeopatia i principali rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati nei vari disturbi dell’apparato gastrointestinale sono consultabili all’articolo “Disturbi gastrici” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Tra i rimedi più specifici per il meteorismo troviamo Anacardium orientale, Asa foetida, Carbo vegetabilis, Chamomilla, China, Kalium carbonicum, Lycopodium, Nux vomica, Phosphoricum acidum, Rawfolia, Robinia pseudoacacia, Sepia. Ovviamente, nel rispetto della “legge dei similitudine”, il rimedio (o i rimedi) più adatto sarà quello contenente la sintomatologia più somigliante. Ad esempio, Asa foetida ha la flatulenza particolarmente maleodorante, Carbo vegetabilis ha il gonfiore nella parte alta dell’addome. In diversi casi viene associato qualche gemmoterapico della fitoterapia rinnovata (o gemmoderivati, si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana), in gocce, come Ficus carica M.G. D1 che è particolarmente indicato per vari disturbi dell’apparato gastro-intestinale, quali distonie neurovegetative regolarizzando motilità e secrezione gastro-duodenale e il rapporto tra la flora batterica intestinale e le pareti intestinali, turbe dispeptiche, aerofagia, meteorismo, pirosi, reflusso gastroesofageo, colite, colon irritabile, coliche addominali, alterazioni dell’alvo ed altro. Detto gemmoterapico espleta anche un’importante attività drenante. Per quanto riguarda la fitoterapia classica dia un’occhiata agli articoli “Digestione facile” e Digestione senza tante arie” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”. Concludendo le consiglio però di rivolgersi ad un medico omeopata per la prescrizione della terapia più adatta al suo caso specifico e lei che è stata una paziente dell’insigne omeopata prof. Antonio Negro può comprendere appieno l’importanza e l’indispensabilità di tale figura professionale. Cordiali saluti.
Angela dice
Gentile Dott.ssa, mi hanno fatto la settimana scorsa una laparoscopia di asportazionedi una neoformazione del IV segmento epatico, con relativa anidride carbonica per sgonfiare l’addome, le chiedevo se il Carbo vegetabilis potrebbe essermi di aiuto per sgonfiarla, dato che in un precedente intervento simile ci ho messo un anno ad eliminare il gonfiore, da solo o abbinato ad altro, grazie mille
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Angela, sicuramente Carbo vegetabilis è uno di più importanti, se non il più importante rimedio omeopatico per diminuire il gonfiore addominale, specialmente se questo è maggiormente avvertito nella parte alta dell’addome. Invece Lycopodium si rivela più adatto se il gonfiore è maggiormente avvertito nella parte bassa dell’addome. Potrebbe essere anche utile assumere qualche tisana a base di erbe a spiccata azione carminativa (ed anche anti-dispeptica), come ad es. le tisane di semi di finocchio, di anice, di zenzero, di melissa ed altre. Sarebbe altresì importante curare l’alimentazione che dovrà essere semplice e sana per limitare la produzione di gas intestinali, evitando le pietanze eccessivamente condite o pesanti e le fritture, inserendo nella dieta finocchio, mela, anice, cumino, mirtilli, mirto, menta che contrastano efficacemente il gonfiore addominale, abolendo le bevande gassate, evitando alcool, caffè, tè e spezie piccanti, bevendo abbastanza acqua per favorire l’eliminazione delle tossine e dei liquidi in eccesso. Sarebbe comunque opportuno acquisire un parere medico. Cordiali saluti.
Enzo dice
Gentile dott.ssa ho sempre la pancia gonfia (cosa evidenziata nelle diverse ecografie addominali fatte), dopo i pasti (anche non abbondanti) mi sento sempre gonfio. A volte mi capita di avvertire forti dolori lungo il basso ventre e sto meglio solo dopo aver emesso aria o se prendo spasmex.
Ho episodi di eruttazioni e flautolenza puzzolente quasi sempre.
Ho la sindrome di gilbert.
Le evacuazioni sono regolari ma solo se mangio kiwi a colazione tutti i giorni, altrimenti le feci sono dure.
I cibi che mi provocano maggiore fastidio all’intesino sono caffè e latte (provocano flautolenza) e la pasta, pizza e pane mi danno un senso di gonfiore.
A volte mi capita di avere fitte alla parte bassa sx dell’addome.
Ho fatto clisma opaco, gastoscopia ed ECG ma non risulta nulla.
Quale rimedio omeopatico potrei assumere per ridurre o magari eliminare questi fastidi?
La ringrazio vivamente per le indicazioni che mi fornirà.
Cordiali saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Enzo, come si sarà certamente reso conto, lei soffre di meteorismo che, com’è noto, è un’eccessiva produzione e accumulo di gas nel tratto digestivo, più usualmente nel tratto intestinale, che causa gonfiore addominale, spasmo e distensione dell’addome, dolori addominali, eruttazioni, flatulenza. Il meteorismo, quando non legato a patologie a carico dell’apparato digerente, esclusa la sindrome di Gilbert che è una patologia benigna, è molto più sovente legato a un’errata alimentazione, specialmente in concomitanza con stipsi o flogosi intestinali. Ad esempio in caso di colite putrefattiva il gas intestinale è puzzolente e mefitico. Il meteorismo è anche attribuibile a qualche intolleranza alimentare non nota, tra cui le più diffuse sono le intolleranze ai lieviti, al glutine e ai latticini. Ciò potrebbe spiegare l’intensificazione del disturbo con il consumo di pane, pizza, pasta e latte. Varrebbe quindi la pena di indagare in tal senso. Ovviamente si tratta soltanto di ipotesi che solo un medico può o meno confermare. In ogni caso sarebbe opportuno adottare un’alimentazione semplice e sana, evitare le pietanze eccessivamente condite o pesanti e le fritture, inserire nella dieta finocchio e mela che contrastano efficacemente il gonfiore addominale, abolire le bevande gassate, evitare alcool, caffè, tè e spezie piccanti, bere abbastanza acqua per favorire l’eliminazione delle tossine e dei liquidi in eccesso. E’ altresì importante consumare i cibi senza fretta, masticando lentamente e a lungo. Inoltre potrebbe essere molto utile assumere qualche tisana a base di erbe a spiccata azione carminativa e anti-dispeptica, come ad es. le tisane di semi di finocchio, di anice, di zenzero, di melissa ed altre. Sarebbe anche opportuno evitare la sedentarietà che è una delle cause di cattiva digestione e di gonfiore addominale. Per quanto riguarda l’omeopatia la invito a consultare l’articolo “Disturbi gastrici” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, dove sono riportati i principali rimedi omeopatici più frequentemente utilizzati in diversi disturbi del digerente. Per il meteorismo, ad esempio, risultano più specifici rimedi come Asa foetida, Carbo vegetabilis, China, Kalium carbonicum, Lycopodium, Nux vomica, Phosphoricum acidum, Rawfolia, Robinia pseudoacacia, Sepia. Ovviamente, nel rispetto della “legge dei simili”, il rimedio (o i rimedi) che assomiglia di più produrrà i risultati migliori. In diversi casi viene associato qualche gemmoterapico della fitoterapia rinnovata (o gemmoderivati, si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana), in gocce, come Ficus carica M.G. D1 che è particolarmente indicato per vari disturbi dell’apparato gastro-intestinale, quali distonie neurovegetative regolarizzando motilità e secrezione gastro-duodenale, turbe dispeptiche, aerofagia, meteorismo, colite, colon irritabile, coliche addominali, costipazione, stitichezza ed altro. Detto gemmoterapico espleta anche un’importante attività drenante. Per quanto riguarda la fitoterapia classica dia un’occhiata agli articoli “Digestione facile” e Digestione senza tante arie” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”. Concludendo le ricordo che tutto quanto detto finora richiede una conferma medica, per cui il consiglio è di rivolgersi ad un medico omeopata che saprà prescrivere la terapia più appropriata per lei. Cordiali saluti.
Silvia dice
Gentile dottoressa, intanto devo scusarmi: non era mia intenzione abusare della sua pazienza e disponibilità (anche se, mi rendo conto, adesso sto piangendo sul latte versato). La mia ultima mail è stata scritta in un momento di grande disperazione, sia fisica che psichica. Mi creda, ho molto a cuore i suoi consigli e le sue indicazioni e le tengo in grandissima considerazione. Ho letto tutto ciò che ha scritto, più e più volte, ogni singolo articolo (questo non per farle una “sviolinata”, è solo la verità). So che abbiamo già parlato del mio caso ed è stata anche molto dettagliata, attenta ed esaustiva nella risposta. Le ripeto, mi scuso per l’ultima mail, è stata scritta in un momento di panico. Conosco Ficus carica (non solo perché ne ho fatto abbondante uso, ma anche perché sono una studentessa di farmacia che già da anni, autonomamente, mi interesso di erboristeria e dintorni). Purtroppo il mio problema più grande è forse un’indecisione perenne che mi procura ansia con tutti i vari risvolti fisici. Mentre riesco ad essere molto obiettiva su ciò che mi circonda, non riesco ad esserlo per niente su me stessa: e quindi non do tempo ad una cura di agire, passo da un rimedio all’altro convulsamente, mescolando o alternando fiori di Bach, omeopatia ed erboristeria in una pericolosa e delirante spirale di angoscia, ansa disperazione ed insicurezza. Forse dovrei “solo” riuscire a mettere un punto e ricominciare a mano ferma. Ci proverò. Anche e soprattutto grazie ai sui articoli, ho deciso (e tenterò quanto più possibile di mantenere stabile il mio proposito!) di tentare con Anacardium orientale, Argentum nitricum e all’occorrenza Lycopodium (nonostante la mia alimentazione, ho le transaminasi alte, che si alternano a valori di alfa amilasi che tendono a raddoppiare rispetto a quelli limite).
Purtroppo non ho le disponibilità economiche per andare personalmente da un omeopata.
Continuerò a tenermi informata e rileggere quanto pubblica. Intanto mi impegno (e non lo dico per vittimismo o per finto perbenismo, ma perché mi rendo conto di essere pedante ed insistente e, come mi faceva notare giustamente in una delle sue risposte, tenere quest’impegno per lei è gravoso, per quanto lo faccia col cuore; è egoistico da parte mia abusare della sua gentilezza e del suo impegno) a non infastidirla oltre, se non strettamente necessario.
Mi scuso ancora e sinceramente per l’impulso della mail scorsa.
Continuando a ringraziarla per la sua generosità e il suo contributo, le porgo i miei più cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Silvia, non mi infastidisce affatto, vorrei sinceramente poterla aiutare, per cui non si faccia scrupoli e scriva ancora se ne avverte la necessità. Lei sta solo attraversando un periodo difficile dal quale è possibile venirne fuori e la lucidità delle sue analisi lo fa ben sperare. Bisogna tenere presente che quando è interessata la componente psicologica una cura omeopatica è solitamente molto lunga, come del resto lo è qualsiasi altra terapia e non si può pensare che esiste il rimedio miracoloso che da subito risolve tutto. Bisogna avere costanza e pazienza. Bisogna però essere ragionevolmente certi che i rimedi omeopatici che si scelgono siano quelli giusti, altrimenti tutto si complica. Un criterio guida che potrebbe essere utilizzato è la cosiddetta “regola del tripode” di Hering (uno dei più brillanti allievi di Hahnemann), secondo la quale tre sintomi accuratamente selezionati sono sufficienti per l’individuazione del rimedio più adatto al paziente. A ciò bisognerebbe aggiungere anche la prevalente vocazione terapeutica del rimedio, che è più tipica dei rimedi “ad azione locale” e meno dei rimedi “ad azione generale” come i policresti. Ad esempio tenga presente che l’Anacardium orientale da lei citato, che è un rimedio del primo tipo, è soprattutto un rimedio mentale, che ha molto di psichiatrico, che si adopera nei soggetti che mostrano segni di sovraffaticamento o di senescenza, di perdita di memoria, di indecisione, di abulia, arrivando nei casi più gravi alla psicosi, con sdoppiamento della personalità, delirio di persecuzione, allucinazioni sensoriali e ossessive. E’ anche un buon rimedio delle sindromi digestive, soprattutto a carico dello stomaco e della stitichezza. Un segno di richiamo che deve far subito pensare ad Anacardium orientale è il miglioramento evidente e immediato di tutti i disturbi mangiando, che nessun altro rimedio omeopatico presenta in maniera così marcata. Argentum nitricum, che è un policresto, come detto ad azione polivalente sia fisiologica che psicologia, è il rimedio della nevrosi fobica “precipitosa” (il soggetto è un ansioso precipitoso e frettoloso, pieno di paure). E’ anche un ottimo rimedio digestivo, soprattutto dello stomaco (gastrite, ulcera, aerofagia con eruttazioni brucianti, dolore all’epigastrio) e per molto altro (diarrea emotiva, laringite cronica, cefalee, lombalgie, sindromi dolorose, congiuntivite oculare, deperimento organico, ecc.). Va inoltre notato che Argentum nitricum è sempre aggravato dal calore e migliorato dal freddo e che spesso ha un forte desiderio di zucchero o di cibi molto dolci, in particolare di cioccolato. E’ probabile che lei debba tenere in buona considerazione un rimedio omeopatico come Lycopodium, anch’esso un policresto, che sul piano psicologico sembra assomigliarle abbastanza, infatti da un lato troviamo l’indecisione, l’instabilità, la scarsa fiducia in se stessi, la propria sottovalutazione, la frustrazione, la paura di non essere più in grado di far fronte alle proprie responsabilità, lo stress, la stanchezza psico-fisica, la depressione che cerca di nascondere. Dall’altro lato troviamo l’ambizione, il desiderio di fare e di farcela, di rimettersi in gioco, di guadagnare la stima degli altri, le capacità di analisi e di ideazione che rimangono lucide e brillanti. Lycopodium è anche un eccellente rimedio epato-digestivo, in particolare del fegato, delle vie biliari, della funzionalità renale (tutto ciò potrebbe aiutarla per le transaminasi e per le amilasi alte), dello stomaco (gastrite, dispepsia, eruttazioni acide, reflusso gastroesofageo), dell’intestino (meteorismo, flatulenza, gonfiore addominale, costipazione) e per molto altro ancora. Presenta miglioramenti con il movimento e all’aria aperta, aggravamenti con il calore e una netta lateralità destra (il fegato infatti si trova a destra). Tutto quanto sopra per aiutarla a decidere e quindi per verificare se lei si ritrova nei suddetti rimedi (in almeno tre sintomi caratterizzanti, come visto). Le auguro di stare bene al più presto, di confidare sulle possibilità di poter guarire, di non scoraggiarsi e di attendere fiduciosa che con la cura giusta e la forza di volontà il periodo difficile verrà senz’altro superato. Cordiali saluti.
Silvia dice
Gentile dottoressa,
approfittando della sua disponibilità e competenza, volevo porle, se possibile, alcune domande: il mio problema è, essenzialmente, disordini digestivi con fortissima acidità, reflusso gastroesofageo invalidante, dolori simil infarto e dispnea causati dalla cattiva digestione. Il tutto condito da una pressione sempre bassissima. Ciò premesso: essendo io una costituzione sulfurica ossigenoide, posso prendere Carbo Vegetali per la dispnea associata a disturbi gastrici e la pressione molto bassa? Inoltre, pur essendo una persona molto attiva e volenterosa, che ama moltissimo studiare ma anche il fare pratico, mi trovo in un periodo di enorme stanchezza, sia fisica che mentale. Posso prendere Phosphorus o basta Carbo Vegetali? Posso prenderli entrambi? Adesso sto prendendo Lycopodium per i problemi gastrici, trovandomi abbastanza bene. Posso prenderli tutti e tre? Lycopodium lo posso prendere ad alte diluizioni, considerando che mi ritrovo nell’aspetto psicologico di ambizione\insicurezza? La ringrazio di cuore.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Silvia, già in una risposta precedente abbiamo cercato di fare delle ipotesi per individuare le cause o le concause dei suoi disturbi digestivi, con tutti i sintomi concomitanti, della sua condizione emotiva ed i possibili rimedi omeopatici in grado di poterla aiutare. La invito, con l’occasione, a consultare, se non l’avesse già fatto, l’articolo “Disturbi gastrici” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, dove potrà trovare diversi spunti interessanti. Phosphorus è senz’altro un importantissimo rimedio omeopatico per molti disturbi gastrointestinali, sempre che coincidano la sintomatologia presentata dal paziente ed i segni patogenetici propri del rimedio. Relativamente ai disordini digestivi, quali ad es. la gastrite, la dispepsia, il reflusso gastroesofageo, ecc., la sintomatologia predominante di Phosphorus è la gastralgia fortemente bruciante che trova sollievo con l’ingestione di acqua fredda. Inoltre Phosphorus è anche un ottimo rimedio per le sindromi respiratorie, tra cui la dispnea. Carbo vegetabilis è anch’esso un importante rimedio omeopatico con azione elettiva sull’apparato digerente, particolarmente adatto per il trattamento dei gas intestinali, delle flatulenze, del meteorismo addominale e quindi per i pazienti gastrici estremamente gonfi. E’ anche il rimedio per eccellenza degli stati di estrema debolezza e prostrazione fisica, di pressione arteriosa bassa, di quasi agonia, di respiro difficoltoso con necessità di venire ventilati. Per quanto riguarda Lycopodium una diluizione alta è consigliabile quando esiste innanzitutto un’ottima somiglianza rimedio-paziente, sia a livello fisiologico che a livello psicologico e quando occorre effettuare un’azione terapeutica profonda e sistemica per intervenire sulle affezioni croniche, sul substrato di terreno e sulla componente mentale e psichica. In generale non è vietato associare più rimedi omeopatici se il quadro clinico del paziente non trova completamente riscontro nel quadro patogenetico di un solo rimedio, come realisticamente avviene il più delle volte, meglio se sono sinergici o complementari, per ottenere un risultato migliore, verificando solo che non siano incompatibili, per evitare che si ostacolino a vicenda. Non è questo il caso di Phosphorus, Carbo vegetabilis e Lycopodium che anzi sono rimedi con diverse sinergie. Alla terapia omeopatica potrebbe essere utile associare un gemmoterapico (o gemmoderivato, si tratta di un macerato glicerico di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana) come Ficus carica M.G. D1 che, oltre ad avere delle proprie attività terapeutiche nei confronti del reflusso gastroesofageo e di altri disturbi del digerente, espleta anche un’importante attività di “drenaggio” capace di stimolare gli organi emuntori, liberare l’organismo dalle tossine e rendere lo stesso più recettivo all’azione della cura omeopatica. Dia anche un’occhiata all’articolo “Digestione facile” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, dove sono riportati dei preziosi preparati fitoterapici. Ovviamente, come già suggeritole, occorrerà aiutarsi anche con un’alimentazione appropriata. Il consiglio però rimane sempre quello di non fare da sola ma di rivolgersi ad un medico omeopata. Cordiali saluti.
alberto dice
Grazie, grazie infinite, è stata sorprendentemente velocissima nonchè molto gentile. Se possibile, vorrei poterLa contattare privatamente. Ancora grazie e cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Alberto, mi dispiace non poter esaudire la sua richiesta, come riportato nella pagina del sito “Chi sono”, sono solo un’appassionata e una studiosa di omeopatia che cerca di fornire, con il presente sito, informazioni chiare, oggettive e responsabili su ciò che l’omeopatia e le medicine naturali in generale possono fare per la nostra salute e il nostro benessere. Cordiali saluti.
alberto dice
Gentile Dottoressa,
da diversi anni soffro di disturbi digestivi (frequenti eruttazioni anche alla sola assunzione di acqua, sporadici reflussi notturni, saltuari ma forti dolori notturni retrosternali).
Segnalo anche 5-6 evacuazioni giornaliere, tre delle quali nelle prime due ore del mattino, dalla colazione appena alzato in poi. Non se se questo è dovuto ugalmente alla gastrite o al dolicocolon che mi è stato accertato in passato.
Di seguito il referto istologico di una endoscopia digestiva dello scorso mese di ottobre, con biopsia della mucosa gastrica:
“aspetto atrofico della mucosa antrale e dell’angulus (numero di frammenti 3). Eseguita colorazione Giemsa per ricerca HLO).
DIAGNOSI: Gastrite cronica a severa attività (categoria 1 sec. classificazione di Vienna rev. 2002). Presenza di strutture riferibili ad Helicobacter Pylori (++).
SNOMED: T-57600; M-42000; L-13551”.
Di recente ho seguito una terapia antibiotica per eradicare l’ Helicobatter P., non so ancora con quale esito, mentre assumo giornalmente una compressa di 40mg. di Pantoprazolo.
Tutto ciò premesso e se nelle Sue possibilità, vorrei pregarLa di precisarmi se e quale altro medicinale omeopatico dovrei abbinare eventualmente a Carbo vegetabilis (Maggiorana TM ?), modalità di assunzione e durata ipotizzabile della cura.
Nel precisarLe in ultimo che sono un tipo Nux Vomica ed ho 74 anni, La ringrazio infinitamente in antico per quanto vorrà comunicarmi, mentre Le invio i più cordiali saluti.
Alberto Calabrese – Firenze
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Alberto, se lei è un tipo Nux vomica, allora il rimedio da solo, o anche in associazione con Carbo vegetabilis che è un suo sinergico, potrebbe dare risposta a tutti i suoi disturbi. Tenga presente che Nux vomica è il miglior rimedio omeopatico per moltissime problematiche, in particolare per quelle riguardanti l’apparato gastrointestinale e, non a caso, è uno dei rimedi più utile e più utilizzato in assoluto, essendo uno dei più importanti policresti, che, com’è noto, sono i grandi rimedi della materia medica omeopatica, ad azione ampia e profonda, aventi attività generali riequilibranti utili a curare diverse patologie ed a coprire una vasta gamma di sintomi. In assenza della prescrizione di un medico omeopata ed in attesa della stessa, ci si potrebbe orientare per le basse diluizioni, ad es. quelle non superiori alla 7CH, che solitamente si utilizzano in ragione di 3 granuli 3-4 volte al dì. La durata della cura, che è molto individuale, finché si registrano benefici può continuare fino alla guarigione o all’acquisizione di un risultato soddisfacente e duraturo. Si ricordi però, ripeto, che è sempre opportuno rivolgersi ad un medico omeopata. Cordiali saluti.
Desy dice
Gentilissima Dottoressa
da anni soffro di dolori addominali più nella parte sinistra con meteorismo il più delle volte maleodorante,eruttazioni, gonfiore addominale sempre nella parte alta, stitichezza e a volte diarrea. Ho avuto episodi di candidosi, parassiti intestinali e anche congestione al naso con fastidi alla gola e lo scolo retronasale sa un pò di “marcio”. Sono un soggetto allergico e asmatico anche se l’asma è molto migliorata con l’età. Ho provato di tutto tranne l omeopatia…lei che rimedio mi consiglia. grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Desy, dal quadro sintomatologico descritto sembra proprio che Carbo vegetabilis possa essere il rimedio omeopatico adatto, considerato che contiene la gran parte dei sintomi che lei avverte. Infatti il rimedio, che è un policresto, è particolarmente indicato in caso di meteorismo, flatulenza, eruttazioni acide, pesantezza e gonfiore addominale avvertito maggiormente nella parte alta, difficoltà digestive, fitte nella regione della milza (a sinistra), sindrome del colon irritabile, stitichezza che si alterna a diarrea, ma anche in caso di raffreddore con muco difficile da espellere e spesso purulento e maleodorante, faringo-laringite (mal di gola) catarrale con sensazione di fastidio e di bruciore alla gola, dispnea, tosse, asma ed altro. Tenga altresì presente che un altro rimedio omeopatico che ha una patogenesi molto simile sia per l’apparato gastrointestinale che per l’apparato respiratorio è Asa foetida, dove sono più marcati la lateralità sinistra per i dolori addominali e soprattutto il cattivo odore delle escrezioni e secrezioni (catarro, eruttazioni, flatulenza, feci). Cordiali saluti.
Patrizia dice
Gentilissima dottoressa,
ho 61 anni e dopo una cura datami dalla reumatologa sono aumentata di peso (20 kg) 10 li ho persi ma ora sono ferma a 66 kg e non mi muovo da quì.
Leggo che il carbo, che già prendo per altro, può essere usato anche per dimagrire,condivide? C’è altro che posso prendere?
Premetto che sono vegana, ho muscoli tonici poichè pratico yoga e ballo da anni. So che i muscoli pesano più del grasso ma vorrei essere rassicurata.
Grazie e cordiali saluti.
Patrizia
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Patrizia, Carbo vegetabilis è senz’altro uno dei rimedi omeopatici che possono aiutare a dimagrire, però, così come richiede l’omeopatia, i risultati saranno tanto migliori, quanto più lei ravvisa somiglianze con le altre caratteristiche del rimedio, sia dal punto di vista fisiologico che dal punto di vista psicologico. Un altro grande rimedio omeopatico che viene spesso utilizzato per perdere peso è Calcarea carbonica, che è il capostipite della costituzione carbonica dove il sovrappeso si trova frequentemente associato, ma sono potenzialmente indicati anche Graphites o Fucus vesicolosus. Cordiali saluti.
anna dice
Carissima dr.ssa
ho assunto carbo vegetabilis per mesi, in coincidenza di un esteso gonfiore all’addome, che mi arrecava una fastidiosa eruttazione. In seguito grazie ad una ecografia è stato accertato che la cistifellea ( mai asportata e con un calcolo di 3 cm) è sclerotizzata. Premetto che non so cosa voglia dire. Adesso assumo gocce di tintura madre di tarassaco prima dei pasti di una ditta che non è Boiron o Unda…ma il gonfiore persiste, né mi è chiaro quali cibi siano da evitare oltre ai soliti noti the, caffè, peperoncino, pepe ed ortaggi con i semi. Fin da piccola il colore del mio viso è tendenzialmente scuro e temo che sia questo l’obolo che pago alla bile che non riesce a fare bene il suo lavoro.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Anna, la calcolosi biliare purtroppo se sottovalutata o trascurata può avere delle complicanze abbastanza problematiche, dovute essenzialmente al fatto che i calcoli possono ostruire fino a tappare il normale deflusso della bile, impedendo così la contrazione della cistifellea e quindi lo svuotamento della bile. Le complicanze più importanti cui si potrebbe andare incontro sono, ad esempio, la colica biliare (colecistite acuta), l’ittero, l’infezione della cistifellea, o nei casi più gravi, quando il calcolo scendendo ostruisce il coledoco (il dotto principale che porta la bile nel duodeno), la pancreatite. Se invece la calcolosi biliare è asintomatica e non interferisce con la funzionalità della cistifellea, potrebbe non essere richiesta sul momento alcuna terapia specifica. Fattori di rischio per la formazione o l’accrescimento di calcoli biliari possono essere una dieta alimentare ricca di grassi e di colesterolo e povera di fibre, periodi di digiuno o di dimagrimento rapido, il diabete, i farmaci anticolesterolo ed altro. Il tarassaco è una pianta che potrebbe fornire un valido aiuto per le sue proprietà colagoghe (capacità di aiutare la secrezione della bile stimolando la colecisti), coleretiche (capacità di aiutare la secrezione della bile stimolando il fegato), depurative, diuretiche, digestive, antinfiammatorie, antidolorifiche e per la capacità di contrastare la predisposizione dell’organismo alla formazione dei calcoli biliari. Lo stesso Carbo vegetabilis è uno dei principali rimedi omeopatici utilizzati per i vari disturbi dell’apparato digerente e specificamente per il gonfiore addominale. Cordiali saluti.