DESCRIZIONE
Il rimedio omeopatico Cantharis è estratto, come indica il suo nome latino, dall’insetto Cantharis vesicator. Questo è un coleottero appartenente alla famiglia dei Meloidi, che vive in gran parte dell’Europa centro-meridionale, ove preferisce i climi temperati secchi e lo si trova frequentemente su fiori e foglie di cui si nutre. Il suo nome scientifico è Lytta vesicatoria, ma è conosciuto anche come Cantaride e popolarmente come la “mosca spagnola”. L’esemplare adulto, lungo circa 10 – 25 mm, ha il corpo interamente di colore verde smeraldo metallico con riflessi dorati, tranne i flagelli delle antenne ed in qualche caso i tarsi delle zampe che sono neri. Le elitre (la coppia di ali mesotoraciche) sono sclerificate, rugose, ridotte e divergenti, solitamente dello stesso colore del corpo anche se in alcune forme possono essere presenti due bande gialle longitudinali o delle macchie dorate. Le ali metatoraciche (la seconda coppia di ali adatte al volo), sono ben sviluppate, integralmente membranacee e provviste di venulazione evidente e caratteristica.
L’insetto contiene un principio attivo, denominato cantaridina, che si estrae dalla polvere ottenuta dopo la sua essicazione e che è conosciuto sin dall’antichità. Ha odore caratteristico, sgradevole e sapore amaro pungente; è insolubile in acqua fredda e solubile negli oli. La cantaridina ha proprietà rubefacenti e vescicatorie. E’ fortemente irritante sulla pelle e può provocare vescicole nei punti di contatto. Per la facilità del suo assorbimento cutaneo o peggio ancora se ingerita, è estremamente pericolosa per la salute umana, potendo causare, in doti eccessive, finanche la morte. I sintomi sono costituiti da abbondante salivazione, nausea, vomito, cefalea, diarrea, dolori addominali, ematuria, nefrite emorragica, convulsioni e collasso. In passato veniva usata come revulsivo locale, antiflogistico, vescicatorio, antirabbico, veleno e persino come afrodisiaco. Veniva adoperata per stimolare l’entrata in calore delle giumente.
Il rimedio omeopatico Cantharis si ottiene dalla tintura o dalla triturazione con lattosio degli insetti Cantharis vesicator e dalle successive diluizioni-dinamizzazioni in soluzione idroalcolica.
Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione del sito “Approfondimenti”.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Cantharis è un rimedio ad azione locale che agisce prevalentemente sull’apparato urinario, ma anche sulle gonadi, sull’apparato gastro-intestinale, sul sistema nervoso, sulla pelle, sulle mucose e sulle sierose.
Tutte le secrezioni, liquide o vischiose con possibili tracce ematiche, risultano abbondanti ed escorianti.
L’individuo che richiede Cantharis ha sensazioni di bruciore e di calore brutali e violente, presenta dermatiti brucianti (in Rhus tox le vescicole sono meno brucianti, più pruriginose, più piccole, di colore rosso scuro, dolenti ed aggravate dal freddo), ha dolori all’addome insopportabili, taglienti (simili a coltellate) e costrittivi che sopraggiungono soprattutto quando la vescica è piena, ha minzione difficile, lenta e dolorosa, nonché frequente con emissione di poche gocce di urina.
Il dolore bruciante e l’intollerabile bisogno di urinare sono i sintomi guida di Cantharis in tutte le affezioni infiammatorie.
Il soggetto ha un’iperestesia generale (aumento della sensibilità cutanea di tipo dolorifico, determinata da un’anormale eccitazione nervosa), occhi lucidi e pupille molto dilatate, viso pallido con espressione di sofferenza, sete con avversione per il bere. E’ una persona prostrata e stanca, depressa, inquieta e agitata (si muove continuamente) ed ha un aumentato desiderio sessuale.
I bruciori non migliorano né durante né dopo la minzione. I sintomi cutanei migliorano con applicazioni fredde. La diarrea peggiora dopo i pasti o dopo aver bevuto. I dolori all’addome migliorano piegandosi in due e peggiorano con la pressione (Colocynthis invece migliora sia piegandosi in due che con la pressione). I dolori alla vescica peggiorano bevendo anche piccole quantità di acqua o bevendo caffè.
I principali sinergici (complementari) sono Belladonna, Mercurius, Phosphorus, Pulsatilla, Sepia, Sulphur.
I principali antidoti sono Aconitum (per la violenza dei dolori), Apis (per la cistite), Camphora (per la stranguria e l’oliguria), Kali nitricum (per i sintomi renali).
L’incompatibile è Coffea.
USO DEL RIMEDIO
Il rimedio omeopatico Cantharis si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio stesso.
1) APP. URINARIO. Cistite con ematuria. Uretrite. Nefrite acuta. Albuminuria. Stranguria. Oliguria.
2) PELLE. Erisipela. Eritema solare. Dermatite con grosse vescicole o bolle. Herpes e più specificamente Herpes zoster. Ustioni di secondo grado.
3) TESTA. Vertigini e cefalea con pulsazioni e sensazione di caldo. Congiuntivite e irritazioni oculari con lacrimazione escoriante. Infiammazione alle orecchie. Afte e glossite.
4) GOLA. Angine di gola. Faringite. Laringite. Raucedine.
5) APP. RESPIRATORIO. Affezioni catarrali delle vie aeree con muco appiccicoso e fitte violente quando si respira.
6) APP. GENITALE: Infiammazione dell’utero, delle ovaie, della vagina, o degli organi esterni con bruciore. Ipersensibilità di tutti gli organi. Dismenorrea. Mestruazioni anticipate e abbondanti. Nel post-partum il rimedio può favorire le contrazioni per l’espulsione della placenta. Prostatite.
7) APP. GASTRO-INTESTINALE. Violenti dolori di stomaco. Bruciore di tutto il tubo digerente. Muco ed a volte sangue in vomito e feci. Coliche addominali. Diarrea con bruciore all’ano.
8) SISTEMA NERVOSO. Infiammazione dei tessuti nervosi e iperestesia. Ansia, irrequietezza, irritazione, eccessi di rabbia.
DOSI
In tutti i casi, se acuti diluizione 5CH, 1 granulo ogni 5 – 10 min, oppure 5 gocce ogni 10 – 15 min, allungando i tempi con i miglioramenti; se recidivanti diluizione 7CH, 3 – 4 granuli o 5 – 10 gocce ogni 3 ore.
Nei problemi di pelle è utile aggiungere applicazioni locali di pomata di Cantharis in associazione con Calendula e Rhus toxicodendron. Nei casi di ustioni di secondo grado può essere utile l’associazione con Arnica montana.
Negli stati infiammatori acuti e sub-acuti dell’apparato genito-urinario, può essere utile l’associazione con Arsenicum album, Mercurius, Hepar sulphur.
(*) V. Note esplicative
Valter dice
Salve mi chiamo Valter ho 56 anni e ho una ipertrofia prostatica.Di recente ho subito un intervento laser per la frantumazione di un calcolo di 2cm circa. Da tempo sono in cura da un medico omeopata ma in questo periodo non riesco a contattarlo; vorrei sapere un rimedio omeopatico per il forte bruciore che ho quando urino.grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Valter, i principali rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati per trattare i vari disturbi del tratto urinario sono riportati nell’articolo “Infezioni delle vie urinarie” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine, su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) adatto sarà quello che contiene la sintomatologia somigliante a quella del paziente e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Ad esempio, se è predominante il bruciore, i rimedi omeopatici da prendere in considerazione potrebbero essere Apis, Arsenicum album, Cannabis sativa, Cantharis, Colocynthis, Lilium tigrinum, Phosphorus. Sarebbe comunque opportuno cercare di contattare il medico omeopata curante, al fine di rendere un’eventuale nuova adozione compatibile con la terapia in atto. Cordiali saluti.
Alex dice
Salve dottoressa,
ho una diagnosi di sclerosi del collo vescicale che mi dà dei disturbi tutto sommato abbastanza moderati (necessità di urinare con una certa frequenza di giorno e una volta la notte).Non ho problemi di prostata ne’ bruciori. Vorrei evitare medicinali classici e quindi sapere se puo’ consigliarmi qualche rimedio omeopatico o fitoterapico. Sto prendendo la serenoa da qualche mese ma se mi fa effetto e’ piuttosto contenuto.
Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Alex, una panoramica dei principali rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati nei vari disturbi delle basse vie urinarie, tra cui Cantharis, è consultabile all’articolo “Infezioni delle vie urinarie” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) adatto sarà quello che contiene una sintomatologia somigliante a quella del paziente e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Ad esempio, in caso di minzione difficoltosa e sintomi concomitanti, i rimedi omeopatici da prendere in considerazione potrebbero essere Cannabis sativa, Cantharis, Causticum, Chimaphila umbellata, Nitricum acidum, Pareira brava, Sabal serrulata, Sarsaparilla od anche altri, l’importante, ripeto, è che si ravvisi la somiglianza con il proprio quadro clinico. Ovviamente stiamo parlando di rimedi che possono alleviare i sintomi della sclerosi del collo vescicale, senza avere la pretesa di poter risolvere la patologia. Per quanto riguarda i fitoterapici, dia un’occhiata all’articolo “Cistite senza più scampo” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, dove sono riportate diverse piante utili alle varie problematiche del tratto urinario. Il consiglio comunque è di non fare da solo ma di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita medica omeopatica sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.
Domenico dice
Salve, facendo lo spermiocultura è uscito che sono affetto dall’enterococco fecalis, vorrei sapere come curarlo con l’omeopatia visto che non ho alcun problema alle vie urinarie come bruciore o altro.Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Domenico, i rimedi omeopatici non vengono scelti in base all’agente patogeno o genericamente alla patologia, bensì in base alla sintomatologia che il paziente avverte. Infatti, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia fonda il suo principio terapeutico, il rimedio omeopatico curativo sarà solo quello che possiede un quadro patogenetico (l’insieme dei sintomi, dei modi e dei processi fisiopatologici che il rimedio è in grado di curare), relativo all’affezione o disturbo in causa, combaciante con il quadro clinico del paziente e quanto più è esatta tale sovrapposizione tanto migliori saranno i risultati. Quando la spermiocoltura evidenzia la presenza del batterio Enterococcus faecalis, che abitualmente popola l’intestino umano, vi è il concreto rischio di andare incontro ad un’infezione del tratto urinario (cistite, uretrite) e genitale (prostatite), dove i bruciori minzionali e durante l’eiaculazione sono generalmente la regola. Sarà pertanto tale sintomatologia a fare da guida per l’individuazione del rimedio omeopatico adatto. Potrebbe essere perciò d’interesse l’articolo “Infezioni delle vie urinarie” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. A completamento delle analisi cliniche, sarebbe opportuno fare anche un’urinocoltura. Se lei intende avvalersi dell’Omeopatia, le consiglio di non fare da solo ma di rivolgersi sin d’ora ad un medico omeopata che saprà fornirle tutte le indicazioni e le prescrizioni giuste per il suo caso specifico. Cordiali saluti.
Alessandra dice
Salve. ho 19 anni e l’anno scorso ho iniziato a avere problemi di cistite. A gennaio 2016 ho avuto la fase più acuta e dolorosa, poi mi è passata ma continuo a “trascinarmela” e spesso si ripresenta, anche se molto più leggermente. Ho provato i vari rimedi al mirtillo rosso e al pompelmo ma non sono serviti a molto. Oggi in farmacia ho spiegato la mia situazione e il farmacista mi ha dato 7 fialette CANTHARIS 200 CH (dinamizzato globuli) [questo è tutto quello che c’è scritto sulla fialetta] da mettere sotto la lingua prima di andare a letto lontano dai pasti. Volevo sapere se mi posso fidare; non so perché sono un po’ preoccupata di assumere questi globuli, poi “200” mi sembra un numero alto, qui su internet leggo 30, 5 etc… Grazie mille in anticipo
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Alessandra, se lei si riconosce nelle caratteristiche e nella sintomatologia specifica di Cantharis, ampiamente rilevabili dal presente articolo, allora il rimedio omeopatico può essere adatto a lei. Ciò, com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine, su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, secondo la quale un rimedio omeopatico per essere curativo deve assomigliare al paziente, ossia deve possedere un quadro patogenetico (l’insieme dei sintomi, dei modi e dei processi fisiopatologici che il rimedio è in grado di curare), relativamente alla patologia o disturbo di cui si è affetti, che combaci con il quadro clinico del paziente e quanto più è esatta tale sovrapposizione (somiglianza) tanto migliori saranno i risultati. La 200CH è una diluizione alta, ad azione profonda e sistemica, che è consigliabile adoperare solo se esiste un buon grado di somiglianza rimedio-paziente, di cui in precedenza. Per una panoramica dei principali rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati nei vari disturbi del tratto urinario, tra cui Cantharis, la invito a consultare l’articolo “Infezioni delle vie urinarie” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Sempre a titolo informativo, sappia che in diversi casi per completare e rafforzare la cura omeopatica, vengono associati dei gemmoterapici della Fitoterapia rinnovata come Calluna vulgaris M.G. D1, in gocce, che è particolarmente indicato per gli stati infiammatori o infettivi delle vie urinarie, cistiti e uretriti, cistiti recidivanti ed altro. I gemmoterapici sono i rimedi della Gemmoterapia, ossia sono dei macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra la Fitoterapia classica e l’Omeopatia, sia per la diluizione dei principi attivi (D1) e sia soprattutto per l’identità vegetale delle piante da cui provengono le gemme. Hanno un’azione terapeutica più importante dei fitoterapici classici grazie al contenuto di componenti particolarmente attivi nei giovani tessuti embrionali, meno presenti o assenti nella pianta adulta ed esercitano anche un’attività drenante stimolando i normali processi di depurazione dell’organismo. Per quanto riguarda la Fitoterapia classica, dia un’occhiata all’articolo “Cistite senza più scampo” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”. Le consiglio comunque di non fare da sola ma di rivolgersi ad un medico omeopata che saprà prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico, spettando a lui la decisione se ricorrere all’Omeopatia e/o alla Gemmoterapia o alla Fitoterapia. Cordiali saluti.
Andrea dice
Buongiorno Dottoressa, sono un uomo di 38 anni e ultimamente mi era stata diagnosticata una prostatite facendo un eco, dall esame dell urine risulto infetto da E coli. ho fatto una cura antibiotica che non ha migliorato niente.. questo prodotto può aiutarmi? non ho bruciori durante la minzione ma è molto frequente mi alzo anche 3 volte in una notte.. mi aiuti perfavore– grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Andrea, com’è noto, la prostatite, che è l’infiammazione della prostata, si accompagna a diversi disturbi urinari, tra cui proprio la sensazione di bisogno impellente di urinare e la nicturia (bisogno di urinare di notte). È spesso causata da batteri che popolano normalmente l’intestino crasso, come l’Escherichia coli e che possono colonizzare la prostata dopo essere risaliti attraverso l’uretra. Il contagio può avvenire anche a seguito di infezioni del tratto urinario, quali la cistite e/o l’uretrite. Quando si intraprende una terapia antibiotica per la cura della prostatite batterica essa deve durare diverse settimane, fino alla completa scomparsa della malattia e non fino alla sola regressione dei sintomi, in quanto la prostata risulta essere poco sensibile all’azione degli antibiotici. Per quanto riguarda l’Omeopatia, i rimedi sintomatici che vengono più spesso utilizzati nei vari disturbi urinari sono consultabili all’articolo “Infezioni delle vie urinarie” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico, il rimedio (o i rimedi) adatto sarà quello che contiene la sintomatologia somigliante a quella del paziente e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Ad esempio, a fronte di minzioni frequenti, senza bruciore o dolore, i rimedi omeopatici da poter prendere in considerazione sono Belladonna, Benzoicum acidum, Cina, Dulcamara, Sabal serrulata, Sarsaparilla, Terebenthina. Come potrà rilevare il principale sintomo guida di Cantharis è invece il bruciore. Specificamente per la prostatite i rimedi omeopatici che vengono maggiormente utilizzati sono Argentum nitricum, Chimaphila umbellata, Conium maculatum, Pareira brava, Sabal serrulata, Thuya. Sempre a titolo informativo, in diversi casi vengono adoperati, in associazione alla cura omeopatica o da soli, alcuni gemmoterapici della Fitoterapia rinnovata (si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra l’Omeopatia e la Fitoterapia classica), in gocce, come ad es. Sequoia gigantea M.G. D1 e/o Vaccinum vitis idaea M.G. D1. Per quanto riguarda la Fitoterapia classica, i preparati erboristici che vengono adoperati per la prostatite sono quelli a base di piante come Serenoa repens, Aloe vera, Cernilton dal polline delle api, Pygeum africanum, estratto di polline di fiori, Gramigna, Equiseto, Betulla, Tarassaco, ecc., da utilizzare anch’essi previa approvazione medica. L’alimentazione per la prostatite deve essere semplice e sana, poco salata, ricca di vitamine A, B2, C, E, povera di grassi saturi, spezie piccanti e alcool e con più cibi contenenti zinco (semi di zucca, germe di grano, cereali integrali, semi di girasole, ecc.), quercitina (cipolle, broccoli, sedano, capperi, olive, camomilla, tè, mele, arance, mandarini, clementine, uva rossa, mirtilli, amarene, ecc.), grassi polinsaturi omega-3 (pesce azzurro, salmone, ecc.) e soia ed inoltre bere molta acqua. L’attività fisica deve essere regolare, evitando gli eccessi e le attività che possano determinare traumi nella regione pelvica e perianale. Le consiglio comunque di non fare da solo ma di rivolgersi ad un medico omeopata, che saprà prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.
Monia dice
gentile Dottoressa,
la contatto poiché non so’ più a che Santo votarmi al fine di non vedere più’ visi sconsolati di medici che non hanno spiegazione logica al mio stato.
ho 45 anni, soffro di cistiti da una vita , ma nell’ultimo anno si sono intensificati gli episodi che da uno ogni tre , quatto mesi sono arrivati a uno, due al mese.
Le varie urinoculture sono sempre negative, e gli antibiotici peggiorano spesso la situazione tant’e’ che ho decisamente smesso di utilizzarli.
Ho provato a tenere un calendario di quando compare la cistite e sarà’ o no una coincidenza, nell’ultimo anno la cistite compare 10 giorni prima del ciclo e ricompare a volte anche subito dopo.
Ho sofferto di amenorrea fino ai 42 anni; le mestruazioni comparivano a loro piacere due o tre volte l’anno, ma dalla nascita dei miei due bimbi si sono stranamente regolarizzate e al massimo saltano un mese.
Mi e’ sempre stato detto che le mie cistiti sono psicosomatiche e cioè’ che compaiono in momenti per me di forte stress in seguito ad un brusco calo delle difese immunitarie…
Un poco forse e’ vero se penso che ogni volta che ad esempio devo partire per un viaggio, la cistite arriva puntuale ma ultimamente arriva anche senza viaggi in programma.
Gli accertamenti urologici con cistoscopia e Tac non hanno rilevato alcun problema all’apparato urinario il che porta i medici a scuotere la testa sconsolati.
L’unico farmaco ”forte” che mi aiuta e’ il Neo-Furandatin che io associo a Cistalgan o Kistifort ma pur prendendo cio’ , quando decide di esplodere….esplode.
in farmacia mi hanno dato oggi questo Cantharis e parlato di Uro-Vaxom.
Chissa’ se Lei avesse mai un consiglio per me…o una tabella di cura mirata a base di prodotti che conosce bene perché’ qui da me…nessun medico sa cosa fare….
intanto la ringrazio per la disponibilità, attendo un suo gentile riscontro e saluto distintamente
Monia
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Monia, Cantharis è indubbiamente uno dei principali rimedi omeopatici che viene utilizzato per trattare una cistite. L’efficacia terapeutica del rimedio, come del resto avviene con tutti i rimedi omeopatici, è legata però al grado di somiglianza che il paziente riscontra con la sintomatologia contenuta nel rimedio stesso, ossia alla somiglianza tra il quadro clinico del paziente e quello patogenetico del rimedio, rilevabile dal presente articolo. Ciò nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. In effetti, dal punto di vista terapeutico, l’Omeopatia ha più riguardo per il malato con i suoi sintomi piuttosto che per la malattia in sé e quindi un rimedio omeopatico non viene genericamente scelto in base alla malattia o all’agente patogeno, bensì in base al quadro clinico del paziente che, ripeto, deve assomigliare a quello contenuto nella patogenesi del rimedio stesso. Ciò nonostante sarebbe comunque importante cercare di pervenire ad una diagnosi medica precisa per dare un nome alla sua malattia. Ciò ovviamente consentirebbe, laddove possibile, di allontanare o limitare le cause della malattia o di evitarne i fattori scatenanti, di indirizzare più correttamente la terapia e di conoscere i risultati ottenibili con la cura omeopatica. A livello di ipotesi, se tutti gli esami urologici hanno dato esito negativo, si potrebbe pensare a un disturbo di natura diversa come ad esempio la “sindrome da vescica iperattiva”. Con tale termine empirico si intende una condizione definita da un insieme di sintomi urologici in assenza di una comprovata infezione urinaria o di altre patologie a carico del tratto urinario. I fattori di rischio sono molti, tra cui si ricordano l’età, l’eccesso di peso, l’assunzione di alcune tipologie di farmaci, l’eccessiva assunzione di liquidi o di diuretici, l’eccessivo consumo di alcool o caffè, il fumo, la menopausa, l’alterata sensibilità della parete vescicale, i disturbi neurologici, ecc. Anche la componente psicologica può avere la sua parte di responsabilità. Ovviamente, come detto, si tratta soltanto di un’ipotesi che solo un’indagine medica può o meno confermare. A titolo informativo, in diversi casi viene utilizzato, in associazione o da solo, qualche gemmoterapico della Fitoterapia rinnovata (si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra l’Omeopatia e la Fitoterapia classica), in gocce, come ad es. Calluna vulgaris M.G. D1 che è particolarmente indicato per gli stati infiammatori o infettivi delle vie urinarie, cistiti e uretriti, cistiti recidivanti ed altro. Sempre a titolo informativo, possono essere d’interesse gli articoli “Infezioni delle vie urinarie” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi, relativamente all’Omeopatia e “Cistite senza più scampo” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, relativamente alla Fitoterapia classica. Il consiglio più opportuno che le si può dare, se lei intende ricorrere all’Omeopatia ed ai preparati naturali, è di rivolgersi ad un medico omeopata, o con la diagnosi medica preventivamente acquisita, come accennato, o seguendo le indicazioni dello stesso medico omeopata, il quale con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al suo caso specifico. Cordiali saluti.
Cristina dice
Gentile dottoressa, da due mesi soffro di cistite inizialmente curata con antibiotici che hanno peggiorato il quadro in quanto mi hanno creato problemi intestinali. L’urino-coltura è risultata negativa e quindi ho iniziato a curarmi con r18 e d-mannosio. l’R18 inizialmente ha attenuato i sintomi ma poi non ha più funzionato e ora sto prendendo mattina e sera solo il d-mannosio che mi dà sollievo solo fino a quando rimane in vescica. La mia cistite non si configura con i sintomi descritti dal rimedio cantharis, non ho difficoltà ad urinare, e nel mentre non ho dolore, l’urina non ha nessun odore ed è di un bel colore chiaro ma nonostante questo il fastidio non si attenua. Ho fatto un’ecografia per escludere altre cause che è risultata negativa. Ho provato anche ad eliminare il più possibile zuccheri e proteine animali ma vedo che il disturbo non passa. Ho letto che se la causa proviene da una infezione vaginale l’urino-coltura non la rileva così, pur in assenza di sintomi specifici sto mettendo ovuli omeopatici. L’omeopata dopo avermi dato r18 ora consiglia cantharis 9ch e mercurium corrosivus però leggendo i sintomi a cui rispondono i rimedi non mi sembrano adeguati. Ma l’origine potrebbe essere anche virale? E in questo caso ci sono cure? Il fatto che il d-mannosio funzioni non significa che i batteri ci sono? Mi scusi l’ultima domanda, ma perlando di cantharis, qual’è la differenza fra la diluizione (se si può dire così) fra 5ch e 9ch? Sto letteralmente brancolando nel buio. Grazie per una sua risposta e buona serata.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Cristina, com’è noto, la causa più frequente di cistite è rappresentata dalle infezioni batteriche, molto più raramente da infezioni virali o fungine, che comunque sono sempre possibili. Però una cura omeopatica non viene scelta in base all’agente patogeno, bensì in base alla somiglianza che i rimedi possiedono nei confronti del quadro clinico del paziente. Ciò nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia fonda il suo principio terapeutico, secondo la quale un rimedio può considerarsi adatto solo se assomiglia al paziente, nelle caratteristiche e nella sintomatologia. E’ utile altresì precisare che l’R18 non è un rimedio dell’Omeopatia classica bensì dell’Omotossicologia, che nonostante abbia diversi punti di contatto con l’Omeopatia, alla quale si ispira, adotta orientamenti terapeutici, rimedi e criteri di scelta degli stessi completamente differenti. Il rimedio è pertanto un omotossicologico (o antiomotossico), è un rimedio complesso, costituito cioè da un mix di rimedi omeopatici unitari in basse diluizioni decimali e risulterebbe indicato per cistopielite e infezioni delle vie urinarie, cistite, batteriuria. L’Omeopatia classica, quella propriamente detta, invece fa uso esclusivamente di rimedi unitari, come lo sono per l’appunto Cantharis e Mercurius corrosivus. Però i rimedi unitari vengono adoperati anche dall’Omotossicologia, ove spesso risultano decisivi per la piena guarigione, segnando il punto d’incontro finale tra due medicine. Una panoramica dei principali rimedi omeopatici unitari che vengono più spesso utilizzati nei vari disturbi delle vie urinarie è consultabile all’articolo “Infezioni delle vie urinarie” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Ripeto, il rimedio che più di ogni altro rispecchia la globalità dei sintomi del paziente potrà risultare adatto e quanto maggiore è tale somiglianza tanto migliori saranno i risultati. Il D-Mannosio, com’è noto, è uno zucchero semplice di origine vegetale che costituisce una valida alternativa agli antibiotici tradizionali in caso di cistite, in particolare in quella dovuta ad enterobatteri del tipo Escherichia coli, che è la cistite più comune. Quindi esso è attivo solo per una cistite batterica. A titolo informativo, in diversi casi viene utilizzato, in associazione o da solo, qualche gemmoterapico della Fitoterapia rinnovata (o gemmoderivato, si tratta di macerati glicerici di gemme vegetali con diluizione alla prima decimale hahnemanniana, che si pongono a cavallo tra la Fitoterapia classica e l’Omeopatia), in gocce, come ad es. Calluna vulgaris M.G. D1 che è particolarmente indicato per gli stati infiammatori e infettivi delle vie urinarie, cistiti e uretriti, cistiti recidivanti ed altro. Per quanto riguarda la Fitoterapia classica, dia un’occhiata all’articolo “Cistite senza più scampo” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”, dove sono riportati diversi preparati fitoterapici utili sia alla cura che alla prevenzione. La differenza tra le diluizioni 5CH e 9CH sta nel tipo di azione terapeutica. La 5 CH è una bassa diluizione che generalmente si adopera per risolvere una sintomatologia acuta e per il lesionale, ha un effetto rapido e una copertura terapeutica di alcune ore fino a un massimo di un giorno. La 9CH è una media diluizione che generalmente si adopera per risolvere una sintomatologia sub-acuta e per il funzionale, ha un effetto più lento e una copertura terapeutica di qualche giorno. Le consiglio di non prendere alcuna iniziativa personale e di fare il punto della situazione con il medico omeopata curante. Cordiali saluti.
Arianna dice
Buonasera,
volevo sapere se questo rimedio omeopatico potrebbe funzionare per mio figlio che ha il mollusco contagioso sul collo. Le prime due bollicine sono comparse circa un mese e mezzo fa e sono state trattate all’estero con la cantaridina. Il trattamento ha funzionato benissimo, non ha provocato nessun dolore ne lasciato nessun segno come i metodi ‘tradizionali’. L’unico problema è che essendo comunque un virus dopo una settimana sono ricomparse altre bolle, ora ne ha diverse e sono alla ricerca di un dermatologo qui che utilizza la stessa procedura ma non sto avendo successo. Sono capitata qui sul suo sito e volevo chiederle il suo parere e se pensa che la cantharis possa aiutare mio figlio a rimuovere i molluschi. La ringrazio.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Arianna, Cantharis è un rimedio omeopatico che tipicamente è utile a trattare le dermatiti caratterizzate dalla presenza di vescicole sierose, di vere e proprie bolle. Invece, com’è noto, il mollusco contagioso di solito provoca delle lesioni papulose della pelle. Anche in Omeopatia i rimedi curativi sono gli stessi che vengono utilizzati per la cura delle verruche. Tra essi troviamo Thuya in primis ed a seguire Antimonium crudum, Calcarea carbonica, Causticum, Cinnabaris, Dulcamara, Natrum sulphuricum, Nitricum acidum, Sabina, Silicea, Staphysagria. Se decidesse di ricorrere all’Omeopatia le consiglio di avvalersi di un medico omeopata. Cordiali saluti.
Michela dice
Si i granuli sono più piccoli ma la diluozione e 9 ch come avevo chiesto.avrei voluto prendere questi perché mi faranno aspettare troppo tempo per riportarmeli.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Michela, giusto per farla orientare, abbiamo detto che i globuli sono 10 volte più piccoli dei granuli (quindi teoricamente a un granulo corrisponderebbero 10 globuli), però i globuli posseggono un maggiore effetto di superficie e quindi una migliore risposta diluizione/dose/effetto (la monodose è studiata per questo), per cui quantitativamente ci si potrebbe mantenere leggermente al di sotto. Tenga comunque presente che, scelta la diluizione del rimedio, in Omeopatia è molto più importante la distanza tra le assunzioni piuttosto che la quantità della singola dose (ovviamente si deve superare una quantità minima). Tuttavia chieda conferma all’omeopata che le ha prescritto la cura per la cistite. Cordiali saluti
Michela dice
Buongiorno! Sto facendo la cura per la cistite con cantharis, dovrei prendere 3 globuli 3 volte al giorno ma quando ho ritirato le confezioni mi hanno dato quelle monodose e i globuli sono piccolissimo, quanti dovrei prenderne? Grazie!
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Michela, devo desumere che in farmacia le hanno sbagliato la forma farmaceutica del rimedio e probabilmente anche la diluizione. Lei verosimilmente si riferisce ai granuli, che vengono preparati in tutte le diluizioni e poiché ne dovrebbe prendere in numero di 3 per 3 volte al giorno devo ritenere che essi si riferiscano ad una bassa diluizione (ad es. fino a 7CH). Invece i globuli, che sono all’incirca 10 volte più piccoli dei granuli, vengono preparati nelle diluizioni medie e alte e sono contenuti in tubo-dose per essere adoperati in un’unica somministrazione. Quindi se vuole osservare la prescrizione, sarebbe opportuno restituire la monodose dei globuli e farsi dare quella in granuli, precisandone bene la diluizione. Cordiali saluti.