DESCRIZIONE
L’ape (o apis) è un insetto della famiglia delle Apidi, appartenente all’ordine degli Imenotteri. Con il termine ape si indica comunemente l’ape domestica (Apis mellifica), di cui si allevano varie razze, tra le quali quella italiana (Apis mellifica ligustica), assai pregiata per docilità e laboriosità.
Le api vivono in società matriarcali e pluriennali, costituite da una sola ape regina, che ha la funzione di deporre le uova per la rigenerazione continua dell’alveare, da poche centinaia di fuchi, che sono i maschi la cui unica funzione è quella di accoppiarsi con la regina e da varie migliaia di api operaie, che sono le femmine lavoratrici indispensabili per la vita dell’alveare.
Come tutti gli insetti, l’ape ha il corpo diviso in tre parti: testa, torace e addome. Possiede tre paia di zampe attaccate al torace e due ali trasparenti per il volo veloce. Ha due occhi grandi composti da migliaia di faccette che consentono di vedere in ogni direzione. Nella parte superiore della testa sono posizionati a triangolo altri tre piccoli occhi, gli ocelli, adatti per vedere da vicino e nell’oscurità. Sulla fronte sono ubicate due antenne orientabili che funzionano da organi di senso e di tatto. La bocca è fornita di due mandibole per plasmare la cera, raccogliere la propoli e rompere le antere dei fiori contenenti il polline. In fondo alla bocca si trova la ligula, una sorta di proboscide che serve per aspirare il nettare dei fiori e l’acqua nella borsa melaria (una specie di pre-stomaco). Subito dopo la suzione, già durante il viaggio di ritorno all’alveare, grazie all’azione enzimatica della saliva, il nettare incomincia a trasformarsi in miele che viene poi immagazzinato in apposite celle all’interno dell’alveare. Le zampe posteriori sono provviste di spazzole che servono per raccogliere il polline che viene accumulato negli appositi cestelli. In fondo all’addome si trova il pungiglione collegato ad una ghiandola velenifera, che costituisce l’arma di difesa: infatti quando l’ape deve difendersi da un nemico gli inietta il veleno tramite il pungiglione, che però non è più in grado di ritrarre per cui poco dopo muore.
Il veleno dell’ape provoca un’intensa reazione infiammatoria a carico dei tessuti. Tale veleno infatti è formato da una complessa miscela di sostanze dotate di effetti tossici e di capacità allergizzanti. Sotto l’effetto della puntura d’ape si forma un gonfiore a forma di tronco di cono, simile ad una montagnetta (ponfo). Il dolore è il primo sintomo ed è immediato e pungente, poi subentra il prurito e successivamente un dolore bruciante ancora più forte con un bisogno impellente di raffreddare la parte interessata con acqua. La reazione infiammatoria può essere localizzata, oppure generalizzata o sistemica. Mentre la prima è limitata alla regione cutanea colpita, la seconda coinvolge tutto l’organismo e se interessa soggetti allergici può determinare una reazione violenta, in medicina nota con il termine di “shock anafilattico”, che può essere letale. Infatti il malcapitato subisce una vasodilatazione generalizzata ed il gonfiore della glottide (organo cartilagineo della laringe che serve ad isolare l’esofago dalla trachea) con prurito, pallore, angoscia, raffreddamento e coma fino al decesso.
Il rimedio omeopatico Apis si ottiene dalla tintura dell’ape intera e del veleno diluito in alcool.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Il rimedio ha grande affinità con la superficie del corpo. I sintomi che richiedono Apis sono quelli della puntura dell’ape, con inizio immediato, brusco e violento: il primo segno è un dolore urente, cioè un dolore bruciante e pungente come aghi roventi, segue il prurito e poi un aumento della sensazione dolorosa che porta il soggetto a gridare per la sua intensità. La parte dolente è molto sensibile al tatto (anche i peli sono dolenti al tatto), è gonfia, calda e lievemente congestionata. Si forma cioè l’edema cutaneo che non è mai rosso ma si presenta bianco, al più rosato.
I sintomi di Apis sono sempre aggravati dal caldo (come Antimonium crudum e Antimonium tartaricum) e sono, viceversa, migliorati dal freddo e da applicazioni fredde. Sono altresì aggravati dalla pressione e dal contatto dei vestiti. Hanno tendenza a cambiare sede molto rapidamente, in particolare il dolore, e vanno da dx a sx, dall’alto in basso.
Il rimedio ha una lateralità dx. Alcuni suoi antidoti sono Ipeca, Lachesis, Ledum. Alcuni suoi incompatibili sono Coffea, Rhus toxicodendron.
In Apis vi è assenza di sete, anche in caso di febbre e diminuzione delle urine, che diventano scarse. Infatti il segnale che indica che il rimedio sta agendo è proprio un aumento graduale delle urine.
Apis interessa la pelle, le mucose, le membrane sierose, nonché le membrane sinoviali.
E’ un rimedio prezioso nei casi di infiammazioni acute, quali l’erisipela, l’orticaria, l’eritema solare, il reumatismo, l’angina di gola, la nefrite, l’albuminuria, le infiammazioni dell’apparato genitale, con dolori pungenti.
Apis ha una grande astenia: il soggetto è molto stanco ed ha la sensazione di contusione in tutto il corpo, come se avesse lavorato duramente. E’ irritabile, irrequieto, non sopporta di essere lasciato solo; è ansioso, nervoso, brontola continuamente; è incontentabile; è maldestro; ha tremori; ha scarsa coordinazione motoria (come Agaricus muscarius si lascia cadere le cose dalle mani, ma a differenza di quest’ultimo è aggravato dal caldo); ha sussulti e contrazioni; è ipersensibile. Inoltre è diffidente e geloso, ha una certa predisposizione al pianto. Per questo il rimedio è particolarmente adatto ai bambini piagnucoloni, che non possono fare a meno di piangere e che lanciano grida improvvise durante il sonno.
Il rimedio è indicato anche in tutti i casi di malattia acuta e cronica che presenta uno stato idropico, cioè affetto da idropisia.
Apis è un rimedio ad azione locale ed è l’acuto di Natrum muriaticum, che viceversa è il cronico di Apis.
Il tipo Apis ha una costituzione fosforica e un temperamento nervoso. Inoltre, poiché il rimedio interessa pelle e mucose, si riscontra una diatesi psorica.
In estrema sintesi Apis è il rimedio della sindrome infiammatoria acuta che ha sintomatologia simile alla puntura d’ape.
USO DEL RIMEDIO
Apis si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio.
1) PELLE: infiammazioni acute che evolvono rapidamente con oliguria (diminuzione delle urine), assenza di sete, edema e versamento, come l’orticaria, l’erisipela (soprattutto al viso), l’eritema solare. Anche nei casi di morbillo e di rosolia.
Le eruzioni spesso cominciano a dx, se interessano il viso successivamente compaiono anche a sx. La pelle, con o senza eruzioni, è ipersensibile al minimo contatto, è rugosa e tale rugosità è ben percepibile al tatto. Può esserci febbre alta. Le labbra (in particolare il labbro superiore) e la lingua possono gonfiarsi improvvisamente e divenire calde, rosate e secche. Ciò si verifica spesso quando il soggetto allergico ha mangiato fragole, molluschi od altri alimenti. I sintomi migliorano con applicazioni fredde.
2) GOLA: stati infiammatori acuti ed angine di gola con febbre alta, faringe arrossata, palato gonfio, gola gonfia, ugola allungata e rossa. Tutta la gola è edematosa con dolori brucianti e pungenti e con difficoltà a deglutire. Laringite e infiammazione della glottide con difficoltà di deglutizione e tosse secca con senso di affaticamento, come si ha nella difterite.
I sintomi che richiedono il rimedio insorgono improvvisamente con un’intensità a dir poco eclatante. Il soggetto non sopporta alcun contatto né alla gola né al petto. I dolori sono aggravati dal caldo.
Il rimedio spesso è associato a Phytolacca, Belladonna, Mercurius, Aurum triphyllum, Phosphorus.
3) OCCHI: infiammazione accompagnata da edema, secrezione lacrimale con sensazione di punture e di bruciore ardente che migliora con lavaggi e con applicazioni fredde. Nei casi di irite, congiuntivite, oftalmia nei soggetti affetti da reumatismo. Il rimedio inoltre è indicato per prevenire le recidive degli orzaioli, nei casi di palpebre inferiori gonfie (borse agli occhi) ed in tutti i casi in cui c’è infiammazione, congestione, vasodilatazione, edema. E’ un eccellente rimedio per gli occhi. Si può associare a Euphrasia e Kali bichromicum.
4) APP. DIGERENTE: dolore e bruciore allo stomaco. Vomito e diarrea aggravati dal movimento.
5) OVAIO: annessite acuta (infiammazione che coinvolge gli annessi uterini, cioè l’ovaio e la tuba) della parte dx. Spesso anche nei casi di amenorrea, dismenorrea, quando sono presenti cisti all’ovaio dx in fase iniziale per impedire che si ingrandiscano. A volte il rimedio si adopera in associazione con Arnica.
6) TESTICOLI: infiammazione del testicolo dx.
7) APP. URINARIO: nei casi di infiammazione ove le urine sono scarse e contengono un elevato tasso di albumina (albuminuria), come nella nefrite, sia acuta che cronica, conseguente ad un’altra malattia (scarlattina, difterite, erisipela od altro). Il rimedio è indicato anche nei casi di cistite.
8) MEMBRANE SIEROSE: tutte le infiammazioni con edema.
9) MEMBRANE SINOVIALI: reumatismo delle articolazioni con edema, con sensibilità al contatto, alla pressione, al minimo movimento. La pelle delle articolazioni è tesa, rosea e calda. Edema delle mani con intorpidimento delle dita. Caviglie e piedi edematosi. Gonfiore delle ginocchia.
10) TESTA: mal di testa che peggiora con il contatto e con la pressione delle mani. Anche per alcuni casi di meningite.
11) FEBBRE: in tutti gli stati acuti in cui è presente una febbre alta ed il soggetto è agitato, ansioso e, caratteristica essenziale, non avverte sete, alternando febbre a sudorazione profusa.
DOSI
Apis, in quanto rimedio acuto, viene utilizzato alle basse diluizioni.
□ Nel caso 1), diluizione D10, 5 granuli o 10 gocce, 3 – 4 volte al dì. Associazione consigliata con Graphites, Rhus tox, Sulphur. Integrazione consigliata con pomata.
□ Nel caso 2), diluizione D8, 5 granuli o 10 gocce, 6 volte al dì.
□ Nei casi 3), 4), 5), 6), 7), 8) e 10), diluizione 5 CH, 3 granuli o 5 gocce, ogni 3 ore.
□ Nel caso 9), diluizione D6, 5 granuli o 10 gocce, 4 volte al dì. Associazione consigliata con Aesculus hippocastanum, Rhus tox. Integrazione consigliata con pomata.
□ Nel caso 11), diluizione 5CH, 3 granuli o 5 gocce, secondo necessità anche ogni ora. Associazione consigliata con Bryonia, Ferrum phosphoricum.
(*) V. Note esplicative
Chiara dice
Grazie per la rapida risposta, un’ultima domanda se posso.. Ho notato che la crema halicar dhu, che so essere davvero efficace proprio su chi ha problemi cutanei, tipo allergia ai cerotti, sfoghi, eczemi e altri disturbi di questo genere, questa volta non era indicata. Vero che si tratta di una puntura, ma l’esito finale, sulla pelle, sembrava proprio uno di quei casi.. C’è una ragione specifica oppure è una questione soggettiva? Mi scusi se mi sono dilungata troppo. Un caro saluto.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Chiara, la crema Halicar DHU può andare senz’altro bene, le avevo però indicato la pomata alla Calendula, o per meglio dire una biopomata, perché contiene tutti ingredienti naturali e/o di origine naturale. Tutto qui. Cordiali saluti.
Chiara dice
Gentile dottoressa, due giorni fa sono stata punta da un insetto non ben identificato, forse una vespa. Visto il dolore che ho sentito nell’immediato, ho assunto immediatamente apis 7ch (era quello che avevo in casa era domenica sera) 3 granuli ogni mezz’ora circa e applicato una piccola dose di crema apis che purtroppo avevo finito.. Il giorno seguente dolore passato, ho applicato halicar dhu crema che conosco e uso da tempo. Però l’infiammazione si è allargata dalla zona delle punture (sono stata punta due volte all’attaccatura del braccio, parte interna) quasi fino al gomito. Quindi i sintomi: rossore, gonfiore, prurito, hanno iniziato a darmi il tormento. Il mio medico mi ha dato una pomata (non omeopatica, purtroppo non è omeopata..) che ha pure peggiorato la situazione. I primi miglioramenti li ho avuti ieri con numerosi impacchi freddi e smettendo le applicazioni locali ma senza mai interrompere apis 7 ch, 3 granuli tre volte al giorno. Il rossore sta molto gradualmente scemando, il prurito pure, ma sembra che il gonfiore si stia spostando verso il gomito e più giù.. Nell’attesa che torni il mio medico, potrebbe darmi un consiglio? Apis 7 ch è corretto? In caso contrario quale diluizione mi consiglia? E a livello topico? Grazie infinite per la sua disponibilità.. Resto in attesa.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Chiara, Apis è indiscutibilmente il miglior rimedio omeopatico per le punture d’insetti, per le quali, dovendo agire a livello sintomatico, viene utilizzato alle basse diluizioni, quali ad es. proprio la 7CH. A livello topico potrebbe essere adoperata una pomata alla Calendula per un’azione lenitiva, calmante, antisettica, antinfiammatoria, cicatrizzante, ecc. Cordiali saluti.
federico dice
Ho molta fosse sia secca che grassa, diurna e soprattutto notturna, forte mal di gola, congestione agli occhi e mal di testa. L’omeopata mi ha prescritto apis 30ch e il dolore alla gola migliora, la tosse al contrario non trova alcun beneficio. Si può associare ad apis qualcosa di specifico x la tosse secca e grassa? Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Federico, se la tosse non proviene, come si dice, dalla gola, allora è possibile che Apis da solo non abbia risolto il problema, atteso che il rimedio è più specifico per il mal di gola e meno per la tosse in generale. Dobbiamo però ricordare che la tosse non è una malattia, bensì un sintomo di reazione dell’organismo in risposta alle infezioni delle vie respiratorie, ad allergie o un meccanismo di difesa per liberare le stesse da catarro, polvere, corpi estranei e sostanze nocive o irritanti. Di conseguenza non va curata la tosse, che andrebbe solo calmata quando diventa eccessiva e insostenibile, ma vanno curate le relative cause. Sarebbe perciò importante avere una diagnosi precisa, in modo che si possano mettere in atto le cure appropriate a eliminare stabilmente la causa della tosse. E’ vero che l’omeopatia guarda più al malato ed ai suoi sintomi piuttosto che alla malattia in sé, però l’individuazione della malattia consentirebbe di stabilire la corretta strategia terapeutica e di conoscere i risultati ottenibili con la cura omeopatica. Ciò premesso, l’articolo “Tosse” della sezione del sito “Affezioni-Rimedi” riporta i principali rimedi omeopatici potenzialmente indicati in caso di tosse, tra cui, così come richiede l’omeopatia con la legge dei simili, occorrerà individuare il rimedio (o i rimedi) che presenta una sintomatologia quanto più somigliante possibile, a seconda delle caratteristiche della tosse, delle sensazioni che provoca e dei sintomi concomitanti. Ad esempio tra i principali rimedi utili a trattare una tosse, grassa o secca che sia, che si manifesta soprattutto di notte troviamo Antimonium tartaricum, Arsenicum album, Belladonna, Bryonia, Carbo vegetabilis, Coccus cacti, Phosphorus, Pulsatilla, Sabadilla, Silicea, Sticta pulmonaria, Sulphur, Thuya. Ovviamente il rimedio (o i rimedi) che assomiglia di più produrrà i migliori risultati. Inoltre potrebbe essere utile associare un’attività di drenaggio che stimoli gli organi emuntori, liberi l’organismo dalle tossine e renda lo stesso più recettivo all’azione della cura omeopatica. I drenanti che vengono generalmente utilizzati sono dei rimedi gemmoterapici (o gemmoderivati, si tratta di macerati gligerici di gemme di piante con diluizione alla prima decimale hahnemanniana), che vengono scelti in base all’indicazione terapeutica. Nel caso specifico si potrebbe ricorrere, ad esempio, a gemmoterapici come Carpinus betulus M.G. D1 che ha un’azione elettiva sul rino-faringe e sulle mucose respiratorie ed ha proprietà antinfiammatorie, anticatarrali, riduce gli spasmi delle prime vie respiratorie ed è un ottimo antitosse e Ribes nigrum M.G. D1 che ha delle ottime proprietà antinfiammatorie, antistaminiche e stimolanti del sistema immunitario. Anche la fitoterapia classica potrebbe fornire il suo contributo con, ad esempio, i preparati fitoterapici dell’antica tradizione di cui all’articolo “Via raffreddore-tosse-influenza-ecc.” della sezione del sito “Rimedi della nonna”, tra i quali si citano lo sciroppo di cipolla e limone, gli impacchi di semi di lino o di crusca di frumento, il decotto di viola mammola, gli infusi di malva, maggiorana, cicoria, fichi secchi e timo. Sarebbe però opportuno che tutto quanto ciò lo stabilisse il suo medico omeopata. Cordiali saluti.
enzo dice
ho un ‘infiammazione nevralgica post erpetica dovuta da un erpes zoster ,mi è stato consigliato apis belladonna.,chi sa dirmi se potrò avere effetti benefici? grazie.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Enzo, se i dolori sono brucianti e migliorati dalle applicazioni fredde, allora Apis potrebbe essere il rimedio omeopatico indicato. Se i dolori si accompagnano a sensazione di calore e bruciore, sono pulsanti e si aggravano con il tatto, allora potrebbe essere indicato Belladonna. Qualora la sintomatologia si presenta mista, potrebbero essere associati entrambi i rimedi omeopatici, a maggior ragione considerato che sono anche sinergici.(pur se con grado di sinergia non elevato). In situazione diversa tenga presente che uno dei principali rimedi delle nevralgie è Hypericum, dove il dolore risale lungo il tragitto del nervo e peggiora con il movimento e/o con il freddo. Un altro valido rimedio delle nevralgie è Magnesia carbonica, dove però i dolori, violenti e improvvisi, che seguono il tragitto del nervo, si aggravano di notte e di solito insorgono a sinistra. Cordiali saluti.
GIORGIA dice
Buongiorno, il mio bimbo di 5 anni soffre fin dalla nascita di dermatite atopica, non grave per fortura, in questo periodo “grazie” al sudore ha un gran prurito insopportabile giorno e notte, cosa posso somministrargli per alleviarglielo un po’ ? mi consiglia anche una crema per la pelle che si secca molto ? grazie mille !
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Giorgia, per lenire e calmare il prurito sono molto validi diversi preparati fitoterapici per uso esterno, come, ad esempio, i bagni locali con un infuso che si ottiene miscelando Malva, Noce e Sambuco, nella proporzione di una parte di miscela e due parti di acqua bollente, lasciando ovviamente raffreddare il tutto. Lavaggi locali possono realizzarsi anche diluendo la tintura madre di Calendula o l’olio essenziale di Melaleuca (noto anche come Tea Tree Oil), che hanno importanti proprietà antipruriginose, lenitive, calmanti, antisettiche, antinfiammatorie, cicatrizzanti, ecc. Entrambi i preparati vanno diluiti in acqua sterilizzata, previa bollitura e le quantità che generalmente si utilizzano sono, per mezzo litro d’acqua, 30-40 gocce per la tintura madre di Calendula e 5-6 gocce di olio essenziale di Melaleuca. Possono andare bene anche gli impacchi con gli infusi di Bardana o di Tarassaco o di Echinacea o di Centella asiatica o di Consolida e di Menta piperita, oppure le spugnature con la farina di Avena. Sono altresì validi, sempre per uso esterno, l’olio di Mandorle dolci o di Borragine od anche una crema idratante a base di Avena o di Calendula per un’azione lenitiva, calmante, antipruriginosa, disarrossante. Per ridurre la secchezza della pelle è altresì importante applicare creme emollienti (le creme e gli oli citati sono di per sé emollienti), evitare bagnetti prolungati, adoperare detergenti delicati a pH fisiologico (4 o 5), bere abbastanza acqua, ecc. Sarebbe opportuno associare anche altri tipi di intervento, quali ad esempio un’alimentazione appropriata (fibre, vitamine, sali minerali), riducendo, in particolare, il consumo di dolci e di zuccheri semplici, una corretta igiene personale, l’uso di indumenti idonei (di cotone e traspiranti), l’eliminazione di jeans o pantaloni troppo stretti, non far grattare le zone interessate per non aggravare ulteriormente il problema, ecc. Senta comunque il parere del medico. Cordiali saluti.
Giuseppe dice
Buongiorno,
soffro da anni di angio-edema migrante e rapido, apparentemente scaturito da una reazione intollerante ai FANS. Da allora, si ripete spesso in relazione a cio che mangio o ad altri farmaci che assumo. Mi hanno suggerito APIS 3g al bisogno, ma vorrei chiedere un suo gentile parere in quanto nello specifico gli edemi sono spesso ai polsi, mani, gomiti, piedi. Generalmente li arresto con un antistaminico. Posso chiedere un suo parere? suggerisce di abbinare altri rimedi? esistono pomate che potrebbero essere utili? grazie in anticipo, buona serata.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Giuseppe, Apis è senz’altro un rimedio omeopatico adatto, considerato che è specificamente indicato per ogni tipo di edema, la cui sintomatologia migliora con le applicazioni fredde. Se l’angioedema è accompagnato da orticaria potrebbe essere utile rafforzarne l’azione associando Urtica urens, sempre omeopatico. Anche la fitoterapia potrebbe fornire il suo contributo con più di un preparato, come ad esempio quelli dell’antica tradizione di cui all’articolo “Spegniamo le infiammazioni” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”. Altri fitoterapici particolarmente utili potrebbero essere le applicazioni locali con il gel di Aloe vera, una pomata alla Calendula, l’olio di Menta o di Sandalo, oppure gli impacchi con infuso di Camomilla o di Biancospino o di farina di Avena e bicarbonato di sodio o di Zenzero o di Curcumina o di radice di Liquirizia ed altro. Infine sarebbe consigliabile adottare un’alimentazione sana ed equilibrata che privilegi i cibi ricchi di vitamine, in particolare le vitamine B1, B2, B3, C, E e che eviti, ovviamente, i cibi o gli additivi alimentari in grado di scatenare i sintomi. Si ricordi che la parola spetta sempre al medico. Cordiali saluti.
Gianni dice
Gentile dottoressa, le scrivo in quanto mi hanno riscontrato un’allergia alle vespidi. Dopo delle analisi del sangue e delle prove in ospedale nel reparto di allergologia, mi hanno consigliato la terapia del veleno.I miei sintomi sono stati vari dopo la puntura, ma non ho avuto un vero e proprio shock anafilattico.Momenti di tachicardia alternati a mancamenti, ipertensione, mancanza di salivazione, caldo improvviso con colpi di freddo, vertigini controllate ecc.Quello che mi ha colpito di più è lo squilibrio totale dello stomaco. Tantè che solo un moment o una tachipirina mi portano attualmente ad essere iperteso, e con vari problemi di digestione(da acidità a fame continua)insomma mi ha squilibrato tutto. Ora le cose sono molto migliorate, ma pensare di fare una cura con del veleno mi preoccupa un pò….
La mia domanda è…posso fare una cura omeopatica per essere tollerante alle punture delle vespidi? Posso chiedere in ospedale di provare questo tipo di cura?
La ringrazio anticipatamente…Cordiali saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Gianni, l’omeopatia è in grado di trattare le allergie con l’utilizzazione di rimedi costituzionali in grado di esercitare un’azione di “terreno” che gradualmente elimina quel disequilibrio sistemico, con radici sia fisiologiche che psicologiche, che provoca la reattività allergica e quindi la risposta errata e spropositata del sistema immunitario. Le cure in genere sono abbastanza articolate e vanno avanti per gradi, dove ciascun grado potrebbe richiedere un particolare adattamento terapeutico, però i risultati sono buoni e sono stabili nel tempo. Se lei perciò intende superare la sua allergia con l’omeopatia, si deve rivolgere ad un medico omeopata che sarà in grado di prescriverle una cura strettamente personale con l’individuazione dei rimedi costituzionali adatti a lei e di mettere in atto la strategia terapeutica, di cui in precedenza, per risolvere definitivamente il problema. L’ospedale potrà essere in grado di fare ciò solo se ha una sezione dedicata, perché, com’è noto, l’omeopatia non è una medicina vietata ma neanche completamente riconosciuta dal sistema sanitario nazionale, mentre i rimedi omeopatici sono riconosciuti come farmaci a tutti gli effetti, tant’è che si vendono in farmacia e quota parte della spesa è fiscalmente detraibile alla stessa stregua dei farmaci tradizionali. Però tenga presente che la somministrazione a piccole dosi controllate dell’allergene risponde proprio ad un principio omeopatico, cioè quello di somministrare a dosi bassissime la sostanza che produce i sintomi o la malattia. In questo modo, nella fattispecie, si dà la possibilità al sistema immunitario di abituarsi a considerare gli allergeni non nocivi per l’organismo. Infatti i vaccini omeopatici per le allergie, che sono tra i rimedi utilizzati dall’omeopatia moderna, sono preparati diluendo le sostanze responsabili delle allergie. Cordiali saluti.
caterina rizzo dice
Gentile dottoressa… riscrivo x comunicare che le cure fatte sull’edema corrosivo sul viso sono state lunghe … il mio omeopata ha associata la cura… facendomi fare molti bagni al mare senza mettere nessuna protezione…nello stesso tempo ho preso molto sole…giorno x giorno la mia pelle migliorava…raggiungendo buon risultati… ringrazio il mio dottore che oltre alla medicina omeopatica, mi ha suggerito con molto onestà di curarmi con l’ acqua del mare e il sole… Cordiali saluti Caterina.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Caterina, la sua testimonianza conferma ancora una volta che la Natura possiede delle formidabili capacità guaritrici sia con i rimedi che da essa derivano e sia anche direttamente con i suoi elementi. L’acqua di mare è un vero e proprio toccasana per molte affezioni della pelle grazie all’azione lenitiva, vitalizzante, tonica, cicatrizzante, antisettica, antinfiammatoria, ecc., dovuta soprattutto alla presenza di sali minerali e di oligoelementi come sodio, rame, zolfo, potassio, magnesio, ferro, zinco, bromo, calcio, iodio. Anche un’esposizione controllata al sole è in grado di esercitare un potere terapeutico per molte patologie della pelle. Il resto, come lei giustamente afferma, lo si deve alla cura omeopatica. Cordiali saluti.
David dice
La ringrazio per la celere risposta, ne approfitto per chiederle se è necessario sospendere la somministrazione di diuretici allopatici durante l’uilizzo di apis o se possono concorrere insieme ad una piu veloce guarigione. Esistono anche rimedi in crema/pomata omeopatici da applicare localmente? Inoltre se le fosse possibile indicarmi un valido e sicuramente esperto medico omeopata in Roma o nord est romano (Monterotondo, Guidonia etc.) di sua conoscenza in grado di aiutarci a superare questo momento difficile mai risolto con la medicina tradizionale nonostante i grandi sforzi sia economici che di tempo impiegati inutilmente. La ringrazio ancora anticipatamente per la sua risposta.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio David, in linea del tutto generale prima di sospendere un farmaco occorre sempre sentire il parere del medico. Nel caso specifico, comunque, Apis può convivere con il diuretico. Per le applicazioni locali potrebbe essere utile la pomata di Apis mellifica o di Ledum palustre. Infine per quanto riguarda il recapito di un medico omeopata in Roma, mi dispiace di non poterla aiutare in quanto solo un’appassionata ed una studiosa di omeopatia. Le posso però suggerire, se non ha altri riferimenti, di rivolgersi ad una farmacia di fiducia con vendita omeopatica per poter essere indirizzato verso un bravo medico omeopata, che certamente esisterà nella sua zona. Cordiali saluti.
Lory dice
Buongiorno,
a causa di una malformazione congenita soffro da anni di artrosi che, negli ultimi tempi, mi sembra anche aggravata. Apis potrebbe essere d’aiuto e si in che diluizione e quante volte al giorno è necessario assumerla?
Grazie e cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Lory, Apis è un rimedio omeopatico senz’altro indicato per i disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico e quindi anche per l’artrosi, ma è uno dei tanti, per cui, come richiede l’omeopatia, i risultati saranno tanto migliori quanto più lei ravvisa somiglianze con le caratteristiche del rimedio. Volendo fronteggiare la problematica acuta, ci si soffermerà molto sulla sintomatologia in atto ed in particolare sui sintomi locali dolorosi, sulle modalità di insorgenza, sulle circostanze di aggravamento o di miglioramento, ecc. Apis è particolarmente idoneo se le articolazioni si presentano gonfie e tese, se i dolori sono brucianti e migliorano con le applicazioni fredde. Gli altri rimedi omeopatici comunemente utilizzati nelle artrosi sono: Arnica montana, se le articolazioni sono gonfie e si ha paura di essere toccati; Belladonna, se vi è l’infiammazione ed i dolori peggiorano con il contatto e migliorano con il riposo; Bryonia, se vi è secchezza delle mucose ed essudazione delle sierose e se il dolore peggiora con il movimento e migliora con la pressione (è anche il rimedio della sinovite); Rhus toxicodendron, se il dolore peggiora con il riposo e migliora con il movimento e/o con il calore; Hypericum, se il dolore peggiora con il movimento e/o con il freddo e migliora coricandosi sul lato dolente. Molte volte Arnica montana si associa con Rhus toxicodendron e/o con Hypericum, così come Belladonna con Bryonia. Le diluizioni più consigliate sono le basse, quale ad es. la 7CH, in ragione di 3 granuli 3-4 volte al dì, alternando i rimedi in caso di associazione. Sono utili anche le applicazioni locali di pomata Arnica compositum o Artiglio del diavolo. Per un ricorso a rimedi naturali dell’antica tradizione di origine vegetale, la invito a consultare l’articolo “Stop reumatismi-nevralgie-ecc.” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”. La parola però spetta sempre al medico. Cordiali saluti.