DESCRIZIONE
Antimonium tartaricum o Tartrato di potassio e antimonio è un sale misto di potassio e antimonio dell’acido tartarico. A temperatura ambiente si presenta sottoforma di polvere bianca inodore o di cristalli incolori trasparenti che diventano opachi per efflorescenza. E’ solubile in acqua o glicerina, insolubile in etanolo. E’ detto anche “tartaro stibiato” o ancora “tartaro emetico” per la sua proprietà di causare il vomito. In passato è stato utilizzato in medicina per la cura di alcune infezioni da protozoi, ma poi abbandonato a causa dell’elevata velenosità dell’antimonio. Si tratta quindi di una sostanza molto tossica capace di causare, in caso di contatto, eruzioni cutanee pustolose e, se ingerito, nausea e vomito in quanto agisce sul nervo vago. Viene tuttora usato come mordente in tintoria e nell’industria del cuoio.
Il rimedio omeopatico Antimonium tartaricum si ottiene dalla triturazione con lattosio del tartrato di potassio e antimonio e dalle successive diluizioni/dinamizzazioni in soluzione idroalcolica. Per ulteriori informazioni sulla preparazione, consultare l’articolo “Rimedi omeopatici: origine” della sezione “Approfondimenti”.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
Antimonium tartaricum è un rimedio omeopatico che ha la sua principale sfera d’azione sull’apparato respiratorio. E’ utile per bronchiti acute e croniche, broncopolmoniti, congestioni polmonari, bronchiettasie (dilatazione di un bronco che può essere congenita o acquisita in seguito a malattia quale ad es. una bronchite cronica). E’ UN GRANDE RIMEDIO DELL’ASMA. Agisce sul nervo pneumogastrico determinando problemi al torace ed all’addome (come Antimonium crudum).
Il soggetto Antimonium tartaricum quando tossisce evidenzia una grossa raccolta di muco nei bronchi; egli si trova in uno stato di grande debolezza e prostrazione, respira con difficoltà, le vie respiratorie sono ingombrate da un muco eccessivamente viscoso e la sua debolezza è tale che non riesce ad espellerlo. Gli omeopati definiscono questa debolezza “paralisi polmonare”.
Il muco viene eliminato dal soggetto quasi esclusivamente con il vomito. I problemi addominali sono rappresentati da nausea, vomito, diarrea, disgusto per il cibo, lingua bianco-latte con bordi rossi e papille rosse ben visibili. Il vomito è dovuto, come già detto, all’azione dell’antimonio.
Il rimedio è adatto a soggetti idrogenoidi (che tendono a trattenere liquidi) di costituzione flemmatica, di aspetto malaticcio, il cui volto è pallido e ricoperto di sudore freddo, le cui labbra sono spesso cianotiche. Il naso è affilato, le narici sono dilatate e palpitanti, gli occhi sono cerchiati. Il soggetto è sonnolento e tremolante (ha tremore della mascella, della testa, delle mani come nel morbo di Parkinson), è irritabile, inquieto, apprensivo, agitato, smarrito, non vuole che ci si occupi degli affari suoi, non vuole essere seccato. I bambini che necessitano del rimedio amano essere presi in braccio, ma piangono se qualcuno li tocca.
La debolezza muscolare di Antimonium tartaricum riguarda un po’ tutti i muscoli e si manifesta, come detto poc’anzi, con la difficoltà di espettorazione e, nei casi più gravi, con la difficoltà ad alzarsi o a sedersi ed a sollevare la testa quando si è supini. E’ per questo motivo che il soggetto spesso si rifiuta di bere pur avendo secchezza alla bocca ed alla lingua, diversamente beve acqua fredda o bevande acidule a piccoli sorsi. L’atto del bere comunque gli procura il vomito. Spesso dopo aver vomitato si stende sfinito sul letto.
Molti sintomi peggiorano quando il soggetto prende caldo o è troppo coperto (tuttavia il rimedio non ha la stessa sensibilità al caldo ed al sole come Antimonium crudum), in un ambiente riscaldato, nel letto, con il cambiamento del tempo in primavera, di notte. Altresì ogni abbassamento di temperatura aggrava il soggetto poiché provoca uno stato di raffreddamento ed il riacutizzarsi dei dolori reumatici e muscolari, soprattutto se è un anziano. Anche il movimento lo aggrava poiché aumenta la sensazione di caldo e la sudorazione, nonché peggiora la sua debolezza muscolare.
Lo stato generale migliora con il fresco, all’aria aperta, in posizione seduta o supina, con il decubito laterale dx.
Una caratteristica particolare del soggetto Antimonium tartaricum è che egli si corica con la testa all’indietro.
Tra gli antidoti di Antimonium tartaricum troviamo: Asa fetida, China, Cocculus, Conium, per le pustole; Ipeca, Opium, Pulsatilla, Sepia, per i sintomi da avvelenamento (Opium in grosse quantità è il miglior antidoto per l’avvelenamento).
USO DEL RIMEDIO
Antimonium tartaricum si usa nei seguenti principali casi, quando i sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio.
1) APP. RESPIRATORIO:
• Per tutte le malattie respiratorie quando è presente respirazione difficile (dispnea) con rantolo e tosse, senso di soffocamento e notevole accumulo di muco con difficoltà di espettorazione, tipiche dell’asma. Il muco, eccessivamente viscoso, viene prevalentemente eliminato con il vomito. Le narici sono molto dilatate. La tosse è soffocante, aggravata dal caldo, da bibite calde, dal tepore del letto, peggiora in posizione supina ed alle 4 del mattino. Il rimedio è molto usato nelle situazioni di difficoltà respiratorie dovute alle allergie stagionali.
• Nei casi di pertosse dei bambini. I bambini tossiscono soprattutto dopo essersi arrabbiati e dopo aver pianto; in seguito alla tosse sudano alla testa, specie alla fronte e vomitano muco.
• Nei casi in cui a seguito di tempo freddo-umido, di piogge autunnali o primaverili, di tempo coperto, ci si raffredda ripetutamente e si hanno frequenti crisi di bronchite. L’insorgere dello stato di raffreddamento acuto non è mai violento. Tale stato corrisponde spesso alle bronchiti nei bambini.
• Nei casi in cui sia gli adulti che gli anziani manifestano da lungo tempo, in ogni inverno, un catarro di petto con respiro stertoroso (cioè con rantolo, con il russare) che riempie tutto il petto e con difficoltà di respirazione.
• Nei casi di anziani con bronchite cronica, in grado di camminare (non infermi) ma molto deboli, con articolazioni gonfie e dolenti, nei quali ogni abbassamento della temperatura provoca disturbi toracici ed un peggioramento dei loro problemi reumatici.
2) APP. GASTROENTERICO: gastralgie con nausea, vomito, disgusto per il cibo, feci liquide, sudore freddo, prostrazione e sonnolenza dopo il vomito. Si prova avversione per il latte, che provoca il vomito, nonché desiderio di cibi e bevande acidule. Il vomito, dovuto alla tosse, è fatto di muco bianco, denso e viscoso, ma può presentare anche alcune striature di sangue a causa dell’enorme sforzo effettuato per vomitare. La lingua presenta una patina color bianco-latte con bordi rossi e papille visibili rosse. I sintomi gastrici sono meno accentuati che in Antimonium crudum e sono sempre collegati ai sintomi toracici.
3) PELLE: eruzioni pustolose, acneiche, dolorose. Le pustole (piccole protuberanze contenenti pus) si riempiono di liquido e finiscono per rompersi, formando quindi le croste che lasciano una cicatrice. Tali eruzioni sono simili alle pustole del vaiolo ed a quelle che possono comparire dopo la somministrazione di un vaccino. Il rimedio è usato in entrambi i casi, vaiolo e vaccino, tanto più che esso presenta analogia anche con la rachialgia (dolore del rachide, ossia della colonna vertebrale), la nausea, il vomito e la diarrea del vaiolo. E’ usato nei casi di acne.
DOSI
◊ In tutti i casi, diluizione 5CH, 5 granuli o 15 – 20 gocce, 3 volte al dì.
◊ In particolare nel caso 1) Antimonium tartaricum è spesso associato ad altri rimedi omeopatici sulla base della sintomatologia presente, quali ad es. Ipeca, che è un rimedio emorragico, se c’è sanguinamento dal naso o dalla bocca e se c’è febbre intermittente; Sambucus nigra se c’è sudorazione di giorno e gonfiore soprattutto a gambe e caviglie; Euphrasia se c’è lacrimazione acre ed escoriante; Allium cepa se c’è lacrimazione dolce non escoriante. Altri associazioni utili sono con Bryonia e Drosera. In tali casi il ciclo di somministrazione diventa il seguente:
• nei casi acuti gravi, diluizione 5CH, 2 granuli ogni 10 min di un solo rimedio per volta, facendo ruotare Antimonium tartaricum con gli altri rimedi associati, fino a miglioramento per poi allungare gradualmente i tempi di assunzione;
• nei casi sub-acuti, diluizione 5CH, adulti: 3 granuli ogni 3 ore oppure 10 – 15 gocce 3 – 6 volte al dì, con la rotazione di cui sopra; bambini: 2 – 7 gocce 3 – 6 volte al dì, con l’eventuale rotazione.
(*) V. Note esplicative
Maria Cristina dice
Gentile dott.ssa,chiedo consiglio,e non si scandalizzi,per una mia gatta di 17 anni che soffre di asma e che in questi giorni ha contratto una forma catastale con tosse e di apnea. Posso somministrarle l’Antimonium tartaricum.Se sì in quali dosi in granuli o in gocce?Pesa 4,200 kg.
La ringrazio anticipatamente se vorrà darmi un parere.
M.Cristina
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Maria Cristina, non mi scandalizzo affatto, però deve comprendere che l’Omeopatia applicata agli animali richiede tecniche, strategie e pratiche terapeutiche completamente differenti da quelle per l’uso umano, con riflessi sulla scelta dei rimedi omeopatici, sulle diluizioni, sulle posologie, sui tempi di cura, ecc. Gli animali hanno anatomia, fisiologia e patologia generale diverse dalla specie umana e ciò indispensabilmente richiede un approccio terapeutico differente. Di tanto si occupa l’Omeopatia Veterinaria. Sarebbe pertanto opportuno porre la domanda a un sito veterinario che tratta l’Omeopatia o direttamente a un veterinario omeopata. Ciò che posso dirle, che ovviamente riguarda l’essere umano, è che generalmente Antimonium tartaricum viene prescritto alle basse diluizioni (ad es. quelle fino a 7CH) per ricoprire la gamma delle sindromi polmonari e favorire l’espettorazione, in ragione di 3 granuli o 10-15 gocce pro-dose più volte al dì (ad es. 3-4 volte), lontano dai pasti, indipendentemente dal peso corporeo. Cordiali saluti.
Elisa dice
Buongiorno soffro di asma da allergia agli animali domestici. Antimonium tartaricum 5 ch potrebbe alleviare un po’ la sintomatologia?
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Elisa, intanto la invito a consultare, se non l’avesse già fatto, l’articolo “Asma” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Se lei si riconosce nelle caratteristiche e nella sintomatologia di Antimonium tartaricum, come si può rilevare dal presente articolo o dalla sintesi riportata nell’articolo appena citato, allora il rimedio omeopatico può essere di aiuto, altrimenti occorrerà individuarne un altro maggiormente somigliante. Ciò, com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia pone le basi del suo principio terapeutico. Tenga comunque presente che stiamo parlando di rimedi sintomatici, in grado cioè di fronteggiare la fase acuta della manifestazione, mentre l’asma bronchiale, in quanto espressione di un “terreno” allergico, richiede anche un trattamento omeopatico di fondo con i rimedi della propria costituzione e diatesi, al fine di superare definitivamente il disturbo o, in subordine, di ottenere dei buoni risultati duraturi. Risulta pertanto opportuno il ricorso al medico omeopata, che con la visita sarà in grado di prescrivere tutto quanto è necessario al suo caso specifico. Cordiali saluti.
Fabio dice
Egregia Dottoressa, volevo il suo parere sul fatto che antimonium tartaricum preso alle alle alte diluizioni (15 – 30 ch) aiuta a far riassorbire le secrezioni catarrali; mentre alle basse diluzioni (5 – 7 ch) aiuta nell’espettorazione. Per cui in soggetti anziani astenici con difficoltà di escrezione sono da preferire le alte diluizioni mentre per i soggetti con più vigore saranno preferite le basse diluizioni.
Ancora una domanda, in omeopatia dopo un mese o due di assunzione di un rimedio alla 30 ch di solito viene prescritta la diluizione LM per evitare il rischio di assuefazione e/o aggravamento omeopatico. E’ ragionevole dopo un certo lasso di tempo ritornare alla 30 ch sempre per far si che il fisico non si abitui o non tolleri più il rimedio? Avrebbe senso tale procedura? La ringrazio
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Fabio, in genere Antimonium tartaricum, che, ricordiamolo, è un rimedio omeopatico principalmente polmonare, viene prescritto alle basse diluizioni (ad es. 4 o 5 o 7CH) per ricoprire la gamma delle sindromi polmonari, in particolare per diminuire o eliminare le congestioni polmonari, favorendo l’espettorazione. Viene invece prescritto alle diluizioni medie o medio-alte (ad es. 12 o 15 o 30CH) per stimolare le reazioni vitali in caso di prostrazione ed astenia, che possono integrarsi nella sindrome respiratoria, con l’obiettivo di risvegliare le risposte immunitarie. Per quanto riguarda la seconda domanda, la questione sta nei termini seguenti. Le diluizioni centesimali CH hanno un’azione terapeutica forte e decisa e perciò generalmente vengono prescritte a pazienti normalmente reattivi. Le diluizioni cinquantamillesimali LM, grazie alla maggiore dispersione, hanno un’azione terapeutica più dolce e modulata, pur rimanendo energica, permettendo di scongiurare o limitare sia l’aggravamento omeopatico che quello iatrogeno, per cui vengono generalmente prescritte a pazienti deboli o piuttosto sensibili, ma non certamente per evitare problemi di assuefazione. Fermo restando ciò, a giudizio del medico omeopata, in un trattamento omeopatico le diluizioni LM possono seguire le diluizioni CH come cura dolce di consolidamento e mantenimento. Una terapia del genere può essere ripetuta a distanza di tempo, qualora risulti ancora necessaria e valida. Cordiali saluti.
fabio dice
Gentile Dottoressa, quindi mi pare di capire che lei è scettica sul fatto che un rimedio omeopatico col tempo, e usato sempre alla stessa diluizione, possa generare assuefazione? Cordialmente
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Fabio, i rimedi omeopatici non possono determinare alcuna assuefazione, proprio perché non hanno nulla di chimico, ma, com’è noto, essi veicolano una bio-informazione, una sollecitazione energetica, esattamente quella che serve ai sistemi di difesa e di regolazione generale dell’organismo per stimolare la capacità propria di guarigione. Pertanto le cure omeopatiche possono proseguire finché comportano benefici e finché esistono dei margini di miglioramenti, senza porsi dei limiti temporali particolarmente stringenti e logicamente si smettono alla guarigione o al raggiungimento di un risultato soddisfacente e stabile. Poiché, come detto, è sempre l’organismo a “lavorare” ai fini della guarigione ed il farmaco omeopatico funge solo da stimolo, non ci si deve preoccupare se i tempi di cura dovessero dilatarsi oltre il prevedibile, in quanto ciò sta a significare che l’organismo ha bisogno ancora di tempo per raggiungere l’equilibrio necessario allo stato di salute, condizione questa che consente di poter fare a meno dell’uso del rimedio. Per quanto riguarda la diluizione, è utile precisare che in linea di principio il ricorso ad una diluizione diversa (generalmente superiore) si giustifica quando, dopo un certo periodo di sollievo dei sintomi, il paziente torna a soffrire di nuovo, sebbene in maniera più blanda, oppure, dopo un iniziale miglioramento, entra in una fase di stallo in cui, benché attenuati, persistono gli stessi sintomi che hanno indotto la prima prescrizione. Solo quando, al variare della diluizione, non si registra alcun miglioramento, allora sarà necessario passare ad un rimedio omeopatico diverso, scelto comunque sul massimo grado di similitudine, riconsiderando quindi il confronto tra il quadro clinico del paziente ed il quadro patogenetico del rimedio, sia a livello fisico che psichico. Se anche ciò non dovesse produrre risultati positivi e la scelta dei rimedi è stata comunque oculata, realisticamente vorrà dire che il paziente non è curabile con l’Omeopatia. Cordiali saluti.
Eleonora dice
Gentile Dott.ssa,
sono mamma di un bimbo di 18 mesi, che da quando frequenta l’asilo nido (da settembre 2017) continua ad ammalarsi (6 volte), mentre prima non ha mai preso neanche un raffreddore. Premetto che l’ho allattato in modo esclusivo fino a 6 mesi e che tutt’ora lo allatto quando me lo chiede (spesso).
Quindi da quando va all’asilo si è sempre ammalato dapprima con raffreddore, sfociato poi in tosse e febbre. Una sola volta ho dovuto dargli l’antibiotico, per il resto ho usato actituss, viburcol, aerosol e lavaggi nasali.
Vengo al dunque, ora ha raffreddore e tosse grassa che probabilmente gli irrita la gola, perché dopo aver tossito si lamenta, in questo momento ha 37,6. Oltre a fare i lavaggi, cosa posso dargli per il muco, la tosse, la gola? Posso utilizzare le supposte viburcol oppure mi consiglia di dargli Antimonium tartaricum 9CH. Quando ho utilizzato Viburcol per i denti ha funzionato immediatamente, ma con l’influenza non so la posologia giornaliera. E poi magari è più indicato l’Antimonium tartaricum.
Oppure se mi sa dire un altro rimedio omeopatico che si può dare in questi casi e che sia indicato per i sintomi che le ho descritto.
La ringrazio infinitamente per la Sua gentilezza nel rispondermi.
Cordiali saluti
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Eleonora, le affezioni delle vie respiratorie, in assenza di condizioni patologiche specifiche, sono abbastanza ricorrenti in età pediatrica, dove il sistema immunitario non è ancora completamente maturo e quindi sufficientemente forte da poter respingere tutti gli attacchi degli agenti patogeni esterni, particolarmente presenti negli ambienti frequentati da bambini. Con la crescita, rafforzandosi i meccanismi di difesa, i problemi tendono a regredire fino a scomparire completamente. La migliore prevenzione da mettere in atto è perciò aiutare il sistema immunitario ad aumentare le proprie difese e ciò lo si può fare in modo assolutamente naturale a cominciare dall’alimentazione, che, compatibilmente con l’età del suo bimbo, deve essere sana ed equilibrata, orientata anche ad abbassare l’infiammazione e contenere lo stress ossidativo, riducendo quindi il consumo degli zuccheri semplici e dei grassi saturi (grassi idrogenati in particolare) e privilegiando i cibi ricchi di vitamine (in particolare A/betacarotene, gruppo B, C, D, E), minerali (in particolare calcio, magnesio, zinco), acidi grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6 non ossidati dal calore), cereali integrali, prebiotici e probiotici. Viburcol, come le sarà noto, non è un rimedio dell’Omeopatia classica, quella vera e propria, quella propriamente detta, bensì è un rimedio complesso dell’Omotossicologia, che pur avendo diversi punti di contatto con l’Omeopatia, alla quale si ispira, adotta principi, orientamenti terapeutici, rimedi e criteri di scelta degli stessi completamente differenti. In particolare, il complesso Viburcol è un composto semplice, costituito cioè da un mix di rimedi omeopatici in basse diluizioni decimali (Chamomilla D1, Belladonna D2, Dulcamara D4, Plantago D3, Pulsatilla D2, Calcarea carbonica D8)) e sarebbe indicato per lattanti e bambini nei casi di agitazione ed irrequietezza con o senza febbre e nel trattamento sintomatico delle infezioni banali. Antimonium tartaricum è un rimedio omeopatico unitario dell’Omeopatia classica, che risulta specializzato per le problematiche delle vie respiratorie e diventa il rimedio di prima scelta se la tosse è molto grassa o rantolante. Altri rimedi omeopatici che potrebbero essere presi in considerazione sono Ipeca (tosse grassa accompagnata da nausea e talora vomito di catarro) o Pulsatilla (tosse grassa di giorno e secca di notte) o Ferrum phosphoricum (tosse grassa dolorosa, scarsa espettorazione, febbre mai elevata). Dia un’occhiata all’articolo “Tosse” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, per visionare le sintomatologie di copertura dei principali rimedi omeopatici. Le consiglio comunque di non fare da sola, ma di rivolgersi ad un medico omeopata, che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al caso specifico del suo bimbo. Cordiali saluti.
Loredana dice
Gentile dottoressa, mio figlio 2 anni soffre di forte e continua produzione di catarro che sfocia in otite .lo curo con ottimi risultati con ferrum phpsphoricum 5 ch..avendo tosse e bronchite con episodi asmatici vorrei sapere se posso alternare il ferrum con antimonium tartaricum 5 ch per curare entrambi. Grazie per i preziosi consigli.cordiali saluti.Loredana
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Loredana, Ferrum phosporicum e Antimonium tartaricum non sono rimedi omeopatici tra loro incompatibili, per cui possono coesistere. A conferma della eventuale bontà della scelta, consulti gli articoli “Raffreddore e Rinite allergica” e “Tosse” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Però sull’opportunità d’uso di rimedi, sulle diluizioni e sulle posologie, è necessario che si esprima un medico omeopata, previa visita. Cordiali saluti.
Agnese dice
Buongiorno,ho antimonium 9ch anziché 5,solitamente il 5 lo do al mio bimbo di 4 anno contro la tosse grassa(5 granuli ogni 3h quando è in fase acuta)mi chiedevo che posologia, e se è adatto,quello 9 ch
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Agnese, è bene ricordare che in Omeopatia ogni entità terapeutica (rimedio, diluizione, posologia, durata della cura, ecc.) è individuale, non generalizzabile, in quanto legata a quella serie di fattori e di peculiarità che rendono il paziente unico rispetto a tutti gli altri affetti dalla stessa patologia o dallo stesso disturbo. La diluizione e la posologia, in particolare, vanno scelte in base alla reattività e sensibilità del singolo organismo allo stimolo del rimedio omeopatico, all’entità e profondità della patologia o del disturbo, al livello d’azione terapeutica necessario, nonché al grado di somiglianza rimedio-paziente. In genere le basse diluizioni (quelle fino a 7CH) sono maggiormente indicate quando occorre fronteggiare uno stato acuto, in quanto hanno un’azione terapeutica più rapida ma più breve e quindi vanno somministrate più spesso nell’arco della giornata. Le medie diluizioni (quelle superiori a 7 fino a 15CH) sono maggiormente indicate negli stati sub-acuti, ma rispondono bene anche negli stati acuti, solo che hanno un effetto un po’ più lento ma più duraturo rispetto alle precedenti e quindi vanno somministrate meno spesso nell’arco della giornata. Fermo restando tali precisazioni, una medio-bassa diluizione come la 9CH solitamente viene somministrata in ragione di pochi granuli pro-dose (3 granuli possono essere sufficienti), più volte al dì (ad es. 3 volte al dì), lontano dai pasti. Ovviamente la prescrizione appropriata al caso specifico del suo bimbo la può garantire solo un medico omeopata con la visita. Cordiali saluti.
Gianni dice
Buonasera dr.ssa Della Volpe, ogni tanto approfitto della sua gratuita consulenza. Vorrei meglio pianificare l’assunzione giornaliera e settimanale dei rimedi omeopatici che mi sono indispensabili per ridurre ed eliminare i miei acciacchi ( ho fatto molte prove).
Ho 72 anni, da 4 anni assumo omeopatia in granuli, ho avuto e ho dei buoni risultati se li assumo con costanza, non si tratta di effetto placebo come tanti, anche medici,sostengono.
I Rimedi sono: Antimonium Tartaricum per formazione di catarro laringeo e migliorare la respirazione, mi serve anche come sedativo del sistema nervoso.
Arsenicum Album per dolori in direzione del cuore e aritmie cardiache (cronici);
Phosphoricum Acidum per debolezza generale ( mi da vitalità), per dolori lato destro (Ho fatto ecografia), il fegato era ingrossato ed è ritornato nella normalità.
Rhus Toxicodendron per dolori ai nervi e ai muscoli degli arti superiori e inferiori con sciatalgia, insonnia.
Credo che questi rimedi che alterno durante la giornata siano compatibili tra loro. Ho provato a fare dei composti esempio( 3 granuli di Acidum P. e 3 granuli di Arsenicum A.)
Sto cercando di eliminarne possibilmente qualcuno.
Domanda: Secondo lei dr.ssa, tra questi rimedi quali sono più simili tra loro?
Grazie.
Cordialmente.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Gianni, i rimedi omeopatici non sono mai completamente simili tra di loro, perché anche se hanno indicazioni cliniche simili, posseggono comunque patogenesi diverse (leggi l’insieme dei sintomi, dei modi e dei processi fisiopatologici rappresentativi dell’instaurarsi e dello svilupparsi di una malattia o di una disfunzione o di un disturbo, che il rimedio è in grado di curare) e quindi interpretano sintomatologie, fisiche e psichiche, comunque diverse. Pertanto se lei trova giovamento con tutti i rimedi omeopatici in parola, significa che essi riescono a coprire l’intero quadro clinico o buona parte di esso e quindi non è mai opportuno procedere ad eliminarne qualcuno, onde non turbare un equilibrio che si è creato. In tali casi infatti la complementarietà e la convergenza d’azione dei rimedi consente di controllare tutti i disturbi e di ottenere dei risultati soddisfacenti e stabili. Non si preoccupi che in Omeopatia non esiste il sovradosaggio, in quanto il meccanismo di azione non è chimico. Ovviamente una prescrizione a maggiore misura la può garantire solo un medico omeopata con la visita. Cordiali saluti.
Giuliana dice
Buongiorno, mia mamma 96enne ha una tosse molto grassa ma nn riesce ad espettorare poichè affetta da demenza senile. L’hanno visitata due medici che le hanno prescritto solo fluimucil. Io a mio figlio davo antimonium tartaricum 9 che e bronchi plantago comp. alternati tra loro 5 o 10 granuli 3 volte al giorno. Posso fare così anche con la mamma? Grazie
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Giuliana, com’è noto, in Omeopatia ogni entità terapeutica (rimedio, diluizione, posologia, durata della cura, ecc.) è molto personale, non generalizzabile, in quanto legata ad una serie di fattori e di peculiarità individuali che rendono il paziente unico rispetto a tutti gli altri affetti dalla stessa patologia o dallo stesso disturbo. Come rilevabile dal presente articolo, Antimonium tartaricum è un rimedio omeopatico particolarmente indicato per le espettorazioni difficili ed ostinate. La stessa funzione nei confronti dei bronchi potrebbe svolgere Plantago comp. Il consiglio comunque è di rivolgersi ad un medico omeopata che con la visita sarà in grado di prescrivere la terapia appropriata al caso specifico di sua madre. Cordiali saluti.
Michela dice
Salve, I miei bimbi di 3 anni e mezzo e 5 da gennaio hanno spesso ricadute di bronchite e hanno fatto spesso uso di broncovaleas e bentelan, adesso hanno molta tosse soprattutto al risveglio e sudano molto di giorno ,io gli sto dando antimonium tartaricum 5ch 3 granuli 3 volte al di con anche kalium bicromicum 5 ch e due giorni fa gli ho dato anche un tubo dose globuli di antimonium tartaricum 30 ch, al grande gli ho però iniziato anche aerosol con clenil visto che ha davvero tanta tosse. Va bene aver associato medicina con omeopatia o sarebbe meglio di no? Dopo quanti giorni posso tornare a dare un tubo dose globuli di antimonium tartaricum 30 ch? Grazie infinite x la sua disponibilità!
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Michela, il concetto è che i rimedi omeopatici ed i farmaci o altri prodotti terapeutici con principio terapeutico differente possono essere incompatibili quando in particolare servono a curare la stessa patologia o lo stesso disturbo, per cui in tal caso andrebbe evitato il loro utilizzo contemporaneo. Questo perché i rimedi omeopatici preferiscono operare in un organismo quanto più possibile privo di “rumore di fondo”, senza subire eventuali interferenze specifiche, onde veicolare correttamente la bio-informazione in essi contenuta e farla giungere integra ai sistemi di difesa e di regolazione generale dell’organismo stesso. Nell’uso congiunto sono i farmaci tradizionali a poter inficiare l’efficacia dei rimedi omeopatici, invece i rimedi omeopatici non interferiscono mai con i farmaci tradizionali. Ovviamente si tratta solo di possibilità, legate a diversi fattori quali la tipologia del farmaco, la sua durata di copertura terapeutica, la distanza di assunzione dal rimedio omeopatico, la forma farmaceutica, ecc. Per quanto riguarda la ripetizione di una 30CH, com’è noto, in Omeopatia ogni entità terapeutica (rimedio, diluizione, posologia, durata della cura, ecc.) è molto personale, non sempre generalizzabile. Quello che si può dire, in modo del tutto impersonale, è che la 30CH ha una copertura terapeutica di un paio di settimane circa, per cui una sua nuova assunzione dovrebbe avvenire a non meno di una settimana circa dalla precedente. Ciò, ripeto, a meno di casi specifici legati alla situazione individuale del paziente e quindi secondo prescrizione medica. Cordiali saluti.
Diana dice
Gentile dott.ssa, volevo gentilmente chiederle se il rimedio Antimonium tartaricum si può assumere mentre si stà facendo la chemioterapia. Grazie di cuore.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Diana, il concetto è che i rimedi omeopatici ed i farmaci o prodotti terapeutici con principio terapeutico differente possono essere incompatibili quando in particolare servono a curare la stessa patologia o lo stesso disturbo, per cui in tal caso andrebbe evitato il loro utilizzo contemporaneo. Nell’uso congiunto però sono i farmaci tradizionali a poter inficiare l’efficacia dei rimedi omeopatici, qualora, ripeto, servissero a curare la stessa malattia. Invece i rimedi omeopatici non interferiscono mai con i farmaci tradizionali. Per il caso specifico comunque è sempre meglio acquisire un parere medico. Cordiali saluti.