DESCRIZIONE
E’ un rimedio omeopatico ottenuto dalla Tintura Madre di ACTAEA RACEMOSA, che è una pianta erbacea perenne rizomatosa dell’America Settentrionale, appartenente alla famiglia delle Ranuncolaceae. Il rimedio è noto anche con il nome Cimicifuga.
CARATTERISTICHE DEL RIMEDIO
E’ un rimedio prevalentemente femminile. Ad alte dosi è un veleno che colpisce il sistema nervoso provocando cefalee, nevralgie, vertigini, vampate di calore e viso pallido, ronzii alle orecchie, nausea al mattino e vomito, disturbi agli occhi; inoltre il veleno stimola i muscoli causando crampi e contrazioni, scosse simili a quelle elettriche, indolenzimento e sensazione di torpore agli arti, sia quando si è in movimento che quando si è fermi, dolori alla nuca e alla schiena.
Il soggetto Actaea è isterico, insofferente, con muscoli contratti, non riesce a trovare una posizione comoda a causa degli spasmi e dei dolori. I suoi dolori cambiano sede continuamente ed anche l’umore è variabile: loquacità, esuberanza e allegria si alternano a mutismo, scoraggiamento e abbattimento. Questo squilibrio mentale, come del resto tutti i sintomi che caratterizzano il rimedio, peggiora la notte (il sonno è agitato e disturbato), con il freddo (tra l’altro sente molto freddo e si copre con abiti pesanti per sentirsi ben coperto), con il sopraggiungere del ciclo mestruale (tra l’altro più il flusso è abbondante, più intensi sono i dolori e le sofferenze).
Stato fisico e stato psichico si alternano: ad es. lo stato psichico migliora con il comparire della cefalea o di una nevralgia o di un dolore.
Il rimedio ha un’azione di normalizzazione dell’EQUILIBRIO ORMONALE; possiede proprietà ANTIREUMATICHE, ANTITUSSIVE (riduce i colpi di tosse), SEDATIVE, EMMENAGOGHE (regola le mestruazioni rare o scarse ed eventuali disturbi connessi); aiuta nei casi di OSTEOPOROSI poiché favorisce la permanenza del calcio nelle cellule ossee.
I suoi effetti non sono immediati ma si vedono dopo un certo tempo dall’inizio della cura.
In estrema sintesi, al rimedio si può attribuire l’etichetta: Actaea è la donna isterica.
USO DEL RIMEDIO
Si usa nei seguenti principali casi, quando i relativi sintomi corrispondono e si associano alle caratteristiche del rimedio:
1) OSTEOPOROSI, è un grande rimedio per la prevenzione e la cura dell’osteoporosi.
2) MENOPAUSA, è altresì un grande rimedio per i problemi di menopausa.
3) DISMENORREA, cioè per ciclo mestruale irregolare.
4) DENTIZIONE dolorosa dei bambini.
5) CEFALEE durante le mestruazioni o il climaterio, con sensazione di stordimento e frastornamento, cioè come se la testa fosse avvolta in una nube, con pressione alla sommità del capo come un grosso peso sulla testa e sensazione di testa che sta per scoppiare. Le cefalee partono dalla regione occipitale e si irradiano agli occhi provocando CEFALEE OCULARI, sensibilità alla luce e si aggravano con il movimento sia degli occhi che della testa.
6) ORECCHIO: tintinnii, ronzii, sensibilità ai rumori.
7) TOSSE e DISPNEA (difficoltà di respirazione con sensazione di “fame d’aria”) nervose.
8) TORCICOLLO, SCIATICA, LOMBAGGINE, DOLORI REUMATICI, DOLORI ALLA NUCA E ALLA SCHIENA dovuti alla postura: è il caso dei sarti, musicisti, segretarie, di coloro che lavorano al computer, ecc. I dolori somigliano a scosse elettriche.
9) CRAMPI ai polpacci, ai muscoli interni della coscia ed ai muscoli in genere.
10) MESTRUAZIONI DOLOROSE con dolori che si irradiano alla schiena.
11) PARTO: facilita il parto, abbrevia i tempi del travaglio.
12) OGNI GENERE DI MALESSERE: Actaea guarisce ogni genere di malessere che colpisce donne nervose, emotive, instabili, che soffrono di dolori reumatici, che non possono restare ferme, che sono freddolose, che hanno crampi e dolori simili a scosse, con sintomi che cambiano sede.
DOSI
□ Nel caso 1) la dose consigliata è di 20 gocce, 3 volte al dì lontano dai pasti, di Tintura Madre.
□ Nel caso 2) la dose è di 20 gocce, 3 volte al dì 1 h prima dei pasti, diluizione 3D.
□ Nel caso 3) la dose è di 3 granuli o 10 gocce, 3 volte al dì, diluizione 5CH.
□ Nel caso 4) la dose è di 1 – 2 granuli, 3 volte al dì, diluizione 6CH.
□ Nei casi 5), 6), 7), 8) e 9), la dose è di 3 granuli o 10 gocce, 3 volte al dì, diluizione 6CH.
□ Nel caso 11) secondo specifica prescrizione del medico omeopata.
□ Nei casi 10) e 12) la dose è di 3 granuli o 5 – 10 gocce, ogni 3 h, diluizione 5CH.
(*) V. Note esplicative
Alice dice
Gentilissima dottoressa
se ho capito bene posso prendere nella stessa giornata arnica e caulophyllum ma non contemporaneamente,
sarebbe meglio nella stessa giornata che a giorni alterni?
Con quanta distanza di ore tra uno e l’altro?
Sono felicissima di vedere che mi risponde in brevi tempi, la ringrazio tantissimo
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Alice, le informazioni generali e pertanto non personalizzate credo di avergliele già fornite. Provo comunque a ripetere il concetto: quando occorre intervenire a livello sintomatico con le basse diluizioni il protocollo terapeutico che viene preferibilmente adottato è di alternare i rimedi nell’arco della giornata, in somministrazioni quindi separate, alle distanze dettate dalle posologie prescritte per ciascun rimedio. Cordiali saluti.
Alice dice
Gentile Dottoressa
Sono alla 37 settimana e dovrei prendere arnica 5ch e caulophyllum 5ch
la mia domanda è
1. insieme i granuli sotto la lingua 3 di ogni uno al mattino a stomaco vuoto e alla sera prima di dormire (6ggranuli insieme)
2. Prima tre granuli di un tipo, e dopo mezz’ora tre granuli del’altro sempre al mattino e alla sera ma a distanza di mezzo’ora o un ora
3. A Gorni alterni, un giorno tre granuli arnica mattino e sera e l’altro giorno tre granuli di caulophyllum
4. Mattina tre granuli di arnica e sera te granuli di caulophyllum
Grazie mille
queste sarebbero le 4 alternative che ho, mi trovo lontano dal centro per chiedere in farmacia o a un omeopata esperto, mi potete dare una mano?
Vi ringrazio in anticipo Dottoressa
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Alice, i modi di prescrivere le associazioni di più rimedi omeopatici sono diversi, in dipendenza delle caratteristiche dei rimedi e della formazione del medico omeopata. Ad esempio i rimedi tra loro sinergici, quelli cioè che posseggono una convergenza d’azione, possono essere assunti contemporaneamente o separatamente. Invece i rimedi tra loro complementari, dove l’uno rafforza, prolunga e completa l’azione dell’altro che lo precede, vanno assunti separatamente e nella giusta successione. I rimedi non sinergici e non complementari, come ad es. Arnica e Caulophyllum, si preferisce assumerli separatamente allo scopo di mantenere distinte la azioni terapeutiche e quando si adoperano le basse diluizioni, che sono a carattere prevalentemente sintomatico, si preferisce alternarli nel corso della giornata con le dosi prescritte, per dare maggiore continuità e uniformità all’azione terapeutica di entrambi i rimedi. In tale discorso, come accennato all’inizio, si inserisce la formazione del medico omeopata, se essa cioè è ispirata alla Scuola Medica Omeopatica Pluralista od a quella Complessista. Nel primo caso si prescrivono i rimedi in somministrazioni rigorosamente separate, nel secondo caso si prescrivono solo rimedi sinergici in somministrazioni contemporanee. Cordiali saluti.
Mirta dice
Gentile Dottoressa,
Sono anche io alla 35ma settimana di gravidanza e un libro di omeopatia abbastanza antico mi consiglia di usare Actaea Racemosa 30ch durante il travaglio, vorrei un consiglio da lei sulla posologia. Ora sto usando Apermus per la dilatazione e poi mi hanno consigliato Arnica Montana 30ch che vedo che anche lei menziona in un commento sovrastante. Mi può delucidare bene sulle funzioni di queste tre e quando e in che posologia dovrei prenderle? La ringrazio Cordialmente Mirta
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Mirta, su Actaea racemosa e Arnica montana, rimedi omeopatici unitari dell’omeopatia classica, già abbiamo detto nella risposta al commento precedente, come da lei rilevato ed in maniera più approfondita negli articoli omonimi. Apermus non è un rimedio dell’omeopatia classica, bensì è un antiomotossico, ossia è un rimedio dell’omotossicologia, che pur avendo diversi punti di contatto con l’omeopatia, alla quale si ispira, ha però degli orientamenti terapeutici e dei criteri di scelta dei rimedi completamente differenti. In particolare è un rimedio complesso, più precisamente è un composto semplice, costituito cioè da un mix selezionato di rimedi omeopatici sinergici a diluizioni decimali, che comprende Pulsatilla, Caulophyllum e Actaea racemosa (Cimicifuga). Sarebbe indicato per la preparazione al parto nell’ultimo periodo di gestazione e per l’agevolazione del parto stesso. Per quanto riguarda le diluizioni (di Actaea racemosa e Arnica montana) e le posologie, come del resto tutte le entità terapeutiche in omeopatia, esse sono strettamente personali e non generalizzabili, in quanto legate essenzialmente al grado di somiglianza rimedio-paziente, alla reattività del proprio organismo ed al livello d’azione terapeutica necessario. Solo un medico omeopata, al quale sarà opportuno rivolgersi, potrà prescrivere la terapia più adatta al caso specifico (rimedi, diluizioni, posologie, durate). Cordiali saluti.
Alessia dice
Gentile Dott.ssa, sono alla 35′ settimana di gravidanza e faccio regolarmente uso di rimedi omeopatici (sono un tipo pulsatilla anche se il rimedio profondo è il carcinosinum).Ho comprato già Arnica 200 e caulyphyllum 200 in previsione di un aiuto per il travaglio e il parto; secondo lei sono diluizioni troppo alte? Altra cosa: questo sarà il mio primo figlio, e la cosa non mi spaventa per nulla in quanto credo in me stessa, la cosa che un pò mi terrorizza è il dolore, la sopportazione di un dolore lungo e mai provato… Al tempo stesso, vorrei evitare epidurale o gas e quant’altro… Lei pensa che Actea possa essere adatto? La ringrazio anticipatamente, saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Alessia, come lei sa le cure omeopatiche sono molto personalizzate e quindi ogni entità terapeutica (rimedio, diluizione, posologia) obbedisce a tale regola. La 200CH è una diluizione alta che è opportuno adoperare quando esiste un buon grado di somiglianza rimedio-paziente e quando occorre approfondire l’azione terapeutica. Quando invece occorre intervenire a livello sintomatico generalmente vengono preferite le basse diluizioni (quelle ad es. non superiori alla 7CH). Com’è noto, Arnica montana è il rimedio principe di tutti i traumi, sia fisici che psichici, per cui il suo uso in caso di parto è sempre pertinente. Actaea racemosa si adopera prevalentemente durante il travaglio, in presenza di dolori uterini crampiformi e si associa spesso a Caulophyllum, che è un rimedio molto adatto per dolori intermittenti e parossistici. Ovviamente, per il caso specifico, la conferma di tutto ciò la può fornire solo un medico omeopata, al quale sarà opportuno rivolgersi. Cerchi di stare il più possibile tranquilla, adesso è solo l’idea del dolore che la spaventa ma durante l’evento, con l’aiuto dei rimedi omeopatici e per la gioia di diventare mamma, sarà certamente in grado di superare ogni difficoltà. Cordiali saluti.
Benedetta dice
Gentile dottoressa,
se mi sono rivolta a Lei è proprio perchè non trovo nessun medico omeopata a me vicino.
Potrei contattarla in privato e magari spiegarLe la mia situazione più in dettaglio?
Grazie.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Benedetta, come potrà rilevare dalla sezione del sito “Chi sono”, non sono un medico bensì una biologa appassionata e studiosa di omeopatia che cerca di fornire con il presente sito web un’informazione chiara, comprensibile, oggettiva, disinteressata e soprattutto responsabile su ciò che l’omeopatia e i rimedi naturali possono fare per la nostra salute e il nostro benessere. Anche attraverso le risposte ai commenti si intendono offrire notizie e spunti utili, sia agli interessati che agli altri visitatori. Pertanto eventuali richieste di chiarimento possono essere inoltrate soltanto tramite il canale dei commenti. Cordiali saluti.
Benedetta dice
Gent.ma dott.ssa,
Le scrivo perchè sono davvero disperata… Soffro da diversi anni di una sindrome premestruale violentissima: nei 2-3-4 gg. precedenti il ciclo mi si formano delle contratture nel collo, nelle spalle e nella schiena che sembrano veri e propri “cordoni”. La conseguenza di ciò è una fortissima emicrania, nausea, vomito, intossicazione, astenia, irascibilità, sonno insoddisfacente, sintomi che persistono per 2-3 gg. che devo trascorrere a letto, anche se più sto a letto e più peggioro la situazione ma muovendomi aumento il dolore a tal punto da svenire…!
Ho provato di tutto: fans, antidepressivi, magnesio, agnocasto, agopuntura, chiropratica, osteopatia, byte odontoiatrico ma il problema ritorna mese dopo mese e sempre più violento. Stanotte mi creda se Le dico che ho avuto la sensazione di morire……
La prego di aiutarmi… sono avvilita….
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Benedetta, i sintomi che lei avverte sono quelli tipici che generalmente accompagnano la sindrome premestruale. Infatti la sindrome premestruale comprende un insieme di sintomi abbastanza complesso ed eterogeneo, di alterazioni sia biologiche che psicologiche molto variabili (dolori e/o senso di pesantezza in zona addominale-pelvica e non solo, mastodinia, cefalea, palpitazioni, desiderio di dolciumi, ansia, agitazione, depressione, stanchezza, disturbi del sonno, ecc.), che solitamente si collocano nella seconda metà del ciclo mestruale, cioè dall’ovulazione fino alla comparsa del mestruo. Per individuare il rimedio omeopatico più adatto occorrerà però dare anche importanza ai sintomi caratteristici propri con cui si manifesta in modo singolare il disturbo. E’ ciò che richiede, com’è noto, l’omeopatia con la “legge dei simili”, secondo cui soltanto il rimedio (o i rimedi) che contempla la sintomatologia più somigliante a quella del paziente sarà in grado di produrre gli effetti terapeutici desiderati, tenendo perciò conto delle modalità delle manifestazioni, delle sensazioni provocate e dei sintomi concomitanti. Tra i principali rimedi omeopatici utili a trattare la sindrome premestruale troviamo Actaea racemosa, Arsenicum album, Belladonna, Chamomilla, Colocynthis, Cyclamen, Dioscorea, Ignatia amara, Lachesis, Magnesia phosphorica, Natrum muriaticum, Phytolacca decandra, Pulsatilla, Sabina, Sepia, ecc. Tra essi Actaea racemosa è il rimedio per eccellenza delle disfunzioni genitali femminili che potrebbe essere a lei adatto, considerato che i suoi dolori peggiorano con il tatto e con il movimento ma neppure il riposo dà sollievo, che i dolori muscolari interessano soprattutto i muscoli del collo, delle spalle e quelli lombari, che alcuni dolori tendono a preferire il lato sinistro (emicrania, mastodinia, nevralgie ovariche), che è il grande rimedio degli spasmi e delle convulsioni isteriche precedenti le mestruazioni, che si accompagnano isterismo e nervosismo alternati a scoraggiamento e abbattimento. Generalmente i sintomi di Actaea racemosa migliorano all’aria aperta e peggiorano in un ambiente caldo. Ovviamente la somiglianza potrebbe non riguardare necessariamente tutti i sintomi, ma potrebbe bastare solo per quelli più significativi o più invalidanti. In diversi casi si è dimostrata utile l’associazione con dei rimedi gemmoterapici e/o organoterapici che oltre ad avere delle specifiche attività terapeutiche offrono l’ulteriore vantaggio di esercitare un’importante attività di “drenaggio” capace di stimolare gli organi emuntori, liberare l’organismo dalle tossine e rendere lo stesso più recettivo alla cura omeopatica. Tra i gemmoterapici possiamo trovare Alnus incana, Rubus idaeus, Salix alba, tutti M.G. D1, in gocce. Tra gli organoterapici possiamo trovare Ipofisi, Ovaio, Surrene, Tiroide, in fiale orali. Anche una buona tisana potrebbe alleviare i disturbi ed i dolori, prima fra tutte la tisana di camomilla, la quale non a caso è una pianta che presenta nella denominazione botanica il termine “matricaria” (Matricaria chamomilla), da “matrice” che anticamente indicava gli annessi uterini. Altre tisane consigliabili sono quelle con melissa, griffonia, finocchio, ecc. La stessa alimentazione potrebbe fornire il suo contributo, privilegiando i cibi con vitamine e sali minerali (soprattutto calcio, magnesio, potassio) e quelli particolarmente consigliati sono cavolo, lattuga, fico, finocchio, prezzemolo. Come vede gli interventi risolutivi sono tanti e diversi, ma per riuscire nell’intento e non sbagliare sarebbe opportuno rivolgersi ad un medico omeopata. Cordiali saluti.
claudio dice
Da questa corrispondenza, si capisce che le pazienti conoscono poco, l’omeopatia, le diluizioni, e come si può tentare di curarsi con essa, mentre la dr. LAURA DELLA VOLPE, invita gentilmente tutti a mettersi in cura, giustamente da un medico OMEOPATICO, io noto due sviste la prima è sconsigliare il fai da te, con le alte diluizioni, che possano essere pericolose, la seconda che nella storia dell’omeopatia ci sono stati, grandi omeopati non medici, mentre oggi si incontra medici che si fregiano del titolo di omeopata, ma sono piccoli piccoli, omeopata.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Claudio, innanzitutto mi chiamo Rita e non Laura, poi questo non è un sito di corrispondenza ma è un sito di informazione, che intende far conoscere in modo chiaro, comprensibile, oggettivo e soprattutto responsabile ciò che l’omeopatia e la natura possono fare per la nostra salute e il nostro benessere. Anche mediante le risposte ai commenti intende trasmettere notizie e spunti utili, sia agli interessati che agli altri visitatori. Quelle che lei chiama sviste, volutamente e consapevolmente non lo sono e cerco di spiegarle il perché. Il “fai da te” in omeopatia è sempre sconsigliabile, come in qualsiasi altro tipo di medicina, o dovrebbe essere limitato, in attesa di rivolgersi al medico omeopata, a problematiche superficiali e circoscritte, alle fasi acute locali e comunque quando si possiede una conoscenza della materia medica omeopatica e dei suoi protocolli terapeutici, nonché della reattività del proprio organismo allo stimolo del rimedio omeopatico. Il discorso diventa ancora più sensibile con le alte diluizioni che, avendo un’azione profonda e sistemica, se vengono incautamente ripetute oltre il necessario o la scelta del rimedio non è quella giusta possono dare luogo rispettivamente ad un effetto iatrogeno molto severo e fastidioso o alla comparsa di nuovi sintomi persistenti con tutte le inevitabili conseguenze. Nella storia dell’omeopatia ci saranno stati anche degli omeopati non medici, ma stiamo parlando del passato quando la medicina e la scienza medica non avevano le conoscenze dei tempi più moderni e per questo spesso riuscivano a guarire poco o niente. L’omeopatia è stata resa grande proprio grazie al contributo dei medici e delle varie scuole mediche omeopatiche. Ricordiamoci che l’omeopatia è innanzitutto una medicina e che la visita omeopatica è un atto medico, tant’è che in Italia (e non solo) la professione di omeopata può essere esercitata esclusivamente da medici iscritti all’Ordine dei Medici ed in più iscritti nei Registri dei Medici Omeopati, con tanto di requisiti per l’iscrizione. Poi come in tutte le categorie ci sono gli omeopati bravi e quelli meno bravi. Sarebbe superficiale e pericoloso pensare che l’omeopatia possa fare a meno della conoscenza della medicina generale, posseduta dai medici, perché, è vero che pone al centro della terapia il malato piuttosto che la malattia, però la conoscenza della malattia, del suo decorso, dei riflessi e delle possibili complicanze consente di conoscere i risultati che si possono ottenere con la cura omeopatica e di stabilire la strategia terapeutica da adottare. Cordiali saluti.
roberta dice
Gentile dott.ssa sono venuta a conoscenza della actea racemosa da un’amica che fa uso di medicina omeopatica. Soffro ormai da qualche anno di un sintomo al quale nessun medico fino ad ora ha saputo dare una spiegazione; quasi sempre in concomitanza del ciclo (prima durante o anche dopo) mi si scatena improvvisamente un dolore nella parte occipitale di sx che si irradia fino all’occhio accompagnato da un malessere generale, compresa forte nausea e vomito, che diventa invalidante (pur sforzandomi di svolgere regolarmente gli impegni di figli lavoro casa ma non sempre riuscendoci…) la mia amica mi consiglia la mono dose da 200ch possibilmente da prendere quando si avverte l’arrivo del ciclo. Purtroppo spesso non riesco perche’ il dolore arriva prima e improvvisamente, le uniche 2 volte che ci sono riuscita devo dire che l’effetto e’ stato molto buono. il dolore e’ stato molto piu’ tenue; le chiedo gentilemente se puo’ dirmi quale potrebbe essere la giusta dose e il giusto utilizzo. grazie un saluto.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Roberta, Actaea racemosa è un ottimo rimedio omeopatico per le cefalee legate al ciclo mestruale, soprattutto occipitali e tendenzialmente sinistre, con tutti i sintomi concomitanti, quando migliorano all’aria aperta e peggiorano in ambiente caldo. E’ anche un ottimo rimedio per molti disturbi che possono accompagnare le mestruazioni, come il dolore pelvico (dismenorrea) e/o le vampate di calore. La 200CH è una diluizione alta che si adopera innanzitutto quando esiste un buon grado di somiglianza rimedio-paziente, nelle manifestazioni e nelle caratteristiche, sia fisiologiche che psicologiche e poi quando occorre effettuare un’azione terapeutica profonda e sistemica. Se non ricorrono tali condizioni è preferibile indirizzarsi verso le basse diluizioni, che hanno effetto terapeutico sintomatico ed offrono il vantaggio che la somiglianza può limitarsi alla sintomatologia. Il consiglio dell’amica in omeopatia non è applicabile perché ogni persona richiede i suoi rimedi, le diluizioni, le posologie, i tempi di cura, ecc. Se una cura omeopatica ha prodotto risultati positivi per un paziente non significa che li può produrre anche per un altro paziente, pur se entrambi affetti dalla stessa patologia o disturbo. L’omeopatia, a differenza della medicina tradizionale, pone al centro della terapia il malato e non genericamente la malattia, per cui la cura omeopatica, con le sue entità terapeutiche, è strettamente personale. Tra l’altro la 200CH, essendo come detto una diluizione alta, non ha un effetto rapido a differenza invece delle basse diluizioni. In conclusione, per situazioni come la sua, per risolvere la fase acuta, solitamente vengono adoperate le basse diluizioni, quali ad es. quelle non superiori alla 7CH, che generalmente vengono utilizzate in ragione di 3 granuli 3-6 volte al dì, qualche giorno prima dell’arrivo presumibile del mestruo o ai primi sintomi. Però per quanto detto finora la prescrizione più appropriata la può fornire solo un medico omeopata, al quale è sempre opportuno rivolgersi evitando di fare da sola. E’ considerata utile anche un’alimentazione con cibi ricchi di vitamine, in particolare le vitamine A, C, E e del gruppo B. Inoltre sarebbe opportuno prendere l’abitudine di assumere qualche tisana rilassante e analgesica, prima fra tutte la tisana di camomilla, la quale non a caso è una pianta che presenta nella denominazione botanica il termine “matricaria” (Matricaria chamomilla), da “matrice” che anticamente indicava gli annessi uterini. Cordiali saluti.
rossella dice
Salve, ho 33 anni, non ho mai avuto figli e soffro di un forte dolore alle tempie (sempre da un lato o l’altro) ogni volta che sta per finire il mio ciclo. Nessun farmaco convenzionale me lo fa passare, devo aspettare giorni per farlo andare via da solo…
Cosa mi consiglia?
Grazie infinite.
Rossella
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Rossella, la cefalea (o l’emicrania), che ricordiamolo è un sintomo e non una malattia, è un disturbo molto comune che può avere diverse origini. Dal punto di vista omeopatico è più interessante conoscere il tipo di dolore, o meglio la sensazione provata dalla persona, la localizzazione precisa del disturbo, i sintomi concomitanti, le modalità di aggravamento e di miglioramento, ecc. Bisogna poi individuare la tipologia del soggetto, sempre dal punto di vista omeopatico, in cui andare a collocare il suddetto quadro sintomatologico, tenendo cioè presente che l’omeopatia è la cura per una persona che ha un certo sintomo o malattia e non per un disturbo in generale. E’ questo il “lavoro” che fa il medico omeopata e che gli consente di individuare il rimedio (o i rimedi) omeopatico più adatto, quello cioè che più facilmente darà l’effetto sperato, dopo aver visitato il paziente per inquadrare il suo biotipo omeopatico e vagliato tutti i sintomi presenti, sia fisiologici che psicologici. I rimedi omeopatici utili a superare la fase acuta di una cefalea sono tantissimi e la scelta deve essere effettuata secondo i criteri detti poc’anzi. E’ possibile poi che per ottenere un risultato duraturo o pervenire alla risoluzione definitiva del disturbo, bisognerà procedere alla individuazione di un rimedio omeopatico di fondo, probabilmente ad alta diluizione, che possa esplicare un’azione più profonda e sistemica e correggere il “terreno” del paziente, legato al patrimonio genetico e comportamentale. Actaea racemosa è un rimedio omeopatico indicato per le cefalee legate al ciclo mestruale, tendenzialmente sinistre, quando migliorano all’aria aperta e peggiorano in ambiente caldo. Tra gli altri rimedi omeopatici più utilizzati nelle fasi acute di cefalee o emicranie troviamo ad esempio: Belladonna, se è pressante e si aggrava con il freddo; Silicea, se è periodica, inizia dalla nuca, progredisce al vertice e si fissa nella regione sopraorbitaria ed inoltre peggiora con la luce intensa; Bryonia, se è lancinante, spesso più forte al mattino ed a volte dopo ogni pasto; Ignatia amara, quando interessa persone con sintomi paradossali che cioè migliorano in compagnia, peggiorano con le contrarietà, sono preoccupate per nulla; Dulcamara, se si presenta con l’umido; Lac caninum, se vi è un’alternanza abbastanza regolare tra emicrania destra e sinistra; Sanguinaria, in caso di emicrania destra e coesistenza di arrossamento sulle guance; Kali phosphoricum, se riguarda persone stanche e affaticate intellettualmente; Gelsemium, se è di tipo congestizio, è posteriore e termina con un’abbondante emissione di urina chiara; ecc. Tra i principali rimedi omeopatici di fondo possiamo trovare Sulphur, Lycopodium, Nux vomica, Lachesis, Natrum muriaticum ed altri. E’ considerata utile anche un’alimentazione con cibi ricchi di vitamine, in particolare le vitamine A, C, E e del gruppo B. Inoltre sarebbe il caso di prendere l’abitudine di assumere, nei giorni interessati, alcune volte al giorno e soprattutto la sera una tisana rilassante e analgesica a base di camomilla, melissa, valeriana, che sono tra le erbe più efficaci e più adoperate. Ma possono essere di aiuto anche i diversi preparati fitoterapici di cui all’articolo “Addio mal di testa” nella sezione del sito “Rimedi della nonna”. Venendo poi ai prodotti erboristici, si rivelano molto validi i gemmoterapici (o gemmoderivati, si tratta di macerati gligerici di gemme di piante con diluizione alla prima decimale hahnemanniana) di Rosa canina, Pinus montana, Tilia tormentosa, Betulla linfa, Vitis vinifera, che esplicano anche un’importante azione drenante. In conclusione se lei intende risolvere i suoi mal di testa con l’omeopatia e con i rimedi naturali, le consiglio di rivolgersi ad un medico omeopata, a miglior garanzia di risultato, considerato, come visto, che le possibilità esistono e che bisogna solo individuare il percorso terapeutico giusto. Cordiali saluti.
anna dice
Carissima dr.ssa della Volpe, le chiedo naturalmente un consiglio, in merito a delle accelerazioni del battito cardiaco ogni volta che, coricandomi sul lato sinistro, provo ad addormentarmi. Esse sono talmente rumorose e in velocità crescente che mi fanno desistere dal prendere sonno. Spaventata da ciò spesso mi addormento a fatica. Questi sintomi sono legati al mio attuale stato di prostrazione profonda oppure vi è in atto qualcosa a livello di cuore e altri organi da non sottovalutare? La ringrazio dal profondo del cuore.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Anna, non è escluso che le cause di una tachicardia o come sembrerebbe nel suo caso di un cardiopalmo siano attribuibili a fattori emozionali, però questo lo può stabilire solo il medico, che in questi casi è sempre opportuno consultare. Provi a cambiare la posizione nel letto, coricandosi sul fianco destro anziché sul sinistro come sarebbe consigliabile fare per non comprimere il cuore, anche se non tutti i medici ci danno importanza. Cordiali saluti.