L’infiammazione o flogosi è una risposta protettiva localizzata dell’organismo che fa seguito a una lesione di tessuto provocata da agenti fisici (traumi, calore, ecc.), chimici (acidi, ecc.) e biologici (batteri, virus, ecc.), il cui obiettivo finale è la distruzione dell’agente nocivo e la riparazione o sostituzione del tessuto danneggiato.
I sintomi più importanti sono: calore (aumento di temperatura dovuto all’aumentata vascolarizzazione), gonfiore (o edema, dovuto all’accumulo del liquido infiammatorio extravascolare, l’essudato, nel tessuto interessato), arrossamento (dovuto all’aumento di afflusso di sangue nei vasi della parte infiammata), dolore (dovuto alla compressione e stimolazione delle terminazioni nervose sensitive causate dall’essudato e dall’agente flogogeno) e compromissione funzionale della zona colpita.
Può essere acuta quando la risposta allo stimolo lesivo è immediata e precoce, oppure cronica, di maggiore durata, quando coesistono per lungo tempo l’infiammazione attiva, la distruzione del tessuto ed i tentativi di riparazione. Un’infiammazione cronica può subentrare ad un’infiammazione acuta non completamente risolta per persistenza degli agenti flogogeni, oppure, come più frequentemente succede, nascere già cronica.
Sono di grandissimo aiuto i rimedi della nonna qui riportati.
Nota: Per informazioni sulle modalità di preparazione dei rimedi che vengono utilizzati, quali infusi, decotti, tisane, sciroppi, succhi, impacchi, cataplasmi, ecc., consultare l’articolo “Tipi di preparati fitoterapici” della sezione del sito “Approfondimenti”.
□ Agrimonia: pediluvi caldi con il decotto di fiori e giovani foglie (60 g in 500 ml d’acqua) dà sollievo nel caso di infiammazione e stanchezza ai piedi.
□ Arancia: nei casi di gonfiori ghiandolari dolorosi, dovuti a stati di infiammazione, è ottimo l’unguento preparato con tale frutto. Cuocere nell’olio di oliva un’arancia intera, finché non si riduce in poltiglia. Applicare in loco mattino e sera.
□ Bardana (o Lappa): nelle infiammazioni dello stomaco (gastrite e ulcere) e problemi di digestione risulta efficace il decotto delle foglie (3 g in 200 ml d’acqua) da prendere alla dose di 3 cucchiai da minestra mattina e sera.
□ Ceci: i cataplasmi di farina di ceci cotta in poca acqua, applicati localmente, risolvono facilmente i gonfiori ghiandolari dovuti ad infiammazioni. Si può assumere anche l’infuso che si prepara con 30 g di ceci torrefatti e macinati, posti in un sacchetto di tela, che si immerge in 500 ml d’acqua bollente fino a quando l’acqua non diventa tiepida, quindi si filtra e si beve metà al mattino e l’altra metà a sera.
□ Cipolla: nei casi di occhi gonfi ed infiammati lavarli 3 – 5 volte al dì con un decotto di cipolla (alcune cipolle sbucciate, lavate ed affettate in una pentola d’acqua).
□ Edera terrestre: gli impacchi con il decotto (5 g di foglie in 200 ml d’acqua) sono utili nel caso di gotta e di gonfiore alle gambe.
□ Equiseto: il decotto di giovani rami e foglie (5 g in 200 ml d’acqua), cui aggiungere una manciata di petali di rosa rossa, da utilizzare per impacchi locali più volte al dì, è utile per l’infiammazione agli occhi.
□ Farina di grano: un cataplasma fatto con fiore di farina cotto in acqua, risolve ogni tipo di infiammazione. Se si aggiunge anche il lievito si ottiene un ottimo composto che accelera la maturazione di foruncoli, ascessi, paterecci, ecc. La nonna usava cataplasmi di pane bollito.
□ Farina di riso: contro le infiammazioni i cataplasmi con la farina di riso cotta in acqua, applicati sulla parte dolente, sono utilissimi.
□ Felce maschio: i rizomi bolliti in aceto e usati in cataplasmi guariscono le infiammazioni dei piedi. Le foglie verdi fresche, applicate localmente tramite fasciatura, combattono i crampi a piedi e polpacci.
□ Lattuga: le foglie di lattuga, lessate ed applicate ben calde sulla parte interessata, riducono l’infiammazione ed il dolore (mal di denti, infiammazione agli occhi, contusioni e lussazioni, ecc.).
□ Malva: si adoperano le foglie o l’intera pianta di malva in decotto o in infuso da usare per bevande, gargarismi, fumenti, bagni, lavande, colliri, cataplasmi, compresse, ecc. ogniqualvolta si ha un’infiammazione dello stomaco, dell’intestino, della gola, della pelle, degli occhi, ecc. Il decotto si prepara con 20 – 30 g di foglie (o pianta) in 1 l di acqua; l’infuso con 5 g di foglie (pianta) in 200 ml di acqua. Entrambi con un po’ di miele sono espettoranti e bechici (calmanti della tosse).
□ Olio di ricino: in caso di congiuntivite passare sulle ciglia un batuffolo di cotone imbevuto di olio di ricino. Elimina anche le desquamazioni delle palpebre.
□ Tiglio: i cataplasmi preparati con foglie di tiglio pestate e bollite in acqua, applicati localmente, sono calmanti per tutte le infiammazioni della pelle che procurano dolore (scottature, piaghe, punture d’insetti). Si possono usare anche i fiori o la corteccia della pianta, in quanto hanno le medesime proprietà.
□ Verbena: le foglie fresche pestate, unite a farina di segale e albume d’uovo, formano un impasto che applicato in cataplasmi sulla parte interessata consente di curare la sinovite (infiammazione della membrana sinoviale di un’articolazione).
□ Viola mammola: lo sciroppo di tale pianta è utilissimo nelle uretriti (infiammazioni dell’uretra). Si prepara mettendo in infusione, in un contenitore coperto per 24 ore, 50 g di petali freschi senza calice con 500 ml d’acqua bollente. Dopo si aggiungono 900 g di zucchero e si riscalda il tutto per 20 min. Si lascia riposare per alcune ore e si travasa la parte liquida in recipienti chiusi. Si conserva in luogo fresco ed al riparo dalla luce. Bere lo sciroppo secondo necessità.
Nunzia dice
Salve avrei bisogno di un consiglio : ho un forte dolore al polso probabilmente una tendinite, dovuta quasi sicuramente allo sforzo che compio ogni giorno per sollevare mia figlia. Ho applicato una crema a base di arnica della just per una quindicina di giorni ma non ho notato miglioramenti Ora sto programmando una seconda gravidanza quindi non ho intenzione di assumere farmaci e o simili Il dolore però dura da un paio di mesi il mio medico curante si è limitato a dirmi di non usare il polso (cosa impossibile con una bimba da accudire) grazie in anticipo
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Nunzia, il rimedio omeopatico principe di tutti i tipi di traumi fisici (ed anche psichici) è Arnica montana. I principali rimedi omeopatici che vengono più spesso utilizzati nei disturbi dolorosi dell’apparato osteo-mio-articolare sono consultabili all’articolo “Reumatismi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”. Com’è noto, nel rispetto della Legge di Similitudine su cui l’Omeopatia fonda il suo principio terapeutico, il rimedio più adatto sarà quello che contiene la sintomatologia più somigliante a quella del paziente. Per quanto riguarda i preparati fitoterapici possono essere molto utili le applicazioni locali di una pomata della stessa Arnica o di Artiglio del diavolo, per una pronta azione antinfiammatoria e analgesica. Ovviamente, per il caso specifico, sarebbe meglio affidarsi ad un medico omeopata. Cordiali saluti.
Alessandra dice
Buonviorno,
Sono Alessandra e ho 25 anni. Sei giorni fa ho avuto una Bartolinite e sono in via di guarigione, ma la ghiandola è ancora leggermente gonfia e mi da ancora fastidio(non dolorosissima). Cosa posso usare per combattere il gonfiore rimasto e aiutare la ghiandola a guarire del tutto?grazie infinte,
Alessandra
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Alessandra, com’è noto, può succedere che una o entrambe le ghiandole di Bartolini (o anche di Bartolino) possano infiammarsi o infettarsi a causa dell’ostruzione del dotto, dovuto a diversi motivi o semplicemente ad un aumento della densità delle secrezioni prodotte, che, impedendo alle secrezioni stesse di uscire all’esterno, provoca l’ingrossamento della ghiandola formando una vera e propria cisti. Con il progressivo aumento di volume della cisti e dell’infiammazione si ha l’aggravarsi del dolore ed il rischio che l’accumulo delle secrezioni mucose possa infettarsi, diventando purulento e dando quindi luogo alla formazione di un ascesso, cioè all’infezione della ghiandola (la cosiddetta “bartolinite”). A titolo informativo il più importante rimedio omeopatico ed il più adoperato in caso di cisti, ascessi, fistole e suppurazioni croniche è Silicea. Tra gli altri rimedi omeopatici che vengono utilizzati nelle cisti che tendono a trasformarsi in ascessi troviamo Belladonna, Hepar sulphur, Mercurius solubilis, Sulphur (o Sulphur iodatum). Se vi è solo infiammazione i rimedi omeopatici più specifici dell’ipertrofia ghiandolare sono Arsenicum iodatum, Aurum metallicum, Calcarea carbonica, Carbo animalis, Iodum. Lapis albus, Phytolacca decandra, Scrofularia nodosa, ecc. Possono essere molto utili i lavaggi locali giornalieri, con ammollo, impiegando la tintura madre di Calendula, o l’olio essenziale di Melaleuca (noto anche come Tea Tree Oil), o l’olio essenziale di Lavanda, da diluire nelle opportune quantità (poche gocce per gli oli essenziali) in acqua calda, sterilizzata previa bollitura, per un’azione calmante, lenitiva, antinfiammatoria, antisettica, cicatrizzante, ecc. Oltre a diversi preparati fitoterapici del presente articolo, più specificamente per le cisti e gli ascessi possono utili quelli riportati nell’articolo “Per maturare foruncoli e ascessi” di questa sezione del sito (ad es. ammollo in acqua calda con farina di grano, farina di fave, farina di riso, semi di lino, decotto di radici di malva, ecc.). Sempre a titolo informativo, sono diverse le piante che sviluppano al loro interno vari principi attivi che conferiscono alle stesse la capacità di risultare dei veri e propri “antibiotici naturali”, o più in generale degli antisettici e antimicrobici, oltre a mantenere un’azione antinfiammatoria. Tra le più note e utilizzate si citano Echinacea, Achillea, Calendula, Timo, Aloe vera, Aglio, Propoli, chiodi di Garofano, semi di Pompelmo, disponibili in vari formati erboristici. Ovviamente si tratta di preparati da assumere sempre su parere medico. Sarebbe anche importante adottare un’alimentazione sana ed equilibrata, che possa essere di supporto e che possa rafforzare le difese del sistema immunitario, come, ad esempio, limitare l’assunzione degli zuccheri semplici e dei grassi saturi, privilegiare i cibi ricchi di vitamine (in particolare le vitamine A, B5, B12, C, E), di grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6), di minerali (in particolare rame, manganese, selenio e zinco), di prebiotici (cibi ricchi di fibre) e probiotici (cibi fermentati). In conclusione, se lei intende ricorrere all’omeopatia ed ai rimedi naturali le consiglio di affidarsi alla competenza di un medico omeopata, tenendo presente che l’affezione richiede la sorveglianza medica e la scelta oculata dei rimedi specificamente adatti, seguendo attentamente sia la sintomatologia che l’evoluzione della formazione patologica. Cordiali saluti.
Giancarlo dice
Salve Dott.sa,sono Giancarlo ho 51 anni e da 8 anni affetto da osteomielite cronica al
calcagno SX. Ho capito ormai da tempo che non esistono cure,oltre a quelle antibiotiche
che tra l’altro sono devastanti e senza risoluzione.Il problema è che fin quando ho una
fistola che consente la fuoriuscita dell’infezione le cose vanno un pò meglio ma a volte
questo non accade e l’infiammazione mi avvolge tutta l’articolazione sottoastralgica con
immediata immobilità e dolori atroci.Sono sempre stato affascinato dai rimedi naturali perchè
cresciuto,anche se nato a Roma in una realtà rurale.Tuttora vivo in campagna e qualche
rimedio della nonna conosco.Oggi ho scoperto il Suo sito e volevo chiederLe con cosa
posso fare degli impacchi antinfiammatori e cosa posso assumere per alzare le mie difese
immunitarie.In attesa di un Vs gradito riscontro Le porgo cordiali saluti.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Giancarlo, sono diverse le piante che sviluppano al loro interno varie sostanze (principi attivi) che conferiscono alle stesse la capacità di risultare dei veri e propri “antibiotici naturali”, o più in generale degli antisettici e antimicrobici, oltre a mantenere un’azione antinfiammatoria. Tra le più note si citano Echinacea, Achillea, Calendula, Timo, Aloe vera, Aglio, Propoli, chiodi di Garofano, semi di Pompelmo. Per eventuali impacchi possono essere adoperati i preparati erboristici in forma liquida come ad es. tinture, estratti fluidi, oli. Ovviamente si tratta di rimedi coadiuvanti. Per quanto riguarda il rafforzamento delle difese immunitarie si parte innanzitutto dall’alimentazione che deve essere sana ed equilibrata, limitando l’assunzione degli zuccheri semplici, privilegiando i cibi ricchi di vitamine (in particolare le vitamine A, B5, B12, C, E), di grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6), di minerali (in particolare rame, manganese, selenio e zinco), di prebiotici (cibi ricchi di fibre) e probiotici (cibi fermentati). Esistono anche diversi preparati erboristici in grado di rafforzare le difese del sistema immunitario, quali ad es. quelli a base di Echinacea, gel di Aloe vera, Ribes nigrum, Propoli, Uncaria tormentosa, Eleuterococco, Astragalo, Curcuma, ecc., da utilizzare previa approvazione medica. Cordiali saluti.
Ettore dice
Gentile dr da 15 giorni ho forti dolori all’occhio destro-glaucoma nsovascolare in esiti di distacco di retina-occhio spento-l’oculista dopo la visita ha detto che si e’ formato un ascesso corneale-prescrizione di antibiotico augmentin, colliri recugel, timogel e vigamox-e’ vero che la cura e’iniziata da poco ma vedl che i dolori si sono accentuati-posso prendere al bisogno hn antidolorifico e poi volevo una sua opinione in merito alla descrizione che le invio-ringraziandola invio cordiali saluti ettore
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Ettore, da quanto descrive e come lei sa, le patologie che interessano il suo occhio destro sono il glaucoma neovascolare e la cheratite ulcerativa profonda. Il glaucoma neovascolare è un glaucoma secondario ad angolo chiuso, chiamato così perché l’angolo formato da iride e cornea è tanto stretto che l’umore acqueo non riesce a raggiungere il sistema trabecolare di deflusso e ciò comporta un aumento della pressione intraoculare, dolore e funzione visiva molto ridotta o assente. La cheratite ulcerativa o suppurativa è un processo infiammatorio della cornea che comporta la formazione di ulcere corneali, le quali in presenza di infezione, quasi sempre di origine batterica, comportano la creazione di un ascesso corneale che interessa gli strati più profondi della cornea con la morte dei tessuti interessati, la cui cicatrizzazione, quando è colpita la zona centrale, può ostacolare la visione. Ovviamente si tratta di informazioni di carattere generale e non possono riferirsi al caso specifico, che solo l’oculista conosce bene. Per entrambe le patologie comunque è importante stabilire tempestivamente la terapia e seguirne gli esiti per pianificare gli eventuali trattamenti successivi. Si tenga sotto stretto controllo medico e chieda allo stesso oculista se è il caso di assumere un antidolorifico. Cordiali saluti.
Dorotea dice
Salve dottoressa , le espongo il mio problema:da circa 3 mesi ho iniziato ad assumere la pillola a base di etinilestradiolo e drospirenone a basso dosaggio a causa di una amenorrea di 3 anni(aggiungo che ho 19 anni) , nn ho avuto grandi controindicazioni, il ciclo è arrivato regolare e ho riscontrato subito un ritrovato benessere psico-fisico , tuttavia noto che da quando ho iniziato il trattamento ho sempre dolore al seno e le dimensioni sono aumentate notevolmente…. Ho una corporatura minuta e questo seno che all’improvviso ha raggiunto queste dimensioni non mi fa stare bene soprattutto perché mi provoca dolore e a volte sono anche limitata nell’attività fisica durante gli allenamenti di danza …. Come posso risolvere questo problema? E soprattutto una volta terminata la cura il mio seno tornerà delle dimensioni di prima ?
La ringrazio anticipatamente per la sua cortese attenzione
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Dorotea, sarebbe opportuno che le domande le rivolgesse al medico che le ha prescritto la pillola e che si sottoponesse a una visita medica specialistica da un senologo. Il dolore al seno (mastodinia), a volte accompagnato da un senso di bruciore o di tensione mammaria, può avere diverse origini, ma nel suo caso dovrebbe essere legato all’assunzione dell’estro-progestinico (la pillola). Anche l’aumento delle dimensioni del seno avrebbe le stesse origini. Un assestamento ci sarà, però difficilmente le dimensioni potranno rientrare. Comunque il medico specialista potrà opportunamente circostanziare. Cordiali saluti.
boni dice
Gentile Dott.ssa Rita , al posto del Lorenil 600 per una leggera flogosi cosa posso usare localmente? Grazie. Boni
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Boni, un preparato fitoterapico che viene spesso utilizzato in uso esterno è l’olio di Melaleuca (noto anche come Tea Tree Oil), con gocce da diluire in olio vegetale oppure in acqua sterilizzata, previa bollitura, per delle applicazioni locali. L’olio di Melaleuca, che è un olio essenziale, è un potente antinfiammatorio, antisettico, antimicotico, antibatterico, antivirale. Però sulla sua sostituibilità con il farmaco tradizionale è opportuno che si pronunci il medico. Cordiali saluti.
fabrizio dice
Salve, volevo sapere dopo l’intervento al ginocchio per menisco tibiale ,cosa posso fare per attenuare l’infiammazione dopo l’intervento …..il ginocchio e’ gonfio…volevo saper se ci sono delle tisane che posso prendere per abbassare l’nfiammazione ovviamente in piu’ al ghiaccio al riposo e alla bustina di oki una la mattina e una la sera a stomaco pieno…….per cortesia fatemi sapere ,grazie mille fabrizio
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Fabrizio, l’Oki è già un potente antinfiammatorio per cui da solo potrebbe essere più che sufficiente. Comunque a titolo informativo le tisane con proprietà antinfiammatorie sono diverse, come ad es. quelle di zenzero, curcuma, tè verde, mirtillo, rosa canina, malva, ecc. Anche i preparati erboristici a base di cumarina (dalle sommità fiorite del meliloto) e di bromelina (dal gambo dell’ananas) hanno proprietà antinfiammatorie. Non prenda però alcuna iniziativa senza l’approvazione del medico. Cordiali saluti.
Luigi dice
Gentile dottoressa,
in passato ho sofferto saltuariamente di dolori all’orecchio (di più a sx). Gli otorini diagnosticavano otite e mi prescrivevano i soliti antibiotici. Questo è andato avanti per parecchi anni e si aggravava, finché un giorno nel 2010, un otorino di un’altra città, dopo aver ascoltato la mia storia e visitato le orecchie mi disse che non si trattava di otite ma bensì di un’infiammazione generale che si ripercuote sui punti deboli del mio organismo. Mi spiegò che da piccolo avrò sofferto qualche otite curata male e col tempo l’orecchio è diventato sensibile. Il mio medico curante orientò le sue attenzioni all’intestino (che però funzionava bene e non dava segnali di sofferenza), quindi dieta con eliminazione di alimenti di cui ero ghiotto, qualche bustina di anti-infiammatorio e i miei dolori all’orecchio (esterno) si sono attenuati subito e di molto.
Ma vorrei qualcosa di più e le pongo la mia domanda: Esiste qualche rimedio omeopatico per contrastare e “spegnere” questo focolaio infiammatorio e che allo stesso tempo mi consenta di ritornare a mangiare liberamente?
La ringrazio molto per la risposta.
Luigi
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Egregio Luigi, come ho avuto modo di precisare in un’occasione precedente, l’omeopatia ha un principio e una filosofia terapeutica completamente differenti dalla medicina tradizionale. L’omeopatia guarda più al malato con la sua sintomatologia piuttosto che alla malattia, tant’è, come si è solito dire, che l’omeopatia è la medicina del malato più che della malattia. L’individuazione della malattia e della relativa causa diventano importanti solo per conoscere i risultati ottenibili con la cura omeopatica e per stabilire la strategia terapeutica più adatta al caso in esame. L’omeopatia pone cioè al centro della terapia il malato e non genericamente la malattia, in una visione olistica che valorizza la connessione corpo-mente e l’inquadramento della malattia nella sua specificità propria del “terreno” e nella sua dinamica evolutiva legata a passato-presente-futuro. Giusto per fare un esempio attinente al suo caso, in omeopatia non esiste la cura per lo stato infiammatorio del Sig. Luigi, ma esiste la cura per il Sig. Luigi con il suo stato infiammatorio. Sembra un gioco di parole ma non lo è. Si parte quindi dalla sintomatologia, tenendo conto delle causalità e delle modalità delle manifestazioni, ma occorre considerare anche tutte le altre peculiarità che rendono il soggetto unico rispetto a tutti gli altri affetti dalla stessa malattia (costituzione, temperamento, carattere, ereditarietà, familiarità, ambiente, stile di vita, ecc. ecc.). Si va perciò ad indagare in modo particolare il “terreno” caratteristico del paziente, di cui la manifestazione patologica ne è l’espressione. Ciò si rende necessario soprattutto per le situazioni più complesse. Sulla base di tali informazioni il medico omeopata potrà essere in grado di individuare il rimedio omeopatico (o i rimedi omeopatici) che contiene all’interno della sua patogenesi una complessità di sintomi, fisiologici e psicologici, simili a quelli manifestati dal paziente, nel rispetto della “legge di similitudine” su cui l’omeopatia fonda il suo principio terapeutico. In effetti il rimedio omeopatico curativo sarà quello che presenta un quadro patogenetico sovrapponibile al quadro clinico “allargato” (integrato cioè con gli elementi di cui in precedenza) del paziente e quanto più è calzante tale sovrapponibilità tanto migliori saranno gli effetti terapeutici. Anche con il concorso della diluizione del rimedio, la terapia potrà essere maggiormente orientata verso il sintomatico, o verso il substrato di terreno, oppure verso gli altri step intermedi (drenaggio, lesionale, funzionale, mentale, ecc.). Tutto ciò per dirle che non esiste genericamente un rimedio omeopatico antinfiammatorio, come invece avviene nella medicina tradizionale o nella fitoterapia, ma esiste il rimedio omeopatico da individuare con i criteri prima enunciati, dove il quadro clinico “allargato” del paziente assume la massima importanza. Saranno quindi i sintomi che lei avverte e la sua persona le basi d’indagine per il medico omeopata al fine di prescrivere la terapia e la strategia terapeutica più appropriate. Cordiali saluti.
Carli dice
Gentile dottoressa,
se fosse possibile sapere dove ha l ambulatorio, in quale città e un recapito telefonico , se non fosse terribilmente lontano, avrei il piacere di fare una visita con lei.
in attesa di una sua risposta le porgo i miei saluti
Tatiana
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Carli, come potrà rilevare dalla sezione del sito “Chi sono”, non sono un medico bensì una biologa appassionata e studiosa di omeopatia che cerca di fornire con il presente sito web un’informazione chiara, comprensibile, oggettiva, disinteressata e soprattutto responsabile su ciò che l’omeopatia e i rimedi naturali possono fare per la nostra salute e il nostro benessere. Cordiali saluti.
graziana dice
Buonasera dott.ssa Volpe, vorrei chiederle delucidazioni su un dolore che è comparso da diverse settimane al dito indice della mano sx, esattamente all’articolazione tra falange e falangina. Praticamente se premo.lateralmente verso il.dito medio sento dolore e anche se sollecitato da prese particolari. Da fermo nn da dolore….mentre al mattino, appena sveglia nn riesco quasi a piegarlo xche il farlo mi da dolore ovviamente parlo di un dolore sopportabile. Secondo lei dovrei preoccuparmi? Nn vorrei fare raggi inutilmente. Posso risolvere con rimedi omeopatici?? Mi potrebbe illuminare? Grazie mille x l attenzione.
Dott.ssa Rita della Volpe dice
Gentile Graziana, potrebbe trattarsi di una tendinite (infiammazione del tendine) o di una tenosinovite (infiammazione della guaina tendinea), oppure di entrambe le patologie. Ovviamente è soltanto un’ipotesi che solo il medico potrà o meno confermare. Le consiglio pertanto di rivolgersi al medico di base, senza assolutamente allarmarsi, perché potrebbe essere qualcosa di passeggero ma è meglio accertarsene. I tendini estensori delle dita si trovano appena sotto la pelle, per cui sono particolarmente esposti. Relativamente ai possibili rimedi omeopatici, dia un’occhiata all’articolo “Reumatismi” nella sezione del sito “Affezioni-Rimedi”, dove sono riportati i principali rimedi omeopatici per i disturbi dolorosi dell’apparato osteoarticolare, tra cui, com’è noto, occorrerà individuare il rimedio (o i rimedi) con sintomatologia più somigliante alla propria. Se il disturbo è dovuto ad un piccolo trauma, come ad es. strappi, stiramenti, uso eccessivo, esercizi troppo duri o lesioni, allora il rimedio omeopatico per eccellenza è Arnica montana, che quando sono interessati i tendini e/o i legamenti viene spesso associato a Ruta graveolens, in somministrazione congiunta o alternata. Cordiali saluti.